articolo PSS salute e lavoro

Transcript

articolo PSS salute e lavoro
Progetto Salute e Lavoro
Sperimentazione di forme di
dialogo tra aziende e sociale
A prima vista sembrerebbe che il mondo del ro il Progetto “Salute e Lavoro”, nasce da questa
lavoro profit e il “mondo del sociale” siano realtà connessione, che per fare promozione della saluseparate e incapaci di comunicare: da una parte te nei luoghi di lavoro sia necessario prevenire i
ci sono le aziende con i loro obiettivi di mercato comportamenti di abuso.
ed economici, che “producono”; dall’altra le orgaNon a caso il problema del consumo in ambito
nizzazioni pubbliche o private che invece svilup- lavorativo è già da diversi anni sotto l’attenzione
pano interventi a favore dei soggetti sociali più dei principali organismi di settore e collegato alle
politiche per la salute e la sicurezza.
deboli, che fanno “assistenza”.
Sistemi valoriali, mission, modalità organizIl fenomeno dell’abuso oltre a produrre i conozative, motivazioni e culture diverse li pongono sciuti e già stimati effetti a livello individuale,
spesso in contrasto: siamo di fronte a due mondi interpersonale e familiare, nell’ambito lavoratiche fanno fatica a dialogare.
vo, può incidere sulla produttività, sull’assenteiSe questa è la tendenza prevalente, è altret- smo, sugli infortuni, sulle malattie e la mortalità
tanto vero che stanno crescendo le possibilità e sul lavoro, può inoltre minacciare la sicurezza
i tentativi di incontro e di
propria ed altrui, con tutti
collaborazione.
associati.
Le numerose esperienze i costi
Le numerose esperienNonostante ciò, ancora
ze positive di integrazione
il riconoscimento di
positive di integrazione oggi,
lavorativa in aziende e nelle
queste gravi conseguenze
cooperative costituiscono
non sempre è sufficiente a
lavorativa in aziende
motivare un impegno delle
l’elemento centrale di una
dirigenze aziendali, delle
contaminazione che crea
e nelle cooperative
organizzazioni sindacaconcetti nuovi: responsae dei servizi sociali nel
bilità sociale di impresa,
costituiscono l’elemento lipromuovere
impresa sociale, mediaziointerventi di
ne socio-lavorativa.
prevenzione.
centrale di una
Le potenzialità di questo
Alcuni ostacoli, in particonfronto vanno però ben
colare, impediscono questa
contaminazione che
oltre la tutela del lavoro per
attivazione. La cultura della
chi un lavoro non lo ha, vi
tolleranza, diffusa nei luocrea concetti nuovi
è infatti la necessità altretghi di lavoro rispetto all’uso
“moderato” di sostanze,
tanto importante di tutelain particolare di alcol, che in alcuni casi sfocia
re la salute e il benessere di chi già lavora.
I dati ci dicono che in media ogni giorno tre addirittura nell’uso compatibile o funzionale
lavoratori hanno incidenti mortali sul lavoro; all’attività lavorativa, in modo particolare l’uso
che migliaia di persone ogni anno a causa degli della cocaina, che rende in una prima fase più
infortuni sul lavoro contraggono invalidità par- produttivi e capaci di sostenere livelli di stress
ziali o totali; che molti lavoratori vivono situa- elevati. L’atteggiamento di negazione del prozioni di malessere psico-fisico dovute alla forte blema da parte dei lavoratori, che temono di
precarietà e incertezza rispetto al futuro o cau- perdere il posto di lavoro. La resistenza da parte
delle dirigenze aziendali ad affrontare il tema,
sate da situazioni di stress o di mobbing.
A volte per contrastare il malessere si ricorre per le possibili conseguenze negative collegate
all’uso o all’abuso di psicofarmaci, di sostanze alle normative vigenti e all’immagine dell’azienstupefacenti e di alcol, o si cade nella trappola da. La convinzione errata che gli interventi di
del gioco patologico.
prevenzione nei confronti degli adulti siano
Essere consapevoli che il mondo del lavoro del tutto o scarsamente efficaci e che sia molto
non è esclusivamente luogo di potenziale inte- meglio investire nelle “giovani generazioni” con
grazione, ma anche una delle realtà in cui si ori- interventi all’interno delle scuole.
gina il disagio, è il primo passo per poter consiIl Progetto Salute e Lavoro, voluto dal Diparderare l’azienda come uno dei possibili spazi in timento Dipendenze dell’ASL Provincia di Milacui realizzare interventi sociali per promuovere no 1 e realizzato dagli operatori dei servizi del
la salute e il benessere1 e per cercare quindi una Dipartimento Dipendenze in collaborazione con
CS&L consorzio sociale,2 nasce per affrontare e
forma di dialogo tra mondi diversi.
