linee guida 2016-2019 - Fondazione Don Gnocchi

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linee guida 2016-2019 - Fondazione Don Gnocchi
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 LINEE GUIDA 2016‐2019
Area Solidarietà internazionale Dicembre 2015
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Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 AREA SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE ONG VIA CARLO GIROLA 30 20162 MILANO E‐mail: [email protected] 1
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 Indice 1. Missione................................................................................................... 3 2. Visione ..................................................................................................... 3 3. Fondamenti valoriali e strategici ............................................................. 3 3.1. Dimensione della solidarietà sociale ................................................ 3 3.2. Dimensione tecnico scientifica ........................................................ 4 3.3. Dimensione organizzativo gestionale .............................................. 4 4. Contesto Esterno ... ..................................................................................5 4.1. Cooperazione internazionale: cenni di sintesi ................................. 5 4.2. La Cooperazione internazionale in Italia .......................................... 7 4.3. La Cooperazione internazionale: le risorse umane .......................... 8 4.4. La Cooperazione internazionale: le risorse economiche ................. 9 4.5. La Disabilità ...................................................................................... 9 5. Contesto Interno FdG ............................................................................ 10 5.1. Contesto Generale ......................................................................... 10 5.2. La Solidarietà Internazionale.......................................................... 10 6. Principali stakeholder ............................................................................ 12 6.1. Credenziali ...................................................................................... 12 6.2. Partecipazioni ................................................................................. 12 6.3. Partnership ..................................................................................... 13 7. Obiettivi ................................................................................................. 16 Obiettivo 1 – Valorizzazione del Know‐how della FdG ......................... 16 Obiettivo 2 ‐ Gestione delle attività ...................................................... 17 Obiettivo 2.1 – Programmi paese in corso ...................................... 17 2.1.a. Bolivia .................................................................................. 17 2.1.b. Bosnia Erzegovina ............................................................... 19 2.1.c. Burundi ............................................................................... 20 2.1.d. Ecuador ............................................................................... 22 2.1.e. Ruanda ................................................................................ 23 Obiettivo 2.2 Attività trasversali ...................................................... 24 2.2.1 Informazione e comunicazione ............................................ 24 2.2.2 Promozione .......................................................................... 25 2.2.3 Formazione ........................................................................... 25 2.2.4 Network ................................................................................ 25 Obiettivo 2.3 Verifica ed eventuale ridefinizione Paesi e Progetti .. 25 8. Piano Finanziario ................................................................................... 26 8.1. Situazione dal 2012 al 2015 ........................................................... 26 8.2. ONG e reperimento fondi .............................................................. 28 8.3. Prospettive per l’ASI ....................................................................... 29 8.4. Stima andamento economico 2016‐2019 ..................................... 31 8.5. Organigramma ............................................................................... 33 Principali riferimenti documentali ............................................................. 35 Conclusione ................................................................................................ 36 2
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 1. Missione Missione Fondazione don Gnocchi: “Promuovere e realizzare una “nuova cultura” di attenzione ai bisogni dell’uomo per “farci carico” del sofferente nella sua dimensione globale di persona al centro delle nostre attività di assistenza, cura, riabilitazione, ricerca e formazione e considerando prioritariamente i soggetti che si trovano in stato di maggior bisogno, anche con soluzioni innovative e sperimentali.” L’Area Solidarietà Internazionale (ASI) estende la missione su scala mondiale, richiamando il pensiero di Don Carlo; “Se ricostruire bisogna, la prima e fondamentale di tutte le ricostruzioni è quella dell'uomo. Bisogna ridare agli uomini una meta ragionevole di vita, una ferma volontà per conseguirla e una chiara norma di moralità. Bisogna rifare l’uomo. Senza questo, è fatica inutile ed effimera quella di ricostruirgli una casa…” (Restaurazione della persona umana, 1946) 2. Visione Visione Fondazione don Gnocchi: Sviluppare la nostra identità e presenza nel quadro dell'ordinamento socio‐sanitario, 
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ispirandoci ai principi della carità cristiana declinando nell'oggi i valori del Beato don Gnocchi, riferimento ideale per ogni ripensamento organizzativo e per future progettualità a livello nazionale e internazionale stabilendo opportune forme di collegamento, partecipazione e cooperazione con istituzioni aventi analoghe finalità privilegiando il rapporto con le espressioni di volontariato Per l’ASI si evidenziano i seguenti principi di riferimento: 
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Migliori condizioni sanitarie della popolazione, in particolare dei bambini Rispetto per la differenza e accettazione delle persone con disabilità Dignità e qualità di vita per le persone con disabilità Alti livelli di preparazione del personale locale Gli interventi di cooperazione internazionale della Fondazione sono caratterizzati dal focus posto sulla riabilitazione intesa non solo in senso clinico, ma globale, nei suoi aspetti riguardanti anche l'ambito formativo, sociale e inclusivo nella comunità 3. Fondamenti valoriali e strategici1 3.1.
Dimensione della solidarietà sociale Per caratterizzare il nostro modo di operare in coerenza con il carisma ispiratore di Don Gnocchi e in continuità con il patrimonio storico della Fondazione: 1
in corsivo le parti riformulate rispetto alla specificità dell’ASI 3
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 
Crediamo che la solidarietà sociale debba caratterizzare l'appartenenza di ogni collaboratore, con disponibilità e apertura per affrontare con successo le sfide che continuamente ci pone l'ambiente esterno. 
Vogliamo essere testimoni di solidarietà efficiente, attraverso un comportamento istituzionale e personale tale da promuovere la nostra Missione nei Paesi in cui operiamo. 
Pensiamo che per realizzare la solidarietà nell'efficienza organizzativa sia necessario dare priorità agli obiettivi comuni rispetto a quelli personali, nell’ottica della reciprocità e della sostenibilità delle attività implementate e della crescita dei partner locali, per un’autonomia reale al termine della collaborazione. 
Ci impegniamo a interpretare le esigenze dei collaboratori e dei pazienti e a rispondervi con competenza, professionalità, atteggiamenti e comportamenti sereni e ricchi di umanità. 
Desideriamo sviluppare progetti nelle zone più povere del mondo, dove il bisogno è maggiore e meno tutelato, privilegiando la riqualificazione di iniziative locali già esistenti. 3.2.
Dimensione tecnico scientifica Per rendere più efficaci le prestazioni ed efficiente il servizio attraverso l’implementazione delle attività con attenzione alla ”innovazione possibile”: 
Riteniamo che l'eccellenza tecnico‐scientifica sia un obiettivo perseguibile in tutte le attività e a tutti i livelli; ciascuno nel suo specifico professionale deve migliorare e migliorarsi costantemente, pur tenendo conto i contesti locali e gli standard realmente raggiungibili e sostenibili. In tal senso, la collaborazione attiva di tutto il personale della FdG gioca un ruolo significativo. 
Ci impegniamo a sviluppare la cultura dell'innovazione nei collaboratori dell’ASI e nel personale che formiamo localmente, attraverso la diffusione a tutti i livelli delle appropriate capacità e conoscenze. 3.3.
Dimensione organizzativo gestionale Per raggiungere gli obiettivi che ci proponiamo guardando alla maggiore efficienza, efficacia e sostenibilità dei processi gestionali e alla piena valorizzazione delle risorse umane 
Crediamo che al cuore della nostra visione strategica di avviamento e consolidamento di processi di capacity building ci sia la formazione del personale locale (valorizzazione, sviluppo e crescita di responsabilità) e la promozione di reti di collaborazioni locali e internazionali. 
Riteniamo che debbano essere promosse iniziative di sensibilizzazione alla solidarietà internazionale, affinché tutti prendano coscienza e conoscenza dei reali bisogni della società e ci si educhi a vivere nella generosità e nella responsabilità. 
Siamo convinti che le capacità di pianificare, organizzare, lavorare per obiettivi, reperire le risorse anche localmente e monitorare, rese operanti in modo partecipativo, siano il fondamento di una corretta ed efficace gestione. 4
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 4. Contesto Esterno 4.1.
