Linee guida per la catalogazione Scheda OA

Transcript

Linee guida per la catalogazione Scheda OA
Linee guida per la catalogazione
Scheda OA-D – Opere d’Arte e Disegni
versione base ICCD 3.00 – revisione SIRBeC 3.02
Regione Lombardia
2009
1
Introduzione
Per le attività di documentazione del patrimonio culturale promosse da Regione Lombardia all’interno del
Sistema Informativo Regionale Beni Culturali - SIRBeC, al fine di migliorare il livello qualitativo e metodologico
dell’intero sistema della conoscenza, si rende necessario elaborare criteri e fornire strumenti di supporto ad
integrazione delle normative nazionali.
Questo accompagnamento dell’intero processo di catalogazione consente un approfondimento conoscitivo e
scientifico delle caratteristiche specifiche e del contesto dei beni, una strutturazione più uniforme e controllata
delle informazioni raccolte e il recepimento dei risultati delle attività di documentazione già svolte dai partner
del Sistema che realizzano i progetti.
I presenti orientamenti nascono dalla necessità di fornire indicazioni comuni per la compilazione delle schede
di catalogo oltre che per la messa a norma e il recupero di alcune delle banche dati afferenti al SIRBeC,
stratificatesi dal 1992, realizzate secondo metodologie differenti e pertanto in corso di allineamento agli
standard di catalogazione nazionali e regionali, adottati a partire dal 1998 e comunque in costante
aggiornamento ed evoluzione in rapporto al procedere delle conoscenze e delle esigenze di gestione,
conservazione e valorizzazione del patrimonio.
Si precisa che tali linee guida consentono la compilazione delle schede e la normalizzazione dei dati nel caso di
recupero, aggiornamento, informatizzazione di schede pregresse ma devono altresì essere utilizzate anche in
fase di verifica e controllo dei contenuti delle schede derivanti da campagne di catalogazione realizzate ex novo.
Con l’adozione di questi criteri è possibile disporre di informazioni standardizzate di identificazione e
descrizione dei beni che consentano di conoscere e documentare il patrimonio culturale diffuso in Lombardia e
mettere a disposizione, di un più vasto pubblico, le informazioni raccolte attraverso operazioni di
valorizzazione, comunicazione, fruizione e promozione anche su web.
Il lavoro è stato condotto sulla scheda per la catalogazione delle opere e oggetti d’arte e disegni per agevolare la
raccolta delle informazioni e la compilazione delle schede recependo le istanze di approfondimento
metodologico e di ampliamento del tracciato derivanti dalle esperienze già condotte all’interno del SIRBeC su
questa tipologia di beni.
2
Queste linee guida nascono dall’esigenza di agevolare la registrazione dei dati reperiti in fase di catalogazione,
la normalizzazione delle informazioni nella compilazione del tracciato e la revisione delle schede pregresse.
La normativa nazionale ICCD, Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici.
Schede OA-D-N del 1992, fornisce criteri di compilazione, vocabolari di controllo e liste terminologiche relativi
alle opere e oggetti d’arte e disegni1 ed è da considerarsi ancora ad oggi il riferimento metodologico più
specifico per le campagne di catalogazione riguardanti queste tipologie di beni.
D’altra parte è necessario sottoporre le normative e gli strumenti di supporto alla catalogazione a periodici
aggiornamenti e approfondimenti che recepiscano le istanze derivanti dalle operazioni di documentazione del
patrimonio.
La Struttura Sistemi della conoscenza dei beni culturali di Regione Lombardia ha definito le presenti linee guida
attraverso il costante riferimento alla normativa su citata del 1992 e l’adozione dei campi, indicati come
trasversalmente obbligatori per tutte le tipologie di schede, della nuova versione della normativa 3.02 messa a
punto dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione – ICCD e che costituisce il modello di sviluppo
più prossimo di tutti i tracciati per la catalogazione del patrimonio culturale in Italia.
Infine secondo quanto elaborato all’interno del progetto ARTPAST 2, promosso dal Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, sono stati implementati e aggiornati alcuni vocabolari e liste di controllo così come sono stati
precisati, e a volte anche ridefinite, le regole e la sintassi per la compilazione di alcune parti della scheda.
Analisi delle normative e cura redazionale di Rita Gigante.
1
Si ricorda che per la catalogazione delle monete e delle medaglie (vecchio tracciato N-Numismatica) l’Istituto
Centrale per il Catalogo e la Documentazione ha elaborato uno specifico tracciato con relativa normativa di
compilazione al quale si rimanda per la catalogazione di queste tipologie di beni. Strutturazione dei dati delle
schede di catalogo. Scheda NU. Beni Numismatici. ICCD 2004.
2 Art Past (Applicazione informatica in Rete per la Tutela e la valorizzazione del Patrimonio culturale nelle aree
Sottoutilizzate) è un progetto - promosso nel 2005 sotto la responsabilità della Direzione Generale per
l’Innovazione Tecnologica e la Promozione – di popolamento del database nazionale SIGEC attraverso
l’informatizzazione di schede cartacee, relative ad opere di interesse storico-artistico, presenti presso le
Soprintendenze competenti per territorio.
3
Nella compilazione della scheda, a prescindere dalle obbligatorietà presentate dal tracciato, si suggerisce di
compilare tutti i campi per i quali si avranno informazioni immediatamente disponibili al momento della
catalogazione e del rilevamento dei dati. Nel tracciato di riferimento delle presenti linee guida.
“Le voci sono presentate secondo il seguente schema:
§il nome del “Paragrafo”, preceduto dalla sigla di due lettere
Es.: CD CODICI
§
il nome del “Campo semplice”, preceduto dalla sigla di tre lettere
Es.: LIR Livello di ricerca
§
il nome del “Campo strutturato” in lettere capitali, preceduto dalla sigla di tre lettere
Es.: NCT CODICE UNIVOCO
§
il nome del “Sottocampo”, preceduto dalla sigla di quattro lettere
Es.: NCTR Codice regione3”
Nel caso di compilazione di campi e sottocampi collegati a vocabolari chiusi i termini da utilizzare sono
esclusivamente quelli contenuti nel vocabolario. Nel caso in cui sia necessario implementare con voci nuove
i vocabolari aperti, l’operazione va comunicata e concordata con gli uffici competenti della Regione
Lombardia.
CD – CODICI
In questo paragrafo vengono forniti i dati che permettono di individuare la scheda negli archivi costituiti dalle
Istituzioni preposte alla catalogazione e di risalire all’Ente che l’ha prodotta ed all’Ente che ha la competenza sul
bene schedato. In particolare, il codice univoco serve da ‘chiave’ per identificare univocamente un bene a livello
nazionale. La compilazione del paragrafo è obbligatoria.
UOP – Unità operativa
Dimensione 5 caratteri - Obbligatorio
Identifica la stazione di lavoro in cui vengono immessi i dati; non è modificabile in fase di compilazione della
scheda.
Il valore dell'unità operativa viene impostato all'atto dell'installazione del programma, quando viene richiesto il
file dell'unità operativa: ogni postazione di lavoro deve avere una unità operativa diversa.
I file delle unità operative devono essere richiesti dai soggetti catalogatori alla Regione Lombardia e vengono
distribuiti attraverso il Sito Servizio SIRBeC.
NSK – Numero scheda
Dimensione 12 caratteri - Obbligatorio
Numero progressivo della scheda compilata; non è modificabile in fase di compilazione della scheda. Il campo
viene incrementato di una unità alla creazione di ogni nuova scheda. Combinato con il campo "Unità operativa"
consente di attribuire alla scheda compilata una identificazione univoca sul territorio lombardo.
IDK – Codice scheda
Dimensione 18 caratteri - Obbligatorio
Il codice IDK è formato in automatico da UOP + NSK (Unità operativa + Numero scheda).
Rappresenta l’identificatore univoco di ogni scheda.
Viene gestito in automatico dal software e non è modificabile in fase di compilazione della scheda.
VSK- Visibilità scheda
Dimensione 1 carattere - Vocabolario chiuso
Contiene il livello di pubblicabilità e di diffusione su web delle informazioni contenute nella scheda.
La pubblicazione avverrà secondo profili di accesso differenziati in base al tipo di bene ed alla categoria del
fruitore, nel rispetto dei principi di tutela della sicurezza dei beni, dei diritti di proprietà intellettuale e della
privacy.
Il sottocampo riporterà i valori attribuiti dall’ente catalogatore secondo le seguenti indicazioni pubblicate nel
bando annuale SIRBeC:
Livello 1 – Consultazione minima
Questo livello è destinato a beni mobili non musealizzati o non in sicurezza
Per gli utenti non registrati consentirà:
o
accesso alle informazioni della scheda riguardanti la localizzazione generica del bene - con
riferimento alla sola provincia -, la definizione e descrizione del bene oltre che del suo
ambito cronologico e culturale, la condizione giuridica generica, i dati di realizzazione
della scheda;
Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D-N, ICCD 1992, pag.
X.
3
4
Per gli utenti registrati verrà ampliato l’accesso alle informazioni descrittive, documentarie e bibliografiche
dell’oggetto presenti nella scheda
Livello 2 - Consultazione ampliata
- per beni mobili musealizzati o diffusi sul territorio e considerati in sicurezza
accesso alle informazioni della scheda riguardanti la localizzazione territoriale - comprendente il nome
dell’istituto di conservazione del bene o dell’edificio architettonico in cui sono collocati - la definizione e
descrizione del bene oltre che del suo ambito cronologico e culturale, la condizione giuridica anche
specifica se diversa da proprietà privata, i dati di realizzazione della scheda;
- per i beni architettonici e i parchi e giardini (previa autorizzazione del proprietario per la pubblicazione
delle informazioni relative alle pertinenze decorative e agli interni se si tratta di bene privato)
accesso alle informazioni della localizzazione territoriale del bene – comprendente la provincia, il
comune e l’indirizzo – la definizione e descrizione del bene e del suo ambito cronologico e culturale, lo
stato di conservazione, l’uso attuale e storico, la condizione giuridica generica, i dati di realizzazione
della scheda.
Per gli utenti registrati verrà ampliato l’accesso alle informazioni descrittive, documentarie, bibliografiche
dell’oggetto presenti nella scheda nonché alla condizione giuridica specifica del bene (previa autorizzazione del
proprietario se si tratta di bene privato).
Livello 3 - Consultazione completa
Per gli utenti registrati e non registrati consentirà l’accesso a tutte le informazioni presenti nella scheda eccetto
le specifiche di collocazione del bene (previa autorizzazione del proprietario se si tratta di bene privato).
Livello 0 – Dati non pubblicabili
Questo livello è destinato ai beni catalogati all’interno del SIRBeC che per eccezionali motivi di tutela e di
sicurezza sono considerati incompatibili con la pubblicazione. Le schede relative a questi beni non saranno
consultabili.
La catalogazione di questa tipologia di beni dovrà essere concordata con gli uffici regionali competenti ed
esplicitamente dichiarata nella richiesta di cofinanziamento.
Secondo quanto stabilito nell’atto di impegno il soggetto proponente si impegna ad indicare il livello di
accesso ai dati in fase di catalogazione.
A tutela dei diritti di proprietà intellettuale saranno resi sempre visibili i dati di compilazione della scheda.
Resta a cura degli enti produttori dei dati la raccolta delle informazioni sulla proprietà intellettuale
indispensabili per una corretta gestione dei contenuti.
Le immagini saranno diffuse con una risoluzione non superiore ai 72 DPI e una dimensione di 768x768 pixel.
DSK – Utilizzo scheda per diffusione
Dimensione 3 caratteri - Vocabolario chiuso
Campo di pertinenza regionale. La compilazione non è consentita da parte dell’Ente.
Indica il livello attribuito alla scheda dalla verifica tecnico-scientifica effettuata da Regione Lombardia.
Vocabolario
00= non collaudata
01= pubblicabile a livello minimo
02= pubblicabile a livello intermedio
03= pubblicabile a livello completo
04= non pubblicabile perché in fase di collaudo
05= non pubblicabile per documentazione fotografica scadente
06= non pubblicabile per documentazione fotografica mancante
07= non pubblicabile per documentazione fotografica errata
08= non pubblicabile per allegati errati
09= non pubblicabile per qualità dei dati scadente
10= non pubblicabile perché doppia
NIN – Numero interno
Campo ad uso interno dell'istituzione, da utilizzare per l'attribuzione di una numerazione alternativa alla
scheda.
I criteri di numerazione e quindi di compilazione del campo sono a discrezione dell’Ente catalogatore.
NINR - Riferimento
Dimensione 100 caratteri
Riferimento al catalogo, all'inventario o ad altro che contenga la numerazione della scheda.
NINN - Numero interno
Dimensione 15 caratteri
Numerazione scheda: ogni museo potrà definire il criterio di numerazione delle schede secondo sue specifiche
necessità dettate dalla strategia della campagna di catalogazione.
CUB - CODICE UNIVOCO DEL BENE
5
Individuazione, in forma univoca, del collegamento fra la scheda ed il bene.
La concatenazione dei due sottocampi CUBN e CUBS (qualora ne ricorra la necessità) determina un valore
univoco associato all'oggetto secondo il modello proposto.
CUBN - Codice univoco del bene
Dimensione 10 caratteri
Contiene un codice che identifica in modo univoco il bene che si sta catalogando.
Campo obbligatorio. Dimensione: 10 caratteri alfanumerici.
CUBS - Suffisso del codice univoco del bene
Dimensione 1 carattere - Vocabolario chiuso
Nel caso in cui si stia catalogando un bene di cui esiste già una scheda si ripete il codice univoco nel campo
CUBN e si inserisce un codice di un carattere nel presente campo.
Vocabolario
Lettere dell'alfabeto da A a Z
CUC - CODICE UNIVOCO DEL CONTENITORE
CUCN - Codice univoco del contenitore
Dimensione 10 caratteri
Si riporti il codice assegnato alla scheda del contenitore dell'oggetto schedato.
Es.
12SCE10000 (per un affresco collocato nella Chiesa di S. Cecilia in Trastevere a Roma)
12CLE11000 (per una dipinto mobile nella chiesa superiore di S. Clemente a Roma)
Dimensione: 10 caratteri alfanumerici.
CUCS - Suffisso del codice univoco del contenitore
Dimensione 1 carattere - Vocabolario chiuso
Specificare l'eventuale suffisso se presente nella scheda relativa al contenitore.
Vocabolario
Lettere dell'alfabeto da A a Z
TSK – Tipo scheda
Dimensione 4 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso
Indicare la sigla che contraddistingue il modello di scheda previsto per il bene catalogato. L’indicazione del tipo
di scheda è necessario per le procedure di trasferimento delle informazioni catalografiche fra banche-dati e per
l’immediata individuazione della tipologia del bene. La compilazione del campo è obbligatoria.
Vocabolario chiuso
OA
D
LIR – Livello ricerca
Dimensione 5 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso
Indicare la sigla che individua il livello di indagine effettuato nel processo catalografico: inventario (I),
precatalogo (P), catalogo (C). La compilazione del campo è obbligatoria.
Vocabolario chiuso
I [Inventario]
P [Precatalogo]
C [Catalogo]4
NCT – Codice univoco
Indicare, in forma univoca, il codice di collegamento tra la scheda e il bene. Il codice univoco è generato dalla
concatenazione dei due sottocampi Codice Regione (NCTR) e Numero catalogo generale (NCTN), che viene
assegnato dall’ICCD, ed eventualmente del Suffisso (NCTS). La concatenazione dei tre sottocampi Codice Regione
(NCTR), Numero di Catalogo generale (NCTN), e Suffisso NCTS) (qualora ne ricorra la necessità) determina un
valore univoco associato al bene. La compilazione del campo è obbligatoria.
4
I (inventario) le schede dovranno contenere tutti i dati identificativi dell’oggetto; P (precatalogo) le schede
dovranno registrare oltre agli elementi identificativi dell’oggetto tutte le osservazioni desumibili da un
osservazione diretta del bene; C (catalogo) le schede dovranno contenere tutti gli elementi identificativi, tutte le
informazioni desunte da un’osservazione diretta dell’oggetto e inoltre informazioni storico-critiche utili a
ricostruire la storia del bene, del contesto culturale di produzione, dei luoghi di raccolta e delle occasioni
espositive che andranno desunte dalla bibliografia specifica o di confronto e dall’esame delle fonti
documentarie che dovranno essere puntualmente citate nelle schede.
6
NCTR – Codice Regione
Dimensione 2 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso
Indicare il codice che individua la Regione in cui ha sede l’Ente competente sul bene catalogato. La
compilazione del sottocampo è obbligatoria.
Lista di valori
Codici di Regione
Nel caso di beni catalogati insistenti sul territorio lombardo il sottocampo andrà compilato con il codice 03
corrispondente alla Regione Lombardia.
NCTN – Numero catalogo generale
Dimensione 8 caratteri - Obbligatorio
Indicare il numero, composto da otto cifre, assegnato dall’ICCD a ciascun bene catalogato, secondo l’ordine
progressivo relativo ad una determinata Regione. La compilazione del sottocampo è obbligatoria.
Vocabolario chiuso
serie di numeri da 00000001 a 99999999
Es.:
00005438
L’ente catalogatore dovrà obbligatoriamente richiedere i numeri di catalogo generale agli uffici competenti
della Regione Lombardia o obbligatoriamente recuperare i numeri di catalogo già eventualmente assegnati
ai beni in precedenti campagne di catalogazione svolte dalla Soprintendenza competente.
In caso eccezionale di mancata assegnazione dei numeri di catalogo il codice identificativo sarà da
considerarsi il valore presente nel campo IDK della scheda SIRBeC relativa al bene catalogato.
Si raccomanda l’eventuale corretta assegnazione (o recupero) dei numeri di catalogo generale ad ogni oggetto
semplice, complesso o aggregato catalogato5.
“ Lo schedatore che decide di catalogare un oggetto come oggetto semplice o complesso o rilevare aggregazione
tra oggetti si deve attenere alle regole di catalogazione specifiche della categoria, descritte di seguito.
1. Per gli oggetti complessi occorre specificare i riferimenti tra gli oggetti componenti. L'oggetto complesso può
essere pensato come una serie di oggetti legati da una relazione gerarchica. In particolare l'oggetto complesso
ha:
° caratteristiche proprie in quanto insieme;
° caratteristiche peculiari che riguardano le componenti.
“Sono da considerare oggetti semplici: 1) l’oggetto singolo: ossia un oggetto i cui dati anagrafici, fisicodescrittivi e storici sono validi per l’oggetto nella sua totalità e che non presenta componenti meritevoli di
menzioni specifiche (vaso, dipinto); 2) un insieme di oggetti per cui non è possibile (per mancanza di
informazioni) o non è opportuno schedare separatamente i singoli pezzi. Questo si riferisce in particolare ad
oggetti riprodotti con tecnica o criterio seriale, per i quali le informazioni sono sempre le stesse (candelieri). In
altri casi lo schedatore può trovarsi di fronte ad un insieme di oggetti per il quale non ritiene opportuno
schedare i singoli pezzi (paramento liturgico). In altri termini, l’oggetto semplice è tale per cui tutti i suoi
attributi si riferiscono all’oggetto nella sua interezza, e non esistono componenti assumibili come oggetti di
catalogazione. Sono da considerare oggetti complessi: 1) l’oggetto singolo e/o fisicamente composito. Le sue
parti, concettualmente e/o fisicamente separabili differiscono per un qualche aspetto che, all’atto della
catalogazione, è stato ritenuto importante ai fini della classificazione (un crocifisso del quale siano stati
analizzati la croce e la statuetta del Cristo; un monumento sepolcrale; un polittico); 2) la serie di più oggetti
diversi formanti un oggetto complesso (anche astratto) identificato da un nome (un ciclo di affreschi o un
paramento liturgico del quale interessi descrivere singolarmente le varie parti: pianeta, stola etc.). Gli oggetti
componenti possono essere a loro volta oggetti complessi (un altare con tabernacolo marmoreo di particolare
interesse, a sua volta con sportello in argento sbalzato e figurato). E’ evidente che l’oggetto complesso può
comprendere oggetti eterogenei per dimensione e struttura (un servizio da caffè con le sue componenti).
L’oggetto complesso ha caratteristiche proprie in quanto insieme e caratteristiche peculiari che riguardano le
componenti. L’appartenenza di un oggetto ad una delle categorie appena discusse non è implicita nel tipo di
oggetto, ma dipende esclusivamente dalla quantità e dalla qualità delle informazioni riportate. Oggetti
aggregati: spesso ci si trova nella situazione in cui un insieme di due o più oggetti, ritenuti oggetti di
catalogazione siano correlati tra loro in base ad un criterio concettuale. E’ il caso in cui due o più oggetti di
catalogazione formano un complesso unitario per il quale non esiste un nome di oggetto che li identifichi nel
loro insieme (calice e patena; coppa e coperchio; tazza e piattino)”. Da Strutturazione dei dati delle schede di
catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D-N, ICCD 1992, pagg. 17-18. Gli oggetti aggregati sono
quindi oggetti diversi catalogati singolarmente, identificati da un proprio numero di catalogo generale, che per
caratteristiche di vario genere (tipologico, funzionale, contestuale, di produzione etc.) si vuole mettere in
connessione.
5
7
La correlazione che lega le componenti di un oggetto complesso per essere visualizzata come un relazione
verticale, in cui il processo di analisi procede "dal generale al particolare".
2. Per l'aggregazione di oggetti occorre specificare i riferimenti che rimandano dall'oggetto in esame agli oggetti
ad esso correlati attraverso un concetto di aggregazione. La correlazione che lega gli oggetti di un aggregato va
pensata invece come una relazione orizzontale.
Usando una terminologia "familiare", c'è un rapporto "tra padre e figli" per quanto riguarda la gerarchia tra
parti di un oggetto complesso, e una relazione di "fratellanza" tra gli oggetti che costituiscono un aggregato.
Un aspetto rilevante della metodologia proposta è costituito dal fatto che i componenti di un oggetto complesso
sono individuati da una serie di attributi che rispondono alle stesse voci che descrivono l'oggetto nel suo
complesso. Di conseguenza, per l'oggetto complesso dovranno essere memorizzati:
° una unità di archiviazione contenente la definizione e gli attributi dell'oggetto inteso come complesso;
° unità di archiviazione specifiche contenenti le informazioni relative alle componenti”6.
Si precisa che nella catalogazione di un oggetto complesso un unico numero di catalogo generale identifica sia
l’oggetto complesso che le parti componenti. Pertanto le parti componenti, catalogate in riferimento verticale,
hanno in NCTN lo stesso numero di catalogo generale assegnato alla scheda oggetto radice (madre).
Per gli oggetti complessi (come si vedrà in seguito), qualora sia prevista la realizzazione sia della scheda oggetto
complesso (scheda oggetto radice) che delle schede delle singole parti-oggetto componente, si ricorda che
esclusivamente le informazioni comuni a tutte le parti componenti, o riguardanti l’oggetto nel suo insieme,
vanno inserite nella scheda oggetto radice. Le informazioni relative alle singole parti componenti devono essere
registrate, invece, nelle rispettive schede.
Si segnala per esempio che qualora non si posseggano o non sia possibile rilevare le misure di un oggetto nel
suo insieme, occorre compilare nella scheda oggetto radice, il sottocampo MISR con la voce “MNR” che ne
indica la mancanza.
Oggetti semplici: per gli oggetti semplici ossia “opere isolate” viene assegnato un unico numero di catalogo alla
scheda.
Es.
NCTN: 00000002
OGTD: statua
Oggetti complessi: per gli oggetti complessi che costituiscono un insieme considerato unitario vengono
realizzate più schede in riferimento verticale tra di loro e viene assegnato un numero di catalogo per la scheda
madre (in cui è catalogato l’oggetto nel suo insieme con le caratteristiche generali) e questa scheda avrà il
sottocampo RVEL compilato con il valore 0. Si riporterà lo stesso numero di catalogo anche nelle schede figlie
delle parti componenti. Queste schede avranno il sottocampo RVEL compilato con numerazione progressiva
1,2,3 etc. e riporteranno nel campo RVER in successione e senza separatori il codice NCTR e NCTN della scheda
madre.
Es:
Scheda madre
NCTR: R03
NCTN: 00000001
RVEL: 0
OGTD: polittico
OGTV: insieme
Prima Scheda figlia
NCTR: R03
NCTN: 00000001
RVEL: 1
RVER: 0300000001
OGTD: predella dipinta
OGTV: elemento d’insieme
Seconda Scheda figlia
NCTR: R03
NCTN: 00000001
RVEL: 2
RVER: 0300000001
OGTD: cimasa
OGTV: elemento d’insieme
Il disegno sciolto, anche se appartenente in origine ad un album la cui unitarietà è ormai dispersa nel tempo, è
da considerarsi esemplare a sé stante e autonomo perché spesso caratterizzato da una propria storia anche
collezionistica.
6
Da Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-DN, ICCD 1992, pagg. 18-19.
8
In tal caso, quando cioè non è possibile ricostruire l’unitarietà dell’album a cui in origine è appartenuta il
disegno, verrà attribuito un unico numero di catalogo generale all’esemplare catalogato.
Per qualsiasi dubbio riguardante la strutturazione delle schede di catalogo relative agli oggetti complessi
contattare gli uffici competenti della Regione Lombardia.
NCTS - Suffisso numero di catalogo generale
Dimensione 2 caratteri - Vocabolario chiuso
Codice costituito da lettere dell’alfabeto, maiuscole. Questo sottocampo va utilizzato per l’eventuale
riassestamento dei numeri di catalogo generale già assegnati, in occasione della revisione di schede di catalogo
pregresse, quando sia necessario modificare le modalità di schedatura dei dati. Qualora più schede di catalogo
pregresse vadano ricondotte ad un unico bene identificato come bene complesso, si deve creare ex novo una
scheda principale, alla quale dovrà essere attribuito un numero di catalogo, necessario per identificare
univocamente il bene complesso. La scheda generale del bene complesso conserverà lo stesso numero di
catalogo già assegnato ad uno dei beni componenti, al quale numero andrà aggiunta la lettera dell’alfabeto ‘A’
(suffisso), da inserire in questo sottocampo. Qualora, invece, si debba ‘scomporre’ una scheda già utilizzata per
catalogare impropriamente più beni, il numero di catalogo generale identificativo delle nuove schede elaborate
per i singoli beni dovrà essere attribuito come segue: si utilizzerà per la scheda del singolo bene scelta
convenzionalmente il numero di catalogo generale già attribuito alla scheda elaborata per catalogare insieme
tutti i beni, mentre per le altre schede il numero di catalogo generale sarà costituito dal concatenamento del
sottocampo NCTN (che resterà lo stesso della scheda preesistente) e di questo sottocampo NCTS, digitando per
ogni scheda una lettera dell’alfabeto, in progressione (A, B, C, …AA, AB, AC, …BA, BB, BC, ecc.)7.
Vocabolario chiuso
lettere dell’alfabeto dalla A alla Z (eventualmente duplicate)
ESC - Ente schedatore
Dimensione 100 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto
Indicare in codice l’Ente che ha curato la campagna di catalogazione. Per Soprintendenze e altri Istituti si
utilizza il codice, facendolo precedere dalla lettera S (fatta eccezione per ICCD e ICR, per i quali si deve indicare
la sola sigla). Per le Regioni si utilizza il codice corrispondente facendolo precedere dalla lettera R; per le
Province si utilizzano le sigle corrispondenti; per le Diocesi si utilizza il codice corrispondente preceduto dalla
lettera D, facendolo precedere dalla lettera D; per i Comuni si utilizzano i codici ISTAT aggiornati, facendoli
precedere dalla lettera C; per le Biblioteche si utilizzano i codici contenuti nell’Indice per codice del Catalogo delle
biblioteche d’Italia (Roma, ICCU/Milano, Editrice Bibliografica, 1993); per le Università si utilizza un codice
composto dal prefisso UNI seguito dalla sigla della provincia dove risiede l’Università (nel caso in cui in una
provincia vi siano più Università, verrà aggiunto un numero progressivo – in ordine di istituzione
dell’Università – collocato dopo la sigla della provincia). Nel caso di campagne di catalogazione condotte da
soggetti privati a seguito di atto di concessione, il soggetto schedatore deve essere contrassegnato dalla lettera C
e dal numero di progetto indicato sulla Gazzetta Ufficiale, seguiti entro parentesi dal numero e anno della legge
relativa. Per soggetti diversi da quelli evidenziati, i codici e le relative definizioni andranno concordati con
l’ICCD, fermo restando che per gli enti esterni al Ministero per i Beni e le Attività Culturali si darà priorità
all’istituzione di appartenenza (eventuali specifiche di dettaglio sull’ente schedatore potranno essere fornite nel
7
Revisione delle schede di catalogo
Nella revisione delle schede già compilate, si possono presentare diversi casi:
1. Oggetti complessi: a. Schedati su una sola scheda cartacea, quindi con un unico numero di catalogo. Ci si
atterrà al modello precedentemente descritto, separando gli attributi per i componenti. b. Schedati su più
schede cartacee, di cui una dell'oggetto principale e altre delle componenti, quindi con diversi numeri di
catalogo. Il caso viene risolto utilizzando il campo " RSP Codice scheda pregressa " per riportarvi il numero di
codice univoco delle schede relative alle componenti.
c. Schedati su più schede cartacee relative alle componenti, senza la scheda del complesso. Il caso viene risolto
con la costituzione ex-novo di una scheda a cui viene attribuito il numero di catalogo della prima scheda di
particolare, cui si aggiunge il suffisso "A" nel sottocampo "NCTS suffisso numero di catalogo generale", per
indicare che non esiste scheda cartacea corrispondente, mentre i numeri di catalogo delle vecchie schede dei
componenti andranno nel campo " RSP Codice scheda pregressa " dei singoli documenti relativi.
2. Aggregazione di oggetti:
a. Schedati su una sola scheda cartacea, quindi con un unico numero di catalogo. Il caso viene risolto
utilizzando per la prima scheda il numero di catalogo originale e per le successive il sotto-campo "NCTS
Suffisso numero di catalogo generale" riempito con una lettera dell'alfabeto come aggiunta al numero di
catalogo della scheda cartacea. b. Schedati su più schede cartacee, quindi con diversi numeri di catalogo. Il caso
non presenta problemi perché ricade nel modello proposto. Da Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e
precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D, ICCD 1992, pagg. 21-22.
9
paragrafo CM – COMPILAZIONE, campo CMPE - Specifiche ente schedatore).La compilazione del campo è
obbligatoria.
Nel caso del Comune di Roma si utilizza il codice CMA9.
Es.:
R08 per la Regione Emilia Romagna
S08 per la Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Bologna, Ferrara, ForlìCesena, Ravenna e Rimini
R03 per la Regione Lombardia
S27 per la Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Milano, Bergamo, Como,
Pavia, Sondrio, Lecco, Lodi e Varese.
(usare caratteri maiuscoli)
Le parrocchie devono essere ascritte alla diocesi di appartenenza.
(usare caratteri maiuscoli)
Vocabolario
Codici Regioni, Soprintendenze, Province, Diocesi con prefisso R, S, P,D.
Nel caso di impossibilità di reperimento del Codice corrispondente (perché non ancora attribuito a livello
nazionale e regionale) inserire la denominazione ufficiale dell’Ente che realizza il progetto preceduta da R03 per
catalogazioni in Lombardia.
Usare come separatore “/” seguito da uno spazio.
Es.:
ESC R03/ Musei Civici di Como
Per i musei lombardi adottare le denominazioni ufficiali dei musei così come censiti e riconosciuti dalla Regione
Lombardia.
(usare caratteri alto basso)
I singoli dipartimenti delle Università devono essere indicati con il nome ufficiale dell’Università di
appartenenza.
Es.: R03/ UNIPV
(usare caratteri maiuscoli)
Nel caso siano state realizzate più schede di catalogo di medesimo bene è necessario accorpare le informazioni
verificate al fine di comporre un’unica scheda utile al riconoscimento e alla descrizione del bene. A parità di
informazioni fra le schede si sceglieranno i dati della campagna di catalogazione più completa e recente nel
tempo. I nomi di tutti i compilatori e dei funzionari responsabili devono essere inseriti nei relativi campi
utilizzandone le ripetitività. Nel campo ESC deve essere inserita la denominazione ufficiale dell’ente che
effettua la normalizzazione.
Per qualsiasi dubbio inerente alla compilazione del campo contattare gli uffici competenti della Regione
Lombardia.
ECP - Ente competente
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto
Indicare in codice l’Ente sotto la cui competenza ricade la tutela o la delega alla tutela del bene catalogato. Per
Soprintendenze e altri Istituti si utilizza il codice, facendolo precedere dalla lettera S (fatta eccezione per ICCD e
ICR, per i quali si deve indicare la sola sigla); per le Regioni si utilizza il codice, facendolo precedere dalla
lettera R. Per soggetti diversi da quelli evidenziati, i codici e le relative definizioni andranno concordati con
l’ICCD. La compilazione del campo è obbligatoria.
Es.:
R08 per la Regione Emilia Romagna
S08 per la Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Bologna, Ferrara, ForlìCesena, Ravenna e Rimini
Vocabolario
Codici Regioni e Soprintendenze con prefisso R o S.
EPR – Ente proponente
Dimensione 25 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare, per i beni di proprietà privata sottoposti a vincolo, l’Ente che ha proposto il provvedimento
amministrativo. Per Soprintendenze e altri Istituti si utilizza il codice, facendolo precedere dalla lettera S (fatta
eccezione per ICCD e ICR, per i quali si deve indicare la sola sigla). Nel caso di Ufficio Esportazione si usa la
sigla UE seguita dal nome della città in cui ha sede l’ufficio stesso. Il campo è ripetitivo.
Es.:
10
S08 per la Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Bologna, Ferrara, ForlìCesena, Ravenna e Rimini S36
Vocabolario
Codici Soprintendenze
Nel caso di Ufficio Esportazione si usa la sigla UE seguita dal nome della città in cui ha sede l'ufficio stesso.
