Collaborazioni indispensabili

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Collaborazioni indispensabili
Data: 22.04.2016
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6500 Bellinzona
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Legge Eoc, il Comitato per il sì: 'Basta a scontri
ideologici pubblico-privato. Serve una sanità di qualità'
`Collaborazioni indispensabili'
Lega, Plr e Ppd in prima fila
a difendere la riforma e a
combattere l'iniziativa 'Giù le
mani dagli ospedali: Jelmini:
Sarebbe dannosa e illegale:
di Paolo Ascierto
Non si scappa La collaborazione tra
pubblico e privato è fondamentale per il
futuro della sanità cantonale. Futuro che
passerà anche da 'ibridi da 'poli' come
quello `madre-bambino' nel Luganese e
quello nel Locarnese. Perché serve mas-
sa critica per garantire la qualità delle
cure e per essere concorrenziali con le
strutture di oltre Gottardo che, complice
AlpTransit, saranno sempre più vicine.
Non si scappa: il prossimo 5 giugno è ne-
cessario votare sì alla nuova Legge sull'ente ospedaliero cantonale (Leoc), già
`benedetta' dal parlamento lo scorso dicembre e che apre per l'appunto alla collaborazione tra pubblico e privato, e no
all'iniziativa 'Giù le mani dagli ospedali:
Queste perlomeno la posizione e le argo- cure ambulatoriali» rispetto a quelle pre-
mentazioni del comitato interpartitico viste dalla pianificazione ospedaliera
`Sì Leoc' che si è presentato ieri alla stam- Inoltre tale iniziativa sarebbe «contraria
pa Un comitato presieduto da Bixio Ca- alla Legge federale», la LaMal. Perché?
prara, deputato Plr e relatore di maggio- Perché, ha spiegato il Ppd, «si propongoranza in Gran Consiglio sulla pianifica- no servizi» senza seguire «l'evoluzione
zione ospedaliera, dal granconsigliere dei requisiti di qualità», ma adducendo
Ppd Lorenzo Jelmini, dal primario di gi- motivi 'territoriali e politici. E, a proposito
necologia e ostetricia dell'ospedale di Lu- di qualità, Caprara si è chiesto: «È giusto
gano Thomas Gyr e dal coordinatore continuare con uno scontro ideologico
della Lega Attilio Bignasca. Bignasca tra pubblico e privato o sono auspicabili
che ha aperto le danze sostenendo da un nuove e riviste forme di collaborazione?».
lato che «i motivi per votare sì alla Leoc Scontata la risposta: è necessario puntare
sono tantissimi», dall'altro che «non si sulla collaborazione. Anche perché, ha
può votare no». Perché dalla creazione sottolineato il deputato liberale radicale,
dell'Eoc (oggi presieduto dal leghista in un contesto in cui «l'aumento della caPaolo Sanvido) «è stato fatto un progres- sistica è un obiettivo che garantisce quaso immenso» e sarebbe «inammissibile lità» essere «soli è bello, ma essere insiemettervi una camicia di forza». Una du- me è meglio nell'interesse del paziente».
plice camicia di forza: perché oltre che Senza dimenticare che «tutte le collabosulla Leoc, si vota anche sull'iniziativa razioni andranno sottoposte al giudizio
dell'Mps `Giù le mani dagli ospedali: «Non del Gran Consiglio». Ci sono dei paletti. E
è solo superata Quell'iniziativa - ha detto «non si va verso la privatizzazione degli
Jelmini - è anche dannosa». I motivi? ospedali». Caprara dixit.
«Non assicura un futuro agli ospedali di
Valle» e non «aggiunge nulla all'offerta di
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IL PARERE MEDICO
`Massa critica
fondamentale'
Ha portato l'esempio portoghese Thomas Gyr, primario di ginecologia e ostetricia dell'ospedale di Lugano. Perché nel
1986 in Portogallo il tasso di mortalità
dei bimbi in occasione del parto era del
10,6 per cento. Oggi la percentuale è scesa al 2 per cento (in Svizzera si è al 3,2).
Come è stato possibile? Concentrando i
parti in alcuni centri. Nello specifico, ha
spiegato Gyr, «sono stati chiusi tutti i reparti con meno di 1'500 nascite l'anno».
Si è riunita la casistica. Una via da seguire anche in Ticino. «Abbiamo bisogno -
ha sottolineato il medico - di una massa
critica» per garantire «la qualità delle
cure». Giusto quindi, a detta del primario, collaborare «virtuosamente» tra
pubblico e privato. Tanti ospedali con
pochi casi «rendono difficile la formazione dei nostri giovani» e non permettono
«di attirare specialisti dalla Svizzera in-
terna». È tutto? No. La creazione di un
master in medicina «non è possibile senza una buona collaborazione tra pubblico e privato», dato che a quest'ultimo si
rivolge il 40 per cento dei pazienti. Ma
non avrebbe più senso un ospedale unico? «Penso che dovrebbe esserci un unico ospedale di riferimento con due centri
di vicinanza. Ma in Ticino - ha concluso
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il medico - non c'è cultura di trasferimento». E c'è il Monte Ceneri.
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