Swatch Utile netto in calo ma in Borsa il titolo sale
Transcript
Swatch Utile netto in calo ma in Borsa il titolo sale
Economia corriere del Ticino Venerdì 17 luglio 2015 23 STaTiSTica/1 noTizieFLASH confederazione Vendite al dettaglio in discesa a maggio zxy Dopo essere brevemente salite in aprile le vendite nei negozi svizzeri tornano a scendere in maggio: rispetto allo stesso mese del 2014 il giro d’affari del commercio al dettaglio è diminuito dell’1,8% in termini reali, confermando la tendenza rilevata dopo l’abolizione della soglia di cambio euro-franco. A livello nominale (senza l’effetto delle correzioni per i diversi giorni di vendita e le festività), la flessione subita in maggio è stata del 3,9%, ha comunica l’UST. Banche/1 ripreSA i vertici del gruppo si attendono un 2. semestre vigoroso. Qui sopra: il ceo nick hayek. (Foto Keystone) Swatch Utile netto in calo ma in Borsa il titolo sale Il franco si fa sentire, però per molti analisti il gruppo tiene bene zxy L’apprezzamento del franco ha fortemente pesato su Swatch Group: nel primo semestre dell’anno l’utile netto del gigante dell’orologeria è crollato del 19,4% a 548 milioni rispetto allo stesso periodo del 2014. Il risultato operativo ha da parte sua subito una contrazione dell’8,3% a 761 milioni di franchi, mentre il fatturato è cresciuto del 2,2% a 4,19 miliardi. Nonostante il forte calo dell’utile, i risultati sono stati giudicati migliori delle attese e il titolo ha chiuso in Borsa a +5,23% a 406,70 franchi. «Migliore del previsto», ha commentato un analista di Vontobel che sottolinea come il gruppo abbia guadagnato quote di mercato. L’utile netto è stato penalizzato dal vigore del franco, dai tassi d’interesse bassi o addirittura negativi e dall’adeguamento di valore di alcune quote detenute in euro al momento dell’abbandono del tasso di cambio minimo euro-franco da parte della BNS, precisa Swatch Group. La decisione della BNS ha squilibrato i prezzi di vendita soprattutto nell’Eurozona rispetto a quelli praticati in Svizzera. L’apprezzamento del franco ha inciso negativamente sul fatturato – che a tassi di cambio costanti sarebbe salito del 3,6% e in euro perfino del 18,7% – con 56 milioni di franchi. Il margine operativo è sceso di due punti, ma resta a un livello elevato (18,2%). Il gruppo sottolinea comunque che la crescita è accelerata in maggio e giugno. Il segmento principale, quello degli orologi e dei gioielli, ha registrato una progressione delle vendite del 2% a 4,05 miliardi di franchi (+3,4% in valute locali), una performance superiore a quella del mercato elvetico. Il giro d’affari è aumentato nella maggior parte delle regioni, ma non in Corea del Sud e a Hong Kong (in seguito alla diminuzione dei visitatori). La divisione dei sistemi elettronici ha dal canto suo generato un fatturato di 156 milioni di franchi (+7,6%) grazie alla vendita di circuiti integrati per i beni di consumo elettronici come cellulari, smartwatch e bracciali che monitorano i parametri vitali. Swatch Group ha intanto continuato a ingaggiare personale. Nel primo semestre sono stati creati oltre 400 nuovi posti di lavoro, 100 dei quali in Svizzera. La società impiegava a fine giugno oltre 36 mila persone. Nonostante il «dilemma del franco» il gruppo si attende un secondo semestre vigoroso. Le prospettive restano «molto buone» in tutte le regioni e in tutti i segmenti. Nella seconda metà dell’anno è previsto il lancio di nuovi prodotti quali l’orologio «intelligente» Swatch Touch Zero One o lo Swatch NFC (Near Field Communication) come mezzo di pagamento senza contatto e anche lo sviluppo di capacità aggiuntiva nel modello Tissot T-Touch Expert Solar. Moody’s, per il settore prospettive stabili zxy Moody’s ha aumentato la prospettiva delle banche svizzere da «negativa» a «stabile». Stando all’agenzia di rating questo riflette da una parte la disponibilità del Governo elvetico a correre in soccorso del sistema finanziario in caso di bisogno e dall’altra il quadro solido della congiuntura. Il rafforzamento del franco avrà invece un impatto limitato. Banche/2 Accordo con fisco USA, altri tre istituti firmano coMMercio Gruppo coop, un semestre «molto difficile» zxy Il gigante del commercio al dettaglio Coop continua a soffrire a causa del tasso di cambio franco-euro. Il primo semestre è stato «molto difficile», ha affermato il vicepresidente del gruppo, Philipp Wyss, in un’intervista pubblicata