S`Innu de Su patriottu sardu a sos feudatarios

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S`Innu de Su patriottu sardu a sos feudatarios
S’INNU DE SU PATRIOTTU SARDU A SOS FEUDATARIOS
Meglio conosciuto come «Procurad’e moderare», è un appassionato inno contro la prepotenza
feudale dei proprietari terrieri e viene spesso definita come la Marsigliese sarda. Si tratta di un
canto in 47 strofe di otto versi ciascuna, composto in pura lingua logudorese da Francesco Ignazio
Mannu, magistrato di Ozieri, mentre si trovava alla macchia in Corsica durante la rivolta popolare
guidata da Giovanni Maria Angioy, che, il 28 aprile 1758, determinò la cacciata del viceré Balbiano
da Cagliari e dei piemontesi da tutta l’isola. Stampato clandestinamente in Corsica è stato poi
pubblicato a Cagliari nel 1923. Successivamente musicata, viene cantata nelle diverse
manifestazioni da tutti i cori polifonici e dai principali cantanti sardi.
Delle due versioni in italiano, la prima è quella poetica realizzata da Sebastiano Satta, mentre la
seconda in italiano corrente è del Coro a Tenores di Neoneli.
Con una legge del Consiglio Regionale del settembre 1993, il 28 aprile è stato dichiarato «Sa die
de sa Sardigna», ossia il Giorno della Sardegna, ed è la festa del popolo sardo.
1.
Procurad'e moderare,
barones, sa tirannia,
chi si no, pro vida mia
torrades a pe' in terra!
Declarada est già sa gherra
contra de sa prepotenzia:
e incomintza' sa passenzia
in su populu a mancare!
2.
Mirade ch'est'atzendende
contra de ois su fogu,
mirade chi no e' giogu,
chi sa cosa andat 'e veras;
mirade chi sas aeras
minettana temporale;
zente cussizzada male,
iscultade sa oghe mia
3.
No apprettedas s 'isprone
A su poveru ronzinu,
Si no in mesu caminu
S'arrempellat appuradu;
Mizzi chi est lanzu e cansadu
E non 'nde podet piusu;
Finalmente a fundu in susu
S'imbastu 'nd hat a bettare
4.
Su pobulu chi in profundu
Letargu fit sepultadu
Finalmente despertadu
S'abbizzat ch 'est in cadena,
Ch'istat suffrende sa pena
De s'indolenzia antiga:
Feudu, legge inimiga
A bona filosofia!
Cercate di frenare,
Baroni, la tirannia,
Se no, per vita mia,
Ruzzolerete a terra!
Dichiarata è la guerra
Contro la prepotenza
E sta la pazienza
Nel popolo per mancare
Cercate di moderare,
Baroni, la tirannide,
altrimenti, per la mia vita!,
Tornate a piedi a terra!
Dichiarata è la guerra
contro la prepotenza,
e comincia la pazienza
nel popolo a venir meno
Badate! contro voi
Sta divampando il foco;
Tutto ciò non è gioco
Ma gli è fatto ben vero;
Pensate che il ciel nero
Minaccia temporale;
Gente spinta a far male,
Senti la voce mia
Badate che si sta levando
contro di voi l’incendio;
badate che non è un gioco,
che la cosa diventa realtà;
badate che non è un gioco,
la minaccia di un temporale;
gente mal consigliata,
ascoltate la mia voce.
Non date più di sprone
Nel povero ronzino,
O in mezzo del cammino
Si fermerà impuntito;
Gli è tanto stremenzito
Da non poterne più,
E finalmente giù
Dovrà il basto gittare
Smettete di usare lo sprone
col povero ronzino,
altrimenti a metà strada
s’inalbera imbizzarrito;
badate che è stanco e magro
e non ne può più,
alla fine gambe all’aria
getterà basto e cavaliere.
Il popolo, da profondo
Letargo ottenebrato,
Sente al fin disperato,
Sente le sue catene,
Sa di patir le pene
Dell'indolenza antica.
Feudo, legge nemica
A tutte buone cose!
Il popolo che in un profondo
letargo era sepolto,
finalmente si è destato
e si accorge di essere incatenato,
di pagare le conseguenze
della sua antica indolenza:
feudo, legge nemica
di ogni buona filosofia.
5.