Cooperazione internazionale: cenni di sintesi La storia individua innumerevoli esempi di iniziative di solidarietà e cooperazione internazionale, ma si ritiene che sia a partire dal 1945 che si siano susseguite le più importanti e concrete azioni che contribuiscono alla cooperazione internazionale di oggi. A partire da quegli anni nascono le Organizzazioni delle Nazioni Unite (1945), il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale (1946) e nel 1948 viene redatta la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. In quello stesso anno si costituisce anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità per tutelare e promuovere il diritto alla salute. Il 1° gennaio del 1958 entra in vigore la Comunità Economica Europea (CEE) con l’obiettivo di creare una unione economica, politica e sociale dei suoi membri. I primi passi verso la moderna cooperazione internazionale avvengono a partire dagli anni ’60 con il Concilio Vaticano II e l’Enciclica Populorum Progressio di Papa Paolo VI, che contiene la denuncia dell'aggravarsi dello squilibrio tra paesi ricchi e paesi poveri, il diritto di tutti i popoli al benessere e sottolinea che lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica, ma ha un legame imprescindibile con la promozione dell'uomo e dell’intera famiglia umana. In quegli anni nascono, da un lato, organizzazioni di supporto ai missionari presenti principalmente nei Paesi che hanno appena ottenuto l’indipendenza e, dall’altro, organizzazioni che supportano i movimenti di liberazione nei Paesi ancora in lotta. Da questi due filoni nascono e si sviluppano le Organizzazioni Non Governative (ONG) il cui termine è enunciato per la prima volta nella Carta costituzionale dell’ONU, nella quale si prevede che il Consiglio Economico e Sociale possa consultare “organizzazioni non governative interessate alle questioni che rientrano nella loro competenza” (art. 71). Nel 1961 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclama il primo decennio per lo sviluppo. Il numero di ONG cresce in maniera esponenziale e verso la fine degli anni ’60 nascono le Federazioni, i primi raggruppamenti di ONG. Si diffonde il concetto di “Partnership” per il raggiungimento di obiettivi condivisi e iniziano a crearsi anche Organizzazioni Non Governative nei Paesi a minor reddito. Il contesto politico mondiale influenza notevolmente la cooperazione internazionale, influenzandone approccio e scelte. La divisione tra Blocco Orientale e Occidentale durante la cosiddetta “Guerra Fredda” determina la nascita del concetto di “Terzo Mondo” (teorizzato dal geografo francese Sauvy nel 1952), a cui venivano associati i Paesi che non facevano parte dei grandi blocchi. Negli anni ’60 si diffonde l’espressione “Paesi in Via di Sviluppo” (PVS), coniata dalle Organizzazioni Internazionali per indicare i Paesi che, appartenenti al cosiddetto Terzo Mondo, stavano avviando un processo di industrializzazione che non implicava necessariamente la scelta tra i due grandi modelli di sviluppo che all'epoca si contrapponevano. Tuttavia, con l’aumento delle disuguaglianza nel ritmo di crescita tra le nazioni, il termine “PVS” è stato presto associato ai Paesi ritenuti più poveri, meno industrializzati, pericolosi o instabili 5
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 politicamente ed economicamente, tanto da definirli globalmente come “Paesi Sottosviluppati”. Da allora, il gruppo dei Paesi “Terzo Mondo” o “in Via Sviluppo” ha subito varie evoluzioni e non è più raggruppabile in una realtà omogenea. Oggi, si suole dividere i Paesi in base all’Indicatore di Sviluppo Umano (ISU‐HDI) elaborato dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), anche a seguito degli studi del Premio Nobel per l’economia Amartya Sen. Negli anni ’80 e ’90 lo sviluppo inizia ad essere inteso come aumento delle opportunità e delle capacità delle persone e si definisce meglio il concetto di sviluppo umano che, oltre al Prodotto Interno Lordo, prende in considerazione altri parametri, quali l’alfabetizzazione e la speranza di vita. In Europa, il lungo processo di cooperazione economica e politica trova un suo compimento nel 1992 con la creazione dell’Unione Europea (UE), che si propone di sostenere la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali, promuovere la pace, i valori e il benessere dei suoi popoli, lottare contro l’esclusione sociale e la discriminazione, favorire il progresso scientifico e tecnologico, mirare alla coesione economica, sociale, territoriale e solidale tra gli Stati membri. Intanto la cooperazione internazionale tende a dividersi tra sviluppo e risoluzione delle emergenze. Si diffondono i concetti di  Governance, intesa come partecipazione delle istituzioni locali,  Sussidiarietà, coinvolgimento dei livelli organizzativi più bassi,  Empowerment, responsabilizzazione finalizzata alla capacità di gestire le proprie risorse. Nel 2000, i 189 Stati membri delle Nazioni Unite definiscono 8 Obiettivi di Sviluppo del Millennio da raggiungere entro il 2015. Tale sforzo suscita maggior attenzione nell’opinione pubblica; si parla sempre più spesso di “Efficacia e Sostenibilità degli Aiuti” e di “Trasparenza”. Aumentano gli attori della società civile che, a vario titolo, realizzano attività di Cooperazione Internazionale; cresce il coinvolgimento delle imprese private profit e si diffonde il concetto di Responsabilità Sociale di Impresa. Durante il Consiglio Europeo di Barcellona del 2002 i Paesi dell’UE si impegnano per un progressivo aumento dell'Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps), sia a livello comunitario che di singolo Stato membro. A livello Paese, l'obiettivo fissato per il 2015 è di un rapporto tra Aps e Pil pari allo 0,7%, con l'obiettivo intermedio dello 0,33% nel 2006. Nonostante l’UE sia tra i principali sostenitori della Cooperazione Internazionale, solo pochi Paesi rispettano tale impegno. L’Italia nel 2014 ha destinato lo 0,16% del proprio PIL. L’analisi delle complesse problematiche sociali esistenti nel Mondo è spesso dimenticata o sviluppata superficialmente. Per questo gli attori della cooperazione internazionale considerano fondamentale lo sforzo di informazione dell’opinione pubblica e sempre più ONG organizzano attività di sensibilizzazione. 6
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 Gossip, banale cronaca locale, improduttivi litigi fra politici riempiono le pagine dei giornali, mentre complessi problemi politici, economici e sociali passano in secondo piano. Solo trattando in maniera seria e concreta problemi che, in maniera miope possono sembrare geograficamente lontani, ma di fatto hanno tangibili conseguenze su scala mondiale, si potrà realmente generare un cambio che migliori la qualità di vita di milioni di persone. In conclusione: non si può negare che negli ultimi anni sono stati fatti molti passi avanti per migliorare la qualità di vita delle persone più emarginate, povere o discriminate. Diversi indicatori quali la speranza di vita alla nascita, il tasso di mortalità infantile e l’accesso alla scuola dimostrano che molti progressi sono stati fatti; tuttavia bisogna sottolineare che c’è ancora una profondissima disuguaglianza nell’utilizzo delle risorse e che gran parte della popolazione vede negati quotidianamente i propri diritti umani. La continua presenza di guerre, il degrado ambientale, i mutamenti economici, politici e sociali sono tra le cause di nuove problematiche e necessità. A tal proposito, a settembre 2015, sono stati divulgati i nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del Millennio (OSM 2030), in cui si parla anche di disabilità. 4.2.
La Cooperazione internazionale in Italia In Italia, le attività di cooperazione e solidarietà internazionale vedono il fondamento nei principi costituzionali e nella storia concreta del Paese, fatta di emigrazione, immigrazione e apertura alle relazioni con altri Paesi. Nel 1987 la legge 49 stabilisce che la cooperazione è parte integrante della politica estera dell’Italia e stabilisce quali sono gli enti atti a operare nella cooperazione internazionale; oggi, 233 istituzioni hanno ottenuto l’idoneità come Organizzazioni Non Governative da parte del Ministero degli Affari Esteri. Questi attori, affiancati da una molteplicità di altri enti, con vari livelli e settori di competenza e professionalità determinano la crescita di un settore socialmente ed economicamente sempre più rilevante. Nel 2014 entra in vigore la legge 125 “Disciplina Generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo”, che di fatto riconosce una serie di cambiamenti in atto da diversi anni. La Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, è sostituita dalla Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, con maggiori poteri decisionali e il cui Direttore è nominato direttamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Se da un lato la nuova legge sottolinea l’importanza del settore nella determinazione delle scelte strategiche del Paese (evidente anche nella decisione di trasformare il nome del Ministero degli Affari Esteri in Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ‐ MAECI), dall’altro si assiste ad un allargamento delle attività di cooperazione internazionale anche a quei settori che, per natura giuridica o scelta, sono sempre stati lontani dall’ambito di riferimento della solidarietà internazionale. La Legge definisce una nuova struttura di gestione, prevedendo la nascita dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo. L’Agenzia, un modello che esiste in tutti i principali paesi europei, corrisponde ad un’esigenza fortemente richiesta dagli attori della cooperazione e avanzata nelle proposte di riforma di iniziativa parlamentare. Essa consentirà di valorizzare le professionalità già esistenti e di attirarne di nuove; permetterà infine di potersi cimentare, grazie alla maggiore flessibilità, con le modalità più innovative di cooperazione oggi esistenti, non normativamente compatibili con l’assetto attuale. 7
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 4.3. La Cooperazione internazionale: le risorse umane Le risorse umane sono il patrimonio più importante delle organizzazioni che lavorano nella cooperazione internazionale. Un ruolo prioritario è divenuto quello degli operatori delle organizzazioni locali ed è divenuta fondamentale l’importanza del trasferimento del know‐how per garantire progetti che, oltre ad essere sostenibili, siano anche efficienti ed efficaci. Accanto a una maggiore complessità dei processi, si sta anche assistendo a una “professionalizzazione” della cooperazione, che riguarda gli operatori sia in Italia che all’estero. Di fianco al ruolo fondamentale svolto da sostenitori, soci e volontari è ormai imprescindibile poter contare su professionalità in grado di lavorare in contesti differenti dal proprio e in grado di rispondere alle continue sfide che il settore della cooperazione internazionale si trova a dover affrontare. Sia in Italia che in loco, servono persone in grado di gestire progetti complessi, coordinando, motivando, supervisionando, indirizzando il lavoro di team internazionali e gestendo le complesse relazioni tra i differenti attori. Sul campo bisogna saper leggere i comportamenti delle istituzioni, il livello di sicurezza, le sensibilità di genere o religiose, i rischi sanitari, i meccanismi economici, ecc. Un operatore deve sempre essere consapevole delle proprie azioni, non può farsi travolgere dagli eventi o trascinare dalla routine. Anche i comportamenti sono un aspetto delicato: cose normali come ridere, bere vino, farsi amicizie selezionate, possono risultare negative. Persino la convivenza con i colleghi in situazioni anguste o particolari può risultare difficile e richiede equilibrio e serenità. Infine, un’attenzione particolare deve essere data al tema della sicurezza, sia di contesto che sanitaria: i protocolli in corso presso l’ASI prevedono profilassi sanitarie a seconda dei Paesi di intervento, norme di comportamento, assicurazioni particolari, sistemi di allerta e di risposta in caso di situazioni a particolare rischio. In sintesi: Oggi è fondamentale che chi opera nel settore: 
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si riconosca nei valori di fondo della solidarietà internazionale; possegga alte competenze tecniche e qualità professionali; sappia comunicare in più lingue; sia in grado di gestire le relazioni tra i differenti e le situazioni di particolare difficoltà o tensione; sia portato a lavorare in equipe. In Italia, il coordinamento delle attività è affidato a specialisti del settore, in grado di: 
