Japanimando

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Japanimando
MARIKA MIKU DIAFERIA - Foto di Massimo Nale
WEBZINE FREE DOWNLOAD by A.C. JAPANIMATION - Anno VI - n. 55
NEWS
COSP
LAY
CULTURA
MUSIC
A
EVENTI
3
2
EDITORIALE
S
alve a tutti, carissimi lettori
di JAPANIMANDO! Mamma
mia che faticaccia finire questo numero
di gennaio!!
Ebbene si, come vi
abbiamo accennato
più volte ci sono
tanti progetti da attuare e non riusciamo più ad
essere puntuali con
le uscite della nostra cara webzine!
Però l’importante è
esserci... come si
dice... meglio tardi
che mai, quindi speriamo che anche
questo nuovo numero sia di vostro
gradimento anche
se non siamo riusciti ad aumentare
nuovamente il numero di pagine
come un tempo.
Ovviamente non dipende solo da noi
ma anche dalle recensioni che ci
giungono per
tempo... e con le
feste di mezzo, il
gioco è fatto!
In questo periodo,
comunque, siamo
davvero in grande
attività: c’è aria di
cambiamento e
speriamo veramente con tutto il
cuore che questo
2016 ci porti quello
che aspettiamo da
anni, ovvero di realizzare tantissimi
altri progetti che ci
consentino di poter
divulgare sempre di
più e sempre meglio questa splendida cultura del
fantastico.
Come sapete siamo
no profit e non abbiamo mai avuto
supporti economici
da nessuno, né pubblici e né privati;
ora però possiamo
contare su importanti sinergie e speriamo che questo
basti a fare sempre
meglio per la soddisfazione di tutti!
Buon Anno!
SOMMARIO
L’anima fantasy di Anna Angelica Godoli ..... pag. 4
Manuela Fares tra disegno e cartoons ......... “
6
L’arte fotografica di Alessandro Scrima ....... “ 10
Carlos D’Anda tra Star Wars e Batman ...... “ 14
Radio Serpe digievolve!.................................... “ 16
Gianluca Malato: tra scienza e fantasia ......... “ 18
Storia di una passione artistica ...................... “ 20
Alla riscoperta dei valori umani..................... “ 24
Fantasticando in bianco e nero ...................... “ 28
Tra rock, horror e simbolismo....................... “ 30
La fantasia è il motore dell’anima .................. “ 32
10 domande a Giovanni Muciaccia................ “ 36
Ivan Migliozzi si racconta................................. “ 40
I mondi fantastici di Davide Cali .................... “ 42
Le origini di Nocera a fumetti........................ “ 45
Il sentiero artistico di Ju Jumble..................... “ 46
Fumetto e test psicologici............................... “ 49
“Gli ultimi terrestri” ......................................... “ 50
Il talento di Andrea Modugno ........................ “ 52
“Ritorno al futuro” ........................................... “ 54
“Miss America”: una vita in chiaroscuro....... “ 56
Fantasia per migliorare il mondo................... “ 60
L’importanza della fantasia.............................. “ 62
V. D’Amico
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materiale non vuole violare nessun Copyright, poiché è esclusivamente a titolo informativo e ludico.
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L’ANIMA FANTASY DI ANNA ANGELICA GODOLI
Su Facebook: Anna Angelica Godoli
M
i presento: Anna
Angelica, diciotto anni. Sono
sempre stata appassionata al mondo del fantastico, fin da piccola. A
quei tempi, strano ma
vero, odiavo leggere, terminavo un libro solo se
era in grado di appassionarmi davvero e gli unici
a riuscirci erano proprio i
fantasy. Preferivo seguire
le avventure di perso-
naggi fantastici in mondi
straordinari piuttosto
che concentrarmi sulle
vicende della semplice realtà di tutti i giorni, solo
ciò che era fuori dagli
schemi riusciva a emozio-
narmi. Questo piccolo
ma avvincente mondo
che andava lentamente a
crearsi nella mia testa
riusciva a farmi sognare, a
cullarmi la notte prima di
dormire o a distogliere
l’attenzione da pensieri
troppo tristi e cupi, come
una sorta di coperta di
Linus. Più avanti è sorta
un’altra passione che mi
accompagna ancora
adesso: gli anime, i manga
e la cultura giapponese in
generale. Nonostante
tutti li considerassero infantili per me erano qualcosa di straordinario, mi
ricordo le corse per tornare presto a casa e piazzarmi davanti alla
televisione e le maratone
di episodi dopo la scoperta del computer. A
questo si aggiunge la
scrittura: da sempre il
mio più grande sogno è
stato scrivere e pubblicare un romanzo. A sette
anni tentai di scrivere una
serie di racconti, ma ovviamente l’esito fu assurdo. A tredici anni ho
iniziato a lavorare seriamente al mio romanzo
«Apparition», un Paranormal-Romance pubblicato recentemente
attraverso Narcissus incentrato sulla strana convivenza, chiamiamola così,
tra una ragazza solitaria,
insicura e un fantasma
sempre al suo fianco,
pronto ad aiutarla e colmare tutti i suoi vuoti. Mi
hanno sempre appassionata i fantasmi e ancora
di più gli angeli, in più
l’idea di avere qualcuno
sempre disposto a sopportarmi 24 ore su 24 mi
affascinava. Finalmente
potevo contribuire a plasmare un mondo fantastico che potesse
trasmettere anche agli
altri tutto ciò che avevo
sperimentato in questi
anni, nonostante sia ancora troppo giovane per
vantarmi di esperienze
straordinarie. Potevo
tracciare su carta i contorni di quel mondo che
pensavo esistesse soltanto nella mia testa. Speravo che qualcuno, in un
momento particolarmente impegnativo o triste, sarebbe riuscito a
trarre consolazione leggendo il mio romanzo,
come se qualcosa vegliasse davvero su di lui e
non si riducesse tutto a
delle semplici parole battute su carta o sullo
schermo luminoso di un
cellulare, volevo offrire
un compagno fidato, rendere così veri i personaggi da farli sembrare
vivi ed essere capace di
lasciare quel famoso
vuoto nel cuore che si
prova spesso a fine lettura. Ho scelto di esprimere tutto questo
attraverso la scrittura
perché la sento più mia
e, nonostante abbia finalmente realizzato il mio
sogno, non mi sono ancora fermata e sto già la-
vorando al mio prossimo
romanzo il cui titolo probabilmente sarà «Horror
Vacui - Paura del vuoto»,
più vicino al genere
della Fantascienza Apocalittica, e al futuro seguito
di «Apparition» (potete
seguire il tutto sulla mia
pagina Facebook leggendo estratti e novità),
ma ritengo che la fantasia
vada assolutamente sfruttata in tutte le sue sfaccettature. La cosa
straordinaria del fantasy
è che, in fin dei conti, non
si riduce a un modo
astratto o estraneo, c’è
sempre un legame con la
realtà e, di fronte a chiunque legga un fumetto o
guardi un film, acquista
sempre una forma concreta. Quando assistiamo
alle vicende di un personaggio del mondo fantastico le sentiamo nostre,
ci emozioniamo e immedesimiamo, anche se
sono distanti dal nostro
mondo o addirittura irreali. Qualcosa d’immaginario riesce a farci
emozionare quasi tanto
quanto qualcosa che esiste davvero, quanto la realtà di tutti i giorni.
Questo è il grande potere del fantasy che molti
ignorano e dovrebbero,
almeno una volta nella
propria vita, sperimentare.
Anna Angelica
Godoli
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MANUELA FARES TRA DISEGNO E CARTOONS
http://manuality1085.blogspot.it - Su Facebook: Manuela Fares
C
iao a tutti! Mi
chiamo Manuela
Fares, classe ‘85,
vivo ad Acquaviva Picena,
un paesino in provincia di
Ascoli Piceno. Se qualcuno mi chiedesse cosa
rappresenta per me il
mondo dei disegni e dei
cartoni animati, io risponderei che non è solo una
passione, ma vita!! Fa e
farà sempre parte di me
perché è qualcosa di innato, mi permette di
esprimere quello che
sono realmente, mi fa
sentire libera, mi fa star
bene, è un rifugio nel
quale sentirsi al sicuro, è
mio salvagente.
Il disegno è terapeutico,
come tutte le forme di
arte. Ti aiuta in maniera
indiretta, silente, soprattutto quando sei piccola
o anche già adolescente.
Crescendo ne hai più
consapevolezza e ti accorgi di sentirti quasi in
debito con lui se ogni
giorno non fai qualcosa,
alla fine della giornata
vengono quasi i “sensi di
colpa”, come aver mancato al proprio dovere.
Posso dire con certezza
assoluta di essere cresciuta a latte e cartoni
animati. Ho sempre avuto
dinnanzi a me due realtà
a me care, una cinematografica che riguardava il
mondo Disney e l’altra
televisiva, dei Manga anni
‘80, che sicuramente era
la quotidianità!
Da quello che posso ricordare, ho iniziato a disegnare (o
scarabocchiare...) all’età
di 2 anni. L’unica cosa che
chiedevo a mia mamma
quando uscivamo era di
fermarsi in tabaccheria
per prendermi i famosi libricini della Disney con la
penna magica, che andavano molto di moda in
quel periodo, matite colorate e fogli.
Il mio primo disegno in
assoluto è stato un Bugs
Bunny. A seguire poi tutti
i personaggi della Warner
Bros che vedevo in tv e i
cartoni di Hanna&Barbera.
Poi negli anni ‘80 sono arrivate le ondate di serie
televisive manga, tra-
smesse da Italia1. Ebbene
si, posso dire che sono
anche io un’orfana di Bim
Bum Bam e Ciao Ciao! An-
cora oggi se devo pensare ai cartoni animati
giapponesi mi vengono in
mente solo quelli, perché
erano davvero storie meravigliose, con grossi contenuti, educativi, anche se
spesso affrontavano tematiche molto tristi
come l’abbandono o l’essere orfani. Sarebbe curioso chiedere agli
animatori giapponesi perché avevano questa visione...
Insieme a quello c’era il
filone magico delle streghette, dove ti portavano
in una dimensione di
sogno, quasi una fuga
dalla realtà! Per un certo
periodo della mia adolescenza ho anche iniziato
a fare disegni femminili
Manga e devo dire che se
ci penso un po’, caratterialmente mi ritrovavo in
loro. Lady Oscar, Occhi di
Gatto, Lamù, Sabrina (E’
quasi magia Johnny)... tutte
ragazze che avevano
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anche un certo tipo di
sensualità che riporto
anche oggi nelle mie illustrazioni di Pin Up.
Sono anche molto legata
a diverse fiction fantasy di
quegli anni, soprattutto
del grande regista Lamberto Bava. Dalla saga di
Fantaghirò, a Sorellina e il
principe del Sogno, a La
principessa e il povero,
ecc...Vedere tutti gli effetti speciali fatti all’epoca
in maniera completamente artigianale, era
davvero sorprendente.
Da lì mi sono spesso divertita a disegnare e
avere sempre nel cassetto della mia fantasia, i
classici personaggi del cinema fantasy, reinterpretandoli alla mia maniera
(streghe varie, fatine, folletti, ninfe, gnomi...) ma
anche del cinema horror
(Dracula, zombie, Frankestein, ecc...). Molti magari
li considereranno
“retrò”, a me piace considerarli più Vintage Evergreen... perché come
abbiamo visto, sono sempre d’attualità!
Non mi dispiacerebbe
poter fare in futuro delle
illustrazioni inerenti a
qualcosa che riguarda
proprio quel mondo, fantasy/horror, magari in
chiave spiritosa tipo Famiglia Addams, che trovo assolutamente geniale!!
Fino ad un certo punto
della mia vita ho sempre
disegnato da autodidatta,
con la grande curiosità e
stimolo di chi vuole fare
questo di mestiere.
Credo che la cosa principale sia quella di tenere
sempre gli occhi aperti,
guardare, osservare, non
fermarsi mai di “studiare”
e di mettersi in discussione, osservando soprattutto gli artisti più
affermati, che con il loro
lavoro ti caricano e incentivano a puntare sempre più in alto.
Ovviamente di base ci
deve essere tanto lavoro,
spesso nell’ombra, soprattutto per chi come
me, autodidatta, non ha
fatto licei o accademie
d’arte, ma fatto altri percorsi. Quindi, nel momento in cui decidi che
vuoi fare dell’arte la tua
professione, il lavoro di
ricerca e di esercizio
quotidiano deve essere
ancora più pressante.
Il disegno è un allena-
mento quotidiano
sotto ogni punto di vista,
perché non va allenata
solo la mano, anzi... prima
bisogna allenare la testa,
lo spirito di osservazione,
il cuore.
Dopo parecchi anni, ho
deciso di trasferirmi a Firenze dove ho frequentato il corso triennale di
Animazione Cinematografica.Volevo capire
come si crea il movimento, l’azione, di qualsiasi tipo di cartoon, una
vera magia!
Ho avuto modo di vedere e toccare con mano
il passaggio dall’animazione tradizionale 2d a
quella 3d, ed è stato straordinario! Ho assistito in
prima linea all’evoluzione
del cartoon, capendone
tutti i nuovi ruoli e tutto
il grosso lavoro che ci sta
dietro. È un qualcosa di
pazzesco! Ho anche
avuto l’enorme piacere e
fortuna di assistere a lezioni di grandi nomi dell’animazione mondiale
della Disney, Pixar, Dreamworks e un incontro
con il grandissimo maestro Yoichi Kotabe (illu-
tation, dedicate ad un abbigliamento intimo un po’
fuori dalle righe, particolare, con tanto di Special
Guest. 5 donne del
mondo dello spettacolo,
alle quali mi sono ispirata!
Parallelamente a questo,
sto ragionando su altri
due progetti di Pin Up.
Uno legato al mondo del
cibo, l’altro dedicato ad
una donna famosissima
del mondo dello spettacolo, ritratta in ben 40 illustrazioni. Non ci sono
soltanto Pin Up, ho anche
le mie illustrazioni di
background in digital
paint dove mi piace fare a
volte cose più realistiche
e altre volte più cartoon.
Da poco mi sono messa a
lavoro anche per creare
delle illustrazioni simpatistratore ufficiale di Super
Mario e character design
di Heidi e Marco dagli Appennini alle Ande).
Terminati i tre anni di
corso, sono tornata al
mio paese, con un bel bagaglio di esperienza
molto importante e ho
iniziato a dedicarmi all’illustrazione, cercando di
esprimere quello che
sono io attraverso il disegno. Ho iniziato un nuovo
percorso, un modo
nuovo di lavorare, di fare
ricerca, di colorare, cercando di crescere artisticamente, con l’intento di
unire il mondo dell’illustrazione con l’animazione direttamente nei
miei character. Ho rivolu-
zionato tutto, dalla mia
pagina facebook, al mio
blog, sono anche su Pinterest. Ho voglia di far vedere un nuovo lato di
me, una nuova Manuela
Fares. Una crescita artistica e professionale iniziata attraverso le mie Pin
Up, mia grande passione
da diversi anni, che come
primo nuovo lavoro ho
voluto mettere sotto
forma di segni zodiacali, si
chiamano PepperDolls,
perché sembrano bamboline a cui ho voluto dare
un taglio sensuale e ammiccante.
Attualmente sto lavorando ad una nuova collezione che ho voluto
chiamare PepperDolls-Ten-
che riguardante il
mondo animale!
Come avete capito, le
idee non mancano, il lavoro è sempre tanto!
Ci si deve credere fino in
fondo perché i sogni
sono ciò che ci fanno
sentire sempre vivi e si
possono anche realizzare
se ci si crede veramente!
Mai mollare!
Un grande in bocca in
lupo a tutti coloro che
hanno sogni nel cassetto
e, come disse il grande
Walt Disney, “ Se lo puoi
sognare, lo puoi anche
fare!”
Un felicissimo inizio Anno
a tutti i lettori!!
Manuela
Fares
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L’ARTE FOTOGRAFICA DI ALESSANDRO SCRIMA
Su Facebook: Koji’s point of view
C
iao a tutti, sono
Alessandro in
arte Koji, ho 28
anni abito in provincia di
Ancona e nella vita lavoro
nel campo informatico.
