Petrolio,1,5miliardifermiinEmilia
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Petrolio,1,5miliardifermiinEmilia
www.formazione.ilsole24ore.com/bs www.formazione.ilsole24ore.com/bs 25 MASTER FULL TIME: LA CHIAVE DI INGRESSO NEL MONDO DEL LAVORO. 19° MASTER TRIBUTARIO M ASTER FULL TIME Servizio clienti: tel. 02 (06) 3022.3247/3811 [email protected] Sabato 24 Agosto 2013 Gruppo24ORE www.ilsole24ore.com f MILANO, dal 14 OTTOBRE 2013 8 mesi di aula e 4 di stage @24ImpresaTerr Gruppo24ORE TURISMO INDESIT AGRICOLTURA EMERGENZA AVIARIA u pagina 18 u pagina 18 u pagina 19 u pagina 19 Annullati viaggi in Egitto per 80 milioni di euro Uno sciopero blocca la ripresa dell’attività Un tetto produttivo per i prosciutti Dop Nuovo focolaio in Emilia, contagiati i tacchini Sviluppo bloccato/1. Ancora in attesa di autorizzazione investimenti per 706 milioni nell’oil&gas che potrebbero generare oltre 10.500 posti di lavoro Meeting Rimini Clô (Rie): l’utilizzo delle risorse minerarie sarebbe molto più fruttuoso delle energie alternative Federlegno lancia il bonus sui mobili Petrolio, 1,5 miliardi fermi in Emilia EMILIA ROMAGNA Ilaria Vesentini BOLOGNA L’Enisarebbeprontaainvestire subito 450 milioni di euro per potenziare la produzione di gas offshore nel tratto di Adriatico tra il Po di Goro e le Marche. E sono oltre 700 milioni (706 per l’esattezza) gli investimenti nell’oil&gas bloccati in Emilia-Romagna tra mare, terra e stoccaggi, calcolati del Rie, l’Istituto di ricerche industriali ed energetiche di Bologna. Cifrache sale a un miliardoe mezzo di business potenziale che i progettinazionalisugli idrocarburi potrebbero muovere lungo la via Emilia, considerando laspecializzazionenellacostruzione di impianti, nei servizi ai contractor fino alle commesse per tutto l’indotto meccanico e metallurgico.Unbusinessparalizzatodablocchi politicieautorizzativi che da un ventennio limitano lo sviluppo petrolifero nazionale. Risultato: solo in Emilia-Romagna 292 posti di lavoro diretto in meno (per progetti regionali) e almeno 10.500 indiretti lungo la filiera. «Gliinvestimentipervalorizzare le risorse minerarie si tradurrebbero in fatturato e occupazione molto maggiori di quantopotrebberofarealtreopzioni energetiche come il fotovoltaico, che finisce con l’arricchire solo tedeschi e cinesi», sottolinea Alberto Clô, alla guidadelRie.LaStrategiaenergetica nazionale messa a punto dal governo Passera sembrava aver rimediato a disinteresse e pregiudizio politico nei confronti di una produzione sostenibile locale di idrocarburi «che potrebbe da subito raddoppiare l’attuale produzione e di conseguenza anche le entrate per l’erario», ricorda Clô. Eni opera sulla costa romagnola dagli anni Cinquanta ed è dalle sue commesse che è fioritol’indottoche ancora oggifa di Ravennailprimodistrettoindustriale nell’oil&gas, 40 aziende dirette, 80 nell’indotto e un miliardo di business. Qui l’ex Ente nazionale idrocarburi ha 600 addettidiretti(chequadruplicano nell’indotto) e 500 contratti diservizio.«Oggi-spieganoireferenti locali dell’Eni - operiamo su 46 piattaforme offshore nella fascia di mare antistante lacostaromagnola, sulle76 attive in totale, e da queste stiamo producendo circa 2 miliardi di metri cubi di gas l’anno sugli 8 complessivi in Italia». Piccoli numeri rispetto al picco nel distretto del ’94, quando i metri ono lontanissimi i tempi in cui l’Emilia-Romagna era consideratalaPennsylvaniad’Italia.Eppure ancora oggi la regione accentra la migliore industria dell’oil&gas e il40%deipermessidiricercadelPaese.Numerisolosullacarta.Perché lalogicadelnimby(notinmybackyard) e lo scaricabarile tra livelli amministrativi hanno sempreil sopravventoquandositrattadiautorizzare investimenti in energia: basta rileggere le recenti vicende del maxideposito di gas a Rivara o del termovalorizzatore di Parma. In America, ha ricordato alle ultime assise degli industriali ravennatiilpresidenteGuidoOttolenghi, «i nuovi metodi di estrazione di petrolio e gas stanno innescando grandi investimenti in ogni campo, mentrequiqualunqueattivitàèavversata. Ma negli Usa i proprietari dei terreni hanno diritto anche sul sottosuolo e quindi una scoperta può recare disagi ma anche grandi ricchezze al singolo cittadino, che percepisce chiaramente e direttamente rischi e benefici». Se alla famiglia italiana (non all’ente locale),con il deposito sotto i piedi e la centrale davanti all’uscio arrivasse denaro sonante in tasca, quanti scenderebbero ancora in strada a protestare? gliata fuori da futuri sviluppi. Tantoche lastessa Eniha dovuto spostare in Nigeria il progetto da 60 milioni di euro "Adria 4D" che aveva avviato per mappare il sottosuolo