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definire strategie sviluppare programmi che valorizzino le competenze specifiche dell’ONG formare e accompagnare gli operatori espatriati e locali progettare per il medio ‐ lungo termine relazionarsi con gli enti finanziatori 8
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 4.4. La Cooperazione internazionale: le risorse economiche Rispetto ai canali di erogazione delle risorse, le attività di cooperazione internazionale possono essere distinte tra: ‐ bilaterali (iniziative concordate tra Paese donatore e Paese beneficiario); ‐ multilaterali (iniziative realizzate da un'organizzazione internazionale grazie all'apporto finanziario, obbligatorio o volontario, dei governi donatori); ‐ multi‐bi‐laterali (iniziative concordate e finanziate a livello bilaterale, ma affidate in esecuzione ad un'organizzazione internazionale). Uno dei presupposti della cooperazione internazionale è l’esistenza o l'attivazione di forme di partenariato; per la realizzazione delle iniziative i Paesi collaborano con Ministeri, Enti pubblici, Istituzioni Europee, ONG, Università e imprese. Scelte politiche e ragioni economiche hanno causato negli anni più recenti una drastica, progressiva diminuzione degli aiuti pubblici. Inoltre, soprattutto a livello europeo, è sempre maggiore il “decentramento” dei finanziamenti disponibili per supportare direttamente le Ong dei PVS, senza valorizzare ‐ come avveniva in passato – il ruolo delle Ong europee. Questa situazione ha obbligato gli attori della cooperazione internazionale, e le ONG in particolare, a sviluppare altre forme di finanziamento e a sviluppare maggiori collaborazioni tra i vari soggetti. Quasi tutte le ONG si sono dotate di attività di Fund Raising. Sono aumentati: ‐ partnership con imprese profit ‐ coinvolgimento di testimonial ‐ organizzazione di eventi Tra le nuove modalità di coinvolgimento c’è il Sostegno A Distanza (SAD), grazie al quale ogni donatore viene a conoscenza della storia di un beneficiario o di un gruppo di beneficiari e di come concretamente viene impiegato il contributo donato. Inoltre si stanno sviluppando altre forme di raccolta fondi, basate su piattaforme online (crowdfunding), utilizzo degli sms o di “dialogatori” di strada. Il settore sta, quindi, vivendo un significativo cambiamento. Sia le Organizzazioni Internazionali che i maggiori finanziatori pubblici con il tempo hanno iniziato a promuovere la costituzione di partnership e a decentrare la stessa gestione dei contributi nei Paesi beneficiari (per lo specifico della FdG: vedi oltre). 4.5. La Disabilità La disabilità è contemporaneamente effetto e causa della povertà; infatti le persone con disabilità sono discriminate e non hanno un uguale accesso alle opportunità. Lo stigma nei confronti delle persone con disabilità (tuttora presente in vaste aree del pianeta) ha effetti nella sfera economica, culturale, politica e sociale. Nel 2006 l’Assemblea delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, che sancisce un importante cambio di mentalità negli sforzi da compiere per garantire che i diritti di uguaglianza e di inclusione sociale delle persone con 9
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 disabilità vengano garantiti. Grazie alla ratifica di 147 Stati e, nel 2011, anche dell’Unione Europea, la Convenzione è diventata un importante strumento in grado di contribuire significativamente nell’approccio e nelle determinazione delle politiche che guidano la cooperazione internazionale Con la firma della Convenzione nel 2007, anche in Italia sono cresciuti gli sforzi per inserire il tema della disabilità all’interno dei propri piani strategici di cooperazione internazionale. La Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) ha promosso un dialogo con i rappresentanti delle Regioni e degli Enti locali, della società civile, delle Università, delle associazioni italiane di persone con disabilità per dare al tema della disabilità un ruolo prioritario, che si è concretizzato in un “Piano di Azione sulla Disabilità della Cooperazione Italiana allo Sviluppo”. 5. Contesto Interno FdG 5.1. Contesto Generale Dall’ odsg n° 8 del 29/10/2014: “La crisi che ha investito il Paese ha coinvolto anche la Fondazione nelle sue molteplici e diversificate attività e nella sua vasta e articolata presenza territoriale. Questo ha richiesto l’adozione di provvedimenti straordinari, che diano priorità alla messa in atto di interventi tempestivi e organici” L’obiettivo prioritario è la sostenibilità della missione, attraverso il riposizionamento della “Don Gnocchi” nei nuovi futuri scenari della salute del nostro Paese. Al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi del Piano Industriale 2014‐2019, si è resa necessaria l’adozione di un “Nuovo Modello Organizzativo”. Si punta ad un efficace ed efficiente lavoro di squadra, finalizzato alla condivisione di valori e metodi orientati alla definizione di traguardi comuni chiari e raggiungibili, nonché alla valorizzazione e diffusione delle “best practices” e delle eccellenze presenti. Da novembre 2014 le Strutture sono state aggregate in “Presidi territoriali” e le Direzioni Centrali con i relativi Servizi accorpate secondo diversi criteri. 5.2. La Solidarietà Internazionale Nel Nuovo Modello si legge inoltre che “I Servizi di Presidenza con la Direzione Affari Istituzionali, i settori della Ricerca Scientifica, Cefos (Centro di Formazione Orientamento e Sviluppo) e Solidarietà Internazionale saranno anch’essi interessati dai processi di riorganizzazione con i medesimi obiettivi”. Il presente Piano tiene in considerazione la situazione generale della Fondazione e la evoluzione organizzativa sopra sinteticamente richiamata. L’Area Solidarietà Internazionale è lo strumento interno della Fondazione per la gestione delle attività di riferimento; lavora soprattutto per progetti e genera “organizzazioni” temporanee, fluide, dove a volte la “produzione” è di beni immateriali. L’attività dell’ASI ha dunque diverse atipicità rispetto al lavoro di Presidi, Strutture, Direzioni e Servizi, quali: 
si lavora in diverse lingue (lingue “tramite” e lingue locali) 10
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 
si fa riferimento a normative differenti da Paese a Paese 
assumono una grande importanza gli aspetti interculturali 
si gestiscono budget con valute diverse e tempistiche “obbligate” dai singoli progetti 
si hanno più co‐finanziatori, con regolamenti differenti per la gestione e la rendicontazione 
i progetti prevedono la collaborazione di varie figure professionali, da contrattare con formule e tempistiche diverse. Le Direzioni e i Servizi della FdG hanno un ruolo importante per il buon andamento dei progetti, fornendo il completamento delle competenze necessarie e la garanzia del rispetto di procedure e norme interne. L’ASI si sostiene grazie a: 
Co‐Finanziamenti di progetti (MAECI, Fondazioni, Cooperazione Decentrata, CEI, ...) 
Oblazioni specifiche per le attività dell’ASI 
Contributo del 5 per mille (quota che annualmente viene assegnata dal CdA)  Accesso al “Fondo Area Solidarietà Internazionale” (per il dettaglio, vedi oltre). Le competenze più proprie della FdG rappresentano un indubbio punto di forza. Tuttavia la loro valorizzazione è complessa e non sempre possibile per i vincoli dati dai finanziatori; di conseguenza è numericamente ridotta rispetto al personale cosiddetto “esterno”, selezionato, formato e inserito in organico di progetto con contratto temporaneo (vedi grafici). Grafico 1: Persone FDG e esterni 2011‐2015 Persone 2011‐2015
FDG
57
Esterni
54
Persone
0
0
10
20
30
40
50
60
Grafico 2: Mesi delle Persone FDG e esterni 2011‐2015 Mesi 2011‐2015
FDG
46
mesi
Esterni
214,5
0
50
100
150
200
250
11
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 La partecipazione ai progetti di personale FdG è regolamentata da un vademecum concordato con la Direzione Personale e prevede varie fasi: ‐ diffusione di una “Call” ‐ selezione ‐ formazione pre‐partenza ‐ debriefing/rendicontazione al rientro L’ASI copre i costi relativi a: vaccinazioni, volo, assicurazione, visto e alloggio; a carico delle strutture di provenienza il compenso e l’indennità di trasferta (€ 10 giorno, equivalente al vitto). 6. Principali stakeholder 6.1. Credenziali La Fondazione Don Carlo Gnocchi è: A. Membro con status consultivo, presso l’“Economic and Social Council” (ECOSOC), Organismo delle Nazioni Unite, per fornire supporto e coordinamento al Dipartimento degli Affari Economici e Sociali B. Riconosciuta idonea in quanto ONG ad accedere a finanziamenti della Commissione Europea C. Riconosciuta idonea in quanto ONG dal Ministero Affari Esteri (ora Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale) per “realizzare programmi a breve e medio periodo e svolgere attività di formazione dei cittadini nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS)” D. Osservatore all’International Disability Development Consortium (IDDC), Associazione internazionale di Enti non profit, con gli obiettivi principali di: promuovere l'inclusione della disabilità nelle politiche e pratiche di sviluppo; condividere esperienze sullo sviluppo inclusivo, soprattutto tra le organizzazioni dei paesi più poveri E. Socio della Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario (FOCSIV), storico e vasto ambito di collegamento delle Ong d’ispirazione cristiana F. Socio del “Coordinamento Sostegno a Distanza della Città Metropolitana di Milano”, formato da 71 organismi che si riconoscono nel valore sociale ed educativo del Sostegno A Distanza 6.2. Partecipazioni La Fondazione Don Carlo Gnocchi è membro di:  Consiglio di Amministrazione del “Centro di Chirurgia Ortopedica Pediatrica e Riabilitazione St. Marie de Rilima” – Rwanda, secondo la Convenzione con l’Arcidiocesi di Kigali proprietaria del Centro. Il CdA si riunisce tre volte l’anno a Rilima. Membri nominati attualmente sono Carlo Del Favero, Antonella Battiato, Anne Devreux.  Consiglio di Amministrazione del “Centro di Riabilitazione per bambini disabili Marija Nasa Nada di Siroki Brijeg – Bosnia Erzegovina”, quale Membro cooptato dai 4 Soci dell’Associazione titolare del centro, in base allo Statuto. Il CdA si riunisce due volte l’anno a Siroki. Membro nominato attualmente è Roberto Rambaldi Guidasci. 12
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019  Consiglio di Amministrazione della “Fondazione per il sostegno dell’Africa” voluta e fondata dal Cardinale Tonini, Ente di riferimento per le attività in Burundi. La partecipazione attualmente sospesa. Inoltre, la FdG:  ha istituito un’ Associazione Temporanea di Scopo con OVCI‐La Nostra Famiglia per la gestione del progetto “Educare le Comunità ad Un percorso di Accoglienza del Disabile con l’Obiettivo della Riabilitazione” in Ecuador (2015‐2018 e fino alla chiusura del progetto, cofinanziato dal MAECI)  sta completando il complesso iter per la registrazione come ONG in Ecuador 6.3. Partnership Poiché l’obiettivo di fondo della cooperazione allo sviluppo è la crescita e la sostenibilità delle realtà locali, i progetti presuppongono una partecipazione attiva del partner locale, titolare del progetto, e di altri attori. Principali criteri per l’ammissibilità dei partenariati: 
Affinità con la missione e la visione della FdG, in particolare rispetto alla cooperazione internazionale 
Settori di intervento pertinenti e complementari 
Ambito geografico comune (territori ove FdG è operativa) 
Stessa appartenenza a organismi federativi Lavorare in sinergia per un rapporto di successo e a lungo termine implica un investimento importante in termini di tempo e di capacità relazionali, oltre che ruoli ed accordi ben definiti. L’avvio di partnership comporta: 
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l’approvazione degli organi decisionali (CdA/Presidente/Direzione Affari Istituzionali, in relazione al livello di coinvolgimento) l’applicazione delle procedure interne alla FdG l’applicazione dei protocolli dell’organismo futuro partner. Principali Partner al 2015: In loco 
Centro di riabilitazione per bambini disabili “Marija Nasa Nada” – Siroki Brijeg, Bosnia Erzegovina 
Centro di chirurgia ortopedica e riabilitazione St. Marie di Rilima‐ Rilima, Ruanda 
Ospedale Distrettuale di Ngozi, Burundi 
Istituto di Educazione Speciale “Nuevos Pasos”, San Lorenzo‐ Esmeraldas, Ecuador 
Associazione Tukuy Pacha e Caritas/Pastoral Social, Cochabamba, Bolivia Significative e numerose le collaborazioni con: 
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Ministeri ed altri Enti pubblici Associazioni locali Enti ecclesiali (Diocesi) e Congregazioni religiose 13
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 14
In Italia 
Fondazione Rilima‐ Augere 
Fondazione Pro‐Africa 
OVCI – La Nostra Famiglia 
Associazione Mir i Dobro 
Università (Bocconi, Modena e Reggio, ...) 