La mia passione per
l’oriente o meglio per gli
anime è nata quando
avevo 10 anni e un’estate
cercando un fumetto
optai per Dragon Ball anziché Topolino.
Da lì mi si aprì un mondo
che varia dagli anime anni
80 fino ai più recenti.
Negli anni insieme a mio
fratello o meglio grazie a
mio fratello riuscii ad accaparrarmi una collezione
di manga notevole, tra cui
City Hunter, Bastard, Berserk, Lamù, Ranma 1/2 e
tanti altri che hanno segnato la mia adolescenza.
Quando non leggevo passavo il tempo davanti agli
anime per lo piu trasmessi in televisione (lo
streaming era una cosa
impensabile al tempo!!),
ricordo ancora i pomeriggi passati davanti alla
televisione a guardare
Ken Shiro, Dragon Ball,
Saint Seya,Triggun, Golden
boy e Neon Genesis Evangelion.
Durante il periodo della
prima adolescenza mi approcciai anche ai giochi di
ruolo, il più famoso D&D
dove con un gruppo di
amici passavamo i pomeriggi a giocare.
Nella seconda parte della
mia adolescenza trovai il
connubio tra i giochi di
ruolo e l’informatica e mi
buttai a capofitto negli
MMORPG fiino a diventare uno tra i primi italiani in classifica su
Ragnarok Online un
video gioco on-line di
ambientazione fantasy
suddiviso in classi, evoluzioni e rinascite.
In contemporanea mi approcciai anche allo studio
delle arti marziali (jujutsu) studiando anche la
filosofia orientale e la via
dei samurai.
Nella mia vita ad un
certo punto dovetti scegliere un nickname soprattutto per quanto
riguarda il gioco online,
per il mio nick “Kojiro”
fui guidato da un anime
“Fuma No Kojiro (Kojiro
lo spirito del vento)” di
Masami Kurumada (anche
autore di Saint Seya).
In quel periodo della mia
vita susseguirono gli studi
universitari che mi allontanarono (fortunatamente non per molto)
dal mondo fantasy e dalla
cultura nipponica che
tanto amavo.
3 anni fa quando ormai il
grosso all’università era
fatto, mi sono avvicinato
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Avvolte rimango ancora colpito di quanto sia
bello per un fotografo
che cerca soggetti e
spunti trovarsi in mezzo
ad una fiera (specialmente all’aperto), dove ci
sono centinaia di persone
pronte a farsi fotografare,
diciamocelo le fiere sono
al mondo della fotografia
grazie a un regalo della
mia ragazza la mia prima
reflex, una 1100d Canon
che ancora porto dietro
un po’ come secondo
corpo in caso di problemi
e un po’ come porta fortuna.
Per quanto riguarda la
mia attrezzatura voglio
essere sincero, ancora
non è al top in quanto nel
periodo di studi non
avendo un lavoro fisso
non potevo investire in
attrezzatura ma nel 2016
prevedo un upgrade importante (sia come corpo
che come obbiettivi).
Quando mi approcciai
alla fotografia è stato
molto metodico, portandomi a studiare ogni
volta una tecnica diversa
facendomi passare notti
insonne a fotografare
strade e stelle o a scegliere il giorno del mese
esatto per delle foto alla
luna.
Inizialmente facevo foto
di paesaggi e di natura e
circa quattro mesi dopo
mi ritrovai in mezzo a un
evento cosplay, per me
era una cosa fantastica
perché come in passato
sarei riuscito ad unire
due mie passioni, di questo devo fare un grande
ringraziamento a tutti i
cosplayer che con la loro
passione e il loro modo
di viverla mi danno la
possibilità di andare
avanti in questo bellissimo mondo.
un ottima palestra per un
fotografo soprattutto se
si è iniziato da poco!!
Da quel pomeriggio è
nata la mia pagina (Koji’s
Point of View) ed è iniziato il mio percorso nel
mondo della fotografia
cosplay.
Generalmente giro in-
sieme al mio staff nelle
varie fiere delle Marche e
dell’Emilia Romagna facendo foto ai cosplayers,
mentre nei weekend liberi organizzo set fotografici nella zona dove
viene studiata anche l’ambientazione per dare il
massimo alle fotografie
che scatto.
Con il tempo non sono
mancati anche dei riconoscimenti che mi spingono ad andare avanti
come la possibilità di essere fotografo ufficiale
per alcune fiere e la mia
partecipazione come giurato a una fiera e la possibilità di essere
pubblicato su questa rivista è l’ennesima prova
che sto andando nella direzione giusta e che
quello che faccio piace.
Nel mio futuro, vedo un
amore per la fotografia
che non smetterà mai di
esistere, e vedo anche
tante fiere dove poter
conoscere nuovi cosplayer e incontrare amici di
lunga data che ormai da 3
anni seguono il mio lavoro.
È il momento dei saluti, vi
invito a visitare la mia pagina su FB per guardare i
miei lavori e rimanere informati sui miei nuovi
progetti e di contattarmi
per collaborazioni.
Infine ringrazio voi lettori
e la redazione di Japanimando per questa stupenda opportunità
PS: Se mi vedete in fiera
non abbiate paura di
chiedermi una foto ;)
Alessandro
Scrima
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CARLOS D’ANDA TRA STAR WARS E BATMAN
Su Facebook: Andrea De Rosa
“S
tar Wars Legends”, è una
nuova trasposizione delle storie che
hanno raccontato ed
espanso l’universo Star
Wars dal 1977 al 2014, ripresentando il meglio
delle “leggende” e ripercorrendo, appunto, le
saghe più importanti, con
nuove traduzioni ed
esposizioni di numeri mai
apparsi in Italia. Ma andiamo con ordine. Già in
passato, la Marvel Comics
acquisì i diritti di Star
Wars, pubblicando i fumetti della saga ancor
prima dell’uscita del primissimo film “Una Nuova
Speranza”. Infatti nei
primi sei numeri raccontava per filo e per segno
le vicende dei nostri eroi
della pellicola cinematografica. Con il tempo, una
volta terminato l’adattamento del film, si è voluto provare a raccontare
storie che non sono presenti nella pellicola cinematografica, ovvero ciò
che compievano i nostri
eroi dopo i titoli di coda
o cosa succede tra un
film e un altro. Dopo
l’enorme successo, l’universo di Lucas, si è
espanso sempre di più.
Dopo dieci anni la Marvel
chiuse la collana e passò
poi a una giovane casa
editrice: “Dark Horse”
che comporrà “l’universo
Espanso” della saga che
esulano dai sei film con
fumetti, libri e videogiochi. In questo nuovo universo, non vedremo solo
altre storie dei nostri
protagonisti principali, ma
anche vicende alternative
della saga, ambientate
anni prima, anni dopo o
in contemporanea alla
pellicola. Quando poi nel
2013, la Disney ha acquistato la Lucasfilm, inizia i
progetti per una nuova
triologia cinematografica. Nella saga a fumetti,
torna alle origini con
nuovi adattamenti e storie dei protagonisti principali con storie
comprese alla saga originale.
Il primo numero di questa Collana “Star Wars Legend”, che esce a cadenza
settimanale con la Gazzetta dello Sport, ritroviamo i nostri
protagonisti, intenti a trovare dei nuovi alleati,
equipaggiamento e un
posto sicuro per poter
costruire una nuova base
per l’alleanza ribelle per
potersi riorganizzare e
tenere a bada la minaccia
imperiale. Qui inizia la
guerra civile galattica, ambientata poco dopo la distruzione della prima
morte nera del quarto
film della saga “una nuova
Speranza”. Il primo nu-
mero della serie Legend
si intitola: “Nell’Ombra di
Yavin”; Cover di Alex
Ross, storia di Brian
Wood e disegni di Carlos
D’Anda. Che la Forza sia
con voi!!!!!
Un Apprezzamento meri-
tatissimo al celebre disegnatore Carlos
D’Anda, per la cura dei
dettagli per le ambientazioni, astronavi e droidi.
Egli è un concept artist e
disegnatore DC/Wildstorm, famoso soprattutto per il suo lavoro
con Deathblow e Batman:
Arkham City. Quest’ultimo è il prequel del
gioco tanto atteso del
2011. Affiancato da Paul
Dini, uno dei migliori
scrittori di Batman di
tutti i tempi (responsabile
della serie animata di The
Dark Knight negli anni
‘90), presenta la storia
che lega il gioco di Arkham Asylum ad Arkham
City. La saga è composta
da 5 volumi ed è ambientata sei mesi prima degli
eventi del gioco.
Andrea
De Rosa
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RADIO SERPE DIGIEVOLVE!
Su Facebook: Radio Serpe: La radio dei GdR
N
on sappiamo se
sarete in grado
di leggere questo
articolo. Insomma, le
feste sono finite e probabilmente state ancora
cercando di riprendervi
da pranzi, cene, uscite e
bagordi di qualsivoglia natura, ma con un po’ di
fortuna siete riusciti ad
arrivare qui con i bioritmi
sufficientemente ristabiliti. Ordunque, partiamo
con l’augurarvi un buon
inizio anno, nella speranza
che tra le cose vecchie
che vi siete lasciati alle
spalle la notte del 31 non
ci sia anche la voglia di
continuare ad immergervi
nel mondo della fantasia,
e proprio per far sì che la
salutare pratica della cultura del fantastico non rischi di abbandonarvi
abbiamo deciso di compiere un piccolo passo
avanti con la nostra Radio
Serpe.Vi avevamo già annunciato nello scorso numero che ci sarebbero
state delle novità, ma ci
siamo riservati il diritto
di rivelarvele solo a cose
confermate, ricordate?
State dunque comodi
perché andremo ora ad
elencarvi cosa abbiamo
tirato fuori dal pentolone
delle pozioni. Partiamo
dalla pagina facebook di
Radio Serpe: la usavamo
solamente per pubblicare
gli aggiornamenti dal canale YouTube (cioè linkavamo in pagina le puntate
man mano che le caricavamo sul canale) e poco
altro, ma ci è sembrato
un utilizzo fortemente riduttivo, specie ora che facebook ha iniziato a
fornire alle pagine strumenti sempre più interessanti e performanti. Da
ora caricheremo in pagina anche gli eventi dedicati alle puntate, quelli
cioè ai quali partecipare
per non perdervi le nostre dirette, e soprattutto
cercheremo di pubblicare
periodicamente e regolarmente i principali aggiornamenti riguardati pagine,
gruppi, associazioni, giochi
o eventi con i quali collaboriamo o che ci sembrano meritevoli di
attenzione. Non è certo
una novità, nel mondo
delle pagine dedicate ai
giochi di ruolo, ma ci
piace pensare che grazie
anche al nostro contributo le realtà più genuine
e innovative possano fare
strada! A proposito di
fare strada, ecco un’altra
novità: la promozione dei
progetti italiani legati ai
giochi di ruolo e alla fantasia. In realtà è una cosa
che facciamo fin dalla nostra prima puntata, ma
cercheremo di renderla
sempre più attiva. L’idea è
molto semplice: oltre alle
nostre immancabili interviste e puntate a tema,
chi ha per le mani qualcosa di interessante e che
vorrebbe far conoscere
(un gioco di ruolo, un fumetto autoprodotto,
un’attività di artigianato e
via dicendo) potrebbe organizzarsi con noi per offrire del materiale che la
nostra comunità potrebbe vincere in seguito
a sfide, concorsi o eventi
di varia natura. Noi continueremo come sempre a
cercare con il lanternino
le realtà degne di nota,
ma se voi che leggete vi
rispecchiate in questa descrizione non siate timidi,
fatevi avanti e metteteci
al corrente della vostra
esistenza, magari si riesce
ad organizzare qualcosa
di carino insieme! Passiamo ora alla Radio vera
e propria, e alle nuove rubriche che vi proporremo. Partiremo con un
filone dedicato ai giochi
di ruolo cartacei, e in
questo interessante percorso ci avvarremo della
collaborazione di Marco
Rossi, conduttore del canale YouTube Gdr Addicted, che sarà nostro
ospite ogniqualvolta che
ci sarà da parlare di giochi dei quali non potremo
ospitare gli autori, per un
motivo o per l’altro.
L’esperienza di Marco nei
GdR cartacei è decisamente migliore della nostra, e siamo felicissimi
che abbia accettato di
buon grado di darci una
mano (andate a sbirciare
il suo canale e vi farete
un’idea). Un’altra nuova
rubrica sarà dedicata alle
fiere del gioco, del fumetto e del cosplay. Ne
esistono moltissime oltre
alle più famose, spesso
nate in piccoli centri abitati che nel loro piccolo
cercano di dar luce alla
cultura ludica.Vogliamo
farvele conoscere, magari
riuscendo ad intervistarne gli organizzatori e
chissà, magari potreste
scoprirne qualcuna a due
passi da casa vostra. Ultimo, ma non meno importante, un passo che
forse è azzardato ma che
se andrà nella direzione
giusta potrà rendere i nostri programmini ancora
più interessanti: abbiamo
deciso di lanciarci su Patreon, una piattaforma
dedicata ad artisti e produttori di contenuti, in
cui gli appassionati
possono offrire donazioni
ai propri progetti preferiti per aiutarli a crescere. Abbiamo stabilito
una serie di obiettivi,
ognuno dei quali servirà a
migliorare Radio Serpe,
permetterci di guardare
lontano e, soprattutto, offrire ai nostri sostenitori
ancora più motivi per
continuare ad esserlo. Di
questo, però, parleremo
approfonditamente più
avanti, probabilmente nel
prossimo numero di Japanimando. Queste di cui vi
abbiamo parlato oggi
sono solo le novità confermate, quelle che vedrete effettivamente
realizzate a partire da
questo inizio d’anno. Le
altre, ancora una volta, le
teniamo per noi fino a
che non vedranno la luce.
Continuate a seguirci,
ognuno di voi ci fa sentire
speciali.
Rye & Catlyn
Radio Serpe
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GIANLUCA MALATO:TRA SCIENZA E FANTASIA
www.gianlucamalato.it - Su Facebook: Gianluca Malato
C
iao a tutti gli
amici di Japanimando! Innanzi
tutto ringrazio la redazione per questo spazio e
comincio con il presentarmi. Mi chiamo Gianluca Malato, ho 29 anni e
sono nato a Erice, una
bellissima città medievale
della Sicilia occidentale.
Da dieci anni vivo a
Roma, dove ho studiato e
dove ora lavoro, ma da
circa metà della mia vita
sono uno scrittore. All’inizio era più una specie
di hobby, una passione da
coltivare nel tempo libero, ma da un anno a
questa parte ho cominciato ad affrontare la
scrittura in maniera più
seria e professionale.
Cosa mi piace scrivere?
La risposta dipende da
cosa mi piace leggere e si
riassume in una parola:
fantastico. In tutte le sue
forme e sfaccettature.
Adoro il fantasy, la fantascienza e l’horror, nonché
sottogeneri di questi
quali lo sword and sorcery e lo steampunk.
La mia passione per il
fantastico può essere legata, probabilmente, ai
cartoni giapponesi dell’infanzia. I Cavalieri dello Zodiaco è per me un
capolavoro assoluto, ma
anche i robot giapponesi
(Goldrake e Jeeg Robot tra
tutti) hanno avuto la loro
influenza sulle storie che
mi piace raccontare.
L’amore per la fantascienza origina sicuramente dal mio amore per
la scienza in generale e i
miei autori preferiti in
quest’ambito sono Valerio Evangelisti (che è,
onestamente, il tipo di
scrittore raffinato, poliedrico ed esperto che
aspiro a diventare) e l’immortale Jules Verne.
L’horror, invece, è un
amore nato con Dylan
Dog e cresciuto nel
tempo fino ad abbracciare Poe e, soprattutto,
Lovecraft. Adoro soprattutto l’horror gotico;
Dracula è per me un capolavoro senza tempo.
