storie sull`inquinamento 1B
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storie sull`inquinamento 1B
C’erano una volta tre porcellini che avevano lasciato il papà e la mamma per andare a ripulire il mondo dalla sporcizia. Girarono per città e zone industriali cercando di sgombrare strade e cassonetti dell’immondizia, diventata così tanta da non riuscire più a smaltirla, ma non sapevano come organizzarsi. Capirono, però, che dovevano origine per la loro città facendo un piano, organizzandosi. Un giorno a uno di loro venne un’idea:” Perché non dividiamo i rifiuti per tipologia; magari alcuni di loro possono essere riutilizzati invece che gettati! ” Pensarono che carta, alluminio e vetro, correttamente lavorati, potevano essere riciclati per creare altri beni, mentre l’umido poteva servire come compost per l’agricoltura: in questo modo i rifiuti indifferenziati sarebbero stati pochi. Ognuno di loro iniziò a costruire una sua discarica ecologica. Il più pigro scelse la carta e il cartone; il secondo andò a costruirne una per la plastica e l’alluminio; infine il più intelligente scelse di riciclare il vetro e l’umido. Giorno dopo giorno con tanta pazienza, dedizione e, soprattutto, grazie alla collaborazione di tutti i cittadini, che furono coinvolti e stimolati a cambiare perché i porcellini iniziano a parlare loro di malattie e anche di disastri per l’ecosistema. Così i cittadini mettevano davanti alle loro case i sacchetti, differenziando per tipo di rifiuto: bianco per la carta, verde per il vetro, celeste per plastica e alluminio, e marrone per l’umido. Poi i ragazzi delle scuole dovevano raccogliere la sporcizia sparsa nei parchi, nei boschi, lungo le vie del fiume. In breve tutta la città e gli spazi furono ripuliti. Un giorno, il più saggio e attento dei tre porcellini si accorse che nei paraggi un grosso lupo sporcaccione di nascosto mescolava e rovistava tra i rifiuti, rompendo i sacchi lasciati dai cittadini. Allarmati i tre corsero ognuno alla propria discarica per mettere in salvo il proprio lavoro. Il lupo, sentendosi forte e volendo vivere nella sporcizia, arrivò nella discarica di carta. ”Vieni fuori ripulitore di cartone. Cos’è tutto questo ordine in giro per la città? Gli abitanti sono diventati così puliti che scacciano me e i miei amici!” Il porcellino spaventato scappò; il lupo prese un tubo e con un forte getto d’acqua distrusse la discarica della carta. Felice del gran lavoro fatto, si diresse verso la seconda discarica quella di plastica e alluminio:” Vieni fuori rastrellatore di plastica! Questa città non ha bisogno di nessun spazzino”. Il porcellino spaventato corse subito alla ricerca dai due fratellini. Il lupo sempre più infuriato accese un bel fuoco, distrusse ogni cosa ma dalla discarica si alzò un immenso fumo nero che si diffuse per tutta la città. Intanto i due porcellini si erano rifugiati presso la discarica del vetro e dell’umido e i cittadini erano tutti chiusi in casa per la puzza del fumo. Il terzo porcellino, non temendo il lupo, decise di preparargli una trappola. Raccolse tutti i frammenti di vetro verde e li sparse nel prato circostante. Il lupo sempre borioso e sicuro di sé arrivò alla discarica, chiamò i porcellini gridando:” Ormai siete finiti! La città è mia e nessuno potrà ostacolare me e i miei amici!” Così senza temere tranelli avanzò nel prato e… iniziò a guaire e strillare dal dolore: le zampe erano piene di pezzetti di vetro. I porcellini, però, lo aiutarono e il lupo, colpito dalla loro bontà, cambiò vita. Infatti, divenne un guardiano del bosco aiutando per tenere pulito l’ambiente con cartelli e indicazioni per i turisti. La città divenne un esempio di rispetto ambientale e per la salute, dell’ecosistema e della biodiversità. I tre porcellini furono eletti sindaci e finirono sui giornali locali. Da quel giorno tutto il mondo riciclò i rifiuti e le città divennero eco sostenibili. CLASSE 1B LORENZO LOTTO Realizzato da: REBECCA BORDONI, ELISA CAMPETELLA, ALESSANDRO GIROTTI, LUCA VALORI C’erano una volta un re e una regina che desideravano tanto una bambina e, dopo che la regina rimase incinta, inviarono messaggeri nei regni vicini. Dopo nove mesi, nacque un bel bambino che chiamarono Riccardo; di gran fretta ordinarono ai servi di decorare tutto il castello di azzurro. Per il suo battesimo furono invitati tutti gli abitanti del regno, per questo cuochi e camerieri si misero al lavoro