ASVI 
Rete ONG di Focsiv In alcuni casi il progetto si attua in una Struttura, di proprietà del partner locale, che la FdG, insieme ad altri, sostiene e fa crescere. E’ importante cogliere che non c’è identità tra le attività della Struttura locale e i “progetti” della FdG, che costituiscono solo una parte del totale delle attività. La FdG contribuisce finanziariamente ad una parte del budget complessivo delle attività del partner locale, affiancando il contributo economico con l’importante lavoro di accompagnamento verso l’autonomia/sostenibilità e l’upgrade delle competenze del partner locale (capacity building). L’impatto e l’efficacia del capacity building, seppur più complesso da quantificare, è maggiore e a lunga durata. Le rappresentazioni e i grafici di seguito riportati intendono evidenziare il peso del lavoro di cooperazione internazionale della FdG al di là del contributo economico. I risultati qualitativi non sempre sono visibili perché agiscono sottotraccia, fermentano, con il tempo necessario, nelle persone e nelle comunità, generando tuttavia un patrimonio inestimabile in termini di crescita culturale, consapevolezza, risorse emotive e relazionali, autonomia, speranza. Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 15 Contributo Economico Capacity Building Il contributo economico della Fondazione insieme agli apporti degli altri partner di progetto (locali e internazionali), compone un mosaico economico più ampio. Il contributo della Fondazione è generatore e con effetto moltiplicatore di iniziative e altri finanziamenti. Grafico 3: Contributo Economico FdG nel 2014 per tre progetti (BiH, Ecuador, Ruanda) Contributo Economico FdG 29%
Contributo altri partner
71%
Contributo economico FdG Contributo altri Partner 367.870 880.498 Nuevos Pasos Ecuador ‐ 2014
93%
Siroki Brijeg ‐ Bosnia Erzegovina ‐2014
7%
83%
St.Marie De Rilima Ruanda‐2014
17%
52%
48%
“Capacity Building – Espressione, che significa letteralmente «costruzione delle capacità», utilizzata spesso insieme alle espressioni capacity development («sviluppo») o capacity strenghtening («rafforzamento»), per indicare un processo continuo di miglioramento degli individui in un ambito economico, istituzionale, manageriale. La c. b. è riferita a un processo interno a un’organizzazione che può essere potenziato o accelerato da apporti esterni in grado di favorire il rafforzamento delle potenzialità attraverso l’utilizzo di capacità già esistenti. Si distingue però dai processi di apprendimento realizzati attraverso percorsi di formazione, perché quest’ultima agisce sulle competenze degli individui, ma non sui contesti organizzativi e sui sistemi in cui tali competenze si esplicano e non necessariamente ne amplia le possibilità potenziali. La c. b. include quindi tutte le attività legate allo sviluppo delle risorse umane, al management (strategic management, organisational reengineering, knowledge management, information management ecc,) ma anche alla creazione di un ambiente in grado di innescare percorsi virtuosi che favoriscono la sostenibilità dello sviluppo” Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 7. Obiettivi Obiettivo 1 – Valorizzazione del Know‐how della FdG Una scelta strategica è quella di dare priorità alla formazione in loco piuttosto che la gestione diretta, condividendo e mettendo a disposizione il proprio know‐how. Di conseguenza, è importante che la FdG si doti di adeguate procedure di gestione, soprattutto per il reperimento delle risorse umane, contrattualistica e ridefinizione di piani lavorativi, non solo individuali ma anche di equipe/unità lavorativa/centro/struttura – laddove il tipo di lavoro lo richiede ‐ in concomitanza con missioni di cooperazione internazionale nonché in ambito finanziario economico di pertinenza per attività/struttura per far sì che le attività di cooperazione internazionale trovino maggiore integrazione umana e funzionale/lavorativa tra le attività core in Italia e le realtà di progetto estere. In Fondazione è fondamentale ci sia un impegno crescente nell’offrire al proprio personale dipendente strumenti per aumentare le capacità professionali generali (conoscenza delle lingue, capacità di trasmettere sapere, capacità di leggere contesti socio culturali diversi e calare la propria professionalità adeguatamente) nonché conoscenze tecniche specifiche internazionali come l’applicazione di strumenti validati internazionalmente es. ICF o linee guida operative di OMS etc. Le nuove acquisite competenze saranno risorse importanti non solo in caso di missioni di collaborazione nei progetti di cooperazione internazionale ma anche per il lavoro quotidiano nella Struttura di appartenenza, nonché forte stimolo motivazionale con evidenti riscontri sulla qualità del lavoro e di assistenza ai nostri beneficiari/pazienti. Per il coordinamento delle attività di cooperazione allo sviluppo della Fondazione in collaborazione con i partner dei paesi/progetti e con le risorse tecnico professionali interne alla Fdg considerando l’attuale stato/dimensione dell’attività, è condizione indispensabile uno staff consolidato e numericamente/qualitativamente adeguato. La scelta del personale da inviare nell’ambito dei progetti di cooperazione internazionale è qualificante per tutta la FdG: sviluppa l’appartenenza, accresce la comunione di intenti e la motivazione, migliora la capacità di formazione e coinvolgimento. Per facilitare il processo di decisioni e comunicazioni partenze del personale interno alla FdG, ASI ha predisposto una procedura da condividere, concordare e controfirmare da ASI e DP e da divulgare ufficialmente ai presidi (nelle persone dei responsabili, direttori sanitari, referenti delle risorse umane) e a tutto il personale dipendente. “In generale l’esperienza nei progetti ha favorito negli operatori e nei volontari lo sviluppo di nuove competenze relazionali ed emotive. La riconoscenza verso la FdG è allo stesso tempo un ri‐conoscere capacità e forze che non si supponeva di avere. L’incontro con il dolore delle persone ma anche con la loro voglia di vivere, sperare, costruire, sembra rappresentare una grande lezione di vita, un’opportunità importante, in controtendenza con lo smarrimento del senso e la deriva individualista che a volte sembra prevalere”. (da: Valutazione esterna dell’operato ASI 2005‐2009) 16
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 Obiettivo 2 ‐ Gestione delle attività Obiettivo 2.1 – Programmi paese in corso Nei progetti dell’ASI, sono presenti metodologie lavorative comuni: 

La formazione e l’aggiornamento degli operatori locali, linea comune nei diversi progetti. A questo scopo frequenti sono le missioni di operatori sanitari della Don Gnocchi in loco, nel rispetto della cultura e delle risorse locali, elemento imprescindibile per la realizzazione delle attività. La “Riabilitazione su Base Comunitaria” (RBC). Strategia, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), di sviluppo comunitario per la riabilitazione, per le pari opportunità e l’integrazione sociale delle persone disabili appartenenti alle comunità cui l’azione si rivolge. E’ un approccio multisettoriale finalizzato al pieno coinvolgimento delle persone con disabilità e delle comunità a cui appartengono nel percorso verso l’inclusione, il cui potenziamento favorirebbe il moltiplicarsi di risposte di carattere sociale, sanitario ed educativo. Si tratta di un concetto di riabilitazione a 360^, che prevede anche una continua attività di formazione degli operatori locali. 2.1.a. Bolivia presenti nel Paese dal 2013 Attività realizzata: Le attività della ASI/FdG in Bolivia hanno avuto inizio dopo uno studio di fattibilità realizzato dal personale dell’ASI della FdG a seguito di una richiesta di collaborazione della Caritas di Cochabamba trasmessa da una fisioterapista dipendente della Fondazione che si trovava in aspettativa in Bolivia con la propria famiglia per sostenere le attività di cooperazione internazionale della Curia di Bergamo. Il progetto ha avuto inizio grazie a un co‐finanziamento della Conferenza Episcopale Italiana con l’obiettivo di migliorare l’accesso all’assistenza socio‐sanitaria e riabilitativa per le persone con disabilità delle comunità rurali di tre municipi della Regione di Cochabamba, in Bolivia. Le attività si sono sviluppate con la collaborazione operativa dell’Associazione boliviana Tukuy Pacha e della stessa Caritas di Cochabamba. Il progetto si è prefissato di imprimere un cambiamento delle conoscenze, la percezione, il comportamento e le capacità delle istituzioni e dei membri della comunità con il duplice intento, da una parte, di favorire l’accesso delle persone con disabilità ai servizi socio‐sanitari locali e di migliorare la qualità di questi ultimi, dall’altra di sviluppare un livello di consapevolezza all’interno delle comunità circa le responsabilità che le stesse hanno in materia di prevenzione e di inclusione delle persone con disabilità. 17
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 In particolare le attività si sono incentrate sulla tematica della salute attraverso azione di sensibilizzazione, formazione e capacity‐building rivolte a: 
gli attori chiave delle comunità (membri delle parrocchie, leader comunitari, studenti universitari), per informarli, sensibilizzarli e formarli sulla prevenzione alla disabilità e l’inclusione socio‐sanitaria nei confronti delle persone disabili. 