adriatico con geofonieonde sonore-aimpatto ambientale zero - tra Porto Garibaldi e Igea Marina. Nonva megliopergli investimenti onshore, in via di esaurimento, «perché mentre l’offshore ricade nella normativa nazionale, la parte su terraferma è di competenza anche regionale e in Emilia-Romagna la moratoria ha bloccato tutto», sottolineaEni.Ineffettil’EmiliaRomagna ha metà del territorio interessata da attività di sviluppo idrocarburi eppure è quinta tra le regioni italiane per flussi diturismo straniero e trai lidi di Comacchio e Cattolica vanta 8 bandiereblunonostanteledecinedipiattaforme inmare. Industria petrolifera e turistica possono dunque andare a braccetto.Anzi,leoilcompanyininverno sono garanzia di lavoro per gli alberghi del litorale. A fare del Ravennate la culla hi-techglobalizzatadelle attività upstream sono aziende come la Rosetti Marino, società di ingegneriaecostruzionedipiattaforme offshore e navi di servizio partner di tutte le principali compagnie mondiali; la Fratelli Righini, piccola ma globalizzata azienda meccanica che produce impianti per la posa di oleodotti; il gruppo Cosmi, per la costruzione e il montaggio di macchine di precisione per l’industria chimica e petrolchimica; la Hydro Drilling contrattista di impianti di perforazione petroliferaegeotermicaolaMicoperi di manutenzioni offshoreecontracting;maanchelafiera internazionale dell’oil&gas che da vent’anni si tiene nella città del mosaico, Omc-Offshore mediterranean conference and exhibition, che anche nell’edizione dello scorso marzosièchiusaconl’appelloaporrefineall’«inaccettabileanomalia italiana», come la definisce Clô: la più alta dipendenza dall’esteroper l’approvvigionamento energetico (30% in più della media europea, 83% contro 53%), con rischi geopolitici nelle forniture e uno spread del 30% sul prezzo dell’energia. L’altissimo tasso di internazionalizzazionedeldistretto ravennate fa sì che per le imprese dell’indotto dell’oil&gas le prospettive siano buone. «Si stima una crescita degli investimenti neiprossimitreannidel5%»,dice Stefano Silvestroni, presidente della sezione Cantieristicae manufatti off-shoredi Confindustria Ravenna. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA cubi erano oltre 6 miliardi che salivano a 13 miliardi includendo le Marche. «Stimiamo ci siano ancora 90 miliardi di metri cubi da estrarre dai bacini preesistenti lungo lo Stivale - proseguonoi vertici Eni- ealtri50miliardi da giacimenti già scoperti, ma il potenziale esplorativo è di circa 160 miliardi di metri cubi di gas aggiuntivi e una buona parte crediamo sia nell’off sho- LA COSTA PROTETTA L’Eni pronta a impiegare 450 milioni per potenziare la produzione off-shore nell’Adriatico ma le norme lo impediscono re dell’Emilia-Romagna. L’attuale impianto normativo blocca però qualsiasi attività». Il riferimento è al Dl 128/2010 (ilcosiddettodecretoPrestigiacomo)chevietaricercaeproduzione nella fascia marina entro le 12 miglia dalla costa protetta ambientalmente e tutta la costa romagnola lo è. Ed è quindi ta- SINDROME NIMBY Interesse comune e interessi privati S Laura Cavestri Mezzi navali di perforazione impiegati dal gruppo Eni SAIPEM 12000 Capacità massima di perforazione: Massima profondità d’acqua: Lunghezza totale: Larghezza (fuori sezione): Altezza di costruzione: SAIPEM 10000 10.000 m 3.650 m 228 m 42 m 19 m SCARABEO 5 Capacità massima di perforazione: Massima profondità d’acqua: Larghezza del ponte principale: Lunghezza ponte Profondità dello scafo principale: MILANO 9.200 m 3.000 m 228 m 42 m 19 m Capacità massima di perforazione: Massima profondità d’acqua: Lunghezza totale: Larghezza (fuori sezione): Altezza di costruzione: SCARABEO 7 9.000 m 2.000 m 14,3 m 111 m 7,3 m 8.000 m 1.500 m 61,3 m 77,5 m 4,5 m Capacità massima di perforazione: Massima profondità d’acqua: Larghezza del ponte principale: Lunghezza del ponte principale: Profondità del ponte principale: Fonte: Eni Il caso. L’impresa specializzata in progettazione e costruzione di piattaforme esplorative Rosetti Marino fa rotta sul Kazakhstan RAVENNA «IlKazakhstanèlanostraminieradaconsolidare,potrebbeaddiritturacrescere,dopoavercigarantitogiàl’annoscorso160milionidieuro sui400di fatturato consolidato. Il nostro primo obiettivo resta questo Paese dell’ex Unione sovietica. Stiamo ritornando anche in Russia, ad Astrachan, esplorando il Mozambico e in Messico valutiamo ci siano buoneopportunità nelmediotermine». Le parole di Medardo Ranieri,presidentedellaRosettiMarino Spa lasciano bene intendere la scala globale su cui si muove la società ravennate di progettazione e costruzione di piattaforme e impianti per l’oil&gas e di navi di servizio. Un