Il fantasy è invece stato il
mio primo tentativo di
scrittura. Ho amato i film
de Il signore degli anelli,
ma il passato si è fatto
prepotentemente vivo
quando ho rivisto, dopo
tanti anni, i due film su
Conan il cimmero. Da quel
giorno ho divorato la letteratura di Robert E. Howard e ho capito che tra
me e lo sword and sorcery c’è un legame speciale. Per questo ne ho
fatto il fulcro della mia
narrativa.
Il mio primo romanzo
completo è stato di genere horror (Il Golem, finito intorno ai 18 anni e
poi ripubblicato nel
2014), poi mi sono spostato gradatamente sulla
fantascienza e il fantasy.
Ho esplorato lo sword
and sorcery con la mia
saga che vede protagonista il mercenario Baltak e
che comincia con il romanzo Il cuore di Quetzal
per poi proseguire con i
racconti La maschera
d’oro e Il demone di fuoco,
tutti editi da Nativi Digitali Edizioni. Di recente
mi sono invece avvicinato
al genere steampunk con
il romanzo breve Vapore
Nero e con i racconti
Sulla rotta della Black
Steam e Il sogno di Icarus,
pubblicati da Dunwich
Edizioni.
Credo che il fantastico
farà sempre parte del
mio modo di scrivere. La
fantasia, la creatività e la
voglia di “giocare” con
personaggi ed eventi al di
fuori dell’ordinario che
sono alla base di questo
filone narrativo sono ineguagliabili e, sinceramente, mi diverte un
sacco raccontare storie
di questo genere.
Per me scrivere è creare
il giusto equilibrio tra
creatività e razionalità. Si
scrive con entrambe le
cose e bisogna riuscire a
creare una mediazione
tra di esse per produrre
qualcosa di valido.
La scrittura è però un
mestiere artigianale nel
vero senso della parola,
per questo ho deciso di
abbandonare momentaneamente la scrittura al
computer e di recuperare il contatto con carta
e penna. Armato di una
stilografica e di un quaderno, ho appena finito la
prima stesura di un racconto ispirato alle atmo-
sfere di H.P. Lovecraft e
sto portandolo in versione digitale. Sono curioso di vedere il
risultato finale.
Progetti per il futuro ne
ho solo uno: scrivere. E di
cose da scrivere ne ho
tantissime. Presto, infatti,
comincerò una commistione di thriller e fantastico che mi porterà a
scrivere un romanzo
molto vicino alla mia formazione universitaria
(sono laureato in Fisica
Teorica).
Ho anche nel cassetto un
horror gotico iniziato e
ho lasciato a metà un romanzo di fantascienza
con forti tinte noir che
presto riprenderò in
mano. Infine, una bella
ucronia fantascientifica
che mi ronza in testa da
una decina d’anni probabilmente vedrà presto la
luce.
Spero di continuare a
scrivere per tanto tempo,
anche perché è qualcosa
che mi fa sentire davvero
libero e vivo. Nel frattempo, a tutti voi amici di
Japanimando porto i miei
più sinceri saluti!
Gianluca
Malato
20
21
STORIA DI UNA PASSIONE ARTISTICA
www.ilnanonefasto.it - Su Facebook: Il Nano Nefasto Painting Workshop
C
iao a tutti! Mi
presento, sono
Giovanni Pietro
Bosio, un modellista e miniaturista della prima ora
(un eufemismo per dire
vecchio...).
Sono nato nel 1974, e già
alla tenera età di 13 anni
feci un passo che nella
sua innocenza avrebbe
segnato per sempre la
mia vita: accantonai i mattoncini Lego per passare
al Modellismo! Beh, effettivamente definire modellismo ciò che creai ai
tempi è veramente utopico, sarebbe più esatto
averli chiamati “incidenti”
di colla e smalti per colorazione!
I soggetti dei miei primi
passi furono soggetti mili-
tari (perlopiù aerei) in
scala 1:72, da lì, poi, passando per i primissimi
quaderni modellistici di
Francois Verlinden (l’unica
pubblicazione a quei
tempi, solo in inglese, ero
molto bravo a guardare le
figure), appresi l’arte del
diorama militare scala
1:35.
Ora, durante la stesura di
questa mia presentazione
vanto una carriera modellistica (per fortuna mi
sono evoluto) di 28 anni,
cambiando vari tipologie
di soggetto, e ad oggi prediligendo quasi esclusivamente soggetti Sci-Fi e
Fantasy, di qualsiasi tipo e
scala.
Negli ultimi anni (circa 7),
per i strani casi della vita,
ho avuto la fortuna di
trasformare la mia passione nel mio lavoro! non
nascondo che all’inizio ho
faticato, ed ho avuto
anche forti ripensamenti,
se non altro per la minaccia omnipresente che il
lato “lavorativo” andasse
a ledere e consumare la
passione per l’hobby, ma
nonostante clienti e legge
di Murphy si siano accanite in quella direzione, a
tutt’oggi la passione resiste indelebile, forse con
una punta (o anche più)
di rammarico dovuta al
poco tempo da poter dedicare ai miei progetti
personali; vi assicuro, è
frustrante creare e dipingere 9 ore al giorno bei
modelli che poi andranno
in mani altrui; sacrosanto!
vengo pagato! ma il tredicenne interiore piange
sempre il distacco dalle
sue creazioni!
Nel trasformare il tutto
in una attività professionale regolarmente registrata non ho resistito
nel dare ad essa un nome
che rispecchiasse il mio
lato ludico giocoso, quindi
è così che è nato: IL
NANO NEFASTO Painting/Modeling Workshop,
dove IL NANO NEFASTO altro non è che il
mio vecchio ed affezionato personaggio in D&D
che tante ore di esilarante divertimento ha regalato! Non Vi dico le
facce che vedo quando ad
esempio chiedo la fattura
per un acquisto ed alla fa-
tidica domanda: “Ragione
Sociale?” io rispondo “Il
Nano Nefasto”, o peggio
di quando distorcono il
nome in versioni improbabili del tipo: Il Nanone
Fasto, Il Nano malefico,
ecc... ecc...
In cosa consiste la mia attività? come si può fare
della passione modellistica per il Fantasy e lo
Sci-fi un lavoro? semplice!
dipingendo e creando su
commissione sia per privati collezionisti che per
aziende operanti nel
wargaming 3D modelli di
tutti i generi! Ho lavorato
nella realizzazione di boxart per la Spartan
Games (per cui ha sviluppato pittoricamente tutta
la gamma di Dystopian
War, buona parte di Firestorm Armada e Uncharted Sea, ed i primi
prototipi di Dystopian
Legion), collaboro tutt’ora con la Megalith
Games per la realizzazione delle BoxArt delle
miniature del gioco
GODSLAYER Rise of legend, collaboro con diverse aziende per la
realizzazione di boxart legate a Kickstarter, addirittura ora con un amico
abbiamo creato la LABMASU, una start-up che
si occupa della creazione
di miniature per wargames, giochi ecc... oltre a
continuare a produrre
modelli per clienti privati
di ogni genere, e francamente nel mio continuo
bisogno di rinnovarmi (mi
annoio facilmente) non
ho idea di come potrò
spaziare nell’ambito dell’hobby e del lavoro che
amo!
Un’altra attività che
svolgo è quella di tenere
corsi di pittura per miniature e modellismo, amo
insegnare, mi piace aiutare i miei allievi ad apprendere con facilità
quello che io ho dovuto
“scoprire” (beh! francamente i trucchetti più
smaliziati del “mestiere”
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me li tengo stretti...). Mi
capita per la maggiore di
fare corsi sull’uso dell’aeropenna (o aerografo se
preferite) in quanto sono
stato un vero pioniere
nel suo utilizzo nel modellismo ma soprattutto
nella realizzazione delle
miniature, credendo in
questo mezzo anche in
tempi dove era visto
come un metodo poco
ortodosso; ed oggi, non
lo nascondo affatto, con
una punta di soddisfazione ed orgoglio, vedo
che esso è usato sempre
di più anche tra i più
estremisti del pennello
(che comunque resta un
mezzo Fondamentale ed
obbligatorio da usare sia
a se stante che in concomitanza con l’aeropenna,
ricavando in questo caso
il massimo da essi)
dando ragione della mia
visione che (concedetemelo) considero lungimirante.
Progetti per il futuro?
Tutto! :)
Ora per mio solo ed
unico diletto personale
mi getterò sul mondo dei
Gunpla, realizzandoli
però ad altissimo livello
sia modellistico che pittorico, infrangendo i preconcetti un po limitativi
della maggioranza di coloro che praticano questo ramo dell’hobby,
riversando su di essi
tutte le tecniche ed il mio
bagaglio d’esperienza! E’
un regalo che mi concedo, almeno fino a
quando non diventerà
anche questo fonte di lavoro ;)
Se avete letto tutto fino a
questo paragrafo, i casi
sono due: o siete squilibrati, o avete trovato interessante la mia storia, il
che vi rende a sua volta
degli squilibrati! Ma detto
tra noi, se tutti gli “Appassionati” come noi (a
prescindere dalla passione, purchè sia sana)
sono da considerare
squilibrati, non posso
dire altro che: Ingrandite i
Manicomi! perchè matto è
bello! ;)
Un grazie di cuore per
l’attenzione concessa :)
Giovanni Pietro
Bosio
www.wondergate.it
Il fantaspazio realizzato dalla
Associazione Culturale
JAPANIMATION
Se volete contribuire a questo progetto
contattateci quando volete!
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ALLA RISCOPERTA DEI VALORI UMANI
Su Facebook: Il mio libro - Annalisa
C
iao a tutti... cercherò di presentarmi nel migliore
dei modi, anche se parlare di me stessa in prima
persona non lo ritengo
affatto facile...
Mi chiamo Annalisa Vozza,
sono nata e vivo in Puglia,
a Taranto; un comune italiano capoluogo dell’omonima provincia e antica
colonia magno-greca.
Amo la “mia” Puglia e
l’incantevole paesaggio
marittimo che la circonda.
Taranto è così descritta:
«Quell’angolo di mondo
più d’ogni altro m’allieta,
là dove i mieli a gara con
quelli del monte Imetto
fanno e le olive quelle
della virente Venafro
eguagliano; dove Giove
primavere regala, lunghe,
e tiepidi inverni, e dove
Aulone, caro pure a
Bacco che tutto feconda,
il liquor d’uva dei vitigni
di Falerno non invidia affatto.»
(Quinto Orazio Flacco - A
Settimio - Odi, II, 6, 10.Traduzione di Enrico Vetrò).
Lo stemma civico di Taranto fu riconosciuto ufficialmente il 20 dicembre
del 1935:
«D’azzurro, al delfino
nuotante e cavalcato da
un dio marino nudo sostenente nel braccio sinistro un panneggio
svolazzante e con la destra scagliante il tridente,
al capo cucito di rosso
centrato, caricato della
conchiglia d’oro, posta fra
la leggenda Taras».
(Decreto reale di concessione in data del 20 dicembre 1935).
Il giovane dio a cavallo
del delfino raffigurato
sullo stemma, si ispira a
quello delle monete
magno-greche del periodo di massimo splen-
dore della città. Forse è
anche dopo aver studiato
attentamente il mare e le
origini della mia città che
ho deciso di inserire nel
romanzo che ho scritto
creature marine dando
loro una vita reale ma
anche immaginaria...
Le mie grandi passioni
sono la musica, soprattutto live, lo sport e la
scrittura: scrivere mi
rende libera.Viaggiare è
un’altra passione che mi
contraddistingue e molto
spesso lo faccio anche
con la fantasia.
Amo studiare e conoscere sempre posti nuovi
e culture differenti dalla
mia perché credo che
siano la base di una
buona crescita; per questo ho deciso di dedicare
il mio tempo allo studio
della cultura giapponese,
a tutte le sue più intrinseche sfaccettature; dall’arte alla musica, dallo
sport alla cura del giardino alle leggende.
Rimasta attratta dalla storia giapponese; non ho
potuto far altro che trovare un modo per darle
spazio nel mio primo romanzo fantasy. Così ho ricordato in Oscar e
Shingen: l’isoletta di Lemuria e il continente di Linde
(il mio primo romanzo) il
periodo Heian (784 1185) ma possiamo trovare citate leggende o
parti in cui cerco di dare
vita a una spada come se
ci trovassimo in una antica fucina...
Sebbene il mio sogno
sia sempre stato quello di
insegnare, ho riscoperto
negli anni che la scrittura
mi avrebbe fatta sentire
sul serio appagata e ho
capito che l’unico modo
per esprimermi totalmente era scrivere un romanzo. Inoltre posso
anche affermare che scrivere e lavorare con i
bambini delle scuole primarie non sono lavori del
tutto dissociati.
L’imput mi è nato proprio stando a contatto
con i bambini, la loro voglia di scoprire, la loro
sete di conoscenza ha
fatto scattare in me la
scintilla. Ho iniziato a
scrivere piccole filastrocche e raccontini per bambini uno di questi
racconti man mano ha
preso un “verso” diverso
dagli altri.
Ho iniziato a immaginare
posti, persone, creature
mitiche. Mi sono immersa
in un mondo che nonostante tutto stesse nascendo con me mi
stupiva, mi incantava. Poi
ho cercato di creare un
filo conduttore con la
storia del medioevo e
portare tutto questo in
relazione ai giorni nostri,
giorni frenateci, giorni in
cui appare evidente che la
tecnologia ci stupisce
sempre più. E ho creato
un rapporto anche tra la
nostra cultura e la cultura
giapponese, rapporto che
sicuramente sarà evidenziato nella stesura dei
prossimi libri. L’amicizia,
l’amore, gli affetti, il rispetto per se stessi e per
gli altri ma anche l’amore
per la natura e la cura
che l’uomo deve avere
per la Terra, questi sono
gli elementi che caratterizzano “Oscar e Shingen”.
Tutto questo parte da ciò
che giornalmente viviamo
e spicca il volo attraverso
la fantasia e la creatività
che sin da piccola ho
avuto... mi rendo anche
conto che man mano che
scrivevo ho creato un
rapporto unico con
ognuno dei personaggi,
vivevo le loro emozioni
come se io fossi una di
loro, sentivo la loro voglia
di avventura, di ricerca di
verità, di soddisfazione
nell’aver raggiunto obiet-
tivi e perché no; la
loro voglia di sfida, di crescere, di sognare.
Credo che provare le
emozioni dei personaggi
che fanno parte di una
storia sia un elemento
importante non solo per
chi legge un romanzo ma
anche per chi lo scrive.
Devi sentirli, sì parte di
te, perché sei tu a dare
loro una vita ma, arriva
un punto in cui il personaggio cresce e nel crescere assume
caratteristiche che, forse,
fino al quel momento
non immaginavi potesse
avere.
Così ti ritrovi a dover
sentire e vedere come un
drago, un folletto, un elfo,
un cavaliere o un guerriero, diventi un po’
mamma, un po’ papà, ti
metti nei panni di una ragazzina innamorata o di
una bambino che ama sognare lontano dalla sua
piccola isoletta.
Ridiventi ragazzina, adolescente e cerchi di ricordare come era il mondo
degli adolescenti (visto
che un po’ di tempo da
quel periodo ne è passato) poi devi metterti
nei panni di un ragazzino
all’apparenza musone e
scortese ma che nasconde tanta umiltà e
gentilezza, cosa non facile
se ci pensi, soprattutto se
hai scelto di descrivere la
vita di un ragazzo solitario che, inizialmente, a
mala pena si fida della sua
ombra...
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Tutto questo e molto
altro ancora è contenuto
in un libro che non avrei
mai immaginato di riuscire a pubblicare e sarà il
primo di una serie di romanzi Fantasy che
avranno come protagonisti Oscar e Shingen. La
collana di romanzi
“Oscar e Shingen” dal
primo titolo “L’isoletta di
Lemuria e il continente di
Linde” è stato presentato
al Lingotto Fiere di Torino
(fiera del libro). Ho ricevuto varie e piacevoli interviste nella mia città e a
Monza. Nonché graditi
commenti dai lettori...
Per saperne di più non
potete mancare sulla mia
pagina di Facebook vi
aspetto numerosi.
Ora l’obiettivo che mi
sono posta è di finire la
sceneggiatura sperando in un suo futuro
come film in computer
grafica.