per preparare un sontuoso banchetto. Alla fine tutto fu pronto ed arrivarono gli invitati, tra cui i padrini o meglio i cinque fatini. Durante la cerimonia, i fatini, Angelo, Mauro, Flaviano, Fernando e Oriano, offrirono i loro doni al principino. Mauro era basso, magro, sapeva spiccare il volo e aveva una passione per il canto; Angelo era alto come un grattacielo e grasso come una balena perché mangiava troppe lasagne; Flaviano amava e rispettava la natura; Fernando ballava molto bene il tango e lo faceva sopra il tetto come un galletto. Quest’ultimo, rivolgendosi al piccolo principe, esclamò:-Ti donerò la capacità di ballare in punta di piedi come un ballerino! Mauro aggiunse:Saprai cantare come un usignolo!Angelo promise:- Ti donerò la bontà d’animo!- Flaviano disse: -Amerai gli animali e potrai parlare con loro quando vorrai!- Improvvisamente, con un colpo di vento entrò nella sala uno stregone cattivo,che era l’unico a non essere stato invitato al battesimo di Riccardo. Offeso, lo stregone si vendicò:- Non mi avete invito a questa festa, ma voglio anche io donare al principino qualcosa. Io dico che al compimento del suo sedicesimo anno morirà dopo che avrà bevuto l’acqua di un laghetto inquinato.Lo stregone con una perfida risata se ne andò. Oriano, che era nascosto nella culla per la paura, recitò: -Re, Regina, state tranquilli: lui non morirà ma lo farò cadere in un sonno profondo che durerà dieci anni e si risveglierà solo con un bacio della donna che ama!-. Gli anni passarono e il principe crebbe sano e bello. Aveva un legame con la natura; infatti amava gli animali ed era amico di tutti gli scoiattoli del regno tra cui Pallino. Cantava con gli uccellini e parlava con gli usignoli. Si armava di scope e rastrelli ed insieme ai suoi amici animali puliva il giardino del castello e gli spazi verdi. Era sempre garbato con tutti, amava andare a cavallo e avrebbe voluto incontrare una bella ragazza con cui condividere l’amore per la natura. Un giorno, mentre parlava con Pallino, vide una ragazza che stava raccogliendo dei fiori in un bel prato e subito se ne innamorò. Le si avvicinò e con molta gentilezza le parlò: -Buongiorno, io sono il principe di questo regno e mi chiamo Riccardo, ma i miei amici animaletti mi chiamano Riky. -Lei inchinandosi gli rispose:- Buongiorno a te! Io sono Eva, la principessa di Genovia: -I due iniziarono a parlare ed entrambi volevano migliorare il loro regno, renderlo più pulito, sensibilizzando anche i sudditi al rispetto per l’ambiente. Dopo un po’ si salutarono. Andando verso il castello Riccardo incontrò Mauro a cui raccontò il suo incontro con la ragazza e confidò di esserne innamorato. Anche Eva provava una forte simpatia e si sentiva attratta dal bellissimo principe. Riccardo una mattina, mentre stava facendo la solita passeggiata a cavallo, vide la principessa accasciata a terra vicino le sponde di un laghetto. Singhiozzava e teneva in mano due pesciolini morti. Riccardo si avvicinò e timidamente le chiese:- Cosa succede, mia cara? Perchè sei così triste?- - Riccardo, quanto sono cattivi e irresponsabili gli uomini! Le acque di questo laghetto, fino a pochi anni fa erano talmente limpide che riuscivo a specchiarmici! Oggi sono diventate nere a causa della quantità enorme di rifiuti tossici, che vi sono stati versati!-. Riccardo comprese il suo dolore e, abbracciandola, le promise che ne avrebbe parlato a suo padre e avrebbe individuato chi buttava i liquami nel lago. Il giorno del suo sedicesimo compleanno, in un afoso pomeriggio d’estate, Riccardo decise di andare nel bosco con Pallino alla ricerca,come aveva promesso, dell’ origine dell’inquinamento, perché amava la flora e la fauna che stavano morendo; i suoi amici animali erano preoccupati. Assetato, decise di fermarsi davanti ad una piccola casetta di legno; bussò, entrò e vide seduta su una poltrona una vecchietta che aveva contenitori pieni di limpida acqua. Il principe gliene chiese un bicchiere, perché gli aveva detto che quella era acqua pura , non inquinata, presa lontano dal villaggio. Ringraziandola, bevve tutto d’un fiato, ma subito cadde a terra addormentato. Quella generosa vecchietta era lo stregone cattivo che era riuscito nel suo maleficio, dando al principe l’acqua inquinata del laghetto, dove Eva e Riccardo si erano incontrati. Per rendere più difficoltose le ricerche del ragazzo , lo nascose sotto una montagna di rifiuti presso una