UNIVERSITA` DEGLI STUDI DI PERUGIA FACOLTA` DI
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PERUGIA FACOLTA’ DI MEDICINA VETERINARIA Corso di laurea in IGIENE E QUALITA’ DELLE PRODUZIONI ANIMALI DIPARTIMENTO DI SCIENZE BIOPATOLOGICHE ED IGIENE DELLE PRODUZIONI ANIMALI E ALIMENTARI VET04 CARATTERIZZAZIONE SIEROLOGICA E GENOTIPICA DI SALMONELLA SPP.: APPLICAZIONI NELL’AMBITO DELLE TOSSINFEZIONI ALIMENTARI SIEROLOGIC AND GENOTIPIC CHARACTERIZATION OF SALMONELLA SPP.: APPLICATION IN THE FOODBORNE DISEASE FIELD Laureanda: Roberta Ortenzi Relatore: Dott.ssa Raffaella Branciari Correlatore: Dott.ssa Stefania Scuota Anno Accademico 2006/2007 Ringraziamenti Desidero ringraziare il Dott. Guido Petracca, Direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche; ringrazio il personale dell’Istituto che mi ha assistito e supportato nello svolgimento del presente lavoro. In particolare, il Dott. Telemaco Cenci, Responsabile dell’Area Sicurezza Alimentare, la Dott.ssa Stefania Scuota, la Sig. Alessia Zicavo e tutti i colleghi del Laboratorio Contaminanti Biologici. INDICE Abstract…………………………………………………………………1 Riassunto ………………………………………………………………2 Introduzione…………………………………………………………….3 Classificazione………………………………………………………….7 Serbatoi animali………………………………………………………12 Salmonella negli alimenti…………………………………………….14 La rete ENTER-NET………………………………………………….17 Protocollo ricerca di Salmonella da alimenti……………………….19 Tipizzazione sierologia……………………………………………….20 Multiplex PCR…………………………………………………………26 Tipizzazione fagica…………………………………………………...28 Tipizzazione biomolecolare mediante PFGE (Pulsed-Field Gel Electrophoresis)…………………………………30 Episodio di tossinfezione alimentare……………………………….35 Risultati e discussione……………………………………………….38 Conclusioni……………………………………………………………41 Bibliografia…………………………………………………………….43 ABSTRACT This thesis describes the main Salmonella identification and isolation techniques. Furthermore, through a case of foodborne disease, the functioning of the ENTER-NET surveillance system is described. It is made up of a network of microbiology laboratories coordinated by Regional Reference Centres represented by hospital laboratories, by Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS) and by ARPA. 1 RIASSUNTO Nella presente tesi vengono descritte le principali tecniche di isolamento ed identificazione di Salmonella. Inoltre viene illustrato, attraverso la descrizione di un caso di tossinfezione alimentare, il funzionamento della rete ENTER-NET. La rete ENTER-NET è un sistema di sorveglianza costituito da una rete di laboratori di Microbiologia coordinati da Centri di Riferimento Regionali rappresentati da laboratori ospedalieri, da Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS) e da ARPA. 2 INTRODUZIONE Già dagli anni settanta il concetto di qualità e sicurezza sanitaria degli alimenti è stato associato al concetto di sicurezza microbiologica dell’alimento (Bauman, 1974; WHO, 1995). Nel 2000, con l’emanazione da parte della Comunità Europea del “Libro Bianco sulla Sicurezza Alimentare”, sono state identificate nuove linee strategiche basate sul principio del controllo dell’intera filiera (from the farm to the fork); alla luce di questi nuovi indirizzi comunitari, derivanti dal libro Bianco e in seguito da una serie di Regolamenti comunitari entrati in vigore il 1° gennaio 2006, noti con la denominazione di “Pacchetto Igiene”, si è accentrata l’attenzione sull’argomento da parte dei singoli Stati Membri che hanno predisposto interventi finalizzati a garantire la Sicurezza Alimentare (Libro Bianco, 1999). Nonostante i progressi soddisfacenti realizzati nel campo della prevenzione di alcune malattie infettive, le forme morbose legate all’assunzione di alimenti rappresentano ancora un problema di Sanità Pubblica, enfatizzato, tra l’altro, dall’emergenza di “nuovi” patogeni e accentuato dall’uso di 3 tecniche di produzione, manipolazione e distribuzione su larga scala di prodotti alimentari. La prima relazione sintetica comunitaria dell’EFSA (Europaen Food Safety Authority) sull’andamento e sulle fonti delle zoonosi, è stata pubblicata nel dicembre 2005. Le zoonosi, ossia le malattie degli animali trasmissibili all’uomo, hanno interessato oltre 380.000 cittadini dell’UE nel 2004. La forma umana della malattia viene spesso contratta attraverso alimenti contaminati. Stando alla relazione, le due malattie zoonotiche osservate con maggiore frequenza negli esseri umani sono infezioni da Salmonella e Campylobacter, che sono comunemente diffusi negli animali e, conseguentemente, negli alimenti. In Italia, le malattie a trasmissione alimentare vengono segnalate nel sistema di notifica obbligatoria delle malattie infettive coordinato a livello nazionale dal Ministero della Salute. Inoltre, la sorveglianza di laboratorio di alcune infezioni a prevalente trasmissione alimentare fa capo al sistema ENTER-NET, inserito in un network cui partecipano numerosi paesi europei ed extraeuropei. Nel nostro paese tale sistema è costituito da una rete di 4 laboratori di Microbiologia coordinati da Centri di Riferimento Regionali rappresentati da laboratori ospedalieri, da Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS) e da ARPA. Tutta l’attività è coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità. Le