Progetto Sicurezza Sociale
Transcript
Progetto Sicurezza Sociale
COMUNE DI CAMPODIMELE Progetto Sicurezza Sociale Azione 3.1a e 3.1b 1 Progetto Sicurezza Sociale del Comune di Campodimele in provincia di Latina 1. Lo scenario sociale Il periodo dell'adolescenza rappresenta un crocevia obbligato nella vita della persona, una passaggio irrinunciabile da cogliere nella sua specificità, tenendo conto della mobilità storica dei confini generazionali con le precocità e i ritardi che questa comporta, senza limitarsi a definire l'adolescente in termini negativi: non è più un ragazzo, non è ancora un giovane. Queste generazioni mostrano nella vita sociale e nel vissuto quotidiano fenomeni di disagio, piccola delinquenza, bullismo e vandalismi soprattutto contro strutture pubbliche, che si presentano sul territorio. Tali comportamenti che i giovani vanno assumendo hanno origine principalmente in due cause interagenti: - la mancanza di riferimenti nei ruoli sociali (famiglia, istituzioni locali, partiti), - la nebulosità delle prospettive di vita e di lavoro. I ruoli istituzioni sono spesso ricoperti da persone che hanno a che fare con la legge e/o che vi sono sfuggiti (prescrizione di processi, patteggiamenti di corrotti, infiltrazioni mafiose, atti dimostrativi della camorra, ecc). I giovani in questo scenario perdono i riferimenti di regolazione della loro vita all’interno della collettività e cercano di trovare un ruolo di successo anche se questo va a danno dei più deboli (bullismo e razzismo) o cercano uno sfogo contro ciò che considerano istituzione (vandalismi), addirittura cercano di fuggire dalla realtà (droga) o di piegare la realtà ai propri bisogni (delinquenza). Per ciò che riguarda il lavoro, la situazione è altrettanto grave. Il lavoro diventa sempre più scarso e precario. I datori di lavoro diventano sempre più piccoli, attenti ai costi, alla presa con contratti atipici sempre più aleatori. L’imprenditorialità giovanile che potrebbe sostituire il lavoro dipendente è gravato di oneri e tasse e richiede capitali che solo pochi hanno. Il quadro economico mondiale è peraltro turbato da continue sollecitazioni (ingresso della Cina sui mercati, guerra del petrolio connessa anche alla guerra tra religioni, i crac finanziari, ecc). Le scuole che dovrebbero dare almeno la sicurezza della conoscenza e della preparazione professionale e trasmettere i valori positivi della comunità, perdono di credibilità e competenza perché non si vanno adeguando ai nuovi sistemi di apprendimento e ai nuovi strumenti tecnologici di erogazione del sapere. Insomma in questo quadro precario associato ad una educazione lasciata alla TV e ai suoi super-modelli di successo spesso i giovani restano schiacciati e riescono ad affermare se stessi ed il loro esistere, la propria ragion d’essere e le proprie pulsioni tipiche dello sviluppo fisico in manifestazioni abnormi e cedendo alle tentazioni del “tutto e subito e piacevole… poi si vedrà”. 2. Le infiltrazioni malavitose “La Provincia di Latina si trova in una posizione geografica particolarissima e, per il pericolo di infiltrazioni nel tessuto economico, richiede un’attenzione altrettanto particolare da parte di tutte le istituzioni. Soprattutto le zone litoranee che per la loro potenzialità turistica sono appetibili alla criminalità organizzata, per combattere la malavita occorre essere uniti”. (“Latina Oggi” del 26 agosto 2008). La relazione dell’Osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio sulla sicurezza nella regione Lazio del 2004-2005 indica come le diverse aggregazioni delinquenziali (mafia, camorra, ndrangheta, sacra corona unita) si sono andate infiltrando fin dagli anni 60 sul territorio. Le conclusioni della relazione sottolineano soprattutto le conseguenze, o meglio la percezione d’insicurezza dell’opinione pubblica, in riferimento ai fenomeni della microcriminalità e a prescindere dalla loro reale incidenza e persino dalla loro effettiva pericolosità. “Un elemento che le istituzioni, a partire dalla Regione Lazio, devono considerare in modo da definire un intervento istituzionale integrato anche di natura propriamente socioculturale (educazione alla legalità e alla multiculturalità) che affianchi l’azione delle forze dell’ordine e favorisca le varie forme di prevenzione (giovanile, sociale e situazionale)”. Enzo Ciconte, presidente dell'Osservatorio, in un’intervista rilasciata a maggio del 2008 in occasione del FORUM P.A., ha affermato: “la criminalità organizzata è più facile che attecchisca nelle zone periferiche, 2 quindi meno controllate” e ha suggerito: “Occorre un’attenta vigilanza, a cominciare dai livelli istituzionali più bassi” Questo quadro suggerisce due tipi di intervento: - rendere esplicito e pubblicamente noto il fenomeno così da alzare la guardia di tutti i cittadini (informazione) - proteggere le fasce più deboli della popolazione e cioè i giovani dall’attrazione verso strutture malavitose da cui comprare droga e a cui