Debiti finanziari con tassi di interesse non di mercato e costo

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Debiti finanziari con tassi di interesse non di mercato e costo
Sinergie Grafiche srl
Fabrizio Bava - Copyright Wolters Kluwer Italia s.r.l.
Approfondimento
Bilancio
Debiti finanziari con tassi di interesse
non di mercato e costo ammortizzato
di Piero Pisoni, Fabrizio Bava, Donatella Busso, Alain Devalle e Fabio Rizzato (*)
Il D.Lgs. n. 139/2015 ha modificato il criterio di valutazione dei debiti, prevedendo che i debiti siano “rilevati in bilancio secondo il criterio del costo ammortizzato, tenendo conto del fattore temporale”. Tale novità si applica prospetticamente ai bilanci redatti in forma ordinaria. L’introduzione del “valore temporale”
richiede di confrontare il tasso di interesse previsto contrattualmente con il tasso di interesse di mercato
e, qualora il debito non generi tassi di interessi di mercato, è necessario determinare il valore iniziale di
iscrizione attualizzando i flussi di cassa futuri. Per il bilancio redatto secondo il Codice civile si tratta di
una novità significativa che l’OIC ha iniziato a delineare nel principio contabile OIC 19 messo in consultazione. Dopo un cenno alle caratteristiche generali del criterio del costo ammortizzato, si illustra il caso
specifico dei debiti non a tassi di mercato e la relativa problematica di prima applicazione alla data del 1°
gennaio 2016.
1. Premessa
Una delle novità previste dal Codice civile in vigore a partire dal 1˚ gennaio 2016 per la redazione dei bilanci in forma ordinaria è rappresentata dall’art. 2426, comma 1, n. 8 che prescrive che “i debiti sono rilevati in bilancio secondo il criterio del costo ammortizzato, tenendo conto del fattore temporale”.
Le novità riguardano quindi, da un lato, l’introduzione del “costo ammortizzato” e, dall’altro, del “valore temporale”.
Attraverso il “costo ammortizzato” gli interessi
passivi generati dal debito nonché i costi iniziali
di transazione sono ripartiti (ovvero “ammortizzati”) lungo la durata del finanziamento utilizzando un criterio finanziario: il tasso di interesse effettivo. Attraverso il concetto di “valore
temporale”, invece, si richiede al redattore del
bilancio di considerare un assunto fondamentale della finanza: 1 euro oggi vale di più di 1 euro
domani.
Il nuovo criterio di valutazione dei debiti si applica a tutti i debiti classificati nelle voci da
D1 a D14 del passivo dello stato patrimoniale,
anche se gli effetti operativi più significativi si
avranno sui debiti finanziari e sui debiti con
scadenza superiore ai 12 mesi. Per questo motivo, nel prosieguo dell’articolo si farà riferimento
in modo specifico ai debiti finanziari, rimandando ad un successivo contributo la disamina
dell’impatto delle nuove regole sui debiti (e sui
crediti) di natura commerciale.
Di seguito si analizzano i seguenti aspetti:
1) l’applicazione del costo ammortizzato ai debiti con tasso di interesse effettivo in linea con
il tasso di mercato;
2) l’applicazione del costo ammortizzato ai debiti con tasso di interesse effettivo non in linea
con il tasso di mercato;
3) la problematica di prima applicazione del
metodo del costo ammortizzato a partire dal 1˚
gennaio 2016.
(*) Università di Torino.
il fisco 30/2016
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2. L’applicazione del costo ammortizzato
ai debiti con tasso di interesse effettivo
in linea con il tasso di mercato
Secondo la bozza del nuovo principio contabile OIC 19, il criterio del costo ammortizzato
può non essere applicato ai debiti se gli effetti
sono irrilevanti rispetto al valore determinato
valutando i debiti al valore nominale. Il documento aggiunge che si può presumere che gli effetti siano irrilevanti se i debiti sono a breve termine, con scadenza inferiore a 12 mesi, o se i
costi di transazione, le commissioni ed ogni altra differenza tra valore iniziale del debito e valore a scadenza sono di scarso rilievo rispetto al
valore nominale.
La definizione di costi di transazione, derivata dai principi contabili internazionali, è la seguente: costi marginali direttamente attribuibili all’acquisizione, all’emissione o alla dismissione di un’attività o di una passività finanziaria.