L’esperienza di cui vi vogliamo parlare, ovve- tentare di superare questi ostacoli.
Prevenzione
n. 3/2012 Lorenzo Canafoglia
Educatore
professionale,
operatore del
progetto, CS&L
Paola Duregon
Assistente
sociale, Referente
prevenzione ASL
MI 1, coordinatrice
progetto, ASL
Provincia di Milano 1
Marco Forlani
Responsabile
area lavoro
Katia Salemi
Coordinatrice del
progetto, CS&L
Note
  1 Si veda la definizione di
“salute” contenuta nella
costituzionedell’OMS.
  2 www.consorziocsel.it
11
TAVOLA 1 Connessioni principali tra i soggetti coinvolti
CS&L
Coordinatrice
Operatore
AZIENDE
Destinatari
Coordinatrice
referente ASL
Coordinamento Progetto
Operatori CS&L
Operatori distretti ASL
(un operatore per distretto)
Equipe operativa
Operatori CS&L
Operatori distretti ASL
(alcuni, secondo necessità)
Promotori
ASL
Dipartimento
Dipendenze
Distretti
territoriali
Assistenti sociali,
medici, psicologi,
educatori
Promotori/
destinatari
La modalità innovativa che l’ASL MI 1 ha
scelto le permette di promuovere un’immagine
meno legata all’idea di “controllo e vigilanza” e
più vicina alla mission di garantire la salute a tutti
cittadini, oltre a sviluppare maggiori sinergie al
proprio interno.
Breve storia del progetto Salute e Lavoro
L’occasione per riflettere in merito alle strategie
di intervento preventivo in ambito lavorativo
nasce dal Progetto interregionale Re-ligo (2004–
2005) e dalla volontà di sperimentare una rete
locale, per favorire il confronto tra servizi pubblici e privati, enti locali, associazioni e per prevenire e contenere il disagio e favorire la salute.
Il Dipartimento Dipendenze dell’ASL MI 1,
dopo un percorso formativo, ha istituito dei
“gruppi di miglioramento” (autunno 2007), che
avevano come tema la prevenzione in ambito
scolastico e la prevenzione nei luoghi di lavoro.
Il gruppo di miglioramento “Salute e Lavoro”,
composto da operatori del Dipartimento Dipendenze, del privato sociale, delle organizzazioni
sindacali e degli enti locali, aveva ipotizzato un
intervento di prevenzione finalizzato a promuovere la salute e il benessere dei lavoratori.
Il contenuto del programma di prevenzione
pensato si proponeva di trasmettere ai destinatari l’acquisizione di abilità spendibili ed efficaci
da adottare per affrontare i diversi problemi della
vita quotidiana; abilità quindi protettive rispetto all’acquisizione di comportamenti di abuso.
Nel 2008 è stata attivata la prima sperimentazione di Salute e Lavoro, individuando alcune
aziende del territorio dell’ASL che operavano nel
settore dei trasporti pubblici e privati.
Questa prima esperienza è servita principalmente a realizzare un’indagine qualitativa che
ha restituito a noi e alle aziende una fotografia
della percezione che i lavoratori hanno riguardo
la propria salute e le loro abitudini riguardo ai
comportamenti di abuso.
Nel 2009-2010, invece, il progetto si è rivolto
ad aziende del settore chimico e ha proposto un
lavoro più articolato. Infatti, dopo aver realizzato l’indagine qualitativa, ha attivato alcuni
percorsi formativi di tipo preventivo rivolti alle
figure chiave del mondo aziendale, affinché questi soggetti potessero offrire supporto ai colleghi
in eventuali situazioni di disagio.
12 n. 3/2012
Nel 2011 il progetto sta proseguendo sulla
falsa riga dell’annualità precedente, allargando
però l’intervento a tutte le tipologie aziendali.