Che ch'esseret una inza,
Quasi fosse una vigna
Come se si trattasse di una vigna
Una tanca, unu cunzadu,
O un oliveto o un chiuso,
o di una tanca, un campo,
Sas biddas hana donadu
Borghi e terre han profuso...
hanno ceduto i villaggi,
De regalu o a bendissione;
Li han dati e barattati
gratis o a buon mercato,
Comente unu cumone
Come branchi malnati
come un gregge
De bestias berveghinas
Di capi pecorini;
di pecore
Sos homines et feminas
Gli uomini ed i bambini
uomini e donne
Han bendidu cun sa cria
Venduto han colle spose
coi loro figli hanno venduto.
Pro pagas mizzas de liras,
Per poche lire han reso,
Per poche migliaia di lire
Et tale olta pro niente,
E talvolta per niente,
e talvolta per niente,
Isclavas eternamente
Schiava eternamente
eternamente schiave
Tantas pobulassiones,
La popolazione;
tante popolazioni,
E migliares de persones
Mille e mille persone
e migliaia di persone
Servint a unu tirannu.
Curvansi ad un sovrano.
sono schiave del tiranno.
Poveru genere humanu,
Gramo genere umano,
povero genere umano,
Povera sarda zenia!
Grama sarda genia!
povero popolo sardo!
Deghe o doighi familias
Si hanno poche famiglie
Dieci o dodici famiglie
S'han partidu sa Sardigna,
Partito la Sardegna.
hanno spartito fra loro la Sardegna,
De una manera indigna
In maniera non degna
in modo indegno
Si 'nde sunt fattas pobiddas;
Furono fatte ancelle
se ne sono impossessate;
Divididu han sas biddas
Le nostre terre belle
hanno diviso i villaggi
In sa zega antichidade,
Nell'empia antichità;
nella buia e cieca antichità:
Però sa presente edade
Or questa nostra età
però attualmente
Lu pensat rimediare.
Vuol ciò rimediare
si pensa di porvi rimedio.
Naschet su Sardu soggettu
Nasce il Sardo, soggetto
Il sardo nasce assoggettato
A milli cumandamentos,
A rei comandamenti;
a mille obblighi;
Tributos e pagamentos
Tributi e pagamenti
tributi e tasse
Chi faghet a su segnore,
Deve dare al sovrano
che versa al signore,
In bestiamen e in laore
In bestiame ed in grano
in bestiame e grano,
In dinari e in natura,
In moneta e in natura;
in danaro e in natura,
E pagat pro sa pastura,
Paga per la pastura,
e paga per il pascolo,
E pagat pro laorare.
Paga per seminare.
e paga per lavorare la terra.
Meda innantis de sos feudos
Già, pria che i feudi fossero,
Molto prima dei feudi
Esistiana sas biddas,
Fiorian i borghi lieti'
esistevano i villaggi,
Et issas fìni pobiddas
Di campi e di vigneti,
ed erano loro a possedere
De saltos e biddattones.
Di pigne e di covoni;
boschi e campi.
Comente a bois, Barones,
Or come a voi, Baroni,
Com’è che a voi, Baroni,
Sa cosa anzena est passada?
Tutto questo è passato?
È passata l’altrui proprietà?
Cuddu chi bos l'hat dada
Colui che ve l'ha dato
Colui che ve l’ha data
Non bos la podiat dare.
Non vel potea dare.
non ve la poteva dare.
6.
7.
8.
9.
10.
No est mai presumibile
Né alcun potrà presumere
Non è pensabile
Chi voluntariamente
Che volontariamente
che deliberatamente
Hapat sa povera zente
Tanta povera gente
la povera gente abbia
Zedidu a tale derettu;
Innanzi a voi si prostri;
rinunciato alle sue proprietà;
Su titulu, ergo, est infettu
Questi titoli vostri
il titolo ergo è sinonimo
De infeudassione
San d'infeudazione
di irregolare appropriazione,
E i sas biddas reione
Le ville hanno ben ragione
e i villaggi hanno ben ragione
Tenene de l'impugnare
Di volerli impugnare.
di impugnarlo.