Un costo marginale è un costo che non sarebbe
stato sostenuto se l’entità non avesse acquisito,
emesso o dismesso lo strumento finanziario.
In tale definizione ricadono le spese di istruttoria,
gli oneri di perizia del valore dell’immobile e altri
costi accessori per l’ottenimento di finanziamenti
e mutui ipotecari, le eventuali commissioni attive
e passive iniziali, le spese legali e le commissioni
iniziali ed ogni altra differenza tra valore iniziale
del debito e valore nominale a scadenza.
All’atto dell’ottenimento di un debito finanziario
con scadenza superiore ai dodici mesi, la società
Data
deve quindi verificare se tali costi di transazione
possano o meno essere considerati irrilevanti. Se
i costi di transazione sono considerati rilevanti,
la società deve applicare il costo ammortizzato.
In sede di rilevazione iniziale, la società deve
innanzitutto determinare il tasso di interesse effettivo, ovvero il tasso interno di rendimento,
che rende uguale il valore attuale dei flussi finanziari futuri derivanti dal debito ed il suo valore di rilevazione iniziale. A tal proposito, il valore iniziale è dato dal valore nominale al netto
dei costi di transazione.
Esempio
La società Alfa ottiene in data 1˚ gennaio 2016
un finanziamento di 5 milioni di euro, rimborso
alla scadenza, prevista tra 5 anni. Sul finanziamento maturano interessi annuali nella misura
del 2% da corrispondersi in via posticipata il 31
dicembre di ciascun esercizio. I costi di transazione (spese di istruttoria, commissioni passive,
spese di consulenza legale e finanziaria) ammontano complessivamente a 100.000 euro,
giudicati rilevanti dagli amministratori rispetto
al valore nominale del debito.
Ai fini della determinazione del tasso di interesse effettivo la società Alfa deve determinare il
valore iniziale (4.900.000 = 5.000.000 - 100.000)
e porre a confronto tale valore con i flussi finanziari futuri, riepilogati nella seguente tabella:
Flussi di cassa
Ammontare
1/1/2016
Valore iniziale
4.900.000
31/12/2016
Interessi
(100.000)
31/12/2017
Interessi
(100.000)
31/12/2018
Interessi
(100.000)
31/12/2019
Interessi
(100.000)
31/12/2020
Interessi+Valore nominale di rimborso
Con l’ausilio di un foglio di lavoro, la società determina il tasso di interesse effettivo, nella misura del 2,428%. In pratica, il sostenimento dei costi di transazione determina l’incremento dell’onerosità del debito (dal 2% - tasso di interesse
nominale al 2,428% - tasso di interesse effettivo).
L’OIC 19 prevede che il tasso di interesse effettivo cosı̀ determinato venga messo a confronto con il tasso di interesse di mercato,
ovvero il tasso che sarebbe stato applicato se
due parti indipendenti avessero negoziato un’operazione similare con termini e condizioni
comparabili con quella oggetto di esame che ha
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(5.100.000)
generato il debito. Se il tasso di interesse effettivo e il tasso di interesse di mercato non si discostano significativamente, la società può proseguire nell’applicazione del costo ammortizzato.
Alla chiusura di ogni esercizio il valore dei debiti valutati al costo ammortizzato deve essere pari al valore attuale dei flussi finanziari futuri,
scontati al tasso di interesse effettivo. Tale valore si ottiene come segue:
- determinazione degli interessi passivi da iscrivere nel conto economico, applicando il tasso di
interesse effettivo al valore rilevato inizialmente
(tenendo ovviamente conto del tempo);
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- somma dell’ammontare degli interessi cosı̀ ottenuti al precedente valore contabile del debito;
- sottrazione dei pagamenti per interessi e capitale intervenuti nell’esercizio.
fettivo in linea con il tasso di interesse di mercato.
Pertanto, all’1/1/2016 effettua le seguenti rilevazioni contabili:
- Ottenimento del finanziamento:
Esempio
Riprendendo i dati dell’esempio precedente, la
società Alfa considera il tasso di interesse ef-
- Addebito dei costi di transazione (1)
In tal modo il valore rilevato inizialmente è pari a 4.900.000 euro.
