La stanza di Lena» | IL LIBRETTO
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La stanza di Lena» | IL LIBRETTO
La stanza di Lena Favola tragica Renata M. Molinari Scena Prima Una stanza in perfetto ordine, un letto, un piccolo tavolo, un poster con un’immagine standard di “bella natura”. Una poltrona, un piccolo scaffale pieno di libri, un vasetto di fiori di plastica, una sveglia, una radio. Una piccola porta lascia intuire un bagno essenziale. Non si vedono finestre né lampade; lungo le pareti una serie di pannelli scorrevoli reggono tende di diversi colori, sovrapposte. In realtà si tratta di gelatine colorate. Lei ne ha in mano un mazzo, quasi un campionario, col quale gioca, schermandosi gli occhi. Così come gioca a mutare l’atmosfera dell’ambiente facendo scorrere le gelatine lungo le pareti. L’impressione è quella di una scenografia. Potrebbe essere un tinello riprodotto in uno studio, se non fosse per la presenza del letto e la mancanza di oggetti d’uso quotidiano. La radio è accesa, ma la frequenza non è stabile: frammenti musicali si alternano a fruscii e parole. Frasi e parole suonano sconosciute: forse si tratta di una lingua straniera, forse è inventata. Lena (una gonna, un leggero maglione, scarpe basse, capelli raccolti in una treccia) cerca di stabilizzare le frequenze radio (o forse lo fa qualcuno che non vediamo), cattura qualche parola, qualche frase musicale, canticchia. Lena continua a giocare con le gelatine e a sistemare le tende. Una fonte luminosa dietro le gelatine dà forza ai loro colori. Noi non la vediamo, così come non vediamo nessuna porta. Forse è coperta dalle tende. Lena - Bianco, rosa, celeste. Nell’azzurro del cielo il bianco insegue il rosa ed è mattino Bianco Il velo sui capelli delle spose Rosa Il nastro sulle scarpe da bambina Celeste Come l’acqua nei disegni…. Ogni giorno un colore, ogni ora un colore, ogni ricordo, un colore giorno dopo giorno, ora dopo ora, mese dopo mese. bianco la polvere del gesso 1 rosa i fiori di lacca giallo … il giallo del sole là fuori. (Continua il gioco con le gelatine e le tende) Lena - Colori per il mio mondo… è oggi…. (Su questo gioco di Lena, si avverte un suono metallico, un cigolare dietro le tende. Entra Lui, scostando le tende, porta un carrello, sopra c’è qualcosa di voluminoso, coperto da un drappo; una torta con sei candeline - sono spente – e un coltello da cucina.) Lui – E’ oggi…. (posa la torta sul tavolo). Cioccolato e lamponi per la nostra torta. Lena – La nostra? Lui – … la torta del tuo compleanno, le luci del nostro anniversario… ( per ogni candelina accende un fiammifero, che poi spegne, riponendolo con cura nella scatola) Lui - La prima, per il nostro incontro Lena - Io non ti ho visto, ho appena sentito una presenza, accanto… Lui - La seconda, l’inizio della nostra vita assieme, noi due Lena - Solo noi, gli altri erano esclusi…. Lui - Questa per l’inaugurazione della tua stanza: del tuo regno Lena - Il mio rifugio, la mia isola… la mia cella Lui - Per quello che abbiamo costruito insieme, che abbiamo imparato… Lena - Che mi hai insegnato… Lui - Era mio compito prendermi cura di te Lena - Si curano gli ammalati Lui - Si cura chi si ama Lena - Chi è senza difese… chi dipende da te… Lui – Niente litigi, niente capricci: oggi è un giorno speciale, ed ecco la fiammella per i capricci della mia piccola Treccia d’ Oro… Lena - non ti ho mai disubbidito Lui - Hai cercato di non deludermi… era nei patti Lena - Docile e remissiva, non sempre è stato facile Lui - Niente è facile, dimentichiamo le nostre fatiche: va tutto bene, oggi… Ora la fiamma più importante: quella della nostra promessa… Lena- la promessa, la mia promessa: è oggi… 2 Lui – (mentre prende il coltello) Spegni le candeline, soffia… Lena – Lasciamole accese, ancora un po’, soltanto un po’… Lui – (soffia sulle candeline, tenendo lontana Lena) Non sei brava, tu, col fuoco, ti puoi scottare, far male… Lena - No, non ho mai voluto farlo. E’ che… Lui – Che cosa? Lena - Sono fragile Lui - Sono qui per questo, sono qui per te Lena – Io, sono qui per te Lui – Cosa faresti, senza di me? Va bene, sì, oggi potrai tagliare, assieme a me, la torta del tuo compleanno, del nostro anniversario. Lena – Grazie della fiducia che mi dai (Tagliano assieme la torta, lui la imbocca, lei fatica a deglutire, un piccolo accesso di tosse….) Lui – (dandole un piccolo colpo sulla schiena, un po’ irritato) Vedi, hai sempre bisogno di qualcuno, accanto a te! (lei si sottrae, c’è tensione, lui si ricompone, si avvicina al carrello) Ma ho pensato anche a questo: da oggi non sarai più sola ad aspettarmi… Ecco il tuo compagno di stanza! (scopre un piccolo acquario: un sasso, un ciuffo di alghe, un piccolo pesce rosso) Lena – Vivo! Un’altra vita nella mia stanza…. Lui – Potrai nutrirlo, prenderti cura di lui Lena – Dargli un nome… Lui – (annuisce) Potrai… torno presto con tutto il necessario…. (scompare dietro le tende) 3 Scena Seconda – tema