In questi anni di sperimentazione, inoltre, il
progetto sta costruendo un’alleanza con le organizzazioni sindacali e di categoria, utile a sostenere e a diffondere l’iniziativa in sinergia con le
altre azioni territoriali messe in campo.
La struttura organizzativa del progetto
Come si vede nella tavola 1, una delle caratteristiche principali del Progetto Salute e Lavoro
è di favorire un sistema integrato tra servizio
pubblico e privato sociale.
Promuovere un sistema integrato di interventi in questo settore significa ricondurre a
un’unità programmatoria e gestionale comune,
mettendo insieme culture e risorse differenti.
Nello specifico, per il Dipartimento Dipendenze questo ha significato in primo luogo promuovere una forte collaborazione con il privato
sociale, in secondo luogo, ricercare modalità di
collaborazione di carattere non tradizionale con
agenzie sociali, come ad esempio i sindacati, e
in ultima istanza spostare l’attenzione dal “cosa
fare” alle riflessioni in merito al “come fare” e
prevedere le ricadute istituzionali.
Questa scelta di integrazione ha richiesto
l’attivazione di un “luogo” di pensiero in cui il
lavoro di gruppo pubblico/privato ha dato maggiore energia e qualità alla riflessione dei singoli:
il tavolo di coordinamento.
Il tavolo di coordinamento inizialmente è
coinciso con il gruppo di miglioramento, poi nel
corso delle sperimentazioni ha assunto una forma diversa. È coordinato dalla referente dell’area
prevenzione del Dipartimento Dipendenze ed è
composto da un referente per ogni Servizio per
le dipendenze (SerT e NOA), dagli operatori del
Consorzio sociale CS&L (responsabile, coordinatore e operatore di progetto), da un referente
degli enti locali.
È il luogo della riflessione sulle modalità operative adottate nelle aziende, e anche l’ambito
della programmazione delle diverse strategie
preventive di qualità nel mondo del lavoro.
Ha inoltre il compito di divulgazione dei risultati della sperimentazione e, in genere, si riunisce una volta al mese.
Infine, accanto a questo luogo di pensiero, il
progetto si è dotato di altri strumenti, come i
tavoli operativi, sotto equipe integrate tra operatori dei servizi sociosanitari e operatori del
Consorzio CS&L che si occupano di programmare e realizzare gli interventi proposti alle aziende. In questi gruppi sono solitamente coinvolti
un medico, uno psicologo, un educatore e un
metodologo.
La metodologia di lavoro con le aziende
Dopo una prima fase finalizzata a individuare le
aziende con le quali lavorare e stipulare con esse
un patto di collaborazione, il progetto procede
con l’attivazione di una ricerca che propone la
realizzazione di una fotografia della percezione
dei lavoratori sulla loro salute e sui comportaPrevenzione
Prevenzione
TAVOLA 2 La metodologia del progetto
Progetto
Monitoraggio
Inf
orm
azi
on
e
Gruppo dei MDI
Restituzione
dei dati:
Ricerca
dirigenza
e rappresentanti
dei lavoratori
Formazione
Dirigenza
e rappresentanti
dei lavoratori:
promozione
ricerca
Pre Pr
sen imo
taz con
ion ta
e p tto
rog
ett
o
menti di abuso, e successivamente un intervento
formativo (tavola 2).
Per ciò che riguarda il primo aspetto, si utilizza il metodo della ricerca qualitativa, avvalendosi di un questionario che raccoglie dati relativi a
tre aree: sicurezza, relazioni, sostanze.
Tale questionario anonimo è solitamente
distribuito a tutti i lavoratori dell’azienda; è
allegato alla busta paga e raccolto utilizzando
delle urne chiuse ritirate dagli operatori del
progetto.
Una volta elaborati i dati, coerentemente con
la metodologia della Ricerca Intervento della
quale la ricerca qualitativa si avvale, si convocano i rappresentanti aziendali e si mostrano le
risultanze della fotografia emersa. Si cerca poi di
dare ai dati una interpretazione condivisa.
Specifichiamo, per maggior chiarezza, che
per referenti aziendali si intendono: la dirigenza
(direttore di stabilimento e responsabile risorse umane), referente sicurezza per i lavoratori
(Rls), responsabile della sicurezza per l’azienda
(Rspp), i rappresentanti dei lavoratori (Rsu) e il
medico aziendale.
