Conselice: la città si trasforma nel “Boysteland”, con il tradizionale

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Conselice: la città si trasforma nel “Boysteland”, con il tradizionale
Conselice: la città si trasforma nel “Boysteland”, con il
tradizionale carnevale di San Grugnone
Sabato 11 Marzo 2017
Un momento dell'edizione passata
Domenica 12 marzo alle 15 parte il corso mascherato guidato dal re e dalle sue regine Il Carnevale di San Grugnone di
Conselice, uno dei più antichi e originali carnevali della Romagna che ormai da anni gode di uno straordinario successo di
presenze, torna il 12 marzo, ovvero nella seconda domenica di Quaresima, con uno sfavillante corso mascherato per le vie
del centro.
Dalle 15 il centro di Conselice sarà il teatro di un corso mascherato con musica e folklore. Il corteo è aperto dal re con le
regine e sfilano per le vie del centro cittadino carri provenienti anche dalle città vicine e numerosi gruppi mascherati. In caso di
maltempo l’iniziativa sarà rimandata a domenica 19 marzo.
Giunto alla sua 98esima edizione, il carnevale conselicese riporta puntualmente il pubblico dentro la sua storia ricca di
aneddoti curiosi, di come seppe sopravvivere al ventennio fascista e di come riprese vigore nel dopoguerra con i balli in
maschera e il grande corso mascherato della domenica. Per ulteriori informazioni, contattare il Comitato San Grugnone al
numero 335 476975.
La storia del reame del Boysteland
Il Carnevale di San Grugnone, più o meno nella forma attuale, comincia a celebrarsi a Conselice a partire dal 1920, dopo
un esordio estemporaneo l’anno precedente. Da subito nasce lo Stato del Boysteland con tanto di re, il Pangiagleba, i
ministri come il Causidico Racia, i nobili, i generali e i sottosegretari, con nomi che provenivano dai nomignoli di allora e di
cui ancora oggi ve n’è traccia. Originariamente il carnevale conselicese iniziava alle 13 del primo giorno di Quaresima,
quando il re coi suoi ministri, cortigiani e uno stuolo di popolani prendevano le mosse per una visita alle colonie, le frazioni di
Conselice.
Si conta che fossero già oltre una cinquantina a formare una carovana costituita da qualche biroccio, un paio di calessi e
diverse persone che seguivano in bicicletta e a piedi. Erano del tutto assenti i carri allegorici e il Gruppo principale si
manteneva con una divisa e un cappello a larga tesa che ricordavano quelli delle giubbe rosse canadesi.
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La carovana del Regno del Boysteland, accompagnata da un’orchestrina di sette, otto elementi denominata Concertino dal
Pèp Róti, abbandonava la piazza di Conselice da via Cavallotti e proseguiva alla volta di San Patrizio, lungo la via Selice
vecchia; poi dopo le prime tappe, i banchetti di vino e di dolciumi offerti dai generosi “sudditi”, proseguiva lungo il canale dei
Molini, intercettando via Merlo. A quel punto si lasciava alle spalle i paesi per immergersi nella campagna, in una sorta di
perle di una collana fatta dai banchetti dei contadini che facevano a gara nel gioco dell’ospitalità. Ad ogni tavola imbandita ci
si inumidiva la bocca di buon vino e si lasciava un motto, una citazione, una battuta salace o una invettiva a seconda di come
girava in quel momento la storia.
E il ritorno da Borgo Serraglio, Chiesanuova si faceva leggero per come si era carichi di vino e sgombri di pensieri.
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