La società prepara poi una tabella dalla quale si evince il costo ammortizzato del debito da esporre al
termine dei cinque esercizi.
Esercizio
Valore rilevato
ad inizio esercizio
Interessi passivi
da rilevare
in conto economico
(TIE)
Flusso
di cassa
per interessi
passivi
Flusso di cassa
per rimborso
del debito
Valore del debito
a fine esercizio
(costo ammortizzato)
2016
4.900.000
118.988
(100.000)
0
4.918.988
2017
4.918.988
119.449
(100.000)
0
4.938.437
2018
4.938.437
119.921
(100.000)
0
4.958.359
2019
4.958.359
120.405
(100.000)
0
4.978.764
2020
4.978.764
121.236
(100.000)
(5.000.000)
0
Per ottenere in contabilità il valore del costo
ammortizzato, la società deve “adeguare” al
termine di ciascun esercizio il debito per un
ammontare pari alla differenza tra gli interessi
da rilevare in conto economico (determinati sulla base del tasso di interesse effettivo applicato
Esercizio
Interessi passivi da rilevare
in conto economico (TIE)
al valore rilevato inizialmente) e il flusso di interessi pagati (determinato sulla base del tasso di
interesse nominale applicato al valore nominale).
Nella tabella che segue si riporta, per i vari esercizi, l’ammontare dell’adeguamento:
Flusso di cassa
per interessi passivi
Differenza da imputare a interessi passivi,
incrementando il valore del debito
2016
118.988
100.000
18.988
2017
119.449
100.000
19.449
2018
119.921
100.000
19.921
(1) Per semplicità espositiva, si è proceduto a presentare
un’unica rilevazione contabile. Tuttavia, se i costi di transazione sono originati da soggetti diversi (es.: spese di istruttoria e
commissioni passive applicate dalla banca e spese legali addebitate dall’advisor) le registrazioni contabili saranno più di una
e dovranno considerare anche i connessi aspetti fiscali (es.:
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IVA). Tuttavia, l’effetto finale deve essere quello di avere il debito rilevato inizialmente a 4.900.000 euro. Tale risultato si
può ottenere anche mantenendo in conti separati i costi di
transazione, avendo però cura di “legare” tali conti al conto del
“Finanziamento” in modo tale che nel bilancio essi riducano il
valore del debito.
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Esercizio
Interessi passivi da rilevare
in conto economico (TIE)
Flusso di cassa
per interessi passivi
Differenza da imputare a interessi passivi,
incrementando il valore del debito
2019
120.405
100.000
20.405
2020
121.236
100.000
21.236
100.000
Le scritture contabili al 31 dicembre 2016 sono le seguenti:
- Pagamento degli interessi passivi:
- Adeguamento del valore del debito:
L’OIC 19 in consultazione, in linea con quanto
previsto dai principi contabili internazionali,
precisa che il tasso di interesse effettivo viene
determinato al momento della rilevazione iniziale e non viene successivamente modificato.
Fa eccezione il caso di finanziamenti a tassi variabili, legati ad un parametro di mercato. Inoltre, l’OIC 19 entra nel merito del trattamento
delle diverse condizioni contrattuali quale, tra
l’altro, l’estinzione anticipata del finanziamento.
3. L’applicazione del costo ammortizzato
ai debiti con tasso di interesse effettivo
non in linea con il tasso di mercato
L’applicazione del costo ammortizzato cosı̀ come illustrato nel punto precedente parte dall’assunto che il tasso di interesse effettivo sia sostanzialmente in linea con il tasso di mercato.
Infatti, l’introduzione del “fattore temporale”
quale elemento da considerare nella valutazione
dei debiti impone di verificare le condizioni
contrattuali dei finanziamenti.
Più nello specifico, l’OIC 19 in consultazione
prevede che il tasso di interesse effettivo determinato come al punto precedente venga confrontato con il tasso di mercato, ovvero con il
tasso che sarebbe stato applicato se due parti
indipendenti avessero negoziato un’operazione
similare di finanziamento con termini ed altre
condizioni comparabili con quella oggetto di
esame.
