Discorso Frankfurter Buchmesse 2009BONDI
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Discorso Frankfurter Buchmesse 2009BONDI
Intervento del Ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi Frankfurter Buchmesse, Padiglione Italia 14 ottobre 2009 Illustre Presidente della Camera, On. Gianfranco Fini, egregio Presidente Polillo, autorità, amici giornalisti, gentile pubblico, il Punto Italia alla 61. edizione della Fiera del Libro di Francoforte è un segno evidente della vitalità dell’editoria del nostro Paese. Lo testimonia innanzitutto l’autorevole presenza del Presidente della Camera dei Deputati, l’amico Gianfranco Fini, cui vanno i sensi della mia più alta stima. Egli ha voluto onorare con la sua partecipazione un appuntamento cruciale per gli editori italiani, impegnati in questi giorni nel più importante evento internazionale dedicato allo scambio dei diritti. Quest’anno il padiglione, promosso dall’Associazione Italiana Editori e dall’Istituto per il Commercio Estero in collaborazione con il Ministero per lo Sviluppo Economico e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, vede aumentare la compagine degli editori italiani di oltre 50 unità: dai 300 del 2008 ai 355 di oggi. Questo dimostra quanto sia importante essere a Francoforte, centro fondamentale per la promozione e la proiezione internazionale della nostra editoria, che in questi anni sta accrescendo, grazie anche a eventi come questo, la propria penetrazione all’estero. Lo si può leggere con evidenza nel 1 rapporto 2009 sullo stato dell’editoria in Italia dell’AIE, dove risulta con chiarezza un aumento della cessione di titoli italiani a fronte di una diminuzione delle traduzioni. Lo stesso rapporto, che il Presidente Polillo avrà modo di illustrare nel dettaglio in questa occasione, ci racconta un’Italia che ritorna a leggere, soprattutto tra i giovani. In un momento di crisi che non è solo economica il libro, a differenza di altri consumi culturali, dimostra la sua forza. La lettura diventa, per ognuno di noi, un momento di ricerca, di crescita personale, di riflessione, di meditazione, di autentico confronto con sé stessi e con il mondo, che il libro ci permette di cogliere nella sua vera essenza. I romanzi, la saggistica, i classici ci aiutano ad orientarci nella realtà in cui viviamo, ci parlano di esperienze anche lontane da noi ma che alla fine sentiamo intimamente nostre. Per questo i segnali positivi che abbiamo ci parlano di un’editoria dinamica e vitale, un settore forte della propria autonomia e capace di anticipare e cogliere i mutamenti della società italiana. Una vitalità che coincide con una libertà autentica della cultura italiana, una libertà dal peso asfissiante dell’ideologia partitica e nello stesso tempo dai condizionamenti dello Stato, che hanno rappresentato da sempre una vera e propria anomalia nella storia italiana. Questo governo è il primo nella storia del nostro Paese che ha preso sul serio la libertà d’espressione degli uomini di cultura, dei giornalisti e degli intellettuali in genere. Per questo governo e per me la cultura non è né di destra né di sinistra. La cultura quando è vera cultura non ha e non può avere colori e maglie politiche. Questa è una vera rivoluzione liberale in un Paese come l’Italia in cui la sinistra – ed è un fatto incontestabile – ha dal dopoguerra ad oggi conquistato un predominio assoluto nel campo dell’organizzazione della cultura, nelle università e nei mezzi di comunicazione di massa, come strumento per la conquista del potere politico secondo l’insegnamento di Antonio Gramsci, grande intellettuale italiano morto nelle carceri fasciste. 2 In Italia parlare di mancata libertà di espressione è perciò fare torto all’intelligenza degli italiani e di chi conosce minimamente il nostro Paese. In questo quadro, la pluralità delle case editrici e la molteplicità dell’offerta editoriale nel nostro Paese permette infatti a chiunque, con il proprio pensiero, di stimolare la crescita sociale, civile e intellettuale dei cittadini, proponendo un dibattito maturo sul senso della comunità in cui viviamo. È per questo motivo che fin dal mio insediamento ho deciso di portare a compimento un importante progetto che riguarda proprio il mondo dell’editoria. Uno strumento nuovo e vivo che, senza i limiti della burocrazia, sia in grado di sostenere la promozione del libro e la diffusione della lettura, sia a livello nazionale che internazionale. Sono felice di annunciare che nelle prossime settimane entrerà in vigore il regolamento del Centro per il Libro e la Lettura, un’istituzione che si affiancherà agli editori in un comune lavoro per la crescita del libro. Sono onorato inoltre che Gian Arturo Ferrari, personalità di spicco e di provata esperienza nel panorama editoriale nazionale, abbia accettato di dirigere questa nuova realtà. Una indicazione che è frutto del coinvolgimento della Associazione italiani editori presieduta dal dottor Polillo. Al Professor Ferrari vanno i miei più sinceri auguri di ogni successo in questa appassionante e difficile sfida, nella quale sono certo potrà contare sulla collaborazione di tutti voi. 3