“Pubertà”, 1895, olio su tela, cm 151x110, Oslo, Museo Munch.

Transcript

“Pubertà”, 1895, olio su tela, cm 151x110, Oslo, Museo Munch.
“Pubertà”, 1895, olio su tela, cm 151x110, Oslo, Museo Munch.
“La natura è l’opposto dell’arte. Un’opera d’arte proviene direttamente dall’interiorità dell’uomo.
… La natura è il mezzo, non il fine. Se necessario raggiungere qualcosa cambiando la natura,
bisogna farlo. … L’arte è il sangue del cuore umano.”
Sono parole di Munch, che chiariscono le radici della sua pittura. Sul finire del XIX secolo, quando
l’artista norvegese esordì, lo stile più ammirato dalle giovani generazioni era l’Impressionismo.
Monet, Renoir , Pissarro intendevano riprodurre sulla tela l’impressione visiva suscitata da una
particolare condizione di luce, di vento, di tempo. Il risultato era una soggettività retinica ma non
arrivavano mai a una deformazione di ciò che avevano davanti agli occhi e perciò i dipinti non
rivelavano “il sangue del cuore umano”. Nuovi orizzonti avevano però cominciato a schiudersi a
metà degli anni ottanta, quando una serie di letterati e artisti avevano elaborato una nuova poetica,
per dare voce ai turbamenti, che gli studi scientifici stavano facendo emergere, agli interrogativi e
alle ansie che la rapida trasformazione della società provocava.
Nei suoi diari, Munch aveva dichiarato di aver: “cominciato come impressionista, ma in seguito alla
violenta indagine dell’anima e ai conflitti della vita di cui avevo fatto esperienza nel periodo
bohémien, all’Impressionismo mancava quell’espressività di cui avevo bisogno nel mio lavoro.
Dovevo tirare fuori le impressioni che agitavano la mia interiorità”.
I lavori di Munch sono legati da poche tematiche di fondo: “Riunii i quadri e potei così scoprire
come parecchi di loro fossero apparentati per il loro contenuto. Una volta appesi assieme, mi
sembrò che improvvisamente una stessa nota musicale li unisse. Non avevano più nulla a che
vedere con quello che erano stati fino ad allora. Ne risultava una vera sinfonia”. I temi vennero
riuniti nel cosiddetto Fregio della vita , suddiviso in quattro grandi sezioni: “Nascita dell’amore”,
“Sviluppo e dissoluzione dell’amore”, “Angoscia di vivere”, “Morire”.
Nonostante non sia stata inclusa nel Fregio della vita, Pubertà si lega tematicamente alle opere
della sua prima sezione; “La nascita dell’amore”. Il dipinto, infatti, rappresenta la scoperta della
sessualità nell’adolescenza, ovvero l’inizio della pulsione che ha per Munch lo stesso potere di
distruzione della morte. L’ambientazione si riduce a un letto spoglio, che ha la consistenza di una
superficie dura e fredda, sul quale una giovane siede nuda: il pavimento e la parete di fondo sono
scabri e volutamente non finiti, privando così la stanza di qualunque senso di accoglienza e
familiarità. La giovane età della protagonista è evidente nel viso infantile, il suo corpo appare in
parte ancora acerbo: ai fianchi che sono già di donna, fanno stridente riscontro le spalle e i seni
ancora infantili. Lo sguardo, velato di un vago sentore di malinconia, è fisso nel vuoto, mentre il
volto è illuminato da una luce gialla che tende a trasformarlo in una maschera. La ragazza incrocia
le mani tra le ginocchia, coprendo la fonte del suo turbamento. Non vi è alcun compiacimento
sensuale in questo nudo, anzi, l’immagine trasmette, un intenso sentimento di angoscia. Il nudo, in
questo caso, è l’allegoria di una condizione indifesa, nei confronti della vita. La sua ombra si
allunga sul letto e sul muro ingigantendosi a dismisura dietro di lei, trasformandosi in una presenza
minacciosa, i cui significati simbolici si moltiplicano. Non è un’ombra naturale, ma un grumo nero
come un fantasma che si materializza dietro di noi, senza che possiamo evitarlo: è il simbolo di tutti
i dolori che attendono chi ama.