Sas tassas in su prinzipiu
I balzelli che prima
Inizialmente le tasse
Esigiazis limitadas,
Sembravan men penosi,
almeno esigevate limitate,
Dae pustis sunt istadas
Più forti e più dannosi
poi esse sono andate
Ogni die aumentende,
A noi voi li rendeste
aumentando giorno per giorno,
A misura chi creschende
Man mano che cresceste
in modo che con la loro crescita
Sezis andados in fastu,
In lusso ed in pretese,
siete diventati ricchissimi,
A misura chi in su gastu
Scordando tra le spese
in modo che nello sperpero
Lassezis s 'economia.
La buona economia.
abbandonavate ogni economia.
Non bos balet allegare
Né vi giova accampare
E’ inutile che parliate
S'antiga possessione
Possession avita.
di proprietà di antica data;
Cun minettas de presone,
Con minacce di vita,
minacciando la galera,
Cun gastigos e cun penas,
Con castighi e con pene,
punizione e pene,
Cun zippos e cun cadenas
Con ceppi e con catene
ceppi e catene,
Sos poveros ignorantes
Dai poveri ignoranti
i poveri ignoranti,
Derettos esorbitantes
Imposte esorbitanti
diritti esorbitanti
Hazis forzadu a pagare
Voi sapeste spillare.
avete costretto a pagare.
A su mancu s 'impleerent
E almeno si spendesse
Almeno impiegaste le sostanze
In mantenner sa giustissia
In pro della Giustizia
per mantenere la giustizia,
Castighende sa malissia
Per punir la nequizia
castigando la malvagità
De sos malos de su logu,
Degli sparsi predoni,
dei delinquenti locali;
A su mancu disaogu
E potessero i buoni
almeno così un po’ di sollievo
Sos bonos poterant tenner,
Di salute fruire
gli onesti avrebbero avuto,
Poterant andare e benner
Ed andare e venire
avrebbero potuto andare e venire
Seguros per i sa via.
Sicuri per la via!
sicuri, per la strada.
Est cussu s'unicu fine
A ciò solo servire
Questo è l’unico fine
De dogni tassa e derettu,
Dovrian pesi e diritti,
delle tasse e dei diritti,
Chi seguru et chi chiettu
A guardar da' delitti
che sicuri e tranquilli
Sutta sa legge si vivat,
Chi nella legge viva.
si viva sotto la legge,
De custu fine nos privat
Ma di tal ben ci priva
ma di ciò ci priva
Su barone pro avarissia;
Del Baron l'avarizia
il barone per avarizia
In sos gastos de giustissia
Che in spese di giustizia
nelle spese per la giustizia,
Faghet solu economia
Fa solo economia
solo là fa economia.
11.
12.
13.
14.
15.
Su primu chi si presenta
Chi sa meglio brigare
Il primo che si presenta
Si nominat offissiale,
Vien fatto uffiziale.
si nomina ufficiale,
Fattat bene o fattat male
Faccia egli bene o male,
faccia bene o male,
Bastat non chirchet salariu,
Ma non chiegga denaro;
purché non chieda salario:
Procuradore o notariu,
Leguleio o notaro,
procuratore o notaio,
O camareri o lacaju,
Servidore o lacché
cameriere o lacché,
Siat murru o siat baju,
Sia bigio o sia tam.
bianco o nero,
Est bonu pro guvernare.
Nato è per governare
è adatto per governare.
Bastat chi prestet sa manu
Basta che faccia in modo
Basta che si adoperi
Pro fagher crescher sa rènta,
Di render più opulenta
per incrementare la rendita,
Bastat si fetat cuntenta
L'entrata e più contenta
basta che soddisfi
Sa buscia de su Segnore;
La borsa del signore,
la borsa del Signore;
Chi aggiuet a su fattore
Ed aiuti il fattore
che aiuti il fattore
A crobare prontamente
A trovar, prestamente
a riscuotere velocemente,
E s'algunu est renitente
O messo od altra gente
e se vi è qualche renitente,
Chi l'iscat esecutare
Scaltra nel pignorare.
che lo sappia pignorare.
A boltas, de podattariu,
Talvolta da Barone
Come se fosse il Feudatario
Guvernat su cappellanu,
Suol fare il cappellano;
talvolta governa il cappellano
Sas biddas cun una manu
Le ville ha in una mano
i villaggi con una mano
Cun s'attera sa dispensa.
Nell'altra ha la dispensa.
e con l’altra la dispensa.
Feudatariu, pensat
Feudatario, deh! pensa
feudatario, pensa
Chi sos vassallos non tenes
Che schiavi non ci tieni
che non hai i vassalli
Solu pro crescher sos benes,
Per accrescerti i beni,
solo per aumentare i tuoi beni,
Solu pro los iscorzare.
