Capitolo 2: Capito…

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Capitolo 2: Capito…
Capitolo 2:
Capito…
Era ufficiale: ero morta. Bella ci aveva visto mentre ci baciavamo appassionatamente, cosa che lei
non voleva di certo. Ci fu il suo ringhio che squarciò il silenzio che si era creato attorno a noi due; e
appena Jacob lo sentì, si staccò da me e guardò mia madre che era a dir poco furiosa; lei lo fissò per
un nanosecondo e puntò alla sua gola, ma io feci appena in tempo a mettermi in mezzo e
proteggere Jacob; quando le toccai il viso, le feci rivedere il tempo in cui ero piccola, quando lei
stava facendo la stessa cosa e io non
volevo. Allora si irrigidì e si fermò.
“E questo che cosa c’entra?” mi chiese
dopo aver ripreso il controllo di se
stessa; intanto Jacob ci guardava con
un’espressione interrogativa.
“C’entra perché quello che ho sentito in
quel momento è lo stesso sentimento
che mi farai risentire se gli fai del male”
dissi io con voce quasi severa.
“Ah, quindi tu lo ami davvero, da
quanto ho capito” - disse ironica, ma
con una punta di delusione, mentre
affilava lo sguardo verso Jacob.
“Sì, lo amo tanto quanto tu ami papà”
dissi io decisa, sapendo di averle dato
un colpo basso; infatti le mancarono le
parole per controbattere e dal suo sguardo capii che il mio obiettivo era stato raggiunto. Ma sentii in
colpa quasi subito e quindi aggiunsi:
“Non volevo ferirti, però dovevo farti capire che amo Jacob e che lui ama me, e spero di esserci
riuscita.”
“Sì, ci sei riuscita. Ho capito.” disse lei in un tono di resa.
“Bene, ora torniamo a casa perché devo parlare a tutti di una cosa” dissi guardando Jacob che capì
all’istante.
“Che cosa devi dire di così importante?” mi chiese mia madre con aria curiosa.
“Che io e Jacob, stiamo ufficialmente insieme” risposi guardandolo.
“Ah, quindi adesso fate anche i piccioncini…” disse mia madre con aria scherzosa: sembrava aver
capito davvero; infatti nei suoi occhi dorati non c'era ira, e ne ero contenta.
Arrivati a casa di Carlisle, chiesi a tutti di sedersi in sala da pranzo e comunicai che io e Jacob
stavamo insieme. Fu una sorpresa, ma neanche tanto perché sapevano che prima o poi sarebbe
andata così. Comunque tutti furono felici e con mia grande sorpresa anche Bella ed Edward lo erano
per me e Jacob.
Fatto l’annuncio alla famiglia, decisi che era ora di tornare. Io, Jacob, Edward e Bella ci avviammo
verso casa nostra. Fui io ad entrare per prima e quindi a condurre Jacob nella mia stanza per poi
schizzare nella cabina armadio di Alice. Rivestitami, corsi nella mia stanza e feci in tempo a dare ai
miei genitori un “Buonanotte” sussurrato; tanto per loro la notte è sempre “buona” perché stanno
sempre a fare sesso, ma a me questo non importa, visto che io sono nata perché loro hanno fatto
quello…
Per fortuna anche per me la notte sarebbe stata buona per una volta: avrei dormito con Jacob nel
mio letto! Ero felicissima perché finalmente sarei stata da sola con lui… Però mi dimenticai di dire
una cosa a mio padre, quindi uscii di nuovo dalla stanza, corsi verso la loro e chiesi: “Posso entrare
un secondo?” Edward rispose di sì, ma sapeva già il perché ero andata lì.
Appena entrai mi disse: “ Ok, per stasera starò buono e non ascolterò i pensieri di Jacob…
Neanche i miei a partire da adesso, pensai.
“Sì va bene, neanche i tuoi…” mi rispose.
Tanto chiedo alla mamma di mettere lo scudo, così sarò sicura che non sbircerai.
“No, fidati, fai senza chiedere, me ne starò buono” mi rispose di nuovo.
“No, ora so che non posso fidarmi perché questa era una prova che tu non hai superato… Mamma
puoi mettere lo scudo su me e Jacob? O ti crea un ostacolo?” chiesi.
“Non lo so, perché, vedi, non ho mai provato a fare due cose contemporaneamente e quindi…”
“Va bene ho capito” la interruppi io.
“No, dai non prendertela ma…”
“Non me la sto prendendo, anzi, sono io a non voler dar fastidio” la interruppi.
“Prometto che non sbircerò in nessuno di voi due” disse Edward.
“Guarda che l’hai promesso e se scopro che l’hai fatto comunque la paghi cara… Non è una vuota
minaccia… Faccio sul serio!”
Detto ciò uscii ma sentii una risatina soffocata venire da mio padre; tornai nella mia stanza dove mi
aspettava Jacob e appena entrai lui mi sfoderò il sorriso a cui non so resistere, corsi sul letto e gli
saltai addosso, sapendo che non gli avrei fatto niente, e lo baciai. Lui contraccambiò il bacio con
molta passione, più che nella radura durante la caccia.
“Cosa ne dici?” mi chiese quando ci staccammo.
“Beh… Come secondo bacio… È stato quasi più bello del primo!” dissi io con un entusiasmo che lo
fece ridere.
“Perché ridi?” chiesi.
“Perché lo hai detto con un entusiasmo fuori dal comune!” rispose senza smettere di ridere.
Non risposi pensando a come lo avevo detto e aveva ragione.
“Che cosa c’è? – mi chiese lui preoccupato – Ti ho offeso?”
“No, no, stavo solo pensando. Stavo valutando quanto entusiasmo c’era nella mia voce e credo che
tu abbia avuto ragione” risposi.
“Comunque basta chiacchiere è ora che tu dorma” mi disse Jacob con il sorriso sulle labbra.
“Ah, sì, ma ti ricordo una cosa: che anche tu devi dormire”.
“Sì, hai ragione. Sono abbastanza stanco” rispose lui, sbadigliando.
“Che ne dici di dormire con me, per stanotte?” chiesi io imbarazzata.
“Io… Tu… Dormire… Insieme…?!” balbettò lui senza sapere che cosa rispondermi.
“Beh, guarda che non sei per niente obbligato; te l’ho solo chiesto, non volevo metterti in difficoltà,
se preferisci dormire nella foresta basta solo dirlo, non mi offendo” gli dissi con molta calma.
“No, non è che non voglia, è solo che mi hai sbalordito con questa domanda, pensavo che…”
“Pensavi che cosa?”
“A niente… – ci pensò su di nuovo, poi continuò – Ok… Pensavo che non mi facessi questa
domanda la sera stessa che ci siamo messi insieme, pensavo che fossi imbarazzata a dormire
insieme a me, ecco che cosa stavo pensando, tutto qua.” Disse lui con imbarazzo.
“Beh, ok. Adesso, però, voglio una risposta anche se so quale sarà.”
“Beh, spero che sia quello che stavi pensando perché io ti rispondo di sì, per me va più che bene.”
Disse lui con entusiasmo.
“È proprio quello che stavo pensando” esclamai e mi alzai per dagli un bacio che lui ricambiò senza
dire niente e cademmo sul letto, ci staccammo e ci mettemmo a ridere. Poi io e lui ci aggiustammo
sul letto abbracciati uno all’altro e sentivo il suo calore sulla mia pelle e questa era una sensazione
piacevole e l’ultima cosa che mi ricordai prima di cadere in un sonno profondo.
Megan Valera