Vocabolario
UE Agrigento
UE Ancona
UE Bari
UE Bologna
UE Cagliari
UE Firenze
UE Genova
UE Milano
UE Napoli
UE Palermo
UE Perugia
UE Pisa
UE Roma
UE Sassari
UE Torino
UE Venezia
UE Verona
RV- RELAZIONI CON ALTRI BENI
In questo paragrafo vengono registrate le informazioni che riguardano le relazioni fra le diverse parti che
costituiscono un bene, nel caso di beni complessi (campo RVE), e le relazioni che intercorrono fra il bene
catalogato ed altri beni, di uguale o diversa tipologia (campo RSE).
RVE – STRUTTURA COMPLESSA
Il campo struttura una relazione gerarchico-verticale all’interno dello stesso bene, che si crea quando
quest’ultimo viene trattato come bene complesso: la scheda viene a tal fine articolata nella scheda principale,
cui si riferisce il numero di catalogo generale e che contiene le informazioni comuni al bene, e nelle schede delle
singole parti, che hanno lo stesso numero di catalogo della principale e contengono le informazioni specifiche
relative a ciascun componente del bene complesso.
RVEL - Livello
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Il sottocampo indica, in forma numerica, la posizione di ciascuna scheda all’interno del sistema relazionale
definito dalla strutturazione complessa:
nella scheda principale il sottocampo viene compilato sempre con valore 0
nelle schede delle singole parti il sottocampo viene compilato con valori numerici progressivi 1, 2, 3 ecc.
- nel caso di ulteriori scomposizioni, la numerazione rimanda al numero di livello attribuito alla scheda della
parte cui si riferisce, seguito da un punto e quindi dal numero che indica il livello della scheda componente (2.1,
2.2, 2.3, ecc.).
Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
RVER - Codice bene radice
Dimensione 25 caratteri
Questo sottocampo va compilato solo nelle schede dei beni componenti. Indicare il codice univoco della scheda
principale della gerarchia descrivente un oggetto complesso. La struttura di questo sottocampo è la stessa di
‘Codice univoco NCT’, ma i valori dei sottocampi NCTR, NCTN, NCTS vanno trascritti di seguito.
L’indicazione del codice bene radice è necessaria per le procedure di trasferimento delle informazioni
catalografiche fra banche-dati diverse.
Es.:
0200000378
1100002539A
RVEK – Codice IDK della scheda di livello superiore
Dimensione 18 caratteri
Nel caso di schede relative a parti componenti un oggetto complesso indicare il Codice IDK della scheda di
livello superiore.
RSE - RELAZIONI CON ALTRI BENI
11
Insieme di relazioni che indicano eventuali collegamenti tra il bene catalogato ed altri beni catalogati della
stessa o di diversa tipologia. Vanno quindi registrati nei sottocampi che seguono il tipo di relazione
(sottocampo RSER), eventuali specifiche del tipo di relazione (RSES), il tipo di scheda con cui è stato catalogato
il bene posto in rapporto con quello in esame (sottocampo RSET), il codice univoco di tale scheda (sottocampo
RSEC). Il campo è ripetitivo.
RSER - Tipo relazione
Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare il tipo di relazione che intercorre tra il bene catalogato ed un altro bene, anch’esso già catalogato. Il
vocabolario si riferisce al bene con cui l’oggetto della scheda viene posto in rapporto (cfr. quanto indicato per
memoria del catalogatore fra parentesi quadre). Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Vocabolario chiuso
luogo di collocazione/localizzazione [è contenuto in]
sede di provenienza [era contenuto in]
sede di rinvenimento [è stato rinvenuto in]
esecuzione/evento di riferimento [è coinvolto in]
relazione urbanistico ambientale [è in relazione urbanistico ambientale con]
sede di realizzazione [è stato realizzato in]
bene composto [è riutilizzato da]
fonte di rappresentazione [è documentato in]
riferimento alla matrice [si riferisce alla matrice]
appartenenza a un insieme eterogeneo [è compreso in]
correlazione [è in relazione con]
Inoltre sono ammesse le voci (SIRBeC)
comprende
è compreso
Es.:
-un museo costituisce attualmente il luogo di collocazione/localizzazione di un bene;
-un palazzo (o un altro museo) costituisce la sede di provenienza di un bene, prima della sua attuale
collocazione;
-un sito archeologico è sede di rinvenimento di un bene;
-un avvenimento (catalogato come bene culturale) costituisce motivo di esecuzione/evento di riferimento per
la realizzazione di un bene;
-un edificio monumentale (ad es. l’edificio sede di una fabbrica) è sede di realizzazione di un bene;
-un manufatto è un bene composto (inteso come bene con parti di reimpiego) rispetto ad un bene;
-un disegno è fonte di rappresentazione di un bene;
-una matrice costituisce riferimento alla matrice per un bene;
-un fondo fotografico costituisce l’insieme eterogeneo a cui
appartiene una macchina
fotografica
-un dipinto e la sua cornice sono in correlazione fra loro8 RSES - Specifiche tipo relazione
Dimensione 70 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare eventuali specifiche utili a chiarire il tipo di relazione che intercorre tra il bene catalogato ed un altro
bene, anch’esso già catalogato, in particolare per quanto riguarda la ‘relazione con’ .
Vocabolario aperto
correlazione stilistica
correlazione funzionale
correlazione di contesto
correlazione di posizione
ecc.
RSET - Tipo scheda
Dimensione 10 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Indicare il tipo di scheda con cui è catalogato il bene posto in relazione con il bene in esame. Va indicata la sola
sigla della scheda (la definizione fra parentesi quadre è per memoria del catalogatore). Il sottocampo presenta
un’obbligatorietà di contesto.
Vocabolario aperto
A [Architettura]
8
La relazione in questo caso è reciproca e può essere instaurata a partire da uno qualsiasi dei beni interessati.
12
AT [Reperti AnTropologici]
BDI [Bene Demoetnoantropologico Immateriale]
BDM [Bene Demoetnoantropologico Materiale]
CA [Complesso Archeologico]
D [Disegno]
F [Fotografia]
FA [Foto Aerea]
MA [Monumento. Archeologico]
MI [Matrice d’Incisione]
NU [Beni Numismatici]
OA [Opera e oggetto d’Arte]
OAC [Opere di Arte Contemporanea]
PG [Parchi e Giardini]
RA [Reperto Archeologico]
S [Stampa]
SI [SIto Archeologico]
BNB [Beni Naturalistici – Botanica]
BNM [Beni Naturalistici – Mineralogia]
BNPE [Beni Naturalistici – Petrologia]
BNPL [Beni Naturalistici – Planetologia]
BNZ [Beni Naturalistici – Zoologia]
BNP [Beni Naturalistici – Paleontologia]
ecc.
Es.:
se in RSER si è optato per il primo esempio (luogo di collocazione/localizzazione), in RSET valorizzare A;
se in RSER si è optato per il terzo esempio (sede di rinvenimento), in RSET valorizzare SI;
ecc.
RSEC - Codice bene
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare il codice univoco che individua il bene con cui il bene in esame è posto in relazione. Il sottocampo
presenta un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
1200003527 (nel caso in cui il bene sia individuato con i codici NCTR- NCTN);
1200003527A (nel caso in cui il bene sia individuato con i codici NCTR-NCTN + NCTS);
1200003527-2 (nel caso di un bene componente, per il quale va indicato anche il valore del RVEL).
RSEK – Codice IDK della scheda correlata
Dimensione 18 caratteri
Indicare il Codice IDK della scheda correlata.
Es:
UOP: CM120
NSK: 00001
NCTR: 03
NCTN: 00000010
RSER: correlazione
RSES: correlazione funzionale
RSET: OA
RSEC: 0300000011
RSEK: CM120-00002
OGTD: cornice
OGTV: opera isolata
UOP: CM120
NSK: 00002
NCTR: 03
NCTN: 00000011
RSER: correlazione
RSES: correlazione funzionale
RSET: OA
RSEC: 0300000010
RSEK: CM120-00001
13
OGTD: dipinto
OGTV: opera isolata
Nel caso in cui si voglia creare una relazione con schede madri o figlie, si deve precisare la gerarchia del bene
cui si fa riferimento. In questo caso il RSEC è costituito in sequenza da NCTR ed NCTN e dal RVEL del bene cui
si fa riferimento. Si adoperi come elemento separatore tra i valori NCTN e RVEL il trattino alto “-“.
Es:
Scheda madre oggetto complesso
UOP: DF136
NSK: 00010
NCTR: 03
NCTN: 00000050
RVEL: 0
RSER: fonte di rappresentazione
RSET: S
RSEC: 0300000067
RSEK: GH145-00005
OGTD: altare
OGTV: insieme
Scheda oggetto semplice
UOP: GH145
NSK: 00005
NCTR: 03
NCTN: 00000067
RSER: correlazione
RSET: OA
RSEC: 0300000050-0
RSEK: DF136-00010
OGTD: stampa
OGTV: opera isolata
RSP – Codice scheda pregressa
Dimensione 25 caratteri
Questo campo viene utilizzato nel corso di operazioni di revisione di schede pregresse. Quando schede
pregresse, identificate ciascuna con il proprio codice univoco (NCT), descrivono beni componenti di un bene
complesso e quindi, nella revisione, viene creata una struttura di bene complesso (con ‘scheda-madre’ e ‘schedefiglie’), in questo campo viene registrato, in ciascuna delle schede figlie, per conservarne memoria, il numero di
catalogo pregresso (Codice univoco NCT, trascrivendo di seguito i valori dei sottocampi). Quando una scheda
pregressa descrive più beni da trattare, invece, come oggetti semplici, e quindi da identificare nell’operazione di
revisione ciascuno con il proprio codice univoco (NCT), in questo campo viene registrato in ciascuna nuova
scheda il numero di catalogo della scheda pregressa. Il sottocampo è ripetitivo, nel caso si debbano registrare i
codici di più schede.
Es.:
1100002539 (NTCR 11 + NTCN 00002539)
AC – ALTRI CODICI
Il paragrafo va compilato nel caso in cui gli Enti schedatori abbiano l’esigenza di assegnare alle schede di
catalogo un codice identificativo all’interno della propria banca dati, oppure nel caso in cui sia necessario
evidenziare la presenza di schede di altro tipo (di vulnerabilità, di restauro, etc.) contenute in altre banche dati,
correlate alla scheda catalografica.
ACC – Altro codice bene
Dimensione 25 caratteri
Altro codice che identifica la stessa scheda di catalogo nell’ambito di un sistema locale, provinciale, regionale,
etc. Il codice identificativo (numerico o alfanumerico) dovrà essere seguito dalla specifica dell’ente cui si
riferisce, separato da quest’ultimo da una barra, seguita da uno spazio. Il campo è ripetitivo.
Es.:
PST-LOM60-00000001/ R03
ACI- Codice internazionale
Dimensione 25 caratteri
Numero di codice internazionale che identifica il bene.
14
ACS – SCHEDE CORRELATE
Informazioni sui codici identificativi di schede di altro tipo, correlate a quella catalografica. Il campo è
ripetitivo.
ACSE - Ente
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Nome per esteso o in acronimo dell’Ente che ha prodotto la scheda. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di
contesto.
Es.:
ICR
ACSC - Codice
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Codice identificativo (numerico o alfanumerico) della scheda da correlare. Il sottocampo presenta
un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
14965
ASC24
ACSS - Specifiche
Dimensione 100 caratteri
Indicare in maniera non strutturata informazioni utili all’individuazione o alla specificazione della scheda che
viene collegata a quella catalografica ICCD.
OG –OGGETTO
Il paragrafo contiene le informazioni essenziali per un’immediata identificazione del bene catalogato. La
compilazione del paragrafo è obbligatoria.
GRP – Gruppo di oggetti
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario chiuso
Tipologia di appartenenza dell’oggetto. Nel caso di appartenenza dell’oggetto a più tipologie scegliere quella
proponderante.
Vocabolario chiuso
abbigliamento
armi e oggetti storico-militari
arredi e suppellettili
arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica
ceramiche e porcellane
disegno
oreficeria
paramenti liturgici
pertinenze decorative
pittura
scultura
strumenti musicali
teatro di figura
tessuti
vetri
OGT – Oggetto
Il campo contiene indicazioni che consentono la corretta e precisa individuazione, sia tipologica che
terminologica, del bene catalogato (indicato sempre al singolare, ad eccezione dei casi in cui la definizione è
convenzionalmente al plurale, oppure per paia di oggetti). La compilazione del campo è obbligatoria.
I sottocampi relativi devono essere compilati individuando le connotazioni morfologiche, funzionali e
tipologiche dell’oggetto.
OGTD – Definizione
Dimensione 100 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto
Specificare il nome o la locuzione che individua il bene oggetto della catalogazione, in base alla connotazione
funzionale e morfologica espressa secondo la tradizione degli studi storico-scientifici. Per la compilazione di
questa voce si veda la normativa relativa al Vocabolario di controllo del campo OGT.
La compilazione del sottocampo è obbligatoria.
Quando la tecnica di esecuzione individua univocamente la particolarità morfologica dell’oggetto si adotta la
forma “polittico dipinto”, “dittico a rilievo” ecc. che permette il recupero dell’informazione. Quando non è
possibile dare altre connotazioni, l’oggetto viene indicato con un unico sostantivo.
15
Es.:
statua
dipinto
“Nel caso di più oggetti uguali si adotta la forma al singolare provvedendo a riempire il campo seguente
“Quantità QNT” con il numero degli esemplari. Così per insiemi di oggetti non rigidamente uguali (come cicli,
mute, serie, ecc.) si adotta sempre la forma al singolare specificando nel sottocampo “Identificazione OGTV” la
particolare situazione e nel campo “Quantità QNT” il numero degli esemplari.
Per i frammenti si può presentare la seguente casistica:
a. il nome del frammento ed il nome dell'oggetto a cui questo appartiene sono individuabili entrambi. In questo
caso vanno specificati in "Definizione OGTD" entrambi gli oggetti.
Es.: raggiera di ostensorio
scomparto di polittico dipinto
b. è individuabile il nome del frammento, ma non quello dell'oggetto di appartenenza. In
questo caso in "Definizione OGTD" va specificato il solo nome del frammento, mentre in
"Identificazione OGTV" si indica che trattasi di "elemento d'insieme".
Es.:
OGTD: raggiera
OGTV: elemento d'insieme
OGTD: base
OGTV: elemento d'insieme
c. è individuabile solo il nome dell'oggetto di appartenenza. In questo caso si indica il nome dell'oggetto intero
in "Definizione OGTD", mentre in "Identificazione OGTV" deve essere posta la specifica "frammento".
Es.:
OGTD: piatto
OGTV: frammento
OGTD: ostensorio
OGTV: frammento”9
Vocabolario aperto ARTPAST
L’inserimento di una nuova voce nel vocabolario di controllo di definizione dell’oggetto dovrà essere
concordata con l’ufficio competente della Regione Lombardia.
OGTT - Tipologia
Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto
Tipologia formale dell'oggetto considerato escludendo le connotazioni funzionali e morfologiche.
Es.:
OGTD: pace
OGTT: a tavoletta
OGTD: reliquiario
OGTT: a braccio
Vocabolario aperto ARTPAST
OGTA - Parti e/o accessori
Dimensione 250 caratteri
Parti o accessori del bene, che non ne costituiscono parte integrante, ma lo completano e lo arricchiscono.
OGTN - Denominazione
Dimensione 250 caratteri
Nome storico o tradizionale del bene o dedicazione dell'opera.
Es.:
Fontana delle Tartarughe
Altare di S. Antonio
Monumento sepolcrale di Urbano VIII
Fonte Gaia
OGTL - Codice lingua
Dimensione 3 caratteri - Vocabolario chiuso
Lingua utilizzata per la definizione del bene, se diversa dalla lingua della schedatura.
Lista di valori
9
Da Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D-N, ICCD 1992,
pag. 45.
16
Codici Lingua
OGTV - Identificazione
Dimensione 100 caratteri - Vocabolario chiuso
Indicare la situazione del bene oggetto della scheda.
Vocabolario ARTPAST
ciclo
complesso decorativo
coppia
elemento d'insieme (si intende l’ esemplare appartenente ad una serie unitaria)
frammento
insieme
opera isolata
paio
pendant
serie
OGTP - Posizione
Dimensione 100 caratteri
Qualora l’oggetto della scheda sia un bene componente, indicarne la posizione rispetto al bene nel suo
complesso. Il sottocampo sarà quindi riempito solo nella scheda descrittiva della parte componente.
Es.:
piede
fianco sinistro
QNT – QUANTITÀ
Quantità degli elementi che costituiscono il bene oggetto della scheda, quando il loro numero sia diverso da uno. Da
usare per esemplari della stessa tipologia (trattati al singolare nel campo OGTD), o per una serie, un insieme, ecc.
QNTN - Quantità degli esemplari
Dimensione 10 caratteri
Numero, espresso in cifre, relativo alla quantità degli esemplari che costituiscono il bene catalogato (cfr. contenuto del
campo OGTD).
Es.: 3
QNTI – Quantità complessiva degli elementi
Dimensione 10 caratteri
Numero, espresso in cifre, relativo alla quantità complessiva degli elementi che costituiscono il bene catalogato nel caso di
una serie, di un insieme etc. (cfr. contenuto del campo OGTV).
QNTS - Quantità non rilevata
Dimensione 3 caratteri - Vocabolario chiuso
Nel caso in cui non sia possibile per motivi pratici rilevare la quantità degli esemplari o la quantità complessiva
degli elementi che costituiscono il bene oggetto della scheda (come, ad es., nella fase di revisione di schede
pregresse), valorizzare questo campo.
Vocabolario chiuso
NR
OGR - Disponibilità del bene
Dimensione 12 caratteri - Vocabolario chiuso
Indicare se il bene è materialmente disponibile al momento della redazione della scheda, oppure se la sua
esistenza è documentata, ma il bene non è più disponibile (a causa di furto, distruzione per evento naturale,
ecc.).
Vocabolario chiuso
reale
documentato
OGA - ALTRA DEFINIZIONE OGGETTO (denominazione storica, tradizionale o popolare).
Denominazioni alternative attuali o altre denominazioni che il bene ha assunto nel tempo. Per consentire
l'indicazione delle diverse denominazioni questo campo è ripetitivo.
Indicare eventuali altre definizioni con le quali l’oggetto può essere comunemente noto.
17
In questo campo ripetitivo si indicano eventuali altri nomi con i quali l’oggetto può essere comunemente noto
(nomi impropri storici o tradizionali o popolari dell'oggetto con indicazione dell’area culturale di provenienza),
al di fuori della rigida normativa che presiede la compilazione dei campi OGTD e OGTN. Il campo è ripetitivo.
OGAG – Genere della denominazione
Dimensione 25 caratteri - Vocabolario aperto
Precisazione del tipo di denominazione individuata come alternativa o precedente a quella indicata in OGTD.
Tale precisazione può essere eventualmente seguita dall'epoca storica indicata tra parentesi.
Vocabolario
idiomatica
originaria
storica
OGAD –Definizione
Dimensione 100 caratteri
Indicare l’eventuale altra definizione con cui è noto il bene catalogato, anche in altra lingua diversa dall’italiano.
OGAL – Codice lingua
Dimensione 3 caratteri - Vocabolario chiuso
Questo campo identifica la lingua usata dallo schedatore nella compilazione del campo OGA.
Vocabolario chiuso
OGAF – Fonte dell’altra denominazione
Dimensione 30 caratteri - Vocabolario chiuso
Indicazione della fonte della denominazione. Al campo è collegato un vocabolario chiuso.
Vocabolario chiuso
consuetudine
bibliografia
fonti archivistiche
elenchi enti locali
catalogatore
In questo campo si indica la motivazione, la fonte, la provenienza o la responsabilità del nome alternativo
specificato nei sottocampi OGAD e OGAS.
OGAM – Specifica della fonte dell’altra denominazione
Dimensione 255 caratteri
Indicazione specifica della fonte della denominazione.
Fonte dell'informazione nella forma data, fonte; se la fonte è bibliografica, usare la forma data, cognome iniziale
del nome, titolo. Le informazioni più dettagliate relative alle fonti archivistiche o alla citazione bibliografica
andranno inserite nei campi FNT o BIB.
SGT – SOGGETTO
Informazioni relative al soggetto o alla scena rappresentati.
Es.:
Episodi della vita di San Giovanni Battista
Scene mitologiche
SGTC – Categoria generale
Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto
Classe iconografica generale a cui può essere ascritto il soggetto.
Si scelga la classe del soggetto considerato preponderante nella raffigurazione.
Vocabolario chiuso
allegorie, simboli e concetti
animali (anche mitologici, fantastici, preistorici)
araldica
archeologia
architettura (quando il soggetto preponderante è un elemento edificato ma non nel caso di paesaggio e vedute
con architetture. Comprende anche categorie quali per esempio monumenti funebri e commemorativi,
costruzioni di edilizia e ingegneria civile)
astronomia e cosmologia
cartografia
composizioni di invenzione (nel caso di oggetti e raffigurazioni astratte, geometriche, fantastiche in cui è
impossibile ritrovare un elemento figurativo riconducibile ad altre categorie o generi. In questo caso il DESS va
compilato con le voci e con eventuali specifiche al loro interno segni, figure geometriche, forme fantastiche)
genere
18
letteratura
mitologia
natura morta
oggetti e strumenti (che sono in sé elemento iconografico principale delle raffigurazioni e che non possono
essere ricondotti ad altre categorie. Comprende anche categorie quali per esempio arredi e suppellettili,
accessori, armi e armamenti, numismatica, glittica e filatelia.
decorazioni e ornati
paesaggio (comprende anche i giardini)
ritratto
sacro
satirico e grottesco
società e cultura (comprende per esempio categorie quali abbigliamento, feste e celebrazioni, lavori agricoli e
attività umane anche artistiche, mezzi di trasporto etc.).
storia
teatro, spettacolo e musica
essere umano e uomo in generale (comprende anche categorie quali per esempio anatomia, corpo umano, atti).
veduta
vegetali
SGTI – Identificazione
Dati relativi al soggetto secondo le definizioni iconografiche tradizionali. Per indicazioni sui criteri di
compilazione e sulla sintassi da utilizzare si veda in appendice Note di accompagnamento al vocabolario di controllo
del sottocampo Soggetto – SGT e Indicazioni per la normalizzazione ortografica del sottocampo per l’identificazione del
soggetto SGTI.
Vocabolario aperto ARTPAST
Se nell’opera sono raffigurati personaggi di un’opera letteraria quest’ultima andrà indicata tra parentesi tonde a
seguito del soggetto identificato.
Nelle parentesi tonde andranno indicate anche altre specificazioni necessarie per la descrizione del soggetto.
Es.
STGI: Valino (La luna e i falò di Cesare Pavese)
Es.
Veduta di Alberobello (Bari)
Per le composizioni cromatiche indicare in questo sottocampo il soggetto con la definizione “Composizione
cromatica” seguita dall’indicazione dei colori usati.
La “e” congiunzione deve essere utilizzata in caso di indicazione di soggetti che non hanno alcuna connessione
iconografica ma sono legati da contestualizzazione fisica (sono presenti sullo stesso foglio), nel caso in cui vi sia
un legame iconografico si utilizzerà la preposizione “con “.
Nel caso in cui sia necessario indicare nel sottocampo SGTI più di un soggetto il separatore da usare sarà “/”
seguito da uno spazio.
La “,” seguita da uno spazio verrà utilizzata nel caso di elenchi.
I “:” seguiti da uno spazio verranno utilizzati nel caso di descrizioni dal generale al particolare.
Es. :Veduta di Venezia: Rialto
Per i dipinti raffiguranti un soggetto storico in cui sia necessario evidenziare l’evento rappresentato e la sua
ambientazione verrà utilizzato come elemento separatore “;” seguito da uno spazio
Veduta del Castello di Milano; Assedio austriaco del Castello di Milano
oppure una locuzione che li comprenda entrambi
Veduta del Castello di Milano durante l’assedio austriaco
SGTT- Titolo
Dimensione 250 caratteri
Titolo dato dall'autore o denominazione tradizionale del soggetto.
Es.:
Madonna delle Arpie
La fiducia in Dio
La Fornarina
LC- LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO AMMINISTRATIVA ATTUALE
In questo paragrafo vengono registrati i dati relativi alla localizzazione geografico-amministrativa del bene nel
momento in cui viene compilata la scheda. La compilazione del paragrafo è obbligatoria.
19
PVC – LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA ATTUALE
Informazioni sulla localizzazione geografico-amministrativa del bene al momento in cui viene compilata la
scheda, relativa al territorio italiano oppure ad organizzazioni amministrativo-territoriali di Paesi esteri. La
compilazione del campo è obbligatoria.
PVCS - Stato
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso
Indicare il nome dello Stato nel quale si trova il bene catalogato, sulla base della lista alfabetica dei nomi dei
Paesi secondo la Norma UNI-ISO 3166-1, 1997 (I). La compilazione del sottocampo è obbligatoria. Qualora, in
occasione di attività di recupero di schede pregresse, l’informazione non sia disponibile, utilizzare l’espressione
‘NR (recupero pregresso)’.
Es.:
Francia
Italia
Lussemburgo
NR (recupero pregresso)
ecc.
PVCR – Regione
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso
Indicare il nome della regione nella quale si trova il bene catalogato, secondo le denominazioni ufficiali delle
regioni italiane. Qualora il bene non si trovi in Italia, al momento della catalogazione non valorizzare il campo;
in questo caso, verranno compilati i sottocampi Stato (PVCS) e Altra ripartizione amministrativa o località estera
(PVCE). La compilazione del campo è obbligatoria.
Lista di valori
Denominazioni ufficiali delle regioni italiane
Es.:
Toscana
Lazio
Sicilia
PVCP - Provincia
Dimensione 3 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso
Indicare la sigla corrispondente alla provincia nella quale si trova il bene catalogato. Qualora il bene non si trovi
in Italia, non valorizzare il campo; in questo caso, verranno compilati i sottocampi Stato (PVCS) e Altra
ripartizione amministrativa o località estera (PVCE). La compilazione del campo è obbligatoria.
Lista di valori
Sigle delle province italiane
Es.:
RM
NA
TN
PVCN - Nome provincia
Dimensione 20 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso
Nome per esteso della provincia indicata in PVCP.
PVCJ - Codice Istat comune
Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso
Codice del comune, come da fascicoli ISTAT.
PVCC - Comune
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso
Indicare il comune nel quale si trova il bene catalogato, senza abbreviazioni, secondo le denominazioni ISTAT
aggiornate dei comuni italiani. Qualora il bene non si trovi in Italia, al momento della catalogazione non
valorizzare il campo; in questo caso, verranno compilati i sottocampi Stato (PVCS) e Località estera (PVCE). La
compilazione del campo è obbligatoria.
Es.:
Reggio di Calabria
Reggio nell’Emilia
Pago del Vallo di Lauro
San Giuliano Terme
PVCL - Località
Dimensione 50 caratteri
20
Indicare la località in cui è situato il bene catalogato, senza abbreviazioni, secondo le denominazioni ISTAT
aggiornate delle località abitate.
Es.:
Ponticello
PVCE - Località estera
Dimensione 250 caratteri
Questo sottocampo, a testo libero, viene compilato in abbinamento al sottocampo Stato (PVCS) e in alternativa
ai sottocampi PVCR, PVCP, PVCC, PVCL, quando il bene catalogato si trovi in località estera. Indicare se
necessario le ripartizioni amministrative interne allo stato, seguite dal nome della località, utilizzando per
quanto possibile le forme italianizzate. Qualora queste non esistano o siano cadute in disuso, si adotterà la
lingua ufficiale dello stato di appartenenza, traslitterata se necessario.
Es.:
Parigi
Mosca
Amsterdam
Westem States, Ibadan
PVL – Altra località
Dimensione 250 caratteri
Indicare eventuali altre denominazioni del luogo in cui si trova il bene catalogato, specificando tra parentesi la
fonte utilizzata per l’individuazione del toponimo e, dopo una barra (/), la sua datazione. Il campo può essere
utilizzato anche per memorizzare il contenuto, presente in versioni precedenti della scheda, del sottocampo
‘PVCF-Frazione’ (le frazioni sono state soppresse dall’ISTAT in occasione del censimento 1991), facendo seguire
al nome della località la specifica ‘frazione ISTAT’ fra parentesi tonde. Il campo è ripetitivo.
Es.:
Colle Curino (IGM/ 1949)
Gramiccia (mappa catastale/ 1934)
Zappolino (frazione ISTAT)
PVE – Diocesi
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario chiuso
Indicare la diocesi nel cui territorio ricade il bene catalogato, secondo la denominazione ufficiale delle diocesi
italiane.
Lista di valori
Denominazioni ufficiali delle diocesi italiane
Es:
Latina-Terracina-Sezze
LDC – COLLOCAZIONE SPECIFICA
Informazioni specifiche sulla collocazione del bene catalogato. I dati registrati nei campi LDCT ed LDCN
devono coincidere con le informazioni inserite nella scheda relativa all’immobile contenitore, al fine di garantire
il collegamento fra i due beni (contenuto/contenitore). La compilazione del campo è obbligatoria.
Si rende in questa fase necessario allineare il più possibile i criteri di compilazione del paragrafo LDC della
localizzazione fisica degli beni mobili a quelli del paragrafo OGT della schede in cui vengono registrati i dati
identificativi dei beni immobili.
Questa operazione consente di mettere in correlazione, secondo univoci criteri di normalizzazione, i dati
identificativi le architetture in quanto oggetto di catalogazione e in quanto contenitori di oggetti mobili
catalogati.
L’univocità delle informazioni permetterà di effettuare ricerche incrociate sui dati, facilitandone il recupero e
favorendo l’integrazione per l’individuazione dei beni all’interno dei loro contenitori architettonici.
LDCT - Tipologia
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare la tipologia architettonica del contenitore del bene catalogato.
Vocabolario aperto
Si faccia riferimento al vocabolario delle tipologie architettoniche elaborato da Regione Lombardia.
Il tipo architettonico deve essere prioritariamente quello originario del bene, ove l’impianto sia ancora
riconoscibile, indipendentemente dal suo eventuale riutilizzo funzionale.
Es: Palazzo Sormani a Milano viene edificato come palazzo gentilizio sebbene attualmente sia in uso come
biblioteca comunale. La tipologia da indicare è dunque "Palazzo" e non "Biblioteca". Diverso è il caso della
21
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma che dovrebbe essere indicata come "Biblioteca" poiché edificata con
questa specifica destinazione d'uso.
LDCQ - Qualificazione
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto
Aggettivo o locuzione che precisa, integra o caratterizza il contenitore dal punto di vista della condizione
giuridico-amministrativa o funzionale.
Vocabolario aperto
LDCN - Denominazione
Dimensione 80 caratteri
Indicare il nome proprio completo o la denominazione corrente o il titolo del contenitore, anche se comprende
lo stesso termine usato nel precedente sottocampo Tipologia (LDCT). Per la denominazione degli edifici si farà
riferimento, ove possibile, a fonti ufficiali (ad esempio gli Annuari Diocesani per gli edifici ecclesiastici).
Es.:
Palazzo Castellani
Accademia delle Scienze di Siena detta de' Fisiocritici
Palazzo Torrigiani
Nel caso di catalogazione di oggetti mobili conservati presso beni componenti appartenenti a beni complessi, se
l’edificio componente ha una propria specifica denominazione questa va indicata nel campo LDCN, ed in
LDCC la denominazione specifica dell’edificio complesso di appartenenza
Es.:
LDCN: Chiesa di S. Lanfranco
LDCC: Monastero di S. Lanfranco
In LDCN si deve indicare anche la denominazione del bene complesso se il bene componente ha una
denominazione specifica non sufficiente ad identificarlo univocamente.
Es.
LDCN: Casa padronale della Cascina Poscallone
LDCC: Cascina Poscallone
(usare caratteri alto basso)
La denominazione del bene da indicare prioritariamente è quella consuetudinaria corrente anche se ripete lo
stesso termine già indicato nel campo OGTT.
Es.:
LDCT: palazzo
LDCN: Palazzo di Brera
La denominazione consuetudinaria può anche riferirsi al nome storico qualora ancora in uso del committente o
del progettista o del proprietario (originario e/o attuale) che ha realizzato il bene.
Es.:
LDCT: grattacielo
LDCN: Grattacielo Pirelli
Per le infrastrutture inoltre la denominazione consuetudinaria è spesso quella legata alla denominazione della
località territoriale in cui il bene è collocato.
Es.:
LDCT: ponte
LDCN: Ponte della Becca
L’utilizzo delle fonti diventa obbligatorio nel caso in cui non sia possibile recepire una denominazione
consuetudinaria ancora corrente del bene.
Nel caso in cui le fonti di riferimento non contengano alcuna denominazione del bene si deve indicare il tipo
architettonico seguito dall’indirizzo e dal numero civico principale corrispondente.
Es.
LDCN: Casa Via della Posterla 8
Non è consentito utilizzare il termine generico “edificio”: si deve quindi obbligatoriamente indicare anche nella
denominazione il tipo architettonico.
Tutte le varianti quali per esempio chiesetta, chiesuola, chiostrino, palazzotto, possono essere mantenute nella
denominazione, ma nel campo TIPO devono essere ricondotte al tipo architettonico originario come indicato dai
rimandi delle rispettive voci del glossario.
22
Il termine “complesso” seguito dalla relativa denominazione viene utilizzato solo nel caso non sia possibile
risalire ad un tipo architettonico identificabile.
Nel caso invece di catalogazioni di beni architettonici complessi, nella schede bene componente occorre indicare
sempre anche la denominazione del bene complesso di appartenenza
Es.:
LDCN: Campanile della Chiesa di S. Giuseppe.