Poterci scorticare.
solo per scorticarli.
Su patrimoniu, sa vida
Tu vuoi che per difenderti
Il patrimonio e la vita
Pro difender su villanu
Il povero villano
per difenderli, il paesano,
Cun sas armas a sa manu
Vegli con l'arme in mano
con la armi in mano
Cheret ch 'istet notte e die;
L'intera notte e il dì;
occorre che stia notte e giorno;
Già ch 'hat a esser gasie
Se deve esser così
data che deve essere così,
Proite tantu tributu?
E se nulla godiamo
perché tanti tributi?
Si non si nd'hat haer fruttu
Di ciò a te paghiamo,
Se essi non danno alcun frutto
Est locura su pagare.
E' da stolti il pagare.
E ‘una pazzia pagarli.
Si su barone non faghet
E se il Barone gli impegni
Se il Barone non fa
S'obbligassione sua,
Se il Barone non fa il suo dovere,
il suo dovere,
Vassallu, de parte tua
vassallo, da parte tua
vassallo, da parte tua
A nudda ses obbligadu;
non hai obblighi alcuni;
non hai obblighi alcuni;
Sos derettos ch'hat crobadu
i diritti che ti ha sottratto
i diritti che ti ha sottratto
In tantos annos passodos
in tanti anni passati,
in tanti anni passati,
Sunu dinaris furados
sono denari rubati
sono denari rubati
E ti los devet torrare.
e te li deve restituire.
e te li deve restituire.
16.
17.
18.
19.
20.
Sas rèntas servini solu
Giovan solo le rendite
Le rendite servono soltanto
Pro mantenner cicisbeas,
A procacciar brillanti,
per mantenere amanti,
Pro carrozzas e livreas,
Livree, carrozze e amanti,
per carrozze e livree,
Pro inutiles servissios,
A creare servizi
per servizi inutili,
Pro alimentare sos vissios,
Vani, a crescer vizi.
per alimentare i vizi,
Pro giogare a sa bassetta,
A scacciar la noia
per giocare a bassetta,
E pro poder sa braghetta
E a poter ogni foia
e poter gli istinti sessuali
Fora de domo isfogare,
fuori casa sfogare,
sfogare fuori di casa.
Pro poder tenner piattos
Ad avere dieci o venti
Per poter avere piatti
Bindighi e vinti in sa mesa,
Portate a mensa ognora,
quindici e venti a tavola,
Pro chi potat sa marchesa
Per poter la signora:
affinché possa la marchesa
Sempre andare in portantina;
Cullare in portantina;
andare sempre in portantina,
S'iscarpa istrinta mischina,
La scarpetta (o meschina!)
la scarpa stretta, poverina,
La faghet andare a toppu,
Le sbuccia il bel piedino,
la fa zoppicare,
Sas pedras punghene troppu
Lo punge un sassolino
le pietre pungono troppo
E non podet camminare
E non può camminare
e non può camminare.
Pro una littera solu
Per portare un messaggio
Solo per una lettera
Su vassallu, poverinu,
Il vassallo, tapino!,
il vassallo, poveretto,
Faghet dies de caminu
Fa giorni di cammino
fa giorni di strada
A pe', senz 'esser pagadu,
A piedi, non pagato,
a piedi, senza compenso,
Mesu iscurzu e isporzadu
Va scalzo, sbrendolato,
mezzo scalzo e nudo,
Espostu a dogni inclemenzia;
Esposto a ogn'inclemenza
esposto alle intemperie,
Eppuru tenet passienzia,
E pur con pazienza
eppure ha pazienza,
Eppuru devet cagliare.
Soffre e non de' parlare.
eppure deve tacere.
Ecco comente s 'impleat
Così si sparge il vivo
Ecco come si impiega
De su poveru su suore!
Sangue del nostro cuore!
il sudore dei poveri!
Comente, Eternu Segnore,
Or come tu, Signore,
Come, Eterno Signore,
Suffrides tanta ingiustissia?
Soffri tanta ingiustizia?
sopportate tanta ingiustizia?
