Petrolio,1,5miliardifermiinEmilia

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Petrolio,1,5miliardifermiinEmilia
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Sabato 24 Agosto 2013
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Annullati viaggi in Egitto
per 80 milioni di euro
Uno sciopero blocca
la ripresa dell’attività
Un tetto produttivo
per i prosciutti Dop
Nuovo focolaio in Emilia,
contagiati i tacchini
Sviluppo bloccato/1. Ancora in attesa di autorizzazione investimenti per 706 milioni nell’oil&gas che potrebbero generare oltre 10.500 posti di lavoro
Meeting Rimini
Clô (Rie): l’utilizzo delle risorse minerarie sarebbe molto più fruttuoso delle energie alternative
Federlegno
lancia
il bonus
sui mobili
Petrolio, 1,5 miliardi fermi in Emilia
EMILIA
ROMAGNA
Ilaria Vesentini
BOLOGNA
L’Enisarebbeprontaainvestire subito 450 milioni di euro
per potenziare la produzione di
gas offshore nel tratto di Adriatico tra il Po di Goro e le Marche. E sono oltre 700 milioni
(706 per l’esattezza) gli investimenti nell’oil&gas bloccati in
Emilia-Romagna tra mare, terra e stoccaggi, calcolati del Rie,
l’Istituto di ricerche industriali
ed energetiche di Bologna. Cifrache sale a un miliardoe mezzo di business potenziale che i
progettinazionalisugli idrocarburi potrebbero muovere lungo la via Emilia, considerando
laspecializzazionenellacostruzione di impianti, nei servizi ai
contractor fino alle commesse
per tutto l’indotto meccanico e
metallurgico.Unbusinessparalizzatodablocchi politicieautorizzativi che da un ventennio limitano lo sviluppo petrolifero
nazionale. Risultato: solo in
Emilia-Romagna 292 posti di lavoro diretto in meno (per progetti regionali) e almeno 10.500
indiretti lungo la filiera.
«Gliinvestimentipervalorizzare le risorse minerarie si tradurrebbero in fatturato e occupazione molto maggiori di
quantopotrebberofarealtreopzioni energetiche come il fotovoltaico, che finisce con l’arricchire solo tedeschi e cinesi»,
sottolinea Alberto Clô, alla guidadelRie.LaStrategiaenergetica nazionale messa a punto dal
governo Passera sembrava
aver rimediato a disinteresse e
pregiudizio politico nei confronti di una produzione sostenibile locale di idrocarburi
«che potrebbe da subito raddoppiare l’attuale produzione e
di conseguenza anche le entrate per l’erario», ricorda Clô.
Eni opera sulla costa romagnola dagli anni Cinquanta ed è
dalle sue commesse che è fioritol’indottoche ancora oggifa di
Ravennailprimodistrettoindustriale nell’oil&gas, 40 aziende
dirette, 80 nell’indotto e un miliardo di business. Qui l’ex Ente
nazionale idrocarburi ha 600
addettidiretti(chequadruplicano nell’indotto) e 500 contratti
diservizio.«Oggi-spieganoireferenti locali dell’Eni - operiamo su 46 piattaforme offshore
nella fascia di mare antistante
lacostaromagnola, sulle76 attive in totale, e da queste stiamo
producendo circa 2 miliardi di
metri cubi di gas l’anno sugli 8
complessivi in Italia». Piccoli
numeri rispetto al picco nel distretto del ’94, quando i metri
ono lontanissimi i tempi in cui
l’Emilia-Romagna era consideratalaPennsylvaniad’Italia.Eppure ancora oggi la regione accentra
la migliore industria dell’oil&gas e
il40%deipermessidiricercadelPaese.Numerisolosullacarta.Perché
lalogicadelnimby(notinmybackyard) e lo scaricabarile tra livelli
amministrativi hanno sempreil sopravventoquandositrattadiautorizzare investimenti in energia: basta rileggere le recenti vicende del
maxideposito di gas a Rivara o del
termovalorizzatore di Parma.
In America, ha ricordato alle ultime assise degli industriali ravennatiilpresidenteGuidoOttolenghi,
«i nuovi metodi di estrazione di petrolio e gas stanno innescando
grandi investimenti in ogni campo,
mentrequiqualunqueattivitàèavversata. Ma negli Usa i proprietari
dei terreni hanno diritto anche sul
sottosuolo e quindi una scoperta
può recare disagi ma anche grandi
ricchezze al singolo cittadino, che
percepisce chiaramente e direttamente rischi e benefici». Se alla famiglia italiana (non all’ente locale),con il deposito sotto i piedi e la
centrale davanti all’uscio arrivasse denaro sonante in tasca, quanti
scenderebbero ancora in strada a
protestare?
gliata fuori da futuri sviluppi.
Tantoche lastessa Eniha dovuto spostare in Nigeria il progetto da 60 milioni di euro "Adria
4D" che aveva avviato per mappare il sottosuolo adriatico con
geofonieonde sonore-aimpatto ambientale zero - tra Porto
Garibaldi e Igea Marina.