il personale socio sanitario delle strutture sanitarie locali per migliorare il livello delle prestazioni mediche erogate e garantire un idoneo servizio di orientamento per l’assistenza riabilitativa. 
il personale delle istituzioni municipali e regionali del settore sanitario affinché attività di prevenzione alla disabilità siano incluse nella propria pianificazione territoriale. Ogni anno circa 900 persone vengono coinvolte nelle attività di formazione e informazione e oltre 2.000 persone con disabilità sono beneficiari delle azioni. Progetti in corso: La ASI/FdG ha deciso di consolidare le attività di RBC, ampliando il numero degli attori coinvolti, creando un programma di formazione continua del personale di salute, promuovendo la creazione di networking e del coinvolgimento delle comunità rurali di 3 Municipi. E’ stato avviato anche un programma di accompagnamento all’Associazione locale boliviana Tukuy Pacha per migliorare le competenze nella gestione e amministrazione di un progetto di cooperazione internazionale. Preconsuntivo ASI 2015 per le attività nel Paese è di 49.983 euro. Prospettive: Sono state strette buone relazioni con la Caritas di Cochabamba per la realizzazione di un programma congiunto e si prevede il coinvolgimento dei principali Centri di riabilitazione della Regione per migliorare il sistema di risposta alle necessità delle persone con disabilità. La ASI/FdG sta valutando l’opportunità di avviare il processo di registrazione come ONG abilitata ad operare direttamene in paese e, di conseguenza, ricevere i fondi istituzionali e/o beneficiare degli eventuali sgravi fiscali. Inoltre sta valutando di entrare a far parte del Coordinamento delle ONG Italiane in Bolivia (COIBO) per promuovere nuovi partenariati con altre ONG italiane. In Bolivia esiste una buona predisposizione dei maggiori finanziatori pubblici a finanziare attività nel Paese e vi è facilità a stringere partenariati con ONG italiane, europee e boliviane auspicati dai finanziatori. Vi è un contatto diretto con la Conferenza Episcopale Italiana e la possibilità di partecipare, in consorzio con altre ONG italiane, ad alcuni bandi della Delegazione Boliviana dell’Unione Europea. Si prevede, quindi, lo sviluppo di studi di fattibilità svolti in loco e il rafforzamento, in Italia, dell’analisi dei bandi e, di conseguenza, la presentazione di proposte progettuali a finanziatori istituzionali. 18
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 2.1.b. Bosnia Erzegovina Presenti nel paese dal 2004 Attività realizzata: Il Centro di riabilitazione per bambini disabili Marija Nasa Nada (Maria Nostra Speranza), è stato inaugurato il 5 Settembre del 2004, ed è frutto della stretta collaborazione tra enti pubblici privati, italiani e locali. L’intervento del Centro si inserisce nel contesto di graduale riorganizzazione di una rete di servizi sociali e sanitari in Bosnia‐Erzegovina. Il paese è in costante evoluzione economica e sociale, ma sussistono tuttora ambiti, quali la disabilità, dove sono necessari interventi educativi e sanitari per ricostruire un solido tessuto sociale. Il centro è ad oggi uno dei punti di riferimento per la comunità, per i bambini disabili che lo frequentano e per le loro famiglie. Oltre ad una struttura moderna, il centro offre ai suoi pazienti qualità professionale altamente specializzata ed in continua formazione, tecniche e strutture sanitaria all’avanguardia. Il centro gestito secondo i principi del mixed welfare, è in grado di garantire la presenza giornaliera di 37 bambini al centro diurno e oltre 120 pazienti nelle attività riabilitative ambulatoriali, articolandolo in diversi servizi: 
Centro diurno, servizio semiresidenziale; 
Servizio di riabilitazione ambulatoriale, che offre trattamenti riabilitativi in termini di prevenzione e recupero funzionale; 
Servizio ambulatoriale di prevenzione e diagnosi precoce, che offre servizio a minori 0‐12 mesi con rischio neurologico; 
Servizio di riabilitazione occupazionale, rivolti a ragazzi disabili con più di 18 anni con lieve o media gravità‐ per un futuro inserimento lavorativo;  Gruppi di auto – mutuo – aiuto per famigliari di bambini con disabilità; Tutti i professionisti della cura (15 dipendenti del centro) sono costantemente professionalmente aggiornati per garantire assistenza e riabilitazione di qualità. Progetti in corso: La ASI/FdG, è attualmente impegnata a garantire accompagnamento gestionale e a rafforzare il ruolo del Centro come ente di cura di qualità e presa in carico del paziente disabile. Promuove inoltre una rete di servizi a livello territoriale per supportare la formazione e l’aggiornamento professionale del personale. Il centro continua ad erogare costantemente il servizio diurno a oltre 65 ragazzi con disabilità motoria e cognitiva diversificando ed aumentando le offerte di trattamento, riabilitazione e includendo nel processo di cura anche i familiari. La realizzazione del progetto sta offrendo risposta alla condizione dei disabili in modo fortemente innovativo ed ha avviato un processo di promozione locale a livello professionale, sociale ed amministrativo, 19
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 grazie anche al sostegno dei Comuni della zona d’intervento ed altre realtà locali. Preconsuntivo ASI per il 2015 è 68.293 euro Prospettive: Ultimamente si sono presentate diverse sfide per il Centro, come ad esempio la necessità di prendere in carico bambini con disturbi dello spettro autistico. La presa in carico di tali pazienti, è molto complessa in quanto prevede una formazione professionale adeguata e aggiornata, ma anche programmi specifici per l’inserimento e il trattamento di pazienti con sindrome dello spettro autistico. Intanto l’ampliamento dell’offerta ha visto il centro, supportato dal governo Croato, impegnato nel completamento e adeguamento degli spazi già esistenti. Uno dei prossimi servizi da riattivare e potenziare, dopo una proficua sperimentazione tramite un co‐finanziamento della Fondazione Cariplo e ASI/FdG, è quello di assistenza domiciliare per offrire cure tramite la riabilitazione domiciliare a persone con disabilità conclamata che vivono in casa senza la possibilità di raggiungere un servizio sociale, educativo o riabilitativo. Data la vicinanza geografica e culturale del Paese con l’Italia si prevede il coinvolgimento di famiglie e imprese famigliari italiane a partecipare al finanziamento che la ASI/FdG assicura annualmente. Attualmente però nel Centro si registrano gravi problemi di ordinaria amministrazione in termini economico finanziari che stanno determinando il mancato pagamento degli stipendi allo staff locale da circa due mesi. La ASI/FdG, ha valutato e conviene nella possibilità di partecipare, in partenariato con altre realtà italiane, Croate e BiH, ad alcuni bandi della Commissione Europea per sviluppare attività di formazione (scambio internazionale di esperienze e modelli) e sostenere attività sociali e sanitarie a favore delle disabilità cognitive. Inoltre, altra possibile fonte di sostegno economico sono le aumentate imprese, italiane e internazionali, che sviluppano la propria attività commerciale nel Paese che fanno aumentare il numero di imprese da coinvolgere in attività di Corporate Social Responsability in collaborazione con il Servizio di Fundraising della Fondazione. 2.1.c. Burundi Presenti nel paese dal 2012 Attività realizzata: Nel febbraio del 2012, la ASI/FdG insieme con la Fondazione Pro Africa, ha svolto una missione di fattibilità sul territorio, per analizzare le possibilità di un intervento su un programma integrato socio‐sanitario‐assistenziale. A seguito dell’analisi dei bisogni è stato progettato un intervento in collaborazione Con l’ospedale di Ngozi, la Facoltà di Scienze Infermieristiche dell’Università di Ngozi, la Fondazione Pro Africa del Cardinal Tonini e la Facoltà di Medicina dell’Università di Verona. 20
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 Obiettivo primario del progetto era l’organizzazione di un servizio di riabilitazione integrata all’interno dell’Ospedale di Ngozi, con relativa formazione del personale. L'azione si inserisce all'interno di un contesto dove i servizi sanitari non riescono a rispondere alle esigenze della popolazione per scarsità di strutture sanitarie e di figure professionali preparate. Basso inoltre il numero di scuole e università destinate alla formazione del personale sanitario. Grazie all'apporto della Fondazione Don Carlo Gnocchi, è stato allestito in toto (attrezzature, arredi e consumabili, inviati dall’Italia), garantendo anche la presenza fissa di un fisioterapista espatriato. Il servizio di riabilitazione che fornisce in media 400 prestazioni al mese. Sono, inoltre, state avviate sessioni formative indirizzate ai medici ed infermieri dell'Ospedale di Ngozi al fine di promuovere tematiche riabilitative trasversali e avviare un percorso strutturato di riferimento dei pazienti al servizio riabilitativo, e lezioni specifiche al corso di laurea in scienze infermieristiche presso l’Istituto Universitario di Scienze Sanitarie dell’Università di Ngozi. Sono attivi e proficui i contatti con gli altri Ospedali della zona e ambulatori della provincia che inviano i pazienti a Ngozi per la presa in carico di pazienti da riabilitare in ambito motorio e neurologico. Progetti in corso: La ASI/FdG, è impegnata in: - attività di consolidamento del servizio di riabilitazione e formazione del personale locale, - miglioramento dell’offerta di servizi integrati dell’Ospedale attraverso la messa in atto di un servizio di riabilitazione per i pazienti interni ed esterni all’ospedale - percorsi formativi accademici e on the job per il personale locale - rafforzamento della rete con strutture e associazioni che lavorano nel settore, e in particolare in collegamento con gli ambulatori della provincia soprattutto per la sensibilizzazione sulla prevenzione e la diagnosi precoce di malattie neurologiche. L’attività riabilitativa è a tutti gli effetti inserita tra le attività dell’Ospedale. Le sessioni di sensibilizzazione rivolte ai medici ed infermieri dell’ospedale hanno permesso di continuare la promozione di concetti riabilitativi trasversali volti ad avviare un meccanismo strutturato di riferimento dei pazienti al servizio riabilitativo. Preconsuntivo ASI 2015 è di 28.343 euro. Prospettive: Risulta necessario rafforzare il servizio, incrementando la presenza delle risorse umane espatriate (2 fisioterapisti con competenze complementari, ortopediche/neurologiche), con la presenza di fisioterapisti diplomati locali o provenienti dai paesi vicini, continuando l’investimento formativo sul personale interno dell’ospedale, incrementando le competenze dei professionisti distaccati al servizio di riabilitazione. È necessario, altresì, approfondire la rete di rapporti con ospedali ed organizzazioni che lavorano in questo settore. Le attività in Burundi hanno un impatto economico molto basso per l’ASI, ma si prevede un controllo costante dei costi e l’aumento delle attività di comunicazione e raccolta fondi in Italia. Si stanno valutando ulteriori ipotesi progettuali in collaborazione con la Fondazione Pro Africa. 21