LDCN: Cappella della Visitazione del Sacro Monte
OGTN: Casa padronale della Cascina Morabassa
(usare caratteri alto basso)
DENOMINAZIONE/DEDICAZIONE (solo per l’architettura religiosa)
La denominazione da indicare prioritariamente è quella consuetudinaria corrente del bene anche se ripete lo
stesso termine già indicato nel campo TIPO:
Es.:
LDCT: battistero
LDCN: Battistero di S. Giovanni
E’ necessario riportare sempre, utilizzando la ripetitività dei campi collegati, anche la
denominazione/dedicazione del bene presente sull’ultima edizione della Guida diocesana, riprendendo solo
l’indicazione del tipo architettonico con la relativa dedicazione.
Nella trascrizione si seguiranno le regole di sintassi sotto indicate.
La Guida diocesana è inoltre la fonte privilegiata da consultare nel caso in cui non sia possibile risalire ad una
denominazione/dedicazione consuetudinaria corrente.
Nelle Guide diocesane è possibile che il tipo architettonico sia indicato in corsivo mentre la
denominazione/dedicazione in grassetto seguita dalla qualificazione ecclesiastica del bene
Es.: Chiesa S. Giovanni Battista parrocchiale
In questo caso nella denominazione non va riportato il termine di qualificazione “parrocchiale”; per cui il
campo si compila come segue:
Es.:
LDCT: Chiesa
LDCN: Chiesa di S. Giovanni Battista
L’indicazione della qualificazione ecclesiastica va mantenuta solo se è presente nella denominazione
consuetudinaria del bene oppure se il bene è cosi denominato in altre fonti di riferimento consultate.
Es.:
LDCT: chiesa
LDCN: Parrocchiale di S. Maria in Betlem
Fonti consigliate per la compilazione:
- per l’architettura ecclesiastica
Guida ufficiale della diocesi, ultima edizione.
- per tutte le altre categorie architettoniche:
Lombardia e Milano, Guide d’Italia del Touring Club Italiano, ultima edizione e relative bibliografie specifiche
indicate
Elenchi compilati dagli enti locali.
Nel caso in cui la denominazione non sia nota e nel caso in cui non sia possibile in alcun modo risalire ad alcun
tipo di denominazione il catalogatore è tenuto ad inserire una dicitura che permetta comunque di identificare il
bene.
LDCA - Altra denominazione
Dimensione 250 caratteri
Indicare altre denominazioni alternative attuali o altre denominazioni che l’immobile contenitore ha assunto nel
corso del tempo. Per consentire l’indicazione delle diverse denominazioni questo sottocampo è ripetitivo.
LDCC - Complesso monumentale di appartenenza
Dimensione 80 caratteri
Indicare la denominazione del complesso monumentale a cui appartiene l’edificio in cui è collocato il bene.
Es.:
Abbazia delle Tre Fontane
Convento dei Cappuccini
23
LDCU - Denominazione spazio viabilistico
Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio
Dati riguardanti gli spazi viabilistici, pubblici o di uso pubblico, che consentono di individuare la collocazione
dell'immobile contenitore. Il sottocampo dovrà contenere il nome della via o piazza e relativo numero civico, se
esiste, oppure l'indicazione della progressione chilometrica nel caso di viabilità extraurbana. La compilazione
del sottocampo è obbligatoria.
Es.: Piazza dei Giudici, 1
L’indicazione viabilistica deve essere seguita dal numero civico o, nel caso di viabilità extraurbana,
dall’indicazione chilometrica, separata da virgola seguita da spazio.
Es.:
Via Sant’Antonio, 34
Via Giosuè Carducci, 1
Piazza Roma, 3
Strada Statale 136, Km 2.5 (usa il punto come separatore decimale)
(usare caratteri alto basso)
Nel caso di strade statali, provinciali, comunali, normalmente indicate in forma abbreviata scrivere: Strada
Statale, Strada Provinciale, Strada Comunale seguito dall’indicazione numerica non preceduta da n.
(usare caratteri alto basso)
Es.:
Via Sant’Antonio
Via Giosuè Carducci
Piazza Roma
Strada Statale 136
LDCM - Denominazione struttura conservativa I livello
Dimensione 70 caratteri
Nome ufficiale per esteso della struttura conservativa di I livello presso la quale è conservato il bene oggetto
della scheda. In caso di beni di proprietà privata va indicato il cognome ed il nome del proprietario, detentore o
possessore, preceduto dalla dizione ‘collezione privata’.
Es.:
LDCN: Palazzo Castellani
LDCM: Istituto e Museo di Storia della Scienza
E’ la denominazione dell’Istituto di Conservazione di I livello.
Per i musei lombardi adottare le denominazioni ufficiali dei musei così come censiti ed eventualmente
riconosciuti dalla Regione Lombardia.
Es.:
LDCM Musei Civici di Como.
Nel caso in cui più raccolte museali costituiscano o facciano parte di un’unica entità giuridica andrà indicato il
nome dell’istituzione giuridica principale riconosciuta.
Es: per le raccolte Pinacoteca Tosio Martinengo; Museo Cristiano, Museo Romano, Galleria d'Arte moderna e
contemporanea, Museo del Risorgimento, Museo delle armi "Luigi Marzoli” facenti parte di un unico istituto
culturale indicare in LDCM Civici Musei di Arte e Storia Brescia.
LDCI – Denominazione struttura conservativa II livello
Dimensione 70 caratteri
Inserire compilare con la denominazione dell’eventuale sottosezione dell’Istituto culturale in cui è conservato il
bene catalogato.
Es.
LDCM: Civici Musei di Arte e Storia di Brescia
LDCI: Pinacoteca Tosio Martinengo
LDCZ – Tipologia struttura conservativa
Dimensione 70 caratteri - Vocabolario chiuso
Inserire tipologia Istituto di conservazione in cui il bene è contenuto
Vocabolario
museo
biblioteca
archivio
LDCS - Specifiche
Dimensione 250 caratteri
Informazioni peculiari sulla localizzazione dell'oggetto all'interno del contenitore. La descrizione deve
procedere dal generale al particolare, indicando, prioritariamente, ove esista, la denominazione.
24
Es.:
primo piano - Sala V, numero I
depositi - GF astronomia 27
piano terra
Usare di preferenza come separatore la “,” seguita da spazio.
Le specifiche di collocazione da indicare sono quelle rilevate al momento della catalogazione ossia la
collocazione più recente dell’oggetto.
LDCO - Collocazione originaria
Dimensione 2 caratteri - Vocabolario chiuso
Indicare se la collocazione descritta nel campo LDC è quella originaria del bene, oppure no.
Vocabolario chiuso
SI
NO
SC [sconosciuta]
ACB – ACCESSIBILITÀ DEL BENE
Informazioni riguardo all’accessibilità del bene.
ACBA - Accessibilità
Dimensione 2 caratteri - Vocabolario chiuso
Indicazione sulla accessibilità del bene all’interno del contenitore.
Vocabolario chiuso
SI
NO
ACBS – Specifiche
Dimensione 2000 caratteri
Fornire eventuali specifiche riguardo all’accessibilità del bene. In particolare, per le realtà mussali, si richiede di
indicare il caso in cui il bene sia accessibile ma non esposto al pubblico.
LA – ALTRE LOCALIZZAZIONI GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVE
Informazioni relative ad altre localizzazioni del bene, diverse dall’attuale, registrata nel paragrafo LC, che
possono riguardare sia precedenti luoghi di conservazione, sia il luogo dove il bene è stato realizzato, sia quello
dove è stato reperito, sia quello dove è stato esposto nel caso di opere recuperate, ecc. Il paragrafo è ripetitivo e
segue la stessa logica del paragrafo LC.
TCL – Tipo di localizzazione
Dimensione 40 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare il tipo di localizzazione del bene che viene descritto nel paragrafo. Il campo presenta un'obbligatorietà
di contesto.
Vocabolario chiuso versione 3.02 e ARTPAST 10
luogo di esecuzione/fabbricazione
luogo di reperimento
luogo di provenienza
luogo di deposito
luogo di esposizione
luogo di collocazione successiva
luogo di ripresa
area rappresentata
Il luogo di provenienza: indica da dove proveniva il bene prima della localizzazione attuale (come la
precedente conservazione in un museo, il precedente luogo di utilizzo o di collocazione di un bene mobile); il
luogo di esecuzione/fabbricazione: indica dove il bene è stato prodotto; il luogo di reperimento: indica dove
un bene di provenienza archeologica è stato rinvenuto (ad es. in occasione di uno scavo archeologico, di una
ricognizione, di un ritrovamento casuale); il luogo di rilevamento: indica dove è stato rilevato un bene
etnoantropologico; il luogo di deposito: indica dove il bene si trova depositato temporaneamente, nel caso di
una localizzazione diversa da quella ufficiale o storica del bene (ad es. deposito temporaneo per restauro, o
depositi temporanei organizzati a seguito di terremoti, alluvioni, ecc.); il luogo di esposizione: indica dove il
bene è stato esposto in un’occasione diversa da una mostra (ad es. in occasione dell’esposizione di beni
recuperati, dell’esposizione per un’asta, ecc.); l’area rappresentata: indica l’area raffigurata in un documento
cartografico, su un bene artistico-storico o archeologico, ecc.; il luogo di ripresa: indica il luogo dal quale viene
effettuata una ripresa fotografica.
10
25
luogo di rilevamento
PRV - LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO – AMMINISTRATIVA
Informazioni sulla localizzazione geografico-amministrativa, relativa al territorio italiano oppure ad
organizzazioni amministrativo-territoriali di paesi esteri.
PRVK - Continente
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare il nome del continente.
Lista di valori
Africa
America
Asia
Europa
Oceania
PRVS - Stato
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare il nome dello Stato nel quale si trovava il bene, secondo la lista alfabetica dei nomi dei Paesi secondo la
Norma UNI-ISO 3166-1, 1997 (I).
Es.:
Francia
Italia
Lussemburgo
PRVR - Regione
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare il nome della regione nella quale si trovava il bene, secondo le denominazioni ufficiali delle regioni
italiane
Es.:
Toscana
Lazio
Sicilia
PRVP - Provincia
Dimensione 3 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare la sigla corrispondente alla provincia nella quale si trovava il bene.
Es.:
RM
NA
TN
PRVC - Comune
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare il comune nel quale si trovava il bene, senza abbreviazioni, secondo le denominazioni ISTAT dei
comuni italiani. Per le aree bilingue si adotta la denominazione in lingua italiana.
Es.:
Reggio di Calabria
Reggio nell'Emilia
Pago del Vallo di Lauro
San Giuliano Terme
PRVL - Località
Dimensione 50 caratteri
Indicare la località nella quale si trovava il bene, senza abbreviazioni, secondo le denominazioni delle località
abitate dei fascicoli ISTAT.
Es.:
Ponticello
PRVE - Località estera
Dimensione 250 caratteri
Questo sottocampo, a testo libero, viene compilato in abbinamento al sottocampo Stato (PRVS) e in alternativa
ai sottocampi PRVR, PRVP, PRVC, PRVL, quando il bene catalogato si trovi in località estera. Indicare se
necessario le ripartizioni amministrative interne allo stato, seguite dal nome della località, utilizzando per
26
quanto possibile le forme italianizzate. Qualora queste non esistano, o siano cadute in disuso, si adotterà la
lingua ufficiale dello stato di appartenenza, traslitterata se necessario.
Es.:
Parigi
Mosca
Amsterdam
Westem States, Ibadan
PRL – Altra località
Dimensione 250 caratteri
Indicare eventuali altri toponimi, specificando tra parentesi la fonte utilizzata per l'individuazione del toponimo
e, dopo una barra “/” seguita da uno spazio, la sua datazione. Il campo può essere utilizzato anche per
memorizzare il contenuto, presente in versioni precedenti della scheda, del sottocampo 'PRVF-Frazione' (le
frazioni sono state soppresse dall'ISTAT in occasione del censimento 1991), facendo seguire al nome della
località la specifica 'frazione ISTAT' fra parentesi tonde. Il campo è ripetitivo.
Es.:
Colle Curino (IGM/ 1949)
Gramiccia (mappa catastale/ 1934)
Zappolino (frazione ISTAT)
PRE - Diocesi
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario chiuso
Indicare la diocesi, secondo la denominazione ufficiale delle diocesi italiane.
Es.:
Latina-Terracina-Sezze
PRC – COLLOCAZIONE SPECIFICA
Informazioni specifiche sulla collocazione del bene catalogato. I dati registrati nei campi PRCT e PRCN devono
coincidere con le informazioni inserite nell’eventuale scheda relativa al bene contenitore.
Il paragrafo – nel caso l’ente ne abbia necessità – potrà essere utilizzato per registrare e gestire le informazioni
relative alla movimentazione delle opere all’interno del contenitore utilizzando nel campo “TCL” la voce
“collocazione successiva” in senso diacronico (e quindi collegata alla/e relativa/e data/e).
Il sottocampo LDCS (specifiche) nel paragrafo LC non conterrà alcun riferimento a queste movimentazioni,
riporterà la collocazione dell’oggetto risultante al momento della catalogazione e verrà modificato solo in caso
di aggiornamento della scheda realizzata.
Nel caso in cui si cataloghi materiale proveniente da una donazione/acquisto e si possa individuare il luogo
fisico di provenienza delle opere il paragrafo andrà compilato con tutte le informazioni reperite in fase di
catalogazione anche se ridondanti rispetto al paragrafo relativo alla condizione giuridica ACQ.
PRCT - Tipologia
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare la tipologia funzionale e/o architettonica del contenitore del bene catalogato.
Per la compilazione si veda anche quanto specificato per il sottocampo LDCT.
PRCQ - Qualificazione
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto
Aggettivo o locuzione che precisa, integra o caratterizza il contenitore dal punto di vista della condizione
giuridico-amministrativa o funzionale.
Vocabolario aperto
PRCD - Denominazione
Dimensione 80 caratteri
Indicare il nome proprio completo, o la denominazione corrente, o il titolo del contenitore, anche se comprende
lo stesso termine usato nel precedente sottocampo Tipologia (PRCT). Per la denominazione degli edifici si farà
riferimento, ove possibile, a fonti ufficiali (ad esempio gli Annuari Diocesani per gli edifici ecclesiastici).
Es.:
Palazzo Pitti
Palazzo Vecchio
Per la compilazione si veda anche quanto specificato per il sottocampo LDCN.
PRCA - Altra denominazione
Dimensione 250 caratteri
Indicare altre denominazioni del contenitore alternative a quella citata nel precedente sottocampo PRCD. Per
consentire l’indicazione delle diverse denominazioni questo sottocampo è ripetitivo.
27
Per la compilazione si veda anche quanto specificato per il sottocampo LDCA.
PRCC – Complesso monumentale di appartenenza
Dimensione 80 caratteri
Indicare la denominazione del complesso monumentale a cui appartiene l’edificio in cui è collocato il bene.
Es.:
Abbazia delle Tre Fontane
Convento dei Cappuccini
PRCU - Denominazione spazio viabilistico
Dimensione 250 caratteri
Dati riguardanti gli spazi viabilistici, pubblici o di uso pubblico, che consentono di individuare la collocazione
dell'immobile contenitore. Il sottocampo dovrà contenere il nome della via o piazza e relativo numero civico, se
esiste, oppure l'indicazione della progressione chilometrica nel caso di viabilità extraurbana.
Es.:
Piazza Pitti
Piazza della Signoria
Per la compilazione si veda anche quanto specificato per il sottocampo LDCU.
PRCM - Denominazione struttura conservativa I livello
Dimensione 70 caratteri
Nome ufficiale per esteso della raccolta, o tipologia e denominazione della collezione. In caso di beni di
proprietà privata va indicato il cognome ed il nome del proprietario, detentore o possessore, preceduto dalla
dizione 'collezione privata'.
Es.:
Collezione medicea
Per la compilazione si veda anche quanto specificato per il sottocampo LDCM.
Nel caso di collezioni private non inserire alcuna qualifica del nome quali titoli nobiliari, professionali etc. e non
usare termini quali “famiglia”, “fratelli” se non necessari alla individuazione della collezione. Se l’indicazione è
necessaria andrà inserita in coda.
PRCI – Denominazione struttura conservativa II livello
Dimensione 70 caratteri
Inserire compilare con la denominazione dell’eventuale sottosezione dell’Istituto culturale in cui è conservato il
bene catalogato.
Es.:
PRCM: Civici Musei di Arte e Storia di Brescia
PRCI: Pinacoteca Tosio Martinengo
Per la compilazione si veda anche quanto specificato per il sottocampo LDCI.
PRCZ – Tipologia struttura conservativa
Dimensione 70 caratteri - Vocabolario chiuso
Inserire tipologia Istituto di conservazione in cui il bene è contenuto
Vocabolario
museo
biblioteca
archivio
PRCS - Specifiche
Dimensione 250 caratteri
Informazioni peculiari sulla localizzazione del bene all'interno del contenitore. La descrizione deve procedere
dal generale al particolare, indicando, prioritariamente, ove esista, la denominazione.
Es.:
guardaroba
PRD – DATA
Indicazioni cronologiche relative alla provenienza o deposito del bene. Per la provenienza si specificheranno,
quando possibile, gli estremi cronologici relativi ad ogni passaggio di bene.
PRDI - Data ingresso
Dimensione 25 caratteri
28
Data iniziale di presenza del bene nel luogo di provenienza o di deposito. La datazione può essere espressa in
anni, in secoli o frazioni di secolo, eventualmente accompagnati dalle precisazioni che seguono precedute da
uno spazio:
ante
post
inizio
fine
metà
prima metà
seconda metà
primo quarto
secondo quarto
terzo quarto
ultimo quarto
ca.
(?)
Es.:
1730 ante
sec. XVIII fine
sec. XX ante
PRDU - Data uscita
Dimensione 25 caratteri
Data finale della presenza del bene nel luogo di provenienza. La datazione può essere espressa sia in anni che in
secoli o frazioni di secolo, eventualmente seguiti dalle seguenti precisazioni precedute da uno spazio:
ante
post
inizio
fine
metà
prima metà
seconda metà
primo quarto
secondo quarto
terzo quarto
ultimo quarto
ca.
(?)
Es.:
1632 post
570 ca./ sec. II a.C. metà
UB –DATI PATRIMONIALI – COLLEZIONI
Informazioni relative alla posizione patrimoniale del bene, all’inventario e alla stima, nonché all’appartenenza
di un bene a una specifica collezione poi confluita all’interno di una raccolta. I campi relativi all’inventario e alla
stima contengono i dati ‘amministrativi-patrimoniali’ del bene; il campo relativo alle collezioni contiene i dati
‘storico-culturali’ relativi alle collezioni delle quali ha fatto parte o fa ancora parte nell’ambito della raccolta
attuale.
UBB – UBICAZIONE DEL BENE
Informazioni relative alla posizione del bene e all’inventario di appartenenza.
INV – Inventario
Informazioni relative all’inventario.
Va riportato il numero di inventario del bene, eventualmente preceduto dal nome o dalla sigla del museo,
Soprintendenza etc.; nel caso di collezioni di proprietà privata il bene può essere individuato con il semplice
numero progressivo, talvolta preceduto dalla sigla della collezione. Qualora nel tempo il bene sia stato
inventariato più volte, è bene ripetere i dati (utilizzando la ripetitività del campo strutturato), riportando per
primo l’inventario attuale seguito dagli inventari storici, in ordine cronologico dal più recente al più antico.
Poiché ad un bene complesso con parti distinte, o con parti di reimpiego, oppure frammentato e
successivamente ricomposto, possono essere stati attribuiti più numeri di inventario per le singole componenti,
è necessario riportare tutti i numeri. In assenza del numero d’inventario, il bene può essere identificato con il
numero del Registro cronologico di entrata (o del Registro d’ingresso). Il campo è ripetitivo.
INVA - Denominazione
29
Dimensione 500 caratteri
Indicare la denominazione dell'inventario.
Es.:
Inventario Corsini
Inventario corrente
INVD - Data
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto
Riportare l'anno o l'arco cronologico di compilazione dell'inventario eventualmente seguita dalle seguenti
precisazioni: ante, post, inizio, fine, metà, prima metà, seconda metà, ca., secondo gli esempi indicati di seguito.
Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Es.:
2002
1900 ante
1900 post
1840 ca.
sec. XX seconda metà
1950-1975
Nel caso di inventari in corso, si può indicare la sola data di inizio, seguita da un trattino.
Es.: 1995Nel caso di più occorrenze le datazioni saranno in ordine cronologico decrescente (ARTPAST).
INVC - Collocazione
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto
Luogo in cui è conservato l'inventario, se diverso da quello della raccolta museale o dalla Soprintendenza di
pertinenza; per le Soprintendenze e altri Istituti si utilizza la sigla corrispondente.
Es.:
SBA NA
INVN - Numero
Dimensione 100 caratteri - Obbligatorio di contesto
Numero di inventario nella forma numerica o alfanumerica adottata dalla Soprintendenza o dal museo; nel
caso di collezioni il numero può essere preceduto dalla sigla relativa. Nel caso di più numeri, questi vanno
separati da una barra (/). Qualora il numero si riferisca non all'inventario, ma al registro d'ingresso, va fatto
precedere dalla dizione 'Reg. Ingr.'; qualora il numero di riferisca al Registro cronologico d'entrata, va fatto
precedere dalla sigla 'RCE'. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Es.:
35.000
G 193
Reg. Ingr. 4693
RCE 800
20317/1
1452/A
M.2002.12.124
N.B. In alcuni casi un gruppo di oggetti possono essere registrati con un unico numero di ingresso o di
inventario legato alle modalità e ai tempi di acquisizione all’interno della collezione o del patrimonio museale.
INVX – Transcodifica del numero di inventario
Dimensione 50 caratteri
Trascodifica del numero di inventario riportato nel sottocampo INVN. Ha l'unico scopo di ottenere un corretto
ordinamento delle schede per numero inventario.
Le posizioni a disposizione sono 15 e il sottocampo è alfanumerico, ma si può utilizzare un tipo di trascodifica
che ne utilizzi un numero inferiore. L'importante è utilizzare per tutte le schede lo stesso numero di posizioni;
se necessario si integri con gli zeri a precedere: es. 001234.
L'esempio che segue utilizza 6 posizioni.
Esempio: in Accademia Carrara l'Inventario è a numerazione replicata perché organizzato per settori (I, II ..., X,
A, B): quindi le medaglie hanno numerazione I.1, I.2, .... II.1, II.2, ..... X.19, X.20, poi A.1, A.2, ..... La convenzione
adottata è di sostituire le prime due cifre (che sarebbero sempre 0 perché nessun settore eccede le 1.000 unità)
con un numero di convenzione, ed esattamente I = 01, II = 02, fino a X = 10, e poi A = 11, B = 12.
Es.:
Inventario generale
I.1 -------> 010001
II.3 --------> 020003
IX.124 ---------> 090124
B.273 ---------> 120273
30
Es.:
numero inv: 1234/a -> transcodifica: 001234; numero inv: 6 -> transcodifica: 000006.
INVY – Numero della segnatura
Dimensione 50 caratteri
Numero della segnatura dell’esemplare nel caso sia diverso dal numero di inventario o di ingresso.
INVP - Riferimento alla parte
Dimensione 500 caratteri
Specificare, se utile nel caso di un bene complesso con parti distinte, o con parti di reimpiego, oppure
frammentato e successivamente ricomposto, a quale parte del bene si riferisce il numero di inventario indicato
nel campo INVN.
INVS – Specifiche inventario
Dimensione 1000 caratteri
Inserire eventuali specifiche relative all’inventario. In questo campo è possibile qualificare la data. Si indica
infatti qui se la data è quella in cui il bene è stato inventariato o la data dell’inventario stesso.
Es.
data inventario
data ingresso
STI – STIMA
Riportare le informazioni inerenti la stima del bene.
La stima del bene risponde a specifiche esigenze delle Soprintendenze o dell’ente di pertinenza. Poiché il bene
può subire nel tempo rivalutazioni o deprezzamento si possono riportare tutte le stime, dalla più recente alla
più antica, preceduta dall’indicazione della valuta. Il campo è ripetitivo.
STIS - Stima
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Per i beni di proprietà statale e di altri enti pubblici la stima è proposta dall'Ente competente oppure può essere
desunta dall'inventario o dal Registro cronologico d'entrata. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di
contesto.
Es.:
Euro 500,00
Lire 1.000.000
STID - Data stima
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare l'anno della stima.
Es.: 2002
STIM - Motivo della stima
Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare il motivo della stima.
Vocabolario aperto
acquisto
alienazione
assicurazione
compilazione dell'inventario generale
donazione
importazione
premio di rinvenimento
restauro
COL - COLLEZIONI
Inserire in questo campo strutturato le informazioni sulla collezione attuale e/o sulle collezioni storiche delle
quali il bene catalogato fa o ha fatto parte (indicando, utilizzando la ripetitività del campo, dalla più recente alla
più antica). I dati da riportare in questo campo non devono coincidere con quelli relativi alla raccolta (museale,
privata etc.) di cui la specifica collezione o il singolo bene che ne proviene fa attualmente parte. Il campo è
ripetitivo.
COLD - Denominazione
Dimensione 500 caratteri
31
Denominazione corrente o tradizionale/storica della collezione alla quale apparteneva o appartiene il bene
catalogato, all’interno della raccolta.
Es.:
Collezione Farnese
Collezione medicea
Collezione Tommaso Ruscitti
COLP - Partizione
Dimensione 50 caratteri
Definizione, nel caso esista una suddivisione dei beni all'interno del collezione, della relativa partizione/serie di
appartenenza.
COLS - Sottopartizione
Dimensione 50 caratteri
Nel caso si abbia un'ulteriore partizione dei beni all'interno di una partizione/serie, denominazione della
relativa sottopartizione.
COLM - Insieme
Dimensione 50 caratteri
Identificatore di un gruppo di oggetti raggruppati, anche non permanentemente, per logiche collezionistiche,
espositive, commerciali o altro.
Un oggetto può appartenere a diversi insiemi, per cui il campo è ripetitivo.
COLC - Nome del collezionista
Dimensione 100 caratteri
Nome del collezionista o dei collezionisti (nel caso di più persone coinvolte nella formazione di un’unica
collezione) riportati in sequenza nella forma Cognome, Nome eventualmente separati da una barra (/) seguita
da uno spazio.
Es.:
Ruscitti, Tommaso
COLA - Data ingresso del bene nella collezione
Dimensione 50 caratteri
Indicare l’anno o la fascia cronologica di acquisizione del bene all’interno della collezione.
Es.:
1593
2002
sec. XIX
COLU - Data uscita del bene dalla collezione
Dimensione 50 caratteri
Indicare l’anno o la fascia cronologica di uscita del bene dalla collezione o di smembramento della collezione
stessa. Sottocampo da compilare solo nel caso di collezioni precedenti all’attuale.
Es.:
1870
sec. XVII
COLI - Numero inventario del bene nella collezione
Dimensione 100 caratteri
Indicare l’eventuale numero d’inventario attribuito al bene nella collezione. Nel caso di più numeri o partizioni,
questi vanno separati da una barra (/).
Es.:
35.000
G 193
20317/1
1452/A
COLV - Valore
Dimensione 50 caratteri
Indicare il valore del bene, desunto, quando presente, dall’inventario della collezione o dal suo prezzo di
acquisto o vendita.
Es.:
Ducati 1.000
Lire 2.000.000
Euro 500,00
32
COLN - Specifiche e note
Dimensione 5000 caratteri
Informazioni aggiuntive, in forma di testo libero, sulla collezione o sul collezionista.
CS – LOCALIZZAZIONE CATASTALE
Informazioni relative alla localizzazione del bene sulla base della ripartizione catastale nazionale. Il paragrafo è
ripetitivo.
CTL - Tipo di localizzazione
Dimensione 40 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare il tipo di localizzazione che viene descritto nel paragrafo. Il campo presenta un’obbligatorietà di
contesto.
Vocabolario versione 3.02 e ARTPAST 11
localizzazione fisica12
luogo di esecuzione/fabbricazione
luogo di reperimento
luogo di provenienza
luogo in deposito
luogo di esposizione
luogo di collocazione successiva
luogo di ripresa
area rappresentata
luogo di rilevamento
CTS - LOCALIZZAZIONE CATASTALE
Indicazioni necessarie per identificare il luogo nell’ambito della ripartizione catastale. Si utilizza la ripetitività
nel caso in cui l’area ricada nel territorio di più Comuni. Il campo presenta un’obbligatorietà di contesto.
CTSC - Comune
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Indicare il nome del Comune a cui è intestato il foglio di mappa, riportato senza alcuna abbreviazione. Il
sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Es.: Allumiere
CTSF - Foglio/Data
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare il numero del foglio di mappa catastale in cui ricadono la particella o le particelle. Nel caso in cui sia
leggibile la data di formazione del foglio e/o quella di eventuali aggiornamenti, indicare la più recente
separandola dal numero di foglio mediante una barra (/), seguita da uno spazio. Si utilizza la ripetitività nel
caso di più fogli catastali ricadenti in un medesimo Comune. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di
contesto.
Es.:
41
35/ 1947
CTSN - Particelle
Dimensione 500 caratteri - Obbligatorio di contesto
Il luogo di provenienza: indica da dove proveniva il bene prima della localizzazione attuale (come la
precedente conservazione in un museo, il precedente luogo di utilizzo o di collocazione di un bene mobile); il
luogo di esecuzione/fabbricazione: indica dove il bene è stato prodotto; il luogo di reperimento: indica dove
un bene di provenienza archeologica è stato rinvenuto (ad Es.: in occasione di uno scavo archeologico, di una
ricognizione, di un ritrovamento casuale); il luogo di rilevamento: indica dove è stato rilevato un bene
etnoantropologico; il luogo di deposito: indica dove il bene si trova depositato temporaneamente, nel caso di
una localizzazione diversa da quella ufficiale o storica del bene (ad Es.: deposito temporaneo per restauro, o
depositi temporanei organizzati a seguito di terremoti, alluvioni, ecc.); il luogo di esposizione: indica dove il
bene è stato esposto in un’occasione diversa da una mostra (ad Es.: in occasione dell’esposizione di beni
recuperati, dell’esposizione per un’asta, ecc.); l’area rappresentata: indica l’area raffigurata in un documento
cartografico, su un bene artistico-storico o archeologico, ecc.; il luogo di ripresa: indica il luogo dal quale viene
effettuata una ripresa fotografica.
12 La localizzazione fisica indica il luogo dove si trova il bene catalogato.
.
11
33
Indicare il numero o la lettera che individua la particella catastale; se le particelle sono più di una, dividere i
numeri e/o le lettere con una virgola. Si utilizza la ripetitività per registrare particelle che appartengono a fogli
catastali diversi pertinenti ad un medesimo Comune: in questo caso indicare il numero del foglio e quindi, dopo
una barra (/) seguita da uno spazio, la/le particella/e (divise da una virgola quando sono più di una). Il
sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
15
24, 25, 25, E
41/ 112, 113
GP – GEOREFERENZIAZIONE TRAMITE PUNTO
In questo paragrafo vengono registrati i dati che permettono di georeferenziare il bene catalogato mediante la
definizione di un punto, individuato da una coppia di coordinate agganciate al sistema di riferimento
specificato. Il paragrafo è ripetitivo, in relazione alla possibilità di registrare vari tipi di localizzazione (cfr. il
vocabolario chiuso collegato al campo GPL), oppure di georeferenziare un bene con metodi e tecniche diverse,
su basi differenti.
GPL - Tipo di localizzazione
Dimensione 40 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare il tipo di localizzazione che viene descritto nel paragrafo. Il campo presenta un’obbligatorietà di
contesto.
Vocabolario versione 3.02 e ARTPAST 13
localizzazione fisica14
luogo di esecuzione/fabbricazione
luogo di reperimento
luogo di provenienza
luogo in deposito
luogo di esposizione
luogo di collocazione successiva
luogo di ripresa
area rappresentata
luogo di rilevamento
GPD - DESCRIZIONE DEL PUNTO
Informazioni necessarie per la definizione del punto. Il campo presenta un’obbligatorietà di contesto.
GPDP - PUNTO
Informazioni per la definizione del punto tramite coordinate agganciate al sistema di riferimento specificato nel
campo GPP. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
GPDPX - Coordinata X
Dimensione 12 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare la coordinata ‘x’ del punto. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
1396569,837 [GB, fuso Ovest]
2310749,737 [GB, fuso Est]
788598, 288 [UTM 32]
GPDPY - Coordinata Y
Il luogo di provenienza: indica da dove proveniva il bene prima della localizzazione attuale (come la
precedente conservazione in un museo, il precedente luogo di utilizzo o di collocazione di un bene mobile); il
luogo di esecuzione/fabbricazione: indica dove il bene è stato prodotto; il luogo di reperimento: indica dove
un bene di provenienza archeologica è stato rinvenuto (ad Es.: in occasione di uno scavo archeologico, di una
ricognizione, di un ritrovamento casuale); il luogo di rilevamento: indica dove è stato rilevato un bene
etnoantropologico; il luogo di deposito: indica dove il bene si trova depositato temporaneamente, nel caso di
una localizzazione diversa da quella ufficiale o storica del bene (ad Es.: deposito temporaneo per restauro, o
depositi temporanei organizzati a seguito di terremoti, alluvioni, ecc.); il luogo di esposizione: indica dove il
bene è stato esposto in un’occasione diversa da una mostra (ad Es.: in occasione dell’esposizione di beni
recuperati, dell’esposizione per un’asta, ecc.); l’area rappresentata: indica l’area raffigurata in un documento
cartografico, su un bene artistico-storico o archeologico, ecc.; il luogo di ripresa: indica il luogo dal quale viene
effettuata una ripresa fotografica.
13
14
La localizzazione fisica indica il luogo dove si trova il bene catalogato.
