Se il selfie diventa un business Cosa chiedono e future mamme?

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Se il selfie diventa un business Cosa chiedono e future mamme?
MANIE C H E RENDONO
Se il selfie
diventa
un business
S A R A ERRANI, TENNISTA
GRAVIDANZA IN R E I E
Cosa chiedono
e future mamme?
7?1 1Z8"608003'
Le foto che saranno
postate nel 2014,
secondo Yahoo.
nandolo in ogni genere di promozione, offerta, sconto,
concorso. Risalgono a un paio d'anni fa i primissimi esperimenti (Nokia, Kellogg's o Algida, erano alcune delle
aziende che ripagavano i selfie dei loro consumatori con
sconti o promozioni), ma solo quest'anno la strategia è dilagata facendo il giro del mondo. Come sulle ali dellaTurkish Airlines, che per la sua la campagna da 137 milioni e
passa di visitatori {The Selfie Shootout, con Lionel Messi e
Kobe Bryant) si è aggiudicata il premio "Most Virai Celebrity Spot in Advertising Age's 2014".
A fine 2013 i selfie erano 35 milioni {solo su Instagram),
mentre quest'anno Ad Week ha pubblicato un'infografica
illuminante sull'ossessione dei brand per questa forma di
marketing: a gennaio dell'anno scorso 7 aziende la utilizzavano per farsi pubblicità su Facebook, 13 erano quelle
che ci costruivano intomo un concorso (posta una tua foto
abbracciando il prodotto X e vinci una promozioneY). A
dicembre sono diventate 129 e 207; suTwitter sono salite
rispettivamente a 262 e 871, dalle 11 e 252 che erano.
Il motivo sa di acqua e sapone: «Sono contenuti spontanei.
E le aziende sanno bene quanto la spontaneità e la naturalezza siano fattori chiave nella comunicazione sui social»,
dice Sara Carminati di Innovation Marketing, agenzia
milanese con un portfolio clienti che va dal produttore
di materassi al grande parco divertimenti. «Rispetto alle
strategie istituzionali, i selfie hanno un riscontro fino a 20
volte maggiore in termini di coinvolgimento, permettendo
un'associazione iconica tra brand e consumatore. Non c'è
miglior placement di un cliente che celebra in un autoscatto il proprio prodotto preferito».
Se poi nell'inquadratura c'è anche il proprio personaggio preferito, tanto meglio, h i Italia Wind ha lanciato la sua campagna con Fiorello con timing da Oscar, il 4
marzo: «Il selfie è stata la chiave narrativa per ritrovarci più
vicini alle persone, alla loro quotidianità fatta anche di questo», ci dice Claudio Erba, direttore advertising dell'azienda di telecomunicazioni. «Una volta si chiamava autoscatto
e oggi si chiama selfie, ma è solo la vita vera. Ed è bello
vederla anche nelle pubblicità».
A patto che nella "vita vera" anche l'egoricevaqualche gratifica, «piccoli reward di ringraziamento», puntualizza Andrea Betti, strategie planning director di JWT Italia. Tempo fa bastava molto poco per ringraziare (spesso si finiva
semplicemente pubblicati in una photogallery), poi un po'
di più (un paio di lacci se ci si fotog^ava con le proprie sne-
D44
Qui sopra, il rapper 50 Cent in posa
con Russell Crowe alla prima
del film Noah a New York. A sinistra,
selfie di squadra della Juventus
dopo l'ultimo scudetto.
aker Supei^a, o forniture di
patatine Fonzies). E ancora
un altro passo: tecnogadget
in cambio di selfie "disimpegnati" (come un analcolico
Crodino) o qualcosa di più
^^^XiMKÈ discrezionale (ci puoi com—
am
...
.
J prare quello che vuoi con i
o7 ^''HflriHHH 5mila euro messi in palio per
hanno
1^
^ .-ìfflipimlH
1^ ciglia più belle - MaybelliIfie della
ne). Piccoli reward, che stannotte degli Oscar.
no evolvendo e diventando
sempre più spesso moneta.
Le donne si scattano
Un
po' come i regali di Nacirca il doppio dei selfie
tale che ti faceva la nonna:
degli uomini (ma si
da bambina erano bambole,
passa da 1,3 volte a
Londra alle 4,6 a Mosca).
da adolescente erano buste
rosse con grafia svolazzante e
50mila lire dentro.
In Inghilterra il marchio di surgelati Birds Eye si è
spinto oltre, promuovendo ì selfie a vera e propria
valuta. Per il lancio di due nuovi prodotti, ha aperto un
ristorante dove il conto si paga non in denaro, ma sonanti
autoritratri-con-vista-piatto (se pubblicati su Instagram).
Non è un caso che sia spesso il cibo al centro dei voyeurismi, il alone food-por ri ha già riempito il web di foto artistiche scattate da ^ o t t o n i a cibi scandalosamente sexy. Ed
era prevedibile che un'ulteriore spinta alla monetizzazione
venisse dall'industria del sesso: nuovi di zecca, iTitcoin
(selfie del topless, lanciati dal sito Pomhub) sono diventati
merce di scambio e ci puoi anche pagare l'idraulico.
Andando oltre i bilanci domestici, la potenza fotogenica
dell'ego èriuscitaarisanarebilanci aziendali e moltiplicare
i fatturati: la giapponese Casio ha recuperato il flop della
fotocamera T Rripiazzandolasul mercato a uso e consumo delle fanatiche cinesi del selfie e la tawainese Hd ha
annunciato che diventerà il colosso del settore producendo
telefonini sempre più sofisticati per immortalarsi da vicino.
E come succede in tutte le economie dell'abbondanza,
anche nei selfie spunta un risvolto benefico. La celebre
campagna Unomakeupselfie invitava star e gente comune
(soprattutto le prime) a postare autoscatti senza trucco.
Un'iniziativa che, in soli sei giorni, raccolse circa 8 milioni
di sterline per la ricerca inglese sul cancro. Come dire: la
storia si può fare anche senza red carpet.
lOOmila abitanti a
Makatì. Filippine:
r
28 GIUGNO 2014