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 2.1.d. Ecuador Presenti nel paese dal 2004 Attività realizzata: Le attività della ASI/FdG in Ecuador hanno avuto inizio nel 2004 con la costruzione dell’Instituto de Educación Especial “Nuevos Pasos”, scuola speciale che accoglie bambini con disabilità e che inoltre offre corsi di formazione di base e professionali. La scuola negli anni ha ampliato le proprie offerte rivolgendosi anche a bambini e adulti del territorio cure sanitarie e riabilitazione diventando così un forte punto di riferimento per i ragazzi disabili e i loro familiari. L’intervento è poi proseguito attraverso attività che prevedevano lo sviluppo di iniziative di promozione per favorire l’integrazione sociale e lavorativa delle persone disabili, sia all’interno del centro che nelle comunità limitrofe, coinvolgendo sia l’istituto che le diverse organizzazioni governative e non del Cantone di San Lorenzo. Nel 2008, l’Istituto è riuscito ad ottenere il riconoscimento giuridico di “Instituto Fiscomisional de Educación Especial” da parte del governo ecuadoriano. Il riconoscimento, comporta, da una parte, l’obbligo di seguire le linee guida del Ministero della Pubblica Istruzione nell’ambito dei programmi educativi e garantire standard qualitativi sulla formazione del personale docente, dall’altro, la possibilità di accedere ai fondi ministeriali previsti per il pagamento del personale docente e non docente abilitato all’insegnamento. Progetti in corso: La ASI/FdG in consortile con OVCI‐ La Nostra Famiglia e con il co‐finanziamento del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, si sta occupando di dare autonomia gestionale all’Istituto di Nuevos Pasos, formazione e aggiornamento professionale del personale per rendere più efficiente la qualità delle attività dell’Istituto, rafforzare la rete di servizi con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità della zona, con un focus particolare sul loro inserimento lavorativo. La strategia è quella di contribuire alla promozione dei diritti delle persone con disabilità, migliorando la loro inclusione sociale, partecipazione familiare e comunitaria, e l’accessibilità ai servizi esistenti sul territorio. Accanto a questo progetto, ne è in atto un secondo co‐finanziato dalla CEI in collaborazione con FOCSIV, altre 8 ONG italiane che operano in Ecuador e la Pastoral Sociale Ecuadoriana, che si prefigge di rinnovare l’azione sociale della Chiesa contribuendo, anch’esso alla promozione dei diritti delle persone disabili, ma ampliando il raggio di azione in altre comunità integrandosi così con il primo progetto. L’azione è tesa a favorire l’accesso delle persone con disabilità ai servizi socio‐sanitari locali e a sviluppare un livello di consapevolezza all’interno delle comunità circa le responsabilità che le stesse hanno in materia di prevenzione e di inclusione delle persone con disabilità. 22
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 All’anno, si offre formazione e riabilitazione ad oltre 100 minori disabili, che usufruiscono quotidianamente dei servizi scolastici di riabilitazione e attività ludico‐pedagogiche/riabilitative a circa 60 bambini e ragazzi disabili che usufruiscono di visite mediche e trattamenti in regime ambulatoriale. Date le caratteristiche del territorio, la migliore strategia operativa per il raggiungimento dell’obiettivo è quella dell’approccio di Riabilitazione su Base Comunitaria (RBC), che da qualche anno è politica di Stato in Ecuador. Preconsuntivo ASI 2015 è di 27.391 euro. Prospettive: La ASI/FdG, ha avviato il processo di registrazione come ONG per poter operare in Ecuador realizzare in coerenza con la normativa nazionale e internazionale le attività previste dai progetti cofinanziati dal MAECI e CEI e ricevere fondi istituzionali oltre che i sgravi fiscali previsti per legge locale. Grazie ai finanziamenti già ottenuti (Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale e Conferenza Episcopale Italiana), la ASI/FdG riesce a garantire una copertura finanziaria dei progetti in corso fino alla metà del 2018. Da considerare l’idea di rafforzare il team di espatriati per un maggiore coordinamento e supporto alle attività da realizzare. 2.1.e. Ruanda Presenti nel paese dal 2004 Attività realizzata: La presenza della ASI/FdG a Rilima, nel centro di Santa Maria di Rilima, inizia nel 2004 con un progetto di sostegno alla formazione del personale locale in particolare sulle tematiche e pratiche della riabilitazione sviluppandosi poi in un accompagnamento complessivo alla crescita del Centro al fine di raggiungere l’eccellenza nella pratica riabilitativa e il riconoscimento ufficiale da parte del Ministero della Salute Ruandese (ottenuto a fine anno 2012). Le attività, si inseriscono nella linea del miglioramento degli standard sanitari del Ruanda, con la prospettiva di rendere utilizzabile il servizio a tutta la popolazione pediatrica ruandese. Oggi i bisogni prioritari sono il costante miglioramento degli standard sanitari in linea con le politiche sanitarie nazionali, la formazione e lo sviluppo professionale del personale locale, nonché il rafforzamento delle attività di riabilitazione su base comunitaria. Il Centro, svolge le sue attività con l’obiettivo di raggiungere l’eccellenza in due ambiti di intervento: 
Servizio di chirurgia ortopedica pediatrica e riabilitazione; 
Riabilitazione fisica, sociale e professionale di minori disabili neurologici. 23
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 Il centro, si è imposto come punto di riferimento nazionale in ambito di ortopedia pediatrica. La struttura si è progressivamente ampliata con una conseguente riorganizzazione della localizzazione dei reparti e settori più funzionali all’attività e al rispetto dei pazienti. Progetti in corso: La ASI/FdG, sostiene il centro tramite due progettualità distinte: 
Formazione e supporto gestionale al “centro di chirurgia Ortopedica Pediatrica e di Riabilitazione Santa Maria” e formazione del personale locale. Il progetto, ha come obiettivo l’accompagnamento alla gestione del centro sia da un punto di vista organizzativo‐amministrativo, sia come supervisore delle varie attività svolte all’interno del centro, con particolare attenzione alla formazione del personale. La ASI/FdG, partecipa al Consiglio di Amministrazione del centro. Particolare attenzione viene posta sulla valorizzazione del personale locale e l’utilizzo di risorse reperibili in zona. Focus sulla formazione tecnica e motivazionale del personale locale. L’attività di riabilitazione, con particolare attenzione ai minori, è stata ulteriormente rafforzata con l’avvio del secondo progetto: 
nEUROcycle: creazione di servizi, strumenti e processi per la presa in carico globale del bambino con patologie neurologiche in Ruanda. Il progetto è cofinanziato dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Ha come obiettivo quello di migliorare la qualità della vita dei bambini con disabilità neurologica, attraverso un approccio globale che implica un processo di prevenzione, e la formazione a beneficio del personale medico e sociale, delle famiglie dei pazienti e della comunità locale. Il progetto, inoltre, prevede l’istituzione e la resa operativa di un modello di servizi per la presa in carico globale del bambino con patologie neurologiche, attraverso la messa in atto di processi di screening, cura e riabilitazione. Preconsuntivo ASI 2015 è di 123.882 euro. Prospettive: Continuare il sostegno al centro almeno fino alla fine del 2017. Al fine di migliorare le prestazioni del Centro in linea con i bisogni della popolazione locale, maggiore attenzione della ASI/FdG sarà sul progetto nEUROcycle, per la creazione di un modello di presa in carico del paziente neurologico minore, che possa essere modello e testimonianza nel paese. Non mancherà il supporto per l’identificazione di nuovi donors e partner diretti per il centro. Tenendo conto della grande rilevanza assunta dal centro, grazie anche all’attività della ASI/FdG, si prevede di aumentare gli sforzi per coinvolgere il governo locale, la Caritas Ruanda e altri piccoli finanziatori pubblici alla partecipazione dei costi del Centro e la conseguente riduzione del contributo garantito della ASI/FdG. Obiettivo 2.2 Attività trasversali 2.2.1 Informazione e comunicazione delle attività per una maggior visibilità delle iniziative di cooperazione internazionale, con focus su salute e disabilità. Strumenti: i consueti canali di comunicazione interni ed esterni della Fondazione, i social network, open day annuali, iniziative nell’ambito del 60° anno di morte del fondatore. 24
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 Nel 2016 la ONG Don Gnocchi “compie” 15 anni; è opportuno pianificare un Convegno sui temi internazionali. 2.2.2 Promozione dei valori della Fondazione e sensibilizzazione ai temi della cooperazione allo sviluppo, attraverso varie forme di partecipazione volontaristica alle attività di cooperazione allo sviluppo, di educazione alla mondialità, restituzione delle esperienze di missione, sviluppo di iniziative di comunicazione, fund raising e fidelizzazione dei donatori. 2.2.3 Formazione tramite: -
