[recensione] Tel Aviv - Catit - (Israele) - IDR web

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[recensione] Tel Aviv - Catit - (Israele)
Category : Israele
Published by News_aioe_org on 6/9/2010
MESSAGGIO IN GOOGLE GRUPPI ED EVENTUALE DISCUSSIONE
Salve a tutti,
scrivo questa piccola mia (prima!) recensione su un ristorante che forse
non e' il crocevia dei ristofili.. ristorofili? Insomma, non e' il
ristorante piu' battuto dagli italiani, immagino.
Ad ogni modo: i ristoranti "di classe" a Tel Aviv (e in Israele) sono
una cosa abbastanza recente, guide gastronomiche con capitoli sul paese
non ne ho trovati, per quanto guide turistiche varie citino come ormai
TA sia la capitale dell'alta cucina nel medio oriente. Sara'.
Venendo alla recensione: una settimana fa io (e un mio collega) abbiamo
cenato in quello che e' uno dei migliori (il migliore, secondo alcuni)
ristorante di Tel Aviv (appunto, il Catit), gestito da uno dei pochi
celebrity chef d'Israele.
Il menu' fisso che abbiamo scelto (350 ILS - 72 euro al cambio attuale,
che e' decisamente sconveniente) prevedeva:
Antipasti:
Insalata di frutti di mare, tapioca e yuzu
(ostrica, gambero di fiume, capasanta, sashimi di pesce di mare,
calamaro, mandorle, zenzero, coriandolo. Io ricordo anche del cetriolo,
di cui pero' non c'era traccia nel menu)
Asparagi bianchi e capesante
(mousseline di capesante, 'pancetta' di agnello, crema di dragoncello e
tapioca, tartufo, parmigiano e tuorlo crudo)
Capesante alla brace
(vichyssoise all'aglio e miele, funghi shimeji, asparagi verdi e schiuma
di prezzemolo)
I tre antipasti sono stati serviti come porzioni singole, da dividere
tra due persone
Il piatto principale era a scelta: le nostre sono state
Filetto di vitello
(con patate, parmigiano e raviolone ripieni di tuorlo crudo, tartufo,
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midollo e salsa al vino rosso)
Filetto di cernia (baby grouper, in inglese)
(con porcini secchi, funghi shimeji, mandorle e crema di un qualche
tubero di cui mi sfugge il nome).
Il dolce, infine:
Limone rosa
(frutti di bosco, curd al limone, tartufo al cioccolato bianco e
rabarbaro, gelatina di bacche e vaniglia, macaron al limone, crumble e
sorbetto alla vaniglia)
Non e' che citare tra gli ingredienti di un piatto anche l'olio e i
crostini mi paia una cosa necessaria, ma tant'e'.
Inclusi c'erano anche due amuse-bouche: una zuppetta di yogurt di capra
e cetriolo e delle cervella di vitello su masbaha (hummus servito caldo
con ceci interi), e un minisorbetto allo stesso yogurt di cui sopra tra
gli antipasti e il piatto principale.
Venendo al cibo: la mia impressione leggendo il menu' era che il cuoco
avesse la perversione di aggiungere ingredienti per occupare piu' spazio
sulla pagina, e mangiando l'impressione si e' confermata. A volte nel
piatto vi erano ingredienti dalla funzione imho decorativa (o manco
decorativa), cui pero' il cuoco ha dato status di ingrediente da
elencare nel menu' - questo e' stato mio motivo di perplessita' per
tutta la cena.
Peraltro, in questo menu' le capesante ritornavano in tutti gli
antipasti, e gli asparagi in almeno due piatti. Forse il cuoco aveva uno
stock da far fuori, chissa'. Ancora peggio, le capesante immagino
fossero state sempre cotte alla brace, visto che il sentore di
affumicato ritornava in continuazione in tutti e tre i piatti.
Gli antipasti sono passati senza particolare entusiasmo da parte mia anche se le cervella e gli asparagi mi sono sembrati migliori del resto,
mentre nota negativa per la zuppetta fredda di yogurt e cetriolo,
salata all'inverosimile.
Devo anche aggiungere che nonostante gli asparagi non fossero male, la
dicitura 'tartufo' sul menu' e' fuorviante - credo fosse scorzone, ma la
crosta dello stesso - il sapore di tartufo era praticamente assente.
Molto meglio e' andato col vitello (la carne era davvero buona e cotta
alla perfezione) e col filetto di pesce - passato nella polvere di
porcino secco prima di essere cotto manteneva comunque il suo sapore
distinto da quello del fungo. Anche se ancora adesso mi chiedo quale
fosse il punto di buttare tre mandorle sbianchite in un piatto cui han
dato un contributo nullo, a mio avviso.
Il dolce (anche questo diviso in due) aveva lo stesso difetto di altri
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piatti del ristorante: troppe componenti messe sul piatto a comporre un
quadro, ma scarse idee alla base. Ed e' un peccato - i singoli
componenti (sorbetto, crema al limone, crumble, etc) erano stati
eseguiti parecchio bene.
Venendo ai vini: in Israele un vino di buon livello parte da 20-25 euro
(in cantina o al supermercato): non c'e' da stupirsi che la carta dei
vini fosse sbilanciata verso l'alto, con ricarichi dell'80% sulla fascia
bassa dei vini. La carta non e' comunque particolarmente lunga - ci
rientrano parecchie delle migliori cantine israeliane, e qualche scelta
francese (Borgogna, princopalmente), italiana (alcuni vini toscani, e
parecchi barolo e barbaresco (comprese un paio di bottiglie di Gaja) e
tedesca.
Infine il servizio: non si puo' dire che non ci provassero, ma non si
puo' definire perfetto (vino sgocciolato sul tavolo gia' all'assaggio,
evidenti difficolta' logistiche nel sistemare i piatti singoli piu'
l'antipasto da dividere).
In somma: tutto considerato, la cena e' costata 1150 ILS (235 euro) in
due (tre portate, ovvero: un antipasto e mezzo a testa, un piatto
principale e mezzo dolce). Ne e' valsa la pena? E' una buona domanda.
Fossimo in Europa, avrebbe anche una buona risposta: no. Tuttavia questo
non e' un paese per vecchi, e nemmeno per poveri - basta tener conto
che persino il McDonalds o una birra costano il 20-25 in piu' che in
italia, e che le cose importate o gli scimmiottamenti europei sono care
anche secondo questo standard. Tenendo in considerazione questi
aggiustamenti, allora si' - e lo e' ancora di piu' tenendo in conto il
fatto che e', come ho scritto prima, ritenuto il miglior ristorante
della zona.
A.
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