11 647-651 - Recenti Progressi in Medicina
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Vol. 97, N. 11, Novembre 2006 Pagg. 647-651 Telemedicina: passato, presente, futuro Pierpaolo Morosini Riassunto. Per telemedicina intendiamo l’impiego delle tecnologie di telecomunicazione per la diagnosi medica e la cura dei pazienti. Dagli inizi ad oggi, la telemedicina è stata utilizzata in varie aree, ma solo ora – con le moderne tecnologie telematiche – si incomincia a capire che queste tecniche sono facili da usare e potrebbero quindi incrementare la pratica del teleconsulto. A dispetto, però, della facilità d’impiego vi sono pochi studi che ne documentino un beneficio clinico. Si può ipotizzare un uso futuro della telemedicina per migliorare le possibilità di assistenza e cura dei pazienti che si trovano in aree remote del mondo e/o in aree rurali distanti dai grandi Centri clinici. Parole chiave. Assistenza medica a distanza, cure domiciliari, fascicolo sanitario elettronico, telemedicina. Summary. Telemedicine: past, present and future. Telemedicine is the use of telecommunication technology for medical diagnosis and patient care. From its beginnings, telemedicine has been used in a variety of health care filelds, although widespread interest among healthcare providers has only now become apparent with the development of more sophisticated technology. In the present establishing system for patient care using telecommunication technologies is feasibile, but there is little evidence of clinical benefits. In the future, telemedicine may be an useful tool for diagnosis and clinical assistance of patients in remote areas of the world and/or rural area far from clinical center. Key words. Medical care in remote areas, electronic clinical record, home care, telemedicine. Incominciai ad interessarmi di telemedicina già nel 1978, quando ero ancora un giovane assistente di Clinica Medica all’Università di Ancona (allora non si chiamava Università Politecnica delle Marche). In collaborazione con il CNR di Pisa, dovevamo validare un sistema di trasmissione e refertazione di elettrocardiogrammi a distanza, mediante connessione telefonica. Il prototipo, grande come una valigetta ventiquattr’ore, girava fra le abitazioni degli assistenti ove, a turno, figli, mogli, nonni si sottoponevano ad ECG, mentre un cardiologo, in Clinica, registrava le tracce. Queste venivano poi confrontate con un ECG tradizionale eseguito a domicilio con un elettrocardiografo standard, subito dopo il tele-ECG. I risultati erano buoni ma le applicazioni pratiche si limitavano a pazienti con cardiopatie ischemiche e/o aritmiche, pazienti che richiedevano un supporto diagnostico al proprio domicilio dopo la dimissione, per motivi prevalentemente emotivi. La stessa Telecom, che poi avviò una sperimentazione in tutta Italia, abbandonò dopo poco tempo l’ipotesi di un servizio nazionale di questo tipo: per assenza di mercato. In ogni caso, si era potuto dimostrare che attraverso il “doppino telefonico” i segnali potevano viaggiare senza distorsioni in tempi accettabili, quasi istantanei. La necessità di trasmettere a distanza tracce elettroniche relative alle indagini cui il paziente si sottoponeva era un’idea che in alcuni casi poteva avere una utilità e la riprendemmo in considerazione quando la rete informatica realizzatasi in tutto il mondo, internet, metteva a disposizione uno strumento efficace e facile da impiegare per poter dare il via al cosiddetto teleconsulto o telemedicina. Ieri Con telemedicina intendiamo l’uso delle tecnologie di telecomunicazione per la diagnosi medica e la cura dei pazienti. Prima di internet, altri sistemi e varie tecnologie di comunicazione erano state utilizzate in diverse àmbiti della medicina: ad esempio in psichiatria1, in pediatria2, in ospedali di insegnamento o in aeroporti3. UO Medicina Interna, Presidio Ospedaliero C. e G. Mazzoni, Ascoli Piceno, Regione Marche ASUR ZT13. Pervenuto il 7 settembre 2006. 