La società alla prova delle migrazioni. Fenomeni

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La società alla prova delle migrazioni. Fenomeni
Processi migratori e
dimensione istituzionale
Vando Borghi
Università di Bologna
Dipartimento di Sociologia
[email protected]
Milano 16-17 ottobre 2006
L’evoluzione delle migrazioni
internazionali
Le 4 fasi delle migrazioni
internazionali
La
La
La
La
fase
fase
fase
fase
mercantilista
liberale
neo-liberale
post-industriale
La fase mercantilista
(1500-1800)
Ideologia dominante: mercantilista
Atteggiamento verso processi migratori
incoraggiamento all’immigrazione, ostacolo
all’emigrazione
Migrazioni transoceaniche caratterizzate da
due grandi movimenti
decine di milioni di europei verso i paesi
colonizzati
10-15 milioni di schiavi trasportati coattivamente
dall’Africa alle Americhe
La fase liberale (1800-1930)
Ideologia dominate: liberista
Atteggiamento verso processi migratori
libera circolazione e campagne di reclutamento
organizzate da imprese e compagnie navali
americane
politica assimilazionista
“La grande immigrazione”
circa 50 milioni di Europei verso il nuovo mondo
alla ricerca del “sogno americano”
Lewis W. Hine
Lewis W. Hine
La fase neo-liberale (1930-70)
Ideologia dominante: neoliberale
Atteggiamento verso i processi migratori
durante e dopo la prima guerra mondiale
campagne di reclutamento
in generale reclutamento di lavoratori a tempo e
scopi definiti
Grande immigrazione intra-europea
transizione del continente europeo da area di
emigrazione in area di immigrazione
La fase post-industriale (70-)
Il “modello di immigrazione mediterraneo”
politiche di stop nei paesi del nord Europa e
trasformazione in paesi di immigrazione dei
paesi dell’Europa mediterranea: Italia, Spagna,
Grecia
Atteggiamento nei confronti dei processi
migratori
la “sindrome di assedio”
l’immigrazione come un’emergenza da cui
difendersi
i migranti come un problema
Le migrazioni nell’era della
globalizzazione
Le caratteristiche dei processi
migratori (1)
Carattere strutturale
Globalizzazione delle migrazioni
un numero sempre maggiore di paesi sono coinvolti a livello
mondiale, come punti di partenza e/o di arrivo
Intensificazione delle migrazioni
il fenomeno migratorio nella sua complessità, a livello locale,
nazionale e globale diviene una caratteristica strutturale
delle società
una continua crescita quantitativa dei flussi migratori
Differenziazione delle migrazioni
la maggior parte dei paesi presentano diversi tipi di
migrazione
Le caratteristiche dei processi
migratori (2)
Femminilizzazione delle migrazioni
le donne giocano un ruolo sempre più significativo
nei movimenti migratori, non solo in termini di
ricongiungimento familiare
Politicizzazione delle migrazioni
Processo di comunitarizzazione delle politiche
migratorie europee
la politica del “doppio binario”
la “Fortezza Europa” e la sicurization delle
migrazioni
i nuovi migranti “accettabili”
Trasformazioni nella
composizione dei flussi migratori
Migranti dotati di livelli di istruzione medio-alti
Donne
Minori non accompagnati
Irregolari
Il fenomeno delle displaced persons
Le internal displaced persons , i “rifugiati in
orbita” e gli “asilanti in nero”
Le politiche migratorie
Modelli di inclusione dei migranti:
il modello temporaneo o Gastarbeiter
L’immigrazione come fenomeno contingente, per
corrispondere alle esigenze del mercato del lavoro
il permesso di soggiorno è collegato al lavoro
forme di rotazione della manodopera
privilegio di flussi di manodopera stagionali
ostacoli al ricongiungimento
concezione cittadinanza: in base al jus sanguinis
Concezione funzionalistica dell’immigrazione,
subordinata alla convenienza del paese di arrivo
eguaglianza salariale e nelle condizioni di lavoro
strutture di accoglienza all’insegna della provvisorietà
scarse o nulle misure sociali
Il modello assimilativo
I migranti come soggetti da omologare,
soprattutto dal punto di vista culturale
I migranti come soggetti privi di radici e
retaggi tradizionali
centralità istituzioni nel processo di
“naturalizzazione”
diritti sociali in maniera indifferenziata
cittadinanza: dopo un periodo di residenza e jus
soli per le seconde generazioni
contro la formazione di comunità e associazioni di
connazionali
Il modello pluralista
Riconoscimento delle differenze culturali
