S`Innu de Su patriottu sardu a sos feudatarios
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S`Innu de Su patriottu sardu a sos feudatarios
S’INNU DE SU PATRIOTTU SARDU A SOS FEUDATARIOS Meglio conosciuto come «Procurad’e moderare», è un appassionato inno contro la prepotenza feudale dei proprietari terrieri e viene spesso definita come la Marsigliese sarda. Si tratta di un canto in 47 strofe di otto versi ciascuna, composto in pura lingua logudorese da Francesco Ignazio Mannu, magistrato di Ozieri, mentre si trovava alla macchia in Corsica durante la rivolta popolare guidata da Giovanni Maria Angioy, che, il 28 aprile 1758, determinò la cacciata del viceré Balbiano da Cagliari e dei piemontesi da tutta l’isola. Stampato clandestinamente in Corsica è stato poi pubblicato a Cagliari nel 1923. Successivamente musicata, viene cantata nelle diverse manifestazioni da tutti i cori polifonici e dai principali cantanti sardi. Delle due versioni in italiano, la prima è quella poetica realizzata da Sebastiano Satta, mentre la seconda in italiano corrente è del Coro a Tenores di Neoneli. Con una legge del Consiglio Regionale del settembre 1993, il 28 aprile è stato dichiarato «Sa die de sa Sardigna», ossia il Giorno della Sardegna, ed è la festa del popolo sardo. 1. Procurad'e moderare, barones, sa tirannia, chi si no, pro vida mia torrades a pe' in terra! Declarada est già sa gherra contra de sa prepotenzia: e incomintza' sa passenzia in su populu a mancare! 2. Mirade ch'est'atzendende contra de ois su fogu, mirade chi no e' giogu, chi sa cosa andat 'e veras; mirade chi sas aeras minettana temporale; zente cussizzada male, iscultade sa oghe mia 3. No apprettedas s 'isprone A su poveru ronzinu, Si no in mesu caminu S'arrempellat appuradu; Mizzi chi est lanzu e cansadu E non 'nde podet piusu; Finalmente a fundu in susu S'imbastu 'nd hat a bettare 4. Su pobulu chi in profundu Letargu fit sepultadu Finalmente despertadu S'abbizzat ch 'est in cadena, Ch'istat suffrende sa pena De s'indolenzia antiga: Feudu, legge inimiga A bona filosofia! Cercate di frenare, Baroni, la tirannia, Se no, per vita mia, Ruzzolerete a terra! Dichiarata è la guerra Contro la prepotenza E sta la pazienza Nel popolo per mancare Cercate di moderare, Baroni, la tirannide, altrimenti, per la mia vita!, Tornate a piedi a terra! Dichiarata è la guerra contro la prepotenza, e comincia la pazienza nel popolo a venir meno Badate! contro voi Sta divampando il foco; Tutto ciò non è gioco Ma gli è fatto ben vero; Pensate che il ciel nero Minaccia temporale; Gente spinta a far male, Senti la voce mia Badate che si sta levando contro di voi l’incendio; badate che non è un gioco, che la cosa diventa realtà; badate che non è un gioco, la minaccia di un temporale; gente mal consigliata, ascoltate la mia voce. Non date più di sprone Nel povero ronzino, O in mezzo del cammino Si fermerà impuntito; Gli è tanto stremenzito Da non poterne più, E finalmente giù Dovrà il basto gittare Smettete di usare lo sprone col povero ronzino, altrimenti a metà strada s’inalbera imbizzarrito; badate che è stanco e magro e non ne può più, alla fine gambe all’aria getterà basto e cavaliere. Il popolo, da profondo Letargo ottenebrato, Sente al fin disperato, Sente le sue catene, Sa di patir le pene Dell'indolenza antica. Feudo, legge nemica A tutte buone cose! Il popolo che in un profondo letargo era sepolto, finalmente si è destato e si accorge di essere incatenato, di pagare le conseguenze della sua antica indolenza: feudo, legge nemica di ogni buona filosofia. 