In memoria di Tanya Reinhart - ISM
Transcript
In memoria di Tanya Reinhart - ISM
Seminario: Le democrazie occidentali e la pulizia etnica della Palestina, 05/2008 Università di Torino – Sala lauree della Facoltà di Scienze Politiche - Palazzo Lionello Venturi In memoria di Tanya Reinhart Luglio-Agosto 2002, Bruxelles La libreria Tropismes, a pochi passi dalla Grand Place, è una libreria francofona, un punto di riferimento a Bruxelles dopo “les Cliniques Universitaires Saint-Luc” 1. “Les Cliniques” si possono raggiungere con la linea 1B del metrò, direzione Tomberg, scendendo alla stazione Alma. Se non è il Saint-Luc il motivo della vostra presenza in quei paraggi, cogliete l’occasione per visitare alcuni edifici singolari, opera dell’architetto Lucien Kroll (una summa di Gaudì e Horta). La stessa stazione del metrò è un progetto di Kroll e, se fate attenzione, non c’è nulla di rettilineo, tranne le rotaie e i bordi dei marciapiedi. Reduce da tre “viaggi” in Palestina, nel luglio-agosto 2002, ero lì in un luogo al quale sono assai legato. Il prof. Jan Lerut voleva farmi, a distanza di dieci anni, qualche controllo. Il 31 luglio alla libreria Tropismes, sui banchi del piano inferiore, un libro “Détruire la Palestine – ou comment terminer la guerre de 1948” di Tanya Reinhart, La Fabrique éditions 2002. Sufficiente scorrere l’indice per comprendere come fosse un saggio fondamentale e necessario per una comprensione meno superficiale di quelle tragiche esperienze. Un mese del 2003 Internet è un insieme di percorsi imprevisti e imprevedibili lungo i quali è stato possibile incontrare una poesia di Aharon Shabtai, “Se mi chiedete …”. Novembre - Dicembre 2004 Il saggio di Tanya Reinhart è stato pubblicato in Italia solo nel 2004, con il consueto ritardo dell’editoria italiana, per i tipi di Marco Tropea Editore, con il titolo “Distruggere la Palestina – La politica israeliana dopo il 1948”, all. 1, il titolo dell’edizione inglese è invece “Israel/Palestine. How to end the War of 1948”. Ogni editore ci mette del suo. Invitiamo Tanya a venire in Italia per presentare il suo saggio e lei scrive: “perché non facciamo come abbiamo fatto a Parigi, dove mio marito Aharon Shabtai ha letto alcune sue poesie e io ho fatto l’intervento politico?”. Di Aharon conoscevamo solo “Se mi chiedete …”, all. 2, non sapevamo che fosse il compagno di Tanya. Non ci furono esitazioni nell’accettare la proposta. Gli incontri iniziavano con la lettura di cinque poesie, Cultura, Guerra, Vita agli arabi, Soldatini di piombo e Lotem Abdel Shafi2. Tanya diceva, con chiarezza e passione, le ragioni della sua critica radicale. Dopo il dibattito la conclusione di Aharon con “Politica”. A Parma, Schio, Venezia, Torino, Milano e Varese, in molti e in molte, ne è rimasto un ricordo intenso. 1 Les Cliniques Universitaires Saint-Luc è uno dei migliori ospedali europei in particolare per i trapianti di fegato. 2 Le trovate tutte nella raccolta “Politica” (Poesie scelte 1997-2008), Multimedia edizioni 2008 1 Venezia, dicembre 2004 Maggio 2006, Biella Aharon e Tanya partecipano al seminario “La dimensione della parola condivisa – Quale futuro per Palestina/Israele?” Dicembre 2006 Vado ad Amsterdam a trovare Aharon e Tanya. Tanya, allieva di Noam Chomsky, insegnava linguistica a Utrecht e dopo essere stata costretta a lasciare l’università di Tel Aviv era in procinto di andare all’università di New York. Nel mese di settembre del 2006, dopo la guerra in Libano e dopo quanto era successo a Gaza, aveva deciso di lasciare Israele. Trovai una persona duramente scossa nella sua sensibilità. Anche la violenza senza precedenti della quale era stata oggetto insieme agli altri dimostranti a B’ilin aveva lasciato in lei un segno, come se il suo ottimismo per le lotte popolari fosse stato ferito nel profondo. Domenica 18 marzo 2007 “Dear friends, Alfredo and Diana, I am sad to tell you that Tanya died. She stayed in a resort in Long Island to write, and was found in her room lifeless. No signs of violence, it seems a stroke. Tomorrow I will have the result of the autopsy. I am going to arrange her burial in Tel Aviv. no words can serve me to tell you more. We will stay in touch. We love you so much, Aharon”3. Alfredo Tradardi Congedo Mi