Bois, Divina Giustissia,
Tu, Divina Giustizia,
Voi, divina Giustizia,
Remediade sas cosas,
Rimedia queste cose,
ponete rimedio alle cose,
Bois, da ispinas, rosas
Tu sol puoi far le rose
voi rose dalle spine,
Solu podides bogare.
Dai tronchi germogliare.
solo Voi potete far nascere.
Trabagliade trabagliade
O miseri villani,
O poveri dei villaggi,
O poveros de sas biddas,
Sfiniti dal lavoro
lavorate, lavorate,
Pro mantenner in zittade
Per mantener costoro
per mantenere in città
Tantos caddos de istalla,
Come tanti stalloni!
tanti stalloni,
A bois lassant sa palla
Per lor sono i covoni,
a voi lasciano la paglia,
Issos regoglin' su ranu,
A voi dan la pagliata,
loro prendono il grano,
E pensant sero e manzanu
E sbarcan la giornata
e pensano mattina e sera
Solamente a ingrassare.
Pensando ad ingrassare.
soltanto ad ingrassare.
21.
22.
23.
24.
25.
Su segnor feudatariu
Sorge tardi dal letto
Il Signor Feudatario
A sas undighi si pesat.
Il feudatario, e pensa
si alza alle undici:
Dae su lettu a sa mesa,
Tosto a mettersi a mensa,
dal letto alla tavola,
Dae sa mesa a su giogu.
Va dalla mensa al gioco;
dalla tavola al gioco;
Appustis pro disaogu
Per poi svagarsi un poco
e dopo, per svago,
Andat a cicisbeare;
Si reca a donneare;
va a cicisbeare
Giompid'a iscurigare
Più tardi, all'annottare,
fino al tramonto
Teatru, ballu, allegria
Scene, danze, allegria.
teatro, balli, allegria
Cantu differentemente,
Quanto diversamente
Quanto diversamente
su vassallu passat s'ora!
Volge al vassallo l'ora!
passa il tempo il vassallo!
Innantis de s'aurora
Già prima dell'aurora
Prima dell’aurora
Già est bessidu in campagna;
Egli è nella campagna;
è già in campagna,
Bentu o nie in sa muntagna.
Brezze e nevi in montagna,
vento o neve nella montagna,
In su paris sole ardente.
Al piano sole ardente;
sole ardente in pianura,
Oh! poverittu, comente
Ahi! come può il paziente
o poveretto, come
Lu podet agguantare!.
Tal vita tollerare!
può resistere tanto?
Cun su zappu e cun s'aradu
Con la vanga e l'aratro
Con la zappa e con l’aratro
Penat tota sa die,
Geme l'intero giorno;
lotta tutto il giorno,
A ora de mesudie
Biascica a mezzo giorno
verso mezzogiorno
Si zibat de solu pane.
Un sol tozzo di pane.
si ciba solo di pane,
Mezzus paschidu est su cane
Meglio, assai meglio il cane
viene trattato meglio il cane
De su Barone, in zittade,
Si pasce del signore.
del Barone, in città,
S'est de cudda calidade
Quel can che a tutte l'ore
se è di quella razza
Chi in falda solent portare.
Suol dietro a sè portare.
che solitamente portano in tasca.
Timende chi si reforment
Le Cortes osteggiarono
Temendo che si ricreino
Disordines tantu mannos,
Con raggiri e soprusi
disordini tanto grandi,
Cun manizzos et ingannos
Perché codesti abusi
con intrighi e inganni
Sas Cortes han impedidu;
Non dovesser cessare;
le Corti hanno impedito;
Et isperdere han cherfidu
Cercaron di fugare
e hanno disperso
Sos patrizios pius zelantes,
I patriotti migliori
i patrizi più zelanti,
Nende chi fint petulantes
Dicendoli fautori
dicendo che erano petulanti
Et contra sa monarchia
D'odio alla monarchia.
e contrari alla Monarchia.
Ai caddos ch'in favore
A chi levò la voce
A coloro che in favore
De sa patria han peroradu,
Per la natia contrada
della patria hanno lottato,
Chi s'ispada hana ogadu
A chi strasse la spada
che hanno impugnato la spada
Pro sa causa comune,
Per la causa comune
per la causa comune,
O a su tuju sa fune
Volean cinger di fune
o una fune al collo,
Cheriant ponner meschinos.
Il collo: od i meschini
meschini, volevano mettere,
O comente a Giacobinos
Siccome Giacobini
o come Giacobini
Los cheriant massacrare.