ieri da «24 Heures» e «La Tribune de Genève». «Le nostre filiali a Basilea, Ginevra e anche in Ticino in questo momento soffrono di più e questo non ci sorprende», ha rilevato Wyss, aggiungendo che il momento peggiore per le vendite è il fine settimana, a causa del turismo degli acquisti. Per contrastare gli effetti del vigore del franco, Coop non prevede tuttavia di insediarsi oltreconfine, come invece Migros. «Riteniamo che in Germania e Francia il mercato della grande distribuzione sia totalmente saturo», spiega il vicepresidente. Per fronteggiare la difficile congiuntura il gruppo punta invece a una riduzione dei costi dell’ordine di 10 milioni di franchi all’anno. «Sono in corso programmi per ciò che concerne l’aspetto amministrativo», precisa Wyss, sottolineando come non sia previsto nessun licenziamento. Ogni partenza è tuttavia analizzata nel dettaglio per determinare se sia necessario un sostituto o meno. rizzi «Ecco il cantone del futuro» zxy Ancora tre banche svizzere – tra cui due cantonali – hanno raggiunto un accordo con le autorità americane nell’ambito del contenzioso fiscale, evitando di essere perseguite per aver aiutato facoltosi clienti statunitensi ad evadere il fisco. Mercantil Bank (Schweiz) pagherà 1,172 milioni di dollari, la Banca cantonale neocastellana (BCN) 1,123 milioni e quella nidvaledse (NKB) 856 mila dollari, ha reso noto il Dipartimento di giustizia di Washington. Sale così a venti il numero degli istituti elvetici che hanno messo fine alla vertenza fiscale con gli USA. Banche/3 Accesso più semplice al mercato tedesco zxy In futuro le banche svizzere potranno agire con maggiore facilità in Germania: gli istituti che intendono offrire servizi finanziari transfrontalieri possono chiedere da subito un procedimento semplificato presso l’autorità tedesca di vigilanza sui mercati finanziari BaFin. Le ultime questioni relative al memorandum sottoscritto nel 2013 sulla fornitura transfrontaliera di servizi finanziari sono state infatti chiarite, informa il DFF. Tra i Paesi europei i salari elvetici sono i più elevati zxy Le remunerazioni svizzere sono le più alte in Europa: nel 2010 i salari annuali lordi medi per i dipendenti a tempo pieno attivi nell’industria e nel commercio in aziende con almeno dieci occupati ammontavano all’equivalente di 63.549 euro. La Confederazione si piazza così chiaramente davanti alla Norvegia (55.370 euro) e alla Danimarca (51.485 euro). Stando allo studio pubblicato ieri dall’UST, gli stipendi più bassi tra i «vecchi» membri dell’Unione europea si registravano in Spagna (26.621 euro), Grecia (25.696 euro) e Portogallo (17.193 euro). Tra quelli «nuovi», ossia quelli che hanno aderito all’UE dal 2004, le buste paga peggiori si trovavano in Romania (6.048 euro) e in Bulgaria (4.618 euro). Per poter paragonare gli stipendi quali rappresentazione dell’effettivo potere d’acquisto bisogna convertire le cifre nella valuta nazionale in una fittizia comune, il cosiddetto standard del potere d’acquisto. Tenendo conto dei vari livelli dei prezzi nei Paesi lo scarto è meno marcato: il divario tra Svizzera e Bulgaria è di 4,3 volte, di 1,2 rispetto alla Germania, di 1,3 rispetto all’Austria, di 1,4 nel confronto con la Francia e 1,5 con l’Italia. STaTiSTica/2 Sulle retribuzioni un gap del 22% tra Ticino e zurigo zxy L’UST ha presentato i risultati sulla situazione del mercato del lavoro in Svizzera nel periodo 2009-2015. La situazione salariale nel 2012 variava a seconda delle Grandi Regioni: con un salario lordo standardizzato mediano di 5.388 franchi al mese, i lavoratori dipendenti in Ticino sono stati i meno bene retribuiti del Paese e hanno guadagnato il 21,9% in meno rispetto ai loro colleghi della Regione di Zurigo (6.900 franchi), che sono risultati invece i meglio pagati in Svizzera (l’analisi non tiene conto delle differenze in termini di costo della vita). La differenza salariale tra queste due Grandi Regioni è aumentata di 3,9 punti rispetto al 2010 (18%). Il livello salariale delle altre cinque Grandi Regioni divergeva meno ed era compreso nel 2012 tra questi due estremi: 6.653 franchi nella Svizzera nordoccidentale, 6.558 nella Regione del Lemano, 6.313 nella Svizzera centrale, 6.308 franchi nell’Espace Mittelland e 5.933 nella Svizzera orientale. Per quanto riguarda la retribuzione per genere, nel 2012, il salario mensile lordo delle donne era di 5.808 franchi, quello degli