Nonva megliopergli investimenti onshore, in via di esaurimento, «perché mentre l’offshore ricade nella normativa
nazionale, la parte su terraferma è di competenza anche regionale e in Emilia-Romagna la
moratoria ha bloccato tutto»,
sottolineaEni.Ineffettil’EmiliaRomagna ha metà del territorio
interessata da attività di sviluppo idrocarburi eppure è quinta
tra le regioni italiane per flussi
diturismo straniero e trai lidi di
Comacchio e Cattolica vanta 8
bandiereblunonostanteledecinedipiattaforme inmare. Industria petrolifera e turistica possono dunque andare a braccetto.Anzi,leoilcompanyininverno sono garanzia di lavoro per
gli alberghi del litorale.
A fare del Ravennate la culla
hi-techglobalizzatadelle attività upstream sono aziende come
la Rosetti Marino, società di ingegneriaecostruzionedipiattaforme offshore e navi di servizio partner di tutte le principali
compagnie mondiali; la Fratelli
Righini, piccola ma globalizzata azienda meccanica che produce impianti per la posa di oleodotti; il gruppo Cosmi, per la
costruzione e il montaggio di
macchine di precisione per l’industria chimica e petrolchimica; la Hydro Drilling contrattista di impianti di perforazione
petroliferaegeotermicaolaMicoperi di manutenzioni offshoreecontracting;maanchelafiera internazionale dell’oil&gas
che da vent’anni si tiene nella
città del mosaico, Omc-Offshore mediterranean conference
and exhibition, che anche
nell’edizione dello scorso marzosièchiusaconl’appelloaporrefineall’«inaccettabileanomalia italiana», come la definisce
Clô: la più alta dipendenza
dall’esteroper l’approvvigionamento energetico (30% in più
della media europea, 83% contro 53%), con rischi geopolitici
nelle forniture e uno spread del
30% sul prezzo dell’energia.
L’altissimo tasso di internazionalizzazionedeldistretto ravennate fa sì che per le imprese
dell’indotto dell’oil&gas le prospettive siano buone. «Si stima
una crescita degli investimenti
neiprossimitreannidel5%»,dice Stefano Silvestroni, presidente della sezione Cantieristicae manufatti off-shoredi Confindustria Ravenna.
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cubi erano oltre 6 miliardi che
salivano a 13 miliardi includendo le Marche. «Stimiamo ci siano ancora 90 miliardi di metri
cubi da estrarre dai bacini preesistenti lungo lo Stivale - proseguonoi vertici Eni- ealtri50miliardi da giacimenti già scoperti, ma il potenziale esplorativo è
di circa 160 miliardi di metri cubi di gas aggiuntivi e una buona
parte crediamo sia nell’off sho-
LA COSTA PROTETTA
L’Eni pronta a impiegare
450 milioni per potenziare
la produzione off-shore
nell’Adriatico ma le norme
lo impediscono
re dell’Emilia-Romagna. L’attuale impianto normativo blocca però qualsiasi attività».
Il riferimento è al Dl 128/2010
(ilcosiddettodecretoPrestigiacomo)chevietaricercaeproduzione nella fascia marina entro
le 12 miglia dalla costa protetta
ambientalmente e tutta la costa
romagnola lo è. Ed è quindi ta-
SINDROME NIMBY
Interesse comune
e interessi privati
S
Laura Cavestri
Mezzi navali di perforazione impiegati dal gruppo Eni
SAIPEM 12000
Capacità massima di perforazione:
Massima profondità d’acqua:
Lunghezza totale:
Larghezza (fuori sezione):
Altezza di costruzione:
SAIPEM 10000
10.000 m
3.650 m
228 m
42 m
19 m
SCARABEO 5
Capacità massima di perforazione:
Massima profondità d’acqua:
Larghezza del ponte principale:
Lunghezza ponte
Profondità dello scafo principale:
MILANO
9.200 m
3.000 m
228 m
42 m
19 m
Capacità massima di perforazione:
Massima profondità d’acqua:
Lunghezza totale:
Larghezza (fuori sezione):
Altezza di costruzione:
SCARABEO 7
9.000 m
2.000 m
14,3 m
111 m
7,3 m
8.000 m
1.500 m
61,3 m
77,5 m
4,5 m
Capacità massima di perforazione:
Massima profondità d’acqua:
Larghezza del ponte principale:
Lunghezza del ponte principale:
Profondità del ponte principale:
Fonte: Eni
Il caso. L’impresa specializzata in progettazione e costruzione di piattaforme esplorative
Rosetti Marino fa rotta sul Kazakhstan
RAVENNA
«IlKazakhstanèlanostraminieradaconsolidare,potrebbeaddiritturacrescere,dopoavercigarantitogiàl’annoscorso160milionidieuro sui400di fatturato consolidato. Il nostro primo obiettivo resta questo Paese dell’ex
Unione sovietica. Stiamo ritornando anche in Russia, ad Astrachan, esplorando il Mozambico e
in Messico valutiamo ci siano
buoneopportunità nelmediotermine». Le parole di Medardo Ranieri,presidentedellaRosettiMarino Spa lasciano bene intendere
la scala globale su cui si muove la
società ravennate di progettazione e costruzione di piattaforme e
impianti per l’oil&gas e di navi di
servizio. Un colosso nato nel 1925
dal carpentiere romagnolo MarinoRosetti,entratonel1970nelbusiness petrolifero sulla scia di Eni
Il presidente Ranieri:
tutto il nostro business
è all’estero ma qui restano
i cinquanta tecnici
punta di diamante
regionale delle esplorazioni possa spostare le strategie aziendali.
