Wenders in Congo, altri nelle toilette: così è stata
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Wenders in Congo, altri nelle toilette: così è stata
Wenders in Congo, altri nelle toilette: così è stata girata l’opera corale ideata da Jacob Protagonisti e titoli dal concorso: a sinistra David Fincher, regista di Zodiac. Sotto Paranoid Park di Gus Van Sant (l’unico italiano a essere stato ingaggiato), per finire con i Coen, i Dardenne e Wong Kar-wai. Sono aficionados della Croisette, molti di loro hanno vinto la Palma, sono stati in giuria, alcuni sono cresciuti tra le braccia di questo festival. Jacob li ha riuniti (con la promessa scherzosa di un posto in Paradiso) come si fa con i parenti vicini e lontani e gli ha dato, più o meno, carta bianca. Così Wenders è finito in Congo, Tsai Ming-liang in Kuala Lumpur, Cronenberg è andato a filmare nelle toilette e Angelopoulos ha scelto Mastroianni. Sullo sviluppo finale silenzio assoluto, nessuno di loro è stato messo a conoscenza del frammento dell’altro. Star, concorso monstre, fuochi d’artificio e, italiani a parte (v. box sotto) lo scarto è proprio in quei 35 registi. % che non si fa influenzare dai giochi di potere: c’è la continuità del progetto di Jacob, che da oltre trent’anni è l’orchestratore di Cannes. Nel disegno rientra anche la scelta di Stephen Frears come presidente della giuria ufficiale. Frears non solo è un autore che ha alternato Le relazioni pericolose a film scomodi come Piccoli affari sporchi e ha appena portato a casa un Oscar per The Queen, ma manca a Cannes da undici anni. Gli altri (c’è pure Scorsese in tutte le salse), i registi che ha chiamato per l’opera collettiva, Jacob li conosce bene, a partire da Gus Van Sant, Ken Loach, Nanni Moretti TARANTINO CONTRO TUTTI AZZURRI IN PANCHINA I Tarantino, Michael Moore, Kusturica, Wong Kar-wai. Cannes festeggia 60 anni con un’edizione da sogno all’insegna di spettacolo e qualità. Il binomio porta in concorso l’attesissimo Zodiac di David Fincher, il ritorno dei fratelli Coen con No Country for Old Men e Death Proof di Tarantino. Apre le danze il corale My Blueberry Nights di Wong Kar-wai con Jude Law, Natalie Portman e Rachel Weisz. Poi un cartellone che, insieme a Kim Ki-duk (Breath), Kusturica (Promise Me This), Sokurov (Alexandra) e Reygadas (Silent Night), a quattro anni dalla vittoria con Elephant riporta in concorso anche Gus Van Sant. A contendere la Palma d’Oro al suo Paranoid Park sono anche Yasamin kiyisinda del turco Fatih Akin, I Presenza nutrita, ma nessun titolo in concorso. E’ agrodolce il bilancio italiano al Festival di Cannes. Era dal 2000 che non mancavamo la sezione principale. Da allora una Palma d’Oro con La stanza del figlio, almeno un film all’anno e, nel 2006, una doppietta col Caimano e L’amico di famiglia. In competizione è quest’anno la sola Asia Argento: nel film Une Vieille Maîtresse di Catherine 20 RdC Maggio 2007 vincitore a Berlino per La sposa turca, e The Banishment del russo Zvyagintsev, Leone d’Oro a Venezia 2003 per Il ritorno. Denuncia protagonista con Sicko di Michael Moore e A Mighty Heart di Winterbottom, fuori concorso insieme a Ocean’s Thirteen. Breillat, è inoltre fuori concorso con Go Go Tales di Abel Ferrara. Con lei Riccardo Scamarcio, sulla Croisette anche in Mio fratello è figlio unico. Il film di Luchetti lo porta in Un certain Regard, insieme a Le Rêve de la nuit d’avant di Valeria Bruni Tedeschi. Giurata Doc Jasmine Trinca, affiancata per il concorso da Marco Bellocchio. Tra gli omaggi per il 60° anche centochiodi.