Giornalino CFP - aprile 2013 - Centro di Formazione Professionale

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Giornalino CFP - aprile 2013 - Centro di Formazione Professionale
il giornalino
del CFP
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FORMAZIONE
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I GIOVANI E LA MODA
La polemica: in passato si sottostava al gusto degli adulti, ora la moda è un business in mano agli
adulti, ovviamente. E i giovani dicono che...
1.1 La moda, la massa e gli alternativi
Quando si parla di adolescenti, li si
identifica soltanto come quelli con
l’ombelico in bella mostra sui pantaloni a
vita bassa e gli abiti di una stessa marca
acquistati negli stessi negozi. I loro
antagonisti sono i cosiddetti alternativi
che rifiutano l’abbigliamento della
massa, prediligono scarpe bombate,
maglie larghe con teschi, pantaloni col
cavallo al ginocchio, sognano l'anarchia
e formano, a loro volta, un branco
perché, alla fine, sono tutti vestiti nello
stesso modo.
Altri sono sensibili ai temi etici dei nuovi
movimenti, decisi a scegliere da soli fin
dall'inizio delle scuole superiori - e in
molti casi anche prima - mettendo
comunque al primo posto, proprio come
i loro genitori, le spese per l'acquisto di
pantaloni e giubbotti, felpe e scarpe
griffate, accessori ai quali è affidato il
compito di renderli diversi, ma uguali ai
compagni dello stesso gruppo. E poiché
il sottile confine tra uguale e diverso è la
chiave del successo per scarpe, jeans e
magliette, i produttori reagiscono declinando in dieci, venti, trenta versioni
diverse lo stesso modello, dalle sneaker
scamosciate ai jeans colorati.
Gli ultimi dati su una fetta di mercato quella dei giovanissimi in età di scuola
superiore o nei primi anni dell'Università, privi di un proprio reddito stabile, ma
generosamente sostenuti dai genitori raccontano una generazione apparentemente spensierata e pronta ad 'andare in
rosso pur di acquistare tutto ciò che
serve: dai 130 euro al mese medi di
disponibilità per gli acquisti si arriva
facilmente ai 200 e oltre, soldi che non ci
sarebbero ma che poi, alla fine, qualcuno miracolosamente tira fuori dal portafoglio (fonti: Eures, Unioncamere,
Camera della Moda di Milano).
I dati riguardano i ragazzi tra i 15 e i
19 anni, quelli, appunto, appena
sbarcati nel meraviglioso mondo del 'fai
da te', impegnatissimi nella progettazione e nella composizione di un look
personale che basandosi su tre o quattro basic (scarpe, pantaloni, giubbotto)
deve poi arricchirsi di almeno una
decina di dettagli per diventare» 'custo-
mized', unico. Sui jeans, basici ma non
troppo, arricchiti di tasche e di intarsi
per lui, di perline, ricami e strass per lei
(si va da vecchi marchi come Rica e
Levi's fino alle linee giovanili dei grandi
stilisti, da Armani a Dolce&Gabbana), si
comincia con l'attaccare moschettoni a
vista, catene destinate a reggere chiavi e
telefonino, ma anche il nulla, graffiti,
tatuaggi e tagli più o meno elaborati.
Alternativi e non solo critici nei confronti
della società, perché il futuro che essa
propone spesso pare voler soffocare
sogni e aspettative. La vera differenza
tra la massa e gli alternativi sta nel loro
modo di reagire a questa scoperta,
infatti i primi cercano di trovare una via
di mezzo, adeguandosi là dove non si
sentono costretti ad abbandonare del
tutto i propri sogni; mentre l'altra reagisce andando contro la società, rifiutando qualsiasi alternativa. Questo non sta
a significare che la massa è solo un
gruppo di ragazzi con vestiti firmati e il
cellulare con la fotocamera, non sono
pecoroni senza personalità e idee politiche, disposti a seguire sempre e solo il
gregge. Esistono certamente gli eccessi,
ma dietro la facciata si nasconde una
maggioranza di ragazzi che si interessa
di politica, cinema, musica (non soltanto
il "tunz-tunz" del sabato sera in discoteca), dei problemi sociali.