La circolazione dell’informazione e la condivisione tra i vari soggetti menzionati rispetto al
lavoro da svolgere insieme è una delle caratteristiche essenziali per una buona riuscita della
ricerca e del lavoro complessivo.
Al termine della restituzione dei dati dei
questionari o in un incontro subito successivo,
si decide come procedere.
Solitamente gli operatori del progetto, anche
alla luce degli esiti del dibattito relativo ai dati,
propongono un percorso di formazione, costituito da alcuni incontri che hanno come tema:
gli effetti delle sostanze, la relazione di aiuto,
il ruolo del Moltiplicatore dell’Informazione
(Mdi) il funzionamento dei servizi socio sanitari dell’ASL.
Tale percorso formativo è rivolto ad alcuni/e
lavoratori e lavoratrici, che si chiede alla azienda stessa di individuare tra i propri componenti,
privilegiando le auto candidature o comunque
pensando a figure che già hanno un ascendente
verso i colleghi per varie ragioni: ruolo (Rsu, Rls,
Rspp), anzianità di servizio, carisma personale.
Il numero di componenti del gruppo che
nasce da questa selezione dipende dalla grandezza della azienda stessa; fino ad oggi esso è
oscillato tra un minimo di tre ad un massimo di
sei partecipanti.
Una volta individuato il gruppo di MDI e
realizzata la formazione, il passaggio successivo consiste nel rendere pubblica tale presenza
all’interno dell’organizzazione lavorativa.
Gli strumenti individuati per realizzare tale
comunicazione possono essere di vario tipo:
giornalino aziendale interno, comunicazione
scritta da affiggere all’interno delle bacheche
presenti in azienda, assemblea e incontri con i
colleghi, cartelli e panel riassuntivi del percorso
svolto e degli esiti dello stesso, con i nominativi
degli interessati.
Al gruppo così costituito e formato, si dà il
mandato di “raccogliere, osservare e nel caso,
intervenire” rispetto a situazioni che possono
prefigurare un disagio relativo a: consumi pro-
Progetto
Tempo
blematici, sospetto di dipendenze, difficoltà di
tipo psichico, anche se di livello lieve (per esempio: ansia, difficoltà protratta nel tempo a concentrarsi, ecc.).
Il lavoro dei mediatori dell’informazione è
monitorato dallo staff di progetto attraverso un
programma concordato con il gruppo e con la
dirigenza aziendale.
Il monitoraggio prevede degli incontri in
ogni singola azienda e dei momenti di formazione allargata in cui raccogliere i vari gruppi di
Mdi delle diverse aziende permettendo loro di
confrontarsi.
La metodologia di intervento proposta si fonda sulla pratica della educazione tra pari o Peer
education, da molti anni sperimentata con successo da ASL nelle scuole, con gli adolescenti.
Le condizioni per un lavoro di successo: punti
di forza e nodi critici
Dopo questi anni di sperimentazione è possibile individuare alcuni punti forza che possono
facilitare la riprogrammazione dell’intervento
rendendolo più efficace.
Tra le variabili che facilitano la buona riuscita dell’intervento vi sono: l’area geografica di
intervento dell’azienda, il settore produttivo, la
dimensione dell’azienda, le figure di riferimento
disponibili. L’azienda per essere contattata dal
progetto Salute e Lavoro deve avere il proprio
sito produttivo nell’ambito territoriale della ASL
MI 1.
Nel 2009-2010 abbiamo provato a restringere
l’ambito territoriale di azione a un solo distretto
per avere una maggiore omogeneità del target
di lavoratori e per facilitare la creazione di una
rete territoriale sul tema della prevenzione nei
luoghi di lavoro.
Ma si è visto che nel tempo ci precludeva le
possibilità di contatto con aziende interessate fuori dal “confine” distrettuale. Pertanto in
questa ultima annualità non sono stati imposti
confini territoriali se non quelli obbligati dalla
competenza territoriale dell’ASL MI 1.
Il settore produttivo e la dimensione sono
due altri elementi importanti che possono facilitare la nostra azione.
Alcune tipologie produttive, come ad esempio
la “chimica” hanno infatti una sensibilità particolarmente spiccata sui temi legati alla salute e
quindi c’è, fin dall’inizio, un maggior ascolto alle
n. 3/2012 13
nostre richieste. Queste aziende sono abituate a salute dei lavoratori deve poter essere fatta su
lavorare sulla sicurezza dei lavoratori per la peri- basi concrete e non solo su una scelta sociale.
colosità del prodotto di cui si occupano e hanno
Ecco perché nel corso di questi anni il progetto Salute e Lavoro ha cercato di adottare uno
quindi un mentalità mediamente progettuale.