Volevan massacrare.
li volevano massacrare.
26.
27.
28.
29.
30.
Però su chelu hat difesu
Ma il cielo, il ciel i giusti
Però il cielo ha difeso
Sos bonos visibilmente,
Guardò veracemente;
i buoni in modo evidente
Atterradu bat su potente,
Atterrato ha il possente
ha atterrato il potente,
Ei s'umile esaltadu,
E ha l'umile esaltato
ed esaltato gli umili.
Deus, chi s'est declaradu
Iddio s'è dichiarato
Iddio, che si è dichiarato
Pro custa patria nostra,
Per questa terra nostra,
in favore della nostra patria,
De ogn'insidia bostra
Ed ogni insidia vostra
da ogni vostra minaccia
Isse nos hat a salvare.
Egli dovrà sfatare.
egli ci salverà.
Perfidu feudatariu!
Per far tue mire prave,
Perfido feudatario!
Pro interesse privadu
Feudatario inumano,
Per interesse personale
Protettore declaradu
Chiaramente la mano
Un protettore dichiarato
Ses de su piemontesu.
Distendi al Piemontese
Sei dei piemontesi:
Cun issu ti fist intesu
E con lui sulle intese
con loro ti accordasti
Cun meda fazilidade:
Stai per far le tue voglie
con molta facilità,
Isse papada in zittade
I borghi tu, egli toglie
lui mangia in città,
E tue in bidda a porfia.
Le cittadi a pelare.
e tu in paese, a gara.
Fit pro sos piemontesos
Fu per Piemontese l'isola
Era per i piemontesi
Sa Sardigna una cucagna;
Nostra una gran cuccagna;
una cuccagna, la Sardegna:
Che in sas Indias s 'Ispagna
Come l'Indie la Spagna
come la Spagna nelle Indie
Issos s 'incontrant inoghe;
Egli ci mette in croce;
essi si trovavano qui;
Nos alzaiat sa oghe
Non mai levò la voce
ci alzava la voce
Finzas unu camareri,
Un vil cameriere,
perfino un cameriere;
O plebeu o cavaglieri
Che servo o cavaliere
o plebeo o cavaliere,
Si deviat umiliare...
Non si dovean piegare
il sardo si doveva umiliare.
Issos dae custa terra
Essi da questa terra
Loro dalla nostra terra
Ch'hana ogadu migliones,
han tratto milioni.
hanno portato via milioni,
Beniant senza calzones
Giungean senza calzoni
venivano senza pantaloni
E si nd'handaiant gallonados;
E partian gallonati
e ripartivano gallonati.
Mai ch'esserent istados
Non ci fossero mai stati
Mai fossero venuti
Chi ch'hana postu su fogu
Per cacciarci in tal fuoco.
che ci hanno bruciato tutto!
Malaittu cuddu logu
Sia maledetto il loco
Maledetto il paese
Chi criat tale zenìa
Che cresce tal genia.
Che crea una simile razza.
Issos inoghe incontràna
Essi trovano tra noi
Loro qui incontravano
Vantaggiosos imeneos,
Splendidi maritaggi
matrimoni vantaggiosi,
Pro issos fint sos impleos,
A lor gli appannaggi,
per loro erano gli impieghi,
Pro issos sint sos onores,
A lor tutti gli onori,
per loro erano gli onori,
Sas dignidades mazores
Le dignità maggiori
le maggiori dignità
De cheia, toga e ispada:
Di stola, spada e toga;
di chiesa, toga e spada:
Et a su sardu restada
Ed al sardo una soga
e al sardo restava
Una fune a s'impiccare!
Per potersi appiccare.
una fune per impiccarsi.
31.
32.
33.
34.
35.
Sos disculos nos mandàna
Tutti i facinorosi
Ci mandavano i peggiori
Pro castigu e curressione,
tra noi per punizione
per castigo e pena,
Cun paga e cun pensione
Mandan, e han pensione
con salario e pensione,
Cun impleu e cun patente;
E stipendi e patente;
con impiego e con patente.