34
Dimensione 12 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare la coordinata ‘y’ del punto. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Es.: 4991690,680 [GB, fuso Ovest]
4641074, 564 [GB, fuso Est]
4644052,227 [UTM 32]
GPC - CARATTERISTICHE DEL PUNTO
Indicazioni sulle caratteristiche del punto
GPCT - Tipo
Dimensione 50 caratteri
Indicare, in forma libera, il tipo di punto che georeferenzia il bene catalogato. La definizione del tipo di punto,
infatti, non è univoca e dipende dalla tipologia e dalla conformazione del bene (mobile o immobile) e dal tipo di
localizzazione espressa nel paragrafo (localizzazione fisica, o di reperimento, o luogo di
esecuzione/fabbricazione: cfr. campo GPL). Si possono definire, ad esempio, sia un punto significativo collegato
alla forma geometrica del bene (baricentro, centroide, ecc.), sia un punto significativo collegato ad una parte
caratteristica o funzionalmente rilevante (area posta alla quota più elevata, zona di accesso, area con resti visibili
in superficie), ecc.
GPCL - Quota s.l.m.
Dimensione 12 caratteri
Indicare un valore di quota associato al punto. La quota, riferita al livello del mare, è espressa in metri; si
possono utilizzare i decimali, separati da numero intero mediante una virgola. Nel caso di valori negativi e per i
siti sommersi, premettere il segno ‘-’.
Es.:
135,4
- 5,5
GPCI - Quota minima s.l.m. dell’area rappresentata dal punto
Dimensione 12 caratteri
Indicare la quota minima assoluta dell’area rappresentata dal punto, rispetto al livello del mare, espressa in
metri; si possono utilizzare i decimali, separati dal numero intero mediante una virgola. Se tutta l’area del bene
si trova alla medesima quota, indicare lo stesso valore sia nel campo ‘GPCI-quota minima’, che nel campo
‘GPCS-quota massima’. Nel caso di valori negativi, e per i siti sommersi, premettere il segno ‘GPCS - Quota massima s.l.m. dell’area rappresentata dal punto
Dimensione 12 caratteri
Indicare la quota massima assoluta dell’area rappresentata dal punto, rispetto al livello del mare, espressa in
metri; si possono utilizzare i decimali, separati dal numero intero mediante una virgola. Nel caso di valori
negativi, e per i siti sommersi, premettere il segno ‘-’.
GPM - Metodo di georeferenziazione
Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare il metodo utilizzato per l’acquisizione del punto, se cioè sia stato individuato in modo esatto o
approssimato. Il campo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Vocabolario chiuso
punto esatto
punto approssimato
GPT - Tecnica di georeferenziazione
Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare la tecnica utilizzata per l’acquisizione delle coordinate del punto. Il campo presenta un’obbligatorietà
di contesto.
Vocabolario chiuso
rilievo tradizionale
rilievo da cartografia con sopralluogo
rilievo da cartografia senza sopralluogo
rilievo da foto aerea con sopralluogo
rilievo da foto aerea senza sopralluogo
rilievo tramite GPS
rilievo tramite punti d’appoggio fiduciari o trigonometrici
stereofotogrammetria
GPP - Proiezione e sistema di riferimento
35
Dimensione 12 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Informazioni necessarie per individuare la proiezione ed il sistema di riferimento cui sono agganciate le
coordinate del punto. Il campo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Lista di valori
UTM 32 [UTM ED50, fuso 32]
UTM 33 [UTM ED50, fuso 33]
GB1
[GB, fuso Ovest]
GB2
[GB, fuso Est]
ecc.
GPB - BASE DI RIFERIMENTO15
Informazioni necessarie per identificare la base cartografica impiegata per la georeferenziazione. Il campo
presenta un’obbligatorietà di contesto.
GPBB - Descrizione sintetica
Dimensione 20 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicazioni che consentono di descrivere sinteticamente la base di riferimento utilizzata (l’ICCD fornirà
indicazioni sulle modalità di descrizione delle basi cartografiche, in modo da renderle il più possibile
omogenee). Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
IGMI 144 INE
CTR Toscana 1:10.000
GPBT - Data
Dimensione 10 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare la data di redazione della base cartografica utilizzata. Nel caso si tratti di una foto aerea, indicare la
data della ripresa. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
1939
GPBO - Note
Dimensione 250 caratteri
Eventuali informazioni che non è possibile inserire altrove: ulteriori indicazioni sulla base di riferimento o sul
procedimento seguito per l’acquisizione del punto, ecc.
GPR – CARTOGRAFIA
GPRF - Sigla foglio C.T.R. 1:10.000
Dimensione 4 caratteri
Sigla del foglio della Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000.
RE – MODALITA’ DI REPERIMENTO
Informazioni relative alle modalità con cui è stato reperito o recuperato il bene in esame.
RCG - RICOGNIZIONI
Informazioni relative alle indagini archeologiche di superficie che hanno portato all’individuazione del bene.
RCGU - Uso del suolo
Dimensione 100 caratteri
Indicare l’uso del suolo al momento della ricognizione. Il sottocampo è ripetitivo.
Es.:
seminativo
arborato
vigneto
incolto
edificato
RCGC - Condizioni di visibilità
Dimensione 100 caratteri
Indicare le condizioni di visibilità al momento della ricognizione. Il sottocampo è ripetitivo.
Es.:
15 Nel caso in cui le coordinate vengano acquisite tramite GPS, quindi senza l’ausilio di una base cartografica, è
possibile non rispettare le obbligatorietà richieste per questo campo (nel SIGEC viene richiesta al catalogatore
una giustificazione).
36
arato
zappato
erboso
RCGA - Responsabile scientifico
Dimensione 250 caratteri
Indicare il nome del responsabile scientifico della ricognizione nella forma cognome, nome. Il sottocampo è
ripetitivo.
RCGE - Motivo
Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare il motivo che ha determinato la ricognizione.
Vocabolario aperto
campagna catalografica
fotointerpretazione
indagine territoriale
lavori agricoli
notizie bibliografiche
notizie d’archivio
opere pubbliche
opere private
prospezione subacquea
scavo clandestino
rinvenimento fortuito
RCGM - Metodo
Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare sinteticamente il metodo di ricognizione adottato.
Vocabolario aperto
occasionale
per campioni
per quadrati di … m. di lato
sistematico
RCGD -Data
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare la data in cui è stata effettuata la ricognizione nella forma anno/mese/giorno, oppure indicare un arco
di tempo. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
1998/11/06
1950/00/00
1999/05/12-1999/09/01
RCGJ – Codice IDK della scheda ricognizioni
Dimensione 18 caratteri
Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo
Ricognizioni-RCG SIRBeC normalizzato centralmente.
RCGH - Sigla per citazione
Dimensione 8 caratteri
Indicare il codice univoco che individua la ricognizione nell’ambito di un repertorio locale.
Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo
Ricognizioni-RCG SIRBeC normalizzato centralmente.
RCGS - Bibliografia specifica
Dimensione 1000 caratteri
Citazioni bibliografiche sulla ricognizione, contenenti informazioni utili alla conoscenza del bene in esame,
secondo i criteri esemplificati di seguito. Il sottocampo è ripetitivo.
Es.: Grigato S., Maragno E., Ricerca archeologica di superficie su un’area di 90 kmq dell’agro centuriato di Adria, in La
ricerca archeologica di superficie in area padana, Atti del Workshop (Villadose, 1 ottobre 1994), a cura di Maragno
E., Stanghella 1996, pp. 179-198.
RCGZ - Specifiche
Dimensione 5000 caratteri
Eventuali informazioni relative alle modalità di reperimento del bene nel corso della ricognizione.
37
DSC - DATI DI SCAVO
Informazioni relative all’intervento di scavo in occasione del quale è stato reperito il bene in esame.
DSCV - Denominazione dello scavo
Dimensione 100 caratteri - Obbligatorio di contesto
Riportare la denominazione ufficiale o, in mancanza di questa, quella maggiormente attestata in bibliografia,
eventualmente seguita dalla ripartizione interna, nel caso di scavi particolarmente ampi. Il sottocampo presenta
un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
Himera, tempio B
Calvatone, area della domus dei signini
Corte Cavanella
DSCF - Ente responsabile
Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare la denominazione dell’Ente responsabile dello scavo. Il sottocampo è ripetitivo.
DSCA - Responsabile scientifico
Dimensione 100 caratteri
Indicare il nome del responsabile scientifico dello scavo nella forma cognome, nome. Il sottocampo è ripetitivo.
DSCT - Motivo
Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare il motivo che ha determinato lo scavo.
Vocabolario aperto
fotointerpretazione
lavori agricoli
notizie bibliografiche
notizie d’archivio
opere pubbliche
opere private
prospezione subacquea
ricerca scientifica
scavo clandestino
rinvenimento fortuito
DSCM - Metodo
Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare sinteticamente il metodo di scavo adottato.
Vocabolario aperto
open area
per quadranti di … m. di lato
per approfondimenti progressivi
scavo stratigrafico
DSCD - Data
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare la data in cui è stato effettuato lo scavo nella forma anno/mese/giorno, oppure indicare un arco di
tempo. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
2001/12/16
1944/00/00
1999/07/11-1999/10/01
DSCJ - Codice IDK della scheda scavo
Dimensione 18 caratteri
Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo ScaviDSC SIRBeC normalizzato centralmente.
DSCH - Sigla per citazione
Dimensione 8 caratteri
Indicare il codice univoco che individua lo scavo nell’ambito di un repertorio locale.
Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo ScaviDSC SIRBeC normalizzato centralmente.
38
DSCU - Unità Stratigrafica
Dimensione 25 caratteri
Indicare la serie numerica o alfanumerica che identifica l’Unità Stratigrafica dalla quale proviene il bene
catalogato, preceduta dalla sigla US. Qualora si tratti di un’Unità Stratigrafica Muraria o di un’Unità
Stratigrafica di Rivestimento, tale serie sarà preceduta rispettivamente dalla sigla USM o USR.
Es.:
US 122
US CC1456
USM SG71
USR PT41
DSCS - Numero tomba
Dimensione 25 caratteri
Indicare la serie numerica o alfanumerica che identifica la sepoltura nella quale è stato rinvenuto il bene o alla
quale esso appare indiscutibilmente connesso.
Es.:
23
SP8
DSCI - Numero inventario di scavo
Dimensione 25 caratteri
Indicare la serie numerica o alfanumerica che identifica il bene catalogato all’interno dell’inventario di scavo.
Es.:
87
122/43
VC45/187
DSCZ - Bibliografia specifica
Dimensione 1000 caratteri
Citazioni bibliografiche sullo scavo nella forma cognome iniziale nome, titolo contenenti informazioni utili alla
conoscenza del bene in esame. Le informazioni complete relative alla citazione bibliografica andranno inserite
nel campo BIB. Il sottocampo è ripetitivo.
DSCN - Specifiche
Dimensione 5000 caratteri
Eventuali informazioni riguardanti lo scavo del sito in esame, anche relative a vecchie indagini, a lavori
d’emergenza, etc., significative ai fini della conoscenza del bene catalogato.
AIN - ALTRE INDAGINI
Informazioni su altre tipologie di indagine che hanno portato all’individuazione o al reperimento del bene
catalogato. Il campo è ripetitivo.
AINT - Tipo
Dimensione 100 caratteri
Indicare il tipo di indagine effettuata. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
attività di manutenzione
demolizione edifici
restauro architettonico
restauro di manufatti
AIND - Data
Dimensione 50 caratteri
Indicare la data in cui sono state effettuate le indagini specificate nel sottocampo precedente, nella forma
anno/mese/giorno, oppure con un arco di tempo. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
1977/09/16
1936/00/00
1998/06/14-1999/01/12
AINR - Responsabile
Dimensione 100 caratteri
Indicare il responsabile dell’indagine nella forma cognome, nome ovvero, nel caso di ditta o società
specializzata, con la sua denominazione ufficiale.
39
AINS - Note
Dimensione 5000 caratteri
Indicare informazioni su eventuali altre indagini, integrative a quelle già espresse nei sottocampi precedenti.
RES - Specifiche di reperimento
Dimensione 5000 caratteri
Informazioni relative ad eventi particolari che hanno condotto all’individuazione o al reperimento del bene o a
modalità di deposizione che si ritiene utili citare. La descrizione, a testo libero, deve essere quanto più possibile
sintetica senza duplicare informazioni già inserite altrove.
RO – RAPPORTO
Dati relativi allo stadio del bene in esame, in rapporto con un altro bene che ne costituisce la fase prototipale
(bene originale) o la fase derivata (bene finale).
ROF – RAPPORTO OPERA FINALE/ORIGINALE
Indicare lo stadio del bene che si sta catalogando, nell’ambito del processo artistico-produttivo, in rapporto con
l’altro bene che ne rappresenta la fase prototipale o la fase finale. Il campo è ripetitivo.
ROFF- Stadio bene in esame
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Definizione dello stadio del bene in esame, in relazione con il bene da cui deriva o di cui rappresenta uno stadio
preparatorio. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Vocabolario ARTPAST
bozzetto
calco
cartone
copia
derivazione
disegno preparatorio
modellino
modello
replica
sinopia
Inoltre voci da normativa 3.02
progetto
prototipo
prova
stadio finale
A ciascun termine del vocabolario si possono eventualmente aggiungere le specifiche “con variante” oppure
“parziale”.
ROFO – Bene finale/originale
Dimensione 50 caratteri
Indicare il nome o la locuzione che individua il bene con il quale il bene che si sta catalogando è in rapporto, in
base alla connotazione funzionale e morfologica espressa secondo la tradizione degli studi (cfr. il vocabolario
definito per il campo OGTD della specifica tipologia di bene a cui si fa riferimento), con eventuali specifiche
relative alla denominazione, alla dedicazione o alla tipologia (le specifiche vanno separate dalla definizione
mediante una virgola). Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
dipinto
scultura
disegno
monumento sepolcrale di Urbano VIII
fontana delle Tartarughe
acquasantiera, a parete
ombrellino processionale, a cielo rigido
ecc.
ROFS - Soggetto bene finale/originale
Dimensione 250 caratteri
Indicare il soggetto del bene con il quale il bene in esame è in rapporto, con l’eventuale specifica del titolo.
40
Per la compilazione di questa voce si veda il campo "Soggetto SGT", sottocampo "Identificazione SGTI" o solo
"Titolo SGTT", qualora compilato. Questo sottocampo non va compilato se coincide con il campo "Soggetto
SGT".
Es.:
Cristo benedicente
Madonna di Foligno
ROFA – Autore
Dimensione 100 caratteri
Indicare l’autore singolo o collettivo del bene con il quale il bene in esame è in rapporto, secondo le stesse
modalità previste per la compilazione dei campi AUTN, Autore/ Nome scelto e AUTB, Ente collettivo/ Nome scelto
(nel paragrafo AU- Definizione culturale). Si utilizza la ripetitività del campo nel caso di più autori. Qualora la
realizzazione del bene non sia attribuibile direttamente ad uno o più autori, indicare l’ambito culturale di
riferimento (per la compilazione cfr. il campo ATBD, Denominazione, paragrafo AU- Definizione culturale).
Es.:
manifattura di Capodimonte
Nel caso di più autori i nomi andranno separati da “/” seguito da uno spazio. Le indicazioni relative alla
bottega, scuola, maniera etc. (usare voci del vocabolario collegato al sottocampo AUTS del campo AUT)
seguiranno il nome tra parentesi tonde.
Es.
Tintoretto (scuola)
Giulio Romano (attribuito)
ROFD - Datazione bene finale/originale
Dimensione 50 caratteri
Datazione del bene con il quale il bene in esame è in rapporto. La datazione può essere espressa sia in anni che
in secoli o frazioni di secolo, eventualmente accompagnati dalle seguenti precisazioni da posporre
all’indicazione della data:
ante
inizio
fine
metà
prima metà
seconda metà
primo quarto
secondo quarto
terzo quarto
ultimo quarto
ca.
(?)
Es.:
sec. XVIII prima metà
1516
1633 ca.
Le indicazioni cronologiche, nei casi in cui sia necessario, vanno seguite dalla specifica ‘a.C.’ (senza spazi),
separata mediante uno spazio dalla data.
Es.:
1570 ca.
1510 ante
150 a.C.
1815 (?)
1530 ca./ 1550 ca.
1823-1825/ 1840
sec. XV inizio
sec. XIX fine/ 1870 ante
secc. XV prima metà/ XVIII fine
secc. XIX fine/ XX inizio
secc. XVIII/ XIX
75 a.C./ sec. I fine
ROFC – Collocazione bene finale/originale
Dimensione 100 caratteri
41
Indicare la localizzazione geografica e la collocazione specifica del bene con cui il bene in esame è in rapporto.
Per la compilazione si veda il paragrafo LC (Localizzazione geografico-amministrativa); le informazioni
andranno registrate di seguito, separate da una barra (/) seguita da uno spazio.
Es.:
Italia/ Toscana/ FI/ Firenze/ Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi
Italia/ Veneto/ VE/ Venezia/ Biblioteca Marciana
Regno Unito/ Londra/ National Gallery
Inserire Stato, regione, sigla della provincia, nome del comune, nome del contenitore (quest’ultimo indicato con
le stesse regole e la stessa sintassi utilizzate per la compilazione dei sottocampi LDCN e LDCM), separati da “/”
seguito da uno spazio. Eventuali indicazioni di persone andranno indicate sempre nella forma cognome nome.
Se la collocazione è all’estero inserire prima nome dello stato per esteso, il nome della città e poi denominazione
dell’istituto di conservazione separatati da “/” seguito da uno spazio.
Nel caso di altri alfabeti traslitterare in caratteri latini e in lingua inglese
Es.
Italia/ Lombardia/ BG/ Bergamo/ Cappella Colleoni
Italia/ Lombardia/ CR/ Azzanello/ Chiesa parrocchiale di Azzanello
Regno Unito/ Londra/ National Gallery
Sono inoltre ammesse le voci “opera dispersa”, “opera distrutta”, “opera non eseguita”.
ROFI - Inventario bene finale/originale
Dimensione 100 caratteri
Numero di inventario, preceduto eventualmente dal nome o dalla sigla, dell'opera con cui il bene in esame è in
rapporto.
Es.:
356
ROFZ – Segnatura bene finale/originale
Dimensione 50 caratteri
Inserire il numero della segnatura dell'opera con cui il bene in esame è in rapporto.
ROFR - Collocazione precedente
Dimensione 50 caratteri
Antica collocazione dell'opera con cui il bene in esame è in rapporto presso collezioni, palazzi, chiese, ecc.,
quando questa è segnalata o sicuramente deducibile dalle fonti bibliografiche.
Inserire Stato, regione, sigla della provincia, nome del comune, nome del contenitore (quest’ultimo indicato con
le stesse regole e la stessa sintassi utilizzate per la compilazione dei sottocampi LDCN e LDCM), separati da “/”
seguito da uno spazio. Eventuali indicazioni di persone andranno indicate sempre nella forma cognome nome.
Se la collocazione è all’estero inserire prima nome dello stato per esteso, il nome della città e poi denominazione
dell’istituto di conservazione separatati da “/” seguito da uno spazio.
Nel caso di altri alfabeti traslitterare in caratteri latini e in lingua inglese.
Es.:
Regno Unito/ Londra/ Collezione Ellesmere
ROFP - Specifiche rapporto
Dimensione 5000 caratteri
Indicare eventuali specifiche in merito al rapporto del bene in esame con un altro bene che ne costituisce la fase
prototipale (bene originale) o la fase derivata (bene finale). Può essere inserito in questo campo, a testo libero, il
rimando al campo RSE qualora entrambi i beni siano stati catalogati e sia stata instaurata una relazione fra le
schede che li descrivono.
REI - REIMPIEGO
Tipo di intervento di reimpiego subito dal bene o da una parte del bene catalogato. Il campo è ripetitivo.
REIP - Parte reimpiegata
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare la parte del bene che ha subito un intervento di reimpiego. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di
contesto.
Es.
capitello
REIT - Tipo reimpiego
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Tipo di reimpiego subito dal bene. Il sottocampo presenta un’obbligatorità di contesto.
42
Vocabolario aperto
epigrafico
edilizio
ornamentale
scultoreo
strumentale
etc.
REID - Datazione reimpiego
Dimensione 50 caratteri
Indicare la cronologia del reimpiego. La datazione può essere espressa con l’indicazione di una fascia
cronologica di riferimento, oppure in anni, in secoli o frazioni di secolo, eventualmente con le seguenti
precisazioni:
ante
post
inizio
fine
metà
prima metà
seconda metà
primo quarto
secondo quarto
terzo quarto
ultimo quarto
ca.
Le indicazioni cronologiche, nei casi in cui sia necessario, vanno seguite dalla specifica “a. C.”, separata
mediante uno spazio dalla data.
Es.:
1570 ca.
1510 ante
150 a.C.
REIS - Specifiche reimpiego
Dimensione 5000 caratteri
Indicare eventuali specifiche in merito alle modalità del reimpiego subito dal bene o da una sua parte. Può
essere inserito in questo campo, a testo libero, il rimando al campo RSE qualora entrambi i beni siano catalogati
e sia stata instaurata una relazione fra le schede che li descrivono.
DT – CRONOLOGIA
Informazioni sugli estremi cronologici del bene catalogato, nella forma più precisa possibile. La compilazione
del paragrafo è obbligatoria.
DTZ – CRONOLOGIA GENERICA
Indicazione della fascia cronologica di riferimento. Quando è possibile indicare gli estremi cronologici precisi
nel campo "Cronologia specifica DTS", non si deve compilare il sottocampo "Frazione di secolo DTZS". Questo
campo può essere ripetitivo nei casi in cui un oggetto abbia subito interventi successivi validi per il suo insieme
(per esempio una statua del sec. XV rilavorata nel sec. XVIII).
DTZG - Secolo
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio
Indicazione dei secoli in numeri romani seguita, se necessario, dalla specifica “a.C.”. Qualora si debba indicare
l’intervallo tra due secoli occorre adoperare quale elemento separatore “/” seguito da uno spazio.
Es.:
sec. XVI
secc. XIII/ XIV
DTZS – Frazione di secolo
Dimensione 25 caratteri - Vocabolario chiuso
Specifiche che permettono di circoscrivere maggiormente la fascia cronologica.
Vocabolario ARTPAST
inizio
fine
metà
43
prima metà
seconda metà
primo quarto
secondo quarto
terzo quarto
ultimo quarto
fine/inizio
Si compila con la frazione di secolo solo quando DTSI e DTSF non hanno la stessa data; al contrario se la data è
certa ad annum si compilano solo i sottoampi DTSI e DTSF ripetendo lo stesso anno.
DTS – Cronologia specifica
Datazione specifica in anni, eventualmente anche a cavallo di secoli. Se esiste solo una datazione generica, va
riportato il relativo intervallo in anni secondo la seguente tabella:
secolo: da 0 a 99;
inizio: da 0 a 10;
primo quarto: da 0 a 24;
secondo quarto: da 25 a 49;
terzo quarto: da 50 a 74;
ultimo quarto: da 75 a 99;
prima metà: da 0 a 49;
seconda metà: da 50 a 99;
metà: da 40 a 60;
fine: da 90 a 99;
fine/inizio: da 90 a 10
Nel caso in cui la data sia un anno preciso, si compilano i due sottocampi "Da DTSI" e "A DTSF" con lo stesso
valore.
Nei casi in cui si conosca solo il termine ante quem o post quem si compilerà solo uno dei due sottocampi
seguenti, mentre l'altro sarà riempito automaticamente in relazione alla cronologia generica secondo la tabella
precedente.
Il campo è ripetitivo contestualmente a "Cronologia generica DTZ", negli stessi casi.
DTSI - Da
Dimensione 15 caratteri - Obbligatorio
Indicazione in anni della data iniziale dell'esecuzione dell'opera, eventualmente seguita da mese e giorno nella
forma: "anno/mese/giorno"(aaaa/mm/gg).
Es.:
1842/12/03
1623
DTSV - Validità
Dimensione 25 caratteri - Vocabolario aperto
Precisazioni relative alla data iniziale.
Vocabolario ARTPAST
ante
post
ca.
(?)
DTSF - A
Dimensione 15 caratteri - Obbligatorio
Indicazione in anni della data finale dell'esecuzione dell'opera, eventualmente seguita da mese e giorno nella
forma: "anno/mese/giorno" (aaaa/mm/gg).
Es.:
1902/03/05
1648
DTSL - Validità
Dimensione 25 caratteri - Vocabolario aperto
Precisazioni relative alla data finale.
Vocabolario ARTPAST
ante
post
ca.
(?)
44
DTX – Specifica
Dimensione 255 caratteri
Utilizzare il campo quando sia necessario specificare a cosa esattamente si riferisce la cronologia riportata. Nel
caso in cui venga riportata una sola indicazione cronologica, non è necessario compilarlo.
Ad esempio, nel caso in cui un capitello abbia un'iscrizione di un epoca completamente differente, verrà
riportata un indicazione cronologica relativa al capitello ed un'altra relativa all'iscrizione.
DTM – Motivazione cronologia
Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto
Indicazioni sulle motivazioni della datazione. Il campo può essere ripetitivo se si vogliono dare più
giustificazioni per la cronologia indicata.
Vocabolario ARTPAST
analisi iconografica
analisi diagnostiche
analisi paleografica
analisi stilistica
analisi storica
arme
bibliografia
bollo
contesto
data
documentazione
fonte archivistica
iscrizione
marchio
nota manoscritta
punzone
tradizione orale
Inoltre sono ammesse le voci
inventario museale
Nel caso di iscrizione vergata a mano si compila con la voce “nota manoscritta”.
ADT – Altre datazioni
Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto
Datazioni superate, alternative o tradizionali. Il campo è ripetitivo per registrare diverse datazioni. La datazione
può essere espressa sia in anni che in secoli o frazioni di secolo, eventualmente seguiti dalle seguenti
precisazioni:
ante
post
inizio
fine
metà
prima metà
seconda metà
primo quarto
secondo quarto
terzo quarto
ultimo quarto
ca.
(?)
Es.:
1508
sec. XIV prima metà
AU – DEFINIZIONE CULTURALE
Informazioni che consentono di collocare il bene nel contesto culturale di produzione.
AUT – Autore
Dati individuativo-anagrafici sull'autore del bene catalogato o sull'artista al cui ambito è riferibile l'opera, anche
se d'autore ignoto. Nel caso di diverse attribuzioni si indicherà la più convincente, riportando le altre nel campo
"Altre attribuzioni AAT".
45
Via via che si immettono nuovi nomi di autori va inoltre elaborata a parte una scheda bibliografica specifica,
secondo il modello definito per la costituzione dell'Archivio controllato degli Autori.
Il campo è ripetitivo, per poter registrare i dati relativi a più autori (persone singole o enti collettivi)
eventualmente coinvolti, con ruoli diversi, nella realizzazione del bene. Pertanto, i due sottocampi per
l’indicazione del nome, AUTN e AUTB, sono alternativi l’uno all’altro: ad ognuno di essi, di volta in volta,
andranno associate le informazioni inserite negli altri sottocampi, a partire dal ruolo (AUTR).
Per autori si intendono:
Il campo è ripetitivo nel caso di opere di collaborazione.
AUTR – Riferimento all’intervento
Dimensione 50 caratteri
Informazione che indica il ruolo svolto dall'autore nella realizzazione del bene catalogato.
Vocabolario aperto
E’ necessario differenziare i ruoli anche quando coperti da uno stesso autore, in tal caso è necessario inserire
due occorrenze con lo stesso nome dell’autore differenziandole attraverso il ruolo inserito in AUTR.
AUTN - Autore/Nome scelto
Dimensione 150 caratteri - Obbligatorio
Nel sottocampo AUTN dovrà essere riportato, nella forma standardizzata il nome scelto di persona o ente
collettivo. Nel caso in cui esistano per una stessa persona o ente diverse denominazioni o forme varianti del
nome si dovrà in primo luogo individuare il nome da adottare e successivamente stabilire, secondo precise
regole, la forma standard del nome. Al momento della registrazione del record bisognerà quindi interrogarsi sul
nome da scegliere - il nome anagrafico o lo pseudonimo ad esempio- e in quale ordine e secondo quali criteri
rappresentarlo. Nella maggioranza dei casi gli autori collettivi - intesi come organizzazione, istituzione,
impresa, ditta, studio o gruppo di persone, anche a carattere temporaneo, che sia direttamente coinvolta nel
processo creativo o nella realizzazione, diffusione e conservazione di un’opera e che sia identificabile
univocamente attraverso un nome o una definizione univoca - sono identificati attraverso un nome assunto o
dalla denominazione ufficiale dell’ente. Eventuali rinvii tra la forma del nome scelto e altre forme dovranno
essere riportate nella scheda AUT.
Scelta del nome autore personale
Il principio di fondo che guida la scelta del nome è quello di individuare, tra le diverse forme note, quella con la
quale un autore o una persona è prevalentemente conosciuta o con la quale preferisce rendersi nota. A seconda
che si tratti di un autore moderno o contemporaneo, o di un autore antico, la scelta dovrà essere condotta
tenendo presente la volontà esplicita dell’autore (cfr. nomi o pseudonimi assunti) o le diverse fonti di
riferimento (cfr. nomi, denominazioni e pseudonimi assegnati). Va precisato che tra le varianti di un nome la
scelta deve essere condotta solo tra quelle significative, escludendo quindi forme diverse determinate da un
diverso ordine del nome, da varianti ortografiche, da forme vernacolari o storicizzate. Si dovranno prendere in
considerazione solo quelle forme varianti determinate dall’uso di pseudonimi assunti o attribuiti, da
denominazioni convenzionali, da cambiamenti del nome dovuti a cambiamento di stato. Ad esempio la scelta
del nome per Michelangelo Buonarroti dovrà essere fatta tra la forma Buonarroti Michelangelo o la forma
Michelangelo, tralasciando tutte le varianti ortografiche minori (Buonnarota, Michel Angelo, Michelagnolo
ecc.).
Pseudonimi o nomi assunti
Per gli autori che durante la loro attività hanno scelto di presentare le loro opere con un nome diverso da quello
anagrafico si dovrà prediligere la forma da essi utilizzata, sia essa uno pseudonimo o un nuovo nome. In caso di
dubbio fra un cambiamento deliberato del nome o un uso occasionale e contemporaneo di un altro nome, si
utilizza la forma prevalente.
Es.:
AUTN: Scipione [pseudonimo di Bonichi, Gino]
AUTN: Savinio, Alberto [nome assunto di De Chirico, Andrea]
Nel caso in cui un autore sia prevalentemente noto con un nome che presenta una forma di completezza minore
rispetto a quella anagrafica, si adotta quest’ultima
Es.:
AUTN: Aulenti, Gae [forma incompleta di Aulenti, Gaetana]
Ma se il nome presenta, senza una esplicita volontà da parte dell’autore, una forma incompleta, ad esempio le
sole iniziali del prenome o nome proprio o il cognome senza suffisso, in caso di corretta integrazione e
scioglimento delle iniziali si preferisce quest’ultima forma per chiarezza di identificazione.
Nomi, pseudonimi, denominazioni convenzionali assegnati
46
In assenza di esplicitazione della volontà dell’autore, ad esempio per gli autori antichi, la scelta del nome si
baserà sulla tradizione storiografica e critica, preferendo la forma prevalentemente utilizzata nei repertori e
dalle fonti.
Es.:
AUTN: Botticelli, Sandro [per Filipepi, Alessandro]
Casi di scelta dubbia o difficile potrebbero presentarsi per quegli autori generalmente più noti attraverso uno
pseudonimo. L’uso di pseudonimi, largamente condiviso e utilizzato dalla critica, tende oggi in alcuni casi ad
essere progressivamente sostituito dalla forma anagrafica del nome. Ad esempio tra Francesco Mazzola e
Parmigianino si opterà per quest’ultima facendo un rinvio della prima forma. Di Alessandro Magnasco detto il
Lissandrino si adotterà invece la forma anagrafica e non lo pseudonimo, ormai non più così frequentemente
utilizzato. La scelta del nome dovrà essere comunque fatta sulla base dello spoglio delle fonti e dei repertori
aggiornati ed autorevoli.
Es.:
AUTN: Parmigianino [per Mazzola, Francesco]
AUTN: Magnasco, Alessandro [per Lissandrino]
Nel caso in cui non si tratti proprio di un pseudonimo ma di una denominazione convenzionale o notname
attribuito ad un autore anonimo dalla critica, la denominazione convenzionale verrà assunta come intestazione
autorizzata.
Es.:
AUTN: Maestro della Pala Sforzesca
Se una denominazione convenzionale è stata adottata per un autore del quale si sia scoperta l’identità
anagrafica si potrà scegliere se continuare ad adottare il notname o se al contrario utilizzare la forma anagrafica
o lo pseudonimo, secondo quanto attestato dalle fonti o dai repertori.
Es.:
AUTN: Fra Carnevale [per Maestro delle Tavole Barberini o Corradini, Bartolomeo]
Diverso invece è il caso di un autore anonimo, generalmente indicato dalle fonti o dalla critica con un nome
convenzionale o con uno pseudonimo, per il quale sono state solo avanzate ipotesi circa la sua identità
anagrafica. In questo caso si registrerà la denominazione o lo pseudonimo.
Nomi di autori stranieri
Nel caso di autori stranieri la registrazione del nome scelto dovrà essere nella lingua d’origine dell’autore
stesso.
Es. :
AUTN: Montagne, Renaud de la
Per autori stranieri attivi soprattutto in Italia e noti attraverso una forma italiana del nome si utilizzerà
preferibilmente come nome scelto la forma italiana.
Es.:
AUTN: Giambologna [per Bologne, Jean de]
Forma del nome personale
Il principio generale che determina la forma del nome scelto è quello che in prima posizione compaia sempre
quell’elemento del nome che meglio identifica l’autore. Il principio non è diverso da quello che normalmente
presiede alla creazione di indici sistematici ed è innanzitutto funzionale al reperimento delle informazioni
all’interno di una lista. L’intestazione può quindi essere in forma diretta se il primo elemento del nome scelto,
nell’uso linguistico, è il medesimo utilizzato per indicizzare il nome scelto, ad esempio Agostino da Siena, Piero
della Francesca. Se il nome scelto presenta in prima posizione, nell’uso linguistico, un elemento del nome non
qualificante ai fini di una indicizzazione (ad esempio un nome di battesimo o prenome), si adotterà la forma
inversa, separando con una virgola l’elemento del nome, assunto come identificante, da altri elementi del nome,
ad esempio Muziano, Girolamo.