Certo il romanzo non è
autoconclusivo. Quindi lascio il lettore con la consapevolezza che ci
saranno altre avventure, a
cui sto dando vita e alle
quali che i nostri Oscar e
Shingen dovranno far
fronte con la tenacia e
l’umiltà che contraddistingue i più grandi guerrieri...
Il bello sta nel non fermarsi mai e nel continuare a credere che ci
sarà sempre la possibilità
di sperimentare cose
nuove.
Annalisa
Vozza
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FANTASTICANDO IN BIANCO E NERO
Su Facebook: Claudia Lippo illustration
C
iao a tutti, amici
di Japanimando! Il
mio nome è
Claudia Lippo. Sono una
giovane sognatrice di 27
anni e non amo dare una
definizione tecnica alla
mia passione; diciamo che
sono una “tutto fare”: illustratrice, pittrice, scultrice ecc...
Disegno fin da quando
ero piccolina e a dire il
vero disegnavo su tutto
ciò che mi capitasse a
tiro (specialmente i muri
di casa, per la gioia di mia
madre)!
Come la maggior parte di
voi ho vissuto la mia infanzia dedita al fantastico
mondo dei cartoni animati japan e non, e fu allora che scoprii i fumetti
giapponesi ,ovvero i
“manga”.
Ricordo ancora il primo
che acquistai da Mimmo,
il giornalaio del mio quartiere, era Sailor Moon;
La adoravo e collezionavo
tutto ciò che le appartenesse come marchio:
bambole, action figures,
scettri, collane, album di
figurine... di tutto! Immaginavo spesso, come
credo molte ragazze mie
coetanee, di essere una
guerriera e di portare
giustizia e pace nel
mondo.
E’ stato allora che cominciai ad inventarmi un
mondo tutto mio, con i
miei personaggi e le mie
storie...
Affascinata dal fantasy e
dallo stile shōjo, assieme
ad una mia vecchia amica
iniziammo a realizzare dei
veri e propri fumetti; io
ero l’addetta ai personaggi figurativi, lei studiava e disegnava le varie
scenografie.
Il fantasy mi ha sempre
interessata, iniziai anche
ad approcciarmi alle
splendide streghette di
Kandrakar, le W.I.T.C.H,
che hanno indirizzato il
mio stile illustrativo iniziale.
Ma sentivo dentro di me
che chiudermi in una
stanza a disegnare, distaccata dal mondo non era
sufficiente.
Per soddisfare il mio
bisogno artistico decisi, di
li a poco, di frequentare
una scuola che mi
avrebbe permesso di impostare le basi del disegno figurativo.
Fu allora che mi iscrissi al
Liceo Artistico, dove cominciai lentamente ad abbandonare lo “stile
fumettistico” facendo
così prender vita ad uno
stile più maturo ed attento al particolare...
quasi più orientato verso
uno studio anatomico rinascimentale.
Per molti anni ho frequentato l’Accademia di
Belle Arti a Lecce ed ho
avuto modo di approfondire l’arte nelle ere passate... tutto cio non ha
fatto altro che aumentare
il mio animo artistico, la
volontà di emergere e di
rendermi partecipe di un
mondo fantastico e colorato che solo pochi so-
gnatori riescono ancora
ad osservare con scrupolosa dedizione e attenzione.
Disegnare mi aiuta a concentrarmi: non c’è alcuna
pagina nei miei libri del
liceo che non presenti un
qualche segno della mia
irrefrenabile fantasia... ma
nemmeno in quelle dei
libri dell’università, o
delle medie (sono una
criminale dello spazio immacolato; se trovo uno
spazio devo per forza di-
segnarci).
Si ma, perchè il disegno?
Vi chiederete. In realtà il
Disegno è il mio modo di
comunicare col mondo, di
dar voce alle mie emozioni e ai miei sogni. Ecco,
Disegno per raccontare
quella che sono!
I personaggi che disegno
sono per lo più fantasy,
ispirata dai vari libri che
mi hanno fatto viaggiare
solo sfogliando le loro
pagine, o dal trasporto di
un’ottima pellicola cine-
matografica.
Prediligo i disegni in
bianco e nero, studiare e
far emergere il carattere
e il volume dei corpi, giocare con i chiaroscuri.
Nei miei lavori uso il carboncino perché amo il
tratto “sporco” e netto.
Altro mio interesse è il
disegno digitale, che riesce a ricreare certe situazioni che “a mano”
sarebbero troppo complicate.
In futuro spero di riuscire
a farmi conoscere e per il
resto mi sto impegnando,
con le mie potenzialità...
Vi invito alla mia pagina di
elaborati su facebook e,
che dire ragazzi, mettiamocela tutta! Cerchiamo
di dare sempre di più!!
Bacioni!! :)
Claudia
Lippo
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TRA ROCK, HORROR E SIMBOLISMO
Su Facebook: Francesca Vecchio
S
alve a tutti, sono
Francesca Vecchio, e
sono un’illustratrice/pittrice! Sono cresciuta in Puglia, a Sava, e
in seguito ai miei studi
d’arte mi sono spostata
un po’ ovunque per trovare una direzione che
arricchisse il mio bagaglio
culturale e di vita.
Ho cominciato a sentirmi
una streghetta dell’arte
quando, da piccola, mi
sporcavo di colore le
mani e lo fissavo per ore
pensando fosse quasi magico! Crescendo cominciavo a disegnare i miei
primi schizzi e subito
dopo li cancellavo perché
ero molto timida. Non mi
è mai piaciuto essere
sotto lo sguardo altrui,
tanto che i miei primi
voti in artistica alle medie
erano corrispondenti alla
non classificazione!
Sono sempre stata interessata all’arte in maniera
intimistica, tenendo presente il disegno come il
prodotto di una mia ricerca mentale. Ho studiato per una decina di
anni il linguaggio tecnico-
artistico, progettuale e
storico, da Grottaglie fino
all’Accademia di Lecce in
Pittura.
Sono sempre stata una
ragazza molto curiosa,
leggevo e mi interessavo
un po’ a tutto, soprattutto all’arte antica e la
letteratura: cercavo sempre una linea comune che
mi facesse dedurre qualcosa di utile per quello
che producevo!
Per arrivare alla mia attività attuale di grafica
sono partita da tutt’altro
studio!
Sono sempre stata un’appassionata di musica
estrema, talmente curiosa
che nel paesino dove vivevo questa era quasi follia! Tutti i miei parenti
erano decisamente spaventati dal rock e vedevamo in me il sorgere di
una grandissima preoccupazione, giacchè per i
primi anni (come se vivessi negli anni ‘80!) dovevo nascondere tutti i
miei cd e collezioni in
altri posti! Ero talmente
affascinata da questo
mondo, da leggere biografie e sfogliare i booklet
da sola mentre nessuno
poteva disturbarmi; il cd
era diventato il simbolo
perfetto che racchiudeva
le mie due passioni più
forti, l’arte e la musica!
Crescendo la mia collezione diventava difficile da
nascondere, soprattutto
dopo l’ingresso del vinile!
Durante gli anni accademici sono riuscita a far
stringere la mano a mia
madre con il rock. Dopo
essermi laureata, ho de-
ciso di passare un anno a
casa e da lì, provare a cimentarmi nel mondo
della grafica musicale. Ho
costruito il mio piccolo
laboratorio in casa e lì
avrei potuto buttare su
carta tutto quello che immaginavo, avevo tutto
quello che mi serviva per
immergermi nel mio
mondo: due grandi casse
stereo!
Girando per concerti ho
sempre avuto la fortuna
di conoscere uno svariato numero di persone
e di band e grazie ai social ho potuto conoscere
e far conoscere al resto
della gente quello che
stavo creando: loghi,
schizzi, copertine, poster.
Ho cominciato ad avere
le mie commissioni e a lavorare anche per band
estere. Tendenzialmente
sono portata ad amare
tutto ciò che si affaccia al
mondo dell’illustrazione
horror o della pittura
simbolista: la grafica musicale alla Mark Riddick,
Glen Smith, Malleus, Anthony Roberts... e via dicendo. Tutt’ora sento che
il mio percorso è ancora
da costruire, e cerco di
viverlo pensando a forme
d’arte sempre nuove e diverse, tra cui anche la fotografia.
Francesca
Vecchio
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LA FANTASIA E’ IL MOTORE DELL’ANIMA
www.danielemarchiori.it - Su Facebook: Daniele James Marchiori!
A
mici Lettori, sono
lieto di scrivervi e
di dare il mio contributo personale al concetto di fantastico che
appassiona tutti noi e sia
per chi scrive e legge che
per chi legge soltanto,
rappresenta una porta
aperta attraverso un orizzonte denso di emozioni
e di atmosfere irreplica-
bili nel quotidiano.
Dunque quasi un ampliamento di coscienza che
crea un parallelo interessante alla realtà.
Il mio personale contributo, attraverso le mie
opere, a questo mondo
che definirei infinito tanto
quanto lo è la fantasia, ha
una genesi quasi metafisica, oserei dire.
Il mio genere, il neo-gotico o 21mo Gotico
come io stesso ho voluto
rinominarlo ha solide radici nelle viscere recondite della mente umana e
ne scandaglia quelle profondità, nel tentativo di
portare alla luce quelle
stesse creature che la
abitano. Quale il limite?
Nessuno. Quale la li-
bertà? Qualsiasi. La scrittura di genere sembra
comunque porre delle limitazioni ma oserei dire
che lo sdoganamento avviene nel momento in cui
la fantasia e lo sconfinamento nel fantastico
danno massima espressione di se attraverso inaspettate ed intensissime
evoluzioni verso mondi,
creature e dimensioni
che sono uniche perché
irreali. E’ pur vero che
ogni mia opera è densa di
escursioni nell’horror e
nello psichico, ma è altrettanto vero che l’impianto così come appare
alle prime pagine, mette
già il lettore nella condizione di entrare in un
“giardino sovradimensionale” di “aprire una
porta” su una realtà che
già ha collocazioni surreali. Non amo infatti
quando si parla di
“paura” riferendosi al genere, la paura è reale e
quotidiana; preferisco si
parli di “brivido”che è
sempre repentino, istantaneo ed inaspettato.
Inutile dire che nasco avidissimo lettore in giovanissima età, “macinino
umano” di qualsiasi pagina scritta, qualsiasi genere inclusi: storia,
filosofia, occultismo, teologia... fino a enciclopedie
universali e vocabolario.
La mia grande passione
per la poesia, mi fa approcciare attraverso essa
ai primi tentativi di scrittura, poco meno che
adolescente, la mia attenzione è per i poeti romantici inglesi, il
simbolismo e il decadentismo francese, la intera
opera di Edgar Allan Poe
e la prosa onirica di Lovercraft.
Di questo periodo i primi
concorsi regionali di poesia con ottimi risultati. Da
quel momento ho avuto
la fortuna di collaborare
con molte associazioni
culturali e di partecipare
con moltissimi primi
posti a premi nazionali ed
internazionali per poesia
e racconto. Dopo aver
pubblicato la prima raccolta di poesie nel ‘98, dal
titolo “Irruzione nel subcosciente”, ho voluto affinare e concentrare la mia
attenzione sulla prosa e
sul racconto mantenendo
il “focus” sul gotico, cercando di mantenerne la
stilistica ottocentesca,
raffinatamente vittoriana
e implementando e spingendo al massimo il “fattore” visionario,
allucinatorio, introspettivo e psichico. Dopo
l’uscita del mio secondo
libro: “Sull’Orlo del Delirio” raccolta di racconti
gotici e poesia, ho passato un lungo periodo a
implementare il mio curriculum partecipando a
una moltitudine di concorsi letterari e collaborando con molte riviste e
fanzine, fino alla pubblicazione di “Disperatamente
Andromeda”. Successivamente si rafforza in me la
necessità di “consacrarmi” con un romanzo
che abbia la capacità di
rappresentare e portare
avanti il mio mai sopito
tentativo di mantenere
vivo il genere sempre
amato e perseguito e comincia la stesura più volte
interrotta, per l’impellenza di altri progetti a
sfondo critico o di collaborazione, di quello che
uscito alla fine di Maggio
2015 è il mio primo romanzo: “Rintocchi nel
Buio”.
Primo romanzo che per
quanto riguarda la mia
opera sin d’ora è la prima
vera e riuscita trasposizione di quanto sostenuto in questa lettera a
voi amici lettori, ambientazione gotica collocata
nella prima metà dell’ottocento, il mio grande
maestro di sempre :
Edgar Allan Poe, quale
protagonista della vicenda che si svolge attraverso un lungo viaggio fra
gli Stati Uniti e Venezia.
Quello che aspetterà il
grande Maestro è un
viaggio ricco di colpi di
scena e creature mostruose e fantastiche: Giganti e nani, Nachzehrer,
Uomini Falena e Licantropi... in una dimensione
dilatata dove il giorno e la
notte non esistono più.
Dovrò dirvi, per quanto
mi costi dichiarare queste
cose in quanto sono veramente poco incline alle
auto celebrazioni, che il
libro per ora ha avuto un
buon riscontro e per me
la vera riscossa sta nell’aver riportato alla luce,
almeno nei luoghi d’Italia
dove il libro è stato venduto e nell’area in cui lo
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abbiamo presentato, un
genere che era già poco
seguito e che rischiava
l’estinzione. Dunque oltre
al compiacimento per le
ottime recensioni il piacer di aver avvicinato più
di qualcuno a questa lettura e la speranza che attragga ancora molti e
molti lettori che abbiano
la voglia e la sensibilità di
godere o di scoprire una
sfaccettatura noir del fantastico. Sicuramente per il
futuro è previsto e già in
lavorazione un degno
erede di “Rintocchi” che
spero potrà cogliere altrettanto le atmosfere e
le ambientazioni, fornendo ulteriori chiavi
“per sognare” in un
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mondo immaginario e
inimmaginabile, che durante la lettura sarà la vostra fantasia a sviluppare
per immagini.
In concomitanza sto lavo-
rando anche a un altro
possibile successore che
andrà stravolgendo il lettore viste le ambientazioni e i temi trattati
conditi dal magico filtro.
Adorerei sapere da chi ha
letto “Rintocchi nel
Buio”, cosa avrebbe piacere di leggere per secondo o semplicemente
quale dei progetti non ancora compiuti attrae di
più la vostra curiosità..
Sperando di essere stato
opportunamente esplicativo e mai noioso o banale, vi auguro un anno
denso di mille letture dal
cuore fantastico. Fantastico deriva da fantasia ed
io ritengo la fantasia il
motore dell’anima, qualsiasi essa sia.
Sinceramente il Vostro.
Daniele James
Marchiori
37
36
10 DOMANDE A GIOVANNI MUCIACCIA
degli eroi della mia generazione... magari Goldrake, un eroe che non si
vede più tanto spesso
nelle fiere... oppure per
venire incontro alle
nuove generazioni potrei
interpretare Lupin III o da
Dylan Dog... o da Giovanni Muciaccia come
qualcuno ha fatto davvero!
Prima o poi lo faccio!
Su Facebook: Giovanni Muciaccia
U
na grande sorpresa per i lettori
della nostra webzine! Il nostro collaboratore Simone Dilaghi ha
instaurato una interessante conversazione con
uno dei miti assoluti della
TV dei ragazzi, ovvero
Giovanni Muciaccia ed
ecco cosa abbiamo scoperto... per voi!
S.D.: Com’è nata l’idea di
fare Art Attack e com’è
stato condurlo per così tanti
anni?
G.M.:Art Attack è nato
intorno agli anni ‘90 da
un’idea di Neil Buchanan
ed altri due soci che
hanno lavorato con lui. Il
programma è andato in
onda diversi anni sulla
BBC fino a quando, nel
1998, è stato notato dalla
Disney che ha deciso di
co-produrre il programma e di farlo anche
in altri quattro paesi
d’Europa, oltre che in Inghilterra, ovvero Spagna,
Francia, Germania ed Italia.
Io sono stato l’unico conduttore fino al 2014 e le
generazioni di ragazzi che
oggi hanno 27 anni sono
crescute con me: e di
questo sono davvero
molto ma molto contento.