Necessità di un cambiamento istituzionale
a favore di associazioni e minoranze etniche
ampi interventi e misure sociali
azioni positive in ambito lavorativo
Rischio di creare forme di isolamento e
ghettizzazione
Concezione
immigrazione
Accesso allo status
di cittadino
Criteri per l’accesso
alla nazionalità
Temporaneo
Forza lavoro utile per
colmare esigenze
temporanee
Assimilativo
Individui destinati a
diventare cittadini in una
logica di omologazione
Difficile e parziale, anche
per le seconde e terze
generazioni
Solo discendenza (diritto di
sangue)
Relativamente facile,
soprattutto per le seconde
generazioni
Anche nascita nel paese
(diritto di suolo) e aperture
verso la residenza
prolungata
Parità di diritto ma
discriminazione di fatto.
Indifferenza di principio
verso le diversità etnico e
culturali
Selezione dei flussi:
popolazioni “assimilabili”
Rapporto
autoctoni-migranti
Isolamento, separazione.
Formazione di minoranze
etniche discriminate
Politiche del lavoro
Reclutamento attivo; legame
permesso di soggiornopermesso di lavoro; parità
salariale come misura
protettiva contro la
concorrenza al ribasso
Sistemazioni abitative
minimali per i lavoratori;
diritti sociali minimi;
difficoltà per
ricongiungimento familiare
Politiche sociali
Non specifiche: tendenti a
facilitare l’inserimento
individuale ed
eventualmente la
naturalizzazione;
concentrazione urbana
come effetto non desiderato
delle politiche
Pluralistico
Minoranze discriminate da
promuovere. Comunità
etniche portatrici di
differenze culturali da
riconoscere
Relativamente facile
Anche dopo la residenza di
pochi anni
Tolleranza, valorizzazione
delle diversità; presa in
carico delle disuguaglianze
Azioni positive: sistema
delle quote,
incoraggiamento
dell’imprenditoria
Tendenti a rafforzare le
associazioni etniche, anche
come erogatori di servizi
un punto importante
la funzione specchio dei processi
migratori rispetto alla realtà sociale che
ne è attraversata
Migrazioni e mercato del
lavoro
Modelli teorici interpretativi
modello neoclassico: il concetto di capitale
umano
Park e la scuola di Chicago: race relation
cycle (contatto, competizione,
accomodamento, assimilazione)
Piore e il mercato secondario del lavoro
Discriminazioni di impiego piuttosto che
discriminazioni salariali (Boutang)
Discriminazioni nella legislazione
Modelli teorici interpretativi (2)
Network studies e capitale sociale
Legami deboli: intermediari della fiducia
Legami forti:
In positivo:
informazioni, alloggio, solidarietà, inserimento nel mercato
del lavoro, avvio attività autonome
In negativo:
numero troppo elevato di domande nei confronti dei membri
che hanno successo
controllo troppo forte da parte del gruppo sull’individuo
specializzazioni etniche
Modelli teorici interpretativi (3)
Specializzazioni etniche
“La formazione di particolari concentrazioni di
lavoratori di una certa nazionalità in determinati
mestieri: concentrazioni che da un lato pregiudicano
l’accesso di stranieri di diversa nazionalità rispetto al
gruppo che controlla un certo mercato, e dall’altro
contribuiscono alla formazione di categorizzazioni su
base etnica tali per cui si presume che gli immigrati
con una determinata origine vadano bene
specialmente e soltanto per certi tipi di lavoro”
(Ambrosini, in Ismu, 2000: 168)
Modelli teorici interpretativi (4)
Lavoro autonomo
mobilità in positivo e di fuoriuscita dal
cosiddetto mercato secondario di lavoro
migranti già stabilizzati nel paese di arrivo
imprese marginali e orari prolungati
Portes e Bach:
mercato terziario denominato ethnic
enclave
Modelli teorici interpretativi (5)
Nuova sociologia economica (Portes)
diversi modelli di “incorporazione”
possibili per un i migranti nella società
di arrivo, i quali dipendono dalla
combinazione di più elementi
Politiche migratorie
Reti etniche
Atteggiamento pubblica opinione
modello mediterraneo di
immigrazione
occupazione che si sviluppa soprattutto nei servizi
e nelle piccole imprese
fabbisogni di manodopera più sparsi e meno
controllabili;
moltiplicazione dei lavori “atipici” (si allarga la fascia
del lavoro “grigio”);
individualizzazione dei rapporti di lavoro;
ricomparsa o inasprimento della questione del lavoro
“nero”
allungamento della gerarchia dei lavori, con divari
molto marcati tra poli estremi del mercato del lavoro.