I loro sogni?
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È vero che seguire la moda rappresenta
un modo per esprimere noi stessi e la
nostra personalità, ma è altrettanto vero
che diventiamo come un gregge di
pecore che si copiano tra loro, rischiando di diventare la copia della copia.
Mara D., Q1T grafico, 23.03.13 20:08|
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Per me i giovani d’oggi hanno bisogno di
sfogarsi e di essere capiti, perciò, per
non sentirsi isolati, seguono la moda.
Così facendo, però, rischiano di sembrare dei burattini, persone senza sentimenti che seguono solo una sorta di
padrone: il mercato delle multinazionali.
egli stand, ricco
il programma
Alberto Z., Q1T grafico, 23.03.13 12:08|
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In giro trovi sempre le solite cose:
praticamente ti obbligano ad essere
come loro vogliono. In questo modo
non sei libero di vestirti come vuoi e
come ti piacerebbe realmente.
Lisa L., Q1T grafico, 24.03.13 15:08|
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Secondo me dovremmo rinunciare
alle cose che non servono veramente
e così aiuteremmo le nostre famiglie
ad arrivare a fine mese. Tutto quello
che compriamo, dopo un po’ passa di
moda e viene accantonato, mentre
l’affetto della famiglia è un bene che
dura per sempre!
Michelle P., Q1T grafico, 24.03.13 16:08|
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Secondo me la moda è un modo per
far capire agli altri il nostro essere, per
comunicare i nostri stati d’animo, i
nostri sentimenti, le nostre voglie, le
nostre forze ma anche le nostre debolezze. Ma la moda ormai ci ha resi tutti
uguali: sembra che la società faccia di
tutto affinché tutti la pensino allo
stesso modo. Sembra che ci vogliano
“clonare”: andando avanti così diventeremo tanti Barbie e Ken!
Maria Lucia L., Q1T grafico, 24.03.13
17:00|
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Secondo me è meglio essere alternativi, cioè essere diversi dalla massa di
gente che non si fa riconoscere. La
maggior parte dei giovani che segue
la massa è viziata. perché fa spendere
tanti soldi alle proprie famiglie. Le
persone alternative si accontentano di
poco, delle cose semplici e non di
marca.
Giulia B., Q1T grafico, 24.03.13 20:10|
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1.2 I GIOVANI E IL BRAND COMMUNITY
Un engagement all’italiana, casual e forma
di libertà o forma di condizionamento?
Una ricerca internazionale di Edelman
Strategy One che si sofferma sul
rapporto tra i giovani (20-30 anni) e le
“brand community” online vede gli
italiani che fanno da padrone per
quanto riguarda l’engagement nei
confronti delle marche!
L’82% degli intervistati fa parte di
almeno una comunità online, “dedicata”
ad un brand, attraverso soprattutto le
pagine di Facebook o gli account di
Twitter.
Quasi 9 giovani su 10 dichiarano le
loro marche preferite attraverso il Web.
In questo la nascita del pulsante “like” di
Facebook è stata determinante, e ha
trasformato Internet in un enorme
“negozio” in cui si è portati ad esprimere il più spesso possibile le proprie
preferenze.
7 intervistati su 10 oltre a “giudicare”
la marca, la segnalano all’interno del
proprio network sociale.
Se poi si confrontano i dati ottenuti,
singolarmente, nei diversi paesi, è
sorprendente il comportamento degli
utenti italiani: ben 4 giovani italiani su
10 seguono almeno 7 marche nelle loro
iniziative online. Molto distanti, in
termini di engagement, i giovani degli
altri paesi.
Non solo! 9 italiani su 10, questa
volta al pari dei coetanei statunitensi e cinesi, sono soliti indicare le
proprie preferenze, riguardo ai
brand, proprio sul canale internet.