S.D.: Quanto ha influito Art
Attack su quella generazione?
G.M.: Il programma, in realtà, ha influito moltissimo su diverse
generazioni e ancora
continua ad appassionare
quelle di oggi in quanto il
programma continua dal
2014 su Rai Yo Yo anziché
Rai 2 (e non tutti lo
sanno).
Sapere che i bambini di
oggi così presi dai videogames e dalla multimedialità apprezzino anche la
creatività insita nell’uso
della manualità è una
bella soddisfazione.
S.D.: Come hai conosciuto
Neal?
G.M.: Ho conosciuto
Neal nel 1998 quando
andai in Inghilterra per gi-
rare Art Attack. E’ stato
interessante girarlo da
quelle parti per sette
anni, mentre i restanti
quattro anni le riprese
vennero fatte a Buenos
Aires in quanto cambiò la
produzione.
Neal, da ormai quattro
anni, è stato sostituito da
un altro grande artista
chiamato Alex Gandman
e oggi è tornato a suonare la chitarra elettrica
nel suo gruppo musicale
storico tornando a fare
ciò che gli piace, tra cui
disegnare e creare ciò
che per anni ha fatto vedere in televisione.
S.D.: Chi si nasconde dietro
“Il Capo”?
G.M.: Il Capo era una statua di gomma che non sò
per quale motivo faceva
paura ai bambini più piccoli; una statua un po’ pasticciona che incarna la
figura di coloro che non
hanno una spiccata manualità e i cui lavori non
riescono. Ciò che mi
piace raccontare ai miei
fans è che il volto della
statua è stata fatta su una
persona realmente esistita: uno dei soci di Neal.
A noi dello staff questa
cosa ci ha sempre divertito!
L’ultima volta l’ho vista su
una scrivania, dentro ad
un cartone, in attesa di
essere restaurato.
S.D.: Un tuo parere sulla
tua esperienza al Daunia
Comics?
G.M.: Il mio parere è
molto positivo.
Mi è dispiaciuto solo non
poter fare il mio “laboratorio dal vivo” per problemi tecnici: sono anni
Foto: Copyright © degli aventi diritto.
S.D.: Raccontaci di quando
Foto: Mirta Lispi
Foto: Mirta Lispi
S.D.: Ti piacciono i cartoni
animati?
G.M.: Certamente! Tieni
presente che io faccio
parte della prima generazione di bambini che videro arrivare i primi
robot in Italia come ad
esempio Goldrake e Mazinga; io avevo circa nove
anni e mi ricordo che i
miei genitori li demonizzavano in quanto li ritenevano troppo violenti
per un bambino (in effetti, rivedendo ad esempio Goldrake, tra disegni,
storia e musica... era un
po pesantuccio).
Però noi impazzivamo: mi
ricordo gli album di figurine e di quanto tempo si
passasse a disegnarli.
Crescendo poi ne ho visti
che lo propongo nelle
piazze, nei teatri, nei
grandi centri commerciali
o nei palazzetti dello
sport ed è bello rendere
partecipi i bambini facendogli riprodurre gli oggetti che io costruisco
davanti a loro.
Però mi sono divertito
ed è stato appagante
poter parlare con la
gente e rispondere a
tutte le loro domande,
anche quelle più stravaganti.
E’ stato bello anche capire la percezione che
hanno di te dal teleshermo... davvero molto
interessante!
veramente tantissimi: da
Lupin III a Carletto il
principe dei mostri e
chissà quanti altri... se
non tutti, quasi; poi ho
avuto una “pausa” e da
quando sono diventato
padre (ho un bambino di
cinque anni) ho ripreso la
visione con i nuovi cartoons della “sua generazione”, da Manny
Tuttofare a tanti altri personaggi e debbo dire che
è sempre un bel momento di condivisione.
Inoltre mi piace notare
che ultimamente la qualità delle storie, dei personaggi, dei doppiatori e
quant’altro siano spesso
anche educativi oltre che
divertenti.
Sono sicuramente dei
cartoni molto belli ed io
credo che mio figlio,
messo davanti ai cartoni
giusti, abbia imparato
molte cose.
S.D.: Se fossi un cosplayer
che personaggio ti piacerebbe interpretare?
G.M.: Sicuramente uno
39
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hai fatto il doppiatore
per i Robinson della Disney!
G.M.: E’ stata sicuramente
un’esperienza molto interessante; pur venendo da
esperienze teatrali non
avevo mai doppiato e non
so perché non abbia mai
pensato a coltivare anche
questa professione.
Certamente per me è
stata una grande soddisfazione vedere la mia foto
in una scena del film
dopo che ad una specifica
domanda uno dei protagonisti rispose di avere il
papà somigliante a me... e
nella versione originale
c’era la foto di Tom Sellek, il mitico “Magnum
P.I.” di cui sono sempre
stato un fan sfegatato!
E’ stata un’esperienza che
vorrei rifare, magari interpretando un personaggio
più complesso, con tante
scene da interpretare.
S.D.: E invece che ci dici di
quando hai fatto “Mr. Archimede” con Fabrizio Frizzi e
Maddalena Corvaglia?
G.M.: E’ stata un’esperienza sperimentale
molto interessante sulla
scienza, in cui facevo una
sorta di informatore
scientifico però andavo
anche in esterna e giravo
servizi. Facevamo esperimenti legati a delle scommesse, come nella
puntata in cui eravamo
nella galleria del vento di
Milano e bisognava indovinare chi tra una persona magra ed una grassa
sarebbe caduta subito
dopo l’impatto con un
vento fortissimo, quindi si
spiegava il perché in ter-
mini scentifici: un programma bellissimo, interessantissimo la cui
puntata zero ottenne il
24% di share ma che, purtroppo, dopo due mesi e
mezzo di lavoro non si
poté continuare.
Gran programma e
grande staff... peccato
davvero.
Dopo tanti anni però
sono diventato il conduttore di “X-Makers”, il
primo programma mondiale dedicato alla digital
fabrication; in questa produzione facciamo vedere
come, attraverso l’utilizzo
delle stampanti 3D, riusciamo a trasformare un
oggetto preesistente in
qualcosa di nuovo e funzionante. Una macchina
telecomandata può essere, ad esempio, ridise-
gnata e resa un drone
che vola davvero... e
molto altro ancora: una
forma di creatività applicata alla tecnologia.
Il programma viene trasmesso su Dea Kids (Canale 601 di Sky) ed ha
recentemente vinto il
“Premio Moige” come
programma di qualità.
Un’altra bella soddisfazione per me!
S.D.: Grazie mille Giovanni
per la tua disponibilità da
parte nostra e dei nostri
lettori.Vuoi lasciarci un messaggio?
G.M.: Un carissimo saluto
a tutti i lettori della webzine Japanimando da Giovanni Muciaccia! Ciao
ragazzi!!
Simone Dilaghi
Foto: Mirta Lispi
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IVAN MIGLIOZZI SI RACCONTA
Su Facebook: Ivan Migliozzi
C
ari amici dell’associazione culturale Japanimation
mi voglio presentare e vi
voglio presentare la mia
opera e la mia passione
per la lettura. L’idea del
mio primo romanzo è
nata da un’idea che ronzava nella mia testa dagli
anni delle scuole medie.
Ha preso contorni sempre più distinti, ha acquisito forza e vigore ed è
diventata una sfida, a cui
dedicarsi con pazienza e
costanza. Mi presento,
sono Ivan Migliozzi e
sono riuscito a trasformare la mia idea in un romanzo di fantascienza: “Il
mondo dei tbot”. Pubblicato nel 2012 con Edizioni Montag, attualmente
pubblicato in una nuova
edizione ed in formato
ebook.
Vi voglio raccontare di
questa mia prima esperienza da scrittore. Frequentavo le scuole medie
quando ho iniziato ad immaginare questa avventura. Passavano gli anni e
ogni tanto l’idea si ripresentava alla mia mente,
cresceva. Un giorno, circa
tre anni fa, ho deciso di
iniziare a scrivere, ma
non sapevo come sarebbe finita. Beh, è finita
bene: nel giro di un anno
ho completato la stesura
e mi sono dato da fare
per trovare una casa editrice, specializzata nel settore, a cui potesse
interessare il mio manoscritto.
È stata una soddisfazione
enorme, indescrivibile,
prendere tra le mani una
copia del mio libro, che
ora è in vendita nei bookstore on-line. Lo sto promuovendo sia attraverso
il web, con l’utilizzo di Facebook,YouTube e siti
per nuovi scrittori, sia
mediante canali più tradizionali: ho presentato “Il
mondo dei tbot” in diverse biblioteche della
Lombardia.
Come potrete immaginare prima di essere uno
scrittore esordiente di
fantascienza, sono un accanito lettore.
Il mio scrittore preferito
è Philip Pullman; di lui
adoro la sua capacità
straordinaria di creare
mondi nuovi e paralleli al
nostro. Conoscete la trilogia “Queste oscure materie”? Di questa trilogia
è molto famoso il primo
libro, “La bussola d’oro”
di cui è stato fatto anche
un film con attori molto
famosi (Nicole Kidman e
Daniel Craig) ma che non
ha avuto il successo sperato al botteghino. I libri
hanno molto influenzato
la mia scrittura ed anche
la mia fantasia. Pullman è
riuscito a creare un
mondo parallelo al nostro, un mondo fantastico
dove gli umani nascono,
vivono e muoiono al
fianco di un animale,che
rappresenta la loro
anima. Un’idea rivoluzionaria e molto particolare.
Per quanto riguarda i cartoni animati ed i fumetti
sto prendendo ispirazione per il mio secondo
romanzo a One Piece;
sono sicuro che ognuno
di voi conosce One Piece,
magari meglio di me. Ma
l’idea di base, l’idea di un
mondo di pirati, ognuno
con le proprie caratteristiche e peculiarità, sta
ispirando la scrittura del
mio secondo romanzo,
che verterà più sul fantasy che sulla fantascienza. Consiglio a tutti
gli amanti delle storie di
pirati i due libri che raccontano delle avventure
del pirata Locke Lamora:
“Gli inganni di Locke Lamora” ed il seguito, “I pirati dell’oceano rosso”. Si
tratta di due bellissimi
libri di Scott Lynch. Anche
in questo caso non si
tratta di libri di pirati tradizionali (li definirei alla
Salgari), ma libri fantasy
adatti, per quanto mi riguarda, anche ad essere
raccontati al cinema.
Sono inoltre un fan di
Peter Pan; ognuno di noi
conosce la storia Peter
Pan. Partendo dal libro di
Sir James Matthew Barrie, passando al cartone
tradizionale di Walt Disney, arrivando ai film dei
giorni nostri, quali
“Hook”, “Peter Pan” del
2004 e “Pan” del 2015,
senza dimenticarsi della
struggente storia di “Neverland”. E come dimenti-
carsi dei cartoni animati che venivano trasmessi negli anni ‘90?
Peter Pan rimane uno dei
personaggi migliori a cui
ispirarsi, non solo a lui
come personaggio, ma a
tutta la storia che gli è
stata costruita attorno. Al
di là delle discussioni sul
bambino che non voleva
crescere e della sindrome
di Peter Pan che colpisce
molti adulti dei nostri
giorni, Peter Pan può ispirare chiunque ad inventare storie di qualsiasi
genere. Sull’isola che non
c’è ci si scontra con pirati
e con indiani; si fa la conoscenza di sirene che
possono essere buone o
cattive, dipende da come
le si vuole vedere; si può
vivere ogni genere di avventura. Ed è per questo
che Peter Pan ha ispirato
e sempre ispirerà ogni
mia storia, avventura fantasy che vorrò raccontare. Magari il
protagonista non saranno
Peter Pan, Capitano Uncino e Spugna, ma in un
mondo immaginario,
come l’isola che non c’è,
potrò ambientare ogni
sorta di storia fantasy che
mi verrà in mente.
Tornando con i piedi per
terra, vorrei raccontarvi
brevemente del mio romanzo “Il mondo dei
tbot”. Per il mio primo
romanzo non mi sono
ispirato a nessuno in particolare, anche se come
detto, ognuno dei libri o
fumetti citati, hanno influenzato indirettamente
la stesura della storia; ho
però cercato di creare
qualcosa di totalmente
originale.
Il mondo dei tbot è la storia di tre ragazzi, tre giovani amici, che senza
spiegarsi come, intraprendono un viaggio nel futuro. Si ritrovano
separati, lontani da casa e
dalle loro abitudini, a doversi adattare ad un
mondo nuovo, diverso da
qualunque cosa conoscessero. Raggi laser, auto
e motorini volanti, strade
di metallo, enormi sfere
di vetro, robot. L’arrivo
nel mondo dei tbot (così
vengono chiamati i robot
in quel lontano futuro) è
traumatico: i tre amici incontreranno molte persone, alcune umane e
altre no, disposte ad aiutarli, ed altre ancora di
cui è meglio non fidarsi.
Come anticipato le avventure di Miki, Tommi e
Gio hanno già un seguito,
presto in vendita. La trilogia non è da escludere...
Ivan
Migliozzi
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I MONDI FANTASTICI DI DAVIDE CALI
www.davidecali.com - Su Facebook: Davide Cali
S
ono cresciuto leggendo soprattutto
fumetti, che poi
sono diventati il mio lavoro, prima che lo diventassero anche i libri per
bambini. Oltre che con i
fumetti sono cresciuto
con i cartoni animati.
Quando ero bambino le
serie giapponesi erano
appena arrivate in Italia e
penso di averne saltate
poche! Tra le mie serie
preferite c’erano Jeeg
Robot, Goldrake, Mazinga
Z, ma anche Gundam e
Daitarn III. Penso di aver
accarezzato spesso, da
bambino, il sogno di guidare la Match Patrol, di
avere un maggiordomo e
due ragazze, una bionda e
una rossa!
Crescendo la passione
per la fantascienza e poi
l’horror si è allargata ai
libri e il cinema. Ricordo
che quando andavo alle
superiori facevo le ore
piccole a vedere filmacci
che passavano solo di
notte! In seguito ho
perso interesse per la letteratura di genere, che riscopro solo d’estate, ma
ho continuato a coltivare
il cinema sci-fi. Decisamente meno l’horror. Il
fantasy, confesso di non
averlo mai capito molto.
Che dire? Nessuno è perfetto!
Quanto al mio lavoro, è
sempre difficile dire
quando ho cominciato. A
15 anni tormentavo già gli
editori ai quali inviavo
pacchi di fumetti e personaggi che cercavo di ven-
dergli. A 18 anni disegnavo videogiochi. Subito
dopo la scuola mi sono
messo a disegnare anche
fumetti per varie fanzines,
che poi è stato l’inizio di
tanti.
Tempo qualche anno, ho
concluso la mia esperienza con i videogiochi
(che però mi mancano
ogni tanto), e ho chiuso
tutte le collaborazioni
gratuite, per disegnare da
professionista.
Poi sono successe tante
cose, ho disegnato vignette, fumetti, copertine,
storyboard per la pubblicità. Più tardi sono passato ai libri per bambini,
ma dopo i primi ho capito che in Italia non
c’era posto per me. Tutti
mi facevano tanti complimenti ma i miei libri non
li voleva nessuno. Così li
ho portati in Francia,
dove lavoro da ormai 10
anni.
In Francia ho pubblicato
decine di libri, poi anche
di fumetti “alla francese”.
Oltre ai libri collaboro
anche con un sacco di
giornalini che ci sono qui
e che escono mensilmente in edicola.
Io ho sempre bisogno di
novità per cui da tre anni
lavoro anche negli Stati
Uniti e in Portogallo. Nel
frattempo sto cominciando collaborazioni
anche in Inghilterra.
Anche se quello che
scrivo non può dirsi “di
genere” molto della letteratura e del cinema fantastico con cui sono
cresciuto finisce inevitabilmente nei miei libri.