Indicazione di origine o provenienza
Per i nomi qualificati attraverso un’attestazione di provenienza si adotterà la forma diretta. Il nome sarà seguito
dall’indicazione della provenienza, preceduto da preposizione o dalla forma aggettivata.
Es.:
AUTN: Gentile da Fabriano
AUTN: Stefano Fiorentino
Nel caso in cui la forma aggettivata abbia assunto nel tempo una valenza principale nell’identificazione sarà
preferibile anteporre questa al nome, utilizzando una forma inversa.
47
Es.:
AUTN: Pisano, Nicola e non Nicola Pisano
AUTN: Aretino, Pietro
Patronimici
Per i patronimici si indicherà solo il grado di parentela diretto con forma diretta.
Es.:
AUTN: Berto di Giovanni
I patronimici non saranno da riportare quando il nome scelto presenta un elemento del nome sufficientemente
identificativo dell’autore.
Nomi con prefisso
Per i nomi con prefisso bisognerà distinguere quelle forme nelle quali il prefisso si è ormai stabilizzato nell’uso
moderno diventando parte integrante del cognome stesso, da forma arcaiche nelle quali il prefisso ha ancora
una valenza di patronimico. Nel primo caso, comune soprattutto per autori moderni, il prefisso si mantiene in
prima posizione, e sarà riportato sempre con iniziale maiuscola; se il prefisso e il nome sono saldati o legati da
un trattino si considerano un elemento unico. Nel secondo caso i prefissi degli, de’, dei, de li si pospongono,
facendo rinvio dalla forma con il prefisso in prima posizione.
Es.:
AUTN: De Chirico, Giorgio
AUTN: Menabuoi, Giusto de’
Cognomi composti
Nei cognomi composti, o quando una persona si presenta con due o più cognomi o elementi assimilabili, la
prima parte assume generalmente la prima posizione.
Es.:
AUTN: Bianchi Ferrari, Francesco
AUTB - Ente collettivo/Nome scelto
Dimensione 150 caratteri - Obbligatorio
Per gruppi o autori collettivi si farà una registrazione d’autorità avente come nome scelto il nome assunto o
prevalentemente utilizzato; per gli eventuali membri del gruppo sarà opportuno comunque creare
un’intestazione d’autorità personale.
Anche se il criterio generale che determina la scelta della forma per l’intestazione degli enti collettivi potrebbe
apparire in contraddizione con quanto stabilito per il trattamento della forma dei nomi personali, che prevede
in prima posizione l’elemento del nome maggiormente significativo e identificativo, generalmente la forma
preferita per l’intestazione di autori o enti collettivi è quella diretta, comprensiva di eventuali specifiche se
queste compaiono nel nome stesso.
Es.:
AUTB: Studio Perotti
Denominazione convenzionale
Il nome dell’autore o ente collettivo potrebbe essere rappresentata da un nome convenzionale o da una
denominazione scelta dall’autore come identificativa dell’identità del gruppo.
Es.:
AUTB: Studio Azzurro
Nomi di persona all’interno del nome di un ente
Un nome di un autore o ente collettivo potrebbe contenere o essere esclusivamente costituito dal nome di una
persona. Eventuali specifiche (studio, ditta, manifattura) o sigle che indicano la natura giuridica (& figli, &
fratelli etc.) dell’ente devono essere registrate solo nel caso in cui compaiano nella denominazione ufficiale.
Es.:
AUTB: Fratelli Alinari
Cambiamento di denominazione
Una difficoltà nella scelta del nome potrebbe presentarsi per quegli enti la cui denominazione è mutata nel
tempo. In genere ogni trasformazione, fusione, scissione comporta una variazione anche del nome. In questo
caso sarà opportuno creare distinte schede AUT.
AUTA - Dati anagrafici/Periodo di attività
Dimensione 100 caratteri - Obbligatorio
Il sottocampo deve essere utilizzato per registrare in forma sintetica la qualificazione cronologica dell’autore, sia
esso personale o collettivo. Informazioni estese sugli estremi biografici o sul periodo di attività saranno riportati
nei campi successivi (AUTD, AUTV, AUTT, AUTF, AUTG) o nel paragrafo AB - Attività e biografia.
48
Per gli autori personali si dovrà riportare l’anno di nascita e di morte o, quando queste siano ignote, le date di
attività. Per gli autori collettivi o enti indicare l’anno di istituzione, fondazione, legislazione costitutiva e le date
di soppressione, cessazione attività ecc. In presenza di informazioni approssimative e di dati certi prediligere
questi ultimi. Ad esempio per un autore di cui si abbiano notizie dalla fine del XV secolo e del quale si conosca
la data di morte inserire solo questo dato certo, rimandando ad altri campi il periodo di attività. Il campo è
obbligatorio e non ripetitivo. Si adotta la sintassi di seguito riportata:
Anno: utilizzare soltanto l’indicazione dell’anno, senza specifiche del mese e del giorno.
Secolo: utilizzare i numeri romani, preceduti dal termine “sec.”. Ulteriori specifiche di frazione di secolo
andranno inserite dopo il numero.
Specifiche: i termini ca., ante, post potranno essere inseriti sempre dopo l’indicazione della data o del secolo.
Segni diacritici: si utilizzerà il segno “-” senza alcuno spazio a precedere o a seguire per l’indicazione dell’arco
cronologico, siano essi estremi biografici o indicazioni relative al periodo di attività.
Si utilizzerà “/” per separare estremi cronologici incerti all’interno dell'arco cronologico, ad esempio per un
autore la cui data di nascita è incerta in un breve intervallo di tempo. Nel caso in cui sia abbia una possibilità
alternativa e non un arco cronologico incerto, ad esempio un autore per il quale la critica propone due anni
diversi di nascita, si potranno esprimere le due date separate da “o”. Si ricorda comunque di preferire sempre
informazioni concise e di rimandare eventuali formulazioni più articolate nei sottocampi AUTD, AUTV, AUTT,
AUTF, AUTG.
Eventuali incertezze dovranno essere segnalate con (?).
Esempi
autore vivente
estremi cronologici noti
estremo/i cronologici approssimativi
estremo/i cronologici probabili
estremo/i cronologici incerti fra due anni
estremo/i cronologici incerti fra un intervallo di anni
conosciuta solo data nascita
conosciuta solo data di morte
data di nascita approssimativa
data di morte approssimativa
data nascita probabile
data di morte probabile
unico anno di attività conosciuto
periodo di attività noto
periodo di attività noto fino ad una certa data
periodo di attività noto da una certa data
periodo di attività riferite ad un secolo
periodo di attività riferite ad un arco di secolo
periodo di attività a cavallo di due secoli
19241650-1714
1890-1960 ca.
1420 ante-1480
1420-1480 post
1845 (?)-1905 (?)
1422 o 1426-1469
1420/1422-1480
n. 1870
m. 1982
n. 1870 ca.
m. 1982 ca.
n. 1870 (?)
m. 1982 (?)
notizie 1550
notizie 1460-1500
notizie fino al 1400
notizie dal 1420
notizie sec. XIX prima metà
notizie sec. XIX metà
notizie sec. XVIII fine-sec. XIX inizio
AUTJ – Codice Scheda autore
Dimensione 18 caratteri
Riferimento al campo "IDH - codice scheda" della scheda biografica redatta per l'Archivio controllato degli
autori.
AUTH - Sigla per citazione
Dimensione 8 caratteri
Riferimento al campo "AUTH - Sigla per citazione", corrispondente al codice univoco della scheda relativa
all'autore all'interno del repertorio biografico della Regione Lombardia che provvede a numerare in sequenza
ogni scheda biografica redatta per l'Archivio controllato degli Autori. La sigla è costituita dal numero
progressivo di otto cifre del biografico locale.
Il sottocampo deve contenere il codice corrispondente alla voce dell’autore normalizzata centralmente
nell’Archivio di controllo “Autori–AUT-SIRBeC” (pubblicato sul Sito Servizio all’indirizzo
49
http://www.culture.lispa.it/sitserv/ nella sezione Strumenti e Software – Archivi controllati e distribuiti da
Regione Lombardia).
Il campo non deve essere compilato. Nel caso di riferimento ad una scheda presente nell’Archivio di controllo
“Autori–AUT-SIRBeC” viene valorizzato automaticamente dal sistema quando si effettua il collegamento
tramite il precedente campo AUTJ.
AUTM – Motivazione dell’attribuzione
Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto
Indicazione della fonte dell'attribuzione. Il sottocampo può essere ripetitivo se si vogliono dare più motivazioni
per l'attribuzione.
Vocabolario ARTPAST
analisi iconografica
analisi diagnostiche
analisi stilistica
attributo figurato
bibliografia
bollo
contesto
documentazione
firma
fonte archivistica
iscrizione
marchio
monogramma
nota manoscritta
punzone
sigla
tradizione orale
Inoltre sono ammesse le voci
simbolo (da versione PST 3.01)
inventario museale
Nel caso di iscrizione vergata a mano si compila con la voce “nota manoscritta”.
AUTS – Riferimento all’autore
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto
Nei casi in cui l'autore del bene considerato non sia individuabile, ma ne sia ricostruibile il rapporto con altro
artista noto, si indicano i dati relativi a quest'ultimo nei sottocampi precedenti, mentre in questo si precisa il tipo
di tale riferimento.Vocabolario ARTPAST
attribuito
bottega
cerchia
e aiuti
maniera
scuola
AUTY – Specifiche
Dimensione 250 caratteri
Nel caso in cui l'autore (singolo o ente collettivo) sia responsabile della realizzazione di una o più parti del bene,
specificare di quale/i si tratta, utilizzando, se necessario, la ripetitività del campo.
ATB – AMBITO CULTURALE
Indicazioni di carattere generale riguardo al contesto culturale a cui può essere ricondotta la realizzazione
dell'opera catalogata.
Il presente campo è in alternativa al campo "Autore AUT", oppure può essere considerato integrativo rispetto a
quest'ultimo, quando si tratta di opera di collaborazione di cui una parte sia anonima.
Il campo è ripetitivo nel caso di più artisti anonimi indicati per ambito culturale che siano intervenuti
nell'esecuzione dell'opera per ruoli diversi.
ATBD – Denominazione
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto
Indicazione dell’ambito culturale cui può essere riferita la realizzazione dell’opera. Si adottano i termini del
vocabolario collegato al sottocampo seguiti dalla qualificazione geografica o dal nome specifico.
Vocabolario ARTPAST
Es.:
ambito napoletano
50
manifattura di Capodimonte
bottega comacina
ATBR - Riferimento all'intervento
Dimensione 50 caratteri
Informazione che precisa la natura dell’intervento o l’attività attribuibile all’ambito culturale, di cui al
precedente sottocampo.
Vocabolario aperto
disegnatore
esecutore
ATBM - Motivazione dell'attribuzione
Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto
Indicazione della fonte dell'attribuzione. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto e può essere
ripetitivo se si vogliono dare più motivazioni per l'attribuzione.
Vocabolario ARTPAST
analisi diagnostiche
analisi iconografica
analisi stilistica
attributo figurato
bibliografia
bollo
contesto
documentazione
firma
fonte archivistica
iscrizione
marchio
monogramma
nota manoscritta
punzone
sigla
tradizione orale
Inoltre sono ammesse le voci
simbolo (da versione PST 3.01)
inventario museale
Nel caso di iscrizione vergata a mano si compila con la voce “nota manoscritta”.
AAT – Altre attribuzioni
Dimensione 70 caratteri
Indicazioni relative ad attribuzioni vecchie, alternative o tradizionali con riferimento al ruolo entro parentesi.
Il campo è ripetitivo per registrare diverse attribuzioni.
Per la sua compilazione si veda il campo "Autore AUT", sottocampi "Nome AUTN" e "Riferimento all'intervento
AUTR" o il campo "Ambito culturale ATB", sottocampi "Denominazione ATBD" e "Riferimento all'intervento
AUTR", a seconda del caso e "Riferimento all'intervento ATBR".
Es.:
Dolci ,Carlo
ambito senese
EDT – EDITORI/STAMPATORI
Dati relativi alla Zecca e all'autorità emittente per la numismatica.
EDTZ - Zecca
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto
Nome della zecca responsabile del conio.
Es.:
Zecca di Roma
EDTA - Autorità
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto
Nome dell'autorità responsabile del conio.
Es.:
Senato
EDTN - Nome
51
Dimensione 70 caratteri
Indicare il nome dello zecchiere, del monetiere o del maestro di zecca.
EDTO - Opificio
Dimensione 100 caratteri
Per le medaglie: opificio di fabbricazione della medaglia. Immettere il titolo ufficiale (se noto) o convenzionale
dell'opificio.
CMM – Committenza
Informazioni relative alla committenza dell'opera. Il campo è ripetitivo quando per un'opera si sono avute
committenze diverse in momenti successivi o per specifici interventi.
CMMN – Nome
Dimensione 70 caratteri
Nome della persona o dell'istituzione committente nella forma cognome, nome titolo e qualifica". Il sottocampo
è ripetitivo nel caso di una committenza legata a più nominativi.
Es.:
Albani, Alessandro cardinale
CMMD - Data
Dimensione 50 caratteri
Anno o secolo, con eventuali specifiche (v. "Cronologia specifica DTZ" e "Cronologia generica DTS"), in cui è
stata commissionata l'opera.
Es.:
1586
sec. XVIII seconda metà
CMMC - Circostanza
Dimensione 100 caratteri
Occasione in cui è stata commissionata l'opera.
Es.:
ingresso trionfale
nascita del Delfino
Il separatore da utilizzare è “/” seguito da uno spazio.
CMMF - Fonte
Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto
Riferimento alla fonte delle informazioni sulla committenza.
Es.:
stemma
iscrizione
documentazione
CMML - Luogo
Dimensione 100 caratteri
Luogo di committenza o di esecuzione materiale.
MT – DATI TECNICI
Informazioni relative agli aspetti materici e tecnici del bene in esame. La compilazione del paragrafo è
obbligatoria.
MTC – Materia e tecnica
Dimensione 150 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto
Nel caso in cui nella lista di controllo manchino delle voci, la lista andrà implementata e le nuove occorrenze inserite
previa comunicazione a Regione Lombardia al fine di consentire un’unificazione e normalizzazione delle nuove istanze.
Indicare la materia e la tecnica di esecuzione del bene catalogato, nella forma: materia/ tecnica (utilizzando il
sostantivo). Nel caso di più tecniche, riguardanti la stessa materia, specificarle una di seguito all’altra,
separandole con una barra (/) seguita da uno spazio. La compilazione del campo è obbligatoria; si utilizza la
ripetitività nel caso di manufatti polimaterici.
Vocabolario ARTPAST
MTS - Specifiche e note
Dimensione 500 caratteri
Indicare eventuali specifiche e annotazioni relative agli aspetti materici e tecnici del bene.
52
Es.:
doratura mediante amalgama di mercurio
MIS – Misure
Dimensioni massime dell'opera catalogata espresse in centimetri, in millimetri nel caso di disegni, in metri solo
nel caso di opere di dimensioni eccezionali. Se il valore è decimale separare con una virgola. Nel caso in cui si
ritenga necessario fornire misure ulteriori o diverse da quelle previste si utilizzerà il sottocampo ripetitivo
"Varie".
Utilizzare la ripetitività del campo per indicare unità di misura differenti a seconda della dimensione
specificata.
Es.:
43,2
MISO - Parte
Dimensione 100 caratteri
Specificare se le informazioni sulle misure riguardano l’interno bene oppure una sua parte: nel primo caso
utilizzare la dizione “intero”, altrimenti indicare la parte secondo la sintassi mostrata negli esempi.
Es.:
intero
parte: coppa
parte: piede
parte: fusto
MISU - Unità
Dimensione 15 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto
Indicazione dell'unità di misura. Utilizzare la ripetitività del campo MIS per indicare unità di misura differenti a
seconda della dimensione specificata.
Vocabolario
m
cm
mm
g
MISA - Altezza
Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio
Altezza massima dell'opera.
Es.:
45,3
MISL - Larghezza
Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio
Larghezza massima dell'opera.
Es.:
28
MISP - Profondità
Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio
Profondità massima dell'opera.
Es.:
15,6
MISD - Diametro
Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio
Diametro massimo dell'opera.
Es.:
12,5
MISN - Lunghezza
Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio
Lunghezza massima dell'opera.
Es.:
65
MISS - Spessore
Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio
53
Spessore massimo dell'opera.
Es.:
2
MISG – Peso
Dimensione 6 caratteri - Obbligatorio
Peso.
Es.
213
MISV – Specifiche
Dimensione 250 caratteri
Eventuali specifiche riferite alle misure registrate.
Es.:
altezza con anse 33
MISR - Mancanza
Dimensione 3 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso
Sigla MNR (misure non rilevate) da utilizzare nel caso in cui non si siano potute rilevare le misure.
Vocabolario ARTPAST
MNR
MIST - Validità
Dimensione 3 caratteri - Vocabolario aperto
Sigla indicante l'approssimazione di almeno uno dei valori di misura sopraindicati.
Vocabolario ARTPAST
ca.
FIL – filigrana
Dimensione 50 caratteri
Riferimento al repertorio o, in sua assenza, descrizione della filigrana della carta con le eventuali specifiche sul
luogo e la data di fabbricazione.
La filigrana è il marchio impresso sulla carta per segnalare la cartiera di appartenenza, visibile in controluce. In
caso di difficoltà di lettura se ne segnala almeno la presenza.
Es.:
Briquet 25
filigrana illeggibile
E’ qui possibile inserire le informazioni relative alla carta non registrabili altrove. In questo caso partire sempre
dalla descrizione della filigrana, proseguire con il nome della cartiera, la tipologia del foglio, la grammatura del
foglio.
FRM – Formato
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto
Formato dell'oggetto bidimensionale.
Vocabolario ARTPAST
centinato
cruciforme
cuspidato
ellittico
esagonale
mistilineo
ogivale
ottagonale
ovale
pentagonale
polilobato
quadrato
rettangolare
sagomato
tondo
trapezoidale
triangolare
trilobato
54
DA – DATI ANALITICI
Informazioni di dettaglio sul bene catalogato.
DES -Descrizione
Descrizione dell'opera, a testo libero e in forma sintetica, evitando duplicazioni di informazioni già presenti in
altre voci.
DESO – Indicazioni sull’oggetto
Dimensione 1300 caratteri - Obbligatorio
Descrizione tipologica e morfologica dell'oggetto. Per la descrizione delle parti componenti dell'oggetto fare
riferimento, dove esistano, ai Dizionari terminologici e alle relative Metodologie di catalogazione.
DESI - Codifica Iconclass
Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio
Codifica della raffigurazione dell'opera secondo il sistema di classificazione iconografica Iconclass.
Es.:
11 G 19 21
3 D 32 5
Separare i numeri all’interno del codice con uno spazio e indicare i nomi dei personaggi fra parentesi tonde.
DESS - Indicazioni sul soggetto
Dimensione 2000 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto
Descrizione iconografica del soggetto in categorie e voci normalizzate letterali che definiscono l'immagine nelle
sue componenti particolari secondo il prototipo adottato in Modello di banca-dati per un museo.
Per la compilazione di questa voce si vedano in allegato le Note di accompagnamento al vocabolario di controllo delle
categorie iconografiche normalizzate del sottocampo "Indicazioni sul soggetto DESS".
Si propone, in questa sede, una revisione complessiva delle categorie descrittive collegate al sottocampo che
consenta una descrizione iconografica più agevole e approfondita. Alcune voci sono state recepite dal
vocabolario ARTPAST altre riviste, accorpate o sdoppiate.
Le categorie proposte sono le seguenti:
Abbigliamento
Abbigliamento religioso
Abbigliamento esotico
Abbigliamento etnico
Abbigliamento militare
Alimenti
Allegorie
Animali
Animali fantastici
Animali mitologici
Animali preistorici
Araldica
Archeologia
Architetture (specificare se industriale e produttiva; infrastrutture e impianti; fortificata; religiosa rituale; per la
residenza, il terziario e i servizi; rurale)
Architetture fantastiche
Armi
Arti liberali
Arti meccaniche
Attività umane (si intende ludiche, culturali, biologiche, occupazionali)
Attributi
Beati
Cartografia
Continenti
Corpo umano
Corpi celesti
Costruzioni
Divinità
Divinità minori
Divinità orientali
Elementi decorativi
Elementi architettonici
Fenomeni astronomici
Fenomeni divini
55
Fenomeni geologici
Fenomeni metereologici
Fenomeni naturali (tramonto, alba, aurora etc.)
Feste e celebrazioni
Figure
Figure umane
Figure fantastiche
Figure mitologiche
Fiumi
Figure geometriche
Forme fantastiche
Fiori
Frutti
Giochi rituali
Interno
Insegne ecclesiastiche
Laghi
Mari
Metalli
Metamorfosi
Mezzi di trasporto
Minerali
Mobilia
Montagne
Nudi femminili
Nudi maschili
Oceani
Oggetti
Ortaggi e legumi
Paesaggio
Personaggi
Personaggi storici
Personaggi letterari
Personaggi mitologici
Personaggi religiosi
Personificazioni
Piante
Pratiche rituali
Punti cardinali
Quattro elementi (terra, aria, fuoco, acqua)
Ritratti
Scheletri
Sculture
Segni (si intende lettere, numeri, segni di interpunzione)
Segni zodiacali
Simboli
Simboli della Passione
Simboli del martirio
Simboli mariani
Stagioni
Strumenti
Strumenti del martirio
Strumenti musicali
Strumenti scientifici
Suppellettili ecclesiastiche
Temperamenti
Veduta
Virtù cardinali
Virtù teologali
Si segnala, inoltre, la necessità di promuovere un’implementazione delle categorie della lista di voci controllate
che comprenda anche categorie descrittive per l’arte contemporanea.
Per i segni di interpunzione le categorie andranno separate con “.”. Le specifiche all’interno della classe sono
precedute da “:”. Le voci all’interno delle categorie sono separate da “;”. (ARTPAST). Gli elenchi all’interno di
56
una classe saranno separati con “,” e all’interno delle parentesi tonde andranno indicati i personaggi di cui si
indicano delle specifiche di seguito.
Es. Personaggi: Madonna; Gesù Bambino. Veduta: Roma: Colosseo. Abbigliamento: (Madonna) manto.
E’ possibile compilare più istanze del sottocampo nel caso di presenza di più soggetti indipendenti tra di
loro.
FON – Fonti
Dimensione 200 caratteri
Opere figurative individuate come fonte iconografica dell'opera in esame, oppure fonti di altro tipo, come le
fonti letterarie (ad esempio "Divina Commedia").
Il "Rapporto" va segnalato nelle forme:
Parziale: se la derivazione si limita ad un particolare significativo: indicare sempre, tra parentesi tonde, a che
cosa ci si riferisce;
Ripresa;
Totale/Copia: se la derivazione è totale o attiene alla struttura e/o alla composizione generale.
Il separatore è “/” seguito da uno spazio.
Es.:
Totale: Firenze/ Galleria degli Uffizi/ Agnolo Bronzino/ Ritratto di Lorenzo il Magnifico/ olio/ inv. 567.
Parziale (volto): Chantilly/ Musée Condè/ Jean Fouquet/ Ritratto di Francesco I,/ disegno/ inv. 489.
Questo campo viene mantenuto soprattutto per il riversamento delle informazioni in esso contenute in
schede pregresse.
ISR – Iscrizioni
Indicazioni relative alle iscrizioni presenti sull'opera. Le iscrizioni andranno riportate per intero partendo dalle
indicazioni di responsabilità.
Il campo va considerato ripetitivo ogni qualvolta compaia una variante all'interno di un sottocampo.
Segnalare tutte le iscrizioni presenti: firma, dediche etc.
ISRC – Classe di appartenenza
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto
Classificazione dell'iscrizione in riferimento al contenuto dell'iscrizione. L’eventuale firma presente sull’opera
va considerata “documentaria”.
Vocabolario ARTPAST
amorosa
celebrativa
commemorativa
dedicatoria
descrittiva
didascalica (anche nel caso sia topografica, geografica, funzionale)
documentaria usa per inventariale
di titolazione
elogiativa
esortativa
indicazione di responsabilità
itineraria
magico-difensiva
magico-offensiva
monetale
monumentale
normativa
nota manoscritta
onoraria
prescrittiva
pubblicitaria
sacra
segnaletica
sepolcrale
strumentale
votiva
Inoltre sono ammesse le voci
firma
di commento
ISRL – Lingua
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario chiuso
57
Lingua in cui è scritta l’iscrizione, se diversa dall’italiano.
Vocabolario ARTPAST
E’ possibile inserire più lingue, il separatore sarà “/” seguito da uno spazio (ARTPAST).
ISRS- Tecnica di scrittura
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Indicazione circa la tecnica di scrittura, in particolar modo se trattasi di note manoscritte.
Vocabolario ARTPAST
a caratteri applicati
a caratteri mobili
a cucito
a fuoco
a graffito
a impressione
a incisione
a intaglio
a matita
a penna
a pennello
a punti
a ricamo
a rilievo
a sgraffio
a solchi
a traforo
ad alveoli
e le voci (da vocabolario scheda OAC)
a grafica computerizzata
a stampa (nei casi delle relative tecniche)
ISRT – Tipo di caratteri
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto
Informazioni sulla forma grafica.
Vocabolario ARTPAST
caratteri gotici
corsivo
lettere capitali
numeri arabi
numeri romani
E’ possibile inserire più tipi, il separatore sarà “/” seguito da uno spazio (ARTPAST).
Es.:
lettere capitali/ numeri romani
ISRP - Posizione
Dimensione 100 caratteri - Obbligatorio di contesto
Posizione dell'iscrizione sull'opera.
Es.:
bordo del piede
in basso a destra
ISRA - Autore
Dimensione 100 caratteri
Autore del testo dell'iscrizione, seguito, entro parentesi, dal titolo dell'opera con eventuali specifiche.
Es.:
Alighieri, Dante (Divina Commedia, Inferno, canto I)
ISRI – Trascrizione
Dimensione 2200 caratteri - Obbligatorio di contesto
Trascrizione del testo dell'iscrizione.
Trascrizione preferibilmente in lettere capitali con separatore / preceduto e seguito da spazio per indicare l’a
capo. Nel caso in cui sull’opera ci sia un’iscrizione che inizia da una parte e prosegue altrove trascriverla
interamente e indicare in ISRP da dove a dove si estende.
Es. ISRP: in alto a destra e in basso a sinistra.
Nel caso di iscrizioni leggibili da destra a sinistra (in modo speculare) si trascrivano normalmente e si inserisca
nel campo OSS l’indicazione che l’iscrizione va letta al rovescio.
58
Nel caso in cui l’iscrizione sia lacunosa e/o illeggibile interamente o in alcune parti inserire tra parentesi quadre
l’integrazione del testo operate dal catalogatore e in OSS le relative motivazioni e annotazioni.
Es.
ISRI: [PA]TER FAMILIAS
OSS: Nella parte lacunosa della iscrizione in basso a destra la carta è abrasa.
STM – STEMMI, EMBLEMI, MARCHI
Indicazioni su stemmi, emblemi, marchi, ecc. che compaiono sull'opera. Il campo è quindi ripetitivo.
STMC – Classe di appartenenza
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Classe a cui appartiene la segnatura o il simbolo araldico.
Per la compilazione dei sottocampi STMC e STMQ si veda Vocabolario ARTPAST.
STMQ – Qualificazione
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto
Attributo che specifica la classe.
Nel caso di un timbro relativo alla cartiera usare la dizione “civile”.
Per la compilazione dei sottocampi STMC e STMQ si veda Vocabolario ARTPAST.
STMI – Identificazione
Dimensione 100 caratteri
Identificazione del nome della famiglia cui appartiene l'arme, o della collezione di appartenenza cui fa
riferimento il marchio, il bollo, ecc.
Es.:
(STMC) (STMQ)
STMI
(arme) (gentilizia) Lambertini
(timbro) (di collezione) Lugt 2807
STMU - Quantità
Dimensione 10 caratteri
Indicazione in cifre di quante volte lo stemma, l'emblema, il timbro ecc. è ripetuto sull'oggetto.
Es.:
3
STMP - Posizione
Dimensione 100 caratteri - Obbligatorio di contesto
Posizione dello stemma, dell'emblema, del marchio ecc. sull'oggetto.
Es.:
in basso a destra
STMD – Descrizione
Dimensione 500 caratteri - Obbligatorio di contesto
Descrizione sintetica a testo libero o rinvio alla fotografia, purché questa permetta un'agevole lettura. Per la
descrizione degli stemmi attenersi ai criteri adottati nel campo dell'araldica.
Es.:
(STMC) (STMQ)
STMD
(bollo) (camerale) ombrellino a chiavi decussate
(arme) (gentilizia) d'oro a quattro pali d'azzurro
Fornire qui la descrizione fisica partendo (dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra) con la descrizione
della forma, le raffigurazioni e le iscrizioni.
Nel caso di iscrizioni trascriverle in maiuscolo.
Le iscrizioni presenti andrebbero riportate anche nel campo ISR.
Es.:
timbro circolare con al centro due teste d’angelo alate, in alto iscrizione ANGELI e in basso LUCCA.
STMJ - Codice scheda autore
Dimensione 18 caratteri
Riferimento al campo "IDH - Codice per citazione" della scheda di authority relativa all’autore a cui lo stemma
eventualmente appartiene.
STMH - Sigla per citazione
Dimensione 8 caratteri
59
Riferimento al campo "AUTH - Sigla per citazione" della scheda di authority relativa all’autore a cui lo stemma
eventualmente appartiene.
Il campo non deve essere compilato. Nel caso di riferimento ad una scheda di authority viene valorizzato
automaticamente dal sistema quando si effettua il collegamento tramite il precedente campo STMJ.
NSC – Notizie storico-critiche
Dimensione 5000 caratteri
Inquadramento storico-critico dell'opera con motivazioni giustificative di quanto affermato in altri campi o, per
opere smembrate, notizie sulle parti perdute o conservate altrove.
Citazione dei testi essenziali di riferimento con indicazione di quelli comprensivi di ragguaglio bibliografico
esaustivo.
CO – CONSERVAZIONE
Indicazioni sullo stato di conservazione del bene catalogato come si evince dall’osservazione. La compilazione
del paragrafo è obbligatoria.
STC – STATO DI CONSERVAZIONE
Qualificazione dello stato di integrità e/o leggibilità, considerata in rapporto alla condizione originaria. Il
campo è obbligatorio e ripetitivo
STCP – Riferimento alla parte
Dimensione 500 caratteri
Specificare, se utile, a quale parte del bene si riferiscono le informazioni sullo stato di conservazione.
STCD – Data
Dimensione 25 caratteri
Indicare l'anno in cui è stato rilevato lo stato di conservazione specificato nel campo STCC. Nel caso sia
necessario indicare un arco di anni, i due estremi andranno separati da un “-“.
Es.:
1989
1963-1965
STCC- Stato di conservazione
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso
Giudizio sintetico sullo stato dell'opera.
Vocabolario ARTPAST
buono
cattivo
discreto
mediocre
ottimo (scheda PST 3.01)
STCS – specifiche
Dimensione 500 caratteri
Segnalazione eventuale del dato più macroscopico, causa delle modifiche, rispetto allo stato originario, nella
forma e nella consistenza dell'opera.
Vocabolario aperto
Usare punteggiatura normale. Registrare le specifiche dello stato di conservazione dell’esemplare così come
rilevato al momento della catalogazione.
Nel caso in cui l’esemplare abbia subito interventi di restauro di cui non si conoscano date di esecuzione e
responsabili gli esiti andranno indicati anche in questo campo.
STCM - Modalità di conservazione (da scheda PST 3.01)
Dimensione 500 caratteri
Indicare le eventuali modalità specifiche di conservazione del bene, con particolare riguardo a componenti del
bene che siano eventualmente da sostituire o reintegrare.
STCF- Fonte
Dimensione 100 caratteri
Compilare con la voce “osservazione diretta” nel caso l’informazione sia desunta da una rilevazione e analisi
diretta del catalogatore.
RS – RESTAURI E ANALISI (da scheda PST 3.01)
Informazioni sugli interventi di restauro effettuati nell'ultimo secolo. Il campo è quindi ripetitivo.
60
RSTP – Riferimento alla parte
Dimensione 500 caratteri
Specificare, se utile, a quale parte del bene si riferiscono le informazioni sugli interventi di restauro.
RSTD – Data
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Anno in cui è stato effettuato il restauro. Nel caso di restauro durato più anni si indicano l'anno iniziale e finale
separati da un "-".
Es.:
1944
1963-1965
RSTT – Descrizione intervento
Dimensione 250 caratteri
Descrizione sintetica degli interventi conservativi o di restauro effettuati sul bene. Nel caso in cui l'opera, al
momento della schedatura, sia sottoposta a restauro non ancora concluso, si registrerà 'in corso di restauro' con
l'eventuale indicazione del luogo cui si stia effettuando l'intervento utilizzando la dizione “presso”.
RSTE - Ente responsabile
Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto
Indicazione dell'Ente sotto la cui responsabilità è stato restaurato il bene catalogato. Nel caso di Soprintendenze
e altri Istituti si può utilizzare la sigla corrispondente.
Nel caso di Istituto Centrale del Restauro si riporta la sigla ICR, nel caso dell'Opificio delle Pietre Dure di
Firenze si riporta la sigla OPD, nel caso del Comune di Roma si riporta la sigla COM RM.
Nel caso di Regioni si utilizza il codice corrispondente, facendolo precedere dalla lettera R.