5. Che ch'esseret una inza, Quasi fosse una vigna Come se si trattasse di una vigna Una tanca, unu cunzadu, O un oliveto o un chiuso, o di una tanca, un campo, Sas biddas hana donadu Borghi e terre han profuso... hanno ceduto i villaggi, De regalu o a bendissione; Li han dati e barattati gratis o a buon mercato, Comente unu cumone Come branchi malnati come un gregge De bestias berveghinas Di capi pecorini; di pecore Sos homines et feminas Gli uomini ed i bambini uomini e donne Han bendidu cun sa cria Venduto han colle spose coi loro figli hanno venduto. Pro pagas mizzas de liras, Per poche lire han reso, Per poche migliaia di lire Et tale olta pro niente, E talvolta per niente, e talvolta per niente, Isclavas eternamente Schiava eternamente eternamente schiave Tantas pobulassiones, La popolazione; tante popolazioni, E migliares de persones Mille e mille persone e migliaia di persone Servint a unu tirannu. Curvansi ad un sovrano. sono schiave del tiranno. Poveru genere humanu, Gramo genere umano, povero genere umano, Povera sarda zenia! Grama sarda genia! povero popolo sardo! Deghe o doighi familias Si hanno poche famiglie Dieci o dodici famiglie S'han partidu sa Sardigna, Partito la Sardegna. hanno spartito fra loro la Sardegna, De una manera indigna In maniera non degna in modo indegno Si 'nde sunt fattas pobiddas; Furono fatte ancelle se ne sono impossessate; Divididu han sas biddas Le nostre terre belle hanno diviso i villaggi In sa zega antichidade, Nell'empia antichità; nella buia e cieca antichità: Però sa presente edade Or questa nostra età però attualmente Lu pensat rimediare. Vuol ciò rimediare si pensa di porvi rimedio. Naschet su Sardu soggettu Nasce il Sardo, soggetto Il sardo nasce assoggettato A milli cumandamentos, A rei comandamenti; a mille obblighi; Tributos e pagamentos Tributi e pagamenti tributi e tasse Chi faghet a su segnore, Deve dare al sovrano che versa al signore, In bestiamen e in laore In bestiame ed in grano in bestiame e grano, In dinari e in natura, In moneta e in natura; in danaro e in natura, E pagat pro sa pastura, Paga per la pastura, e paga per il pascolo, E pagat pro laorare. Paga per seminare. e paga per lavorare la terra. Meda innantis de sos feudos Già, pria che i feudi fossero, Molto prima dei feudi Esistiana sas biddas, Fiorian i borghi lieti' esistevano i villaggi, Et issas fìni pobiddas Di campi e di vigneti, ed erano loro a possedere De saltos e biddattones. Di pigne e di covoni; boschi e campi. Comente a bois, Barones, Or come a voi, Baroni, Com’è che a voi, Baroni, Sa cosa anzena est passada? Tutto questo è passato? È passata l’altrui proprietà? Cuddu chi bos l'hat dada Colui che ve l'ha dato Colui che ve l’ha data Non bos la podiat dare. Non vel potea dare. non ve la poteva dare. 6. 7. 8. 9. 10. No est mai presumibile Né alcun potrà presumere Non è pensabile Chi voluntariamente Che volontariamente che deliberatamente Hapat sa povera zente Tanta povera gente la povera gente abbia Zedidu a tale derettu; Innanzi a voi si prostri; rinunciato alle sue proprietà; Su titulu, ergo, est infettu Questi titoli vostri il titolo ergo è sinonimo De infeudassione San d'infeudazione di irregolare appropriazione, E i sas biddas reione Le ville hanno ben ragione e i villaggi hanno ben ragione Tenene de l'impugnare Di volerli impugnare. di impugnarlo. Sas tassas in su prinzipiu I balzelli che prima Inizialmente le tasse Esigiazis limitadas, Sembravan men penosi, almeno