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Non sarebbe più corretto che gli stilisti
come ROBERTO CAVALLI, o GUCCI,
dessero una percentuale a coloro che
indossano i loro capi? In fondo portando il
loro nome in giro, gli fanno solo una grande
e bella pubblicità e da che mondo è mondo,
LA PUBBLICITà SI PAGA!!!
antonio p., treviso 24.03.13 20:05|
Io sono una ragazza a cui piace essere
“alla moda”, non per apparire ma per
piacersi.
A mio parere, c’è un abisso tra le due
cose, anche se spesso questo concetto
viene frainteso: la moda, in quanto linea
guida del costume, è sempre esistita,
dai tempi che furono; anche chi non lo
crede, cade nella tentazione di acquistare un capo del momento perché
viene proposto dai produttori del settore abbigliamento (e non solo!). Quindi
non vedo nulla di male in chi segue i
dettami della moda, anche se ci sono
molti soggetti troppo fissati, perché
hanno paura di essere criticati da
qualcuno, e niente e nessuno potrà farci
nulla.
Sofia F. - Q2T grafico,24.03.13 10:08|
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A mio parere, nel XXI secolo, i ragazzi
seguono la moda per convenienza, per
non sentirsi giudicati e messi in disparte
soprattutto nelle zone del Nord Italia,
dove
l’apparenza
viene
prima
dell’essere. I ragazzi d’oggi sono
sempre più omologati e con sempre
meno idee originali per riuscire a differenziarsi, talvolta disposti a tutto per
ricavare dei soldi, specie se le condizioni familiari non permettono certi acquisti.
Rey L. - Q2T grafico,25..03.13 11:03|
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Ognuno è libero di pensare con la
propria testa: si conta per quello che si è
e non per il modo in cui si appare o per
l’appartenenza ad un gruppo. Un paio
di jeans costosi e di marca non mi fanno
di certo sentire sicura di me. Ci sono
valori che, di gran lunga, superano un
capo “Replay”, “Scout”, “Hollister”, ecc.
ma talvolta non ce ne accorgiamo
perché non abbiamo la giusta libertà di
gusto e fuggiamo dalla fantasia che ci
farebbe sentire più unici.
Sofia F. - Q2T grafico, 25.03.13 13.10|
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La moda, al mondo d’oggi, influenza
molto la vita di tutti, specie quella delle
nuove generazioni. Ognuno di noi, me
compresa, per un motivo o per un
altro, la segue quasi ciecamente.
Spesso si tende a seguire la moda di
massa per paura di essere definiti dagli
altri coetanei degli “sfigati”.
Beatrice B. - Q2T grafico, 25.03.13 14:05|
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Rimango dell’idea che sia più semplice
omologarsi a ciò che l’industria fashion
propone, adattandosi come “molluschi”, piuttosto che esprimere la
nostra vera personalità.
Beatrice B. - Q2T grafico, 25.03.13 15:00|
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Secondo me la moda è un buon punto
di riferimento per tante persone, però
ci sono ragazzi/e che vedono la moda
come un ottimo sistema per nascondere i loro difetti e soprattutto le loro
paure, debolezze e insicurezze.
Sara C. - Q2T grafico, 25.03.13 15:10|
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are a concorsi
e a spettacoli e
o di rendere la
o con un intratani.
ile asdisti,
bilità
ma ci
egnazione
esagionati
e opanno
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1.2 I GIOVANI E IL BRAND COMMUNITY
tI jeans firmati da 300€ piacciono
veramente o li compri più che
di
altro per mostrargli agli
g- altri?
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A mio parere è impossibile non seguire
la moda, perché in qualsiasi negozio tu
compri abiti o scarpe, tutto sarà alla
moda, quindi, entrando in una boutique o in un negozio cinese, sarai
sempre e comunque in linea con ciò
che impone la moda del momento.
Angelica P. - Q2T grafico,25.03.13 16:05|
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Secondo me, le persone che hanno
veramente coraggio e forza sono quelle
che si distinguono senza dover seguire
le imposizioni dettate dal mercato del
fashion.
Alice D. - Q2T grafico, 27.03.13 10:05|
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Io continuerò a vestirmi secondo il mio
stile e modo di essere, perché soltanto
così darò un messaggio reale delle mia
vera personalità, per non diventare un
puntino indefinito, come tanti altri.