discarica di rifiuti tossici situata nel bosco, che il mago stesso aveva creato per distruggere la bellezza della natura del regno. I cinque fatini, su consiglio di Mauro che conosceva il sentimento di Riccardo, andarono a cercare Eva perché solo lei avrebbe potuto svegliarlo. Eva era nel suo castello a preparare i volantini per organizzare una protesta contro la discarica. Appena li annunciarono, scese le scale e parlò con loro. Saputa la brutta notizia, iniziò a piangere e subito volle essere condotta dal suo amato. Dopo ore di cammino tra rifiuti e sporcizia Eva e i fatini individuarono il campo dov’era Riccardo. La principessa disperata si chinò su di lui e con un bacio lo svegliò . I due si sposarono unendo i loro regni e insieme decisero di bonificare il bosco e il lago e di creare un’area protetta per gli animali. Poi fecero una legge perché nel regno si praticasse la raccolta differenziata con il riciclo di carta, vetro, alluminio... Inoltre favorirono l’agricoltura biologica senza pesticidi e usarono fonti di energia rinnovabili per illuminare case, palazzi e vie. Il cielo ritornò azzurro, le acque dei laghi chiare e splendenti , gli alberi rigogliosi. Ecco il regno “ Liberi e Puliti “, dove nel rispetto della natura, degli animali si vive bene sani e felici . CLASSE 1°B LORENZO LOTTO Nardi Elisa,Romagnoli Vittoria, Lattanzi Siria, Lattanzi Helena, Piergentili Silvia, Graziani Silvia, Rizki Aicha . C’era una volta in una fiera un mercante di nome Tian Jiun che indossava un turbante, una tunica e un pantalone di tessuto viola: dai suoi scambi aveva guadagnato molti soldi; li mise tutti in una sacca di cuoio che nascose sotto il mantello e iniziò il suo viaggio di ritorno verso casa dove voleva arrivare prima del tramonto. Ma durante il cammino vide in lontananza una città, Napochino, circondata da mura non di mattoni ma di immondizia. Incuriosito si avvicinò pensando di poter trovare anche lì un luogo per i suoi commerci. Entrato, si rese conto che anche l’aria era irrespirabile: ad ogni angolo c’erano cumuli di sporcizia che bruciavano. Mentre il suo cavallo percorreva le vie di quella fetida città si accorse che le poche persone rimaste ad abitare a Napochino avevano tutte sul volto legato un fazzoletto per non respirare quel fumo maleodorante. Inoltre gli unici animali rimasti erano topi giganteschi, dai quali la gente fuggiva perché pericolosi: un loro morso li avrebbe sicuramente uccisi. Ad un tratto il suo cavallo scivolò, lui cadde e con lui anche la borsa di monete d’oro che si aprì. Il tesoro finì in quel mare di sporcizia e il mercante pensò solamente a recuperare il denaro ma non riuscì, perché le monete si persero tra i rifiuti e i liquami. Disperato si avvicinò al suo cavallo e scoprì che aveva una zampa rotta e non poteva più continuare il suo viaggio. Tian Jun rimase vicino al suo amico che morì poco dopo. Ormai solo e senza dimora e senza cavallo Tian Jun fu costretto a rimanere in quella città. Essendo un uomo saggio e astuto, pensò come poter fare soldi;pensò così di ripulire la città raccogliendo i rifiuti ma differenziandoli per poi riciclarli. Costruì così per ogni tipo di rifiuti un contenitore di diverso colore… E iniziò: il vetro in un contenitore verde, l’umido in uno marrone, la carta in uno bianco, la plastica e l’alluminio in quello azzurro, e per i materiali non riciclabili scelse un contenitore giallo come il sole. Iniziò a raccogliere i diversi rifiuti e dopo qualche giorno gli abitanti che lo guardavano stupiti, comprarono i contenitori e iniziarono anche loro a raccogliere con cura i rifiuti. Quando finalmente dopo due interminabili mesi di lavoro, Napochino fu sgombra da tutti i rifiuti, le persone tornarono ad abitare in quella bellissima città. I rifiuti venivano portati nelle discariche per essere triturati e Tian Jun si arricchì vendendo i suoi contenitori colorati anche ai paesi vicini. Il mercante, soddisfatto del suo lavoro, decise di far venire in città anche la sua famiglia, perché ora a Napochino l’aria era pulita, si erano costruiti parchi con alberi, giochi e cestini, i fiumi erano limpidi e pieni di pesci, gli uccelli cantavano. A scuola i bambini imparavano a rispettare l’ambiente e tutti capirono che la natura è un bene prezioso che va curato e conservato da tutti e per tutti. CLASSE 1°B Lorenzo Lotto realizzato da: Garbuglia Jacopo, Antinori Alessio, Raja Ammad,Fu Erika ,Fu Vittorio. .