«Le nostre dimensioni sono tali
chelecommesselocalinonbasterebbero. Oggi sui mille addetti
del gruppo solo la metà opera in
Italia,di cui 350 nel quartier generaleaRavenna,80nellacontrollatamilaneseBasisEngineeringealtri 90 a Forlì, alla Fores Engineering.Quirestaperòilnucleostoricodi50blucollars,operaidiofficina di altissima competenza che
tengono viva la nostra capacità di
lavorare l’acciaio», il fil rouge di
quasi 90 anni di attività.
Non ha ancora conosciuto crisi la Rosetti Marino, perché ha radici e testa a Ravenna, ma gambe
che corrono ovunque nel mondo
dove il business dell’oil&gas si
stiasviluppando.«Siamocresciuti del 20% anche l’anno scorso in
termini di ricavi, 396 milioni co-
me gruppo, e del 25% per quanto
riguarda l’utile netto, a 19 milioni.
Quest’anno – prosegue il presidente – contiamo di consolidare i
risultati, ma con marginalità inferiori.Mentreperil2014leprospettive non sono esaltanti. Dovremmo portare a casa almeno 250 milioni di euro di commesse l’anno
perlavorarearegimeecenemancano ancora 130. Per fortuna prima dell’estate abbiamo firmato
uncontratto da 60 milioni di euro
per una piattaforma in Polonia e
un altro nello shipping con un
nuovo cliente, per la costruzione
di due supply vessels da 25 milioni di euro l’uno». In Kazakhstan,
infine,laRosettiMarino ha giàinvestito40milioniedèprontaa investirne altri 15 per un’importante gara Chevron entro fine anno.
città di Napoli. Per alcune di
queste, come la Whirpool, si
tratta di investimenti necessari
a mantenere i livelli occupazionali. L’investimento complessivo è di circa 77 milioni tra finanziamenti pubblici e privati. Il
contratto viene autorizzato dal
Cipe nel luglio 2005, e viene stipulato a luglio 2010: prevede
unatrentina dimilionidicontributo ripartito in parti uguali tra
Stato e Regione.
Il passaggio dalla giunta guidata da Antonio Bassolino a
quella di Stefano Caldoro e le
condizionidigravecrisidellaregione tra il 2010 e il 2011 lasciano
inuncassetto i trecontratti.Nonostante il finanziamento promesso dalla Stato, manca il cofinanziamento regionale, si bloccatutto.Arrivanotempi"migliori",ilnuovoassessorealleAttivitàproduttiveFulvioMartuscielloriapre icassetti, dopolaripro-
grammazione
coordinata
dall’ex ministro della Coesione
Territoriale Fabrizio Barca dei
fondiPac(Pianodiazioneecoesione). E a luglio 2013 recupera
con un’unica delibera i tre Contratti di programma Gensis,
SamePortodiNapoliacuidestina fondi per 41,5 milioni di euro.
Ma dieci anni sono passati
dall’avvio del primo Contratto
di programma e non si può non
tenerne conto. La Cisl Campania chiede una verifica della
qualitàdegliinterventirealizzati, dei progetti da attuare, sulla
compatibilità di questi ultimi
con nuovi programmi regionali
esui postidi lavorocreati.«Meglio fare verifiche in itinere che
aposteriori–diceLinaLucci, segretario regionale della Cisl –
Partiamo dalla verifica degli investimentirealizzatiedallaprogettazione esecutiva dei programmi da attuare. Si pensi al
Porto, che sta per approvare un
nuovo piano regolatore: è giusto non tenerne conto?». Dapprima la Cisl condivide la sua
battaglia con Cgil e Uil che poi
si smarcano. Caldoro invece
condivide le obiezioni e promette l’istituzione di una cabina di regia. Le imprese dal cantolorotemono nuovistop. «Siamo disponibili a tutti i controlli
necessari – dichiara Luigi Iavarone, presidente del Consorzio
Sam – ma a dire il vero ne abbiamo già subìti tanti. Finalmente
la regione con l’assessore Martuscielloèriuscita adareuncolpo di reni. Speriamo di non arenarci ancora una volta».
LaCislsipreparaainviaredocumenti alla Corte dei Conti.
Ma Martusciello rassicura: «La
cabina di regia sta per insediarsi. A fine settembre la Regione
darà il via». Sarà la volta buona?
e diventato uno dei big player
mondiali nell’ingegneria e nelle
soluzioni hi-tech per l’oil&gas,
con clienti come Maersk, Shell,
Conoco,Total.Esponentedipuntadiqueldistrettodell’oil&gasromagnolo a cui è impedito spiccare il volo in patria.
