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n° 369 - marzo 2015 © Tutti i diritti sono riservati Fondazione Internazionale Menarini - è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle fotografie Direttore Responsabile Lorenzo Gualtieri - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Edificio L - Strada 6 - Centro Direzionale Milanofiori I-20089 Rozzano (Milan, Italy) www.fondazione-menarini.it Acqua, fonte di vita e d’ispirazione Le sue varie manifestazioni e il carico simbolico attribuito, hanno creato con l’arte un legame armonico, espresso attraverso i secoli con immagini di intenso pathos Una gemma azzurra accompagnata da una piccola perla, così appare dallo spazio il nostro pianeta con la sua inseparabile Luna. È l’acqua che, ricoprendo oltre il settanta per cento della sua superficie, gli dona quel colore. L’ambiente acquatico ha dato forma alla materia vivente e nel liquido (amniotico) si genera anche la vita dell’uomo. Proprio in virtù di questa imprescindibilità, all’acqua è stato attribuito un elevato valore simbolico e perciò viene da sempre raffigurata in tutte le possibili forme. L’acqua si fa mare, lago, fiume, fonte, pioggia, neve, rugiada, nebbia, e l’arte spazia dalle rappresentazioni degli antichi miti, a quelle di rituali religiosi che la vedono protagonista, oppure si trattiene nella “semplice” esplorazione della sua mutevole natura. L’acqua amica o nemica, dolce o salata, senza posa o quieta, fecondatrice o distruttrice, in molte antiche cosmogonie è fonte di vita e pilastro creativo: il “liquido amniotico” di ogni forma vivente. La Genesi nella Bibbia, il Corano, la tradizione Indù, celebrano l’acqua come elemento della nascita dell’Universo. Le sue caratteristiche la rendono libera di trasformarsi continuamente e di non essere mai uguale a se stessa. È un elemento dinamico in continuo divenire, che ben si associa all’animo umano. In questo senso perciò, l’immaginario ad essa connesso si popola di creature, a volte spaventose, che altro non sono che incarnazioni simboliche degli strati profondi dell’inconscio, dall’irascibilità di un dio come Poseidone, alle angosce dei pericoli rappresentati da mostri come dall’alto in senso orario Gustave Doré: Andromeda Collezione privata John William Waterhouse: Ila e le Ninfe Manchester, City Art Galleries John William Waterhouse La Naiade - Collezione privata Scilla e Cariddi. I miti greci e romani narrano di Oceano che personifica l’acqua e costruiscono storie e divinità per ogni forma che questa può assumere. Afrodite nasce dal mare, Narciso in uno specchio liquido si innamora della propria immagine, Andromeda legata alle rocce battute dalle onde attende il suo orribile destino, Galatea è in trionfo su una conchiglia trainata da delfini, l’argonauta Ila è trascinato nel fiume dalle Ninfe, Egeria si scioglie in lacrime per il dolore dando vita a una fonte e le sirene sono creature ammaliatrici di tutti i mari. Il mito forgia un immaginario meraviglioso e terribile e l’arte lo eterna nel renderlo visibile. Al momento della creazione, Dio separò le acque col firmamento che chiamò cielo. Le acque sopra il cielo pag. 2 sono pure e immortali mentre quelle al di sotto, accumulate in una massa chiamata mare, al contrario, sono mortali e soggette a corruzione e rappresentano la sostanza primordiale. Se il mare è emblema dell’indifferenziazione e il fiume del perenne ciclo “vita morte vita”, la pioggia e la rugiada, che arrivano dall’alto, descrivono la manifestazione in terra delle acque celesti: una pioggia dorata nasconde Zeus che feconda Danae. Come la vita nasce dalle acque terrene e il bambino da quelle materne, l’atto di emersione che segue un’immersione ripropone il processo di nascita, trasformandola in una simbolica “rinascita”. L’acqua trasparente e quindi pura, esattamente come può materialmente lavare, è chiamata da molte religioni con varie formule e rituali a “mondare” lo spirito dell’uomo: il battesimo per i cristiani, le immersioni nel Gange per gli induisti, le abluzioni per i musulmani, il Mikveh per gli ebrei. È energia che rigenera, che purifica e che permette una trasformazione. Tante sono le raffigurazioni del battesimo, sacramento che attraverso questo elemento purifica dal peccato originale e che permette di entrare nella comunità cristiana, inizialmente amministrato per immersione e, in seguito, più spesso per aspersione. La depurazione associata all’elemento acqua sovente si lega anche alla sua forza distruttrice, si pensi agli episodi biblici del Diluvio universale o del- l’attraversamento del Mar Rosso: stati di passaggio espiatori per una grandiosa rinascita. L’acqua distrugge, lava le impurità, per consentire il risveglio di un mondo redento. Ugualmente, il navigare rientra nella dimensione simbolica della rigenerazione mistica per il raggiungimento di una dimensione superiore. Nel cristianesimo la barca che solca i mari rappresenta la Chiesa guidata dal Cristo e negli edifici di culto, infatti, la dall’alto in senso orario Danae e la pioggia dorata - Parigi, Louvre Gustav Klimt: Danae - Vienna, Leopold Museum Giotto: Battesimo di Cristo - Padova, Cappella degli Scrovegni pag. 3 dall’alto in senso orario Battesimo di Cristo Ravenna, Battistero Neoniano Francis Danby: Il diluvio Londra, Tate Gallery Gian Lorenzo Bernini: Roma, Fontana del Tritone Claude Monet: Ninfee New York, MoMA Jean-Michel Folon: Fontana con i pesci parte destinata ad accogliere i fedeli è chiamata navata (dal latino navis), ricordando metaforicamente la struttura di una barca. E, anche se in modo differente, pure la pesca partecipa al simbolismo dell’acqua: in molte religioni orientali gli dei catturano in questo modo gli uomini, mentre per il cristianesimo è il Cristo il pescatore di anime. Un altro genere di conforto è quello portato dall’acqua delle terme che fin dall’antichità ha avuto la funzione di curare e ricreare. La giocosa libertà che sovente si genera in tali ambienti, è spesso stata colta dalla pittura, che ne ha anche approfittato per creare visioni sottilmente sensuali e allusive. L’acqua, tuttavia, è anche “semplice” elemento della natura che lancia sfide avvincenti per l’artista. Le qualità materiali le conferiscono caratteristiche estetiche affascinanti ed emozionanti e per questo diventa protagonista in molte raffigurazioni. Il suo continuo cambiar forma, il gioco dei ri- flessi, la trasparenza, sono elementi che hanno sedotto gli artisti di tutti i tempi. Maestri in questo genere di osservazione sono senza dubbio gli impressionisti. L’acqua, meno simbolica e più emozionale, domina la scena proprio per le qualità fisiche e per la capacità di trasformarsi in suggestive composizioni di luci e colori: nelle tele vengono bloccati i tanto cari “attimi fuggenti”, istanti di riflessi e bagliori. Fra tutti è Monet il vero maestro dell’acqua. Nel sostenere che “…un uomo può dedicare l’intera vita a un’opera simile”, spesso concentra la propria ricerca estetica attorno a questa sostanza, fino a farla diventare perno centrale nella sua ultima produzione: il famoso ciclo delle Ninfee, ispirato dal suo giardino nella casa di Giverny. Un’altra forma d’arte in diretto rapporto con l’acqua è quella delle fontane. Nell’immaginario collettivo, l’acqua appare nell’Eden proprio in forma di fontana: linfa che sgorga dal- l’albero della vita al centro del giardino. È da questi profondi significati simbolici (fonte della vita, giovinezza, immortalità), che si sviluppa l’arte delle fontane. Artisti famosi si sono cimentati in queste opere, dalle più antiche che nascevano intorno alle sorgenti a quelle che ripresentano artificialmente il naturale sgorgare dell’acqua; l’acqua non è solo necessaria e affascinante nella sua consistenza fisica e simbolica, ma è benefica anche nelle sensazioni e nel suono che produce. francesca bardi