infezioni da Salmonella rappresentano in Italia la principale causa di epidemie. Infatti, si registrano circa 15.000 casi/anno, che rappresentano un importante problema di sanità pubblica sia per l’elevata morbosità, sia per il peso economico che comportano (www.simi.iss.it). Negli ultimi anni il numero delle Salmonellosi notificate è andato via via diminuendo; tale diminuzione può essere ascritta alle migliorate condizioni igieniche di produzione degli alimenti e alle relative misure di controllo implementate, conseguenti a recepimenti di Normative Europee nell’ambito dell’Autocontrollo e, più in generale, del controllo di filiera. Dopo un’analisi dei dati del sistema ENTER-NET e di quelli disponibili del Piano triennale alimenti della Regione Umbria, vista la frequenza degli isolamenti di Salmonella dagli alimenti e dai pazienti con sintomatologia gastro-enterica e l’incidenza di Salmonella nelle tossinfezioni alimentari rispetto agli altri patogeni, 5 è stato individuata la possibilità di intervenire, nell’ambito del Centro di Riferimento regionale per Enterobatteri patogeni, per collegare le varie fasi dell’indagine epidemiologica procedendo a rilievi molecolari sui ceppi isolati di origine ambientale, umana ed alimentare, mediante l’utilizzo della tecnica dell’elettroforesi in campo pulsato (PFGE). Scopo del presente lavoro è stato quello di descrivere le principali tecniche di isolamento ed identificazione di Salmonella e il funzionamento della rete ENTER-NET, esponendo un caso di tossinfezione alimentare verificatosi in Umbria. 6 CLASSIFICAZIONE All’interno del genere Salmonella esiste un gran numero di sierotipi, distinti sulla base della diversa combinazione degli antigeni somatici e flagellari e talvolta anche in base ad alcuni caratteri biochimici (Ewing,1986). Dai primi isolamenti ad oggi la classificazione del genere Salmonella è stata più volte rivista. Inizialmente i ceppi di Salmonella, isolati da diverse forme cliniche o da altre fonti, venivano considerati come specie distinte. In seguito lo studio degli antigeni somatici (O) e flagellari (H) iniziato da White e portato avanti da Kauffmann, portò alla descrizione di un enorme numero di sierotipi che sostituirono le specie precedentemente identificate (Editorial, 1992). Esistono diverse classificazioni fenotipiche del genere Salmonella; tra queste quelle più conosciute e utilizzate sono quella di Le Minor per quanto riguarda la suddivisione in sottospecie e quella di Kauffmann-White, per quanto riguarda la tipizzazione sierologia. 7 Il genere Salmonella comprende due sole specie: S. enterica e S. bongori. La specie enterica è a sua volta suddivisa in sei sottospecie: enterica, salamae, arizonae, diarizonae, houtenae, indica. Oggi si conoscono più di 2400 sierotipi della specie enterica, e il sierotipo non è più considerato come identificativo di specie; pertanto la nomenclatura non lo riporta più in corsivo; peraltro i nomi sono mantenuti solamente per i sierotipi appartenenti a S. enterica subsp. enterica (es S. Typhimurium), mentre quelli ascrivibili alle altre sottospecie vengono identificati attraverso le relative formule antigeniche. L’attuale classificazione che deriva, come già detto, da quelle di Kauffmann-White e di Le Minor riflette la presente tassonomia delle Salmonelle ed è soggetta ad aggiornamenti annuali curati dal WHO Collaborating Centre for Reference and Research on Salmonella, con cui collaborano vari laboratori di riferimento internazionali. 8 CLASSIFICAZIONE SECONDO KAUFFMANN-WHITE Kauffmann nel 1931 presentò lo schema di classificazione delle Salmonelle, in uso fino ai nostri giorni e universalmente accettato. In realtà egli riscrisse, ampliandolo, uno schema precedente elaborato da Schultze, White e Scott. Lo schema si basa sul fatto che: – il genere è rappresentato da bastoncelli gram-negativi, aerobi, non sporigeni, per lo più mobili, che crescono bene sui comuni terreni colturali, fermentano il glucosio e riducono i nitrati e non l’indolo, non idrolizzano l’urea, il VP, l’adonite, e non fermentano il saccarosio; con alcune eccezioni, non fermentano il lattosio; – esistono 4 sotto-generi (denominati I, II, III, IV) differenziabili in base a poche prove biochimiche (Tabella 1); – i ceppi con la medesima formula antigenica, anche se con differenze biochimiche (ad esempio, fermentare o meno un certo zucchero oppure produrre e non produrre H2S) appartengono allo stesso sierotipo (Kauffmann, 1967). 9 Tabella 1. Test biochimici per la suddivisione del genere Salmonella in quattro sotto-generi Test I II III IV Fermentazione dulcite + + - - Fermentazione lattosio - - + - Fermentazione salicina - - - + Fermentazione malonato - + + - Crescita in terreno KCN - - - + CLASSIFICAZIONE SECONDO LE MINOR Le sei sottospecie di S. enterica sono distinguibili in base a prove biochimiche (Tabella 3) che consentono anche di differenziare S. enterica da S. bongori. I sierotipi di S. enterica subsp. enterica sono spesso indicati con un nome che usualmente è correlato al luogo geografico nel quale il sierotipo è stato per la prima volta isolato. Il nome viene scritto in lettere romane e la prima lettera è maiuscola. I sierotipi appartenenti alle altre sottospecie sono designati dalle loro formule antigeniche, seguite dal nome della sottospecie (Tabella 2) (Le Minor, 1987). 