«Tutto il nostro business oggi
è estero, anche se per il Mare del
Nordcostruiamoquiepoispediamo gli impianti, a differenza di
quanto si fa in Kazakhstan», spiegaRanieri,scetticosullapossibilità che una ripartenza del mercato
STRATEGIE E MERCATI
I. Ve.
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Sviluppo bloccato/2. In Campania investimenti per 40 milioni di euro previsti da tre progetti fermi da dieci anni
Contratti di programma nel guado
CAMPANIA
Vera Viola
NAPOLI
Tre contratti di programma attesi da un decennio, ripescati dalla Regione Campania che li riunisce in una delibera e li finanzia con 40 milioni di euro. Ma per ora restano nel guado: la Cisl chiede
verifiche e la Regione propone la costituzione di una cabina di regia. Una matassa difficile da sbrogliare, dopo un’attesa decennale, investimenti
in parte realizzati e in parte
cancellati, un quadro econo-
mico-normativo diverso.
Sam 2004
La storia inizia nel 2004, quando il consorzio Sam presenta a
Mise e Regione Campania un
piano diinvestimenti peril quale vorrebbe accedere alla programmazione negoziata. Il via
libera del Cipe arriva a fine
2006, e il contratto di programma viene firmato il 2 agosto
L’ITER
Genesis, Porto di Napoli
e Sam sbloccati
dopo la riprogrammazione
dei fondi dell’ex ministro
della Coesione Barca
2010: Stato e Regione assicurano contributi per 16,3 milioni
(in parti uguali) alle imprese
chesi impegnano a investimenti per 46,2 milioni, da ultimare
in 36 mesi, e ad incrementare i
loro organici con l’assunzione
diun centinaio di persone.«Siamo partiti subito – racconta il
presidente del Sam, Luigi Iavarone–coninvestimentie assunzioni, ma gli incentivi non li abbiamo visti». Il Mise nel 2011 invitala Regione a erogare la propria quota, passaggio necessario per sbloccare quella governativa, già disponibile. Ma non
ottiene nulla. Parte degli investimenti è stata completata, le
imprese si sono indebitate e si
misurano con crisi di liquidità
e restrizioni del credito.
Porto di Napoli
Nel 2005 la Regione approva
l’istanza di Contratto di programma turistico "Programma Porto di Napoli Scrl" a cui
viene anche data priorità assoluta e approva il cofinanziamento di tre iniziative Compagnia Marittima, Meridionale,
Cafè House, Cruise Hotel. In
realtà in questo caso non si
giunge mai alla stipula del Contratto di programma.
Genesis
IlcontrattoGenesisprevede sostegni per 12 aziende riunite in
consorzio, interessate ad investire nella zona orientale della
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Seicento metri quadrati
tra cucine, camere e salotti
ma anche moduli abitativi in
legno e soluzioni ecosostenibili per oltre 3mila visitatori
in6 giorni,soprattutto giovani e famiglie accompagnati
in tour guidati che spiegano
il valore dell’artigianato made in Italy e la sua accessibilità anche grazie al bonus mobili di 10mila euro contenuto
nel decreto "del Fare" convertito con la legge 63/2013.
FederlegnoArredo si prepara ad archiviare con successo il bilancio della sua terza partecipazione al Meeting
dell’Amicizia di Rimini che
chiude oggi. Inaugurato il 18
agosto dal premier Enrico
LettalospaziodiFederlegnoArredoèdivisointre componenti:unmoduloabitativoarredato, il cantiere di una casa
inlegno,un’areaincuigliartigiani mostrano il fascino del
lavoromanuale. «L’obiettivo
- ha spiegato il presidente di
FederlegnoArredo, Roberto
Snaidero-èquello dimostrare l’Italia che vive e che lavora, attraverso un percorso
guidato nell’eccellenza del
design italiano e del costruireinlegno,valorizzandoilsaperfarecomesinonimodiinnovazione,ricercaeusointelligente delle risorse».
Se la casa arredata - cui
hanno partecipato 46 aziendeper un totale di 140 articoli
eprodottipresentati-rappresentailcuoredell’allestimento, gli altri due elementi sono
l’areariservataallalavorazione manuale, dove alcuni artigianidannounadimostrazione dei mestieri, e parallelamente la costruzione dal vivo di una casa a struttura di
legno.All’interno dello stand
uno spazio ad hoc è dedicato
al nuovo Polo formativo dei
mestieri che FederlegnoArredo e Aslam apriranno in
Brianza a settembre.
La partita, tra estate e autunno, è però soprattutto
quelladi capitalizzareal massimo l’opportunità del bonus
mobili. Per questo, al Meeting, dove prevalgono giovani e famiglie, è attivo il desk
informativo che spiega come,nell’ambito dei nuovi bonus detrazioni per le ristrutturazioni di casa, fino al 31 dicembre 2013, la legge
63/2013, oltre a estendere il
periodo entro cui richiedere
detrazioni Irpef al 50%, aggiunge la possibilità di un ulteriorescontofiscaleperl’acquisto di mobili. Il tetto di
spesa è di 10mila euro, con
un ritorno del 50%.
FederlegnoArredo ha avviatounacampagnadicomunicazione. «Firmata e realizzata dalla federazione - ha
spiegatoSnaidero-la campagna permette alle aziende associate di personalizzare
pubblicità e spot con i propri
loghi e brand. È inoltre attivo
il sito www.bonusmobili.it ha concluso il presidente di
Fla - che offre agli utenti risposte puntuali sul tema».