colosso nato nel 1925 dal carpentiere romagnolo MarinoRosetti,entratonel1970nelbusiness petrolifero sulla scia di Eni Il presidente Ranieri: tutto il nostro business è all’estero ma qui restano i cinquanta tecnici punta di diamante regionale delle esplorazioni possa spostare le strategie aziendali. «Le nostre dimensioni sono tali chelecommesselocalinonbasterebbero. Oggi sui mille addetti del gruppo solo la metà opera in Italia,di cui 350 nel quartier generaleaRavenna,80nellacontrollatamilaneseBasisEngineeringealtri 90 a Forlì, alla Fores Engineering.Quirestaperòilnucleostoricodi50blucollars,operaidiofficina di altissima competenza che tengono viva la nostra capacità di lavorare l’acciaio», il fil rouge di quasi 90 anni di attività. Non ha ancora conosciuto crisi la Rosetti Marino, perché ha radici e testa a Ravenna, ma gambe che corrono ovunque nel mondo dove il business dell’oil&gas si stiasviluppando.«Siamocresciuti del 20% anche l’anno scorso in termini di ricavi, 396 milioni co- me gruppo, e del 25% per quanto riguarda l’utile netto, a 19 milioni. Quest’anno – prosegue il presidente – contiamo di consolidare i risultati, ma con marginalità inferiori.Mentreperil2014leprospettive non sono esaltanti. Dovremmo portare a casa almeno 250 milioni di euro di commesse l’anno perlavorarearegimeecenemancano ancora 130. Per fortuna prima dell’estate abbiamo firmato uncontratto da 60 milioni di euro per una piattaforma in Polonia e un altro nello shipping con un nuovo cliente, per la costruzione di due supply vessels da 25 milioni di euro l’uno». In Kazakhstan, infine,laRosettiMarino ha giàinvestito40milioniedèprontaa investirne altri 15 per un’importante gara Chevron entro fine anno. città di Napoli. Per alcune di queste, come la Whirpool, si tratta di investimenti necessari a mantenere i livelli occupazionali. L’investimento complessivo è di circa 77 milioni tra finanziamenti pubblici e privati. Il contratto viene autorizzato dal Cipe nel luglio 2005, e viene stipulato a luglio 2010: prevede unatrentina dimilionidicontributo ripartito in parti uguali tra Stato e Regione. Il passaggio dalla giunta guidata da Antonio Bassolino a quella di Stefano Caldoro e le condizionidigravecrisidellaregione tra il 2010 e il 2011 lasciano inuncassetto i trecontratti.Nonostante il finanziamento promesso dalla Stato, manca il cofinanziamento regionale, si bloccatutto.Arrivanotempi"migliori",ilnuovoassessorealleAttivitàproduttiveFulvioMartuscielloriapre icassetti, dopolaripro- grammazione coordinata dall’ex ministro della Coesione Territoriale Fabrizio Barca dei fondiPac(Pianodiazioneecoesione). E a luglio 2013 recupera con un’unica delibera i tre Contratti di programma Gensis, SamePortodiNapoliacuidestina fondi per 41,5 milioni di euro. Ma dieci anni sono passati dall’avvio del primo Contratto di programma e non si può non tenerne conto. La Cisl Campania chiede una verifica della qualitàdegliinterventirealizzati, dei progetti da attuare, sulla compatibilità di questi ultimi con nuovi programmi regionali esui postidi lavorocreati.«Meglio fare verifiche in itinere che aposteriori–diceLinaLucci, segretario regionale della Cisl – Partiamo dalla verifica degli investimentirealizzatiedallaprogettazione esecutiva dei programmi da attuare. Si pensi al Porto, che sta per approvare un nuovo piano regolatore: è giusto non tenerne conto?». Dapprima la Cisl condivide la sua battaglia con Cgil e Uil che poi si smarcano. Caldoro invece condivide le obiezioni e promette l’istituzione di una cabina di regia. Le imprese dal cantolorotemono nuovistop. «Siamo disponibili a tutti i controlli necessari – dichiara Luigi Iavarone, presidente del Consorzio Sam – ma a dire il vero ne abbiamo già subìti tanti. Finalmente la regione con l’assessore Martuscielloèriuscita adareuncolpo di reni. Speriamo di non arenarci ancora una volta». LaCislsipreparaainviaredocumenti alla Corte dei Conti. Ma Martusciello rassicura: «La cabina di regia sta per insediarsi. A fine settembre la Regione darà il via». Sarà la volta buona? e diventato uno dei big player mondiali nell’ingegneria e nelle soluzioni hi-tech per l’oil&gas, con clienti come Maersk, Shell, Conoco,Total.Esponentedipuntadiqueldistrettodell’oil&gasromagnolo a cui è impedito spiccare il volo in patria. «Tutto il nostro business oggi è estero, anche se per il Mare del Nordcostruiamoquiepoispediamo gli impianti, a differenza di quanto si fa in Kazakhstan», spiegaRanieri,scetticosullapossibilità che una ripartenza del mercato STRATEGIE E MERCATI I. Ve. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sviluppo bloccato/2. In Campania investimenti per 40 milioni di euro previsti da tre progetti fermi da dieci anni Contratti di programma nel guado CAMPANIA Vera Viola NAPOLI Tre contratti di programma attesi da un decennio, ripescati dalla Regione Campania che li riunisce in una delibera e li finanzia con 40 milioni di euro. Ma per ora restano nel guado: la Cisl chiede verifiche e la Regione propone la costituzione di una cabina di regia. Una matassa difficile da sbrogliare, dopo un’attesa decennale, investimenti in parte realizzati e in parte cancellati, un quadro econo- mico-normativo diverso. Sam 2004 La storia inizia nel 2004, quando il consorzio Sam presenta a Mise e Regione Campania un piano diinvestimenti peril quale vorrebbe accedere alla programmazione negoziata. Il via libera del Cipe arriva a fine 2006, e il contratto di programma viene firmato il 2 agosto L’ITER Genesis, Porto di Napoli e Sam sbloccati dopo la riprogrammazione dei fondi dell’ex ministro della Coesione Barca 2010: Stato e Regione assicurano contributi per 16,3 milioni (in parti uguali) alle imprese chesi impegnano a investimenti per 46,2 milioni, da ultimare in 36 mesi, e ad incrementare i loro organici con l’assunzione diun centinaio di persone.«Siamo partiti subito – racconta il presidente del Sam, Luigi Iavarone–coninvestimentie assunzioni, ma gli incentivi non li abbiamo visti». Il Mise nel 2011 invitala Regione a erogare la propria quota, passaggio necessario per sbloccare quella governativa, già disponibile. Ma non ottiene nulla. Parte degli investimenti è stata completata, le imprese si sono indebitate e si misurano con crisi di liquidità e restrizioni del credito. Porto di Napoli Nel 2005 la Regione approva l’istanza di Contratto di programma turistico "Programma Porto di Napoli Scrl" a cui viene anche data priorità assoluta e approva il cofinanziamento di tre iniziative Compagnia Marittima, Meridionale, Cafè House, Cruise Hotel. In realtà in questo caso non si giunge mai alla stipula del Contratto di programma. Genesis IlcontrattoGenesisprevede sostegni per 12 aziende riunite in consorzio, interessate ad investire nella zona orientale della © RIPRODUZIONE RISERVATA Seicento metri quadrati tra cucine, camere e salotti ma anche moduli abitativi in legno e soluzioni ecosostenibili per oltre 3mila visitatori in6 giorni,soprattutto giovani e famiglie accompagnati in tour guidati che spiegano il valore dell’artigianato made in Italy e la sua accessibilità anche grazie al bonus mobili di 10mila euro contenuto nel decreto "del Fare" convertito con la legge 63/2013. FederlegnoArredo si prepara ad archiviare con successo il bilancio della sua terza partecipazione al Meeting dell’Amicizia di Rimini che chiude oggi. Inaugurato il 18 agosto dal premier Enrico LettalospaziodiFederlegnoArredoèdivisointre componenti:unmoduloabitativoarredato, il cantiere di una casa inlegno,un’areaincuigliartigiani mostrano il fascino del lavoromanuale. «L’obiettivo - ha spiegato il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero-èquello dimostrare l’Italia che vive e che lavora, attraverso un percorso guidato nell’eccellenza del design italiano e del costruireinlegno,valorizzandoilsaperfarecomesinonimodiinnovazione,ricercaeusointelligente delle risorse». Se la casa arredata - cui hanno partecipato 46 aziendeper un totale di 140 articoli eprodottipresentati-rappresentailcuoredell’allestimento, gli altri due elementi sono l’areariservataallalavorazione manuale, dove alcuni artigianidannounadimostrazione dei mestieri, e parallelamente la costruzione dal vivo di una casa a struttura di legno.All’interno dello stand uno spazio ad hoc è dedicato al nuovo Polo formativo dei mestieri che FederlegnoArredo e Aslam apriranno in Brianza a settembre. La partita, tra estate e autunno, è però soprattutto quelladi capitalizzareal massimo l’opportunità del bonus mobili. Per questo, al Meeting, dove prevalgono giovani e famiglie, è attivo il desk informativo che spiega come,nell’ambito dei nuovi bonus detrazioni per le ristrutturazioni di casa, fino al 31 dicembre 2013, la legge 63/2013, oltre a estendere il periodo entro cui richiedere detrazioni Irpef al 50%, aggiunge la possibilità di un ulteriorescontofiscaleperl’acquisto di mobili. Il tetto di spesa è di 10mila euro, con un ritorno del 50%. FederlegnoArredo ha avviatounacampagnadicomunicazione. «Firmata e realizzata dalla federazione - ha spiegatoSnaidero-la campagna permette alle aziende associate di personalizzare pubblicità e spot con i propri loghi e brand. È inoltre attivo il sito www.bonusmobili.it ha concluso il presidente di Fla - che offre agli utenti risposte puntuali sul tema». © RIPRODUZIONE RISERVATA ANSA Federlegno. Roberto Snaidero 18 Impresa & territori Il Sole 24 Ore Sabato 24 Agosto 2013 - N. 231 Effetto Egitto sul turismo. La prima stima formulata dai tour operator sull’ipotesi di un blocco sino alla fine dell’anno Cancellati viaggi per 80 milioni Il Paese rappresenta per l’Italia la prima meta di vacanza per numero di viaggiatori Rosalba Reggio La crisi egiziana cancella circa ottanta milioni di euro di giro d’affari. È questa la stima presentatainItaliadaitouroperator che operano nel Paese all’indomani della comunicazione di "sconsiglio" della Farnesina (valido fino a metà settembre). Una previsione calcolata alla luce di un blocco pressoché totale dei viaggi verso questa destinazione fino alla fine di dicembre, ma che potrebbe peggiorare se la crisi proseguisse nei mesi successivi. Un durocolpo, dunque,per ilsettore del turismo in Italia, già messo in ginocchio dalla profonda crisi economica. A rendere più pesante il danno,le caratteristichedelladestinazione, considerata "insostituibile" dagli operatori di viaggio«per l’estesastagionalità, vicinanza, capacità di soddisfare la domanda e rapporto qualità/prezzo». Non a caso, infatti, l’Egitto rappresenta per l’Italia la prima meta di vacanza per numero di viaggiatori. Nel 2012, per esempio, i principali operatori attivi sul Paese hanno generato un giro d’affari di circa 280 milioni, cifra che – se la crisi compromettesse il mercato fino all’agosto prossimo – potrebbe dare un’indicazione sulla misura del danno annuale per il settore. Danno che si estenderebbe, tra agenzie di viaggio e tour operator, in proporzione al peso percentuale del mercato egiziano sul fatturato totale, che – nel caso degli operatori presenti nell’infografica – va da un minimo del 10% a circa la metà. Dopo i disordini egiziani che hanno portato il ministero degli Esteri a sconsigliare i viaggi nel Paese, le situazioni in cui si sono trovati i passeggeri che avevano scelto quella destinazione sono state due: diverse migliaia di persone si trovava- Lavoro ALIMENTARE Cessione Sangemini sindacati in pressing Sollecitano il confronto con i soggetti imprenditoriali che hanno manifestato interesse a subentrare allattuale gestione dell’azienda, Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil e Rsu della Sangemini, richiamando l’attenzione di istituzioni e organi competenti riguardo alla situazione del gruppo. Le organizzazioni sindacali ricordano, in una nota, che «manca un mese alla scadenza del concordato in continuità concesso dal tribunale di Terni (il termine ultimo scade il 24 settembre) proprio per perfezionare l’accordo di cessione dell’attività al gruppo Norda, che ha manifestato il proprio interesse. «Il periodo feriale – si legge in una nota - non deve essere un alibi per nessuno, ad iniziare dall’attuale proprietà, per abbassare la guardia». FORMAZIONE Cà Foscari, al via i test d’ingresso Sono in tutto 1.956 i pre-iscritti di Ca’ Foscari chiamati ai test d’ingresso che prenderanno il via da lunedì: il numero comprende gli studenti che prenderanno parte ai corsi di laurea ad accesso programmato e quelli chiamati alle verifiche degli Ofa (obbligo formativo aggiuntivo) previste per i corsi di Economia che invece sono ad accesso libero. Per tutti gli altri corsi ad accesso libero, il termine per le immatricolazioni è fissato al 30 settembre 2013. I termini per le preiscrizioni si sono chiusi martedì 20 agosto. no già in Egitto e, rispettando i tempiprevisti(nellamaggioranzadeicasi)sonotornate(o stanno tornando) in Italia; altrettante persone avrebbero dovuto partireall’indomanidellacomunicazione e hanno invece dovuto rinunciare al viaggio o cambiare destinazione. Guardando aglieventidallapartedegliagenti di viaggio e dei tour operator, le situazioni che si sono create sono altrettante: nel primo caso gli operatori hanno dovuto riportare in patria i clienti facendo viaggiare aeromobili vuoti SALVAGENTE Filippetti (Astoi): da tempo gli operatori insistono sulla necessità di istituire un fondo di garanzia da utilizzare nei casi di emergenza TRA IL 2008 E IL 2012 Più fallimenti per le imprese storiche InItalia sonocirca126mila le imprese che hanno in corso ad oggi una procedura concorsuale tra fallimenti e concordati preventivi. Nel primosemestre del2013si sono registrate circa 6500 nuove procedure fallimentari, in aumento rispetto allo scorso anno del +5,9%. Anche le imprese storiche fanno fatica a resistere. Per la crisi, secondo elaborazioni e stime dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza, tra il 2008 e il 2012 hanno chiuso circa 9mila imprese storiche, con più di 50 anni di attività. all’andata e registrando quindi un alto costo per