Es.:
SBAS BO
SBAAAS PI
OPD
ICR
COM RM
RSTC – Responsabile scientifico
Dimensione 250 caratteri
Cognome, Nome del responsabile scientifico dell'intervento.
Es.:
Marchi, Giuseppe
RSTN - Nome operatore
Dimensione 250 caratteri
Indicare il nome dell'operatore nella forma cognome, nome oppure il nome dell'impresa'. Il sottocampo è
ripetitivo.
Es.:
Marchi, Giuseppe
RSTR - Ente finanziatore
Dimensione 250 caratteri
Nome dell'Ente che ha finanziato il restauro. Il sottocampo è ripetitivo.
Es.:
Banco San Paolo di Torino
RSTO - Note
Dimensione 1000 caratteri
Eventuali ulteriori informazioni sugli interventi di restauro.: per esempio, si può segnalare la presenza di
relazioni o documenti, che possono essere collegati alla scheda di catalogo mediante il campo strutturato FNT
(paragrafo DO-Fonti e documenti di riferimento).
INT – PROGETTI DI INTERVENTI
Inserire informazioni riguardanti progetti di interventi di restauro.
INTD – Data
Dimensione 50 caratteri
Anno in cui è stato progettato il restauro. Nel caso di progettazione durata più anni si indicano l'anno iniziale e
finale separati da un "-" seguito da uno spazio.
61
Es.:
1944
1963-1965
INTN – Descrizione
Dimensione 200 caratteri
Descrizione sintetica degli interventi conservativi o di restauro progettati.
ALB – Analisi di laboratorio
Informazioni sulle analisi di laboratorio eseguite sul manufatto. Il campo è ripetitivo.
ALBT - Tipo
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare il tipo di analisi eseguita. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
ALBD - Data
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare la data di esecuzione dell'analisi nella forma 'anno/mese/giorno' (aaaa/mm/gg). Nel caso in cui si
possa indicare solo l'anno, il giorno e il mese andranno indicati con due zeri. Il sottocampo presenta
un'obbligatorietà di contesto.
ALBE – Ente responsabile / Laboratorio
Dimensione 100 caratteri
Indicare il nome dell’Ente e/o del laboratorio presso cui è stata effettuata l’analisi oppure entrambi separati da
una / seguita da uno spazio.
ALBO – Nome operatore / Responsabili
Dimensione 100 caratteri
Indicare il nome dell’impresa, oppure il nome dell’operatore nella forma cognome, nome oppure entrambi
separati da un “/” seguito da uno spazio.
ALBR – Risultati delle analisi
Dimensione 5000 caratteri
Indicare, in dettaglio, i risultati dell’analisi e specificare se sono riferiti all’intero campione o a parte di esso.
ALBN – Note
Dimensione 1000 caratteri
Eventuali ulteriori informazioni sulle analisi effettuate.
TU – CONDIZIONE GIURIDICA E VINCOLI (da scheda PST 3.01)
Indicazioni relative alla proprietà del bene, ai provvedimenti di tutela, ai mutamenti di proprietà. La
compilazione del paragrafo è obbligatoria.
ACQ - Acquisizione
Indicazioni relative alla circostanza e/o al titolo in base a cui l'opera è pervenuta e si trova nelle attuali
condizioni di proprietà o di detenzione.
ACQT – Tipo acquisizione
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto
Modalità in cui l'opera è stata acquisita. Le specifiche fra parentesi sono per memoria del catalogatore. Il
sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Vocabolario ARTPAST
acquisto
alienazione
aggiudicazione (a seguito di atto giudiziario)
assegnazione
compravendita
confisca
deposito
donazione
esercizio di diritto di prelazione
legato
permuta
prelazione
restituzione postbellica
62
ritrovamento fortuito
sequestro
scavo
successione
soppressione
ACQN – Nome
Dimensione 70 caratteri
Nominativo della persona o dell'Ente fonte dell'acquisizione nella forma cognome, nome o forma aggettivata
del nome proprio.
Es.:
(ACQT)
ACQN
(soppressione) napoleonica
acquisto
Bianchi, Mario
Riportare denominazione ufficiale (qualsiasi sia l’ordine) nel caso di Fondazioni, Associazioni etc.
ACQD - Data acquisizione
Dimensione 25 caratteri
Indicare la data di acquisizione in anni, in secoli o in frazioni di secolo, eventualmente seguiti dalle seguenti
precisazioni:
ante
post
inizio
fine
metà
prima metà
seconda metà
primo quarto
secondo quarto
terzo quarto
ultimo quarto
ca.
Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
1900 ante
sec. XVIII inizio
sec. XVII ca.
ACQL - Luogo di acquisizione
Dimensione 50 caratteri
Indicazione del luogo in cui è avvenuta la transazione. Per la compilazione si rimanda ai campi "Localizzazione
Geografico-amministrativa PVC" e "Collocazione Specifica LDC", pur non richiedendosi la strutturazione.
Es.: RM/ Roma/ Asta Finarte
Usare come separatore “/” seguito da uno spazio.
ACQF – Fonte
Dimensione 150 caratteri
Fonte dell'informazione nella forma data, fonte; se la fonte è bibliografica, usare la forma data, cognome iniziale
del nome, titolo. Le informazioni più dettagliate relative alle fonti archivistiche o alla citazione bibliografica
andranno inserite nei campi FNT o BIB.
CDG – CONDIZIONE GIURIDICA
Indicazioni relative all'attuale proprietà o detenzione dell'opera catalogata.
CDGG – Indicazione generica
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso
Indicazioni relative alla personalità giuridica della proprietà o, qualora essa non sia accertabile, quella del
detentore o del possessore. La compilazione del sottocampo è obbligatoria.
Vocabolario ARTPAST
proprietà Stato
proprietà Ente pubblico territoriale
proprietà Ente pubblico non territoriale
proprietà privata
proprietà Ente religioso cattolico
proprietà Ente religioso non cattolico
63
proprietà Ente straniero in Italia
proprietà mista pubblica/privata
proprietà mista pubblica/ecclesiastica
proprietà mista privata/ecclesiastica
detenzione Stato
detenzione Ente pubblico territoriale
detenzione Ente pubblico non territoriale
detenzione privata
detenzione Ente religioso cattolico
detenzione Ente religioso non cattolico
detenzione Ente straniero in Italia
detenzione mista pubblica/privata
detenzione mista pubblica/ecclesiastica
detenzione mista privata/ecclesiastica
E’ inoltre ammessa la voce
proprietà organismo no-profit
detenzione organismo no-profit
CDGS - Indicazione specifica
Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio
Denominazione esatta dell'Amministrazione, dell'Ente, del privato che hanno la proprietà del bene. Qualora
questi non siano noti va indicata la denominazione del detentore o del possessore. Il sottocampo è ripetitivo nel
caso di più proprietari della stessa opera.
Es.:
(CDGG)
CDGS
(pertinenza edificio monumentale) Chiesa di S. Giacomo
Per le opere di proprietà dello Stato indicare l’Istituzione che ne ha l'uso.
Es.:
Ministero per i Beni Culturali e Ambientali
Per le opere di proprietà degli Enti pubblici territoriali indicare le specifiche precedute dalle denominazioni:
Regione
Provincia
Comune
Consorzio di Comuni
Comunità montana
Es.:
Regione Marche
Provincia di Novara
Comune di Tivoli
Per le opere di proprietà degli Enti pubblici non territoriali indicare la denominazione (es.: Università, Banca d'
Italia, Fondo Edifici di Culto, ecc.), seguita dalle eventuali specifiche.
Per le opere di proprietà degli Enti religiosi di confessione cattolica o di proprietà degli Enti di altra confessione
religioda indicare la denominazione (es.: Diocesi; Confraternita; Istituto religioso, Istituto secolare,
Congregazione, Ordine religioso, Comunità ebraica; Comunità valdese), seguita dalle eventuali specifiche.
Es.:
Comunità valdese
Ordine benedettino
Per le opere di proprietà di Stati o Enti stranieri in Italia indicare le specifiche con la denominazione.
Es.:
Città del Vaticano
Ambasciata del Brasile
Sovrano Militare Ordine di Malta
Per le opere di proprietà privata indicare il nome del proprietario nella forma cognome, nome o denominazione
della persona giuridica, specificando di seguito, entro parentesi, se trattasi di persona fisica o giuridica
straniera.
Es.:
Bianchi, Giulio
Società Generale Immobiliare
64
Fondazione Peggy Guggenheim (persona giuridica straniera)
CDGI - Indirizzo
Dimensione 250 caratteri
Indirizzo del proprietario dell'oggetto vincolato di cui al sottocampo precedente. Il sottocampo è ripetitivo, nel
caso di più proprietari, per indicare i singoli indirizzi.
Per la compilazione seguire quanto indicato per il sottocampo LDCU.
Es.:
Via Bernardino Varisco, 9 - 25032 Chiari BS
CDGF - Fonte
Dimensione 150 caratteri
Fonte dell'informazione nella forma data, fonte; se la fonte è bibliografica, usare la forma data, cognome iniziale
del nome, titolo. Le informazioni più dettagliate relative alle fonti archivistiche o alla citazione bibliografica
andranno inserite nei campi FNT o BIB.
NVC – PROVVEDIMENTI DI TUTELA
Dati relativi ai proveddimenti di tutela che interessino opere di proprietà privata o di Ente o Istituto legalmente
riconosciuto. Il campo è ripetitivo per registrare i diversi atti amministrativi.
NVCT - Tipo provvedimento
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Tipo di provvedimento amministrativo relativo all'opera di proprietà privata o di Ente o Istituto legalmente
riconosciuto con indicazione, entro parentesi, delle leggi e dell'articolo in base al quale è stato imposto il
vincolo. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Vocabolario ARTPAST
notificazione (L. n. 364/1909)
DM (L. n. 1089/1939, art. 3)
DM (L. n. 1089/1939, art. 5)
DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 1
DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 2
revoca notificazione (L. n. 364/1909)
revoca DM (L. n. 1089/1939, art. 3)
revoca DM (L. n. 1089/1939, art. 5)
revoca DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 1
revoca DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 2
rinnovo notificazione (L. n. 364/1909)
rinnovo DM (L. n. 1089/1939, art. 3)
rinnovo DM (L. n. 1089/1939, art. 5)
notificazione (L. n. 778/1922)
DM (L. n. 1497/1939, art. 6)
DPR n. 1409/1963, art. 36
DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 4
revoca notificazione (L. n. 778/1922)
revoca DM (L. n. 1497/1939, art. 6)
revoca DLgs n. 490/1999, art. 6, comma 4
rinnovo notificazione (L. n. 778/1922)
rinnovo DM (L. n. 1497/1939, art. 6)
DLgs n. 42/2004, art.13, comma 1
NVCE - Estremi provvedimento
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Data di emissione del provvedimento amministrativo nella forma anno, mese, giorno (aaaa/mm/gg). Tale
sottocampo dovrà essere obbligatoriamente compilato solo se nel sottocampo precedente (NVCT) sia indicato
un provvedimento di tipo amministrativo (DM, revoca DM, rinnovo DM, etc.).
Es.:
1988/02/15
NVCD - Data notificazione
Dimensione 25 caratteri
Data di notificazione del decreto al proprietario, nella forma anno, mese, giorno (aaaa/mm/gg).
Es.:
1965/08/13
NVCI – Estremi provvedimento in itinere
65
Dimensione 25 caratteri
Data di comunicazione di avvio del procedimento di dichiarazione di interesse al proprietario, possessore o
detentore, nella forma “anno/mese/giorno”.
Es.:
2002/10/24
ALN – MUTAMENTI TITOLARITÀ / POSSESSO / DETENZIONE
Indicazioni relative ad eventi che abbiano determinato mutamenti di titolarità, possesso o detenzione, compresa
la perdita dell'opera e il successivo eventuale recupero. Il campo è quindi ripetitivo e viene compilato ed
aggiornato d'ufficio.
ALNT - Tipo evento
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Tipo di evento determinante la perdita o il recupero dell'opera.
Vocabolario ARTPAST
alienazione
danneggimento
distruzione
furto
ipoteca
pegno
perdita
permuta
recupero
ALND - Data evento
Dimensione 25 caratteri
Data dell'evento nella forma anno, mese, giorno (aaaa/mm/gg).
Es.:
1970/11/04
ALNN - Note
Dimensione 250 caratteri
Indicazioni supplementari ad integrazione di quelle precedenti, ad esempio sui contraenti e sul luogo di
vendita, sulle cause della distruzione, ecc.
Es.:
alluvione
terremoto
ESP - ESPORTAZIONI
Informazioni relative all’attestato di libera circolazione, al tipo ed estremi di licenze di esportazione,
importazione o reimportazione del bene catalogato, indicando anche la sede dell’Ufficio Esportazione che ha
rilasciato la licenza o posto il veto. Il campo è ripetitivo.
ESPT - Tipo licenza
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Indicare il tipo di attestato o licenza. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Vocabolario aperto
attestato di libera circolazione
licenza comunitaria
licenza importazione temporanea
licenza importazione definitiva
licenza esportazione temporanea
licenza esportazione definitiva
licenza reimportazione
veto all’attestato di libera circolazione
ESPU - Ufficio
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Indicare l’Ufficio Esportazione che ha rilasciato la documentazione, utilizzando la sigla UE seguita dal nome
della città in cui ha sede l’ufficio stesso. Il sottocampo presenta un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
UE Bari
UE Milano
66
ESPD - Data emissione
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare la data di emissione della licenza o del veto nella forma anno/mese/giorno. Il sottocampo presenta
un’obbligatorietà di contesto.
Es.:
1975/08/04
DO- DOCUMENTI E FONTI DI RIFERIMENTO (da scheda PST 3.01)
Informazioni sulle fonti documentarie e sui riferimenti fotografici, grafici, multimediali e bibliografici che si
ritiene utile allegare alla scheda o semplicemente citare.
“Si raccomanda di curare una documentazione fotografica tecnicamente accurata e completa dell’opera,
eventualmente evidenziando con riprese di particolare quegli aspetti che possano essere utili non solo per
l’identificazione, ma anche per un successivo approfondimento critico”16.
FTA – DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Per la gestione delle immagini, le modalità di ripresa e gli standard di digitalizzazione della
documentazione fotografica si vedano le pagine in appendice.
Informazioni sulla documentazione fotografica, anche in formato digitale, del bene catalogato, sia essa allegata
alla scheda di catalogo, o esistente e depositata presso l’Ente schedatore o in altre raccolte. Nel caso di manufatti
nei quali l’immagine si presenta in negativo (conii, matrici, etc.), va allegata la documentazione dell’impronta. Il
campo è ripetitivo perché ogni documento va indicato singolarmente, elencando nell’ordine quelli relativi a
riprese generali del bene, e quindi quelli relativi a particolari e/o componenti dell’opera. La compilazione del
campo è obbligatoria.
FTAX - Genere
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario chiuso
Indicare se si tratta di documentazione allegata alla scheda di catalogo o di altra documentazione nota relativa
al bene in esame. La compilazione del sottocampo è obbligatoria.
Secondo la convenzione adottata si dovrà utilizzare “documentazione allegata” quando si collega il file relativo
alla fotografia (vedi sottocampo FTAI), mentre si utilizzerà “documentazione esistente” quando si vuole
comunque descrivere una fotografia senza collegare alla scheda il corrispondente file digitale.
Vocabolario chiuso
documentazione allegata
documentazione esistente
FTAP - Tipo
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto
Indicare il tipo di documentazione allegata e/o esistente. La compilazione del sottocampo è obbligatoria.
Vocabolario integrato ARTPAST, PST 3.01, SIRBeC
fotografia b/n
fotografia colore
negativo b/n
negativo colore
diapositiva b/n
diapositiva colore
fotografia digitale b/n
fotografia digitale colore
matrice digitale b/n
matrice digitale colore
fotocopia b/n
fotocopia colori
fotografia a raggi X
fotografia a raggi infrarossi
radiografia
FTAA - Autore
Dimensione 50 caratteri
Indicare l'autore della documentazione nella forma cognome, nome o la denominazione dello studio
fotografico.
16
Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede S-MI del
1995, pag. VIII.
67
FTAD - Data
Dimensione 25 caratteri
Indicare la data della documentazione, espressa nella forma anno/mese/giorno. Nel caso in cui si conosca solo
l'anno, il giorno e il mese andranno indicati con due zeri.
Es.:
1994/05/04
1915/00/00
FTAE - Ente proprietario
Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare l'Ente proprietario della documentazione fotografica, se diverso dall'Ente schedatore.
Es.: SA BO
FTAC - Collocazione
Dimensione 50 caratteri
Indicare il luogo in cui è conservata la documentazione, se diverso dall'Ente schedatore.
FTAN - Codice identificativo
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio
Indicare il codice identificativo della documentazione allegata o esistente; ai singoli codici identificativi è da
premettere (senza spazi o segni d'interpunzione) la sigla delle Soprintendenze o Istituti competenti o il nome di
altri enti o privati. E' possibile comprendere in una stessa fotografia più di un oggetto, purché esista un
riferimento univoco tra immagine e bene, ad esempio segnalando con una lettera dell'alfabeto oppure con un
numero ciascuno dei singoli beni. Tali riferimenti dovranno comparire sulla foto e andranno riportati nel
sottocampo FTAS. La compilazione del sottocampo è obbligatoria.
Es.:
PSAEPR32525
SBASBO7776
Alinari3280
MART25372.
FTAT - Note
Dimensione 250 caratteri
Indicare le specifiche di ripresa.
Es:
particolare
prima del restauro
FTAF - Formato
Dimensione 25 caratteri
Indicare il formato della fotografia.
Es.:
6x6
13x18
35 mm
21x27
FTAS - Specifiche
Dimensione 250 caratteri
Indicare le specifiche sulla fonte di origine dell'immagine, qualora non sia stato fotografato l'originale, ma una
sua riproduzione (ad es. un disegno). E' possibile registrare in questo sottocampo i riferimenti che consentono
l'individuazione univoca dell'immagine del bene, quando questo è documentato in una stessa fotografia
insieme ad altri manufatti (cfr. quanto indicato in proposito per il sottocampo FTAN).
FTAU - Indirizzo di rete
Dimensione 255 caratteri
In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del
file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta.
Es.:
http://www.ieee.org/
http://mese.jhu.edu/journals/callaloo
FTAW – Visibilità immagine
Dimensione 1 carattere - Vocabolario chiuso
68
La compilazione di questo campo permette di indicare i criteri per regolare la diffusione di ogni singola
immagine associata alla scheda.
Per il suo specifico significato, questo campo deve essere compilato solo nel caso in cui si collega il file digitale,
cioè quando FTAX contiene “documentazione allegata”.
Vocabolario chiuso
0
immagine pubblicabile come principale (l’immagine è allegata alla scheda e viene inviata in Regione per
la pubblicazione ed è considerata la più rappresentativa del bene)
1
immagine pubblicabile (l’immagine viene inviata in Regione per la pubblicazione)
2
immagine non pubblicabile (l’immagine viene inviata in Regione ma non è considerata pubblicabile)
3
immagine presso l’archivio dell’ente (l’immagine non viene inviata in Regione)
FTAV - Etichetta del volume
Dimensione 32 caratteri
Inserire il nome (etichetta) del disco o il numero di serie del PhotoCD se le immagini sono in formato
PhotoCD.
L'utilizzo di questo campo è facoltativo
FTAR - Percorso relativo del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il percorso delle immagini in uno dei seguenti 3 modi:
1) percorso completo della cartella contenente il file dell'immagine (compreso il nome del drive);
2) percorso parziale senza drive;
3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Immagini (condizione più semplice se si
utilizzano sempre gli stessi percorsi). L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
FTAI - Nome del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il nome del file dell'immagine completo di estensione.
L'utilizzo e la compilazione di questo campo sono necessari per ottenere la visualizzazione delle immagini
associate
N.B. Questi sottocampi sono utilizzati per la gestione delle immagini da parte del sistema. Non sono campi
definiti dall'ICCD, per cui quando si esportano le schede vengono esportati solo se si seleziona un'apposita
opzione.
DRA – DOCUMENTAZIONE GRAFICA
Informazioni sulla documentazione grafica dell’opera catalogata, allegata alla scheda di catalogo, o esistente e
depositata presso l’Ente schedatore o in altre raccolte. Il campo è ripetitivo.
DRAX - Genere
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare se si tratta di documentazione allegata alla scheda di catalogo o di altra documentazione nota relativa
al bene catalogato. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Vocabolario chiuso
documentazione allegata
documentazione esistente
DRAT - Tipo
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Indicare il tipo di documentazione esistente. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Vocabolario
disegno
DRAO - Note
Dimensione 250 caratteri
Indicare le specifiche di documentazione.
Es.:
particolare
DRAS - Scala
Dimensione 25 caratteri
Indicare la scala adottata per il disegno.
Es.:
1:1
69
DRAE - Ente proprietario
Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare l'Ente proprietario della documentazione grafica, se diverso dall'Ente schedatore.
Es.:
SBA BO
DRAC - Collocazione
Dimensione 50 caratteri
Indicare il luogo in cui è conservata la documentazione, se diverso dall'Ente schedatore.
DRAN - Codice identificativo
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare il codice identificativo della documentazione allegata o esistente; ai singoli codici identificativi è da
premettere (senza spazi o segni d'interpunzione) la sigla delle Soprintendenze o Istituti competenti o il nome di
altri enti o privati. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
DRAA - Autore
Dimensione 50 caratteri
Indicare l'autore della documentazione nella forma cognome, nome.
DRAD - Data
Dimensione 25 caratteri
Indicare la data di esecuzione della documentazione grafica, nella forma 'anno'.
DRAU - Indirizzo di rete
Dimensione 255 caratteri
In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del
file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta.
Es.:
http://www.ieee.org/
http://mese.jhu.edu/journals/callaloo
DRAW - Etichetta del volume
Dimensione 32 caratteri
Inserire il nome (etichetta) del disco che contiene il file dell'allegato. L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
DRAY - Percorso relativo del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi:
1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive)
2) percorso parziale senza drive
3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano
sempre gli stessi percorsi)
L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
DRAL - Nome del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il nome del file dell'allegato completo di estensione. L'utilizzo e la compilazione di questo campo sono
necessari per ottenere la visualizzazione degli allegati associati.
VDC – DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
Indicazione della documentazione video, anche in formato digitale, del bene catalogato, allegata alla scheda di
catalogo o esistente e depositata presso l’Ente schedatore o in altre raccolte. Il campo è ripetitivo.
VDCX - Genere
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare se si tratta di documentazione allegata alla scheda di catalogo o di altra documentazione nota relativa
al bene in esame. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Vocabolario chiuso
documentazione allegata
documentazione esistente
VDCP - Tipo
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Indicare il tipo di documentazione originale. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Vocabolario aperto
70
film 35 mm.
film 16 mm.
film super 8
video VHS
video super VHS
video U-MATIC
video BVU
video Betacam
video 1 pollice
VDCR - Autore
Dimensione 50 caratteri
Indicare l'autore della documentazione nella forma cognome, nome.
VDCD - Data
Dimensione 25 caratteri
Indicare la data della documentazione, espressa nella forma 'anno/mese/giorno'. Nel caso si conosca solo
l'anno, il giorno ed il mese saranno indicati da due zeri.
Es.:
2002/09/12
1971/00/00
VDCE - Ente proprietario
Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare l'Ente proprietario della documentazione, se diverso dall'Ente schedatore.
VDCA - Titolo
Dimensione 250 caratteri
Indicare il titolo del documento videocinematografico.
VDCC - Collocazione
Dimensione 50 caratteri
Indicare il luogo in cui è conservata la documentazione, se diverso dall'Ente schedatore.
VDCN - Codice identificativo
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare il codice identificativo della documentazione allegata o esistente; ai singoli codici identificativi è da
premettere (senza spazi o segni d'interpunzione) la sigla delle Soprintendenze o Istituti competenti o il nome di
altri enti o privati. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Es.:
SBAS PR 32525
MART 25372
VDCT - Note
Dimensione 250 caratteri
Indicare eventuali specifiche sulla ripresa.
VDCU – Indirizzo di rete
Dimensione 255 caratteri
In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del
file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta.
Es.:
http://www.ieee.org/
http://mese.jhu.edu/journals/callaloo
VDCW - Etichetta del volume
Dimensione 32 caratteri
Inserire il nome (etichetta) del disco che contiene il file dell'allegato. L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
VDCY - Percorso relativo del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi:
1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive);
2) percorso parziale senza drive;
3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano
sempre gli stessi percorsi).
71
L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
VDCL - Nome del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il nome del file dell'allegato completo di estensione. L'utilizzo e la compilazione di questo campo sono
necessari per ottenere la visualizzazione degli allegati associati.
REG – DOCUMENTAZIONE AUDIO
Indicazione della documentazione audio, anche in formato digitale, del bene catalogato, allegata alla scheda di
catalogo o esistente e depositata presso l’Ente schedatore o in altre raccolte. Il campo è ripetitivo.
REGX - Genere
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare se si tratta di documentazione allegata alla scheda di catalogo o di altra documentazione nota relativa
al bene in esame. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Vocabolario chiuso
documentazione allegata
documentazione esistente
REGP - Tipo
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Indicare il tipo di documentazione originale. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Vocabolario aperto
cassetta audio
cassetta DAT
CD Rom
compact disc
disco 33 giri
disco 45 giri
disco 78 giri
disco LP
file digitale
mini compact disc
MiniDisc
nastro magnetico in bobina
etc.
REGA - Autore
Dimensione 50 caratteri
Indicare l'autore della documentazione nella forma cognome, nome.
REGD - Data
Dimensione 25 caratteri
Indicare la data della documentazione, espressa nella forma 'anno/mese/giorno'. Nel caso si conosca solo
l'anno, il giorno ed il mese saranno indicati da due zeri.
Es.:
2002/09/22
1971/00/00
REGE - Ente proprietario
Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare l'Ente proprietario della documentazione, se diverso dall'Ente schedatore.
REGZ - Titolo
Dimensione 250 caratteri
Indicare il titolo del documento audio.
REGC - Collocazione
Dimensione 50 caratteri
Indicare il luogo in cui è conservata la documentazione, se diverso dall'Ente schedatore.
REGN - Codice identificativo
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare il codice identificativo della documentazione allegata o esistente; ai singoli codici identificativi è da
premettere (senza spazi o segni d'interpunzione) la sigla delle Soprintendenze o Istituti competenti (sulla base
72
della 'Lista Enti' definita dall'ICCD) o il nome di altri enti o privati. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di
contesto.
Es.:
SBAS PR 32525
MART 25372
REGT - Note
Dimensione 250 caratteri
Indicare eventuali specifiche sulla registrazione audio.
REGU – Indirizzo di rete
Dimensione 255 caratteri
In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del
file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta.
Es.:
http://www.ieee.org/
http://mese.jhu.edu/journals/callaloo
REGW - Etichetta del volume
Dimensione 32 caratteri
Inserire il nome (etichetta) del disco che contiene il file dell'allegato. L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
REGY - Percorso relativo del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi:
1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive)
2) percorso parziale senza drive
3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano
sempre gli stessi percorsi)
L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
REGL - Nome del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il nome del file dell'allegato completo di estensione. L'utilizzo e la compilazione di questo campo sono
necessari per ottenere la visualizzazione degli allegati associati.
FNT – FONTI E DOCUMENTI
Informazioni, in ordine cronologico, su fonti e documenti in cui il bene è menzionato. Il campo va utilizzato
anche per registrare le eventuali schede storiche che riguardano il bene. Il campo è ripetitivo.
FNTX - Genere
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare se si tratta di documentazione allegata alla scheda di catalogo o di altra documentazione nota relativa
al bene in esame. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Vocabolario chiuso
documentazione allegata
documentazione esistente
FNTP - Tipo
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Indicare la categoria di appartenenza della fonte o del documento. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di
contesto.
Vocabolario ARTPAST
atto battesimale
atto notarile
carta sciolta
cronaca
deliberazione
documento contabile
fascicolo
filza
inventario
lettera
libro di memorie
libro mastro
73
pandetta
perizia
preventivo
registro
registro contabile
registro dei pagamenti
relazione
scheda
visita pastorale
volume dattiloscritto
volume manoscritto
FNTA - Autore
Dimensione 50 caratteri
Indicare l'autore della fonte o del documento nella forma cognome, nome.
FNTT - Denominazione
Dimensione 250 caratteri
Indicare il titolo della fonte o del documento.
Es.:
Diario ordinario
FNTD - Data
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare la data della fonte o del documento, ad annum o per più ampio periodo cronologico. Il sottocampo
presenta un'obbligatorietà di contesto.
Es.:
1588
sec. XVII
FNTF - Foglio Carta
Dimensione 25 caratteri
Indicare il numero di foglio o di carta del documento che interessa il bene.
Es.:
fol. 1251 v.
FNTN - Nome dell'archivio
Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare il nome dell'Archivio e/o dell'Istituzione, separato dal nome del fondo, quando presente, mediante
una barra seguita da uno spazio. La compilazione del sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Es.:
Biblioteca Apostolica Vaticana/ Vat.Lat.
ASC - ICCD
FNTS - Posizione
Dimensione 150 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare la posizione inventariale o l'identificativo numerico della fonte o del documento. La compilazione del
sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
FNTI - Codice identificativo
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare il codice identificativo della documentazione. Tale codice alfanumerico deve avere carattere di
univocità a livello locale e potrà essere determinato, ad esempio, dalla sigla dell'Archivio e/o dell'Istituzione di
cui al sottocampo FNTN più il valore numerico (senza spazi o segni d'interpunzione) indicato al sottocampo
FNTS. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Es.:
AGS25382
FNTL - Lingua
Dimensione 25 caratteri - Vocabolario chiuso
Indicare la lingua utilizzata nel documento. Fare riferimento alla ‘Lista Codici Lingua’ definita dall’ICCD.
FNTE - Note
Dimensione 250 caratteri
Indicare eventuali specifiche.
74
FNTU - Indirizzo di rete
Dimensione 255 caratteri
In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del
file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta.
Es.:
http://www.ieee.org/
http://mese.jhu.edu/journals/callaloo
FNTW - Etichetta del volume
Dimensione 32 caratteri
Inserire il nome (etichetta) del disco che contiene il file dell'allegato. L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
FNTY - Percorso relativo del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi:
1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive)
2) percorso parziale senza drive
3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano
sempre gli stessi percorsi)
L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
FNTK - Nome del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi:
1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive);
2) percorso parziale senza drive;
3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano
sempre gli stessi percorsi).
L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
ADM – ALTRA DOCUMENTAZIONE MULTIMEDIALE
Indicazioni sulla documentazione multimediale in formato digitale relativa al bene catalogato, realizzata in
formati non compresi dalle norme ICCD, allegata alla scheda di catalogo o esistente e depositata presso l’Ente
schedatore o in altre raccolte. Il campo è ripetitivo in quanto ogni documento va indicato singolarmente. La
trasmissione di allegati informatizzati di questa tipologia deve essere preventivamente concordata con l’ICCD.
ADMX - Genere
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario chiuso
Indicare se si tratta di documentazione allegata alla scheda di catalogo, o di altra documentazione nota relativa
al bene in esame. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Vocabolario chiuso
documentazione allegata
documentazione esistente
ADMP - Tipo
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Indicare il tipo di documentazione allegata e/o esistente ed il tipo di formato utilizzato per la sua produzione e
memorizzazione. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Vocabolario aperto
Realtà virtuale (VRLM)
File musicale (MID)
ADMA - Autore
Dimensione 50 caratteri
Indicare l'autore della documentazione nella forma cognome, nome o la denominazione dello studio
fotografico.
ADMD - Data
Dimensione 25 caratteri
Indicare la data in cui è stata effettuata la documentazione, espressa nella forma 'anno, mese, giorno'
(aaaa/mm/gg). Nel caso in cui si conosca solo l'anno, il giorno e il mese andranno indicati con due zeri.
ADME - Ente proprietario
Dimensione 250 caratteri - Vocabolario aperto
75
Indicare l'Ente proprietario della documentazione, se diverso dall'Ente schedatore.
ADMC - Collocazione
Dimensione 50 caratteri
Indicare il luogo in cui è conservata la documentazione, se diverso dall'Ente schedatore.
ADMN - Codice identificativo
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare il codice identificativo della documentazione allegata o esistente; ai singoli codici identificativi è da
premettere (senza spazi o segni d'interpunzione) la sigla delle Soprintendenze o Istituti competenti o il nome di
altri enti o privati. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
ADMT - Note
Dimensione 250 caratteri
Indicazioni specifiche sulla ripresa.
ADMU - Indirizzo di rete
Dimensione 255 caratteri
In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del
file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta.
Es.:
http://www.ieee.org/
http://mese.jhu.edu/journals/callaloo
ADMW - Etichetta del volume
Dimensione 32 caratteri
Inserire il nome (etichetta) del disco che contiene il file dell'allegato. L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
ADMY - Percorso relativo del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi:
1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive)
2) percorso parziale senza drive
3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano
sempre gli stessi percorsi)
L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
ADML - Nome del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il nome del file dell'allegato completo di estensione. L'utilizzo e la compilazione di questo campo sono
necessari per ottenere la visualizzazione degli allegati associati.
BIB – BIBLIOGRAFIA
Informazioni relative alla bibliografia riguardante specificatamente il bene catalogato, e/o alla bibliografia
essenziale di confronto, riportata in ordine cronologico ed in forma abbreviata. Le informazioni bibliografiche
fanno riferimento ad Authority Files, con l’eccezione di quanto contenuto nel campo Citazione completa-BIL da
utilizzarsi nel caso di pubblicazioni riguardanti esclusivamente il bene catalogato. Il campo è ripetitivo.