In Moscovia tale zente
In Russia una tal gente
A Mosca gente simile
Si mandat a sa Siberia
La si manda in Siberia
La mandano in Siberia,
Pro chi morzat de miseria,
Per crepar di miseria
ma per farla morire di miseria,
Però non pro guvernare
Ma non per governare.
non per governare
Intantu in s'insula nostra
E intanto, intanto lasciano
Intanto nella nostra isola
Numerosa gioventude
Qui molti virtuosi
numerosi giovani
De talentu e de virtude
Giovani inoperosi
il talento,muniti di virtù,
Ozïosa la lassàna:
Che in mezzo all’ozio annegano:
li lasciavano nell’ozio;
E si algun 'nd'impleàna
e se alcuno ne impiegano
e se ne impiegavano alcuno
Chircaiant su pius tontu
Lo cercano sciocco a prova,
cercavano il più tonto,
Pro chi lis torrat a contu
Però che a loro giova
perché a loro conveniva
cun zente zega a trattare.
Coi ciechi aver da fare
trattare con gente stupida.
Si in impleos subalternos
Se d’impiegatucci al sardo
Se in lavori subalterni
Algunu sardu avanzàna,
Talor son liberali,
qualche sardo faceva progressi,
In regalos non bastada
Questi deve in regali
per fare regali non gli bastava
Su mesu de su salariu,
Spender tutto il salario,
metà salario,
Mandare fit nezessariu
Poiché gli è necessario
inviare si dovevano
Caddos de casta a Turinu
Di spedire a Torino
cavalli di razza a Torino,
Et bonas cassas de binu,
Bei cavalli, buon vino,
e casse di buon vino,
Cannonau e malvasia.
Cannonau e malvasia
Cannonau e Malvasia.
De dare a su piemontesu
Nel dar al Piemontese
Garantire al Piemonte
Sa prata nostra ei s'oro
Il nostro oro e l’argento
la nostra argenteria e l’oro
Est de su guvernu insoro
Sta tutto il fondamento
è del loro governo
Massimu fundamentale,
Della possanza loro.
la massima fondamentale.
Su regnu andet bene o male
E che importa a costoro
Del regno sardo, vada bene o male,
No lis importat niente,
Che vada male il regno,
a loro non importa nulla,
Antis creen incumbeniente
Se essi credon non degno
anzi credono non sia conveniente
Lassarelu prosperare.
Il farlo prosperare?
lasciarlo prosperare.
S'isula hat arruinadu
Guasto ha l'isola nostra
Hanno rovinato l’isola
Custa razza de bastardos;
Quest'orda di bastardi;
questa razza di bastardi,
Sos privilegios sardos
I privilegi sardi
i privilegi sardi
Issos nos hana leadu,
Ci ha tolto; degli archivi
che li hanno portati via;
Dae sos archivios furadu
Nostri ci ha fatto privi;
hanno rubato dagli archivi
Nos hana sas mezzus pezzas
Come robaccia, parte
i documenti più importanti,
Et che iscritturas bezzas
Delle memori carte
e come scritti inutili
Las hana fattas bruiare.
Nostre ha fatto bruciare.
li hanno fatti bruciare.
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De custu flagellu, in parte,
Ma (volle Iddio) siam quasi
In parte, di questo flagello,
Deus nos hat liberadu.
Da tal danno risorti.
Dio ci ha liberati,
Sos sardos ch'hana ogadu
I Sardi sono insorti
i sardi hanno cacciato
Custu dannosu inimigu,
Contro l'empio nemico,
questo odioso nemico
E tue li ses amigu,
E tu, Baron, da amico
e tu sei suo amico,
O sardu barone indignu,
Anche adesso lo tratti!
indegno barone sardo;
E tue ses in s'impignu
E indegno ti arrabatti
e tu ti adoperi
De 'nde lu fagher torrare
Per farlo ritornare?
per farlo ritornare!
Pro custu, iscaradamente,
Perciò tu a viso aperto
Per questo, sfacciatamente,
Preigas pro su Piemonte,
Decanti il Piemonte,
preghi per il Piemonte.
Falzu chi portas in fronte
Vile, lo stigma in fronte
Falso! Che hai in fronte
Su marcu de traitore;
Del traditor tu porte!
Il marchio del traditore,
Fizzas tuas tant'honore
Le tue figlie la corte
tue figlie tanto onore
Faghent a su furisteri,
Fanno al primo venuto,
fanno al forestiero,
Mancari siat basseri
Valga men d'uno sputo
anche se fosse un lavagabinetti,
Bastat chi sardu no siat.
Pur che sardo non sia.
purché non sia sardo.