attività di accompagnamento dei giovani nei percorsi di apprendimento sul campo selezione e formazione del personale aggiornamento costante dello staff formazione sulle specificità (sociali, culturali, ecc ) dei paesi dove operiamo e sulle competenze interculturali formazione universitaria 2.2.4 Partecipazione attiva alle attività promosse dai network nazionali e internazionali di UN, FOCSIV; IDDC e SAD: - Valutazione del beneficio, appropriatezza e modalità di adesione; per adesione ad iniziative locali si valorizzerà la presenza del personale locale. - Produzione di materiale richiesto per assicurare continuità all’adesione e, se il caso, materiale e iniziative aggiuntive in rispondenza all’impegno della Fondazione in quel network. Obiettivo 2.3 Verifica ed eventuale ridefinizione dei Paesi e Progetti in cui avviare uno studio di fattibilità. Data la particolare difficoltà nel reperimento delle risorse si esclude l’avvio di interventi in Paesi diversi rispetto a quelli in cui attualmente si opera. Si potranno valutare solo attività, anche promosse da altri enti, fortemente in linea con le competenze specifiche della Fondazione e che prevedano una copertura finanziaria quasi totale dei costi. 25
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 8. Piano Finanziario 8.1. Situazione dal 2012 al 2015 I grafici che seguono, vogliono essere materiale di riflessione sulla composizione delle entrate e delle uscite, con un focus particolare sui finanziamenti pervenuti. Grafico 7: Entrate 2012‐2015 Entrate composte da finanziamenti istituzionali, 5x1000, oblazioni earmarked per ASI, e dal contributo del Fondo dell’Area di Solidarietà Internazionale. 450.000
400.000
350.000
Finanziamenti ottenuti
300.000
250.000
Contributo del 5 per mille
200.000
Oblazioni earmarked per ASI
150.000
Contributo Fondo Area
Solidarietà Internazionale
100.000
50.000
0
2012
2013
Finanziamenti ottenuti 2014
2015
5 per mille Oblazioni earmarked per ASI 160.000 170.000 200.000 200.000 68.218 59.574 66.176 60.000 2012 2013 2014 2015 232.305 417.910 346.344 192.628 Contributo Fondo Area Solidarietà Internazionale 374.577 278.863 137.880 126.031 26
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 Grafico 8: Entrate 2014 Entrate ASI della FDCG 2014
Finanziamenti ottenuti
18%
Contributo del 5 per mille
46%
9%
Oblazioni earmarked per ASI
27%
FDCG Contributo Fondo Area
Solidarietà Internazionale
Finanziamenti ottenuti Contributo Fondo Area Solidarietà Internazionale 66.176 137.880 Contributo 5 per mille 346.344 Oblazioni earmarked per ASI 200.000 Grafico 9: Uscite per paese 2014 Uscite per paese 2014
Bolivia
12% Bosnia
11%
Tunisia
29%
Burundi
5%
Sierra Leone
2%
Ecuador
2%
Ruanda
39%
Bolivia
Bosnia
Burundi
Ecuador
Ruanda
Sierra Leone
Tunisia
Uscite sui Progetti Bolivia 86.254 Bosnia 78.067 Burundi Ecuador 35.549 13.826 Ruanda 275.975 Sierra Leone Tunisia 10.874 206.042 27
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 8.2. ONG e reperimento fondi Da alcuni anni le organizzazioni che operano nel settore della solidarietà e cooperazione internazionale stanno attraversando una sempre maggiore difficoltà a reperire le risorse economiche necessarie al sostegno delle proprie attività. In Italia, in particolare, le principali cause di questa situazione sono da imputare a: 
minor reddito di imprese e individui a seguito della crisi economica; 
riduzione dei fondi che i finanziatori istituzionali, pubblici e privati, dedicano alla cooperazione internazionale dovuta, da una parte, ai tagli alla spesa pubblica e a una diffusa minor disponibilità di risorse economiche e, dall’altra, alla volontà di dedicare una parte delle stesse risorse alle sempre più gravi situazioni di povertà e emarginazione presenti sul territorio italiano; 
tendenza dei finanziatori istituzionali internazionali ad affidare la gestione dei contributi direttamente ad Organizzazioni Non Profit locali, senza interfacciarsi con le Organizzazioni italiane. Le strategie affrontate per far fronte a questa situazione sono molto diverse, ma generalmente in Italia le organizzazioni stanno agendo principalmente in quattro direzioni differenti: -
Sviluppo di competenze per rispondere alle emergenze umanitarie In occasione delle emergenze umanitarie mondiali causate da eventi quali calamità naturali, guerre o carestie, c’è un grosso coinvolgimento emotivo di individui e imprese che donano ingenti risorse economiche alle organizzazioni che lavorano nella cooperazione internazionale. In quest’ottica molte organizzazioni si dotano, al loro interno, di Equipe di professionisti in grado di gestire in tempi brevi le problematiche delle popolazioni colpite o tendono a indirizzare in forma sempre maggiore le proprie attività alle emergenze (che prevedono una presenza non superiore all’anno nei Paesi) rispetto alle attività di cooperazione allo sviluppo. -
Investimenti nell’Area Fund Raising Quasi tutte le organizzazioni che lavorano nel settore della cooperazione internazionale hanno ormai sviluppato aree specializzate nella comunicazione e raccolta fondi. L’obiettivo principale è quello di coinvolgere individui e imprese a sostegno della propria causa e vengono utilizzate diverse modalità, che possono basarsi sul contatto diretto, telefonico o informatico. Alcune ONG, per scelta, basano le proprie attività, principalmente sulla libera raccolta fondi, evitando di accedere a bandi di finanziamenti pubblici. Queste ultime che si sono dotate recentemente di aree di comunicazione e raccolta fondi efficaci, hanno progressivamente aumentato le loro entrate e, in molti casi, la raccolta da individui o imprese ha superato la raccolta fondi dalle istituzioni. -
Potenziamento della raccolta “5 per mille” Introdotto sperimentalmente nel 2006, è lo strumento che i contribuenti hanno per devolvere il 5 per mille della propria Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) al sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, le associazioni di promozione sociale, gli enti di ricerca scientifica e universitaria, gli enti di ricerca sanitaria, i Comuni di residenza (a sostegno delle attività sociali) e le associazioni sportive dilettantistiche riconosciute ai fini sportivi dal CONI Comitato Olimpico Nazionale Italiano a norma di legge. Il contributo, non è oneroso per il cittadino, comporta una riduzione delle entrate per lo Stato; negli ultimi anni la quota totale assegnata ha raggiunto quasi 500 milioni di euro. 28
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 Lo Stato non fornisce i dati anagrafici dei donatori alle organizzazioni che non hanno, da un lato, la possibilità di presentare ai propri sostenitori le attività realizzate con il contributo e, dall’altro, cercare di mantenere un contatto diretto che potrebbe facilitare la raccolta del contributo anche per gli anni successivi. Nonostante questi limiti, gli investimenti nelle campagne di sensibilizzazione all’uso di questo strumento da parte delle organizzazioni sono sempre maggiori e per alcuni enti i fondi raccolti arrivano a coprire un’alta percentuale del totale delle loro entrate. -
Consolidamento del sostegno dalle istituzioni che hanno promosso le attività in campo internazionale (cosiddette “case madri”) Alcune ONG coprono i costi delle proprie attività grazie al finanziamento di quelle istituzioni che ne hanno promosso la nascita e ne sostengono le attività. E’ una situazione diffusa in ambito ecclesiale (Congregazioni missionarie o con attività missionarie, Diocesi, Fondazioni, ecc) L’impegno viene garantito per un periodo di tempo di diversi anni di modo da garantire scelte strategiche di medio e lungo periodo. 8.3. Prospettive per l’ASI L’ASI conta fonti di finanziamento sia istituzionali che individuali e corporate e, alla luce della situazione che sta coinvolgendo le organizzazioni che operano nel settore della cooperazione internazionale, occorre sviluppare nuove strategie. Per poter intercettare risorse potrebbe rivelarsi utile ed opportuno rafforzare le strategie di raccolta fondi in sinergia e con il supporto del Servizio Fundraising, valorizzando le risorse che il Servizio stesso mette a disposizione della Fondazione nel sostenere specifiche progettualità. Questo consentirebbe di raggiungere alcuni importanti obiettivi:  Non esporsi con ulteriori costi e investimenti per attività promozionali;  Capitalizzare il patrimonio di contatti (individui e corporate) sfruttando i tools del servizio (il DB);  Sfruttare le partnership e i rapporti con le agenzie per l’elaborazione professionale di materiali, campagne e iniziative;  Implementare le strategie di comunicazione specifiche sui progetti nei PVS in modo da intercettare e sollecitare uno specifico target e ingaggiandolo in nome della ONG “Don Gnocchi”;  Implementare il coinvolgimento corporate, proponendo iniziative mirate per i dipendenti delle aziende ingaggiate. A livello esemplificativo e come specifici strumenti di raccolta fondi si propongono qui quattro differenti dinamiche di sviluppo: 1. Sostegno A Distanza (SAD). In accordo con le Linee Guida SAD dell’Agenzia per le Onlus, l’ASI offrirebbe ad individui, piccole imprese o gruppi di persone la possibilità di sostenere alcune specifiche attività realizzate all’estero attraverso il versamento di un contributo fisso annuale/mensile. Preliminare per questo tipo di strategia risulta essere l’individuazione e la preparazione di un vero e proprio “pacchetto” da offrire ai beneficiari per costruire e consolidare il rapporto “one to one” che sta alla base del funzionamento di questo specifico strumento. Per coinvolgere i donatori è altresì fondamentale informarli sistematicamente sulle attività realizzate per favorire un rapporto più personale possibile tra loro e il gruppo di beneficiari. L’esperienza insegna che per gestire bene questo servizio è necessaria una risorsa dedicata, anche volontaria, basata in ASI. 29