10 Tabella 2. Classificazione delle Salmonelle Specie Sottospecie Numero sottospecie S. enterica enterica I salamae II arizonae IIIa diarizonae IIIb houtenae IV indica VI S. bongori V Tabella 3. Prove biochimiche Test S. enterica S. bongori I II IIIa IIIb IV VI V Fermentazione dulcite + + - - - +/- + Fermentazione lattosio - - - + - +/- - Fermentazione salicina - - - - + - - Fermentazione sorbitolo + + + + + - - Fermentazione malonato - + + + - - - Fermentazione d(+)tartrato + - - - - - - Crescita in terreno KCN - - - - + - + ONPG - - - + - +/- + 11 SERBATOI ANIMALI Gli animali fungono da principali serbatoi di mantenimento della Salmonella. Ogni sierotipo predilige una o più specie animali; alcuni sono considerati addirittura specifici per una specie animale (ad es. S. Gallinarum nei polli), altri sono definiti ospite-adattati in quanto prediligono un ospite, ma possono infettarne anche altri (S. Dublin per bovini, S. Hadar nei volatili, S. Enteritidis nelle galline ovaiole); infine alcuni sierotipi, come S. Typhimurium, sono ubiquitari (Brackelsberg, 1997). Il ruolo di serbatoio viene svolto da numerose specie animali da reddito e da compagnia. I bovini sono spesso colonizzati da S. Dublin e S. Typhimurium, con infezioni di durata variabile e forme cliniche di vario tipo. S. Dublin può persistere nell’ospite molto a lungo, in alcuni casi anche tutta la vita, inducendo per lo più forme gravi di malattia (Allerberger, 2002). Nelle specie aviarie sono presenti sierotipi specie-specifici, come S. Gallinarum nel pollo, sierotipi ospite-adattati e ubiquitari. In Italia i principali sierotipi ospite-adattati nel pollo sono S. Hadar e S. Enteritidis, mentre nel tacchino si ritrova principalmente S. 12 Blockley. I suini rappresentano un importante serbatoio di S. Typhimurium e S. Derby (Wilcock, 1992). 13 SALMONELLA NEGLI ALIMENTI L’ubiquitarietà e la capacità di crescita delle Salmonelle a temperature comprese fra 7°C e 46°C fa sì che qualsiasi alimento manipolato o conservato in modo non corretto possa essere contaminato e quindi rappresentare un’eventuale fonte di infezione. Molti episodi di malattia alimentare sono causati dal tempo prolungato intercorso fra la preparazione o la cottura dell’alimento e il consumo. Questo rende possibile la moltiplicazione dei batteri presenti nell’alimento, con raggiungimento di elevate concentazioni e quindi con maggiore probabilità di causare malattia (De Felip, 2001). Il ruolo degli operatori della catena alimentare può essere rilevante, in quanto è stato dimostrato che una non corretta manipolazione di materie prime contaminate (carni, uova) può causare un’estesa contaminazione ambientale che può essere causa di cross-contaminazione anche di alimenti pronti per essere consumati (Synnott, 1998). 14 Per quanto riguarda la catena di macellazione, la presenza di Salmonella sulle carcasse è generalmente dovuta a contaminazione fecale, ed è direttamente proporzionale all’entità dell’infezione nell’animale e alle carenze igieniche in fase di macellazione. La contaminazione profonda a livello delle masse muscolari è infrequente, ma i processi di produzione di carni macinate o insaccati freschi fanno sì che la contaminazione superficiale venga estesa a tutto il prodotto. Per questo motivo tali prodotti, se cotti o stagionati in modo non sufficiente, possono divenire fonti di infezione (Castellani, 1993). Nelle carni avicole, la contaminazione da Salmonella dipende principalmente dalle modalità di allevamento del pollame. Ogni allevamento può contenere migliaia di capi in spazi limitati, e questa concentrazione di potenziali ospiti fornisce alle Salmonelle l’opportunità di diffondersi in modo estremamente rapido tra gli animali. La stessa condizione si può verificare durante il trasporto dall’allevamento al macello, se questo avviene in condizione di sovraffollamento. Una contaminazione superficiale delle carcasse si può riscontrare nel corso della macellazione per contaminazione crociata che si verifica durante le diverse fasi. 15 Le uova e i prodotti derivati rappresentano un importante veicolo di Salmonella, soprattutto di S. Enteritidis. La contaminazione dell’uovo può avvenire nell’ovaio per trasmissione verticale, o nella cloaca al momento della deposizione; inoltre non infrequente è la contaminazione delle uova durante il trasporto su nastro imbrattato da feci. La maggior parte dei casi di tossinfezione alimentare da S. Enteritidis sono correlati non tanto alle uova, quanto al consumo di prodotti a base di uova, quali maionese e dolci preparati con uova crude, in cui la moltiplicazione dei microrganismi presenti avviene in seguito al mantenimento dei prodotti a temperatura ambiente anche per tempi brevi. 