La definizione stessa di “tasso di mercato” è
utile per individuare le fattispecie che potrebbero generare la problematica: in primo luogo,
operazioni condotte con soggetti che, per il tipo
di rapporto che hanno con la società, possono
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accettare di sottoscrivere un’operazione a condizioni non di mercato. Si pensi, ad esempio, ai
finanziamenti effettuati dai soci, senza previsione di un interesse. Oppure ancora ai finanziamenti erogati dalla società controllante alle proprie società controllate, anche in questo caso,
senza la previsione di interessi. Si potrebbe
inoltre ricadere nella fattispecie in esame nel
caso di rinegoziazioni di debiti da parte di società con problemi finanziari, qualora il creditore accetti di praticare interessi al di sotto del
tasso di mercato per non aggravare la situazione finanziaria ed economica della controparte.
Un caso specifico che viene considerato nel documento OIC e che ha implicazioni operative di
rilievo è proprio quello dei debiti finanziari con
tassi di interesse non di mercato, quali ad esempio taluni debiti verso soci o verso società appartenenti al medesimo gruppo.
L’OIC 19 individua le situazioni “critiche” circoscrivendole ai casi in cui il tasso di interesse effettivo del finanziamento sia significativamente
diverso dal tasso di interesse di mercato.
Se, pertanto, il tasso di interesse effettivo ed il
tasso di mercato, pur non coincidenti, non si discostano in modo significativo, il debito finanziario viene iscritto in bilancio al valore nominale al netto dei costi di transazione, cosı̀ come
illustrato nel punto precedente.
Se, invece, i due tassi si discostano in maniera
significativa, il valore iniziale è pari al valore attuale dei flussi finanziari futuri della passività
determinato utilizzando il tasso di interesse di
mercato.
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Esempio
La società Alfa ottiene in data 1˚ gennaio 2016
un finanziamento dai propri soci per 5 milioni
di euro che non prevede la corresponsione di interessi. Le condizioni contrattuali prevedono la
restituzione del debito tra 5 esercizi. Non sono
stati sostenuti costi di transazione.
La società Alfa deve quindi determinare il tasso
di interesse effettivo. In questo caso, dal momento che non vi sono costi di transazione, il valore
iniziale è pari al valore nominale (5.000.000) e
l’unico flusso finanziario previsto è il rimborso
del capitale dopo 5 esercizi. Pertanto, il tasso di
interesse effettivo è pari allo 0%.
La società ha ottenuto recentemente un finanziamento per una scadenza analoga (ad esempio, il finanziamento descritto nel punto precedente) sul quale il tasso di interesse di mercato
è pari al 2,4%.
Pertanto, Alfa considera il finanziamento ottenuto dai soci un finanziamento per il quale il tasso
di interesse effettivo (0%) è significativamente
diverso rispetto al tasso di mercato (2,4%).
Il valore di rilevazione iniziale è pertanto pari a
4.440.892 euro, derivante dalla seguente operazione:
4.440.892 = 5.000.000 x (1+0,024)-5
L’OIC 19 prevede che “nel caso dei debiti di natura finanziaria, la differenza tra il valore del
costo ammortizzato iniziale calcolato senza
considerare l’effetto dell’attualizzazione e il valore di rilevazione iniziale pari al valore attuale
del debito è rilevata tra i proventi finanziari del
conto economico nella voce C16d), salvo che le
caratteristiche dell’operazione non inducano ad
attribuire a tale componente una diversa natura”.
A questo proposito, occorre interrogarsi sulla natura della differenza, soprattutto nel caso di finanziamento infruttifero ottenuti dai soci. In
questo caso, infatti, il creditore accetta di “perdere” la remunerazione del proprio investimento
perché sta finanziando la società di cui è socio.
Nell’ambito dei principi contabili internazionali,
la prassi porta a considerare tale differenza come
una voce di patrimonio netto, visto che è originata da un’operazione con il socio. Se si accetta tale impostazione, la scrittura contabile all’atto
della rilevazione iniziale sarebbe la seguente:
Se, invece, si dovesse applicare alla lettera quanto previsto dall’OIC 19, la scrittura contabile sarebbe la
seguente:
Indipendentemente dalla soluzione contabile
adottata:
- il finanziamento soci viene rilevato inizialmente ad un valore inferiore rispetto al valore nominale;
- vi è un impatto positivo immediato, diretto o
indiretto, sul patrimonio netto.