esigevate limitate, Dae pustis sunt istadas Più forti e più dannosi poi esse sono andate Ogni die aumentende, A noi voi li rendeste aumentando giorno per giorno, A misura chi creschende Man mano che cresceste in modo che con la loro crescita Sezis andados in fastu, In lusso ed in pretese, siete diventati ricchissimi, A misura chi in su gastu Scordando tra le spese in modo che nello sperpero Lassezis s 'economia. La buona economia. abbandonavate ogni economia. Non bos balet allegare Né vi giova accampare E’ inutile che parliate S'antiga possessione Possession avita. di proprietà di antica data; Cun minettas de presone, Con minacce di vita, minacciando la galera, Cun gastigos e cun penas, Con castighi e con pene, punizione e pene, Cun zippos e cun cadenas Con ceppi e con catene ceppi e catene, Sos poveros ignorantes Dai poveri ignoranti i poveri ignoranti, Derettos esorbitantes Imposte esorbitanti diritti esorbitanti Hazis forzadu a pagare Voi sapeste spillare. avete costretto a pagare. A su mancu s 'impleerent E almeno si spendesse Almeno impiegaste le sostanze In mantenner sa giustissia In pro della Giustizia per mantenere la giustizia, Castighende sa malissia Per punir la nequizia castigando la malvagità De sos malos de su logu, Degli sparsi predoni, dei delinquenti locali; A su mancu disaogu E potessero i buoni almeno così un po’ di sollievo Sos bonos poterant tenner, Di salute fruire gli onesti avrebbero avuto, Poterant andare e benner Ed andare e venire avrebbero potuto andare e venire Seguros per i sa via. Sicuri per la via! sicuri, per la strada. Est cussu s'unicu fine A ciò solo servire Questo è l’unico fine De dogni tassa e derettu, Dovrian pesi e diritti, delle tasse e dei diritti, Chi seguru et chi chiettu A guardar da' delitti che sicuri e tranquilli Sutta sa legge si vivat, Chi nella legge viva. si viva sotto la legge, De custu fine nos privat Ma di tal ben ci priva ma di ciò ci priva Su barone pro avarissia; Del Baron l'avarizia il barone per avarizia In sos gastos de giustissia Che in spese di giustizia nelle spese per la giustizia, Faghet solu economia Fa solo economia solo là fa economia. 11. 12. 13. 14. 15. Su primu chi si presenta Chi sa meglio brigare Il primo che si presenta Si nominat offissiale, Vien fatto uffiziale. si nomina ufficiale, Fattat bene o fattat male Faccia egli bene o male, faccia bene o male, Bastat non chirchet salariu, Ma non chiegga denaro; purché non chieda salario: Procuradore o notariu, Leguleio o notaro, procuratore o notaio, O camareri o lacaju, Servidore o lacché cameriere o lacché, Siat murru o siat baju, Sia bigio o sia tam. bianco o nero, Est bonu pro guvernare. Nato è per governare è adatto per governare. Bastat chi prestet sa manu Basta che faccia in modo Basta che si adoperi Pro fagher crescher sa rènta, Di render più opulenta per incrementare la rendita, Bastat si fetat cuntenta L'entrata e più contenta basta che soddisfi Sa buscia de su Segnore; La borsa del signore, la borsa del Signore; Chi aggiuet a su fattore Ed aiuti il fattore che aiuti il fattore A crobare prontamente A trovar, prestamente a riscuotere velocemente, E s'algunu est renitente O messo od altra gente e se vi è qualche renitente, Chi l'iscat esecutare Scaltra nel pignorare. che lo sappia pignorare. A boltas, de podattariu, Talvolta da Barone Come se fosse il Feudatario Guvernat su cappellanu, Suol fare il cappellano; talvolta governa il cappellano Sas biddas cun una manu Le ville ha in una mano i villaggi con una mano Cun