Così anche, la numerosità di dipendenti e del stile comunicativo e linguistico che possa essere
personale che afferisce all’azienda, in generale compreso da entrambi i soggetti coinvolti.
facilita; se è abbastanza alta, almeno sopra i 100
Ha cercato di tradurre gli obiettivi sanitari
addetti, permette di procedere con la metodo- e sociali in obiettivi riconoscibili dalle aziende
logia sopra descritta e l’utilizzo di tutti gli stru- come vantaggiosi per le stesse organizzazioni.
menti previsti. Un altro fattore facilitante è la
Dobbiamo riconoscere che per fare questo,
presenza di tutte le figure di riferimento descrit- un grande aiuto è arrivato dalle aziende stesse, le
te all’inizio del paragrafo sulla metodologia: la quali molte volte ci hanno suggerito come poter
dirigenza (direttore di stabilimento e responsa- leggere in maniera differente il nostro lavoro.
bile risorse umane), Rls, Rspp, i rappresentanti
Altro importante nodo critico con cui il prodei lavoratori (Rsu) e medico aziendale.
getto si trova regolarmente a dover fare i conti,
In particolare, l’ esperienza acquisita permet- riguarda la proposta di individuare in azienda
te di dire come sia essenziale la presenza di un delle figure chiave che possano essere considesoggetto, individuo o gruppo, che abbia potere rate dei moltiplicatori dell’informazione.
decisionale. Solitamente si tratta del direttore
Come abbiamo spiegato, questa scelta è da
di stabilimento o del gruppo dirigente (diret- considerarsi fondamentale per la nostra stratetore, responsabile delle RU, responsabile della gia; è il modo di instaurare un vero e proprio ponproduzione).
te tra i servizi sociosanitari
Nei casi, per fortuna
e i lavoratori.
L’ambizione di
Purtroppo
questa
pochi, in cui tali presenmetodologia non è priva di
ze non ci sono state fino
Salute e Lavoro è di
ostacoli.
dall’inizio, i problemi di
attivazione e realizzazione
Molte volte, infatti, i
trasformarsi nel tempo lavoratori
dell’intervento sono stati di
leggono la predifficile soluzione.
senza dei moltiplicatori
da sperimentazione a come minacciosa; quasi
Allo stesso modo dei
se il progetto, sopratpunti di forza, abbiamo
intervento strutturato come
tutto se avvallato e promosindividuato anche alcuso dalla dirigenza aziendale
ni nodi critici che vanno
capace di offrire alle
e non dalle Rsu, proponestenuti in considerazione:
il reperimento delle aziense l’arrivo in azienda di
aziende una risposta
de, i diversi linguaggi tra
“controllori”.
mondo profit, non profit
Pertanto un importante
concreta e stabile sui
e pubblico, la figura del
lavoro dello staff di progetè tentare di scardinare
moltiplicatore dell’infortemi della promozione to
questo fantasma, e di metmazione quando viene
letta come “controllore”, il
tere in luce la bontà del
della salute
reperimento delle risorse.
lavoro svolto dai colleghi/
lavoratori che si candidano
Un elemento di criticità è
sicuramente rappresentato dalla difficoltà di ad occuparsi di salute in azienda.
reperimento delle aziende, se questo passaggio
Scardinare questo pregiudizio significa molto
non è mediato da soggetti terzi che fungono da spesso lavorare sulla comunicazione; curare le
“soggetti invianti” come ad esempio i sindacati modalità con cui si diffonde in azienda il lavoro
oppure se la richiesta di realizzazione del proget- che si sta svolgendo. Significa inoltre sostenere
to non arriva direttamente dal destinatario.
i Mdi con un intenso percorso di monitoraggio,
Come abbiamo già sottolineato nell’intro- affinché essi possano offrire le risposte più corduzione, uno dei nodi centrali dell’intervento rette ai colleghi e quindi posizionarsi nel loro
riguarda la compatibilità tra i linguaggi. Tale contesto lavorativo nel modo più appropriato.
compatibilità è strumento e insieme obiettivo
Ultimo nella lista dei nodi critici, ma non per
del progetto.
importanza: il reperimento delle risorse.