BIBX - Genere
Dimensione 25 caratteri - Vocabolario chiuso
Indicare se si tratta di bibliografia specifica sul bene catalogato oppure di bibliografia di confronto. Il
sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Vocabolario chiuso
bibliografia specifica
bibliografia di confronto
BIBA - Autore
Dimensione 250 caratteri
Indicare l'autore del testo nella forma cognome iniziale nome; nel caso di più autori, i nomi vanno separati da
una barra (/) seguita da uno spazio. In presenza di più di tre autori o in totale assenza, si riportano le prime due
parole del titolo (senza articoli e preposizioni). Nel caso di repertori comunemente noti con una sigla, indicare
questa in luogo del nome dell'autore. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Es.:
Giessen A.
Head B.V./ Le Rider G.
76
RIC
BIBG - Titolo libro o rivista
Dimensione 250 caratteri
Si indica il titolo dell'opera in esame.
BIBT - Titolo contributo
Dimensione 200 caratteri
Si riporta il titolo del contributo, trascritto senza segni d'interpunzione convenzionale (ISBD); le lettere di altri
alfabeti devono essere trascritte seguendo i parametri RICA.
BIBL - Luogo di edizione
Dimensione 100 caratteri
Luogo di edizione.
BIBD - Anno di edizione
Dimensione 10 caratteri
Indicare l'anno di edizione dell'opera o del contributo. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Es.:
1990
BIBJ – Codice scheda bibliografia
Dimensione 18 caratteri
Riferimento al codice SIRBeC della scheda bibliografica redatta per l'Archivio controllato della Bibliografia.
BIBH - Sigla per citazione
Dimensione 8 caratteri
Indicare il codice univoco che individua il testo nell'ambito di un repertorio locale.
Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo
Bibliografia-BIB SIRBeC normalizzato centralmente.
BIBN - V., pp., nn.
Dimensione 100 caratteri
Indicare l'eventuale volume in numeri romani, le pagine e/o i numeri di catalogo nei quali è stata fatta specifica
menzione del bene in esame o dei confronti citati, nella forma redazionale indicata dagli esempi.
Es.:
v. I pp. 35-36
v. II p. 41 n. 50
BIBI - V., tavv., figg.
Dimensione 100 caratteri
Indicare l'eventuale volume in numeri romani e il riferimento alle tavole o figure che riproducono il bene
catalogato o i confronti citati, nella forma redazionale indicata dagli esempi.
Es.:
v. I tav. V ff. 6-8
BIBU - Indirizzi bibliografici di rete
Dimensione 255 caratteri
In questo sottocampo si riportano gli eventuali indirizzi di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del
file, etc.) in cui si trovano riferimenti alla risorsa descritta.
Il sottocampo è ripetittivo.
Es.:
http://www.iccu.sbn.it/
http://www.iccd.beniculturali.it/
BIBW - Etichetta del volume
Dimensione 32 caratteri
Inserire il nome (etichetta) del disco che contiene il file dell'allegato. L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
BIBY - Percorso relativo del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi:
1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive)
2) percorso parziale senza drive
77
3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano
sempre gli stessi percorsi)
L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
BIBK - Nome del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il nome del file dell'allegato completo di estensione. L'utilizzo e la compilazione di questo
campo sono necessari per ottenere la visualizzazione degli allegati associati.
BIL – Citazione completa
Dimensione 500 caratteri
Indicare la citazione completa del testo. Questo campo va utilizzato solo nel caso in cui una specifica
pubblicazione tratti esclusivamente del bene catalogato e non menzioni o descriva altri beni culturali; non va
quindi utilizzato nel caso di bibliografia di confronto. Il campo è ripetitivo.
BSE – BIBLIOGRAFIA SU SUPPORTO ELETTRONICO
Dati relativi alla bibliografia (specifica o di confronto) su supporto elettronico, sia che si tratti di opere
pubblicate, sia che si tratti di informazioni in rete. Il campo è ripetitivo per poter riportare, in ordine
cronologico, tutti i diversi riferimenti bibliografici. A differenza del campo BIB, nel quale i testi sono citati in
forma abbreviata (in quanto si richiede di compilare, per ognuno di essi, la scheda BIB per l’Archivio controllato
“Bibliografia”) il campo BSE registrerà tutti i dati essenziali per l’individuazione del contributo bibliografico che
si vuole citare.
BSEX - Genere
Dimensione 25 caratteri - Vocabolario chiuso
Indicare se si tratta di bibliografia specifica sul bene catalogato oppure di bibliografia di confronto. Il
sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Vocabolario chiuso
bibliografia specifica
bibliografia di confronto
BSES - Tipo di supporto
Dimensione 50 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare il tipo di supporto/risorsa elettronica sul quale sono memorizzati i dati. Nel caso di risorsa elettronica
con accesso locale (supporto fisico inserito in una unità periferica collegata ad un computer), si riporta
l'indicazione del supporto; nel caso di indicazione di una risorsa elettronica con accesso remoto (una risorsa in
rete), se ne dà l'indicazione.
Vocabolario aperto
CD-ROM
DVD
Floppy disk
Photo-CD
Risorsa elettronica con accesso remoto
etc.
BSEA - Autore/curatore dell'opera
Dimensione 150 caratteri
Indicare l'autore (nella forma cognome iniziale nome) o l'ente responsabile dell'opera che si vuole citare o della
pubblicazione principale contenente il contributo che si vuole citare. In presenza di diversi autori responsabili
dell'opera, si riporteranno tutti (fino a tre autori), separati dal segno “/” seguito da uno spazio. In presenza di
più di tre autori o in totale assenza, si riporteranno le prime due parole del titolo dell'opera (senza articoli e
preposizioni).
BSET - Titolo dell'opera
Dimensione 250 caratteri
Indicare il titolo proprio della pubblicazione principale che si vuole citare o che comprende l'eventuale parte
componente (il contributo specifico) da citare (cfr. sottocampo BSEC). Il titolo sarà desunto dall'etichetta esterna
del supporto o dalla schermata interna (secondo il criterio di completezza delle informazioni), per le risorse
elettroniche con accesso locale; dalla schermata interna, per le risorse elettroniche con accesso remoto.
BSEL - Luogo di edizione
Dimensione 250 caratteri
Indicare il nome della città o altra località nella quale il documento elettronico è stato pubblicato. Si riporta così
come appare sul documento elettronico. Il nome dello Stato, Regione o simili sarà eventualmente aggiunto tra
78
parentesi in forma abbreviata, se possibile, quando sia necessario per evitare omonimie oppure per meglio
identificare un luogo poco conosciuto.
Es.:
Roma
Cambridge (Mass.)
Cassina de' Pecchi (Milano)
BSEE - Editore/Produttore/Distributore
Dimensione 150 caratteri
Indicare il nome della persona o ente responsabile della pubblicazione e diffusione del documento elettronico. Il
nome dell'editore può essere dato in forma abbreviata, purché non dia luogo ad ambiguità. Prenomi o iniziali
saranno dati solo se necessario. Frasi come 'and company', 'e figli', 'S.p.a.', etc., saranno omesse.
Es.:
SEI
Wiley [e non : John Wiley & Sons]
Microapplication
BSED - Data di edizione
Dimensione 25 caratteri
Indicare l'anno di pubblicazione, così come appare e trascritto in numeri arabi. Quando non vi è la data di
pubblicazione/produzione o distribuzione, si dà in suo luogo la data di copyright o di manifattura.
Es.:
1997
c1995
manifattura 1996
BSEN - Edizione
Dimensione 25 caratteri
Specificare l'edizione, nella forma con cui è indicata sul documento elettronico.
Es.:
12 ed.
Versione 1.5
Release 1.A
BSER - Autore del contributo
Dimensione 150 caratteri
Indicare l'autore (nella forma cognome iniziale nome) o l'ente responsabile del contributo specifico/parte
componente che si intende citare (contenuto all'interno dell'opera riportata al sottocampo BSET). In presenza di
diversi autori responsabili del contributo, si riporteranno tutti (fino a tre autori), separati dal segno “/” seguito
da uno spazio. In presenza di più di tre autori o in totale assenza, si riporteranno le prime due parole del titolo
del contributo/parte componente (senza articoli e preposizioni).
BSEC - Titolo del contributo/parte componente
Dimensione 250 caratteri
Indicare il titolo proprio del contributo/parte componente che si intende citare (es.: capitolo, articolo, rubrica,
etc.).
BSEK - Specifiche
Dimensione 50 caratteri
Dati relativi alle indicazioni numeriche e/o cronologiche del periodico (numero, mese, anno). Le cifre arabe
sostituiscono le altre cifre o la numerazione in lettere. Abbreviazioni normalizzate sono utilizzate al posto delle
parole.
Es.:
N.1 (mar. 1982)
1973/dic. 1997
BSEI - Indirizzo di rete
Dimensione 250 caratteri
Per le risorse elettroniche con accesso remoto, indicare l'indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso,
nome del file, etc.) che consente di localizzare una risorsa elettronica.
Es.:
http://www.iccd.beniculturali.it/standard/index.html
BSEJ – Codice scheda bibliografia
Dimensione 18 caratteri
79
Riferimento al codice SIRBeC della scheda bibliografica redatta per l'Archivio controllato della Bibliografia a cui
si fa riferimento.
Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo
Bibliografia su supporto elettronico-BSE SIRBeC normalizzato centralmente.
BSEH - Sigla per citazione
Dimensione 8 caratteri
Indicare il codice univoco che individua la scheda bibliografica redatta per l'Archivio controllato della
Bibliografia a cui si fa riferimento.
Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo
Bibliografia su supporto elettronico-BSE SIRBeC normalizzato centralmente.
BSEW - Etichetta del volume
Dimensione 32 caratteri
Riferimento al campo "NSK - numero scheda" della scheda bibliografica redatta per l'Archivio controllato della
Bibliografia a cui si fa riferimento.
BSEY - Percorso relativo del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il percorso del file dell'allegato in uno dei seguenti 3 modi:
1) percorso completo della cartella contenente il file dell'allegato (compreso il nome del drive)
2) percorso parziale senza drive
3) lasciare il campo vuoto e impostare il percorso in Opzioni/Allegati (condizione più semplice se si utilizzano
sempre gli stessi percorsi)
L'utilizzo di questo campo è facoltativo.
BSEZ - Nome del file
Dimensione 255 caratteri
Inserire il nome del file dell'allegato completo di estensione. L'utilizzo e la compilazione di questo campo sono
necessari per ottenere la visualizzazione degli allegati associati.
MST – MOSTRE
Elenco delle mostre in cui è stato esposto il bene catalogato, anche se già riportate in bibliografia. Il campo è
ripetitivo.
MSTT - Titolo
Dimensione 500 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare il titolo della mostra. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Es.:
Pedalando nel tempo
Cieli Medicei, XII Settimana della Cultura Scientifica in Toscana
MSTL - Luogo, sede espositiva, data
Dimensione 500 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare la città in cui la mostra è stata allestita, seguita dalla sede espositiva e dalla data, espressa o con una
cronologia specifica (aaaa; aaaa-aaaa; aaaa/mm/gg - aaaa/mm/gg; gg mese per esteso aaaa - gg mese per
esteso aaaa) oppure con una fascia cronologica generica di riferimento (sec. XX; seconda metà XIX secolo). Le
diverse informazioni vanno separate da virgole. Il sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto ed è
ripetitivo, nel caso in cui la mostra sia stata allestita in luoghi diversi, o nel caso in cui ad uno stesso luogo
corrispondano sedi espositive diverse, o ancora nel caso in cui vadano registrati più riferimenti cronologici in
relazione al luogo e alla sede.
Es.:
Firenze, Istituto e Museo di Storia della Scienza, 2004
Firenze, Istituto e Museo di Storia della Scienza, 8 Aprile - 31 Agosto 2002
MSTS - Specifiche
Dimensione 500 caratteri
Indicare eventuali specifiche relative alla mostra o al luogo/ai luoghi in cui essa è stata allestita.
MSTN – Numero opera nel catalogo
Dimensione 25 caratteri
Numero dell'opera nel catalogo dell'esposizione, preceduto da "n."; se senza numero, indicare la pagina,
preceduta da "pag." oppure "S.n." se priva di pagina; per esposizioni prive di catalogo inserire: "senza catalogo".
MSTU - Indirizzo di rete
80
Dimensione 255 caratteri
In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del
file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta.
Es.:
http://www.ieee.org/
http://mese.jhu.edu/journals/callaloo
MSTJ – Codice scheda mostra
Dimensione 18 caratteri
Riferimento al codice SIRBeC della scheda redatta per l'Authority File delle Mostre.
Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo
Mostre-MST SIRBeC normalizzato centralmente.
MSTH - Sigla per citazione
Dimensione 8 caratteri
Riferimento al campo "MSTH - sigla per citazione" della scheda redatta per l'Authority File delle Mostre.
Il sottocampo non andrà compilato e andrà lasciato in previsione della creazione di Archivio di controllo
Mostre-MST SIRBeC normalizzato centralmente.
PRM – PREMI
Descrivere gli eventuali premi conquistati dall'opera catalogata. Il campo è ripetitivo.
PRMT - Denominazione
Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare la denominazione del premio.
PRML - Luogo
Dimensione 50 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare il comune in cui si è svolta la manifestazione di consegna del premio.
PRMS - Sede
Dimensione 150 caratteri
Indicare la sede, intesa come edificio o struttura, in cui si è svolta la manifestazione di consegna del premio.
PRMD - Data
Dimensione 25 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare la data di consegna del premio nella forma aaaa/mm/gg.
PRME - Ente/Istituto promotore
Dimensione 150 caratteri
Indicare l'Ente promotore della manifestazione.
PRMR – Riconoscimento ottenuto
Dimensione 100 caratteri - Vocabolario aperto
Indicare il riconoscimento ottenuto
Vocabolario aperto
premio
segnalazione
partecipazione
PRMM - Motivazione
Dimensione 1000 caratteri
Indicare la motivazione per la quale il premio è stato assegnato.
PRMU – Indirizzo di rete
Dimensione 255 caratteri
In questo sottocampo si riporta l'eventuale indirizzo di rete (protocollo, nome del server, percorso, nome del
file, etc.) in cui si trova un riferimento alla risorsa descritta.
Es.:
http://www.ieee.org/
http://mese.jhu.edu/journals/callaloo
AD – ACCESSO AI DATI (da scheda PST 3.01)
In questo paragrafo vengono registrate le indicazioni relative all’accesso ai dati, secondo le indicazioni dell’Ente
fornitore, per l’utenza generica.
81
La compilazione del paragrafo è obbligatoria per l’acquisizione della scheda nel Sistema Informativo Generale
del Catalogo.
ADS – SPECIFICHE DI ACCESSO AI DATI
Indicazioni relative al profilo di accesso ai dati, alla motivazione che ha portato alla scelta di tale profilo, ad
eventuali date di scadenza previste per consentire la visibilità completa delle informazioni sul bene. La
compilazione del campo è obbligatoria.
ADSP - Profilo di accesso
Dimensione 1 carattere - Obbligatorio - Vocabolario chiuso
Indicare il profilo di accesso in cui ricade la scheda con il numero cui la definizione scelta si riferisce (le
indicazioni fra parentesi sono per memoria del catalogatore). La compilazione del sottocampo è obbligatoria.
Lista di valori
1 [intera scheda visibile]
2 [limitazione per privacy e tutela]
ADSM - Motivazione
Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio - Vocabolario aperto
Indicare la motivazione che ha determinato l'adozione del profilo di accesso specificato nel precedente
sottocampo ADSP. La compilazione del sottocampo è obbligatoria.
Vocabolario aperto
scheda contenenti dati personali
beni non adeguatamente sorvegliabili
dati pubblicabili
ADSD - Indicazioni sulla data di scadenza
Dimensione 25 caratteri
Indicare l'eventuale data di scadenza per il profilo di accesso specificato nel sottocampo ADSP, nella forma
'anno/mese/giorno' (aaaa/mm/gg). Nel caso in cui si voglia indicare solo l'anno, il giorno e il mese andranno
indicati con due zeri. Se questo sottocampo viene compilato, la modifica del profilo deve essere gestita
manualmente in seguito e la scheda dovrà essere aggiornata e validata.
CM - COMPILAZIONE (da normativa scheda PST 3.01)
In questo paragrafo vengono registrate le informazioni relative all’elaborazione e alla validazione scientifica
della scheda, ad eventuali successive operazioni di trascrizione, di aggiornamento, di revisione. Le informazioni
riguardano le date in cui tali operazioni sono state svolte e le persone intervenute e/o responsabili. La
compilazione del paragrafo è obbligatoria.
CMPD - Data
Dimensione 4 caratteri - Obbligatorio
Indicare l'anno di redazione della scheda, espresso in cifre. La compilazione del sottocampo è obbligatoria.
Es.:
1999
CMPN - Nome
Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio
Indicare il nome del/dei compilatore/i della scheda nella forma cognome, nome. Il sottocampo è ripetitivo nel
caso di più autori e la sua compilazione è obbligatoria.
Es.:
Bianchi, Giulio
CMPE – Specifiche ente compilatore
Dimensione 150 caratteri
Inserire la denominazione ufficiale dell’ente compilatore.
RSR – Referente scientifico
Dimensione 70 caratteri
Indicare il referente scientifico dell'attività di catalogazione che ha prodotto la scheda, quando questi non
coincide con il funzionario responsabile, nella forma cognome, nome. Il campo è ripetitivo.
FUR – Funzionario responsabile
Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio
Indicare il funzionario responsabile della campagna di catalogazione nella forma cognome, nome. Il campo è
ripetitivo nel caso di avvicendamenti di funzionari nelle varie fasi di lavoro di catalogazione e la sua
compilazione è obbligatoria.
82
RVM – TRASCRIZIONE PER INFORMATIZZAZIONE
Informazioni relative al trasferimento dei dati della scheda dal formato cartaceo tradizionale a quello strutturato
per l’informatizzazione.
RVMD - Data
Dimensione 4 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare l'anno della trascrizione della scheda, espresso in cifre. La compilazione del sottocampo presenta
un'obbligatorietà di contesto.
RVMN - Nome
Dimensione 70 caratteri
Indicare il nome di chi ha effettuato la trascrizione della scheda nella forma cognome, nome.
RVME - Ente
Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Indicare in codice l'Ente che ha curato la trascrizione per informatizzazione della scheda. Per Soprintendenze e
altri Istituti si utilizza il codice corrispondente, facendolo precedere dalla lettera S (fatta eccezione per ICCD e
ICR, per i quali si deve indicare la sola sigla). Per le Regioni si utilizza il codice rispettivo, facendolo precedere
dalla lettera R. Per le Province si utilizzano le sigle. Per le Diocesi si utilizza il codice rispettivo, facendolo
precedere dalla lettera D. Per i Comuni si utilizzano i codici ISTAT (aggiornamento 2000), facendoli precedere
dalla lettera C. Per soggetti diversi da quelli evidenziati, i codici e le relative definizioni andranno concordati
con l'ICCD. La compilazione del sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Vocabolario aperto
Codici Enti con prefisso S
Codici di Regione con prefisso R
Sigle delle Province
Codici delle Diocesi con prefisso D
Es.:
S08
R08
NA
D576
AGG – AGGIORNAMENTO – REVISIONE
Informazioni sulla revisione del contenuto della scheda a seguito di sopralluoghi, di studi storico-critici, di
ricerche bibliografiche, di eventi (es.: passaggi di proprietà) o altro, oppure per indicare il passaggio da una
scheda di precatalogazione. Il campo è ripetitivo per registrare i successivi aggiornamenti della scheda.
AGGD - Data
Dimensione 4 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare l'anno di aggiornamento - revisione della scheda, espresso in cifre. La compilazione del sottocampo
presenta un'obbligatorietà di contesto.
AGGN - Nome
Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare il nome di chi ha eseguito l'aggiornamento - revisione della scheda, nella forma cognome, nome. La
compilazione del sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
AGGE - Ente
Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto
Indicare in codice l'Ente che ha curato l'aggiornamento-revisone della scheda. Per Soprintendenze e altri Istituti
si utilizza il codice corrispondente, facendolo precedere dalla lettera S (fatta eccezione per ICCD e ICR, per i
quali si deve indicare la sola sigla). Per le Regioni si utilizza il codice risepttivo, facendolo precedere dalla
lettera R. Per le Province si utilizzano le sigle in elenco. Per le Diocesi si utilizza il codice rispettivo, facendolo
precedere dalla lettera D. Per i Comuni si utilizzano i codici ISTAT (aggiornamento 2000), facendoli precedere
dalla lettera C. Per soggetti diversi da quelli evidenziati, i codici e le relative definizioni andranno concordati
con l'ICCD. La compilazione del sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
Vocabolario aperto
Codici Enti con prefisso S
Codici di Regione con prefisso R
Sigle delle Province
Codici delle Diocesi con prefisso D
Es.:
S08
83
R08
NA
D576
AGGR - Referente scientifico
Dimensione 70 caratteri
Indicare l'eventuale referente scientifico che ha seguito e/o coordinato l'attività di aggiornamento relativamente
a settori specifici, nella forma cognome, nome. Il sottocampo è ripetitivo.
AGGF - Funzionario responsabile
Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare il funzionario responsabile dell'aggiornamento, nella forma cognome, nome. Il sottocampo è ripetitivo
e la sua compilazione presenta un'obbligatorietà di contesto.
ISP – ISPEZIONI
Ispezioni effettuate per constatare lo stato del bene catalogato. Il campo è ripetitivo.
ISPD - Data
Dimensione 4 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare l'anno dell'ispezione. La compilazione del sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
ISPN - Funzionario responsabile
Dimensione 70 caratteri - Obbligatorio di contesto
Indicare il funzionario responsabile dell'ispezione, nella forma cognome, nome. La compilazione del
sottocampo presenta un'obbligatorietà di contesto.
AN- ANNOTAZIONI
In questo paragrafo vengono registrate eventuali notizie supplementari sul bene catalogato.
OSS - Osservazioni
Dimensione 5000 caratteri
Informazioni sul bene catalogato per le quali non è stato possibile utilizzare altri campi della scheda.
84
Regole generali di sintassi e di compilazione all’interno dei campi
-
-
-
-
Si suggerisce di fare attenzione, nell’inserimento dei dati all’interno delle schede, a non digitare
spaziature non richieste (linee vuote, doppi spazi etc.).
Utilizzare i normali segni di interpunzione e il carattere alto-basso: all’interno dei campi a testo libero
compresa la prima lettera del campo. I caratteri di interpunzione vanno uniti alla parola precedente e
seguiti da spazio.
Utilizzare il carattere minuscolo: in tutti gli altri campi e sottocampi a partire dalla prima lettera del
campo, eccetto se relativi a nomi propri (geografici, enti, persone etc.).
Utilizzare il carattere maiuscolo quando presente nelle voci del vocabolario collegato al campo o al
sottocampo.
Nel caso in cui la identificazione di una città sia controversa perché la stessa denominazione è presente
in più Stati mettere tra parentesi tonde lo stato di appartenenza nella forma abbreviata internazionale
Es.: Cambridge (USA)
Qualsiasi informazione interpretata dal catalogatore andrà indicata tra parentesi [ ]
Es.: numeri di pagina nel campo BIBN
p. [20]
Per le informazioni dubbie usare (?)
Le abbreviazioni, a eccezione a.C. e d.C., vanno sciolte se non diversamente richiesto dalla norma di
compilazione del campo
Le sigle e gli acronimi si usano preferibilmente in maiuscolo e senza punti
Nei sottocampi relativi alle datazioni nel caso ci siano più occorrenze andranno registrate in ordine
cronologico crescente salvo se diversamente indicato (ARTPAST).
Da ARTPAST: di seguito si indicano i criteri da seguire per la compilazione dei campi Datazione ad
esclusione del campo DTS (Datazione specifica).
Un evento temporale può essere espresso con un unico estremo cronologico o con un arco temporale
rappresentato da un estremo cronologico di inizio e uno di fine.
Es.:
data evento
data nascita e data morte
data inizio e data fine di un determinato evento
Nel caso dei due estremi cronologici si usa / seguito da uno spazio per separare gli argomenti.
All'interno di un estremo cronologico la data può essere espressa o per anno o per secolo, nel caso in cui
l'estremo di riferimento è racchiuso tra due archi cronologici si usa il - per separarli, quest’ultimo caso è
valido solo in cui l’estremo cronologico sia espresso in anni.
Es.:
data inizio/ data fine in cui l'inizio è ipotizzato tra due anni e la fine certa 1823-1824/ 1830
(ciò vale per uno o tutti e due i termini)
Quando la datazione è espressa con secolo questo va scritto in lettere romane e
maiuscolo e preceduto da sec. Seguito da uno spazio.
Es.:
sec. XVI
Nel caso in cui l'estremo cronologico sia compreso tra due secoli si scriverà secc. seguito da uno spazio.
Es.:
secc. XVI/ XVII
Ad un estremo cronologico espresso per anno è possibile associare una delle seguenti specifiche: ante,
post, ca., (?)
Ad un estremo cronologico espresso per secolo è possibile associare una delle seguenti specifiche:
inizio, fine, metà, prima metà, seconda metà, primo quarto, secondo quarto, terzo quarto, ultimo quarto,
fine/inizio.
La specifica deve essere posta dopo il valore di anno o di secolo separata da uno spazio:
Es.:
1815 ca., 1815 (?), 1530 ca./ 1550 ca., 1820 ante/ 1822, 1820 ca./ 1822 post, sec. XV inizio, secc. XV prima
metà/ XVI inizio, secc. XIX fine/ XX inizio.
Per i campi in cui la datazione conosciuta comprende anche mese e giorno usare la seguente sintassi:
AAAA/MM/GG.
85
Note di accompagnamento al vocabolario di controllo del sottocampo Soggetto – SGT
(sottocampo SGTI – Identificazione)17
La ricerca è stata condotta per fornire agli Organi preposti alla catalogazione e agli Enti ed Istituti operanti nello
stesso settore, uno strumento univoco per la compilazione del sottocampo "SGTI Identificazione del soggetto"
della scheda OA strutturata secondo la normativa ICCD.
In tale sottocampo vengono specificati i "dati relativi al soggetto secondo le definizioni iconografiche
tradizionali" in modo che nella scheda informatizzata non si perdano né le definizioni dei soggetti affermate
dalla letteratura storico-artistica, né l'insieme unitario della rappresentazione in esame.
Il sottocampo "SGTI Identificazione", dunque, si affianca a quelli presenti nella sezione "Dati analiticiDescrizione" della scheda S-MI in particolare ai sottocampi "DESC Descrizione e Codifica" e "DESS indicazioni
sul soggetto".
In tali sottocampi le rappresentazioni iconografiche connesse all'oggetto in esame vengono ulteriormente
analizzate con l'inserimento nel primo (DESI) del codice alfanumerico del sistema di classificazione iconografica
ICONCLASS (H. van de Waal, An iconographic classification system, Amsterdam 1973-1983) e nel secondo (DESS)
della descrizione analitica letterale degli elementi che compongono l'immagine.
Nel presentare il soggettario iconografico si sono voluti indicare i criteri che hanno determinato la selezione di
particolari forme espressive di temi iconografici rispetto ad altre. Si sono, pertanto, volute esplicitare una serie
di norme scaturite dal lavoro di ordinamento e normalizzazione di materiale, per sua natura non facilmente
riconducibile a criteri di uniformità e di normalizzazione considerata la estrema varietà di rappresentazione e di
espressione dei temi iconografici.
Tale lavoro ha comportato la ricerca e la raccolta, più ampia possibile, di materiale iconografico selezionato da
cataloghi schede presenti nell'Archivio dell'Istituto, soggettari realizzati dai progetti di catalogazione
informatica nell'ambito L. n. 41, 1986 ex art. 15, per poi procedere all'analisi, al confronto e al necessario
approfondimento dei vari temi.
Nella redazione del soggettario ci si è costantemente riferiti al sistema di classificazione iconografica
ICONCLASS che ha rappresentato un utile strumento di controllo e verifica sia sul piano terminologico che
iconografico.
Il soggettario deve essere inteso come prima normalizzazione dei dati, ai fini del recupero informatico degli
stessi, eliminando i rischi di ambiguità terminologiche e della conseguente dispersione delle informazioni. Il
dizionario dei soggetti si pone come strumento di lavoro naturalmente aperto ad ulteriori acquisizioni e
contributi dai soggetti operanti nel territorio nazionale nell'ambito catalografico.
CRITERI
Obiettivo della ricerca realizzata è stato la scelta di terminologie idonee a definire i soggetti iconografici; alla
luce di tale fine si sono stabiliti alcuni principi preliminari scaturiti dall'esame di varianti legate al contesto
figurativo o situazionale a prescindere dai singoli contenuti propri di ciascun soggetto analizzato:
1 individuazione delle figure che compaiono nella rappresentazione (es.: Madonna o Madonna con Bambino)
2 Indicazione del particolare atteggiamento o situazione in cui queste figure vengono rappresentate (es.:
Madonna con Bambino in trono).
3 Indicazione di altre eventuali figure aggiuntive (es.: Madonna con Bambino in trono e angeli o santi).
Si è inoltre cercato di evitare, nella definizione dei temi iconografici, di indicare nel soggetto personaggi non
presenti nella rappresentazione anche se in qualche modo da essa richiamati, in modo da garantire un corretto
recupero dei dati informatizzati senza, peraltro compromettere la necessaria chiarezza espressiva.
Gli ulteriori criteri metodologici che hanno informato il lavoro possono essere così individuati:
1 Univocità delle voci selezionate.
2 Correttezza terminologica.
3 Conformità a tipologie iconografiche storicamente determinate.
4 Confronto con le fonti testuali.
5 Rispetto, quanto possibile, di forme consolidatesi nella tradizione devozionale.
Per quanto concerne i nomi propri dei personaggi rappresentati, si è utilizzato il Vocabolario di controllo
ricavato dalle parole chiave del sistema di classificazione iconografica ICONCLASS. Nomi propri storici, letterari,
geografici. Locuzioni iconografiche, a cura di M. Lattanzi e F. Colalucci, Roma, ICCD, 1992.
NORME
Nell'intento di fissare normative che forniscano un orientamento e un utile riferimento per la compilazione di
schede catalografiche, si sono delineate e di seguito si presentano alcune indicazioni generali sottolineando che
esse forniscono solo una traccia e sono più esplicative delle situazioni problematiche rilevate nel corso della
redazione del soggettario, che non una sistematica elencazione di norme di compilazione.
17
Dimensione 250 caratteri - Obbligatorio di contesto - Vocabolario aperto Da Strutturazione dei dati delle schede di
catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D-N, ICCD 1992, pagg. 87- 90.
86
1 L'articolo viene omesso nella quasi totalità dei casi, si mantiene solo quando assume una funzione
significativa, cioè concorre ad individuare e precisare soggetti altrimenti non del tutto determinati (es.: Agnello
apocalittico).
2 La quantità viene indicata solo quando significativa ai fini della individuazione del soggetto (es.:
Quattro stagioni, Quattro dottori della Chiesa).
3 Il termine "allegoria" si è omesso in quei soggetti che, pur possedendo un carattere allegorico, fossero
comunque identificabili chiaramente per i loro specifici attribuiti connotanti un preciso tipo iconograficio (es.:
Fede, Speranza, Fortuna ecc.).
Si sono così voluti distinguere i "tipi iconografici" rappresentanti figure allegoriche identificate dai loro attributi
e le "Scene allegoriche" con identico carattere ma diverso contesto figurativo.
Nel caso in cui la figura rappresentata sia priva degli specifici attributi si è usata la forma "figura
allegorica".
4 Nel caso di sinonimi si è selezionato il termine più comunemente usato nella tradizione iconografica facendo
opportuno rinvio per le forme escluse.
5 Si è cercato, nei limiti del possibile, di ridurre l'uso di termini con ambivalenza di significato,
utilizzando, per ciascun tema, forme diverse. Si è così preferito usare esclusivamente la forma nominale Cupido
per denominare l dio dell'amore per evitare un' eventuale fonte di equivoco.
6 Il termine "ritratto" si è posto in rilievo nel caso in cui esso caratterizi la forma del soggetto come
rappresentazione di una persona (cfr. Enciclopedia Universale dell'arte, alla voce "Ritratto", v. XI, pp. 565 ss.).
7 Si è parlato di "figura" quando la rappresentazione risulta priva di particolari connotazioni
fisionomiche, psicologiche o di ambiente (Figura di donna seduta).
8 Quando la figura risultava connotata da particolari attributi che la rendono tipica o che la relazionano in
maniera peculiare a contesti ben definiti si è usato il termine "personaggio" (es.: Personaggio biblico).
9 Alcuni soggetti sono stati espressi nella lingua in cui generalmente vengono indicati dalla tradizione
iconografica intendendo con questa scelta sottolineare tra l'altro, l'area di maggior diffusione del tema (es.:
Etimasia).
10 L'uso della forma "Apoteosi" si è esclusivamente legato a soggetti profani, mentre per i soggetti religiosi si è
preferito adottare la forma "gloria" (es.: Gloria dell'ordine francescano e non Apoteosi dell'Ordine Francescano).
11 Tenendo presente la tradizione iconografica relativa agli eventi della vita di Cristo si è preferito
mantenere sia la forma nominale Gesù che Cristo, legando quest'ultima ai temi relativi alla vita pubblica e l'altra
ai temi relativi ai primi anni della vita di Cristo.
Per il soggetto devozionale "Sacro Cuore di Gesù" per il soggetto "Adorazione del nome di Gesù" e per quelli
relativi alle singole Stazioni della Via Crucis si è mantenuta la forma affermatasi nella tradizione devozionale.
12 Il soggetto "Natività di Gesù" è stato adottato quando il tema manifestava un chiaro carattere
devozionale con riferimento alla rappresentazione del Presepe come genere artistico.
I soggetti "Adorazione dei pastori" e "Adorazione dei Magi" sono stati indicati per rappresentare gli aspetti di
carattere storico e narrativo del tema.
13 Il soggetto "Adorazione del Bambino", si è affiancato agli altri come tema di chiara impronta
devozionale con evidenti riferimenti alla visione di Santa Brigida di Svezia descritta nelle Rivelazioni
(cfr. G. Schiller, Iconography of Christian Art v. I, p. 76 ss.).