s'attera sa dispensa. Nell'altra ha la dispensa. e con l’altra la dispensa. Feudatariu, pensat Feudatario, deh! pensa feudatario, pensa Chi sos vassallos non tenes Che schiavi non ci tieni che non hai i vassalli Solu pro crescher sos benes, Per accrescerti i beni, solo per aumentare i tuoi beni, Solu pro los iscorzare. Poterci scorticare. solo per scorticarli. Su patrimoniu, sa vida Tu vuoi che per difenderti Il patrimonio e la vita Pro difender su villanu Il povero villano per difenderli, il paesano, Cun sas armas a sa manu Vegli con l'arme in mano con la armi in mano Cheret ch 'istet notte e die; L'intera notte e il dì; occorre che stia notte e giorno; Già ch 'hat a esser gasie Se deve esser così data che deve essere così, Proite tantu tributu? E se nulla godiamo perché tanti tributi? Si non si nd'hat haer fruttu Di ciò a te paghiamo, Se essi non danno alcun frutto Est locura su pagare. E' da stolti il pagare. E ‘una pazzia pagarli. Si su barone non faghet E se il Barone gli impegni Se il Barone non fa S'obbligassione sua, Se il Barone non fa il suo dovere, il suo dovere, Vassallu, de parte tua vassallo, da parte tua vassallo, da parte tua A nudda ses obbligadu; non hai obblighi alcuni; non hai obblighi alcuni; Sos derettos ch'hat crobadu i diritti che ti ha sottratto i diritti che ti ha sottratto In tantos annos passodos in tanti anni passati, in tanti anni passati, Sunu dinaris furados sono denari rubati sono denari rubati E ti los devet torrare. e te li deve restituire. e te li deve restituire. 16. 17. 18. 19. 20. Sas rèntas servini solu Giovan solo le rendite Le rendite servono soltanto Pro mantenner cicisbeas, A procacciar brillanti, per mantenere amanti, Pro carrozzas e livreas, Livree, carrozze e amanti, per carrozze e livree, Pro inutiles servissios, A creare servizi per servizi inutili, Pro alimentare sos vissios, Vani, a crescer vizi. per alimentare i vizi, Pro giogare a sa bassetta, A scacciar la noia per giocare a bassetta, E pro poder sa braghetta E a poter ogni foia e poter gli istinti sessuali Fora de domo isfogare, fuori casa sfogare, sfogare fuori di casa. Pro poder tenner piattos Ad avere dieci o venti Per poter avere piatti Bindighi e vinti in sa mesa, Portate a mensa ognora, quindici e venti a tavola, Pro chi potat sa marchesa Per poter la signora: affinché possa la marchesa Sempre andare in portantina; Cullare in portantina; andare sempre in portantina, S'iscarpa istrinta mischina, La scarpetta (o meschina!) la scarpa stretta, poverina, La faghet andare a toppu, Le sbuccia il bel piedino, la fa zoppicare, Sas pedras punghene troppu Lo punge un sassolino le pietre pungono troppo E non podet camminare E non può camminare e non può camminare. Pro una littera solu Per portare un messaggio Solo per una lettera Su vassallu, poverinu, Il vassallo, tapino!, il vassallo, poveretto, Faghet dies de caminu Fa giorni di cammino fa giorni di strada A pe', senz 'esser pagadu, A piedi, non pagato, a piedi, senza compenso, Mesu iscurzu e isporzadu Va scalzo, sbrendolato, mezzo scalzo e nudo, Espostu a dogni inclemenzia; Esposto a ogn'inclemenza esposto alle intemperie, Eppuru tenet passienzia, E pur con pazienza eppure ha pazienza, Eppuru devet cagliare. Soffre e non de' parlare. eppure deve tacere. Ecco comente s 'impleat Così si sparge il vivo Ecco come si impiega De su poveru su suore! Sangue del nostro cuore! il sudore dei poveri! Comente, Eternu Segnore, Or come tu, Signore, Come, Eterno Signore, Suffrides tanta ingiustissia? Soffri tanta