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 2. Contatti Corporate, famiglie e individuali La preparazione di veri e propri “pacchetti” di supporto, consentirebbe anche uno sviluppo più strutturato e mirato per le aziende e gli individui che vogliano sostenere le attività dell’area. Quello che viene proposto in sede di SAD, sarebbe qui veicolato coinvolgendo aziende in target, e soprattutto i loro dipendenti, a farsi carico di un sostegno più congruo e duraturo nel tempo che possa assicurare sostenibilità ad alcune di queste progettualità proposte. Per questo tipo di strategia, non particolarmente onerosa dal punto di vista economico, ci si avvarrà della figura competente collocata nel servizio fundraising FdG per mappare e contattare dei nominativi e delle aziende, coinvolgerli e seguire l’intero processo di proposta e di donazione, con le relative attività di follow up. 3. Rafforzamento direct mail (in collaborazione col servizio Fundraising FdG) Il calo delle percentuali di redemption delle iniziative di direct recentemente svolte, convincono sull’opportunità di rendere meno generici i messaggi di richiesta di sostegno e di concretizzare queste richieste su progetti specifici, anche rivolti ai paesi in via di sviluppo. In questa ottica si è già intrapresa una strategia di test su specifici temi di solidarietà internazionale di cui si attendono i risultati con l’inizio del 2016. Immaginare un vero e proprio piano di sviluppo di questo strumento consentirebbe:  di implementare le redemption dello strumento dato il nuovo approccio con il pubblico;  testare la tematica e i nuovi materiali di comunicazione;  implementare il DB di donatori specificamente orientati a queste tematiche e curarne il follow up. Da una recente analisi dei dati delle iniziative di mailing ai donatori dell’ASI risulta una buona percentuale di redemption.. L’iniziativa di mailing natalizio ne è un primo esempio. 2015 2014 DAL AL
Campagne N. BOLLETTINI
IMPORTO gg
Invii Redemption %
Don. Media €
03/12/2015 05/12/2015 ASI Natale ‘15 2 55 2 214 0,93 27,50 04/08/2015 11/11/2015 ASI 7_2015 9 1127 97 200 4,50 125,22 17/01/2015 18/08/2015 ASI_2014 8 830 211 168 4,76 103,75 10/04/2014 24/01/2015 ASI 1_2014 6 310 284 64 9,38 51,67 25/07/2014 30/07/2014 ASI 5_2014 2 65 5 86 2,33 32,50 4. Raccolte connesse ad eventi 5. Consolidamento della comunicazione Complementare a queste strategie e strumenti è il fatto di poter avviare la diffusione di uno strumento agile di comunicazione (cartaceo e con periodicità di 3/4 numeri/anno), che consenta di mantenere un contatto costante con i donatori e i sostenitori. Lo strumento consentirebbe:  costante aggiornamento sui progetti  proposta di nuove forme di sostegno  resoconto sui progetti conclusi e in corso  proposta di progettualità particolarmente problematiche  aggiornamenti di cronaca dai paesi ove presenti  quant’altro di utile per accrescere la presenza di Fondazione su questi temi  raccolta di risorse in denaro dai bollettini postali allegati. 30
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 31
6. Ricerca e accesso a ulteriori finanziamenti L’ASI é costantemente impegnata a trovare nuove fonti di finanziamento. Una risorsa dedicata aumenterà le possibilità di accesso a nuovi finanziamenti con il conseguente incremento dei ricavi e distribuzione dei costi fissi. Attualmente si è in attesa di approvazione di possibili finanziamenti da parte di Misereor (Germania) e Unione Europea. 7. Ri‐assegnazione risorse e riallocazione costi interni Contributo annuo della FdG alle attività di Solidarietà e Cooperazione Internazionale, che può essere reperito da: a) “Fondo Solidarietà Internazionale” (come peraltro già deliberato dal Cda) b) Contributi raccolti attraverso il 5 x 1.000 8.4. Stima andamento economico 2016‐2019 RICAVI TOTALI ASI COSTI TOTALI ASI DELTA RICAVI‐COSTI PRIMA DELLE LEVE LEVA N.1 ‐ rafforzamento del fundraising LEVA N.2 ‐ Ricerca e accesso a ulteriori finanziamenti LEVA N.3‐ quota Fondo 5 per mille TOTALE RICAVI OTTENUTI DALLE LEVE DELTA RICAVI ‐ COSTI DOPO APPLICAZIONE LEVE UTILIZZO FONDO AREA SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE
% COSTI COPERTA DA FONDO ASI 2016 161.485 ‐ 750.000 ‐ 588.515 64.000 100.000 200.000 364.000 ‐ 224.515 2017 161.485 ‐ 750.000 ‐ 588.515 100.000 100.000 200.000 400.000 ‐ 188.515 2018 161.485 ‐ 750.000 ‐ 588.515 120.000 100.000 200.000 420.000 ‐ 168.515 2019 161.485 ‐ 750.000 ‐ 588.515 140.000 100.000 200.000 440.000 ‐ 148.515 224.515 30%
188.515 25% 168.515 22% 148.515 20%
N. B. : Sia il costo del Personale, sia i costi generali (postali, bancari, informatici, cancelleria, ecc.) sono attualmente posti in carico al budget ASI. Inoltre, non si sono prese in considerazione: ‐ l’ipotesi di destinazione previa di una quota fissa (1%) delle oblazioni di Fondazione ‐ l’ipotesi di una percentuale sui ricavi annui delle Strutture. Grafico 10: Utilizzo dei fondi Area Solidarietà Internazionale Utilizzo fondi area solidarietà internazionale
250.000
200.000
150.000
Utilizzo fondi area solidarietà
internazionale
100.000
50.000
0
2016
2017
2018
2019
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 Grafico 11: impatto delle leve gestionali LEVE GESTIONALI
2016
2017
2018
200.000 2019
140.000 200.000 200.000 100.000 120.000 200.000 100.000 100.000 100.000 2019
64.000 100.000 2018
2017
2016
LEVA N.1 ‐
LEVA N.2 ‐ Ricerca LEVA N.3‐ quota
rafforzamento del
e accesso a
Fondo 5 per mille
fundraising
ulteriori
finanziamenti
2016
64.000
100.000
200.000
2017
100.000
100.000
200.000
2018
120.000
100.000
200.000
2019
140.000
100.000
200.000
Grafico 12: rapporti tra le leve 440.000 RAPPORTI LEVE
2016
2017
2018
420.000 2019
400.000 ‐148.515 364.000 2019
‐168.515 2018
‐188.515 ‐224.515 TOTALE RICAVI
OTTENUTI DALLE
LEVE
2016
364.000
DELTA RICAVI ‐
COSTI DOPO
APPLICAZIONE
LEVE
‐224.515
2017
400.000
‐188.515
2018
420.000
‐168.515
2019
440.000
‐148.515
2017
2016
32
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 8.5. Organigramma Le attività dell’ASI vengono gestite in modalità partecipativa, con lavoro in équipe. L’organigramma di seguito presenta solo i rapporti gerarchici e funzionali. Direttore
Sede: Direzioni e
Servizi centrali
Presidi \ Strutture
Pianificazione
Strategica e
gestione progetti
Selezione, Formaz.,
Tutoraggio,
Debriefing
Analisi Bandi,
Progettazione,
Fundraising
Attività Trasversali
/ Segreteria
Stagisti e
Tirocinanti
Volontari
Referente Progetto
1
Referente Progetto
2
Referente Progetto
3
Espatriati a lungo termine
Interni FdG in missione breve
Partner locali
Istituzioni locali
Partner italiani
Finanziatori progetti
Volontari in missione
…
‐
‐
Le collaborazioni con la Sede e le Direzioni e Servizi di competenza sono in particolare con: DAF (per contabilità e rendicontazione), Comunicazione, Fund Raising, Direzione Personale, Direzione Servizi (per acquisti materiali da inviare in loco) La collaborazione con Presidi/Strutture riguarda principalmente attività di sensibilizzazione a livello locale e il coinvolgimento delle risorse umane interne in attività ASI in Italia e/o in loco 33
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 Situazione al 21 dicembre 2015 FUNZIONE RESPONSABILE ORGANICO PROSPETTICO (FTE) Note DIRETTORE Roberto Rambaldi 0,3 Direttore DAI Pianificazione Strategica e Gestione progetti Antonella Battiato 0,5 Selezione / Formazione / tutoraggio Anne Devreux 0,5 Progettazione Da individuare 1 Attività Trasversali / segreteria Da individuare 1 Ref. Progetto 1 Antonella Battiato 0,5 Ref. Progetto 2 Anne Devreux 0,5 Ref. Progetto 3 Elisa Kalaj Volontari 1 In maternità > sostituzione in corso / Francesca Sacchi (0,8) 0,3 C. Del Favero, G. Zucchetti, F.Frigerio (metà giornata/settimana ciascuno) Stagisti 1 In base agli accordi con Università Bocconi, Cattolica, ASVI.... 34
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 Principali riferimenti documentali 1. Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, Dicembre 1948 2. Carta Costituzionale dell’ONU, Ottobre 1945 3. Obiettivi di Sviluppo del Millennio, ONU 2000 4. Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del Millennio (OSM 2030), ONU Settembre 2015 5. L. N. 49/1987 “Nuova Disciplina della Cooperazione dell’Italia con i Paesi in via di Sviluppo” 6. L. N. 125/2014 “Disciplina Generale sulla Cooperazione internazionale per lo Sviluppo” 7. Linee Guida per il Sostegno a Distanza di minori e giovani, Agenzia per le Onlus, Ottobre 2009 8. Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. 3 Maggio 2008 9. Piano d’azione sulla disabilità della cooperazione italiana. Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, 2013 10. Piano strategico Area Solidarietà Internazionale 2005/2009 11. Strategia della disabilità. Unione Europea 2010 12. Salute e sviluppo, Caritas Italiana 2002 13. Sguardi da dentro, voci da lontano – La realizzazione del Piano Strategico 2005‐2008 dell’Area Solidarietà Internazionale della fondazione Don Carlo Gnocchi – Analisi Valutativa esterna effettuata dallo Studio Erresse, 2009 14. Rapporto di Valutazione esterna finale al progetto ED.in‐Place, Education‐Inclusion‐Placement – a cura di Ester Zappata, 2014 15. Health Situation Analysis in the African Region – Atlas of Health Statistics 2011, WHO, 2011 16. Strategia europea sulla disabilità 2010‐2020: un rinnovato impegno per un’Europa senza barriere, novembre 2010 17. World Report on Disability, WHO, THE WORLD BANK, 2011 18. CBR a strategy for Rehabilitation, Equalization of Opportunities, Poverty Reduction and Social Inclusion of People with Disabilities – Joint Position Paper, ILO, UNESCO, WHO, 2014 19. CBR Guidelines – Introductory booklet, WHO, UNESCO, ILO, IDDC, 2010 20. Disabled Village Children: a guide for community health workers, rehabilitation workers, and families, David Wermer, 1987 21. Socio‐Economic characteristics of person with disabilities – National Institute of Statistics of Rwanda, 2012 22. NCPD Strategic Plan 2013‐2018 – National Council of Person with Disabilities, Republic of Rwanda, 2013 23. Together we stand ‐ A 5 years vision and strategic plan (2012‐2016) – NUDOR (National Union of Disabilities’ Organizations of Rwanda), 2011 35
Linee Guida Area Solidarietà Internazionale 2016‐2019 Conclusione Il tecnico è prima di tutto un uomo; prima delle esigenze tecniche ci sono le esigenze umane: cioè fame di verità, di bellezza e d'amore che tutta la tecnica e i suoi vantaggi materiali non potranno mai soddisfare. Don Carlo Gnocchi In un mondo come il nostro, inaridito, agitato, maniaco, è necessario mettere olio d'amore sugli ingranaggi dei rapporti sociali e formare nuclei di pensiero e di resistenza morale, per non essere travolti. Don Carlo Gnocchi 36