Morto dopo la diagnosi errata Maxi risarcimento ai figli Il fattoLa

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Morto dopo la diagnosi errata Maxi risarcimento ai figli Il fattoLa
Latina
Il comitato di valutazione sinistri
ha ammesso il danno al paziente
Morto dopo la diagnosi errata
Maxi risarcimento ai figli
Il fatto La Asl ha raggiunto un accordo con gli eredi dell 70enne deceduto nel 2009
al Goretti. Verranno erogati 210.000 euro e il caso segnalato alla Corte dei Conti
LA STORIA
Una diagnosi errata costa
caro all’Asl di Latina che dovrà
versare oltre 200.000 euro ai
figli di un paziente morto nel
2009. Vittima del caso di malasanità un anziano di 70 anni,
V.T., ricoverato presso il reparto di Neurologia del Goretti e
deceduto successivamente alle
dimissioni dall’ospedale. Di
qui la decisione dei figli di adire le vie legale per chiedere un
risarcimento dei danni.
Un giudizio è stato instaurato al tribunale di Latina. I familiari dell’uomo lamentavano i
gravi danni subiti, i postumi
conseguenti dovuti al comportamento colposo dei sanitari
ed il successivo decesso. Una
Ctu ha quindi stabilito che il
70enne del capoluogo si sarebbe potuto salvare con una diagnosi più precisa da parte dei
medici.
Lo scorso 11 gennaio il Comitato di Valutazione Sinistri
dell’Asl accertata la veridicità
del fatto, esaminata la documentazione clinica, quella fatta pervenire dalla controparte,
in relazione all’età del paziente
e alla patologia sofferta, nonché al successivo decesso, riteneva verificata l’ipotesi del
danno e quindi la possibilità di
definire lo stesso in via transattiva. Nonostante una richiesta
iniziale piuttosto alta (superiore ai 400.0000 euro), al termine di una trattativa, con tanto
di intervento della compagnia
Unipol, si addiveniva ad un accordo transattivo che ha previsto il pagamento di una somma pari a 210.000 euro. La cifra peraltro verrà dilazionata
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EDITORIALE
OGGI
in sette rate per un importo di
30.000 euro.
Per l’Asl si pone l’ulteriore
problema del rischio di danno
erariale, dal momento che si
procederà alla segnalazione
del caso alla Corte dei Conti.
Solo nell’ultimo anno sono state oltre 100 le richieste risarcitorie a carico dell’Asl, che nel
2016 ha versato circa 2 milioni
di euro per pagare i danni causati dalla malasanità. Più in generale negli ultimi 25 anni il
numero di denunce a carico
dei professionisti è cresciuto
del 300% e in tutta Italia le cause pendenti sono 12.000, per richieste di risarcimento danni
superiori a 2,5 miliardi di euro
a cui si aggiungono circa 13 miliardi di spesa per il Servizio
Sanitario Nazionale dovuti alla medicina difensiva.
Per ridurre la probabilità di
errori e restituire ai pazienti la
fiducia negli ospedali, la Regione Lazio ha emanato per la
prima volta nuove Linee Guida
Era ricoverato
presso Neurologia
Confermate
le responsabilità
dei sanitari
per la gestione del rischio clinico in ospedale: dallo scrivere in
stampatello sulle cartelle cliniche all'uso di strumenti informatici per la registrazione di
terapie ed esami, agli obiettivi
concreti per i primari e i direttori generali, le soluzioni per
ridurre i pericoli sono spesso
semplici e alla portata di tutti.
L'obiettivo non è colpevolizzare i medici, ma svolgere una
funzione di prevenzione in cui
si impari dagli errori e si offrano soluzioni, identificando le
circostanze più a rischio e proponendo percorsi che riducano i pericoli in maniera semplice ed efficace. l T.O.
LE INIZIATIVE
Lotta alla droga
Prorogati
i finanziamenti
ai progetti
Prosegue la battaglia della Asl e della Regione per dire
basta alla droga, un impegno
messo in campo già da 15 anni
e che oggi continua con la
proroga ai finanziamenti
concessi alle cooperative e alle associazioni inserite nel
progetto «Lotta alla Droga».
La Asl ha infatti recentemente impegnato le somme necessarie alla continuità di
funzionamento dei servizi fino al 30 aprile 2017, per un totale di 106.400 euro. Tale
somma è così suddivisa:
23.750 euro alla Astrolabio,
49.400 alla Saman e 33.250 a
Il Cammino, ossia i tre soggetti attivi nell’esercizio delle
attività socio sanitarie nell’ambito delle patologie da dipendenza. L’iniziativa messa
in campo risponde al decreto
del Commissario ad Acta con
cui sono stati istituiti un’unità mobile di prevenzione e riduzione dei rischi in luoghi di
aggregazione
giovanile
(Astrolabio); un centro di prima accoglienza semi residenziale per bassa soglia (Saman;
e un’unità mobile diurna per
la prevenzione di patologie
correlate (Il Cammino). l
Lunedì
6 marzo 2017