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ANSA
Federlegno. Roberto Snaidero
18 Impresa & territori
Il Sole 24 Ore
Sabato 24 Agosto 2013 - N. 231
Effetto Egitto sul turismo. La prima stima formulata dai tour operator sull’ipotesi di un blocco sino alla fine dell’anno
Cancellati viaggi per 80 milioni
Il Paese rappresenta per l’Italia la prima meta di vacanza per numero di viaggiatori
Rosalba Reggio
La crisi egiziana cancella
circa ottanta milioni di euro di
giro d’affari. È questa la stima
presentatainItaliadaitouroperator che operano nel Paese
all’indomani della comunicazione di "sconsiglio" della Farnesina (valido fino a metà settembre). Una previsione calcolata alla luce di un blocco pressoché totale dei viaggi verso
questa destinazione fino alla fine di dicembre, ma che potrebbe peggiorare se la crisi proseguisse nei mesi successivi. Un
durocolpo, dunque,per ilsettore del turismo in Italia, già messo in ginocchio dalla profonda
crisi economica.
A rendere più pesante il danno,le caratteristichedelladestinazione, considerata "insostituibile" dagli operatori di viaggio«per l’estesastagionalità, vicinanza, capacità di soddisfare
la domanda e rapporto qualità/prezzo». Non a caso, infatti,
l’Egitto rappresenta per l’Italia
la prima meta di vacanza per
numero di viaggiatori. Nel
2012, per esempio, i principali
operatori attivi sul Paese hanno generato un giro d’affari di
circa 280 milioni, cifra che – se
la crisi compromettesse il mercato fino all’agosto prossimo –
potrebbe dare un’indicazione
sulla misura del danno annuale
per il settore. Danno che si
estenderebbe, tra agenzie di
viaggio e tour operator, in proporzione al peso percentuale
del mercato egiziano sul fatturato totale, che – nel caso degli
operatori presenti nell’infografica – va da un minimo del 10%
a circa la metà.
Dopo i disordini egiziani che
hanno portato il ministero degli Esteri a sconsigliare i viaggi
nel Paese, le situazioni in cui si
sono trovati i passeggeri che
avevano scelto quella destinazione sono state due: diverse
migliaia di persone si trovava-
Lavoro
ALIMENTARE
Cessione Sangemini
sindacati in pressing
Sollecitano il confronto con i
soggetti imprenditoriali che
hanno manifestato interesse
a subentrare allattuale
gestione dell’azienda, Flai
Cgil, Fai Cisl, Uila Uil e Rsu
della Sangemini,
richiamando l’attenzione di
istituzioni e organi
competenti riguardo alla
situazione del gruppo. Le
organizzazioni sindacali
ricordano, in una nota, che
«manca un mese alla
scadenza del concordato in
continuità concesso dal
tribunale di Terni (il termine
ultimo scade il 24 settembre)
proprio per perfezionare
l’accordo di cessione
dell’attività al gruppo Norda,
che ha manifestato il proprio
interesse. «Il periodo feriale
– si legge in una nota - non
deve essere un alibi per
nessuno, ad iniziare
dall’attuale proprietà, per
abbassare la guardia».
FORMAZIONE
Cà Foscari, al via
i test d’ingresso
Sono in tutto 1.956 i
pre-iscritti di Ca’ Foscari
chiamati ai test d’ingresso
che prenderanno il via da
lunedì: il numero
comprende gli studenti che
prenderanno parte ai corsi di
laurea ad accesso
programmato e quelli
chiamati alle verifiche degli
Ofa (obbligo formativo
aggiuntivo) previste per i
corsi di Economia che
invece sono ad accesso
libero. Per tutti gli altri corsi
ad accesso libero, il termine
per le immatricolazioni è
fissato al 30 settembre 2013. I
termini per le preiscrizioni si
sono chiusi martedì 20
agosto.
no già in Egitto e, rispettando i
tempiprevisti(nellamaggioranzadeicasi)sonotornate(o stanno tornando) in Italia; altrettante persone avrebbero dovuto
partireall’indomanidellacomunicazione e hanno invece dovuto rinunciare al viaggio o cambiare destinazione. Guardando
aglieventidallapartedegliagenti di viaggio e dei tour operator,
le situazioni che si sono create
sono altrettante: nel primo caso
gli operatori hanno dovuto riportare in patria i clienti facendo viaggiare aeromobili vuoti
SALVAGENTE
Filippetti (Astoi): da tempo
gli operatori insistono sulla
necessità di istituire un fondo
di garanzia da utilizzare
nei casi di emergenza
TRA IL 2008 E IL 2012
Più fallimenti
per le imprese
storiche
InItalia sonocirca126mila le imprese che hanno in
corso ad oggi una procedura
concorsuale tra fallimenti e
concordati preventivi. Nel
primosemestre del2013si sono registrate circa 6500 nuove procedure fallimentari, in
aumento rispetto allo scorso
anno del +5,9%.
Anche le imprese storiche
fanno fatica a resistere. Per la
crisi, secondo elaborazioni e
stime dell’Ufficio Studi della
Camera di commercio di
Monza e Brianza, tra il 2008 e
il 2012 hanno chiuso circa
9mila imprese storiche, con
più di 50 anni di attività.
all’andata e registrando quindi
un alto costo per l’operazione;
nelsecondocaso,invece–quandopossibile–hannocercatomete alternative - affrontando comunquecostiperlecamerenon
utilizzate in Egitto –, oppure
hannodovuto(odovranno)rimborsare i clienti, come recita il
codice del turismo, entro una
settimana. Tutte situazioni che
hannogeneratouncostoaggiuntivo.Conqualiconseguenze?Dipenderà dalla forza dei singoli
operatori e dalle prospettive
dei prossimi mesi, non essendo
presenti in Italia meccanismi di
tutela per il settore.