648 Recenti Progressi in Medicina, 97, 11, 2006 In ogni caso si trattava di fornire una cura diretta ad un paziente (recettore) che si trovava a distanza dal clinico: un sistema che utilizzava almeno due media di telecomunicazione audio-video conferenza o audio-data scambio mediante modem telefonico. La tecnologia modem ha reso il sistema facile da impiegare, a bassi costi e – soprattutto – universalmente utilizzabile4-7. ■ In collaborazione con un collega impegnato in Medicina della Cooperazione nei Paesi in via di sviluppo, provammo a verificare abbozzi di teleconsulto utilizzando le linee chat di internet. La postazione del medico che stava svolgendo la sua attività in aree remote del mondo (Afganistan e Cina) era costituita da un computer portatile dotato di un modem analogico 56 Kb, una telecamera ed una macchina fotografica connessa al computer ed un programma gratuito scaricato in rete. In pratica, una comune linea chat che fa parte della dotazione di tutti i computer con sistema operativo windows: MSN o YAHOO Messenger. In seguito aggiungemmo un sistema di audiocomunicazione: Skype. In Italia un gruppo di lavoro, ognuno al proprio domicilio, disponeva di analoga strumentazione e si collegava, o a chiamata o in fasce orarie programmate, con il collega in Cina o in Afganistan. In sintesi, i risultati di questo teleconsulto sono stati i seguenti: • La linea chat è adeguata allo scopo. • I dati provenienti da telecamera sono di scarsa utilità, perché sono a bassissima definizione. Comunque, in alcuni casi, risultarono utili (ad esempio, in un caso – osservando la deambulazione del paziente – lo specialista neurologo confermò la diagnosi di còrea ipotizzata dall’internista). • I dati provenienti da macchina fotografica sono eccellenti, ma debbono essere inviati via e-mail per evitare inutili appesantimenti della linea chat e frequenti cadute della linea telefonica. (Erano i primi anni 2000 e quindi non si disponeva di linee ADSL, ma solo analogiche). Si realizzava così a costo zero e per fini umanitari un sistema di teleconsulto abbastanza efficace, che è proseguito nel tempo e tuttora viene utilizzato, sempre con gli stessi scopi umanitari, dopo averne verificata anche l’affidabilità diagnostica5-7. In pratica, abbiamo potuto dimostrare che le immagini digitalizzate hanno la stessa utilità diagnostica delle radiografie standard stampate su lastra fotografica o della visione diretta al microscopio di un preparato istologico. Nel primo caso trasformammo in digitale immagini radiografiche tradizionali ottenute da pazienti almeno quattro anni prima e riproponemmo le stesse immagini al radiologo che le aveva refertate anni prima. Il collega nulla ricordava del caso in questione e della relativa diagnosi da lui formulata. Alla rilettura dell’immagine digitalizzata egli confermò la precedente diagnosi nel 95% dei casi. Nel secondo caso riproponemmo al collega citologo, sottoponendogli vetrini in foto digitale, alcuni esami diagnosticati anni prima. La corrispondenza con la precedente diagnosi in visione diretta al microscopio fu di oltre il 90% dei casi. Oggi Il passato ci aveva quindi insegnato che: ■ L’importante è digitalizzare le informazioni; in questo modo esse possono viaggiare per il mondo alla velocità di una telefonata. ■ Il sistema ha un grado di accuratezza ottimale e può consentire teleconsulto con facilità, l’importante è avere accesso alla banca dati digitalizzata. Esistono due problemi: la sincronia degli operatori sanitari e il contatto umano medico-paziente. • La sincronia è indispensabile quando, ad esempio, si trattano immagini. Quantunque il citologo possa chiedere al collega lontano di mostrare un altro campo, di ingrandire un particolare (attraverso programmi di fotoritocco può intervenire, in parte, lo stesso consulente citologo), tuttavia il colloquio sincrono resta condizione fondamentale per il buon esito del teleconsulto. • Dall’altra parte, lo stesso paziente può voler comunicare con lo specialista lontano. Ad esempio – nel caso precedentemente citato di diagnosi di còrea – il padre del ragazzo intervenne in diretta nella sua lingua madre (incomprensibile a noi che eravamo dall’altra parte del