16 PARTE SPERIMENTALE La rete ENTER-NET In Europa, è attiva dal 1994 una rete di sorveglianza internazionale chiamata ENTER-NET, che coinvolge centri di referenza dei Paesi dell’Unione Europea nonché il Canada, il Giappone, il Sud Africa, la Svizzera e la Norvegia. La rete ENTERNET raccoglie informazioni sui sierotipi di Salmonella e di E. coli VTEC associate alle infezioni umane, sulla resistenza agli antibiotici dei ceppi implicati e contribuisce all’identificazione e allo studio di episodi epidemici a carattere internazionale. L’Istituto Superiore di Sanità partecipa alla sorveglianza Europea e coordina un sistema di sorveglianza nazionale, ENTER-NET Italia, che coinvolge numerosi laboratori del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), dai quali riceve regolarmente le segnalazioni degli isolamenti e provvede a diffondere i dati e le informazioni di ritorno ai laboratori partecipanti. Nel 2002 è stata attivata a livello nazionale una struttura parallela al sistema ENTER-NET, che riguarda la raccolta di dati sugli isolamenti di Salmonella spp. da campioni di origine 17 veterinaria, e che prende il nome di ENTER-VET. Le strutture che vi partecipano sono gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali coordinati dal Centro Nazionale di Referenza per le Salmonellosi istituito presso l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie. ENTER-NET raccoglie mediamente ogni anno informazioni microbiologiche ed epidemiologiche su oltre 12.000 isolati di Salmonella, di cui circa la metà di origine umana (Rapporti ISTISAN 05/27). In italia le infezioni umane da Salmonella e gli episodi epidemici dovuti a tossinfezione alimentare sono soggetti a notifica obbligatoria al SSN, ma spesso i casi di Salmonellosi sono sottostimati, la trasmissione delle informazioni spesso è poco tempestiva ed è difficile associare episodi epidemici al consumo di un particolare alimento contaminato (www.ministerosalute.it). Il Centro di Riferimento Regionale per gli Enterobatteri dell’Istituto Zooprofolattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche partecipa alla rete di sorveglianza raccogliendo dati e ceppi batterici che vengono inviati dai laboratori periferici delle AASSLL territoriali, da laboratori privati e dall’ARPA. I ceppi batterici di Salmonella vengono sottoposti ad una serie di analisi: test biochimici, 18 tipizzazione sierologica, tipizzazione biomolecolare e valutazione dell’antibiotico resistenza. Il saggio di sensibilità agli antimicrobici viene effettuato con la tecnica della diffusione in agar (KirbyBauer, 1966) secondo le linee guida NCCLS. Protocollo Ricerca di Salmonella da alimenti La ricerca di Salmonelle negli alimenti è una procedura prevista dalla normativa per la sicurezza degli alimenti e viene effettuata seguendo procedure operative standard (POS) che si basano su metodi validati dall’International Standard Organization (ISO). Il metodo ufficiale adottato dall’IZS è quello VIDAS Salmonella, metodo alternativo validato in base alla norma ISO 16140 sul metodo UNI EN ISO 6579:2004. Tale test è di tipo qualitativo e permette la rilevazione di Salmonella nei prodotti alimentari con un test immunoenzimatico: ELFA (Enzyme Linked Fluorescent Assay). Il test utilizza un cocktail di anticorpi monoclonali di cattura ad alta specificità, diretti contro degli antigeni O ed H e permette 19 l’individuazione dei ceppi mobili ed immobili di Salmonella con una leggera reattività crociata con le altre Enterobatteriacee. Qualora il risultato del test VIDAS Salmonella dia esito positivo per la presenza del germe nell’alimento analizzato, questo risultato deve essere confermato da un successivo isolamento dalla stessa matrice mediante il metodo descritto nella ISO 6579:2004 (International Organization for Standardization: Microbiology of food and animal feeding stuffs - Horizontal method for the detection of Salmonella spp.). Tipizzazione Sierologica La tipizzazione sierologica viene effettuata mediante agglutinazione, con metodica rapida su vetrino o lenta in provetta. Entrambe le metodiche si applicano per l’identificazione degli antigeni somatici O e degli antigeni flagellari H, nonché dell’antigene di virulenza Vi. La scelta del metodo dipende dalle esigenze del laboratorio: il metodo dell’agglutinazione rapida è veloce e apparentemente più semplice, ma richiede una certa abilità ed esperienza dell’operatore, mentre, il metodo dell’agglutinazione lenta è più complesso e dispendioso ed è 20 consigliabile se il laboratorio tratta costantemente un numero programmabile di tipizzazioni. La tipizzazione prevede operativamente le seguenti fasi: 1. Agglutinazione volta ad evidenziare l’antigene somatico (O) 2. Agglutinazione volta ad evidenziare gli antigeni flagellari H. Vista la numerosità di sierotipi presenti nello schema di Kauffmann-White è importante fare alcune considerazioni: se ci riferiamo ad isolati da campioni umani basterebbe utilizzare gli antisieri specifici per i sierotipi più frequentemente implicati nella patologia umana che, rispetto alla grande quantità esistente, sono in numero limitato. In generale i principali sierotipi isolati sono quelli appartenenti ai gruppi O4, O7, O8, O9, O3,10, O1,3,19 e con fase ciliare b, d, i, E, G, k, y, L, r, z10, z29 e 1; inoltre se abbiamo ad esempio isolati appartenenti al gruppo O4 e O9, si può ipotizzare che i sierotipi siano S. Typhimurium e S. Enteritidis, rispettivamente. Accorgimenti per ottenere un miglior risultato sono l’utilizzo di colture fresche per ottenere una migliore agglutinazione e il passaggio su una piastra di agar nutriente semisolido in quanto le colture vecchie possono perdere la mobilità; dopo incubazione a 21 +37°C, con