che cosa e` per me il battesimo? - Comunità Pastorale Santi Apostoli

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che cosa e` per me il battesimo? - Comunità Pastorale Santi Apostoli
Parrocchia santi Giacomo e Filippo
ORATORIO SAN GIOVANNI BOSCO
www.oratoriocornaredo.it
anno pastorale 2007/2008
Primo incontro di riflessione
per i genitori di Terza elementare
CHE COSA E’ PER ME
IL BATTESIMO?
di Carlo Maria Martini
Che cos’è per me il Battesimo ?
Vorrei dire anzitutto che per me - e per la stragrande
maggioranza di voi – non è un ricordo personale, perché l’abbiamo
ricevuto quando non eravamo in grado di intendere e di volere. Non
è un ricordo preciso della nostra vita, che possiamo focalizzare, ma
resta avvolto nella nebbia della primissima infanzia. Tutt’al più è
una reminiscenza indiretta, perché ci hanno detto che abbiamo
ricevuto il Battesimo, ci hanno magari mostrato il fonte battesimale.
Riceviamo quindi questo sacramento dai nostri genitori, dai nostri
padrini o madrine, dal prete che ci ha battezzati.
Anzi, a questo proposito, vi pongo una domanda: sapete la data
del vostro Battesimo? Ve la ricordate?
Comunque, il Battesimo è un evento del passato, di cui non
abbiamo coscienza diretta.
Nasce allora l’interrogativo: come il Battesimo può essere il
sacramento-base, l’origine di tutto, la porta della Chiesa, l’inizio
della vita cristiana, l’evento su cui tutti gli altri sacramenti si
fondono? Come può esserlo se neppure lo ricordiamo con memoria
precisa e personale? Come posso sperimentare il mio battesimo,
non mediante uno sforzo di immaginazione, ma comprendendo che
cosa significa per me, adesso, il fatto che sono battezzato?
Per rispondere vi invito a rileggere il testo della lettera ai Romani:
«O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù,
siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del Battesimo
siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte perché come
Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così
anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (6,3-4).
Che cosa dice Paolo? Che per lui e per tutti i cristiani, pur se loro
erano stati battezzati da adulti, il Battesimo è in ogni caso un
evento del passato: «Siamo stati battezzati in Cristo,
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siamo stati battezzati nella sua morte, siamo stati sepolti insieme
con lui». Anche se i destinatari della Lettera dell’Apostolo avevano
ricevuto il Battesimo da adulti e perciò avevano ancora
l’impressione viva dell’entrare nel fonte, dell’immergersi nell’acqua,
che equivaleva a immergersi nella passione e nella morte di Gesù,
dell’uscire dall’acqua tutti bagnati, che era come un uscire dalla
tomba e un risorgere, il Battesimo è memoria del passato.
Notate però che l’ultimo verbo è al presente; il Battesimo è una
memoria del passato operante nel presente: «possiamo camminare
in una vita nuova». Camminare oggi, adesso, in una vita nuova.
Ritornando alla domanda fondamentale: Quando rivivo, oggi, il
Battesimo? Quando sperimento di camminare in una vita nuova?
Quando il Battesimo significa qualche cosa per me, adesso?
Quattro situazioni nelle quali sperimentiamo il Battesimo
Individuo, tra le altre, quattro situazioni nelle quali facciamo o
possiamo fare l’esperienza del Battesimo adesso, sperimentare la
vita nuova che ne deriva.
1. Ogni volta che dico a Dio: ‘Padre’, che lo chiamo ‘Padre’ – in
concreto ogni volta che recito il ‘Padre nostro’ -, e lo dico con il
cuore, con coscienza, sperimento il mio Battesimo come l’essere
figlio amato dal Padre, sperimento che Dio mi ama, mi chiama per
nome, mi fa suo figlio con amore infinito.
E’ questo il mio Battesimo: Dio che mi ha fatto suo figlio; mi ha
fatto perché io lo sia ora. Quando invoco Dio come ‘Padre’
attualizzo, professo, vivo il mio Battesimo.