«Da tempo gli operatori –
spiega Nardo Filippetti, presidente di Astoi – insistono sulla
necessità di istituire un fondo
di garanzia per creare un salvagente da utilizzare nei casi di
emergenza straordinaria, ma
ancora nulla è stato fatto. Oggi
quindi, a una situazione già pesante per il turismo si aggiunge
l’emergenza Egitto, per la quale
gli operatori pagheranno danni
troppo pesanti».
«Gestire l’emergenza di questi giorni – spiega Franco Gattinoni, presidente di Ainet – è
stato molto difficile ma ha evidenziato l’importanza del ruolo ricoperto dai consulenti di
viaggio. Chi si è trovato in difficoltà, infatti, ha avuto nella rete di agenzie un interlocutore
presente che ha preso in carico le pratiche di viaggio alla ricerca di una soluzione». Soluzione non sempre possibile,
però, almeno per la settimana
di alta stagione immediatamente successiva all’avviso
della Farnesina.
Pesante il danno anche per le
compagnie areee, che hanno
dovuto cancellare (o fortementeridurre) la destinazione Egitto ma che stanno lavorando
perdistribuire i voli su altremete turistiche.
I numeri della crisi
80
La stima del danno (mancato fatturato)
per gli operatori del turismo, derivato
dalla crisi in Egitto e calcolato
dallo “sconsiglio” della Farnesina del 16/8
fino a dicembre 2013
milioni di euro
LE COMPAGNIE AEREE
Stima del fatturato prima delle cancellazioni (dal 16/8 al 31/12/2013). In milioni di euro
MERIDIANA
ALITALIA
NEOS
(Alpitour)
BLUE
PANORAMA
LIVINGSTON
20
2,5
13/15
11
8
I TOUR OPERATOR
Fatturato 2012 in Egitto. In milioni di euro
Peso% della quota
egiziana sul fatturato
totale per operatore
88,7
EDEN VIAGGI
25%
50,0
SETTEMARI
50%
279,1
39,6
VERATOUR
milioni
di euro
22%
10,0
ALPITOUR
13%
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HOTELPLAN/
TURISANDA
90,8
Matteo Meneghello
Falsa partenza, ieri alla
Indesit di Fabriano. Secondo
i piani della società, lo stabilimento di Albacina, vicino a
Fabriano in provincia di Ancona, sarebbe dovuto ripartire dopo la sosta estiva, con
un’apertura anticipata (gli altri impianti riprenderanno
lunedì) di alcuni reparti per
recuperare parte della produzione persa nei giorni di
sciopero decisi dopo il piano
da 1.425 esuberi varato dalla
società.
«L’azienda–spiegaVincenzo Gentilucci, della Uilm di
Ancona – aveva chiesto ai reparti stampaggio e smalteria
ditornare al lavoro per realizzare alcuni semilavorati. Secondo l’azienda si tratta di un
recupero di efficienza, e la
produzione sarebbe stata indirizzata a sostegno della ripresa produttiva degli altri
IL TAVOLO
Il confronto tra l’azienda
e i rappresentanti dei lavoratori
riprenderà il 17 settembre
nella sede del ministero
dello Sviluppo economico
sta.Nessuno deicirca quaranta operai destinati ai due turni avrebbe varcato i cancelli.
«Correttamente – aggiunge
Gentilucci – non abbiamo
osteggiato l’ingressodegli addetti alla manutenzione e dei
lavoratori che effettivamente
dovevano preparare gli impianti per la ripresa produttiva di lunedì».
Firem, spiragli nella trattativa
Ilaria Vesentini
FORMIGINE (MODENA)
Una soluzione sugli stipendi
arretrati e un piano industriale per
rilanciare anche la produzione in
Italia. Sembra aprirsi qualche spiraglio sulla vicenda della Firem di
Formigine, dopo l’incontro fiume
di ieri sera tra sindacati, istituzioni
locali e regionali, azienda e consu-
lenti aziendali e del lavoro. Intanto, la notizia della piccola azienda
metalmeccanica modenese che di
nascosto, a inizio agosto, mentre
tutti i 40 dipendenti erano in ferie,
hasvuotatolostabilimentoper tra-
IL TAVOLO
L’ipotesi allo studio
riguarda la presentazione
di un nuovo piano industriale
che preveda investimenti
anche sul territorio italiano
ANSA
Rimessein calo,crescono solo icinesi
Nel 2012, secondo i dati Bankitalia elaborati dalla Cdc di Milano, gli
immigrati hanno spedito a casa 6,8 miliardi. Nel capoluogo lombardo le
rimesse sono diminuite di circa il 6,3 per cento. In controtendenza i
flussi di denaro degli immigrati cinesi (+10,7%) e dello Sri Lanka
sferire impianti e merci in Polonia
sta facendo il giro del mondo, perché è l’immagine dell’imprenditoreitalianochenoncela fapiùareggere la concorrenza globale,
schiacciatodatasse,costodellavoro, burocrazia e sindacati.