uomini di 6.840 franchi. Il capo della Divisione economia spiega la politica regionale 2016-2019 UST Pil pro capite, Svizzera 3. al mondo Primo il lussemburgo zxy Dopo l’approvazione del programma d’attuazione della politica economica regionale 2016-2019 del Cantone Ticino da parte del Governo, Stefano Rizzi, direttore della Divisione economia, spiega al CdT il senso di quel documento e i prossimi passi. Quali punti in comune tra questo piano e lo studio elaborato per il Cantone da BAKBasel? «Quello studio è uno degli elementi conoscitivi che sta alla base della strategia di sviluppo economico del Canton Ticino. Ci sarà un’attenzione particolare per i settori individuati dallo studio nell’ambito del primo asse: un obiettivo, per quanto riguarda l’aumento della capacità di innovazione e della competitività delle PMI, è infatti quello di immaginare attività per sostenere e sviluppare le specializzazioni intelligenti». È coerente con lo studio dell’IRE sul futuro del Cantone? «Le conclusioni sono molto simili. In zxy Nonostante la forte immigrazione, nel 2013 la Svizzera si è mantenuta ai vertici mondiali in termini di Prodotto interno lordo (PIL) pro capite al netto del potere d’acquisto. La Confederazione si è piazzata al terzo rango dopo Lussemburgo e Norvegia. La Svizzera ha così perso una posizione negli ultimi due decenni: nel 1991 tra i Paesi membri dell’OCSE solo il Lussemburgo disponeva di un PIL pro capite più alto, rivela uno studio pubblicato dall’UST. La caduta dal secondo al terzo posto si spiega con il boom petrolifero in Norvegia (salita dal 13. al secondo rango). Nel 2013 il PIL pro capite elvetico superava del 50% la media dell’OCSE, quello del Lussemburgo quasi del 150%. Dopo la Svizzera si collocano gli Stati Uniti e i Paesi Bassi. Tuttavia la crescita del PIL pro capite della Confederazione risulta piuttosto debole: dal 1991 al 2013 è progredito mediamente dello 0,9% all’anno. Solo il Portogallo, il Giappone, la Grecia e l’Italia hanno fatto peggio. fondo anche l’IRE ha avuto l’intuizione di andare a valutare dei metasettori (concettualmente affini alle “specializzazioni intelligenti” individuate da BAKBasel): il concetto di moda, per esempio, comprende tutta una filiera che si snoda dallo sviluppo dei prodotti fino alla gestione dei clienti finali. Se vogliamo sostenere un settore come questo è necessario avere una più ampia visione di insieme». L’IRE suggeriva anche di puntare di più sull’industria, valutando le complesse trasformazioni che sta attraversando il settore finanziario. «Coerentemente con questo quadro, avevamo chiesto al BAK di non concentrarsi sul settore finanziario e sul turismo (che abbiamo trattato, con uno studio ad hoc, in un asse di sviluppo parallelo). Per quanto riguarda la finanza è in fase di elaborazione un approfondimento specifico con il BAK e Ticino for Finance, per realizzare uno stu- dio sul settore ticinese e verificare le potenzialità di sviluppo che ci sono in questo ambito. Laddove fosse possibile individuare interventi utili, potremmo agire anche in questo settore». Quali saranno i prossimi passi del documento? «Nel corso dell’estate elaboreremo il messaggio che il Consiglio di Stato presenterà al Gran Consiglio per stanziare i fondi cantonali. Nel frattempo, saranno condotte le trattative con la SECO, che ci porteranno, in autunno, a chiudere l’accordo per il contributo federale di 58 milioni (25 sono legati al Programma San Gottardo 2020 e sono in comune con altri tre Cantoni: Grigioni, Vallese, Uri). Ricordo, infine, che dodici di questi 58 milioni riguardano il “programma d’impulso”, al quale ci vogliamo agganciare per promuovere il terzo asse del programma d’attuazione, che mira al riposizionamento delle regioni periferiche». VANNI CARATTO complementi su www.corriere.ch/k134966 PREZZi inDicaTiVi oLio Da RiScaLDamEnTo SoPRacEnERi Fr./100 litri (IVA incl.) Quantitativo 87.70 da litri 1.500 a 2.199 85.60 da litri 2.200 a 2.999 83.80 da litri 3.000 a 5.999 82.50 da litri 6.000 a 8.999 81.60 da litri 9.000 a 13.999 86.70 84.50 82.70 81.40 80.50 SoTTocEnERi da litri 1.500 a 2.199 da litri 2.200 a 2.999 da litri 3.000 a 5.999 da litri 6.000 a 8.999 da litri 9.000 a 13.999 Per forniture a nord di Maggia, Biasca e Mesocco, le categorie Sopraceneri vengono maggiorate di fr. 0,85 per 100 litri. i prezzi indicativi, suscettibili di variazioni giornaliere, sono forniti dalla SWiSSoil Ticino.