Il soggetto "Presepe" si è mantenuto esclusivamente per indicare la riproduzione devozionale del tema della
Natività di tradizione francescana.
14 Il soggetto "Cristo crocifisso" è stato scelto per individuare la rappresentazione del solo Cristo sulla croce;
"Crocefissione di Cristo" si è proposto per definire il tema in chiave storico narrativo, secondo la tradizione delle
fonti neotestamentarie.
15 Il soggetto "Pietà" identifica il gruppo della Madonna con il Cristo morto in grembo. Il soggetto "Compianto
sul Cristo morto" definisce il medesimo tema espresso però con un ampio contesto figurativo e un dichiarato
carattere narrativo.
16 La forma "Simboli della Passione" deve essere utilizzata quando gli oggetti del martirio hanno una chiara
connotazione simbolica, estranea ad un contesto narrativo, o prefigurano il destino del Cristo (es.: Gesù
Bambino con simboli della passione); nelle altre occorrenze deve essere usata la forma "Strumenti della
Passione".
17 La forma "Cristo Redentore" deve essere adottata quando la figurazione sottolinea il valore salvifico della
Passione (es.: Cristo Redentore intercede presso Dio Padre mostrando le piaghe"). La forma "Cristo Risorto" si
mantiene quando viene individuato un episodio successivo alla Redenzione (Apparizione di Cristo Risorto alle
Pie Donne).
18 Per quanto riguarda l'iconografia mariana si è utilizzato lo stesso criterio cronologico adottato per il Cristo. Si
è quindi utilizzata la forma "Maria Vergine" nei soggetti relativi agli anni precedenti la nascita di Cristo e
"Madonna"per i successivi. Unica eccezione è l'episodio dell'incoronazione che deve essere individuato con
"Incoronazione di Maria Vergine".
19 Il soggetto "Madonna Immacolata" si è scelto per definire una tipologia che si consolida a seguito della
Controriforma e riprende l'Immagine della Donna dell'Apocalisse incoronata da dodici stelle sopra la luna
crescente (es.: Murillo, Madonna Immacolata; G. Reni, Madonna Immacolata); mentre si è preferito il soggetto
87
"Immacolata Concezione" per le rappresentazioni in cui il carattere dogmatico concettuale del tema è posto in
maggior rilievo.
20 La definizione del tema della morte della Madonna ha presentato problemi di non facile soluzione in
considerazione delle numerose varianti iconografiche sviluppatesi nei secoli legate alle diverse fonti e tradizioni
religiose.
Nel tentativo di raccoglierle tutte in un unico soggetto, si è selezionata la forma "Transito della Madonna"che si
è pensato potesse opportunamente definire sia le rappresentazioni più realistiche e drammatiche del tema sia
quelle più idealizzate e ieratiche. Si sono comunque inseriti opportuni rinvii per le forme escluse.
21 Tenendo conto delle distinzioni fatte all'interno di ICONCLASS si sono proposte tre forme nominali per la
definizione di soggetti relativi a Dio; si è proposta la forma nominale "Dio" i temi riguardanti il vecchio
Testamento, "Dio Creatore" in un contesto pertinente al tema della Creazione, "Dio Padre" in contesto trinitario
e neotestamentario.
22 La forma "Satana" si usa quando il personaggio e connotato iconograficamente o si riconosce l'identità dal
contesto della scena, soprattutto quando si identifica con il concetto di Male in opposizione al Bene. Nelle
raffigurazioni non connotate iconograficamente usare la forma "Demonio/Demoni"; con la sola eccezione del
soggetto "Patto col Diavolo".
23 I Santi sono stati indicati specificando gli eventuali ulteriori elementi distintivi
(es.: Santa Caterina d'Alessandria; San Giovanni Battista).
24 Si è scelta la forma "storie della vita di........." nel caso di cicli pittorici che trattino in immagini
dell'intera biografia del personaggio; "Episodi" per sottolineare momenti peculiari della vita di un personaggio
o della storia di un popolo estrapolati da una trattazione organica; "Scene" per le rappresentazioni fortemente
caratterizzate da divenire generi pittorici (es.: Scene campestri).
25 Per i nomi propri relativi a soggetti profani essi sono stati indicati nella forma italianizzata da quella latina
(es.: Ercole e non Eracle).
88
Indicazioni per la normalizzazione ortografica del sottocampo per l’identificazione del soggetto
SGTI
L’iniziale del sottocampo è sempre maiuscola (usare caratteri alto basso)
Con iniziale minuscola:
1. i termini santo/santa/san/santi etc. (quando non facciano parte della denominazione di una
chiesa o di toponimi),
Es.
Madonna con Bambino e san Giovanni
Episodio della vita di san Bernardo
Madonna con Bambino e santi
Miracolo di santo monaco
Chiesa di S. Lorenzo a Milano
2.
le cariche ecclesiastiche,
Es.
Ritratto di papa Alessandro V
3.
i titoli civili, onorifici, nobiliari e accademici,
Es.
Carlo V imperatore
Ritratto del barone Blixen
Ritratto del cavaliere Cesare Azzini
4.
i titoli professionali e militari,
Ritratto del generale Giuseppe Pianelli
5.
gli attributi in generale,
Es.
Sant’Alessandro martire
Maddalena penitente
Madonna con Bambino e santo domenicano
San Pietro apostolo
Cristo redentore
Sant’Agostino dottore della Chiesa
6.
gli ordini religiosi e gli ordini militari storici,
Es.
Ordine dei gesuiti
Simboli dei templari
Croce dei cavalieri teutonici
7.
i personaggi in forma sostantivata e i nomi di gruppi
Es.
Dodici apostoli in forma di agnelli
Simboli dei quattro evangelisti
Strage degli innocenti
8.
i nomi di popolazioni
Es.
I troiani oltrepassano Cariddi
9.
i nomi dei mesi e dei giorni della settimana anche compresi nelle date
Es.
Processione del venerdì santo
Battaglia del Montello del 18 giugno 1918
Con iniziale maiuscola
1. I nomi propri di persona,
Es.
Ritratto del conte Bertolomeo Arese
89
2.
gli appellativi e i soprannomi di personaggi storici
Es.
Ritratto di Carlo il Calvo
Filippo il Bello
Tarquinio il Superbo
3.
le denominazioni geografiche e i termini mare/lago/ monte solo quando fanno parte della
denominazione stessa,
Veduta di fiume Po
Veduta del Lago di Como
Veduta del Mar Nero
Veduta del Canal Grande
4.
le denominazioni proprie di uno Stato e dei suoi enti
5.
le denominazioni ufficiali di organi governativi, giuridici e amministrativi
Es.
Veduta della Camera dei Lord
6.
le denominazioni di istituzioni, delle armi e dei corpi militari e civili e delle loro divisioni
Es.
Stemma del Comune di Firenze
7.
le denominazioni delle chiese, degli edifici rappresentati, degli indirizzi viabilistici
Es.
Veduta della Chiesa di S. Francesco di Assisi
Mosaici della Chiesa di S. Apollinare in Classe
Palazzo Via Brera 22
Casa Piazza Diaz
Veduta del Palazzo Borromeo
Parco della Villa Reale di Monza
Veduta di Via Ripa dell’Olmo a Orvieto
8.
le rappresentazioni simboliche, allegoriche, le personificazioni
Es.
Allegoria della Castità
Allegoria del Silenzio
Simboli della Fortuna
9.
il termine chiesa inteso come istituzione
Es.
Croce della Chiesa russa ortodossa
10.
le festività
Es.
Celebrazione della domenica di Pentecoste
Calendario dell’Avvento
11.
le denominazioni di periodi o fatti storici
Es.
Battaglia delle Cinque Giornate
Episodi della Guerra dei Trent’Anni
12.
i secoli, i decenni, gli anni
Es.
Veduta di Milano negli anni Trenta
Bottega di speziale del Seicento
13.
i punti cardinali e i sostantivi ad essi correlati quando indicano una specifica regione geografica
Es.
Vie della seta in Oriente
Paesaggio del Nord Europa
90
14.
nelle denominazioni scientifiche delle scienze naturali si scrive con l’iniziale maiuscola il genere
e con la minuscola la specie.
Es.
Larix decidua
15.
Madame, Mademoiselle, Monsieur, Lord
Es.
Ritratto di Lord Byron
16.
i modelli e i marchi di automobili
Numeri
Trascrizione in lettere
1. i secoli, i decenni e i periodi storici con iniziale maiuscola
2. i mesi nelle date con iniziale minuscola
Es.
Ritratti di poeti del Cinquecento
Battaglia del Montello del 15-18 giugno 1918
Trascrizione in numeri arabi
1. i giorni e gli anni delle date
2. le date che indicano anni storici particolari per i quali non si ammette comunque la
forma abbreviata con l’apostrofo (il ’48, il ’68)
3. i numeri civici (senza farli precedere dalla dizione “numero” “n.” etc.)
4. gli orari
Es.
Battaglia del Montello del 15-18 giugno 1918
Carri armati del 1935 (e non ’35)
Casa Via Massari 3
Trascrizione in numeri romani e in maiuscolo
1. i secoli e i numeri che seguono nomi di re, imperatori, papi etc.
2. i numeri delle stazioni della via crucis
3. i numeri delle armi e dei corpi militari con le loro divisioni
Es.
Ritratto di Luigi XII di Francia
Ritratto di gruppo della VII Fanteria Brigata Cuneo
91
Note di accompagnamento al vocabolario di controllo delle Categorie Iconografiche normalizzate del
sottocampo Indicazioni sul soggetto – DESS18
Il sottocampo DESS Descrizione del soggetto deve essere compilato con categorie normalizzate letterali e
relative voci specifiche che definiscono l'immagine nelle sue componenti particolari secondo il prototipo
adottato in Modello di banca-dati per un museo. I dipinti della Galleria Spada in Roma, Roma Multigraphica Editrice,
1987.
Queste categorie e voci iconografiche s'integrano con la notazione alfanumerica del sottocampo DESI nel quale
figura ICONCLASS descrivendo in modo analitico letteralmente ciò che in ICONCLASS figura codificato
sinteticamente.
Il presente vocabolario è stato realizzato nel corso del Progetto ex art. 15 L. 41/86 "Automazione della Fototeca
Nazionale" con la collaborazione delle dr.sse Brigida di Leo, per il settore archeologico, e Maria Grazia Massafra
per quello storico-artistico.
Ogni categoria può essere usata da sola o con le specifiche delle voci relative.
La categoria "Architetture" deve essere compilata, se l'edificio è identificabile, con la sua denominazione
preceduta dal nome della città dove è edificato.
Es.:
Architetture (religiosa rituale): Roma: Pantheon
Architetture (religiosa rituale): Firenze: S. Maria Novella
La categoria "Attributi" deve essere compilata premettendo allo specifico attributo il nome del personaggio al
quale è riferito fra parentesi.
Es.:
Attributi: (San Giovanni Battista) croce.
Attributi: (San Girolamo) cappello cardinalizio; cranio; crocifisso; leone.
Nella categoria "Divinità minori" andranno inserite le voci "Satiri", "Ninfe", "Sileni", ecc.
La categoria "Fenomeni naturali" comprende le voci "luce", "oscurità", "temperatura" ecc.
La categoria "Figure" comprende anche la voce "Angeli", "Cherubini", ecc.
Gli arcangeli dovranno essere collegati nella categoria "Personaggi" con la specifica di "San".
La categoria "Metamorfosi" dovrà contenere la metamorfosi analizzata con i nomi relativi divisi da segno “/”
seguito da uno spazio.
Es.:
Metamorfosi: Io/ Giovenca
La categoria "Personaggi" comprende le specifiche dei nomi per i quali si veda Vocabolario di controllo ricavato
dalle parole chiave del Sistema di classificazione iconografica ICONCLASS. Nomi propri storici, letterari e
geografici. Locuzioni iconografiche, a cura di M. Lattanzi - F. Colalucci, Roma, ICCD, 1992.
Nel caso della SS. Vergine Maria si userà per convenzione la forma "Maria vergine" per gli episodi fino alla
nascita di Cristo; "Madonna" per gli episodi successivi.
La categoria "Strumenti del martirio" deve essere utilizzata quando gli oggetti raffigurati nella scena non hanno
alcuna valenza simbolica, ma solo di narrazione realistica. Altrimenti va usato "Simboli del martirio".
La categoria "Temperamenti" va compilata con le voci "Collerico" "Sanguigno", Flemmatico" e "Melanconico".
La categoria "Veduta" va compilata con la specifica del luogo rappresentato se questo è identificabile.
Es.:
Veduta: Roma: Colle Esquilino
La categoria "Personificazioni" deve essere adottata nel caso di figure simboliche ritratte singolarmente e non
inserite in un contesto allegorico più vasto. (es.: Carità, Prudenza, ecc.). Si segnalerà dunque la
"Personificazione" nella voce predisposta specificando gli attributi nell'apposita categoria.
18
Da Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D-N, ICCD 1992,
pagg. 90-91.
92
Gestione delle immagini
I dati testuali delle schede sono memorizzati nei database; le immagini digitali eventualmente associate alle
schede sono invece contenute in file di formato standard memorizzati in cartelle e supporti di memorizzazione
indipendenti dal database. La corrispondenza tra schede e immagini è stabilita attraverso la combinazione di
informazioni e regole definite a livello di configurazione del sistema e di dati, tipicamente il nome
dell'immagine o una sua codifica, derivati dalle singole schede.
Le due informazioni fondamentali che devono essere fornite al sistema perché possa collegare le immagini alle
schede sono:
1. La cartella (o le cartelle) in cui si trovano le immagini. Questa informazione viene inserita nel
pannello “Opzioni” ed è associata all’intero database di schede.
2. I nomi dei file delle immagini associate alle singole schede. Questa informazione viene inserita
all’interno delle schede e precisamente nel campo strutturato FTA, con i criteri descritti nel seguito.
Il campo strutturato FTA gestisce sia la descrizione delle fotografie del bene che il collegamento delle relative
immagini. Per questo motivo il campo strutturato FTA prevede alcuni sottocampi aggiuntivi che non fanno
parte del tracciato vero e proprio della scheda, ma hanno la funzione di mantenere il collegamento con il file
immagine.
La logica da seguire per stabilire il collegamento tra scheda e immagini è la seguente: ogni istanza del campo
FTA descrive una fotografia (che può essere un supporto fisico o anche uno scatto di una macchina digitale).
Nel campo aggiuntivo FTAI si inserisce il nome del file immagine che la rappresenta: nel caso di fotografia
classica è quindi il risultato della scannerizzazione; nel caso di fotografia digitale è il file prodotto dalla
macchina fotografica.
Convenzioni per la corretta denominazione dei file
Per agevolare la gestione delle immagini quando queste convergono in una banca dati centrale è importante che
queste vengano memorizzate utilizzando nomi univoci rispetto all’intera banca dati.
Il modo più semplice per assegnare nomi univoci alle immagini è quello di utilizzare nella denominazione del
file il numero di catalogo NCTN della scheda a cui l’immagine si riferisce; il numero di catalogo costituisce
infatti la chiave univoca di identificazione di ogni bene catalogato. Poiché ad ogni scheda possono essere
associate più immagini si può utilizzare il numero di catalogo come prefisso e un numero progressivo (o
eventualmente una lettera) come suffisso per il nome del file.
Es. Per una scheda con il numero di catalogo NCTN è 00001234 e 3 fotografie collegate i file si potranno
chiamare:
00001234_01.jpg, 00001234_02.jpg, 00001234_03.jpg
N.B. Si richiede di utilizzare sempre il codice per i nomi dei file e di evitare assolutamente l’utilizzo di nomi
descrittivi ma generici (es. “catastale.jpg”, “facciata.jpg”). Nel caso si voglia mantenere il contenuto descrittivo
del nome lo si utilizzi come ulteriore suffisso da far seguire alla parte di codice (es. 00001234_01_catastale.jpg”).
Per la denominazione delle fotografie relative al bene catalogato, in caso eccezionale di mancata assegnazione
dei numeri di catalogo alle schede, si potrà utilizzare al posto dell’NCTN, il codice identificativo presente nel
campo IDK della scheda SIRBeC.
Guida pratica
- Campi che gestiscono le informazioni sul file collegato:
FTAX (Genere): può assumere 2 valori, “documentazione allegata” e “documentazione esistente”. Secondo la
convenzione adottata si dovrà utilizzare “documentazione allegata” quando si collega il file relativo alla
fotografia, mentre si utilizzerà “documentazione esistente” quando si vuole comunque descrivere una
fotografia senza collegare alla scheda il corrispondente file digitale.
FTAW (Visibilità immagine): questo campo permette di assegnare un attributo di visibilità/pubblicazione ad
ogni singola immagine associata ad una scheda, in base a criteri sia di riservatezza che di qualità dell'immagine.
Per il suo specifico significato, questo campo deve essere compilato solo nel caso in cui si collega il file digitale,
cioè quando FTAX contiene “documentazione allegata”.
I suoi possibili valori sono:
0 immagine pubblicabile come principale
1 immagine pubblicabile
2 immagine non pubblicabile
3 immagine presso l'archivio dell'ente
Il valore 0 si assegna all’immagine ritenuta più rappresentativa della scheda (o all’unica se è una sola)
Il valore 1 si assegna alle altre immagini
Il valore 2 si utilizza per le immagini che si consegnano alla Regione Lombardia, ma non si vuole che siano
pubblicate (ad esempio foto di interni di abitazioni private la cui diffusione può essere potenzialmente
pericolosa)
93
Il valore 3 si utilizza nel caso particolare di immagini che sono state collegate alle schede ma che non si intende
inviare alla Regione Lombardia nell’ambito della fornitura relativa al progetto di catalogazione che si sta
effettuando (ad esempio può essere utilizzato per collegare immagini ad alta risoluzione che non sono richieste)
- Campi che gestiscono il collegamento al file:
Il sistema mette a disposizione 3 sottocampi appartenenti al campo strutturato FTA-Fotografie:
FTAV (Identificatore del volume): in questo sottocampo si inserisce il nome (etichetta) del disco o il numero di
serie del PhotoCD se le immagini sono in formato PhotoCD.
Questo campo è mantenuto per compatibilità con campagne di catalogazione passate; l’aumentare della
capacità dei supporti ed il progressivo abbandono del formato PhotoCD lo rende attualmente inutile, per cui si
consiglia di lasciarlo vuoto.
FTAR (Percorso relativo del file): in questo sottocampo si inserisce generalmente la parte finale del percorso
delle immagini quando queste sono strutturate in sottocartelle, secondo criteri che dipendono dalle singole
schede. Se non vi sono motivi particolari per creare raggruppamenti di immagini si consiglia di non usarlo.
FTAI (Nome del file): in questo sottocampo si inserisce il nome del file dell'immagine.
Il caso più semplice è il seguente:
Si decide una cartella (es. “C:\Documents and Settings\NomeUtente\Documenti\Immagini\Catalogazione”)
in cui si tengono i file delle immagini e la si imposta in “Opzioni/Immagini”; si depositano tutti i file nella
cartella prescelta; in ogni scheda si inseriscono i nomi dei file collegati nel campo FTAI.
Note
1. Secondo le norme ICCD il campo FTAN è obbligatorio e dovrebbe contenere il codice univoco della
fotografia; queste norme sono pensate tenendo come riferimento il caso delle Soprintendenze, in cui si trova
un archivio fotografico che assegna un codice ad ogni fotografia. Nel caso in cui non si disponga di un codice
assegnato, si richiede di compilare il campo FTAN ripetendo il nome del file inserito in FTAI avendo
l’avvertenza di togliere l’estensione che ne identifica il formato (es. “.jpg”).
2. Con riferimento a quanto detto precedentemente rispetto alla denominazione univoca dei file utilizzando
il numero di catalogo, si noti che il codice univoco di un bene è rappresentato formalmente alla
concatenazione di 4 campi della scheda che sono:
NCTR – codice regione (obbligatorio)
NCTN – numero di catalogo (obbligatorio)
NCTS – suffisso del numero di catalogo (opzionale)
RVEL – livello della gerarchia per i complessi/componenti (opzionale)
Per la costruzione dei nomi dei file
il campo NCTR non si usa perché è sempre uguale
il campo NCTN è il codice vero e proprio e quindi si usa sempre
il campo NCTS si dovrebbe usare ma si utilizza solo per il recupero di schede cartacee, quindi sarà sempre
vuoto
il campo RVEL sarà valorizzato nel caso di beni complessi, le cui schede avranno lo stesso valore di NCTN; si
deve quindi utilizzare anche per la generazione dei nomi dei file
Esempi di compilazione
Scheda 1 (bene individuo con 2 foto)
CD:
TSK:
NCTR:
NCTN:
DO:
FTA:
FTAX:
FTAN:
FTAW:
FTAI:
FTA:
FTAX:
FTAN:
FTAW:
FTAI:
OA
03
0012345678
documentazione allegata
0012345678_01
0
0012345678_01.jpg
documentazione allegata
0012345678_02
1
0012345678_02.jpg
Scheda 2 (bene complesso con 1 foto)
CD:
TSK: OA
NCTR: 03
NCTN: 0012345679
94
RV:
RVEL:
DO:
FTA:
FTAX:
FTAN:
FTAW:
FTAI:
0
documentazione allegata
0012345679-0_01
0
0012345679-0_01.jpg
Scheda 3 (primo bene componente con 3 foto)
CD:
TSK:
NCTR:
NCTN:
RV:
RVEL:
DO:
FTA:
FTAX:
FTAN:
FTAW:
FTAI:
FTA:
FTAX:
FTAN:
FTAW:
FTAI:
FTA:
FTAX:
FTAN:
FTAW:
FTAI:
OA
03
0012345679
1
documentazione allegata
0012345679-1_01
0
0012345679-1_01.jpg
documentazione allegata
0012345679-1_02
1
0012345679-1_02.jpg
documentazione allegata
0012345679-1_03
1
0012345679-1_03.jpg
Scheda 4 (secondo bene componente con 1 foto)
CD:
TSK:
NCTR:
NCTN:
RV:
RVEL:
DO:
FTA:
FTAX:
FTAN:
FTAW:
FTAI:
OA
03
0012345679
2
documentazione allegata
0012345679-2_01
0
0012345679-2_01.jpg
Scheda 5 (bene individuo con 2 foto di cui solo una con il file collegato)
CD:
TSK:
NCTR:
NCTN:
DO:
FTA:
FTAX:
FTAN:
FTAW:
FTAI:
FTA:
FTAX:
FTAN:
OA
03
0012345680
documentazione allegata
0012345680_01
0
0012345680_01.jpg
documentazione esistente
0012345680_02
95
Documentazione fotografica
La qualità delle immagini collegate alle schede, in quanto strumento di approfondimento e di integrazione delle
informazioni contenute nelle schede in ordine ad aspetti morfologici, conservativi e di relazione contestuale,
deve rispondere ai seguenti requisiti:
§
standard di ripresa che garantiscano illuminazione uniforme, utilizzo della scala colore,
essenzialità ed oggettività per una corretta leggibilità dell’oggetto, delle sue componenti
più significative e peculiari (andamento delle superfici e dei volumi, ornamentazione,
tecnica esecutiva, stato di conservazione) secondo le indicazioni contenute in La
documentazione fotografica delle schede di catalogo. Metodologie e tecniche di ripresa, ICCD, 1998;
§
standard di digitalizzazione che deve essere almeno di livello B, se non diversamente
specificato in convenzione o nell’atto d’impegno;
Si precisa che per i beni mobili il corredo fotografico deve seguire le seguenti indicazioni:
§
per gli oggetti semplici, per gli oggetti in serie, per gli oggetti aggregati almeno una
immagine per scheda;
§
per gli oggetti complessi o insiemi in riferimento verticale una immagine dell’oggetto
complesso o dell’insieme per la scheda madre, una immagine dell’oggetto componente per
la scheda figlia.
Nel caso del recupero di schede pregresse quando di un oggetto complesso siano state realizzate solo le schede
delle parti componenti ed occorra creare la scheda madre ex novo si deve allegare a quest’ultima soltanto
l’immagine dell’oggetto nel suo insieme. Qualora non sia stata realizzata l’immagine dell’insieme dell’oggetto
complesso la scheda madre sarà priva di immagini e non riporterà le informazioni delle immagini allegate e/o
esistenti, delle parti componenti, che verranno registrate solo nelle rispettive figlie.
Standard di digitalizzazione per le immagini fotografiche
Le procedure di digitalizzazione dei materiali fotografici qui proposte tengono conto delle condizioni
dell’originale da digitalizzare, del suo pregio, della sua stabilità, dell’esposizione a fattori di deterioramento e
dell’uso che si intende fare dell’immagine digitalizzata. Gli standard tengono conto, inoltre, della risoluzione
dei monitor normalmente utilizzati (fino a 1600x1200 punti) e della qualità di stampa ottenibile ai diversi livelli
di digitalizzazione proposti.
Sono previsti quattro livelli qualitativi: A, B, e A1.
q Per i livelli A, B viene sostanzialmente adottata la “Normativa per l’acquisizione digitale delle immagini
fotografiche” pubblicata nel 1998 dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.
q Il livello A1, attualmente adottato dall’Archivio dell’Immagine della Regione Lombardia, è previsto per la
digitalizzazione di originali di particolare pregio o particolarmente a rischio ed è finalizzata ad ottenere
immagini di altissima qualità e risoluzione rivolta alla stampa di grandi dimensioni.
Ai formati per la memorizzazione delle immagini originariamente previsti dalla normativa ICCD (JPG, PNG e
PCD), dall’Archivio dell’Immagine della Regione Lombardia sono stati aggiunti ulteriori formati quali il BMP
ed il TIF non compresso.
I formati degli originali presi in considerazione sono quelli dei materiali fotografici (pellicole, lastre, stampe) più
frequentemente in uso:
negativi su pellicola 24x36 mm., 4,5x6, 6x6,6x7,6x9,10x12 cm.;
negativi su lastra 6x9,10x15,13x18 cm.;
stampe 13x18,18x24,24x30 cm.
Per la digitalizzazione delle immagini a colori è indispensabile prevedere la calibrazione del dispositivo di
acquisizione (scanner) in modo da garantire la fedeltà delle tonalità dei colori memorizzati. E’ quindi opportuno
utilizzare i prodotti software per la calibrazione forniti generalmente insieme allo scanner, o altrimenti dotarsi
di uno specifico software di calibrazione (Color Management System – CMS). Con tale sistema è possibile anche
calibrare i dispositivi di lettura e riproduzione dell’immagine (monitor, stampante grafica).
Livello A – Immagini ad alta risoluzione spaziale, utilizzabile per stampe a grandi dimensioni e per la
conservazione come riferimento digitale di alta qualità dell’originale fotografico. Viene utilizzato per le
immagini a colori di qualità e per gli originali di qualità a rischio di deterioramento.
Per le immagini a colori è richiesta la risoluzione cromatica di 24 bit per pixel e di 8 bit per quelle a toni di
grigio.
96
Formati di memorizzazione: sono accettati i formati non compressi (o a compressione senza perdita di qualità)
TIF, PNG, PCD 16 base.
Dimensioni originale
Dimensione del file
TIF
(RGB) in MB
18,9
21,2
28,3
24,3
18,9
23,6
18,9
20,4
21,2
22,6
che meglio si adattano, in base ai
Risoluzione punti per pollice (dpi)
24x36 mm.
2167
4.5x6 cm.
1300
6x6 cm.
1300
6x7 cm.
1115
6x9 cm.
867
10x12 cm
650
10x15 cm.
520
13x18 cm.
433
18x24 cm.
325
24x30 cm.
260
Nota: I suggerimenti forniti nella tabella tendono ad ottenere immagini
rapporti dimensionali dell’originale, alle dimensioni di 3072x3072 pixel.
Livello B - Immagini di media risoluzione spaziale a corredo delle schede catalogo e destinate alla normale
consultazione. Viene comunemente utilizzato per gli originali in bianco e nero non a rischio di deterioramento e
per i materiali a colori stabili.
Per le immagini a colori è richiesta la risoluzione cromatica di 24 bit per pixel e di 8 bit per quelle a toni di
grigio.
Formati di memorizzazione: sono accettati i formati non compressi (o a compressione senza perdita di qualità)
TIF, BMP, PNG, PCD 4 base ed il formato JPEG (con perdita di qualità).
Dimensione del file
TIF
(RGB) in MB
24x36 mm.
903
3,3
4.5x6 cm.
542
3,7
6x6 cm.
542
4,9
6x7 cm.
464
4,2
6x9 cm.
361
3,3
10x12 cm
271
4,1
10x15 cm.
217
3,3
13x18 cm.
181
3,5
18x24 cm.
135
3,7
24x30 cm.
108
3,9
Nota: I suggerimenti forniti nella tabella tendono ad ottenere immagini che meglio si adattano, in base ai
rapporti dimensionali dell’originale, alle dimensioni di 1280x1280 pixel.
Dimensioni originale
Risoluzione punti per pollice (dpi)
Livello A1 - Immagini ad altissima risoluzione da utilizzarsi per acquisire in formato digitale originali di
grande pregio o particolarmente a rischio ed in caso di stampe di alta qualità e di grandi dimensioni.
Formati di memorizzazione: sono accettati i formati TIF, PNG, PCD 64 base.
Dimensioni originale
Risoluzione punti per pollice (dpi)
24x36 mm.
4,5x6 cm.
6x6 cm.
6x7 cm.
6x9 cm.
10x12 cm
10x15 cm.
13x18 cm.
18x24 cm.
24x30 cm.
4335
2601
2601
2229
1734
1300
1040
867
650
520
97
Dimensione del file
TIF
(RGB) in MB
75,5
84,9
113,2
97,1
75,5
94,4
75,5
81,8
84,9
90,6
Nota: I suggerimenti forniti nella tabella tendono ad ottenere immagini che meglio si adattano, in base ai
rapporti dimensionali dell’originale, alle dimensioni di 6144x6144 pixel.
98
Ruolo del responsabile scientifico nei progetti SIRBeC
Il responsabile scientifico del progetto risponde della verifica e del controllo dei contenuti dei dati prodotti e
della rispondenza agli standard catalografici ed informatici vigenti. Mantiene il ruolo di referente sia per i
catalogatori che per la Regione Lombardia, anche durante la fase di verifica e di validazione (per i su citati e i
restanti obblighi del responsabile scientifico si veda D.d.s. 25 gennaio 2008 – n. 518 Approvazione del bando per
la presentazione di progetti per l’inventariazione, la catalogazione e la documentazione del patrimonio
culturale – Anno finanziario 2008, allegato 6).
Prima della consegna definitiva dei dati il responsabile scientifico dovrà assicurarsi che il prodotto risponda ai
seguenti requisiti:
1.
il quantitativo dei dati prodotti e consegnati alla Regione deve rispettare quanto stabilito nella
convenzione o nell’atto d’impegno;
2. la compilazione dei campi obbligatori deve essere verificata rispetto al livello catalografico definito
nella convenzione o nell’atto d’impegno;
3. deve essere verificato e validato il contenuto e la qualità scientifica dei dati catalografici;
4. deve essere verificata la strutturazione delle informazioni rispetto agli standard ICCD/SIRBeC in
particolare:
§
adozione delle voci presenti nei vocabolari di controllo;
§
rispetto della sintassi codificata;
§
rispetto delle strutture di catalogazione previste per le categorie di oggetti semplici,
complessi o aggregati;
5. deve essere verificata la compatibilità tra oggetti catalogati e tipologie di schede adottate;
6. deve essere verificata la corretta attribuzione (o recupero) dei numeri di catalogo generale se
assegnati al progetto;
7. deve essere controllato il quantitativo delle immagini in base a quanto stabilito nella convenzione o
nell’atto d’impegno. Ogni scheda deve avere almeno un’immagine allegata che identifichi il bene. Nel
caso di oggetti complessi o insiemi il bene deve essere rappresentato nella sua interezza.
8. deve essere controllata la qualità delle immagini collegate alle schede relativamente a:
§
standard di ripresa;
§
standard di digitalizzazione;
§
corretto collegamento delle immagini alle schede;
9. deve essere verificata la rispondenza degli allegati grafici e cartografici agli standard;
10. deve essere controllata la rispondenza degli allegati grafici e cartografici alle schede a quanto stabilito
nella convenzione o nell’atto d’impegno.
Solo a seguito della verifica dell’adeguatezza ai suddetti requisiti il responsabile scientifico potrà considerare i
dati validati per la consegna e potrà procedere alla trasmissione (che andrà fatta secondo quanto indicato nel
documento Catalogazione SIRBeC - Carta del Rischio: linee guida per la consegna dei dati pubblicato sul Sito Servizio
SIRBeC all’indirizzo http://www.culture.lispa.it/sitserv/ nella sezione Strumenti e Software).
99
Bibliografia essenziale
Auer P., Cavallini F., Giffi E. (a cura di), Normativa per l’acquisizione digitale delle immagini fotografiche.
ICCD 1998 Roma.
Corti L., I beni culturali e la loro catalogazione, Mondadori 2003.
Definizione dei criteri e della metodologia per il recupero del patrimonio catalografico di interesse storicoartistico ed etnoantropologico. Progetto ArtPast, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione,
Soprintendenza per i beni architettonici ed il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico
per le province di Pisa e Livorno, Scuola Normale Superiore di Pisa.
Encyclopedia of Graphics File Formats (Edizione 2).
Normative per la catatalogazione – versione 3.02. Paragrafi trasversali. Struttura dei dati e norme di
compilazione, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione 2007.
Strutturazione dei dati delle schede di catalogo. Patrimonio scientifico e tecnologico. Scheda PST. Norme di
compilazione, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione 2005.
Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni artistici e storici. Schede OA-D-N, Istituto
Centrale per il Catalogo e la Documentazione 1992.
Vasco Rocca S., Beni culturali e catalogazione, Gangemi 2002
100