ingiustizia? sopportate tanta ingiustizia? Bois, Divina Giustissia, Tu, Divina Giustizia, Voi, divina Giustizia, Remediade sas cosas, Rimedia queste cose, ponete rimedio alle cose, Bois, da ispinas, rosas Tu sol puoi far le rose voi rose dalle spine, Solu podides bogare. Dai tronchi germogliare. solo Voi potete far nascere. Trabagliade trabagliade O miseri villani, O poveri dei villaggi, O poveros de sas biddas, Sfiniti dal lavoro lavorate, lavorate, Pro mantenner in zittade Per mantener costoro per mantenere in città Tantos caddos de istalla, Come tanti stalloni! tanti stalloni, A bois lassant sa palla Per lor sono i covoni, a voi lasciano la paglia, Issos regoglin' su ranu, A voi dan la pagliata, loro prendono il grano, E pensant sero e manzanu E sbarcan la giornata e pensano mattina e sera Solamente a ingrassare. Pensando ad ingrassare. soltanto ad ingrassare. 21. 22. 23. 24. 25. Su segnor feudatariu Sorge tardi dal letto Il Signor Feudatario A sas undighi si pesat. Il feudatario, e pensa si alza alle undici: Dae su lettu a sa mesa, Tosto a mettersi a mensa, dal letto alla tavola, Dae sa mesa a su giogu. Va dalla mensa al gioco; dalla tavola al gioco; Appustis pro disaogu Per poi svagarsi un poco e dopo, per svago, Andat a cicisbeare; Si reca a donneare; va a cicisbeare Giompid'a iscurigare Più tardi, all'annottare, fino al tramonto Teatru, ballu, allegria Scene, danze, allegria. teatro, balli, allegria Cantu differentemente, Quanto diversamente Quanto diversamente su vassallu passat s'ora! Volge al vassallo l'ora! passa il tempo il vassallo! Innantis de s'aurora Già prima dell'aurora Prima dell’aurora Già est bessidu in campagna; Egli è nella campagna; è già in campagna, Bentu o nie in sa muntagna. Brezze e nevi in montagna, vento o neve nella montagna, In su paris sole ardente. Al piano sole ardente; sole ardente in pianura, Oh! poverittu, comente Ahi! come può il paziente o poveretto, come Lu podet agguantare!. Tal vita tollerare! può resistere tanto? Cun su zappu e cun s'aradu Con la vanga e l'aratro Con la zappa e con l’aratro Penat tota sa die, Geme l'intero giorno; lotta tutto il giorno, A ora de mesudie Biascica a mezzo giorno verso mezzogiorno Si zibat de solu pane. Un sol tozzo di pane. si ciba solo di pane, Mezzus paschidu est su cane Meglio, assai meglio il cane viene trattato meglio il cane De su Barone, in zittade, Si pasce del signore. del Barone, in città, S'est de cudda calidade Quel can che a tutte l'ore se è di quella razza Chi in falda solent portare. Suol dietro a sè portare. che solitamente portano in tasca. Timende chi si reforment Le Cortes osteggiarono Temendo che si ricreino Disordines tantu mannos, Con raggiri e soprusi disordini tanto grandi, Cun manizzos et ingannos Perché codesti abusi con intrighi e inganni Sas Cortes han impedidu; Non dovesser cessare; le Corti hanno impedito; Et isperdere han cherfidu Cercaron di fugare e hanno disperso Sos patrizios pius zelantes, I patriotti migliori i patrizi più zelanti, Nende chi fint petulantes Dicendoli fautori dicendo che erano petulanti Et contra sa monarchia D'odio alla monarchia. e contrari alla Monarchia. Ai caddos ch'in favore A chi levò la voce A coloro che in favore De sa patria han peroradu, Per la natia contrada della patria hanno lottato, Chi s'ispada hana ogadu A chi strasse la spada che hanno impugnato la spada Pro sa causa comune, Per la causa comune per la causa comune, O a su tuju sa fune Volean cinger di fune o una fune al collo, Cheriant ponner meschinos. Il collo: od i meschini meschini, volevano mettere, O comente a Giacobinos Siccome Giacobini o come Giacobini Los cheriant massacrare. Volevan massacrare. li volevano massacrare. 