l’operazione; nelsecondocaso,invece–quandopossibile–hannocercatomete alternative - affrontando comunquecostiperlecamerenon utilizzate in Egitto –, oppure hannodovuto(odovranno)rimborsare i clienti, come recita il codice del turismo, entro una settimana. Tutte situazioni che hannogeneratouncostoaggiuntivo.Conqualiconseguenze?Dipenderà dalla forza dei singoli operatori e dalle prospettive dei prossimi mesi, non essendo presenti in Italia meccanismi di tutela per il settore. «Da tempo gli operatori – spiega Nardo Filippetti, presidente di Astoi – insistono sulla necessità di istituire un fondo di garanzia per creare un salvagente da utilizzare nei casi di emergenza straordinaria, ma ancora nulla è stato fatto. Oggi quindi, a una situazione già pesante per il turismo si aggiunge l’emergenza Egitto, per la quale gli operatori pagheranno danni troppo pesanti». «Gestire l’emergenza di questi giorni – spiega Franco Gattinoni, presidente di Ainet – è stato molto difficile ma ha evidenziato l’importanza del ruolo ricoperto dai consulenti di viaggio. Chi si è trovato in difficoltà, infatti, ha avuto nella rete di agenzie un interlocutore presente che ha preso in carico le pratiche di viaggio alla ricerca di una soluzione». Soluzione non sempre possibile, però, almeno per la settimana di alta stagione immediatamente successiva all’avviso della Farnesina. Pesante il danno anche per le compagnie areee, che hanno dovuto cancellare (o fortementeridurre) la destinazione Egitto ma che stanno lavorando perdistribuire i voli su altremete turistiche. I numeri della crisi 80 La stima del danno (mancato fatturato) per gli operatori del turismo, derivato dalla crisi in Egitto e calcolato dallo “sconsiglio” della Farnesina del 16/8 fino a dicembre 2013 milioni di euro LE COMPAGNIE AEREE Stima del fatturato prima delle cancellazioni (dal 16/8 al 31/12/2013). In milioni di euro MERIDIANA ALITALIA NEOS (Alpitour) BLUE PANORAMA LIVINGSTON 20 2,5 13/15 11 8 I TOUR OPERATOR Fatturato 2012 in Egitto. In milioni di euro Peso% della quota egiziana sul fatturato totale per operatore 88,7 EDEN VIAGGI 25% 50,0 SETTEMARI 50% 279,1 39,6 VERATOUR milioni di euro 22% 10,0 ALPITOUR 13% © RIPRODUZIONE RISERVATA HOTELPLAN/ TURISANDA 90,8 Matteo Meneghello Falsa partenza, ieri alla Indesit di Fabriano. Secondo i piani della società, lo stabilimento di Albacina, vicino a Fabriano in provincia di Ancona, sarebbe dovuto ripartire dopo la sosta estiva, con un’apertura anticipata (gli altri impianti riprenderanno lunedì) di alcuni reparti per recuperare parte della produzione persa nei giorni di sciopero decisi dopo il piano da 1.425 esuberi varato dalla società. «L’azienda–spiegaVincenzo Gentilucci, della Uilm di Ancona – aveva chiesto ai reparti stampaggio e smalteria ditornare al lavoro per realizzare alcuni semilavorati. Secondo l’azienda si tratta di un recupero di efficienza, e la produzione sarebbe stata indirizzata a sostegno della ripresa produttiva degli altri IL TAVOLO Il confronto tra l’azienda e i rappresentanti dei lavoratori riprenderà il 17 settembre nella sede del ministero dello Sviluppo economico sta.Nessuno deicirca quaranta operai destinati ai due turni avrebbe varcato i cancelli. «Correttamente – aggiunge Gentilucci – non abbiamo osteggiato l’ingressodegli addetti alla manutenzione e dei lavoratori che effettivamente dovevano preparare gli impianti per la ripresa produttiva di lunedì». Firem, spiragli nella trattativa Ilaria Vesentini FORMIGINE (MODENA) Una soluzione sugli stipendi arretrati e un piano industriale per rilanciare anche la produzione in Italia. Sembra aprirsi qualche spiraglio sulla vicenda della Firem di Formigine, dopo l’incontro fiume di ieri sera tra sindacati, istituzioni locali e regionali, azienda e consu- lenti aziendali e del lavoro. Intanto, la notizia della piccola azienda metalmeccanica modenese che di nascosto, a inizio agosto, mentre tutti i 40 dipendenti erano in ferie, hasvuotatolostabilimentoper tra- IL TAVOLO L’ipotesi allo studio riguarda la presentazione di un nuovo piano industriale che preveda investimenti anche sul territorio italiano ANSA Rimessein calo,crescono solo icinesi Nel 2012, secondo i dati Bankitalia elaborati dalla Cdc di Milano, gli immigrati hanno spedito a casa 6,8 miliardi. Nel capoluogo lombardo le rimesse sono diminuite di circa il 6,3 per cento. In controtendenza i flussi di denaro degli immigrati cinesi (+10,7%) e dello Sri Lanka sferire impianti e merci in Polonia sta facendo il giro del mondo, perché è l’immagine dell’imprenditoreitalianochenoncela fapiùareggere la concorrenza globale, schiacciatodatasse,costodellavoro, burocrazia e sindacati. Il vertice che si è tenuto ieri in