S'accas 'andas a Turinu
Se ti rechi a Torino,
Se per caso vai a Torino
Inie basare dès
Non appena lo vedi
là devi baciare
A su minustru sos pes
Baci al ministro i piedi,
i piedi al Ministro,
E a atter su... già m 'intendes;
Baci agli altri il...m'intendi;
e ad altri il…, già mi capisci,
Pro ottenner su chi pretendes
Purché ciò che pretendi
per ottenere ciò che chiedi
Bendes sa patria tua,
Ti diano per danaro,
vendi la tua patria,
E procuras forsis a cua
Vendi la patria e caro
e forse cerchi nascostamente
Sos sardos iscreditare
Ti è dei sardi sparlare.
di screditare i Sardi.
Sa buscia lassas inie,
Là ti mungon la borsa,
Là lasci la borsa,
Et in premiu 'nde torras
Ma in cambio fai ritorno
e ritorni con in premio
Una rughitta in pettorra
Di croci e stemmi adorno.
una croce sul petto,
Una giae in su traseri;
Perché venisse eretto
una chiave sul sedere:
Pro fagher su quarteri
Il quartiere, il tuo tetto,
per costruire la caserma
Sa domo has arruinodu,
Il tuo tetto atterrasti,
hai distrutto la casa,
E titolu has acchistadu
E nome meritasti
e hai guadagnato il titolo
De traitore e ispia.
Di traditore e spia.
di spia e traditore.
Su chelu non faghet sempre
Ma il cielo non vuol che sempre
Il cielo non lascia sempre
Sa malissia triunfare,
Trionfi la tristizia
trionfare il male;
Su mundu det reformare
E deve la giustizia
il mondo deve porre rimedio
Sas cosas ch 'andana male,
Infrangere ogni male.
alle cose che vanno male;
Su sistema feudale
La potestà feudale
il sistema feudale
Non podet durare meda?
Già tocco ha la sua meta;
non può durare molto,
Custu bender pro moneda
Il vender per moneta
il vendere per denaro
Sos pobulos det sensare.
Le plebi de' cessare.
i popoli, deve terminare.
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S'homine chi s 'impostura
L'uomo cui molto urgeva
L’uomo che l’impostura
Haiat già degradadu
Secolar tenebrore
aveva già degradato,
Paret chi a s'antigu gradu
Par che al prisco splendore
pare che all’antica dignità
Alzare cherfat de nou;
Levi la fronte ancora.
voglia tornare nuovamente:
Paret chi su rangu sou
Nella novella aurora
pare che il suo rango
Pretendat s'humanidade;
Si affissano i gagliardi.
L’umanità rivendichi
Sardos mios, ischidade
Ascoltatemi, o Sardi,
sardi miei, svegliatevi
E sighide custa ghia.
Io vi schiudo la via.
e seguite questa guida.
Custa, pobulos, est s'hora
Popoli, è giunta l'ora
Questa, popoli è l’ora
D'estirpare sos abusos!
D'infrangere gli abusi;
di estirpare gli abusi!
A terra sos malos usos,
A terra, a terra gli usi
A terra i cattivi usi,
A terra su dispotismu;
Malvagi e il dispotismo.
a terra il dispotismo!
Gherra, gherra a s'egoismu,
Sia guerra all'egoismo,
Guerra, guerra all’egoismo!
Et gherra a sos oppressores;
Sia guerra agli oppressori
E guerra agli oppressori,
Custos tirannos minores
I piccioli signori
questi tiranni di poco valore
Est prezisu humiliare.
Devono a noi piegare.
bisogna umiliarli.
Si no, chalchi die a mossu
Non osi chi fu inerte
Se no qualche giorno a morsi
Bo 'nde segade' su didu.
Mordersi un dì le dita;
vi taglierete il dito,
Como ch'est su filu ordidu
Or che la tela è ordita
ora che l’ordito è gettato
A bois toccat a tèssere,
Date una mano a tessere.
a voi tocca a tessere;
Mizzi chi poi det essere
Tardo vi potrebbe essere
badate che poi può essere;
Tardu s 'arrepentimentu;
Un giorno il pentimento;
tardivo il pentimento;
Cando si tenet su bentu
Quando si leva il vento
quando il vento è favorevole
Est prezisu bentulare.
E' d'uopo trebbiare.
bisogna trebbiare.
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