2. Ogni volta che scelgo secondo Gesù Cristo nelle realtà
quotidiane, ogni volta che scelgo da cristiano, è nella forza del mio
Battesimo. Per esempio, voi avete scelto di partecipare a queste
catechesi: questa è una scelta secondo
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Cristo, è una scelta conseguente al Vostro Battesimo e avete potuto
farla proprio perché siete battezzati.
Quando, per portare un altro esempio, spengo la televisione o
decido di cambiare canale perché un certo programma non va
bene, compio una scelta nella forza e nella coerenza del mio
battesimo.
Dunque, in ogni scelta etica, morale, libera, seria, secondo
Gesù Cristo, vivo ed attualizzo il mio Battesimo.
3. Quando trovo la forza di seppellire il passato e di guardare
avanti, lo posso fare solo
radicandomi nel mio battesimo: è questo Sacramento che mi dà la
forza. E voglio citare un bel testo di Roger Schutz, fratel Roger,
fondatore delle Comunità di Taizè, un uomo di 77 anni, che lascia
trasparire dalle parole, dagli occhi, dalla preghiera la vita nuova
battesimale. Egli scrive: «Mi chiedi talvolta dove sia la sorgente,
dove sia la gioia della speranza. Ti risponderò: tutto il tuo passato,
perfino l’istante appena trascorso, è già sepolto, sommerso con
Cristo nell’acqua del tuo Battesimo. Non volgere lo sguardo indietro;
in ciò consiste una parte della libertà del cristiano che è la libertà di
correre avanti. Rinuncia a guardare indietro. Se la tua
immaginazione ti presenta l’immagine distruttrice del passato, sappi
che Dio non ne tiene più conto, e questo anzitutto in grazia del
Battesimo e poi in grazia del sacramento della Penitenza, che
rinnova in noi la prima grazia di purificazione».
Quindi, ogni volta che trovo la forza di seppellire il mio passato
e di guardare avanti, attualizzo il mio Battesimo.
4. Voglio esprimere una quarta situazione con le parole di Paolo
nella Prima lettera ai Corinzi: «Siamo stati battezzati in un solo
Spirito per formare un solo corpo» (12,13). Quando viviamo la
comunione nella Chiesa, la solidarietà con i fratelli battezzati, nella
certezza che tale legame di solidarietà che ci fa fratelli e figli di Dio
è superiore ad ogni legame etnico, civile, parentale, e che per esso
siamo pronti anche a dare la
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vita come i martiri di ieri e di oggi, noi proclamiamo il Battesimo,
confessiamo la sua forza aggregante, che fa di tutti i cristiani un
solo corpo con Gesù.
Esemplifico a livello semplice e quotidiano. Quando incontro
nelle visite pastorali i membri di un Consiglio pastorale parrocchiale,
e li vedo uniti, concordi, pronti ciascuno a sacrificare qualcosa di sé
per il servizio degli altri e per il bene comune della comunità,
comprendo di trovarmi davanti a un effetto soprannaturale del
Battesimo: il Battesimo ha fatto di quegli uomini e di quelle donne
di diversa provenienza, origini, carattere, cultura, una sola famiglia.
Abbiamo così individuato quattro situazioni in cui io vivo
essendo operante, qui e ora, il mio Battesimo, che non è quindi un
ricordo lontano, un certificato morto, ma in verità è l’essere amato
adesso dal Padre, l’essere fatto ad immagine del suo Figlio Gesù,
l’essere capace di operare scelte secondo il Vangelo, l’avere forza
per seppellire il mio passato colpevole e guardare avanti, il sentirmi
membro vivo di una comunità per la quale mi sacrifico volentieri.
Il Battesimo è vivente per me, sorgente di vita per quest’oggi,
per questa sera, per domani e fino all’ora in cui mi incontrerò con
te, Gesù, a cui il Battesimo mi ha reso simile facendomi una cosa
sola con te, membro del tuo Corpo.
