Il Ticino resti ancora di moda - CD-OCST

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Il Ticino resti ancora di moda - CD-OCST
Datum: 08.05.2015
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Il settore occupa oltre 4'500 addetti per una
cifra d'affari di quasi 10 miliardi di franchi
Il Ticino resti ancora di moda
L'associazione di categoria
che rappresenta 40 aziende
sottolinea l'importanza
economica e fiscale di una
realtà consolidata
di Generoso Chiaradonna
Altrove è letteralmente sotto i riflettori,
in Ticino invece vive in un cono d'ombra
e negli ultimi anni, per molti, fa rima solamente con capannoni, traffico, bassi
salari e manodopera frontaliera. Stiamo
parlando della moda in senso ampio e di
tutto ciò che ruota attorno a questo importante settore economico. Oltre 4'500
addetti, un fatturato lordo di 10 milardi
di franchi, gettito fiscale (tra Cantone e
Comuni) di oltre 90 milioni di franchi
l'anno a cui vanno aggiunti i proventi
delle imposte alla fonte su buona parte
degli oltre 200 milioni di franchi di mas-
sa salariale. Una somma stimabile tra i
16 e i 20 milioni di franchi. Insomma, in
tempi di vacche magre soprattutto per
la piazza finanziaria che non produce
più gli utili di un decennio fa, la moda
non è certo una Cenerentola dell'economia cantonale.
«Il settore - precisa Luca Albertoni, di-
rettore della Camera di commercio e
membro del comitato dell'associazione
TicinoModa -è coperto da ben due Contratti collettivi di lavoro: uno per la produzione e un altro per gli impiegati amministrativi. Non si può certo dire che in
questo ramo viga la legge della giungla».
Il Ticino - ricorda invece Franco Cavadini, presidente di TicinoModa da ben
37 anni -è sempre stato un luogo acco- stagno molto mosso della politica cangliente per il settore tessile. Già nel 1901 tonale. «Anche sul fronte interno, come
vi erano quattro aziende insediate nel per tutti i settori economici, non mannostro cantone e occupavano 75 addet- cano le sfide, vista la diffusa tendenza al
ti. Negli anni d'oro - fino alla metà degli peggioramento delle condizioni quadro
anni 70 - erano oltre 9mila gli occupati generali per le imprese. Oltre al franco
nella produzione soprattutto di camicie forte che ovviamente pesa sui risultati
delle aziende votate all'export, vi è ane maglie».
È alla fine degli anni 70 e l'inizio degli che la cosiddetta Riforma III della fiscaanni 80 che il settore conosce una forte lità delle imprese. In altri Cantoni, pencrisi con delocalizzazioni e chiusure di so a Ginevra o Vaud, la questione della
stabilimenti. Seguirà una rinascita che perdita di gettito se la stanno ponendo.
continua tuttora solo agli inizi degli Nel Ticino, che è uno dei Cantoni più
anni 90 con l'arrivo dei primi grandi colpiti dalla futura riforma, non ci si è
nomi internazionali della moda. Il ancora posti veramente la questione»,
ramo conosce quindi grandi cambia- contina Albertoni.
menti anche dal punto di vista gestioLa sfida della Riforma III
nale e operativo. «Da produttori si è diventati gestori di marchi, di brand internazionali. Sono arrivati grandi grup- Stando ad alcune stime, i milioni di enpi (Vf international, Ermenegildo Ze- trate fiscali a rischio sarebbero circa 70.
gna, Hugo Boss, Armani, Gucci, per cita- Non certamente bruscolini. Ed essendo
re i più noti al grande pubblico) con bi- le aziende di questo ramo economico
sogni professionali diversi», spiega an- molto sensibili alle cosiddette 'condicora Cavadini che lancia un appello alle zioni quadro', un peggioramento delle
autorità cantonali affinché modifichi i stesse significa `tout court' perdita di
percorsi professionali in modo che an- substrato fiscale. Un lusso, è proprio il
che i giovani ticinesi trovino opportuni- caso di dirlo, che non ci si può permettà di lavoro in questo settore che non è tere di perdere.
Se a questo aggiungiamo che il Ticino
più solo una realtà di fabbrica
«Anzi, al contrario, è molto dinamico sta competendo a livello nazionale per
perché deve affrontare con grande fles- ottenere uno degli `Swiss Innovation
sibilità un mercato internazionale sem- Park' (parchi dell'innovazione) proprio
pre più complesso e in repentino cam- per la sua 'Fashion Valley, si capisce
biamento», afferma Luca Albertoni che che non sono in gioco solo entrate trilancia comunque un sassolino nello butarie, ma addirittura «un driver di innovazione economica», precisa Alber-
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