filo) perché era desideroso di comunicare che ciò che noi vedevamo (ed era veramente poca cosa) non era quello che accadeva sempre: in quel momento, insomma, la situazione era migliore del solito. È importante che il teleconsulto (medico che comunica con paziente o medico che comunica con medico) avvenga in sincronia. Si tratta, in sostanza, di una “second opinion” per il paziente o di un consulto per il medico. In questo caso l’informatica ha uno scopo facilitante, ma non modifica quello che accade in ogni ambulatorio medico e, tenuto conto della necessità di sincronia medico-paziente, probabilmente questo tipo di teleconsulto non è destinato ad incrementarsi, in quanto il sistema “face to face” risulta più agevole e più gradito. P. Morosini: Telemedicina: passato, presente, futuro Forse più interessante potrebbe essere il teleconsulto medico-medico o il teleconsulto medico- paziente limitatamente alla comunicazione di un dato clinico o di una traccia vitale (ECG). Monitorare, ad esempio, una terapia anticoagulante o definire il dosaggio di un farmaco in funzione di un dato di laboratorio può essere fatto in modo sincrono ed asincrono già da ora. Il paziente fa il prelievo di sangue alle ore 8 e alle ore 10 telefona al medico che avrà in visione on line l’esito dell’INR eseguito; il paziente avrà quindi una risposta immediata circa il dosaggio di farmaco da assumere (teleconsulto sincrono). Oppure – per definire la dose di tireostatico da assumere in funzione dei livelli sierici degli ormoni tiroidei – il paziente può inviare una e-mail ed attendere una risposta anche nelle successive 48 ore (teleconsulto efficace anche se asincrono). Il teleconsulto sincrono paziente-medico è stato già sperimentato per definire, ad esempio, le dosi di insulina da somministrare in un paziente diabetico8. Nel rapporto medico/medico potrebbero trovare largo sviluppo i cosiddetti dispositivi elettromedicali “home care”: elettrocardiografo, holter pressorio o ECG, fonendoscopio con memorizzazione dei suoni da quattro focolai di ascolto, ecc. Ad esempio, si potrebbe prevedere un modello organizzativo che dispone la collocazione dei dispositivi “home care” presso il distretto (studio del medico di Medicina Generale) e/o una casa di riposo (RSA, ecc); il personale medico che opera nel distretto (o presso la RSA) potrebbe collegarsi via internet o via telefono (meglio via internet) con lo specialista di guardia in ospedale. Agevolando in questo modo una diagnosi differenziale corretta e tempestiva, si potrebbero ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso ed accelerare le priorità terapeutiche necessarie per le vere urgenze (ad esempio, invio immediato ad un Centro di emodinamica di un infartuato per essere sottoposto ad angioplastica primaria). Il modello sincrono di teleconsulto medico-medico garantisce una continuità assistenziale MMG/medico specialista per alcune patologie quali, ad esempio, il diabete9,10, l’ipertensione arteriosa11, le malattie mentali12, lo scompenso cardiaco13, ecc. Il medico di Medicina Generale (MMG) e lo specialista condividono percorsi assistenziali e finalità terapeutiche, mediante incontri di aggiornamento mensili sull’argomento, così che – in caso di dubbi interpretativi o di necessità emergenti – potrebbe essere sufficiente un contatto telefonico (o chat) per evitare un ricovero o una visita medica di controllo con relativo allungamento delle liste di attesa. Una analisi della Cochrane Library14 ha esaminato complessivamente sette trial che avevano studiato circa ottocento pazienti. In un caso si trattava di teleconsulto in un Dipartimento di Emergenza, in un altro di un videoconsulto fra MMG e specialisti ospedalieri; nei restanti studi si trattava di valutazione di dispositivi “home care” o auto-controlli parametrici di pazienti con malattie croniche. 