Il vertice che si è tenuto ieri in
municipio non ha portato la famiglia Pedroni a rivedere la propria
decisione didelocalizzare in Polonia, dove peraltro lo stabilimento
è già attivo e dove la proprietà ha
offerto anche ai dipendenti italiani di trasferirsi, ma ha aperto nuo-
vestrade perulteriori investimenti lì, a due passi dalla fabbrica della
Ferrari,dove peroltre mezzosecolo e tre generazioni Firem ha prodotto resistenze elettriche.
La tensione che si è creata, anche a livello politico, attorno alla
fugasilenziosadell’azienda(masono 27mila le società italiane con
piùdi2,5milionidifatturatochenegli ultimi dieci anni hanno spostato la produzione oltreconfine, secondo la Cgia di Mestre) era ben
percepibileieri dallemanifestazioni di protesta davanti al Comune
di Formigine. «Se avessi detto alla
Fiom che avevo intenzione di trasferire la produzione in Polonia,
avrebbero sequestrato i miei beni,
cosìcomehanno fattobloccando il
camion che non è mio, ma di pro-
«Al momento dell’avviso
della Farnesina – spiega Pier
Ezahya,direttorecommerciale del gruppo Alpitour – avevamo 4.500 clienti in Egitto e
abbiamo dovuto organizzare
25 aerei per riportarli a casa.
Apparecchi che hanno viaggiato vuoti per tornare pieni,
con un aggravio sui costi previsti di circa 600 mila euro».
Ma la situazione più critica si
è verificata per i viaggiatori
che avrebbero dovuto partire
il 17 agosto, all’indomani dello
sconsigliodelministero.«Siamo riusciti a proteggere su altredestinazionicircasette/ottocento clienti su circa 2.800.
Unbuon risultatoalla lucedel
fatto che si trattava di una settimana di alta stagione e che
le ore di preavviso erano poche, raggiunto grazie alla forza del booking Alpitour che è
attivo tutti i giorni della settimanae 24 ore su 24 e alla grandegammadiprodottidicuidisponiamo». Dalla settimana
prossima, invece, l’operatore
hapianificato34voliaggiuntivi verso destinazioni che possano sostituire l’Egitto: Spagna; Baleari, Canarie, Tunisia
e Capo Verde.
«La crisi egiziana – concludeEzahya– rappresenteràcomunque un grande danno
per gli operatori del settore
per l’importanza che questa
destinazione ricopre, per la
difficoltà di trasmettere ai
clienti che il pericolo è superato e per i costi aggiuntivi
cui tutti saranno soggetti
quando il mercato verrà riaperto. Alla luce di quanto è
successo, infatti, si può capire quanto sia fondamentale,
per il settore, avere un fondo
digaranziachesupporti leimprese ounsistema cheripartisca il danno».
«La sera stessa della comunicazionedelministerodegli Esteri ho preso il primo volo disponibile e sono tornata al
lavoro». Monica Villa, titolare
di un’agenzia di viaggi – Voglia di Viaggiare, del gruppo
Mondo di Vacanze – dell’hinterland milanese racconta la
sua esperienza dei giorni scorsi. «La prima grande emergenza cheabbiamo dovuto affrontare – spiega – è stata quella di
avvisare i clienti in partenza
nellegiornatedisabato17edomenica18Agosto, comunicandolo sconsigliodiramato dalla
Farnesinaecercandodivalutare con loro, con la massima urgenza, soluzioni alternative di
viaggiopressoaltredestinazioni».Unlavoroquasiimpossibile per un numero di viaggiatoricosìampioeunabassadisponibilità di posti.
«Le riprotezioni – prosegue
Monica Villa – su destinazioni
differenti sono state molto
complicate soprattutto sulle
partenze del 17 e 18, a causa del
pocotempo adisposizione per
la ricerca di nuove disponibilità e per l’altissima stagione
che non ci ha agevolato. A ciò
si è aggiunta la difficoltà generata dal fatto che, per alcuni
clienti costretti all’annullamento,abbiamodovutocomunicare l’addebito di un importo che non si aspettavano e per
il quale non siamo riusciti ad
intervenire verso i tour operator. Inoltre, abbiamo dovuto
contattare i parenti dei clienti
chesoggiornavanonelledestinazioniinteressate,avvisandoli che la situazione non richiedeva un rientro anticipato, ma
che il volo di ritorno avrebbe
mantenuto la programmazioneclassica.Insomma, ungrande lavoro aggiuntivo che però
qualifica il nostro ruolo».
Ro.R.
Ro.R.
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Barbara Ganz
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Meccanica. Dopo l’annuncio del trasferimento in Polonia
EMILIA
ROMAGNA
Dati Banca d’Italia
Grandi sforzi
per trovare
destinazioni
alternative
Contratto portieri
tutelati gli over 50
Lunedì la riapertura, ma il sindacato annuncia nuove proteste
All’inizio della settimana,
quindi, il lavoro riprenderà
correttamente in tutti gli stabilimenti. Il confronto fra impresa e sindacati riprenderà
il 17 settembre al ministero
dello Sviluppo economico
(nell’ultima riunione si era
registrata una piccola apertura da parte della proprietà
ma le parti restano ancora distanti), ma nelle prossime
settimane sono annunciate
nuove iniziative di protesta:
resta almeno un pacchetto di
ore di sciopero a livello nazionale già deciso nei mese
scorsi.