municipio non ha portato la famiglia Pedroni a rivedere la propria decisione didelocalizzare in Polonia, dove peraltro lo stabilimento è già attivo e dove la proprietà ha offerto anche ai dipendenti italiani di trasferirsi, ma ha aperto nuo- vestrade perulteriori investimenti lì, a due passi dalla fabbrica della Ferrari,dove peroltre mezzosecolo e tre generazioni Firem ha prodotto resistenze elettriche. La tensione che si è creata, anche a livello politico, attorno alla fugasilenziosadell’azienda(masono 27mila le società italiane con piùdi2,5milionidifatturatochenegli ultimi dieci anni hanno spostato la produzione oltreconfine, secondo la Cgia di Mestre) era ben percepibileieri dallemanifestazioni di protesta davanti al Comune di Formigine. «Se avessi detto alla Fiom che avevo intenzione di trasferire la produzione in Polonia, avrebbero sequestrato i miei beni, cosìcomehanno fattobloccando il camion che non è mio, ma di pro- «Al momento dell’avviso della Farnesina – spiega Pier Ezahya,direttorecommerciale del gruppo Alpitour – avevamo 4.500 clienti in Egitto e abbiamo dovuto organizzare 25 aerei per riportarli a casa. Apparecchi che hanno viaggiato vuoti per tornare pieni, con un aggravio sui costi previsti di circa 600 mila euro». Ma la situazione più critica si è verificata per i viaggiatori che avrebbero dovuto partire il 17 agosto, all’indomani dello sconsigliodelministero.«Siamo riusciti a proteggere su altredestinazionicircasette/ottocento clienti su circa 2.800. Unbuon risultatoalla lucedel fatto che si trattava di una settimana di alta stagione e che le ore di preavviso erano poche, raggiunto grazie alla forza del booking Alpitour che è attivo tutti i giorni della settimanae 24 ore su 24 e alla grandegammadiprodottidicuidisponiamo». Dalla settimana prossima, invece, l’operatore hapianificato34voliaggiuntivi verso destinazioni che possano sostituire l’Egitto: Spagna; Baleari, Canarie, Tunisia e Capo Verde. «La crisi egiziana – concludeEzahya– rappresenteràcomunque un grande danno per gli operatori del settore per l’importanza che questa destinazione ricopre, per la difficoltà di trasmettere ai clienti che il pericolo è superato e per i costi aggiuntivi cui tutti saranno soggetti quando il mercato verrà riaperto. Alla luce di quanto è successo, infatti, si può capire quanto sia fondamentale, per il settore, avere un fondo digaranziachesupporti leimprese ounsistema cheripartisca il danno». «La sera stessa della comunicazionedelministerodegli Esteri ho preso il primo volo disponibile e sono tornata al lavoro». Monica Villa, titolare di un’agenzia di viaggi – Voglia di Viaggiare, del gruppo Mondo di Vacanze – dell’hinterland milanese racconta la sua esperienza dei giorni scorsi. «La prima grande emergenza cheabbiamo dovuto affrontare – spiega – è stata quella di avvisare i clienti in partenza nellegiornatedisabato17edomenica18Agosto, comunicandolo sconsigliodiramato dalla Farnesinaecercandodivalutare con loro, con la massima urgenza, soluzioni alternative di viaggiopressoaltredestinazioni».Unlavoroquasiimpossibile per un numero di viaggiatoricosìampioeunabassadisponibilità di posti. «Le riprotezioni – prosegue Monica Villa – su destinazioni differenti sono state molto complicate soprattutto sulle partenze del 17 e 18, a causa del pocotempo adisposizione per la ricerca di nuove disponibilità e per l’altissima stagione che non ci ha agevolato. A ciò si è aggiunta la difficoltà generata dal fatto che, per alcuni clienti costretti all’annullamento,abbiamodovutocomunicare l’addebito di un importo che non si aspettavano e per il quale non siamo riusciti ad intervenire verso i tour operator. Inoltre, abbiamo dovuto contattare i parenti dei clienti chesoggiornavanonelledestinazioniinteressate,avvisandoli che la situazione non richiedeva un rientro anticipato, ma che il volo di ritorno avrebbe mantenuto la programmazioneclassica.Insomma, ungrande lavoro aggiuntivo che però qualifica il nostro ruolo». Ro.R. Ro.R. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Barbara Ganz © RIPRODUZIONE RISERVATA Meccanica. Dopo l’annuncio del trasferimento in Polonia EMILIA ROMAGNA Dati Banca d’Italia Grandi sforzi per trovare destinazioni alternative Contratto portieri tutelati gli over 50 Lunedì la riapertura, ma il sindacato annuncia nuove proteste All’inizio della settimana, quindi, il lavoro riprenderà correttamente in tutti gli stabilimenti. Il confronto fra impresa e sindacati riprenderà il 17 settembre al ministero dello Sviluppo economico (nell’ultima riunione si era registrata una piccola apertura da parte della proprietà ma le parti restano ancora distanti), ma nelle prossime settimane sono annunciate nuove iniziative di protesta: resta almeno un pacchetto di ore di sciopero a livello nazionale già deciso nei mese scorsi. «La mobilitazione – spiega Fabrizio Bassotti, della Fiom Cgil di Ancona – è già ripartita. I lavoratori di Albacina hanno dimostrato grande determinazione e coerenza. La Indesit – aggiunge – torni sui propri passi e si sieda al tavolo della trattativa tenendo contodegli interessi del territorio e lasciando le produzioni in Italia. Altrimenti sarà un autunno veramente caldo». Alpitour, in campo 34 nuovi voli per i clienti Servizi. Incentivi alle assunzioni Falsa partenza per Indesit stabilimenti.Il rischioconcreto, però, che questi semilavoratipotesseroandareabeneficio di aziende terziste ha motivato il nostro rifiuto». Fiom e Uilm (Fim invece non ha condiviso la decisione)hannoorganizzatoun presidioall’alba, illustrando ai lavoratorileragionidellaprote- L’agenzia 10% Elettrodomestici. Fiom e Uilm protestano: fallisce il rientro anticipato nello stabilimento di Albacina MARCHE Il tour operator prietà di una società polacca», si giustifica ai microfoni di Radio24 FabrizioPedroni riferendosiall’ultimo dei 20 camion che, la sera del 13 agosto, è stato bloccato dai dipendenti con il carico finale di macchinari. Dura l’accusa di Pedroni: «I nostri concorrenti, da anni in Romania e Polonia, ci facevano guerra sui prezzi. O chiudevo o mi trasferivo o, come hanno fatto molti imprenditori, mi sparavo in testa». E replica ai parlamentari cheneigiorniscorsil’hannodefinito un deliquente: «È dal 2008 che non faccio profitti, mentre le tasse devo continuare a pagarle. Un dipendente con una busta paga annuale di 12mila euro mi costa quasi 30 mila euro. Non è accettabile». © RIPRODUZIONE RISERVATA Oltre centomila addetti – maè unastimaper difetto– in un settore cresciuto rapidamentea partire dal1995, in seguito all’esternalizzazione di servizi cheprecedentemente venivano svolti da personale interno. Attività di portierato, di reception, antincendio per enti pubblici e ospedali, aziende private, ma anche condomini, alberghi, università: sono i Safi (servizi ausiliari, fiduciarieintegrati),eilcontrattofirmato in luglio dopo una lunga trattativa è il primo che li rappresenta a livello di categoria.Undocumentoinnovativo (il testo integrale è scaricabile dal sito www.anisi.it, alla voce Ccnl): unico nel suo genere, favorisce anche il reinserimento di personale over 50, tutelando i cosiddetti esodati e chi è costretto a cercareunnuovoimpiegodopo avere svolto altre attività, anchedeltuttodiverse.«Questo genere di servizi – spiega ilpresidentedi Anisi,associazione nazionale imprese servizi integrati, Massimiliano Magon – può rappresentare un’opportunità di reinserimento, perché di fatto si può imparare anche a 50 anni, e nonpresenta particolaridifficoltà. Restava da risolvere il problema dei costi rappresentati dall’assunzione di un lavoratore destinato a restare in carico per magari pochi anni: una abilitazione antincendio può costare 400 euro, è diverso ammortizzare la spesa su un giovane o su un over 50». Per questo il contratto prevede in caso di assunzione – solo a tempo indeterminato – dilavoratoriultracinquantenni, per il primo anno di lavoro, una riduzione sulla paga tabellare pari al 2 per cento. «Vuole essere uno stimolo pergliingressinellavoro:nelleprimesettimane diapplica- zione abbiamo già registrato dati interessanti per il settore», osserva Magon. Per assicurare anche il ricambio generazionale e l’ingresso di giovani, resta valido lo strumento dell’apprendistato. Ulteriore innovativa clausola nel contratto – che per la prima volta contiene una specifica regolamentazione di tutte le normative di IL QUADRO Il settore comprende circa 100mila addetti dei servizi di reception per enti pubblici, ospedali, aziende, condomini, hotel leggi quali bilateralità, previdenza integrativa e uno specialefondo di assistenzasanitaria – è quella relativa al cambio di appalto, che garantisce il mantenimento dei livelli occupazionali anche in caso di diversi contratti collettivi nazionali applicati al personale. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ACCORDO Il contratto. Regolaiservizidi portierato,accoglienzaclienti, monitoraggioareeeprima prevenzionaantincendio, segreteriaereception,gestione centraliniealtreancora.Sono tipologieausiliarieall’attivitàdi soggettisiapubblicicheprivati, semprepiùspessoesternalizzate Giovani e anziani. Ilcontratto normailricorso all’apprendistato,maprevede anchel’assunzioneatempo indeterminatoal5˚livello retributivodilavoratori ultracinquantenni,conuna riduzionedellaretribuzione tabellareparial2%periprimi12 mesidieffettivorapporto