di Lena Lena – “Torno presto, con tutto il necessario”… Ogni cosa qui viene da lui… Il bene, il male … la luce, la vita dipende da lui Sempre sotto il suo sguardo…. ( si avvicina all’acquario, posa le mani sulle sue pareti) Un piccolo mondo sicuro, un mare artificiale Scivola, guizza, precipita giù Invisibile a tutti, senza nome Dentro pareti di vetro Un occhio sordo, sempre su di me… (Lena si muove lentamente, scrutando le pareti della stanza) Affonda, risali, e torna a scivolare Gira, gira attorno a quest’isola finta Tutto è finto, qui, tranne le pareti Scivola, guizza, cammina Cammina, bambina, cammina Cinque passi in avanti, quattro indietro Gira, gira Fai contento il signore dei giocattoli - il gran manovratore con questo andare che non porta a niente. (Ritorna il rumore della radio… fastidioso e gracchiante) Lena - Che cosa ho sbagliato? Ogni suono arriva come una minaccia Il lavoro costante del manovratore L’ombra dei suoi colori 4 Nero la lavagna dei compiti Viola Come le punizioni Blu Come le cicatrici Grigio Come il metallo di questa voce (dalla radio sembra a tratti provenire l’eco deformata della voce di Lena: c’è un sinistro gioco di ripetizioni) Vorrei un’altra voce qui dentro… una voce che non dia ordini, che ascolti… Mi senti? Questa è la mia voce io sono viva Il mio dolore mi dice che sono viva Il dolore, la speranza Il debito verso quella che fui… (Sembra giocare col pesciolino, imita il suo andare. Poi prende il coltello, lo rivolge verso la sua mano, si punge; una goccia di sangue tinge l’ acqua dell’acquario) Rosso, come il cuore che pulsa nel petto Rosso Come gocce di sangue sulla neve… Rosso, come la promessa del risveglio rosso, il sangue che scorre nelle vene:!” Rosso, il sapore della vita sulle labbra addormentate “ti pungerai e dormirai”; “ti pungerai e tornerai al mondo Oggi, è oggi: posso ancora sentire la vita il mio sangue è pronto, il sangue rosso di …Lena …. 5 Scena Terza Lui - (entrando con furia si avventa su Lena. Le blocca il braccio, fa cadere il coltello, la colpisce in volto, strattonandole i capelli) - Ferma! Non è così che si cura la vita… Maledetto il giorno che mi sono fidato di te Lena - Sì, maledetto quel giorno… Lui – (Furioso, alterna gesti violenti contro Lena e le “sue” cose e tentativi maniacali di rimettere ordine) Rovini sempre tutto! Lena – Una goccia di sangue E non sei stato tu… Lui – Non sai prenderti cura di nessuno… Lena – No, non io… non sono io che minaccio la vita… E’ mio, questo sangue (Lena si riaggiusta i capelli, si macchia di sangue, si accarezza la fronte dove l’ha colpita) Lui – ( spaventato) Mi hai costretta a punirti Lena – Come sempre… Lui – E’ per il tuo bene, lo sai, per noi Lena – ( si ricompone i capelli) Per la nostra vita assieme… Lui – (più intenerito, le accarezza la fronte) Sì, la nostra vita: noi due, uno per l’altro, insieme… Ti ho visto un giorno, e t’ho riconosciuta nel passo schivo, ancora da bambina solo io vedevo la donna ch’era in te…. (continua ad accarezzarla, sciogliendole i capelli) E t’ho cresciuta, inventando per te il nostro mondo piccoli passi, un giorno dopo l’altro, tutto serviva a renderlo perfetto., anche le privazioni ed i castighi Le mie attenzioni, la tua riconoscenza (Lei ora lo guarda in viso, quasi ricambia le sue carezze), noi due, sicuri, protetti, per sempre. 6 Perché il mondo fuori non può darci nulla ( le asciuga il volto, la stringe a sé) non si vede più, non è successo niente, non accadrà mai più, va tutto bene, dimentichiamo quello che è successo. Lena - Dimentichiamo, ancora… Lui - T’ho dato tutto e ti sei fatta donna, solo qui dentro possiamo dire: noi. Lena – ( si scosta con forza) Qui dentro no, là, fuori! là voglio camminare Lui - Non saresti al sicuro, La gente non sa, là fuori, non ti vede nemmeno Lena – Mi vedi forse tu? Non sai nemmeno il colore dei miei occhi…. Lui – Qui hai tutti i colori che vuoi… Lena- Sai dire il mio nome? Lui - Un giorno mi ringrazierai del rifugio che ho costruito per te,, Lena – Un giorno, un giorno! Il tempo delle favole è finito. E’ oggi oggi che voglio vivere,! La mia promessa è là La mia promessa è oggi! (Lena cerca l’uscita, lui le si para davanti, un breve corpo a corpo, poi lei raccoglie il coltello, glielo porge) Uccidimi, uccidimi o lasciami uscire Lui – (rifiuta il coltello) Non c’è posto sicuro, per te, là fuori Lena – Non c’è per te, se io non resto qui (colpisce con il coltello l’acquario che va il pezzi. Lui barcolla, respira a fatica, Lena disfa la stanza con lucida determinazione, lui sembra sempre più debole, vacilla a ogni colpo, fatica a respirare) Lena – Ti manca l’aria? Lui – Non rovinare tutto… Non distruggere il nostro sogno… 7 Lena - Ti manca la tua stanza? Ti manca la vita di Lena? Non sono io a farti morire Ora lo vedo, tu già lo sai: Uno di noi, solo uno, può vivere, là fuori… Cammina, Lena, cammina…. (continua a disfare la stanza, mentre la luce inonda lo spazio, impedendoci di vedere…) 8