26. 27. 28. 29. 30. Però su chelu hat difesu Ma il cielo, il ciel i giusti Però il cielo ha difeso Sos bonos visibilmente, Guardò veracemente; i buoni in modo evidente Atterradu bat su potente, Atterrato ha il possente ha atterrato il potente, Ei s'umile esaltadu, E ha l'umile esaltato ed esaltato gli umili. Deus, chi s'est declaradu Iddio s'è dichiarato Iddio, che si è dichiarato Pro custa patria nostra, Per questa terra nostra, in favore della nostra patria, De ogn'insidia bostra Ed ogni insidia vostra da ogni vostra minaccia Isse nos hat a salvare. Egli dovrà sfatare. egli ci salverà. Perfidu feudatariu! Per far tue mire prave, Perfido feudatario! Pro interesse privadu Feudatario inumano, Per interesse personale Protettore declaradu Chiaramente la mano Un protettore dichiarato Ses de su piemontesu. Distendi al Piemontese Sei dei piemontesi: Cun issu ti fist intesu E con lui sulle intese con loro ti accordasti Cun meda fazilidade: Stai per far le tue voglie con molta facilità, Isse papada in zittade I borghi tu, egli toglie lui mangia in città, E tue in bidda a porfia. Le cittadi a pelare. e tu in paese, a gara. Fit pro sos piemontesos Fu per Piemontese l'isola Era per i piemontesi Sa Sardigna una cucagna; Nostra una gran cuccagna; una cuccagna, la Sardegna: Che in sas Indias s 'Ispagna Come l'Indie la Spagna come la Spagna nelle Indie Issos s 'incontrant inoghe; Egli ci mette in croce; essi si trovavano qui; Nos alzaiat sa oghe Non mai levò la voce ci alzava la voce Finzas unu camareri, Un vil cameriere, perfino un cameriere; O plebeu o cavaglieri Che servo o cavaliere o plebeo o cavaliere, Si deviat umiliare... Non si dovean piegare il sardo si doveva umiliare. Issos dae custa terra Essi da questa terra Loro dalla nostra terra Ch'hana ogadu migliones, han tratto milioni. hanno portato via milioni, Beniant senza calzones Giungean senza calzoni venivano senza pantaloni E si nd'handaiant gallonados; E partian gallonati e ripartivano gallonati. Mai ch'esserent istados Non ci fossero mai stati Mai fossero venuti Chi ch'hana postu su fogu Per cacciarci in tal fuoco. che ci hanno bruciato tutto! Malaittu cuddu logu Sia maledetto il loco Maledetto il paese Chi criat tale zenìa Che cresce tal genia. Che crea una simile razza. Issos inoghe incontràna Essi trovano tra noi Loro qui incontravano Vantaggiosos imeneos, Splendidi maritaggi matrimoni vantaggiosi, Pro issos fint sos impleos, A lor gli appannaggi, per loro erano gli impieghi, Pro issos sint sos onores, A lor tutti gli onori, per loro erano gli onori, Sas dignidades mazores Le dignità maggiori le maggiori dignità De cheia, toga e ispada: Di stola, spada e toga; di chiesa, toga e spada: Et a su sardu restada Ed al sardo una soga e al sardo restava Una fune a s'impiccare! Per potersi appiccare. una fune per impiccarsi. 31. 32. 33. 34. 