I finanziamenti pubblici che l’ASL MI 1 ha
Il privato sociale e l’Istituzione pubblica hanno sviluppato un proprio modo di comunicare, garantito per il mantenimento del progetto sono
potremmo dire che possiedono un vero e proprio sempre meno certi, anche a causa della crisi che
stile linguistico che molto spesso ha poco a che sta investendo tutto il mondo economico e quindi anche quello pubblico e dei servizi.
fare con lo stile utilizzato dalle aziende.
Nel mondo profit ciò che maggiormente è
Fino ad oggi inoltre, Salute e Lavoro, ha potupercepito come interessante riguarda il profitto, to contare su finanziamenti annuali. Mentre la
il raggiungimento di obiettivi aziendali (non per progettazione che si avvia con le aziende è quasi
forza di tipo economico, ma comunque legati ad sempre una progettazione a lungo termine, che
supera i dodici mesi di finanziamento. Ciò ovviaelevare il livello prestazionale dell’azienda).
Questo non significa che nelle aziende non mente fa vivere al progetto e agli operatori che vi
ci sia interesse per il lavoratore in quanto “per- lavorano un certo disagio dovuto alla precarietà,
sona”, significa solo che la scelta di aderire ad oltre a una certa difficoltà nella programmazione
un progetto tutto finalizzato al benessere e alla delle attività che necessitano tempi lunghi.
14 n. 3/2012
Prevenzione
Le prospettive
L’ambizione di Salute e Lavoro è di trasformarsi nel tempo da sperimentazione ad intervento
strutturato capace di offrire alle aziende una
risposta concreta e stabile sui temi della promozione della salute.
Per fare questo sono necessari dei passaggi
importanti, tra i quali, innanzitutto pensare che
la sperimentazione condotta sino a oggi possa
divenire patrimonio di tutti gli operatori dei servizi socio sanitari del Dipartimento delle Dipendenze e non più solo di alcuni. Come si è visto
in figura 1 infatti, il dipartimento, ed i distretti della ASL, sono sia promotori sia destinatari
dell’intervento.
Ampliare gli alleati interni all’ASL del progetto, consentirebbe di offrire una risposta alle
aziende di tutti i territori dell’ASL MI 1 e permetterebbe ad ogni servizio di condividere le strategie di intervento sulla salute nei luoghi di lavoro;
oltre a questo si potrebbe oltrepassare il tema
della prevenzione all’uso di sostanze per arrivare
a parlare di “corretti stili di vita”; ciò significherebbe ad esempio, cercare una collaborazione
con altri Dipartimenti dell’ASL per offrire alle
aziende un pacchetto progettuale sulla salute
più ampio e completo.
Inoltre sarebbe importante dotarsi di strumenti che fidelizzino le aziende con le quali è stato sperimentato l’intervento. Per questo motivo
il progetto sta costruendo uno strumento capace
di creare un’alleanza duratura con le aziende.
Si tratta di un “Protocollo di collaborazione”
secondo il quale il Dipartimento delle Dipendenze si impegna a offrire all’azienda una consulenza costante in materia di accertamenti sull’uso
di sostanze, di prevenzione e di salute, ricevendo in cambio l’impegno a progettare un piano di
intervento annuale sulla salute e a sostenere la
formazione e il monitoraggio dei moltiplicatori
dell’informazione.
Vorremmo concludere questo nostro scritto
con l’auspicio che il progetto Salute & Lavoro rafforzi e consolidi sempre di più la caratteristica
fondante e fondamentale che lo sta contraddistinguendo e cioè la possibilità di strutturare un
dialogo proficuo tra il mondo delle aziende profit, il non profit e il servizio pubblico. Tre “mondi” diversi e a volte troppo distanti che tentano
di tradurre le proprie “lingue” per ascoltarsi e
cercare di capirsi; tre modi di approcciare al tema
“salute”, molto ampio e complesso, che tentano
di costruire un linguaggio comune.
La nostra vera sfida si trova qui, nel cercare
uno “spazio comune” di condivisione di linguaggi e soprattutto di significati che ci consenta di
fare sempre di più e sempre meglio quello che a
tutti noi preme: lo sviluppo e la promozione della
salute, individuale e collettiva. #
Prevenzione
Libri
U. Ascoli
Il Welfare in Italia
Il Mulino, Bologna, 2011
Il sistema di welfare italiano è profondamente mutato nell’ultimo trentennio. Nelle
pensioni è aumentato il peso del privato ed è diminuita la capacità complessiva di
copertura. Nel lavoro è stata pressante la spinta alla flessibilizzazione. Nell’istruzione è
stato messo in discussione il ruolo centrale della scuola e dell’università pubbliche.
