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n° 369 - marzo 2015
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Acqua, fonte di vita
e d’ispirazione
Le sue varie manifestazioni e il carico simbolico attribuito, hanno creato con l’arte
un legame armonico, espresso attraverso i secoli con immagini di intenso pathos
Una gemma azzurra accompagnata
da una piccola perla, così appare dallo
spazio il nostro pianeta con la sua
inseparabile Luna. È l’acqua che, ricoprendo oltre il settanta per cento
della sua superficie, gli dona quel colore.
L’ambiente acquatico ha dato forma
alla materia vivente e nel liquido (amniotico) si genera anche la vita dell’uomo. Proprio in virtù di questa imprescindibilità, all’acqua è stato attribuito un elevato valore simbolico e
perciò viene da sempre raffigurata
in tutte le possibili forme. L’acqua si
fa mare, lago, fiume, fonte, pioggia,
neve, rugiada, nebbia, e l’arte spazia
dalle rappresentazioni degli antichi
miti, a quelle di rituali religiosi che
la vedono protagonista, oppure si trattiene nella “semplice” esplorazione
della sua mutevole natura.
L’acqua amica o nemica, dolce o salata, senza posa o quieta, fecondatrice
o distruttrice, in molte antiche cosmogonie è fonte di vita e pilastro creativo: il “liquido amniotico” di ogni
forma vivente.
La Genesi nella Bibbia, il Corano, la
tradizione Indù, celebrano l’acqua
come elemento della nascita dell’Universo.
Le sue caratteristiche la rendono libera di trasformarsi continuamente e
di non essere mai uguale a se stessa. È
un elemento dinamico in continuo divenire, che ben si associa all’animo
umano. In questo senso perciò, l’immaginario ad essa connesso si popola di creature, a volte spaventose,
che altro non sono che incarnazioni
simboliche degli strati profondi dell’inconscio, dall’irascibilità di un dio
come Poseidone, alle angosce dei
pericoli rappresentati da mostri come
dall’alto in senso orario
Gustave Doré: Andromeda
Collezione privata
John William Waterhouse:
Ila e le Ninfe
Manchester, City Art Galleries
John William Waterhouse
La Naiade - Collezione privata
Scilla e Cariddi.
I miti greci e romani narrano di Oceano
che personifica l’acqua e costruiscono
storie e divinità per ogni forma che
questa può assumere. Afrodite nasce
dal mare, Narciso in uno specchio
liquido si innamora della propria immagine, Andromeda legata alle rocce
battute dalle onde attende il suo orribile destino, Galatea è in trionfo
su una conchiglia trainata da delfini, l’argonauta Ila è trascinato nel
fiume dalle Ninfe, Egeria si scioglie
in lacrime per il dolore dando vita a
una fonte e le sirene sono creature ammaliatrici di tutti i mari. Il mito
forgia un immaginario meraviglioso
e terribile e l’arte lo eterna nel renderlo visibile.
Al momento della creazione, Dio separò le acque col firmamento che
chiamò cielo. Le acque sopra il cielo
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sono pure e immortali mentre quelle
al di sotto, accumulate in una massa
chiamata mare, al contrario, sono mortali e soggette a corruzione e rappresentano la sostanza primordiale. Se il
mare è emblema dell’indifferenziazione e il fiume del perenne ciclo “vita
morte vita”, la pioggia e la rugiada,
che arrivano dall’alto, descrivono la
manifestazione in terra delle acque celesti: una pioggia dorata nasconde
Zeus che feconda Danae.
Come la vita nasce dalle acque terrene
e il bambino da quelle materne, l’atto
di emersione che segue un’immersione
ripropone il processo di nascita, trasformandola in una simbolica “rinascita”. L’acqua trasparente e quindi
pura, esattamente come può materialmente lavare, è chiamata da molte religioni con varie formule e rituali a
“mondare” lo spirito dell’uomo: il battesimo per i cristiani, le immersioni
nel Gange per gli induisti, le abluzioni per i musulmani, il Mikveh per
gli ebrei. È energia che rigenera, che
purifica e che permette una trasformazione. Tante sono le raffigurazioni
del battesimo, sacramento che attraverso questo elemento purifica dal
peccato originale e che permette di
entrare nella comunità cristiana,
inizialmente amministrato per immersione e, in seguito, più spesso per
aspersione.