Il Battesimo è puro dono
Ancora un’osservazione. Proviamo a leggere alcuni versetti dal Libro
degli Atti degli Apostoli, che parlano del Battesimo:
* «Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in
Spirito Santo» (At 1,5);
* «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù
Cristo, per la remissione dei vostri peccati» (At 2,38);
* «Uomini e donne si facevano battezzare» (At 8,12);
* «Improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e
ricuperò la vista; fu subito battezzato» (At 9,18);
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* «Ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo» (At
10,48).
Che cosa notiamo in questi versetti? I verbi sono al passivo.
Nessuno, cioè, può battezzare sé stesso: è la constatazione
unanime di tutta la scrittura fin dall’inizio. Anche se mi immergo
nell’acqua e dico: io mi battezzo, in realtà non c’è Battesimo. Devo
chiederlo questo sacramento, devo essere immerso nell’acqua da
un altro. L’alterità del ministero, la necessità di una persona che me
lo conferisca in rappresentanza di Gesù, vuole esprimere che la vita
divina conferita nel Battesimo non è acquistabile neppure per un
centimetro o per un grammo: è puro dono.
La grazia del Battesimo mi è data gratuitamente da Cristo.
Quando sono cosciente che la vita divina in me è pura iniziativa
di Dio, che tutto mi è donato, che tutto ricevo dal Padre il quale,
con amore, mi fa figlio in Gesù e da parte mia non posso fare altro
che lodare e ringraziare il Signore, allora vivo il Battesimo come
grazia: «Ti ringraziamo, o Padre, del nostro Battesimo».
Ciò che importa perciò non è tanto il ricordare il Battesimo
come evento del passato (pur se dobbiamo farlo), quanto il
prendere coscienza del dono immenso e divino che è in noi adesso
e che ci viene gratuitamente dal Padre. Il Padre me l’ha dato per
sempre, legandosi a me in Gesù, con perenne fedeltà. E posso così
esclamare: «O Dio, tu sei il mio Dio in eterno; questo dono viene da
te e tu non me lo toglierai mai più;
io sono tuo e niente e nessuno potrà separarmi da te». Tutto
questo per la grazia unica eterna, irrepetibile, del Battesimo che mi
unisce al Corpo di Gesù.
Suggerimenti pratici per la riflessione
In conclusione desidero suggerirvi degli spunti pratici per la
riflessione, proponendovi alcune domande che partono
direttamente da quanto ho cercato di spiegare.
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Ricordo la data del Battesimo? La festeggio annualmente,
almeno nell’intimo del mio cuore?
Ricordo la data del Battesimo dei miei figli? Certamente
festeggiano il loro compleanno, ma richiamo loro la data del
Battesimo?
Accetto volentieri di partecipare alla preparazione, anche se
accurata e lunga, del Battesimo dei miei figli, dei miei nipoti, dei
figli di amici? Accetto volentieri tali occasioni per rinnovare la gioia
del mio Battesimo? Vivo nella parrocchia quel momento di
rinnovazione della grazia del Battesimo che è la Veglia pasquale?
Recitando il ‘Padre nostro’, sento la forza evocativa battesimale
di quella invocazione?
Vorrei invitarvi a ripetere lentamente questa preghiera insistendo
sulla parola ‘Padre’, pensando a come Gesù la pronunciava sulla
croce («Padre, nelle tue mani affido il mio spirito»), a come l’ha
pronunciata nell’orto del Getsemani («Padre, non quello che io
voglio, ma quello che vuoi tu»); noi infatti, possiamo dirla in lui in
grazia del Battesimo.
Proviamo allora recitare il ‘Padre nostro’ premettendo a ogni
invocazione la parola ‘Padre’:
Padre nostro che sei nei cieli,
Padre, sia santificato il tuo nome,
Padre, venga il tuo regno,
Padre, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Padre, dacci oggi il nostro pane quotidiano,
Padre, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo
ai nostri debitori,
Padre, non ci indurre in tentazione,
Padre, liberaci dal male.
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