Nell’assistenza sociale si è avuta una regionalizzazione spinta delle politiche, con una
conseguente crescita delle disuguaglianze. Complessivamente, emerge un modello di
welfare in cui le logiche universalistiche appaiono indebolite. Si configurano ormai due
diversi sistemi di cittadinanza sociale: il welfare del Nord e il welfare del Sud.
C. Primerano, V. Tarchini
Costellazione RSA
Maggioli, Sant’Arcangelo di Romagna (RN), 2011
L’allungamento della vita della popolazione determina cambiamenti profondi all’interno del nostro sistema socio-economico, culturale, sanitario e familiare. Sono forze
potenti, a cui non si può non far fronte, con nuovi e innovativi interventi assistenziali e
prestazioni in grado di garantire la continuità delle cure e l’integrazione degli interventi sociosanitari. È sempre più indispensabile ridurre la frammentazione della rete di
offerta e garantire la continuità e la qualità delle cure della persona anziana e della sua
famiglia.Il presente volume nasce da un’esperienza sul campo di due anni con i dirigenti e con le figure di coordinamento di alcune RSA dell’area milanese. Il contatto
sistematico con queste figure ha permesso di formare un piano di confronto, di condividere le informazioni, rilevare le criticità e di circoscrivere le peculiarità delle singole
realtà organizzative, dando vita a una linea di soluzioni. Questo “laboratorio” operativo
ha permesso alle figure coinvolte di ricostruire le ipotesi alla base del lavoro, di sperimentare nuove soluzioni da inserire nei propri modelli di lavoro e di condividere concretamente le varie metodologie operative.
In particolare, il volume ruota attorno a tre variabili fondamentali dei servizi per anziani, che presentano delle criticità, ma che al tempo stesso possono essere percorse da
riformulazioni e da miglioramenti: • le dimensioni di contesto che caratterizzano
l’azione dei servizi; • le forme di coinvolgimento delle famiglie per la costruzione del
progetto residenziale; • le modalità con le quali si sostiene il lavoro degli operatori e
l’integrazione delle funzioni.
Sono questioni significative e interessanti per chi già opera nel settore, certo, ma anche
per chi chi si accosta a quest’ambito con l’obiettivo di approfondire alcuni dei suoi
aspetti funzionali nevralgici. è un terreno nel quale è importante mettere a punto ipotesi, percorsi, soluzioni ed esperimenti. è una prospettiva quindi che vede la formazione protagonista in termini di attiva e diretta risorsa di sostegno all’esercizio della professione.
Hanno collaborato l’RSA Don Cuni dell’Azienda Speciale Consortile Servizi alla Persona
di Magenta, l’Istituto Geriatrico “C. Golgi” di Abbiategrasso, la Fondazione la Pelucca, Il
Gruppo Segesta, gli Uffici di Piano degli ambiti sociali di Rozzano e Corsico. Il lavoro è
stato promosso dalla Provincia di Milano e realizzato con la collaborazione dello Studio
APS di Milano.
A. Gorgoni, A. Panico
Una società vulnerabile
Carocci, Roma, 2011
Le conseguenze generate dalla crisi economica e finanziaria che ha avuto origine nel
2008 hanno messo a nudo l’immagine di un’umanità ferita. Le tante disuguaglianze
sociali che portano ad escludere larga parte della popolazione mondiale dal godimento di un qualche benessere confermano che questo è un mondo malato, che ha bisogno
di cure e di regole per evitare di cadere in un baratro ancora più profondo nel futuro,
magari dopo aver faticato enormemente per risalire la china. Il volume, dopo una presentazione delle previsioni sulla realtà contemporanea proposte dai sociologi classici
ed un’analisi sintetica della visione offerta da quelli contemporanei, indica una strada
possibile per contenere la vulnerabilità diffusa che attanaglia la nostra società, umanizzando la globalizzazione e gettando le basi perché un accentuato individualismo
non la conduca alla deriva dell’”indecenza” permanente.
n. 3/2012 15