poi offrire manodopera (coinvolgimento e professionalizzazione) Il rapporto di maggio indica che i settori più colpiti sono che producono maggior reddito e sono maggiormente esposti al pubblico ( i Commercianti), quelli che hanno impianti produttivi costosi e attaccabili (imprenditori), quelli che hanno imprese edili e il personale dei comuni che rilasciano autorizzazioni a costruire e ad aprire strutture commerciali. Un’altra area colpita è proprio quella dei grandi centri commerciali. Tutte le persone di questi settori lamentano la solitudine e la mancata copertura da parte delle forze dell’ordine, ma presentano tutti una disinformazione su come proteggersi e come collaborare con le strutture che possono dare loro una mano e un consiglio. 3. La situazione nel Comune di Campodimele Già nel 2002 il Censis, in stretta collaborazione con le strutture tecniche dell’Assessorato per le Politiche per la Famiglia e Servizi Sociali e dell’Assessorato Risorse e Sistemi, a partire dalle ricerche effettuate relativamente alla costruzione della Mappa del disagio socioeconomico nel Lazio e alla redazione del Rapporto dell’Osservatorio regionale sull’infanzia e l’adolescenza, aveva elaborato una mappa comunale dell’articolazione del disagio sociale e il comune di Campodimele come altri situato nella fascia interna è situato tra i comuni con un drammatica difficoltà con le nuove generazioni e con un o sviluppo economico prevalentemente legato all’economia di un turismo fatto di gruppi di passaggio e di scarsa residenzialità. Il comune pur essendo piccolo ha una frequentazione turistica giornaliera altissima che ne fa uno dei più frequentati del basso Lazio. L’economia rurale e la “proteina della Longevità” ne fanno un luogo attrattivo per i lontani ma sempre più scarso di giovani residenti. Peraltro questi ultimi, anche a causa della situazione logistica e urbanistica, sono ad alto rischio di demotivazione scolastica e di confluenza in gruppi poco leciti. Da quanto emerso, e tuttora valido, il fenomeno più allarmante risultava essere la precarietà della condizione minorile. In particolare, i dati dell’Osservatorio regionale sull’infanzia e l’adolescenza sottolineano: - la presenza considerevole del fenomeno della demotivazione allo studio; - la presenza di rilievo di un problema di devianza e disagio minorile che trova terreno fertile particolarmente nel calo demografico e nelle attrattive dei comuni dei dintorni, balneari, che abituano ad una vita notturna agita nei vari spazi e locali che non si chiude con l’estate e che ragazzi e ragazze cominciano a frequentare fin da età decisamente non congrue (anche 13 anni). Tutte queste caratteristiche fanno emergere una criticità specificamente legata alla condizione giovanile, indotta dall’intreccio tra carenza di possibilità lavorative e assenza di opportunità per il tempo libero, che determina un disagio diffuso che, si esprime oggi anche in un preoccupante grado di diffusione dell’alcoolismo e delle droghe abbinate alle aggregazioni che si scatenano sul territorio con azioni che rasentano la microcriminalità. Le tradizionali aggregazioni rappresentate per anni dalle parrocchie, dai gruppi sportivi laici e religiosi, dalle associazioni teatrali, culturali ecc, cedono via via spazio ad una presenza di ragazzi sempre più demotivata, dell’invasione notturna di strade, dei tragici rientri dalle discoteche in orari antelucani di giovani che vanno incontro ad incidenti stradali, da bande organizzate di vandali che sfregiano, sfasciano e spaccano gli oggetti che incontrano sulla propria strada. Chiari sono i segni del disagio giovanile e sociale che l’Amministrazione ha scelto di non sottovalutare Le Università di Roma e quella di Cassino sono quelle frequentate dai più e ciò induce alla scelta di restare in città per frequentarla anche per le difficoltà di trasporto ferroviario. Ciò genera la voglia di gustare anche un altro modo di vivere più libero e spesso “finanziato” dai genitori. I giovani tornano allora solo nel fine settimana rientrando nel giro di quagli happening fuori porta e della vita alternativa che la popolazione giovanile sperimenta a partire dalle ore 24. Associazioni di giovani, sportive, culturali, laiche e religiose sono presenti sul territorio e provano ad organizzare la vita sociale dei giovani ma non sempre i loro sforzi vengono premiati da buoni risultati. Questa situazione conduce ad inevitabili e consequenziali comportamenti. I giovani infatti finiscono per ritrovarsi in balia delle proprie emozioni, all’ombra di previsioni aleatorie circa il proprio futuro, la propria 3 occupazione, in balia di coloro che pensano possano contare e possano aiutarli a sopravvivere in tanta affollata anomia che conduce a sconforto e alimenta l’incertezza. Inoltre gli interessi della malavita spesso diventano la causa di azioni ai limiti della illegalità e di vandalismo urbano. 