Magda I. - Q2T grafico, 27..03.13 10:15|
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Soffocare i sogni di ogni ragazzo e
togliere
originalità porteranno a creare
a
un grande gruppo globale ed omologato. Tutto ciò dovuto al fatto che noi
p
giovani non siamo capaci di estraniarci
dalla quotidianità, probabilmente
causata dalla paura interiore di finire
per essere dissociati dal gruppo.
Sabrina F. - Q2T grafico, 27.03.13 11:12|
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In ogni caso mi sembra che il coinvolgimento ed il condizionamento della
moda siano una realtà che deve essere
accettata come tale, perché non
permette attualmente altre soluzioni.
Solo rinunciando alla moda e a tutte le
sue costrizioni, potremmo liberarci da
questo condizionamento, ma, a pensarci bene, anche in questo caso non
saremmo del tutto liberi, perché allora
sarebbe di moda non seguire la moda e
torneremmo ad essere condizionati
come sempre, nel nostro modo di
pensare e di comportarci.
Daniele D. - Q2T grafico, 25.03.13 16:10|
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la
il
re
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Nella società di oggi chi tenta di distinguersi per apparire diverso viene giudicato strano e quindi emarginato.
Quindi, secondo me la moda è uno dei
tanti metodi usati dai ragazzi per farsip
accettare dagli altri.
Damiano M.-Q2T grafico, 27.03.13 11:16|
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Una persona viene spesso giudicata
solo in base all’aspetto esteriore e
all’apparenza, a casa, a scuola, tra gli
amici e al lavoro. Così si perdono quei
valori che, secondo me, sono quelli che
contano e che durano, come la simpatia, la sincerità, la dolcezza e la bellezza
interiore. Spero che questo atteggiamento cambi presto per migliorare i
rapporti tra le persone, affinché diventino più tolleranti e accoglienti. In fin
dei conti è la diversità che ci rende tutti
unici al mondo.
Giada S. Q3T grafico, 27.03.13 13:05|
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Non sono d’accordo con questo modo
di voler apparire ad ogni costo e quindi
di rinunciare alla propria identità,
perché, alla fine, ti troverai vuoto,
rischiando di trasformarti in una persona diversa, simile a tante altre. Ecco
perché io non cambierei mai e poi mai
me stessa. Meglio essere se stessi,
anche con qualche difetto e limite,
piuttosto che essere uno qualunque,
omologato. In fondo la bellezza sta
proprio nella diversità!
Donika G. Q3T grafico, 27.03.13 15:05|
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Anche io, quando frequentavo le
scuola medie, mi vestivo “alla moda”
per essere apprezzato e accettato dai
miei compagni di classe. Crescendo ho
preferito vestirmi scegliendo abiti più
classici, innanzitutto perché i capi
firmati costano troppo per le mie
tasche, in secondo luogo, perché
preferisco la semplicità. Un ragazzo
deve seguire i propri gusti e non quelli
degli altri, perché un ragazzo deve
essere apprezzato per il suo carattere e
non per il modo in cui appare.
Fabio D. Q3T grafico, 27.03.13 .15:05|
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Penso che la cosa dipenda da persona a
persona. Sono un ragazzo, ho 17 anni,
e anche a me piace vestirmi 'bene',
cerco di vestirmi 'bene' ma come voglio
IO, e non come tutti mi vogliono
vedere. Spesso però, alla mia IDEA di
vestirsi bene, vengono incontro i capi
firmati. È normale! A me non interessa
se su dei pantaloni che mi piacciono c'è
scritto nike, adidas o prada. Mi piacciono, ho i soldi? Li prendo. Non ho i
soldi? Magari cerco l’occasione per
farmeli relagalare! La camicia a
quadrettoni di abercrombie & fitch, che
in america è roba da mercatone, è
venduta qui in italia come oro. La moda
è quindi anche un concetto relativo.
Riccardo F. treviso, 27.03.13 21:05|
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