la piastra posizionata in modo da avere il coperchio rivolto verso l’alto, si preleva per il test la patina batterica dalla parte periferica della piastra stessa. La tecnica di agglutinazione rapida su vetrino prevede l’uso di batteri trapiantati da terreni nutritivi come il Tryptycase Soy Agar (TSA - OXOID). Operativamente si pone una goccia di antisiero su un vetrino e poi con l’ansa, si procede a trasportare la patina batterica direttamente sulla goccia di siero e si mescola con movimento circolare, in modo da disperdere i batteri. La patina microbica viene stemperata dalla periferia della goccia verso il centro fino ad inglobare tutto il siero. La miscelazione viene completata con movimenti di oscillazione del vetrino. Dopo qualche secondo si osserva la reazione ad occhio nudo e, nel caso di reazione positiva, si osserveranno piccoli granuli bianchi, omogeneamente dispersi nell’intera goccia di siero, divenuta trasparente attorno alle granulazioni. In caso di reazione negativa i batteri rimangono in sospensione con un aspetto lattiginoso e opaco (Zavanella, 2001). Lo schema di identificazione più comunemente applicato (WHO, 1980; Popoff, 1997) prevede l’uso iniziale di sieri 22 polivalenti che forniscono delle indicazioni generali e, successivamente, di sieri monovalenti specifici nei confronti sia degli antigeni somatici O sia degli antigeni flagellari H. Operativamente le fasi sono: 1. saggio delle colonie con antisiero polivalente somatico O (A-S); 2. saggio delle colonie con antisiero monovalente somatico O; 3. saggio delle colonie con antisiero polivalente flagellare H (poli H fasi 1 e 2); 4. saggio delle colonie con antisiero monovalente flagellare. Una completa definizione del sierotipo prevede, se si tratta di Salmonella bifasica, il riconoscimento di entrambe le fasi ciliari 1 e 2 che non possono essere evidenziate contemporaneamente durante la prima agglutinazione, per cui si procederà ad effettuare la cosiddetta “inversione di fase”. I metodi più conosciuti sono quello di Swen Gard e il metodo di Craigie. Il primo consiste nel seminare il ceppo al centro di una piastra contenente un terreno nutritivo agarizzato semisolido (Swen-Gard - Estratto di carne 5g/l, Estratto di lievito 1g/l, Glucosio 2.5 g/l, Peptone di caseina 17g/l, Peptone di soia 3 g/l Potassio fosfato bibasico 2.5 g/l, Sodio cloruro 5 g/l, Agar noble 5 23 g/l), addizionato con una piccola quantità di siero anti-Salmonella corrispondente alla fase H espressa (e quindi da inibire). Dopo incubazione a 37°C per 18-24 ore, la Salmonella, essendo mobile, si svilupperà formando una patina batterica di forma circolare, alla cui periferia saranno presenti cellule batteriche dotate della fase H differente da quella iniziale, che è stata inibita dall’antisiero posto nel terreno (inversione di fase). Il metodo di Craigie segue lo stesso principio del precedente, ma viene effettuato in provetta. Dopo aver ottenuto l’inversione di fase si ripete l’agglutinazione con gli antisieri H. Nel metodo dell’agglutinazione lenta per la ricerca degli antigeni H, ogni ceppo viene seminato in due provette, contenenti rispettivamente 3 mL di Trypticase Soy Broth (TSB) per la ricerca della fase “H”, e 4 mL del medesimo terreno per la ricerca della fase “O”. La provetta contenente 3 mL viene incubata a 37°C per 18-24 ore, e successivamente addizionata con un ugual volume di soluzione fisiologica formolata all’1%. La provetta contenente 4 mL viene incubata a 37°C per 3 ore, e successivamente sottoposta ad in attivazione mediante bollitura. Si procede quindi 24 al test di agglutinazione lenta su piastra, utilizzando per ogni siero la diluizione d’uso precedentemente stabilita testando ceppi di riferimento con diluizioni scalari dei diversi sieri. Per tale prova esistono dei pool di sieri introdotti da Spicer-Edwards che consentono, mediante varie combinazioni, di risalire a 35 fattori antigenici (Zavanella, 2001) (Tabella 4). Tabella 4. Composizione dei pool di Spider-Edwards Antigeni H a b c d e,h G Complex j k r y z z4 Complex z10 z29 Antigene H Pool 1 + + + + + + + - e, n,x ; e, n, z15 Pool 2 + + + + + + + Nome del pool Pool 3 Pool 4 + + + + + + + + + + + + + + Numero del pool EN complex 5 l, v ; l, w ; l, z13 ; l, z28 L complex 6 1,2 ; 1,5 ; 1,6 ; 1,7 ; z6 1 complex 7 Nota: G complex comprende gli antigeni f, g; f, g, s; f, g, t; g, m; g, m, q; g, m, s; g, m, t; g, p; g, p, s; g, p, u; g, q; g, s, t; g, t; m, p, t, u; m, t z4 complex comprende gli antigeni z4, z23; z4, z24; z4, z32 25 Multiplex PCR Alcuni ceppi possono risultare monofasici da un punto di vista sierologico, mentre in realtà sono in possesso del gene codificante la seconda fase ciliare, ma hanno ridotto o perso la capacità di esprimerlo. Per confermare la mancanza della seconda fase viene utilizzata una tecnica di caratterizzazione molecolare dei geni responsabili dell’espressione di specifici antigeni flagellari. L’analisi si basa sull’amplificazione mediante PCR di specifici frammenti del gene fljB codificante il complesso antigenico H1, resa possibile dall’utilizzo di una serie di coppie di primers scelta opportunamente sulle sequenze specifiche degli alleli H1,2, H1,5, H1,6 e H1,7 che costituiscono il complesso stesso. In particolare la metodica