35. Sos disculos nos mandàna Tutti i facinorosi Ci mandavano i peggiori Pro castigu e curressione, tra noi per punizione per castigo e pena, Cun paga e cun pensione Mandan, e han pensione con salario e pensione, Cun impleu e cun patente; E stipendi e patente; con impiego e con patente. In Moscovia tale zente In Russia una tal gente A Mosca gente simile Si mandat a sa Siberia La si manda in Siberia La mandano in Siberia, Pro chi morzat de miseria, Per crepar di miseria ma per farla morire di miseria, Però non pro guvernare Ma non per governare. non per governare Intantu in s'insula nostra E intanto, intanto lasciano Intanto nella nostra isola Numerosa gioventude Qui molti virtuosi numerosi giovani De talentu e de virtude Giovani inoperosi il talento,muniti di virtù, Ozïosa la lassàna: Che in mezzo all’ozio annegano: li lasciavano nell’ozio; E si algun 'nd'impleàna e se alcuno ne impiegano e se ne impiegavano alcuno Chircaiant su pius tontu Lo cercano sciocco a prova, cercavano il più tonto, Pro chi lis torrat a contu Però che a loro giova perché a loro conveniva cun zente zega a trattare. Coi ciechi aver da fare trattare con gente stupida. Si in impleos subalternos Se d’impiegatucci al sardo Se in lavori subalterni Algunu sardu avanzàna, Talor son liberali, qualche sardo faceva progressi, In regalos non bastada Questi deve in regali per fare regali non gli bastava Su mesu de su salariu, Spender tutto il salario, metà salario, Mandare fit nezessariu Poiché gli è necessario inviare si dovevano Caddos de casta a Turinu Di spedire a Torino cavalli di razza a Torino, Et bonas cassas de binu, Bei cavalli, buon vino, e casse di buon vino, Cannonau e malvasia. Cannonau e malvasia Cannonau e Malvasia. De dare a su piemontesu Nel dar al Piemontese Garantire al Piemonte Sa prata nostra ei s'oro Il nostro oro e l’argento la nostra argenteria e l’oro Est de su guvernu insoro Sta tutto il fondamento è del loro governo Massimu fundamentale, Della possanza loro. la massima fondamentale. Su regnu andet bene o male E che importa a costoro Del regno sardo, vada bene o male, No lis importat niente, Che vada male il regno, a loro non importa nulla, Antis creen incumbeniente Se essi credon non degno anzi credono non sia conveniente Lassarelu prosperare. Il farlo prosperare? lasciarlo prosperare. S'isula hat arruinadu Guasto ha l'isola nostra Hanno rovinato l’isola Custa razza de bastardos; Quest'orda di bastardi; questa razza di bastardi, Sos privilegios sardos I privilegi sardi i privilegi sardi Issos nos hana leadu, Ci ha tolto; degli archivi che li hanno portati via; Dae sos archivios furadu Nostri ci ha fatto privi; hanno rubato dagli archivi Nos hana sas mezzus pezzas Come robaccia, parte i documenti più importanti, Et che iscritturas bezzas Delle memori carte e come scritti inutili Las hana fattas bruiare. Nostre ha fatto bruciare. li hanno fatti bruciare. 36. 37. 38. 39. 40. De custu flagellu, in parte, Ma (volle Iddio) siam quasi In parte, di questo flagello, Deus nos hat liberadu. Da tal danno risorti. Dio ci ha liberati, Sos sardos ch'hana ogadu I Sardi sono insorti i sardi hanno cacciato Custu dannosu inimigu, Contro l'empio nemico, questo odioso nemico E tue li ses amigu, E tu, Baron, da amico e tu sei suo amico, O sardu barone indignu, Anche adesso lo tratti! indegno barone sardo; E tue ses in s'impignu E indegno ti arrabatti e tu ti adoperi De 'nde lu fagher torrare Per farlo ritornare? per farlo ritornare! Pro custu, iscaradamente, Perciò tu a viso aperto Per questo, sfacciatamente, Preigas pro su Piemonte, Decanti il Piemonte, preghi per il Piemonte. Falzu chi portas in fronte Vile, lo stigma in fronte Falso! Che hai in fronte Su marcu de traitore; Del traditor tu porte! Il marchio del traditore, Fizzas tuas tant'honore Le tue figlie la corte tue figlie tanto onore Faghent a su furisteri, Fanno al primo venuto, fanno al forestiero, Mancari siat basseri Valga men d'uno sputo anche se fosse un lavagabinetti, Bastat chi sardu no siat. Pur