4. La scelta dell’Amministrazione Rispetto al tema della legalità e della sicurezza sociale e dell’opportunità offerta dal bando regionale, l’Amministrazione Comunale ha dunque deciso di sviluppare una iniziativa di grande respiro e di lungo periodo finalizzata a dare una risposta seria a questo problema e che trova proprio nei giovani, la finalizzazione dei propri impegni, avendo valutato che i giovani possono costituire il presidio del territorio e il motore stesso del riscatto della città e della sua progressiva trasformazione. La strategia è stata messa a punto in relazione al Piano politico che il Sindaco ha condiviso con gli elettori e che ora segna le fasi delle iniziative intraprese infatti in seno al Comitato Guida dei Sindaci dell’Associazione SERAL (associazione di comuni di cui fa parte Campodimele www.associaioneseral.it). Proprio perché le risorse solitamente a disposizione dei comuni sono contenute gli amministratori hanno convenuto di intervenire prioritariamente sui giovani focalizzando e finalizzando i propri impegni per recuperare per primi quei comportamenti border-line della socialità in questa fascia della popolazione. I giovani possono costituire il target verso cui rivolgere le maggiori attenzioni e contemporaneamente possono costituire il presidio del territorio contro l’illegalità e il motore stesso del riscatto e del miglioramento ella vivibilità del territorio e della sua progressiva trasformazione sia sociale che economica. Con il bando ed il progetto, si andrà a costituire uno Sportello d’Ascolto con l’implementazione di competenze sia sul versante sociale sia su quello della Comunicazione Pubblica. Il personale sarebbe dunque qualificato e il sistema organizzativo sarebbe dotato di un software web idoneo per la gestione del servizio di ascolto continuo del fenomeno dell’illegalità ai fini della prevenzione e del sostegno. Il Comune conta dunque di intervenire su due dei piani previsti dal bando: - il piano per il consolidamento dei principi della legalità e il recupero del disagio tra i giovani - il piano di realizzazione di sistemi informativi dedicati al tema della legalità. 5. Il disegno generale L’Amministrazione si propone pertanto di intervenire sul piano A e B previsti dal bando. a. Il piano A Sul piano di intervento diretto sui problemi del disagio si conta di sviluppare le seguenti iniziative: 1. la costituzione di uno Sportello della legalità che costituisca un riferimento certo per la gestione del fenomeno; 2. la selezione, formazione e addestramento del personale interno che opererà nella struttura e che userà gli strumenti di comunicazione in dotazione e l’eventuale utilizzazione di personale esterno per un periodo iniziale per la sperimentazione dello “sportello” e per l’ottimizzazione del software in uso allo sportello; 3. la realizzazione di programmi di formazione ad hoc nei riguardi degli insegnanti delle Scuole sulle tematiche della legalità e sull’uso del software web della legalità 4. la realizzazione di interventi di coinvolgimento diretto dei giovani studenti 5. la realizzazione di interventi di coinvolgimento delle categorie di cittadini più soggetti alla malavita, attraverso i loro rappresentanti. b. Il piano B Sul piano infrastrutturale si conta di realizzare un portale WEB che consenta di stabilire una rete tra i comuni sul territorio per mettere in comune le conoscenze del fenomeno e delle azioni per contenerlo e poi per debellarlo. Una rete che consenta di interrogare il sistema, ma anche di alimentarlo con informazioni di dettaglio che provengono dai cittadini e possa servire anche come base informativa anche per le forze dell’ordine. La sua realizzazione prevede lo sviluppo di una progettualità che una rappresentanza di cittadini (anche Associazioni) dei diversi settori maggiormente colpiti dalle azioni malavitose (edilizia, finanza, commercio, giovani) del comune sarà chiamata a realizzare con la metodologia della formazioneintervento assistiti dall’Istituto di Ricerca sulla Formazione-Intervento. 4 Si conta anche di utilizzare il progetto come esercizio progettuale dei giovani della città, così da innestare un sentimento di appartenenza e di difesa del proprio territorio nei confronti delle infiltrazioni malavitose che crescono e si sviluppano quanto più il tessuto culturale e strutturale di un territorio si degrada. L’esercizio progettuale sarà condotto con la metodologia della formazione-intervento L’esercizio progettuale ha l’obiettivo di realizzare uno strumento veramente agibile a misura di chi lo deve utilizzare ma serve anche a innestare un processo di apprendimento molto più efficace di qualsiasi azione solo formativa o tanto meno informativa. Il Cronoprogramma P b. N A a b c d e Attività Struttura VOLARE Formazione interna Formazione docenti Coinvolgimento giovani Coinvolgimento categorie 6 7 x x x x x x x x x x x x x x 1 2 3 4 5 x Portale web istituzionale Software della Legalità Realizzazione sportello Gestione sportello Comunicazione x x x x x x x x x x 8 9 10 x B a b c d 5 x x x x x x x