prevede l’utilizzo di un primer “senso” comune a tutte le varianti alleliche e quattro primers antisenso di cui uno comune a tre specifici, rispettivamente per gli alleli H1,5, H1,6 e H1,7. In seguito a reazione multiplex si ottiene l’amplificazione di tre ampliconi specifici di differente peso molecolare relativi alle suddette varianti alleliche con l’assunzione 26 che l’amplificazione dell’intero frammento corrisponde a positività per allele H1,2. Per l’estrazione del DNA batterico 4-5 colonie da una coltura in TSA vengono stemperate in 300TL di acqua distillata e fatte bollire per 15 minuti; successivamente vengono centrifugate a 14000 rpm per 5 minuti e il surnatante viene trasferito in una provetta eppendorf. Le condizioni della miscela di reazione (Tabella 5) e le sequenze dei primers (Tabella 6) sono riportate di seguito (Echeita, 1998). Tabella 5. Mix di reazione Reagenti Concentrazione iniziale Concentrazione finale Buffer Taq Gold MgCl2 dNTPs Primer Fly B sense F1 antisense R6 antisense R5 antisense R7 antisense R1 Taq H2O 10X 25mM 10mM 5 TM 5 TM 5 TM 5 TM 5 TM 5U/ TL 1X 1,5mM 200 TM 0.26 TM 0.26 TM 0.3 TM 0.34 TM 0.28 TM 2.5U 27 Quantità in 50 8L di volume di reazione per campione 5 TL 3 TL 1 TL 2.6 TL 2.6 TL 3 TL 3.4 TL 2.8 TL 0.5 TL 21.1 TL Tabella 6. Sequenze dei primers Primer Fly B sense F1 Primer Fly B antisense R6 Primer Fly B antisense R5 Primer Fly B antisense R7 Primer Fly B antisense R1 5’ –CGCAAAGATACAGCAGTAACAACGA- 3’ 5’ –CTCCTGTACTTCTGTTTTGGTTGTA- 3’ 5’ –CCGGTTACAGCAGCCGTACCAG- 3’ 5’ –TAATCGCCATTTTTGTCGAG- 3’ 5’ –CATTTTGACCAATCTCGCGACAT- 3’ Tipizzazione Fagica La tipizzazione fagica viene effettuata se si ha l’esigenza di confrontare ceppi appartenenti allo stesso sierotipo e/o di effettuare indagini epidemiologiche. La fagotipizzazione permette infatti di differenziare i vari sierotipi in sottotipi (fagotipi) in base alla diversa sensibilità nei confronti di un pannello di batteriofagi. Questa tecnica sfrutta la caratteristica che hanno alcuni batteri di possedere recettori specifici per determinati fagi sierotipo specifici che, quindi, possono penetrare, replicarsi nella cellula e indurne la lisi. La modalità di esecuzione e di interpretazione della tecnica può basarsi su diversi schemi, ma quelli più comunemente utilizzati sono quelli indicati dal Public Health Laboratory Service, Colindale, Londra. È sicuramente una metodica molto utile, ma ha come svantaggio quello di dipendere molto dalla capacità interpretativa dell’operatore ed è quindi anche di difficile 28 standardizzazione. Inoltre, i reagenti non sono in commercio, e solo presso i laboratori di riferimento nazionali è possibile effettuare la fagotipizzazione. Operativamente l’isolato viene seminato su piastre di Triptycase Soy Agar (TSA) e incubato a 37°C per 18-24 ore. Successivamente si trasferisce con un ansa la patina batterica in 4 mL di Nutrient Broth Double Strenght (DIFCO) e si incuba per 2 ore a 37°C. Contemporaneamente si trasferiscono i fagi opportunamente diluiti in micropiastre. Le brodocolture vengono seminate su piastre di Nutrient Agar (DIFCO), a cui vengono aggiunti i fagi in modo da formare delle gocce ben delimitate. Le piastre di Nutrient Agar inoculate vengono incubate a 37°C per 1824 ore. Alla fine dell’incubazione si effettua la lettura. La presenza di lisi in corrispondenza del fago viene evidenziata mediante la formazione di una placca circolare in cui manca la patina batterica, o dalla presenza di placche di numero e dimensioni variabili in caso di lisi incompleta (Anderson, 1977). 29 Tipizzazione Biomolecolare Mediante PFGE (PulsedField Gel Electrophoresis) L’utilizzo della PFGE consente, mediante il confronto dell’impronta del DNA (DNA fingerprinting), di capire se isolati di Salmonella possono derivare dallo stesso clone cellulare. Questa tecnica fornisce informazioni importanti ai fini epidemiologici. A tal proposito, il DNA viene frammentato in frazioni di diversa lunghezza grazie ad endonucleasi di restrizione e successivamente viene fatto correre su un gel d’agarosio per separare i frammenti originati e misurarne così il numero e il peso molecolare (espresso in paia di basi: bp). Quello che si ottiene è un profilo di restrizione unico per ciascun clone, costituito da bande evidenziate mediante fluorescenza dalla colorazione con bromuro di etido. Tale profilo di restrizione permette l’individuazione del ceppo esaminato e il confronto con profili ottenuti da altri ceppi della stessa specie. Il più comune metodo di separazione di molecole di DNA di grandezza compresa in un range tra 0,1 Kb e 30 Kb è il gel-elettroforesi orizzontale. Quando la misura del DNA è al di sopra delle 30 Kb, si utilizza l’elettroforesi su gel in campo 30 pulsato (Pulsed-Field Gel Electrophoresis o PFGE). Tale tecnica ideata da Schwartz e Cantor nel 1983 utilizza due campi elettrici con differenti angolazioni, applicati alternativamente al gel di agarosio per periodi di tempo definiti, dell’ordine di secondi. L’azione del primo campo causa uno stiramento lungo il piano orizzontale delle molecole di DNA e il loro movimento nel gel. L’interruzione di questo campo e l’azione del secondo fa sì che le molecole si muovano nella nuova direzione. Tenendo presente che per una molecola a catena