649 La conclusione è stata la seguente: il teleconsulto è fattibile, ma non vi sono ancora prove convincenti di beneficî clinici per il paziente o di riduzione dei costi per il Servizio sanitario nazionale. Domani È noto come un problema antico e irrisolto dell’assistenza medica sia costituito dalla difficoltà di comunicazione fra gli operatori sanitari. Ne deriva un sistema a compartimenti stagni, ove quello che fa MMG è spesso sconosciuto al medico specialista che cura il paziente per un tempo limitato e viceversa. La ASUR Zona Territoriale 13, nel 2004 realizzò il progetto INTEGRA. Esso aveva l’obiettivo di utilizzare la posta elettronica per migliorare la comunicazione tra medico di Medicina Generale e medico specialista. Lo scopo era l’invio della cartella clinica in possesso del MMG al medico specialista, una volta che al primo veniva comunicato il ricovero in ospedale. Lo specialista inviava in seguito al MMG la lettera di dimissione mediante posta elettronica. Le comunicazioni riguardavano sempre dati sanitari a disposizione del MMG o dello specialista; il “trait d’union” poteva essere il cittadino stesso nel momento in cui diveniva titolare e gestore di tutte le informazioni sanitarie che lo riguardavano. L’intento ultimo era quello di realizzare il fascicolo sanitario: correlare cioè al codice fiscale del paziente le informazioni generate dal Servizio Sanitario Nazionale nel momento in cui il cittadino accede ad un qualsivoglia prestazione dello stesso. Si sono quindi digitalizzate le informazioni via via che si realizzavano a partire dalla nascita e a seguire: la crescita e lo sviluppo psico-fisico, le vaccinazioni, le prime malattie, le successive, gli accertamenti diagnostici ed ambulatoriali, fino alla chiusura del fascicolo (scheda ISTAT di morte). Una volta correlate al codice fiscale, tutte queste informazioni restano al servizio di coloro che ne hanno il diritto di accesso. La rete di connessione è il sistema a rete Internet ormai diffuso nel mondo. Sono stati creati tre portali: il portale del cittadino (www.cureprimarie.it), il portale del MMG (www.cureprimarie.it/adi) e il portale dell’ospedale (www.cureprimarie.it/ospedale). Al portale del cittadino accede il paziente mediante una chiave di accesso strettamente personale. In questo modo – allorché ne abbia bisogno – egli può mettere a disposizione di qualunque specialista, in qualunque parte del mondo, i propri dati sanitari sia per un consulto “face-to-face”, sia per un tele-consulto. 650 Recenti Progressi in Medicina, 97, 11, 2006 Può prender atto dei propri accertamenti immediatamente dopo la loro esecuzione rinviando a un momento successivo il ritiro del referto presso le strutture sanitarie. Il fascicolo verrà utilizzato, previo consenso del paziente, dal MMG o dallo specialista. Il MMG potrà così essere informato in tempo reale di: • accessi al Pronto Soccorso dei propri assistiti; • eventuali ricoveri espletati; • situazione assistenziale del proprio assistito (ricovero, cure domiciliari, etc); • tutti i dati sanitari, senza doverli trascrivere sulla propria cartella clinica per eventuali analisi epidemiologiche. Il MMG sarà il responsabile della terapia, delle eventuali richieste a specialisti, e aggiornerà il fascicolo sanitario per quello che è di sua competenza. Allo stesso modo – consultando il fascicolo sanitario dell’assistito – sarà possibile per lo specialista verificare gli esiti dei pazienti dimessi15. In pratica, ovunque si trovi, il cittadino avrà a disposizione la propria cartella clinica aggiornata e questo sarà garanzia di continuità, di migliore qualità assistenziale e di minor rischio. Il progetto INTEGRA è stato premiato alla 7a edizione del Forum Pubblica Amministrazione 2006 ottenendo il primo premio per l’innovazione al servizio della salute. *** I campi di applicazione della telemedicina sono numerosi e in continua evoluzione. valida ed efficace in caso di malati cronici o anziani e un supporto indispensabile nelle urgenze (telesoccorso); significa favorire l’aggiornamento scientifico (teledidattica) e il collegamento interattivo tra medici (videoteleconsulto) con condivisione dinamica di informazioni, cartelle cliniche digitali, tracciati diagnostici, immagini biomediche, che si “muovono” in tempo reale e con la massima definizione. Ne consegue una concreta