il caso italiano
alcuni elementi di conoscenza
quanti (al 1.1.2008)
circa 3,5 milioni
il 5,8% del totale dei residenti
Il contesto italiano
Rapporto Istat 2007
Il Contesto italiano
Rapporto Istat 2007
Il contesto italiano
Rapporto Istat 2007
Il contesto italiano
Rapporto Istat 2007
Il contesto italiano
INCIDENZA PERCENT. STRANIERI
SU POPOLAZIONE al 1° Gennaio 2006
ITALIA
4,5
AUSTRIA
9,8
BELGIO
8,6
GERMANIA
8,8
GRECIA
7,9
IRLANDA
7,4
REGNO UNITO
5,7
SPAGNA
9,1
SVEZIA
5,3
Rapporto Istat 2007
Legge 40 del 1998
La cosiddetta “Turco Napolitano”
Tre obiettivi principali
una più efficace programmazione dei flussi di ingresso per lavoro,
attraverso apposite quote stabilite annualmente dal governo
la prevenzione e della repressione dell’immigrazione illegale, prevedendo, in
modo molto rigido, la possibilità di effettuare respingimenti immediati nei
confronti dei clandestini e la costituzione di centri di permanenza
temporanea, dove gli stranieri dovranno rimanere sotto controllo delle forze
di polizia non più di trenta giorni in attesa dell’esecuzione dell’espulsione o
del respingimento
l’incremento delle misure di integrazione per i migranti presenti
regolarmente
Integrazione molto precaria anche per il migrante regolare
forte grado di discrezionalità per le amministrazioni pubbliche nel rilascio dei
visti e dei permessi di soggiorno
parziale equiparazione sul piano dei diritti del lavoro
nessun diritto di voto
Legge 189 del 2002
La cosiddetta “Bossi Fini”
Sicurizzazione delle politiche migratorie
Introduzione del contratto di soggiorno
Il modello di inclusione italiano
Un modello “inintenzionale”:
arrivo e insediamento spontaneistico
scarsa regolazione istituzionale
influenza rilevante degli attori locali
diffuso attivismo di reti spontanee di mutuo
aiuto tra connazionali
ricezione contrastata da parte della società
In Busso, 2007: 446
In Busso, 2007: 450
In Busso, 2007: 461
politiche: interventi specifici e
interventi generali
Molto più delle politiche specificamente dirette
all’immigrazione conta la qualità generale delle politiche di
integrazione sociale: la qualità della scuola,dell’edilizia
pubblica, dei meccanismi di avviamento al lavoro, della
pubblica amministrazione e dei servizi varia da un paese
all’altro [e all’interno dello stesso paese] condizionando la
capacità di rispondere alla sfida migratoria. E tale capacità
prescinde dalle politiche specificamente mirate
all’integrazione degli immigrati, anche se queste possono
funzionare come stimolo all’innovazione.
Zincone, G. (2000), a cura di, Primo rapporto sull’integrazione degli immigrati in Italia, Bologna: Il Mulino, p. 106
repertorio bibliografico
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