In Paris 2050 (Actes Sud)
per esempio ho raccontato la Parigi del futuro, in
Un giorno, senza un perché
(Kite Edizioni) ho raccontato invece la storia
strana di un tale a cui
crescono le ali, mentre
nel recentissimo A casa
que voou (Bruàa) per ora
uscito solo in Portogallo,
racconta di un casa che
improvvisamente si solleva e vola via.
Ne Il doppio (Kite Edizioni) si parla di clonazione mentre Sono
arrivato in ritardo perché...
(Rizzoli) è letteralmente
infarcito di sci-fi: formiche
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Tra i progetti in corso c’è
un libro in uscita in Francia in cui un bambino si
trasforma in dinosauro
ogni volta che la mamma
gli chiede di mettere a
posto la sua cameretta e
poi una serie, sempre
francese, ispirata alle avventure di Sherlock Holmes.
Un’altra serie è prevista
invece in uscita in Italia e
giganti, uomini talpa, blob,
le citazioni dal cinema si
sprecano!
Lo stesso si può dire di
Dix petits insectes: Retour
vers le passé, terzo di una
trilogia comica, in cui i
personaggi viaggiano indietro e avanti nel tempo
per scongiurare una catastrofe nucleare, una specie di L’esercito delle 12
scimmie in chiave demenziale!
ha per protagonisti dei
fantasmi. Poi ci sono in lavorazione varie cose, un
paio di romanzi nuovi, un
libro non-fiction sugli animali, un ebook che dopo
tre anni di lavoro è quasi
pronto.
Da parte ho diverse graphic novel che spero di
mettere in lavorazione
durante l’anno.
Ma la novità più grande
forse è che dopo dieci
anni, in cui ho messo da
parte il disegno per dedicarmi alla scrittura, nel
2016 torno all’illustrazione, con due libri di cui
sarò autore completo.
Uno parla di supereroi...
ma per ora non posso
dirvi di più!
Davide
Cali
LE ORIGINI DI NOCERA A FUMETTI
Su Facebook: La Storia di Nocera a Fumetti
L
e cose migliori nascono quasi sempre
in maniera molto
casuale. Le persone giuste al posto e al momento opportuno,
suggestioni che si articolano in un discorso di
senso compiuto. Succede
così che un giorno Carmine Contursi realizza
che nessuno aveva ancora utilizzato il fumetto
per raccontare la storia
della sua città natale,
quella Nocera Inferiore
che oggi offre alle cronache spesso pagine poco
edificanti. Carmine è un
vero appassionato, da
anni intento a promuovere quest’arte povera
ma bella ai suoi concittadini e non, dapprima con
il solo sostegno della sua
famiglia e poi con un manipolo di sognatori con i
quali, nell’agosto del
2015, costituisce l’associazione NoCom Nocera
Comix, divenendone il
presidente.
Succede poi che Carmine
ne parli con Giampiero
Leo, suo vice nell’associazione e sparring partner
nella definizione di diversi
progetti già realizzati nonostante i pochi mesi di
vita del sodalizio. L’idea
piace ed entusiasma, ma
occorre mettere in
campo le giuste competenze, che nel giro di
poco tempo saranno assicurate da Francesco
Belsito, archeologo e già
autore di un libro sulla
storia di Nocera, e Daniele De Crescenzo, giovane e promettentissimo
fumettista salernitano.
Trovata la compagine, si è
scelto di esordire con la
narrazione di un episodio
poco noto ma non meno
interessante della storia
nocerina, la distruzione
della città ad opera delle
truppe cartaginesi di Annibale nel 216 a.C.. Le
fonti storiche hanno fornito l’impianto scenico
generale nel quale animare i personaggi, reali e
di fantasia, scelti per appassionare tutti i curiosi
che l’anno prossimo, in
occasione dell’anniversario dell’evento narrato,
avranno il piacere di leggere l’albo in lavorazione.
Questo è a tutti gli effetti
da considerarsi un numero speciale, commemorativo e allo stesso
tempo promozionale di
un progetto editoriale
più articolato, volto a ripercorrere gli episodi più
importanti della storia
millenaria delle città di
Nocera (ebbene sì, oggi
sono due, Inferiore e Superiore), che può vantarsi
d’aver dato i natali ad un
imperatore romano, ad
un santo e ad una delle
più importanti dinastie
politiche degli U.S.A., che
tra i suoi concittadini
d’elezione può vantare
anche una popstar che ha
furoreggiato con la sua
band negli anni ‘80 a livello mondiale.
Curiosi? Non vi resta che
rimanere in contatto seguendoci sulla pagina ufficiale dell’iniziativa
NoCom Nocera
Comix Staff
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IL SENTIERO ARTISTICO DI JU JUMBLE
Su Facebook: Ju Jumble
L
a mano si muove libera sulla tastiera
trasportata dal desiderio di raccontarmi, le
lettere si affiancano e le
parole prendono forma e
cominciano a descrivermi, raccontando di me
e della mia più grande
passione...
Sono una ragazza di ventidue anni e abito a Legnano, un paese in
provincia di Milano.
Fin da bambina sono
sempre stata pestifera
come poche, avevo la calamita per i disastri e non
stavo ferma un secondo.
Non a caso sono figlia
unica, devo aver terrorizzato i miei genitori all’idea di un altro
marmocchio scalpitante
come me.
Non riuscivano a calmarmi in nessun modo.
Un giorno mia nonna mi
propose un nuovo gioco,
mi fece sedere al tavolo
con lei e mi diede un foglio e dei pastelli. Non fiatai per un pomeriggio
intero. Fu come un colpo
di fulmine, e presto il disegno diventò una vera e
propria dipendenza (oltre
che un ottimo calmante
aggiungerei). Nutrita
anche dai classici Disney,
cominciai subito a creare
i miei mondi fantastici.
Questa passione col passare del tempo andò crescendo e fortificandosi.
Decisi così di dedicare la
mia formazione alla mia
passione cominciando il
liceo artistico miglio-
rando progressivamente
le mie doti e una volta diplomata scelsi di specializzare il mio percorso
presso l’accademia di
belle arti NABA di Milano. Li ho avuto l’occasione di approcciarmi a
numerose nuove tecniche, innamorandomi più e
più volte, soprattutto
della tecnica dell’acquerello. Ogni opera che realizzavo era la più grande
rappresentazione dei miei
sentimenti e del mio carattere, così cominciai a
usa il nome d’arte Ju Jumble, un nome d’arte che
rappresentasse il mio
modo d’essere e di vivere.
Un giorno per caso, durante una lezione all’accademia, ho potuto
scorgere il mondo dell’animazione dietro le
quinte e sono... impazzita
credo.
E da quel giorno ho cominciato a interessarmi
alla digital art animata.
Potevo dare vita a tutti i
miei personaggi, farli
muovere, donargli
un’“anima”!
Da quel giorno ho cominciato a studiare da autodidatta (santi tutorial
su YouTube) continuando
a specializzarmi in questa
tecnica.
Amo tutto ciò che fa
parte dell’immaginazione
e della fantasia.
I libri hanno avuto un
ruolo molto importante
per la mia creatività, amo
tanto la saga di Harry
Potter, che mi ha accompagnata nel difficile
passaggio tra infanzia e
adolescenza e sono
molto legata praticamente a tutti i libri di
Licia Troisi, che hanno saputo tenermi compagnia
durante notti insonni
scaldando il mio cuore.
Oltre i libri hanno avuto
una grande importanza
anche i film, il visionario
regista Tim Burton è
sempre stato punto di riferimento per me, a par-
tire da “Vincent” fino
ad arrivare a “Big Fish”, il
mio film preferito in assoluto. Senza contare
tutti i capolavori di Miyazaki.
Ho tanti sogni nel cassetto per il mio futuro e
tra questi ci sarebbe il
sogno lavorare per la Disney e spero un giorno di
poter realizzare questo
grande e importante desidero.
Potrei parlare per ore
elencando cose che amo,
ISCRIZIONI APERTE
MASTER IN EDITORIA LIBRARIA “A.VICINANZA”
Corsi:
REDATTORE WEB - CORRETTORE BOZZE,
GRAFICO EDITORIALE DI BASE, REDATTORE EDITORIALE,
EDITING, APRIRE UNA CASA EDITRICE.
FORMULA ON-LINE A DISTANZA
CERTIFICAZIONE EDITORIALE PER TUTTI GLI ISCRITTI
Infoline: [email protected] - 06.33.61.08.00 (Ore 10-14)
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FUMETTO E TEST PSICOLOGICI
http://digilander.libero.it/romanzi/ - www.psicologi-italiani.it
però alla fine il succo è
sempre quello, ora, oggi,
nel presente, se dovessi
definirmi, non potrei slegarmi da quello che amo
fare, da quello che ormai
è diventato pilastro fondamentale della mia vita,
il creare.
La realtà ovviamente si
scontra con la mia visione rosea e le voci di
chi è più grande di me si
insinuano nella mia mente
con frasi tipo “trovati un
lavoro vero”, oppure
“non ci mangi disegnando”.
Un po’ in effetti ci penso,
ma poi apro a queste
frasi la porta di servizio
facendole uscire da dove
sono entrate. La possibilità di fallire è sempre
presente, ma c’è anche
quella di riuscire. Io
credo fortemente nella
riuscita dei miei desideri,
dei miei sogni. Credo che
alla fine l’uomo non
possa fare a meno della
fantasia e l’immaginazione, sono il nutrimento
principale dell’animo
umano. Io spero con i
miei disegni, nel mio piccolo, di riuscire a farvi
fare anche solo un piccolo spuntino.
Per concludere, so di non
essere molto brava a scrivere, ma spero di essere
riuscita a condividere con
voi un po’ di me, dei miei
pensieri senza annoiarvi
troppo.
Se in qualche modo ho
destato la vostra curiosità venite a trovarmi
sulla mia pagina Facebook.Vi aspetto!
Giulia
Manelli
G
iordano e Fontana-Capocaccia
hanno utilizzato il
fumetto come tecnica
d’indagine accessoria, applicata al Test del Disegno
della Famiglia; questo test
proiettivo, elaborato da
Corman, viene impiegato
soprattutto in psichiatria
infantile e consiste nell’invitare il soggetto esaminato a disegnare la
propria famiglia, e succes-
sivamente a spiegare il disegno. Giordano e Fontana-Capocaccia
aggiunsero “la consegna
di ‘far parlare’ i personaggi dopo che il soggetto abbia sicuramente
completato il suo disegno
prima di passare alla fase
dell’inchiesta secondo la
tecnica di Corman”. Gli
autori affermano che “lo
stesso messaggio verbale
espresso in altro modo
(didascalie, dettatura,
commento orale), non
avrebbe eguale valore,
perché mancherebbe di
immediatezza temporospaziale e tale distacco
psico-motorio potrebbe
interrompere la situazione proiettiva”. Essi
concludono “di poter
consigliare l’aggiunta del
linguaggio parlato (attraverso la tecnica del fumetto) al test del disegno
della famiglia, come
mezzo di arricchimento
proiettivo utile, di facile
applicazione e in qualche
caso addirittura essenziale per la migliore comprensione di situazioni
conflittuali.
(Da Manuale di Psicologia
del fumetto, Marco Minelli,
Edizioni Psiconline 2012)
Marco
Minelli
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51
“GLI ULTIMI TERRESTRI”
www.innovari.it/scudo.htm
O
ggi parlerò
dell’Antologia
Personale di
Paolo Ninzatti intitolata
Gli Ultimi Terrestri.
Niente di nuovo, s’intende, in teoria. Si tratta
di cinque racconti pubblicati sui numeri precedenti di Short Stories delle
Edizioni Scudo e che ho
già recensito su Japanimando. Gli Ultimi Terrestri,
che dà il titolo all’antolo-
gia, Le Rune nel ghiaccio,
Commandos d’Acciaio, Realtasy, e Sfida alla Morte.
Non mi dilungherò quindi
a scrivere di che cosa si
tratta. Sono le mie prime
storie, scritte col mio
primo stile. L’interessante
è che con questa nuova
edizione digitale esse tornano alla luce, nella stesura originale, ma
raccolte in una sola antologia, a stimolare la curiosità di chi ha letto le mie
recenti pubblicazioni, nel
caso avessero voglia di
leggere i miei primi, timidi
passi verso la fantascienza, il fantasy e il
weird. Anche allora, come
oggi, scrivevo con passione. Niente è cambiato.
Nonostante i racconti
non siano nuovi, lo è invece il concetto della
pubblicazione. Innanzitutto si tratta di un
ebook, reperibile su Amazon, la nuova scelta di
Edizioni Scudo, che va a
passo coi tempi. Da un
lato, chi pubblica fantascienza pensa fantascientificamente. E il digitale
sta prendendo piede per
la sua praticità. Non sono
infatti l’unico autore a cui
è dedicata una di queste
antologie personali di
Scudo, che mira a pubblicare qualcosa di accessibile economicamente e
che sia facile da leggere.
Niente code alle librerie
o edicole o prenotazioni
print on demand e attese
di pacchi postali che
spesso arrivano spiegazzati o pieni di gibolli. Clik,
paghi poco, scarichi e,
voilà, te lo trovi sul cellulare o sul tablet e te lo
leggi mentre aspetti l’autobus o durante la pausa
al lavoro. Easy reading si
potrebbe definire.
Delos Books, ad esempio,
ha una collana digitale
chiamata Bus Stop.
Da fine novembre, Edizioni Scudo, dopo una
pausa, sta sfoderando, via
Amazon, queste nuove
antologie, oltre a far resuscitare quelle già pubblicate in precedenza, a
fianco di romanzi a suo
tempo pubblicati print on
demand.
Ed ecco il vantaggio degli
ebook. Sono sempre
pronti e disponibili. Magari per mesi restano
nella vetrina digitale
senza destare interesse.
Nel mondo cartaceo finirebbero al macero, e
addio. In quello digitale
restano, in attesa, pazienti, come reliquie, fino
a quando, per ragioni
strane o per l’inconscio
collettivo o per qualche
spam o condivisione che
diventa virale, si ridestano
dal letargo e vengono
scaricati, magari recensiti,
raccomandati ad amici.
Gli ebook hanno pazienza
e non muoiono mai.
A questo punto i fautori
del cartaceo si staranno
già arroccando, sfoderando i tagliacarte, pronti
a difendere il libro sacro
e inviolabile. Mi perdonino. Anch’io un tempo
ero diffidente nei riguardi
dell’ebook. Mettiamo le
carte in tavola: ancora
oggi adoro l’odore della
carta, la sensazione di tenere in mano qualcosa di
tangibile e stampato, il
fruscio delle pagine che
vengono girate, i segnalibri. Ogni volta che metto
piede in una libreria, quell’aroma mi stimola un
flusso di dopamina. Ho lavorato di recente in una
biblioteca. Passeggiare tra
scaffali colmi di libri è
stato per me come defilare per i corridoi di un
monastero. Disquisire
con un bibliotecario o
una bibliotecaria è come
parlare di filosofia con
qualcuno che condivide la
tua metafisica o fare una
jam session con strumentisti che captano il tuo discorso musicale. Ma oggi
sono convinto che digitale e cartaceo possano
convivere fianco a fianco.
Trasportando il tutto nel
campo della musica, i dischi di vinile continuano a
esistere fianco a fianco ai
CD e agli MP3. In treno o
in autobus ascolti musica
al telefonino, a casa accendi lo stereo. L’importante è che si ascolti
musica. E tornando alla
letteratura, l’importante è
che si legga. Scripta manent. Su carta o su softwere. Il progresso umano,
da tavole scolpite a incisioni su cera, fino al papiro, la carta, e infine il
digitale.
Le antologie personali,
compresa la mia, sono naturalmente abbellite dalle
illustrazioni di Luca Oleastri e Giorgio Sangiorgi.
La novità è che anche i
fumetti saranno tra breve
su Amazon in versione digitale. La saga dell’atlantidea Guinna, citata nel
numero precedente di Japanimando, sarà anch’essa
disponibile su Amazon.
Il piacere di vedere questa carica di Scudieri digitali alleati delle Amazzoni
verso i computer, tablet e
smart phones dei lettori
è stato pari a quello di
scoprire tanti nomi di
colleghi autori ripubblicati e riportati alla luce.