interrelazione tra le strutture minori o più deboli e quelle maggiori o specialistiche. A tal fine, sono stati realizzati numerosissimi progetti pilota nelle aree dell’emergenza, della cardiologia, della nefrologia, dell’ematologia. Ricordiamo, a titolo di esempio, il progetto che ha permesso di collegare per via telematica l’Ospedale San Raffaele di Milano con l’Ospedale di Sarajevo; il progetto che collega Napoli alle isole di Ischia e Procida; e, ancora, la sperimentazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, per il monitoraggio di bambini cardiopatici. Questi e tantissimi altri progetti pilota e sperimentazioni locali sono oggetto di particolare attenzione da parte del Ministero della Salute, che si sta impegnando nella realizzazione di una rete telematica tra istituti di cura e aziende locali, al fine di garantire un coordinamento delle iniziative periferiche e una gestione integrata dei servizi disponibili, in linea con le principali direttive europee. Lo stesso Ministero ha promosso, nel corrente anno, uno studio di fattibilità sull’“ospedale virtuale per l’assistenza sanitaria italiana all’estero”, che mira a sperimentare i servizi di telediagnostica, teleassistenza sanitaria e teledidattica a favore di ospedali e Centri italiani e di volontariato all’estero; iniziativa, questa, molto vicina agli obiettivi del Progetto IPOCM (Integrazione e Promozione degli Ospedali italiani e dei Centri di cura con assistenza italiana nel Mondo), presentato recentemente a Roma dal Ministero della Salute. In ogni caso rimane il Ogni area della mediproblema della validaziocina può avvalersi di Probabilmente, il futuro della telemedicina ne del reale beneficio cliquesto strumento per sarà la possibilità di non allocare risorse nico; potrà essere valutamigliorare l’esercizio delumane specialistiche per diagnosi cliniche to solo analizzando le le attività cliniche, assie strumentali in aree remote del mondo possibilità della telemestenziali e didattiche. (paesi in via di sviluppo) o in aree rurali di dicina per singola speciaBasta un cellulare per paesi ad economia avanzata. Il teleconsullità o per singola tecnoloveicolare i dati da un to può consentire un rapporto corretto ed gia utilizzata, come sugelettrocardiografo portaefficace paziente/medico anche a distanza, gerito da Balas16. tile ad una centrale di mediato in alcuni casi anche da personale ascolto e per consentire infermieristico. una diagnosi a casa in Certamente, oggi, la tempo reale. dermatologia è in grado Applicare la telematidi fornire un teleconsulto ca in ambito medico siaffidabile ed efficace di gnifica, infatti, rispondere con tempestività alle tipo sincrono ed asincrono utilizzando fotogramesigenze diagnostiche (telediagnosi) e terapeutimi digitali ottenuti con fotocamere a buona risoche (teleassistenza) di cittadini distanti dalle luzione17. Poco si sa, invece, sulle effettive possistrutture sanitarie o comunque impossibilitati a bilità del teleconsulto nelle altre aree medicomuoversi da casa; significa fornire una risposta specialistiche. P. Morosini: Telemedicina: passato, presente, futuro Bibliografia 1. Cowey HD. Remote psychiatric and psychological services via the communications technology satellite (CTS) 3rd Canadian Conference on Information Science. Quebec: 1975. 2. Cunningham N, Marshall C, Glazer E. Telemedicine in paediatric primary care; favourable experiences in nurse-staffed inner city clinic. JAMA 1978; 240: 2749-51. 3. Dwyer TF. Telepsychiatry: psychiatric consultation by interactive television. Am J Psychiatry 1973; 130: 865-9. 4. Campanella N, Pirri F, Tauss M, Giovagnoli M, Francioni O, Morosini P. Un sistema telematico di consultazione a distanza. Pazienti internistici italiani assistiti per via telematica dall’Angola. Recenti Prog Med 2003; 94: 540-4. 5. Campanella N, Francioni O,Taus M, Giovagnoli M, Morosini P. Affidabilità della diagnosi assistita per via telematica in un’area remota della Cina. Otto casi clinici esemplificativi. Recenti Prog Med 2004; 95: 5-10. 6. 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