«La mobilitazione – spiega
Fabrizio Bassotti, della Fiom
Cgil di Ancona – è già ripartita. I lavoratori di Albacina
hanno dimostrato grande determinazione e coerenza. La
Indesit – aggiunge – torni sui
propri passi e si sieda al tavolo della trattativa tenendo
contodegli interessi del territorio e lasciando le produzioni in Italia. Altrimenti sarà un
autunno veramente caldo».
Alpitour,
in campo
34 nuovi voli
per i clienti
Servizi. Incentivi alle assunzioni
Falsa partenza per Indesit
stabilimenti.Il rischioconcreto, però, che questi semilavoratipotesseroandareabeneficio di aziende terziste ha motivato il nostro rifiuto».
Fiom e Uilm (Fim invece
non ha condiviso la decisione)hannoorganizzatoun presidioall’alba, illustrando ai lavoratorileragionidellaprote-
L’agenzia
10%
Elettrodomestici. Fiom e Uilm protestano: fallisce il rientro anticipato nello stabilimento di Albacina
MARCHE
Il tour operator
prietà di una società polacca», si
giustifica ai microfoni di Radio24
FabrizioPedroni riferendosiall’ultimo dei 20 camion che, la sera del
13 agosto, è stato bloccato dai dipendenti con il carico finale di
macchinari. Dura l’accusa di Pedroni: «I nostri concorrenti, da anni in Romania e Polonia, ci facevano guerra sui prezzi. O chiudevo o
mi trasferivo o, come hanno fatto
molti imprenditori, mi sparavo in
testa». E replica ai parlamentari
cheneigiorniscorsil’hannodefinito un deliquente: «È dal 2008 che
non faccio profitti, mentre le tasse
devo continuare a pagarle. Un dipendente con una busta paga annuale di 12mila euro mi costa quasi
30 mila euro. Non è accettabile».
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Oltre centomila addetti –
maè unastimaper difetto– in
un settore cresciuto rapidamentea partire dal1995, in seguito all’esternalizzazione di
servizi cheprecedentemente
venivano svolti da personale
interno.
Attività di portierato, di reception, antincendio per enti
pubblici e ospedali, aziende
private, ma anche condomini, alberghi, università: sono i
Safi (servizi ausiliari, fiduciarieintegrati),eilcontrattofirmato in luglio dopo una lunga trattativa è il primo che li
rappresenta a livello di categoria.Undocumentoinnovativo (il testo integrale è scaricabile dal sito www.anisi.it,
alla voce Ccnl): unico nel suo
genere, favorisce anche il
reinserimento di personale
over 50, tutelando i cosiddetti esodati e chi è costretto a
cercareunnuovoimpiegodopo avere svolto altre attività,
anchedeltuttodiverse.«Questo genere di servizi – spiega
ilpresidentedi Anisi,associazione nazionale imprese servizi integrati, Massimiliano
Magon – può rappresentare
un’opportunità di reinserimento, perché di fatto si può
imparare anche a 50 anni, e
nonpresenta particolaridifficoltà. Restava da risolvere il
problema dei costi rappresentati dall’assunzione di un
lavoratore destinato a restare in carico per magari pochi
anni: una abilitazione antincendio può costare 400 euro,
è diverso ammortizzare la
spesa su un giovane o su un
over 50».
Per questo il contratto prevede in caso di assunzione –
solo a tempo indeterminato –
dilavoratoriultracinquantenni, per il primo anno di lavoro, una riduzione sulla paga
tabellare pari al 2 per cento.
«Vuole essere uno stimolo
pergliingressinellavoro:nelleprimesettimane diapplica-
zione abbiamo già registrato
dati interessanti per il settore», osserva Magon.
Per assicurare anche il ricambio generazionale e l’ingresso di giovani, resta valido lo strumento dell’apprendistato. Ulteriore innovativa
clausola nel contratto – che
per la prima volta contiene
una specifica regolamentazione di tutte le normative di
IL QUADRO
Il settore comprende
circa 100mila addetti
dei servizi di reception
per enti pubblici, ospedali,
aziende, condomini, hotel
leggi quali bilateralità, previdenza integrativa e uno specialefondo di assistenzasanitaria – è quella relativa al
cambio di appalto, che garantisce il mantenimento dei livelli occupazionali anche in
caso di diversi contratti collettivi nazionali applicati al
personale.
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L’ACCORDO
Il contratto. Regolaiservizidi
portierato,accoglienzaclienti,
monitoraggioareeeprima
prevenzionaantincendio,
segreteriaereception,gestione
centraliniealtreancora.Sono
tipologieausiliarieall’attivitàdi
soggettisiapubblicicheprivati,
semprepiùspessoesternalizzate
Giovani e anziani. Ilcontratto
normailricorso
all’apprendistato,maprevede
anchel’assunzioneatempo
indeterminatoal5˚livello
retributivodilavoratori
ultracinquantenni,conuna
riduzionedellaretribuzione
tabellareparial2%periprimi12
mesidieffettivorapporto