Per fare una battuta e un
gioco di parole in latino
maccheronico, come
disse Cartone il Censore:
CETERUM CENSEO
CARTACINEM AETERNAM ESSE, SED CUM
EBUCUM. Il personaggio
storico citato e storpiato
mi perdoni. Ci si sente a
febbraio.
Paolo
Ninzatti
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IL TALENTO DI ANDREA MODUGNO
Su Facebook: Andrea Modugno
C
iao a tutti! Ringrazio Japanimando per
l’opportunità di farmi conoscere!
Mi chiamo Andrea Modugno, sono di Genova e ho
37 anni.
Che dire di me... sono
nato con una grande passione; “disegnare”... da
bambino per farmi stare
buono bastava un foglio
di carta, una matita e il
mio mondo prendeva
vita.
La passione per il disegno
si è poi trasformata in
passione per il fumetto e
alle nuvole parlanti in generale; a cominciare da
Topolino con le sue semplici storie ma sempre divertenti, per poi passare
ai Manga e al mondo dei
cartoon che hanno segnato la mia infanzia facendomi sognare tra
Robot e quant’altro il
mondo giapponese ha saputo dare alla fantasia.
A seguire ovviamente c’è
stato il fumetto Americano, Italiano e infine
Franco\Belga con alcuni
autori e storie che mi
fanno sentire ancora ragazzino lasciandomi con il
fiato sospeso nell’attesa
dell’uscita successiva.
Oggi a distanza di anni il
mio gusto da ragazzino è
cambiato; iniziai a leggere
tanto anche al di fuori del
fumetto; il mio primo
libro è stato La spada di
Shannara di Terry Brooks,
poi passai a Tolkien, Howard e l’amore per il fantasy esplose in me!
Ovviamente dal fantasy
passai alla fantascienza influenzato dai film come
Star Wars, Star Trek che
hanno segnato le epoche
di tutti quelli nati dagli
anni ‘70 a oggi.
Fumetti, libri e cinema
sono stati da sempre lo
sprono per esprimere la
mia voglia di raccontare
storie a fumetti.
Cominciai a studiare seriamente disegno a
scuola; frequentando
liceo Artistico e in seguito attraverso un corso
di formazione ho conosciuto Giovanni Bruzzo:
disegnatore della Bonelli,
hai tempi sotto la testata
di “Mister No”.
Attraverso i suoi insegnamenti ho messo giù le
prime basi del fumetto
popolare italiano: la scacchiera, la griglia e il tipo
di narrazione. Li compresi
che fare fumetti non era
solo passione ma un lavoro vero e proprio,
composto da studio continuo, ricerca e forza di
volontà, poiché riuscire a
essere a un livello pubblicabile è una strada molto
lunga, complessa e spesso
costellata da “porte
chiuse in faccia”.
Per caso, grazie a Facebook ho conosciuto Alessio Lapo noto
disegnatore Italiano che
lavora per la Francia (Tra
cui la Delcourt); Chiedendogli dei consigli per
migliorare il mio disegno,
ha deciso di prendermi
sotto la sua ala insegnandomi a migliorare sia il
disegno che il linguaggio
visivo dei miei lavori.
Grazie a lui ho incominciato a fare delle prove
ufficiali presso alcune
case editrici e al giorni
d’oggi mi ritrovo a lavorare per Aurea come di-
segnatore di fumetti, sia
come copertinista di
Skorpi Maxi (da poco
tempo).
In oltre ho realizzato un
progetto della casa editrice Wombat Edizioni
sotto i testi di Giorgio
Pedrazzi (noto autore di
fantascienza degli anni
‘80).
Questo per me è l’inizio
di un percorso che spero
mi porti diventare un
vero professionista e che
mi conduca, un giorno a
pubblicare qualche storia
chiusa nel mio cassetto.
Un saluto a tutti!
Andrea
Modugno
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“RITORNO AL FUTURO”
Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!
L
o scorso mese di
ottobre ha riportato prepotentemente al centro dei
riflettori mediatici una
delle più famose trilogie
cinematografiche degli
anni ‘80.
Il 21 ottobre del 2015 infatti arrivano dal passato i
due protagonisti di Ritorno al Futuro, nella seconda parte della saga.
Questo avvenimento ha
rinverdito i fasti della trilogia e sono stati tanti gli
eventi legati a questo
evento. Non solo è stato
riproposta al cinema e in
televisione l’intera saga
ma sono state organizzate anche mostre, incontri e contest per i fan.
Forse però non tutti ricordano che le gesta di
Marty McFly e Doc
Brown sono stati narrate
anche in una serie di cartoni animati.
Ritorno al Futuro la serie
animata fu trasmessa originariamente dalla CBS
dal 14 settembre 1991, al
26 dicembre 1992, e nuovamente fino al 14 agosto
1993 sempre sulla CBS.
In Italia invece la serie è
stata trasmessa nel periodo 1991-1993, prima
su Italia 1 e successivamente su Canale 5,
tranne gli ultimi due episodi, che non sono mai
stati nemmeno tradotti in
italiano.
La serie è durata in tutto
due stagioni, ognuna di 13
episodi di circa venti minuti ciascuno. La rete
scelse di non rinnovare
lo show per una terza
stagione a causa dei bassi
ascolti. In seguito è stata
nuovamente replicata
dalla FOX.
La serie fu scritta e prodotta da Bob Gale per la
Universal Cartoon Studios e riprende le fila
dalla conclusione del
terzo film. Doc Brown,
dopo aver vissuto alcuni
anni nell’Ottocento, si
stabilisce nel 1991 a Hill
Valley con la sua nuova
moglie Clara, i figli Jules e
Verne e il cane di famiglia,
Einstein, che vivono nella
stessa fattoria dove Clara
viveva nel 1885. Come
per i film, i nostri eroi
viaggiano nel tempo con
la DeLorean modificata,
che è stata ricostruita
dopo che era stata distrutta alla fine della trilogia.
La nuova DeLorean ha
ora l’attivazione vocale
dei circuiti del tempo e
può anche viaggiare istantaneamente in diverse
posizioni nello spazio
oltre che nel tempo. I
personaggi viaggiano nel
tempo anche con il treno
inventato da Doc alla fine
di Ritorno al futuro parte
III.
A parte qualche apparizione occasionale di Jennifer Parker, la serie si è
concentrata principalmente su Marty e la famiglia Brown, mentre i film
erano incentrati principalmente sulla famiglia
McFly. Anche il “villain”
della saga cinematografica, Biff Tannen, appare
di tanto in tanto. Inoltre,
appaiono spesso i parenti
delle famiglie McFly,
Brown, e Tannen come
copie di linee temporali
divergenti. A differenza
dei film, che si svolgono
interamente a Hill Valley
e dintorni, la serie porta
spesso i personaggi in
luoghi esotici.
La prima serie è caratterizzata dalla presenza
di Christopher Lloyd nei
panni di Doc Brown, che
apre e chiude ogni episodio con una ripresa live
dal suo laboratorio, dove
spiega semplici esperimenti scientifici spesso
legati alla trama dell’episodio. La prima stagione
comprendeva anche dei
segmenti con Biff Tannen
che racconta una barzelletta anche questa legata
all’episodio.
Come si è detto la serie
chiuse dopo la seconda
stagione probabilmente
per due motivi principali.
Il più grande problema
che era nella serie a cartoni animati mancava Micheal J. Fox, ed era
stranamente evidente
quanto fosse orribile il
nuovo Marty McFly (doppiato in originale da
David Kaufman) rispetto
all’originale. In effetti, il
nuovo McFly era troppo
diverso dalla sua versione
cinematografica, soprattuto per quanto riguarda
lo “stile del personaggio”
e fu probabilmente questo problema a portare la
produzione a cancellare
la serie animata.
Ma non è tutto. Mentre
Christopher Lloyd faceva
una parte dei segmenti
live-action dello spettacolo (che erano all’inizio
e fine di ogni episodio),
per qualche motivo non
gli è stato dato il doppiaggio del suo omologo
animato. Invece, il lavoro
è stato dato al doppiatore Dan Castellaneta (I
Simpson, Futurama). Castelleneta ha fatto un lavoro abbastanza buono,
ma non era abbastanza
“Christopher Lloyd”.
Anche qui alcune delle
espressioni che Doc
avrebbe utilizzato nel cartone animato non sarebbe stato detto da Doc
nella trilogia cinematografica.
Il secondo grosso problema incontrato dalla
serie è che era rivolto ai
ragazzi che guardano i
cartoni animati il sabato
mattina. Dato che il
primo film è stato rilasciato solo nel 1985, e la
serie animata è stata introdotta nel 1991, si doveva avere almeno 10 o
11 anni per iniziare anche
ad apprezzare il film, il
target della serie a cartoni era completamente
sbagliato. Infatti quelli che
erano abbastanza vecchi
per apprezzare la trilogia
cinematografica erano
troppo vecchi per apprezzare la serie animata
mentre i più giovani poco
conoscevano i film.
Preso da sola, la serie ani-
mata sembra andare
avanti abbastanza bene.
Ci sono stati alcuni bei
momenti, e lo show ha
avuto un sacco di buone
idee, in realtà, come un
episodio in cui Marty e
Doc risalgono all’antica
Rio delle Amazzoni alla
ricerca di una rana
estinta, o i ragazzi di Doc
che viaggiano nel tempo
senza né Marty né il loro
papà, o Jules che fa crescere un albero di denaro. Ma in generale, la
serie animata era al di
sotto della sufficienza,
che è in definitiva inaccettabile rispetto alla
grandezza della trilogia
originale.
Nelle intenzioni di Bob
Gale c’era la creazione di
una sorta di universo narrativo di Ritorno al Futuro che coinvolgesse
non solo la trilogia e la
serie animata ma anche i
fumetti. Il character design dei personaggi verrà
ripreso infatti dalla Harvey Comics che però
durò solo sette numeri.
Negli USA sono state
prodotte 9 videocassette
(VHS) e 3 laser-disc, che
raccolgono però 18 dei
26 episodi. In Italia invece
sono uscite solo 6 videocassette con due episodi
ciascuna della prima
serie. Solo in Francia
sono usciti tutti gli episodi in un cofanetto
DVD.
Alfonso
Verdicchio
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“MISS AMERICA”: UNA VITA IN CHIAROSCURO
Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!
L
a prima reginetta di
bellezza fu una esile
ragazza di Washington, Margaret Gorman
che diventò la prima Miss
America della storia nel
1921 ma, ovviamente,
non è di lei che parleremo.
La Miss di cui vorremmo
parlarvi non sfilò mai in
costume da bagno né alimentò le cronache rosa
del suo tempo ma si dedicò ad un mestiere
molto più pericoloso e
non sempre gratificante,
quello della Super Eroina.
C’è da dire subito che,
fortunatamente, le affinità
tra questo personaggio e
le scialbe concorrenti del
concorso di bellezza
erano solo nel nome.
L’anno è il 1943 e i ragazzi americani sono
quasi tutti impegnati nella
Seconda Guerra Mondiale. Persino celebri sceneggiatori e brillanti
disegnatori sono schierati
al Fronte, magari non in
prima linea ma comunque cooptati dalla Patria.
Eppure, l’America conti-
nua a vivere una quotidiana normalità all’interno del proprio
territorio che le altre
Nazioni in conflitto possono solo sognare. Il
mercato e il profitto continuano comunque ad essere al centro dello “stile
di vita statunitense”, con
le proprie regole e le
proprie dinamiche.
Dato che i maschi erano
al Fronte occorreva diversificare l’offerta e renderla gradita anche al
pubblico femminile.
Questa idea, quasi contemporaneamente, scaturì nella mente degli
editor delle principali
case editrici.Vennero introdotte sul mercato dei
comics diverse eroine in
costume.
La Fox Comics rilanciò la
Phantom Lady di Quality
Comics, mentre la DC che
aveva già al suo arco la
bellissima Wonder Woman
diede alle stampe Black
Canary. Il tentativo più
corposo fu quello della
Timely (antesignana dell’attuale Marvel) che affiancò al fumetto
umoristico Millie the
Model; personaggi come
Blonde Phantom, Golden
Girl, Namora, Sun Girl,
Venus e, appunto, Miss
America.
LA” GOLDEN AGE” DI
MISS AMERICA
Siamo nel novembre del
1943 e sulle pagine di
Marvel Mystery Comics N°
49, lo sceneggiatore Otto
Binder (26 agosto 191113 ottobre 1974) e il misterioso disegnatore Al
Gabriele (del quale si
ignorano sia il nome
completo che i dati biografici) ci presentano
quella che, nelle loro intenzioni, dovrebbe divenire la controparte
femminile di Capitan
America ed una autentica
nemesi per tutti i criminali di questo mondo. La
storia è, come tutte
quelle dell’epoca, molto
semplice. Una ragazza di
Washington, Madeline
Joyce, nipote del miliardario James Bennet, (generoso finanziatore degli
esperimenti del professor
Lawson) viene colpita da
un fulmine mentre armeggia con dei macchinari sperimentali.
Vedendo la giovane
donna apparentemente
morta lo scienziato viene
travolto dal panico, distrugge il dispositivo e
poi si uccide. Tuttavia, l’avventata ereditiera non
solo sopravvive alla scarica ma ottiene anche
tutta una serie di poteri.
Presto si rende conto
che può levitare e raggiungere incredibili altezze. La durata di questa
facoltà non è illimitata e
non può superare le due
ore al termine delle quali
deve arrendersi alla stanchezza mentale prodotta
dallo sforzo. Il suo insolito metabolismo, però, le
permette di rallentare
l’accumulo delle tossine
conferendole una resistenza organica molto superiore alla norma. Come
se non bastasse, l’incidente la ha dotata di una
forza eccezionale (che
sparirà progressivamente
nelle storie successive) e
una sorta di “X-Ray Vision” attraverso gli oggetti solidi (Anche questa
facoltà sarebbe stata accantonata dagli autori
con un espediente narrativo che la costrinse, caso
più unico che raro per
una super eroina, ad inforcare degli occhiali da
vista!!) Miss America era
pronta a spiccare il volo
nell’empireo delle super
donne di successo Dopo
un paio di apparizioni su
Marvel Mystery Comics,
nel 1944 venne creata
una testata dal titolo Miss
America Comics. Da quel
momento, però, le cose
cambiarono in negativo.
Probabilmente Miss Joyce
pagò la scarsa familiarità
delle ragazze con il genere super eroico. Il pubblico femminile chiedeva
serie più realistiche con
coetanee “normali” che
vivessero le loro stesse
vicissitudini. Inutile dire
che fu immediatamente
accontentato. Già dal secondo numero il comic
book cambiò formato e
titolo diventando Miss
America Magazine, una rivista dove i fumetti dei
supereroi erano relegati
in un ruolo secondario,
mentre la parte del leone
era affidata a trame romantiche con protagonisti adolescenti (come la
rossa ed intraprendente
Patsy Walker, creata dalla
cartoonist Ruth Atkinson,
destinata a diventare una
vera star umoristica e i
suoi amici Buzz Baxter e
Hedy Wolfe) oltre che ad
articoli di cucina,
moda e argomenti vari. A
Madeline rimase un ruolo
puramente riempitivo e,
anche se la rivista Miss
America Magazine ebbe
una lunga durata (Fino al
1958), man mano fu sempre meno presente fino a
scomparire del tutto.
L’ultima mesta apparizione durante la Golden
Age avvenne in Marvel
Mystery Comics n. 85 (febbraio 1948)... Poi, sulla
Joyce scese l’oblio. Per
sua fortuna, però, alla
Marvel era approdato un
occhialuto sceneggiatore
di nome Roy Thomas che
da sempre era “innamorato” dei personaggi e
delle tematiche di quell’epoca dorata.