hai baciato, hai attraversato la Settima Avenue, portando il mio berretto con la visiera 3 “Cari amici, Alfredo e Diana, sono triste di dirvi che Tanya è morta. Era a Long Island in un luogo di soggiorno per scrivere ed è stata trovata nella sua stanza priva di vita. Nessun segno di violenza, sembra un ictus. Domani avrò i risultati della autopsia. I funerali si terranno a Tel Aviv. Non ho parole per dirvi di più. Rimaniamo in contatto. Vi voglio molto bene. Aharon” 2 senza guardare indietro hai camminato per l’intero isolato sul marciapiede opposto ed alla fine sei entrata da Loehmann’s mentre io ero ancora all’incrocio della 17sima via non staccando i miei occhi da te Aharon in memoria di Tanya Allegato 1 Nota dell'editore Gli israeliani la chiamano guerra d’Indipendenza, i palestinesi Naqba, la catastrofe. Lo Stato d’Israele nasce, nel 1948, con la cacciata di oltre settecentomila palestinesi dalle loro terre, a cui non hanno più fatto ritorno. Tanya Reinhart, giornalista e professoressa all’università di Tel Aviv, è cresciuta nella convinzione che quel peccato originale si potesse perdonare perché commesso per esorcizzare il timore di un nuovo olocausto. Ma nel 1967, a seguito di una nuova guerra a vasto raggio che ha portato all’invasione della Cisgiordania, della Striscia di Gaza e delle alture del Golan – territori tutt’oggi occupati – Israele ha dimostrato di non accontentarsi della patria riconquistata. In preda a una sindrome da accerchiamento, la leadership politica non ha tenuto in conto le conseguenze di una simile operazione, ma lo scoppio della prima Intifada ha mostrato al popolo israeliano quanto fosse alto il prezzo di quella politica di occupazione militare. Nel 1993, dopo il vertice di Oslo e la stretta di mano fra Rabin e Arafat, il ritiro dai Territori occupati e la formazione di uno stato palestinese sembravano imminenti. Non è stato così. Sette anni dopo, le condizioni dei palestinesi nella Striscia di Gaza erano nettamente peggiorate e tutte le speranze che gli accordi avevano alimentato erano svanite. Per Reinhart, gli anni successivi a Oslo – dal governo di Barak allo scoppio della seconda Intifada, passando per Camp David – costituiscono il periodo più buio dell’intero conflitto. L’autrice ripercorre proprio quest’ultimo decennio per illustrare come la strategia messa in atto da Israele non vada interpretata alla stregua di una risposta al terrore o di una forma di autodifesa, ma come il risultato di un disegno architettato e attuato sistematicamente: l’espulsione completa del popolo palestinese dalla Terra Santa. Un disegno che risulta chiaro dalle stesse parole di Sharon, quando definisce l’attuale conflitto con i palestinesi come “la seconda parte della guerra del 1948”. Distruggere la Palestina offre un’analisi basata su una puntuale ricostruzione dei fatti e sulle dichiarazioni degli esponenti politici dei due fronti. A raccontare la tragedia dei palestinesi è la voce di un’intellettuale israeliana che da anni si batte per contrastare i luoghi comuni imposti dalla propaganda e diffusi anche dai principali media occidentali. Tanya Reinhart è stata docente di linguistica alle università di Tel Aviv e di Utrecht. 3 All. 2 Se mi chiedete … Se mi chiedete Di dare la caccia a un ragazzo A 150 metri di distanza Con un fucile a cannocchiale, Se mi chiedete di sedermi in un tank e Dalle altezze della moralità ebraica, Fare penetrare un obice Nella finestra di una casa, Mi toglierò gli occhiali E borbotterò cortesemente: ‘No, signori! Rifiuto di spogliarmi Per sguazzare con voi In un bagno di sangue’. Se mi chiedete Di tendere le orecchie Perché voi ci caghiate dentro, Scusandomi, dirò: ‘no, grazie! Le vostre parole puzzano, Preferisco sedermi Sull’asse del mio cesso!’ Meglio dunque che la smettiate, Perché se vi ostinate, Se continuate a insistere Che io mi unisca alla vostra muta, Per grugnire insieme, Perché insieme ci rotoliamo E ci facciamo tutti crescere addosso Setole di porco, E insieme affondiamo Le nostre narici di lupi Nella carne cruda, Perderò la pazienza E risponderò con fermezza: ‘Signor Primo Ministro, Onorevole Generale, Sua Eccellenza Deputato.. Sua Santità il Rabbino, Baciatemi il culo!’ Aharon Shabtai Traduzione a cura di ISM-Italia 4