che sardo non sia. purché non sia sardo. S'accas 'andas a Turinu Se ti rechi a Torino, Se per caso vai a Torino Inie basare dès Non appena lo vedi là devi baciare A su minustru sos pes Baci al ministro i piedi, i piedi al Ministro, E a atter su... già m 'intendes; Baci agli altri il...m'intendi; e ad altri il…, già mi capisci, Pro ottenner su chi pretendes Purché ciò che pretendi per ottenere ciò che chiedi Bendes sa patria tua, Ti diano per danaro, vendi la tua patria, E procuras forsis a cua Vendi la patria e caro e forse cerchi nascostamente Sos sardos iscreditare Ti è dei sardi sparlare. di screditare i Sardi. Sa buscia lassas inie, Là ti mungon la borsa, Là lasci la borsa, Et in premiu 'nde torras Ma in cambio fai ritorno e ritorni con in premio Una rughitta in pettorra Di croci e stemmi adorno. una croce sul petto, Una giae in su traseri; Perché venisse eretto una chiave sul sedere: Pro fagher su quarteri Il quartiere, il tuo tetto, per costruire la caserma Sa domo has arruinodu, Il tuo tetto atterrasti, hai distrutto la casa, E titolu has acchistadu E nome meritasti e hai guadagnato il titolo De traitore e ispia. Di traditore e spia. di spia e traditore. Su chelu non faghet sempre Ma il cielo non vuol che sempre Il cielo non lascia sempre Sa malissia triunfare, Trionfi la tristizia trionfare il male; Su mundu det reformare E deve la giustizia il mondo deve porre rimedio Sas cosas ch 'andana male, Infrangere ogni male. alle cose che vanno male; Su sistema feudale La potestà feudale il sistema feudale Non podet durare meda? Già tocco ha la sua meta; non può durare molto, Custu bender pro moneda Il vender per moneta il vendere per denaro Sos pobulos det sensare. Le plebi de' cessare. i popoli, deve terminare. 41. 42. 43. 44. 45. S'homine chi s 'impostura L'uomo cui molto urgeva L’uomo che l’impostura Haiat già degradadu Secolar tenebrore aveva già degradato, Paret chi a s'antigu gradu Par che al prisco splendore pare che all’antica dignità Alzare cherfat de nou; Levi la fronte ancora. voglia tornare nuovamente: Paret chi su rangu sou Nella novella aurora pare che il suo rango Pretendat s'humanidade; Si affissano i gagliardi. L’umanità rivendichi Sardos mios, ischidade Ascoltatemi, o Sardi, sardi miei, svegliatevi E sighide custa ghia. Io vi schiudo la via. e seguite questa guida. Custa, pobulos, est s'hora Popoli, è giunta l'ora Questa, popoli è l’ora D'estirpare sos abusos! D'infrangere gli abusi; di estirpare gli abusi! A terra sos malos usos, A terra, a terra gli usi A terra i cattivi usi, A terra su dispotismu; Malvagi e il dispotismo. a terra il dispotismo! Gherra, gherra a s'egoismu, Sia guerra all'egoismo, Guerra, guerra all’egoismo! Et gherra a sos oppressores; Sia guerra agli oppressori E guerra agli oppressori, Custos tirannos minores I piccioli signori questi tiranni di poco valore Est prezisu humiliare. Devono a noi piegare. bisogna umiliarli. Si no, chalchi die a mossu Non osi chi fu inerte Se no qualche giorno a morsi Bo 'nde segade' su didu. Mordersi un dì le dita; vi taglierete il dito, Como ch'est su filu ordidu Or che la tela è ordita ora che l’ordito è gettato A bois toccat a tèssere, Date una mano a tessere. a voi tocca a tessere; Mizzi chi poi det essere Tardo vi potrebbe essere badate che poi può essere; Tardu s 'arrepentimentu; Un giorno il pentimento; tardivo il pentimento; Cando si tenet su bentu Quando si leva il vento quando il vento è favorevole Est prezisu bentulare. E' d'uopo trebbiare. bisogna trebbiare. 46. 47.