LA “BRONZE AGE” DI
MISS AMERICA
Su Marvel Premiere N° 29
dell’Aprile 1976, Roy, ci
presenta una squadra di
supereroi, la Legione della
Libertà (The Liberty Legion)
destinata a difendere la
patria da sabotatori, spie
e quinte colonne mentre
gli altri eroi sono impegnati a combattere contro i nazisti. La
formazione comprende
eroi minori ripescati dal
vastissimo serbatoio della
Timely come Blue Diamond, Jack Frost,The Patriot, Red Raven,Thin Man,
The Whizzer e... Miss America. La storia d’esordio si
svolge poco dopo l’entrata in guerra degli Stati
Uniti. La squadra di campioni alleati nota con il
nome di The Invaders (Gli
Invasori) è stata catturata
dal Teschio Rosso che ha
59
58
sottoposto gli eroi ad
un autentico lavaggio del
cervello, ricalibrando le
loro personalità e spingendoli ad attaccare un
impianto di difesa nazionale. Bucky Barnes, uno
dei più giovani membri
del team è sfuggito alla
cattura e, con l’ausilio di
una stazione radio di
New York trasmette 24
ore su 24 un messaggio
con il quale cerca di reclutare nuovi super
umani per contrastare la
potenza dei suoi ex compagni di gruppo. Il messaggio raggiunge tra gli
altri anche Whizzer (La
Trottola) e Miss America
che compiono insieme il
viaggio verso New York
scoprendosi attratti l’uno
dall’altra. Lo sforzo di
Bucky viene premiato e
ancora una volta la minaccia del “Teschio”
viene debellata. .Da quel
momento in poi, la Liberty
Legion farà la sua parte
ma, grazie a Dio, persino
la guerra più cruenta di
tutti i tempi stava volgendo al termine.
Quando, finalmente, i mastini della guerra ritornarono nelle loro cucce La
Trottola e Miss America
divennero membri della
effimera All-Winners
Squad che si sciolse dopo
pochi anni, Dopo aver ripreso le loro identità civili di Robert Frank e
Madeline Joyce i due si
sposarono e iniziarono a
lavorare a New York City
come agenti di sicurezza
per un progetto nucleare
segreto alle dirette dipendenze del governo
degli Stati Uniti. Purtroppo, però Isbisa , un
vecchio nemico della AllWinners Squad, sabotò
l’impianto causando un
incidente nucleare che
espose i coniugi Frank ad
una enorme quantità di
radiazioni. Madeline era
incinta al momento del
fatto e ciò stava per determinare pesantissime
conseguenze, Alcuni mesi
dopo diede alla luce il
suo primo figlio, Robert
Frank Junior. Presto fu
chiaro che il bambino
emetteva livelli pericolosi
di radiazioni, il governo
degli Stati Uniti lo prese
in custodia col nome in
codice Nuklo isolandolo
in animazione sospesa in
un crono-modulo sperimentale. Dopo aver lasciato il centro di ricerca
con un generoso vitalizio,
i Frank decisero di viaggiare per il mondo. Madeline Frank rimase incinta
di nuovo, e quando la gravidanza giunse a termine,
la coppia si trovava nella
minuscola Transia. La
sorte sembrava più propizia perché avevano trovato rifugio ed assistenza
nella avveniristica cittadella scientifica in cima al
monte Wundagore dell’Alto Evoluzionario, un
genetista che aveva sperimentato su sé stesso le
sue teorie sull’evoluzione
umana fino a diventare
una sorta di divinità. Con
il prezioso aiuto della più
inconsueta delle ostetriche, la mucca evoluta
chiamata Bova Ayrshire, Madeline partorì il
suo secondo figlio. Il
dramma esplose immediatamente, la carica radioattiva risultava così
elevata che il neonato era
nato morto! Qualche ora
più tardi anche la madre
andò incontro alla stessa
sorte per avvelenamento
acuto da radiazioni. La levatrice Bova, per consolare Robert Frank, offrirà
a quest’ultimo due gemelli da adottare (i futuri
Quicksilver e Scarlet) ma
questi, sconvolto dalla
perdita della moglie, si allontanerà a tutta velocità
da Wundagore. La storia
di Quicksilver e Scarlet è
solo agli inizi, quella di
Miss America si conclude
per sempre. E’ una morte
drammatica ma serena,
quasi come se la vecchia
eroina fosse stanca. Era
una pedina sacrificabile,
una quasi sconosciuta per
la quale nessuno avrebbe
versato una lacrima. Ha
solo fornito l’ultimo
spunto narrativo alla sua
piccola Timely che, nel
frattempo, è diventata la
mastodontica Marvel.
Una vita in un cono
d’ombra, senza clamori e
senza riflettori per una
Miss che non ò mai diventata una Star. Proprio
come avvenne per Margaret Gorman tanti anni
prima.
Pietro
Zerella
Veniteci a trovare presso “L’Antro di Gork e Mork”
in Via Val di Lanzo n. 151/153 a Roma
oppure visitate il sito www.rosslyn.it
61
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FANTASIA PER MIGLIORARE IL MONDO
Su Facebook: Ivan Bruno
M
i chiamo Ivan e
sono diventato
un sognatore nel
giorno in cui ho notato,
per la prima volta, una
scatola magica in cui le
persone si muovevano
dentro e facendomi chiedere come fosse possibile
che ciò accadesse in un
ambiente più piccolo di
quello esteriore. La televisione. Cresciuto durante l’invasione degli
anime degli anni ottanta,
sono stato influenzato da
ogni genere che vi possa
tornare alla mente, e ricordo i miei primi eroi
come se fosse ieri: Capitan Harlock, Goldrake, Mazinga,Tiger Mask, Ken di
Hokuto, Saint Seya e vi lascio immaginare il resto.
Provate a mischiare tutti
gli insegnamenti orientali
ricevuti da questi gioiellini
alle passioni letterarie
per Verne, Lovecraft, Poe,
Calvino, King, Bradbury,
K. Dick e moltissimi altri
legati al mondo del fantastico, horror e della fantascienza, miscelati poi ai
classici del cinema (i nostri speciali classici) da La
Storia Infinita a Freddy
Krueger, più montagne di
serie televisive varie e
una lunga convivenza con
Dylan Dog, e avrete lo
scrittore che sono diventato.
Nato in un paesino dove
tutti ti giudicano, ho incontrato un po’ di difficoltà a trovare la via
verso la libertà di fare
quello che volevo della
mia vita ma, alla fine, ci
sono riuscito. Le mie storie, nate molte volte per
una cosa vista con la
coda dell’occhio o sognata dopo una cena sostanziosa, sono dei mondi
alternativi creati con l’intento di lasciare dei messaggi importanti ai lettori:
a volte faccio notare le
sofferenze nascoste delle
persone; altre, quelle del
nostro pianeta. Praticamente cerco di trasmettere le lezioni che i
cartoni animati giapponesi mi hanno insegnato a
suo tempo, e spero di
riuscire a farlo bene, perché il mondo gira da
sempre in un preda a un
circolo vizioso dove i
problemi sono sempre gli
stessi e i buoni e i cattivi
si limitano a cambiare
vesti adattandosi all’evoluzione del tempo.
Ho iniziato tardi la mia
avventura editoriale,
quando ho trovato i
mezzi per diventare uno
scrittore indipendente
che si autopubblica su
Amazon. Questo perché
nessuna casa editrice voleva accettare i miei pensieri senza apportarvi
gravi modifiche e io non
sono uno a cui piace
svendere la propria libertà di parola per volgare denaro. Le case
editrici: delle brutte bestie con un monopolio
che, con il tempo, ha fatto
regredire la cultura letteraria delle giovani generazioni. Le considero un po’
il volto dell’ipocrisia,
perché se gli mandi un
manoscritto deve essere
inedito e mai apparso in
nessuna sua parte sul
web, altrimenti sei cestinato in partenza, ma se
vendi 100.000 copie da
privato, allora ti cercano
per inglobarti e trasformarti nel loro fantocciomacchina sforna soldi. Un
circolo vizioso.
Tornando a parlare di argomenti meno censurabili, sono un grande
amante dei giochi di
ruolo, da D&D a Cyberpunk. Giocando da anni
con un ristretto gruppo
di amici, approfitto della
situazione per recitare i
miei personaggi e cercare
di capire come rendere
convincenti i dialoghi per
applicare poi quanto imparato nei miei scritti. Ho
militato parecchi anni nel
mondo dei videogiochi in
linea come Wow, tanto
per viaggiare un po’ nella
magia delle ambientazioni
fantasy e conoscere
nuova gente, incontrata
poi nel mondo reale in
quel di Lucca Comics.
Sono uno strano nerd:
amo anche fare lunghi
aperitivi e un tempo passavo più ore in giro di
notte che di giorno. Da
qualche anno ho incontrato mia moglie Fiona e
19 mesi fa è nata mia figlia Ginevra, e mi sono
calmato drasticamente,
fiero di pensare alla mia
famiglia e concentrarmi di
più sulla scrittura. E siccome non si vive di soli
libri continuo a esercitare
la mia professione principale di chef di cucina, perché la famiglia la voglio
mantenere prima di tutto.
Parliamo ora delle mie
opere. Quasi sempre
prendo spunto da eventi
di cronaca, personaggi
storici o esperienze personali e offro una mia
versione onirica dei fatti,
com’é accaduto con il
primo racconto della mia
raccolta “Mondi Perduti”,
in cui parlo di una giovane coppia alle prese
con la tragedia delle Torri
Gemelle e, allo stesso
tempo, di un mondo parallelo dove viaggiano le
anime dei defunti. Mi
piace scrivere anche storie di fantascienza, mante-
nendo sempre uno stile
molto fantasy che a volte,
e sottolineo a volte senza
presunzione, accosto a
qualcosa che può ricordare Italo Calvino. Considero la creazione di
storie come la vita: una
pagina bianca in attesa di
ricevere pennellate di
tutti i colori. Con questa
premessa introduco il
mio romanzo di fantascienza “La guerra del
metallo freddo”, ambientato in un futuro distrutto dalle guerre tra
umani e cyborg, e teatro
di combattimenti spettacolari tra robot giganti in
Egitto, Irlanda, Roma,
Principato di Monaco e
Coldirodi, il mio paese
d’origine sotto il comune
di Sanremo. E qui si
parla anche di Chiesa e di
Cavalieri di Rodi e di
Malta, e non manca la ricerca di un libro maledetto. Ho immaginato un
mondo utopico dove
l’uomo non ha bisogno di
una valuta per farsi manipolare da un impero
commerciale, ma di un
semplice lavoro per il
bene comune: la sopravvivenza. Mi dicono in molti
che, leggendo il mio romanzo, sembra di vedere
un anime... fate vobis!
Ho altri progetti in cantiere di cui troverete le
prime tracce tra qualche
mese su Amazon. Il mio
sogno nel cassetto? Mi
piacerebbe realizzare
un’opera con storie per
bambini e disegni creati
da loro, belli o brutti che
siano. Questo perché, ho
scordato di dirvelo, ho
piacere di versare un po’
dei miei guadagni derivati
dalle vendite a chi ne ha
bisogno. Al momento lo
faccio per Medici Senza
Frontiere. Le mie storie,
come accennato all’inizio
con altre parole, servono
a ricordare che dobbiamo essere meno cattivi e cercare di
salvaguardare il nostro futuro e quello dei nostri
figli lottando contro quei
capitalisti che governano
il mondo e alimentano le
guerre. Ho dalla mia una
delle armi più potenti del
mondo: la fantasia.
Ivan
Bruno
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62
L’IMPORTANZA DELLA FANTASIA
Su Facebook: Nicoletta Latteri
I
l fantastico è l’habitat
naturale dei bambini,
che riescono a guardare con lo stesso stupore una fata e una
bicicletta, e che, grazie
alla fantasia, giocano in
mondi fantastici difficilmente immaginabili ad
altri. Poi lentamente arriva l’età adulta e molti
senza nemmeno rendersene conto lasciano quei
mondi fantastici, se ne dimenticano, e alle volte
guardano indietro con
scherno, deridendo chi,
pur in età adulta, non l’ha
fatto, eppure la fantasia è
la palestra della mente,
non esiste un solo genio
nella storia dell’umanità
che non avesse una spiccata fantasia e che non
l’abbia usata per portare
avanti la sua curiosità, trascinando con sé il progresso umano.
Per quanto mi riguarda,
fin da piccola mi piaceva
raccontare storie e ho
continuato a farlo. Le mie
storie sono cresciute con
me e con me sono diventate più serie e profonde,
alle volte drammatiche.
Curiosamente ciò che si
è aggiunto col tempo è
stata la vena umoristica.
Un sottile sarcasmo del
quale non so fare a meno,
non riesco a non sorridere delle ambizioni e
delle maschere che in
troppi indossano e che
immancabilmente dalla
realtà scivolano nelle mie
storie.
Penso che la funzione
degli scrittori sia da sempre scrivere ciò che ad
altri sfugge, o che non
tutti vogliono vedere. Il
fantasy è, secondo me, il
genere più adatto a questo scopo e in fondo lo è
sempre stato fin dalla
notte dei tempi, quando
davanti al fuoco la sera si
raccontavano le fiabe, che
piacevano ai bambini, ma
erano pensate per gli
adulti.
Nei miei romanzi è proprio questo senso di meraviglia per un fantastico
incantato che ho cercato
di riprodurre, e che tra gli
scrittori moderni, si ritrova quasi solo in Tolkien, autore che mi piace
tanto e forse leggendo i
miei lavori si nota.
Sono per metà tedesca,
nata sulle sponde del
Reno, lì dove giocano le
saghe germaniche di Sigfrido e dell’anello dei Nibelunghi. Da piccola mi
piaceva moltissimo andare a vedere la grotta
dove Sigfrido aveva ucciso il drago. Per inciso
Sigfrido mi è sempre
stato antipatico, ho sempre tifato per il drago e le
valchirie. Panorami che in
seguito hanno fortemente suggestionato la
mia scrittura, per la quale
ho scelto naturalmente
un’ambientazione germanica e non di tipo anglo-
sassone come la maggior
parte dei fantasy, meglio
scrivere di ciò che si conosce.
È bello scrivere del gelo e
delle nebbie, delle luci
soffuse del nord stando
comodamente seduti al
caldo davanti al mare mediterraneo in tutto il suo
splendore. Nel mio romanzo non ho usato solo
paesaggi nordeuropei, difficile resistere alla spavalda bellezza e violenza
della natura del sud, così
le terre nere e inquietanti
dell’Etna e delle Isole
Eolie sono entrate a far
parte dei miei romanzi,
insieme alle leggende che
le animano, dando corpo
al Niflar il Mondo delle
Ombre e delle nebbie.
Come avrete capito, sono
un po’ tradizionalista, mi
piacciono le cose com’erano una volta, ma
non sopporto le ripetizioni e i luoghi comuni,
pertanto nei miei libri all’inizio sembra svolgersi
tutto secondo i consolidati cliché letterari, finché
ad un certo punto ci si
accorge che niente è
come avrebbe dovuto o
potuto essere, e che la
realtà è sempre più complessa di come potrebbe
sembrare, anche nella
fantasia. Mai dare qualcosa per scontato.
Sergio Leone ha detto
“faccio i film che mi sarebbe piaciuto vedere”,
ecco, io scrivo i libri che
mi sarebbe piaciuto leggere.
Proprio perché sono
un bastiancontrario, da
circa un anno collaboro
col Movimento5Stelle,
parte del nuovo programma culturale per
Roma è opera mia.Vi
prego, di non pensare che
per questo i miei libri
siano noiosi... non uso un
linguaggio politico, nemmeno in politica. Ma, la situazione della cultura,
quindi anche letteratura,
arte, musica cinema etc.,
è tale da dovere intervenire e cercare di salvare il
salvabile e ridare voce ai
tanti talenti italiani, prima
che vadano persi.
Oltre che al programma
culturale del Movimento,
sto lavorando al secondo
libro della serie Malus, di
cui è uscito solo il primo
libro, spero di riuscire a
finirlo entro breve, ma
conoscendomi... non riesco a fare a meno di rifinirlo e cesellarlo,
aggiungendo nuovi episodi. Spero di trovare il
tempo per fare tutto.
Grazie per la vostra pazienza e se vi va, venite a
dare una sbirciata nel mio
mondo fantastico, non ve
ne pentirete.
Nicoletta
Latteri
Scholten

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