Il debito finanziario, successivamente alla rilevazione iniziale, deve essere valutato al costo
ammortizzato. Di conseguenza, occorre rilevare
interessi passivi nel conto economico, determi-
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nati sulla base del tasso utilizzato per l’attualizzazione, anche se non vi sono flussi finanziari.
In questo modo, la differenza tra il valore iniziale ed il valore a termine (valore nominale del
debito) viene rilevata a conto economico come
onere finanziario lungo la durata del debito.
Esempio
Riprendendo i dati dell’esempio precedente, la
società determina il costo ammortizzato del debito che viene riportato nella tabella che segue:
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Bilancio
Esercizio
Valore rilevato
ad inizio esercizio
Interessi passivi
da rilevare in conto
economico (TIE)
Flusso di cassa
per interessi passivi
Flusso di cassa
per rimborso
del debito
Valore del debito
a fine esercizio
(costo ammortizzato)
2016
4.440.892
106.581
-
-
4.547.474
2017
4.547.474
109.139
-
-
4.656.613
2018
4.656.613
111.759
-
-
4.768.372
2019
4.768.372
114.441
-
-
4.882.813
2020
4.882.813
117.188
-
(5.000.000)
-
La scrittura contabile al 31 dicembre 2016 è la seguente:
- Adeguamento del valore del debito:
L’OIC 19 in consultazione specifica che l’analisi
della differenza tra il tasso di interesse effettivo
e il tasso di mercato deve essere effettuata
esclusivamente in sede di rilevazione iniziale.
Non sono quindi rilevanti eventuali differenze
che si dovessero generare successivamente alla
rilevazione iniziale.
Inoltre, secondo l’OIC 19 l’attualizzazione non
deve essere applicata non solo quando il tasso
di interesse effettivo e il tasso di interesse di
mercato non differiscono significativamente,
ma anche quando gli effetti dell’attualizzazione
sono irrilevanti. A questo proposito, secondo
l’OIC 19, gli effetti sono irrilevanti se i debiti sono a breve termine (ossia con scadenza inferiore ai 12 mesi).
Pertanto, i finanziamenti soci per i quali è prevista una scadenza inferiore ai 12 mesi, anche
se infruttiferi, possono non essere attualizzati.
Spesso, il finanziamento soci prevede una scadenza a breve termine, entro la quale il socio
può richiedere la restituzione del finanziamento. Se il socio non chiede la restituzione del finanziamento entro la scadenza, il finanziamento si considera tacitamente rinnovato per altri
12 mesi. In questi casi, a parere di chi scrive, la
scadenza deve considerarsi a breve termine e,
pertanto il finanziamento, ancorché infruttifero,
può non essere sottoposto ad attualizzazione.
Diverso è il caso dei finanziamenti soci infruttiferi, il cui rimborso è postergato rispetto al rimborso di un finanziamento bancario di medio/lungo termine. In questo caso, infatti, il finanziamento soci non può considerarsi come un finanziamento con scadenza entro dodici mesi e,
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pertanto, deve essere considerato l’effetto dell’attualizzazione.
4. Problematica di prima applicazione
del metodo del costo ammortizzato
a partire dal 1˚ gennaio 2016
Il criterio del costo ammortizzato e l’attualizzazione dei debiti possono non essere applicati ai
debiti iscritti in bilancio antecedentemente all’esercizio avente inizio a partire dal 1˚ gennaio
2016.
Qualora l’impresa utilizzi tale facoltà, il costo
ammortizzato si applica esclusivamente ai debiti sorti successivamente, ed occorre farne menzione in nota integrativa.
Se invece la società decide di non avvalersi della
suddetta facoltà, il criterio del costo ammortizzato e l’attualizzazione devono essere applicati
a tutti i debiti iscritti in bilancio antecedentemente all’inizio dell’esercizio che comincia a
partire dal 1˚ gennaio 2016.
In proposito, il documento dispone quanto segue:
- gli effetti derivanti dalla differenza tra il valore
nominale del debito iscritto nel bilancio al 31
dicembre 2015 ed il valore del debito calcolato
al costo ammortizzato all’inizio dell’esercizio
2016 devono essere imputati agli utili (perdite)
portati a nuovo del patrimonio netto, al netto
dell’effetto fiscale;
- gli effetti originati nel corso dell’esercizio devono essere imputati al conto economico dell’esercizio in corso.
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