La depurazione associata all’elemento
acqua sovente si lega anche alla sua
forza distruttrice, si pensi agli episodi
biblici del Diluvio universale o del-
l’attraversamento del Mar Rosso: stati
di passaggio espiatori per una grandiosa rinascita. L’acqua distrugge, lava
le impurità, per consentire il risveglio
di un mondo redento.
Ugualmente, il navigare rientra nella
dimensione simbolica della rigenerazione mistica per il raggiungimento
di una dimensione superiore. Nel cristianesimo la barca che solca i mari
rappresenta la Chiesa guidata dal Cristo e negli edifici di culto, infatti, la
dall’alto in senso orario
Danae e la pioggia dorata - Parigi, Louvre
Gustav Klimt: Danae - Vienna, Leopold Museum
Giotto: Battesimo di Cristo - Padova, Cappella
degli Scrovegni
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dall’alto in senso orario
Battesimo di Cristo
Ravenna, Battistero Neoniano
Francis Danby: Il diluvio
Londra, Tate Gallery
Gian Lorenzo Bernini:
Roma, Fontana del Tritone
Claude Monet: Ninfee
New York, MoMA
Jean-Michel Folon:
Fontana con i pesci
parte destinata ad accogliere i fedeli
è chiamata navata (dal latino navis),
ricordando metaforicamente la struttura di una barca. E, anche se in modo
differente, pure la pesca partecipa al
simbolismo dell’acqua: in molte religioni orientali gli dei catturano in
questo modo gli uomini, mentre
per il cristianesimo è il Cristo il pescatore di anime.
Un altro genere di conforto è quello
portato dall’acqua delle terme che fin
dall’antichità ha avuto la funzione di
curare e ricreare. La giocosa libertà
che sovente si genera in tali ambienti,
è spesso stata colta dalla pittura, che
ne ha anche approfittato per creare visioni sottilmente sensuali e allusive.
L’acqua, tuttavia, è anche “semplice”
elemento della natura che lancia sfide
avvincenti per l’artista. Le qualità materiali le conferiscono caratteristiche
estetiche affascinanti ed emozionanti
e per questo diventa protagonista in
molte raffigurazioni. Il suo continuo cambiar forma, il gioco dei ri-
flessi, la trasparenza, sono elementi
che hanno sedotto gli artisti di tutti
i tempi. Maestri in questo genere di
osservazione sono senza dubbio gli
impressionisti. L’acqua, meno simbolica e più emozionale, domina la scena
proprio per le qualità fisiche e per la
capacità di trasformarsi in suggestive
composizioni di luci e colori: nelle
tele vengono bloccati i tanto cari “attimi fuggenti”, istanti di riflessi e bagliori. Fra tutti è Monet il vero maestro dell’acqua. Nel sostenere che
“…un uomo può dedicare l’intera vita
a un’opera simile”, spesso concentra
la propria ricerca estetica attorno a
questa sostanza, fino a farla diventare
perno centrale nella sua ultima produzione: il famoso ciclo delle Ninfee,
ispirato dal suo giardino nella casa di
Giverny.
Un’altra forma d’arte in diretto rapporto con l’acqua è quella delle fontane. Nell’immaginario collettivo,
l’acqua appare nell’Eden proprio in
forma di fontana: linfa che sgorga dal-
l’albero della vita al centro del giardino. È da questi profondi significati
simbolici (fonte della vita, giovinezza,
immortalità), che si sviluppa l’arte
delle fontane. Artisti famosi si sono
cimentati in queste opere, dalle più
antiche che nascevano intorno alle
sorgenti a quelle che ripresentano artificialmente il naturale sgorgare dell’acqua; l’acqua non è solo necessaria
e affascinante nella sua consistenza fisica e simbolica, ma è benefica anche
nelle sensazioni e nel suono che produce.
francesca bardi