lunga lineare esiste una relazione tra il cambiamento conformazionale indotto da un campo elettrico e la lunghezza della molecola stessa, le molecole più piccole si riallineranno più velocemente nel nuovo campo elettrico e quindi continueranno a muoversi attraverso il gel. Molecole più grandi al contrario impiegheranno più tempo per allinearsi. Variando continuamente la direzione del campo elettrico sarà quindi possibile separare le molecole quelle più piccole da quelle più grandi. La PFGE permette di separare frammenti di DNA fino a 10 Mb. La tecnica, secondo il protocollo PULS-NET previsto dal circuito europeo ENTER-NET, prevede l’utilizzo di terreno in 31 piastra di TSA (Tryptone Soya Agar) su cui vengono fatti crescere gli isolati; le cellule batteriche vengono raccolte direttamente dalle piastre. Successivamente vengono risospese in CSB (Cell Suspension Buffer: 100mM Tris, 100mM EDTA, pH 8) sino ad ottenere una densità di 0,50-0,55 O.D. (unità di densità ottica) a 600 nm. Poiché il DNA cromosomico può danneggiarsi facilmente, le cellule batteriche vengono inglobate in una matrice d’agarosio a forma di blocchetti. Si prepara un gel d’agarosio al 2% in TE (10mM Tris, 1mM EDTA, pH 8) e si lascia scendere la temperatura del gel fino a 55°C. Contemporaneamente si prelevano 500TL della sospensione cellulare ai quali si aggiungono 20 TL di Proteinasi K (pari a 8 unità) e si unisce con l’agarosio in modo da ottenere un rapporto 1:1; si cola in uno stampo e si lascia solidificare per 10 minuti a 4°C. Ogni blocchetto d’agarosio che contiene le cellule batteriche viene lasciato per 2 ore in una soluzione di lisi, ClysisB (50mM Tris, 50mM EDTA, 1% Sarkosyl, 0,1 mg/mL Proteinasi K, pH8), in agitazione in un bagnetto a 55°C. Il blocchetto d’agarosio con le cellule incluse viene quindi lavato due volte utilizzando acqua distillata sterile alla temperatura di 50°C; successivamente vengono effettuati tre 32 lavaggi in TE alla stessa temperatura. I blocchetti così ottenuti possono essere conservati per molti mesi a 4°C per successive analisi. Al momento dell’analisi del DNA, uno dei tasselli conservati, dello spessore di 3 mm, viene posto a contatto con 100 TL di una soluzione contenente 84 TL di acqua nuclease-free, 10 TL di Buffer di reazione, 1 TL di Bovin Serum Albumine (BSA) e 5 TL dell’enzima XbaI. Si lascia ad incubare a 37°C over-night (in alternativa è prevista anche un’incubazione di 4 ore a 37°C). Si prepara un gel d’agarosio all’1% in 150 mL di TBE 0,5X, si cola nel supporto e si lascia solidificare. Si caricano i campioni nei pozzetti e si sigilla con l’agarosio con cui sono stati fatti i blocchetti diluito in TE fino all’1%. L’ apparato utilizzato per la corsa elettroforetica è del tipo Contour-clamped Homogeneous Electric Field (CHEF) in cui gli elettrodi sono disposti ad esagono nella vasca in modo da generare un campo elettrico con angolo di 120° in tutte le parti del gel. Con questa tecnica si ottengono bande molto nette e piste di migrazione ben dritte poiché in tutte le direzioni del gel il DNA è 33 sottoposto alle stesse condizioni (6V/cm (200V), switch time 2-64 s, tempo di corsa 22 ore alla temperatura di 14°C). Per visualizzare le bande il gel viene colorato con bromuro d’etidio e osservato al transilluminatore UV. L’immagine del gel, che sarà utilizzata per l’analisi e l’interpretazione dei profili, viene fotografata, salvata in formato TIFF e analizzata con un software (BIONUMERICS) in grado di confrontare le diverse bande ottenute ed effettuare eventuali correlazioni tra i diversi ceppi, in modo da capire se vi è una discendenza clonale. 34 Episodio di Tossinfezione Alimentare Durante l’ultimo decennio, la diffusione di ceppi di Salmonella enterica serovar 1,4,[5],12:i:-, ha subito un costante incremento, soprattutto negli isolati di origine umana. In Italia, nonostante il basso numero di isolamenti, questo sierotipo risulta essere il terzo più frequentemente isolato da campioni umani. Anche in ambito veterinario, tale sierotipo, che risulta per lo più correlato al suino e ai prodotti derivati, risulta in costante crescita (Echeita, 1999). Nel maggio del 2005, in provincia di Perugia, si è verificato un episodio tossinfettivo causato da Salmonella enterica sierotipo 4, [5], 12; i; -, legato al consumo di una porchetta contaminata, che è stata servita in occasione di un rinfresco aziendale. L’episodio ha coinvolto un numero piuttosto alto di persone. Il ceppo è stato isolato da un residuo del pasto, conferito al Laboratorio di Microbiologia degli Alimenti dell’IZS (Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche). Nei giorni successivi, dai laboratori ospedalieri afferenti al Centro di Riferimento Regionale Enteropatogeni dell’IZS di Perugia sono stati inviati numerosi ceppi isolati da casi clinici, che sono risultati 35 appartenere allo stesso sierotipo. Nelle schede di notifica, solo in due casi era citata l’associazione tra infezione e consumo di porchetta. L'identificazione del germe dalla matrice alimentare è stato effettuato mediante metodo ELFA sopra descritto (VIDAS Salmonella); successivamente si è proceduto all’isolamento mediante il metodo descritto nella ISO 6579:2004 e alla caratterizzazione biochimica del germe mediante sistema in micrometodo (Rapid 20 E - Biomérieux). Sugli stipiti di origine umana inviati all’IZS dalle varie strutture Ospedaliere sieroagglutinazione della rapida Regione su vetrino è stata eseguita utilizzando sieri la del commercio (Statens Serum Institut - DK). Sul DNA estratto dagli isolati umani si è proceduto all’identificazione biomolecolare mediante PCR multiplex e PFGE. Su colonie di Salmonella isolate dalla porchetta si è proceduto ad isolare il DNA e alla sua analisi mediante PCR multiplex e PFGE. Per l’interpretazione dei dati sono state seguite le linee guida proposte da Tenover riportate in tabella 7 (Tenover, 1995). 36 Tabella 7. Criteri per l’interpretazione dei profili secondo Tenover Categoria Indistinguibili Numero di frammenti differenti 0 Strettamente correlati 2-3 Possibilmente correlati 4-6 Non correlati Y7 37 Interpretazione epidemiologica Gli isolati appartengono allo stesso caso di tossinfezione alimentare Gli isolati probabilmente appartengono allo stesso caso di tossinfezione alimentare Gli isolati possibilmente appartengono allo stesso caso di tossinfezione alimentare Gli isolati non appartengono allo stesso caso di tossinfezione alimentare Risultati e Discussione La ricerca di Salmonella effettuata sul campione di porchetta mediante metodo ELFA sopra descritto (VIDAS Salmonella) ha messo in evidenza la presenza di antigeni di Salmonella spp., confermata successivamente mediante isolamento e test biochimici. I risultati della PCR multiplex su DNA estratto da Salmonella isolata da campioni umani e porchetta sono mostrati in Figura 1. Figura 1. Risultati Multiplex PCR 1,21: 50 pb DNA ladder (Fermentas Life Sciences); 20: controllo negative di amplificazione; 2: S. Typhimurium (H2: 1,2 – 394pb); 3: S. Infantis (H2: 1,5 – 103pb); 4: S. Anatum (H2: 1,6 – 291pb); 5: S. Bredeney (H2: 1,7 – 195pb); 619: ceppi isolati da casi clinici correlati 38 La PCR multiplex ha messo in evidenza l’assenza in entrambi i casi dei determinanti genetici che codificano per gli antigeni flagellari 1.2 (394bp), 1.5 (103bp), 1.6 (291bp), 1.7 (195 bp). I 14 ceppi esaminati sono pertanto ascrivibili al sierotipo 4,[5],12:i:-. Figura 2. Risultati della PFGE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 2:ceppo isolato da porchetta; 3-6, 8-12, 14-17: ceppi isolati da casi clinici correlati; 19-20: ceppi isolati da casi clinici non correlati; 1, 7, 13, 20: controllo S. Braenderup; 18: controllo S. Senftenberg. La PFGE del DNA isolato dal campione di porchetta ha messo in evidenza un profilo strettamente correlato a quello del 39 DNA dei ceppi umani. Per confermare tale risultato il profilo del DNA dei campioni esaminati è stato confrontato con il profilo di altri ceppi appartenenti allo stesso sierotipo, isolati da casi clinici in periodi precedenti. I risultati mostrano in questo caso un profilo elettroforetico sostanzialmente diverso (Figura 2 ). 40 CONCLUSIONI Alla luce delle nuove normative sull’igiene degli alimenti, l’analisi del rischio come fondamento su cui basare la politica di sicurezza degli alimenti rende sempre più importante una sicura identificazione dei rischi microbiologici legati al consumo degli alimenti. Pertanto lo sviluppo di strumenti operativi sempre più efficienti è alla base delle strategie di controllo sulla diffusione delle malattie alimentari. L’incidenza totale delle malattie trasmesse dagli alimenti è difficile da stimare, innanzitutto perché si tratta di forme morbose nella maggior parte dei casi autolimitanti, che quindi sfuggono ai normali canali di notifica. In molti episodi di tossinfezione alimentare, le indagini epidemiologiche spesso non consentono di identificare l’agente eziologico che li ha prodotti; questo perché sono tanti gli “attori” preposti alla gestione dell’episodio tossinfettivo (Operatori del Pronto Soccorso, Medici di base, Veterinari, Laboratoristi, Epidemiologi,…) e spesso non si interfacciano tra loro. Di conseguenza risulta spesso impossibile tossinfezione all’alimento che l’ha causata. 41 correlare una Pertanto il sistema di sorveglianza per le Salmonelle adottato dalla rete ENTER-NET sembra essere oggi un sistema efficace di congiunzione tra i diversi operatori, oltre a risultare un ottimo strumento di informazione e controllo epidemiologico. Inoltre, lo studio genomico dei ceppi batterici isolati da casi di tossinfezione mediante la tecnica della elettroforesi in campo pulsato (PFGE), proposto dallo stesso circuito europeo, è riconosciuto a livello internazionale come il metodo di eccellenza per la subtipizzazione dei ceppi di Salmonella e di altri enteropatogeni. L’analisi genetica mediante PFGE è particolarmente discriminante, consentendo la suddivisione degli isolati batterici in clusters definiti, riconducibili ad una determinata situazione epidemica, laddove i metodi classici di tipizzazione (sierologica e fagotipica) non lo consentono. Tale metodica consente di rilevare i pulsotipi circolanti in ambito umano, animale, alimentare e ambientale in un determinato distretto e di valutare le eventuali correlazioni tra gli stipiti circolanti, fornendo dati per impostare studi di carattere epidemiologico. 42 BIBLIOGRAFIA Allerberger F., Liesegang A., Grif K. et. al. 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