Scheda tecnica Aicha Ech-Channa
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Scheda tecnica Aicha Ech-Channa
AICHA ECH-CHANNA Fondatrice Association de solidarité feminine, Marocco Una vita spesa per le donne e i bambini del Marocco Aïcha Ech-Channa è nata nel 1941 nella vecchia medina di Casablanca e ha passato tutta la sua infanzia a Marrakech; nel 1953 torna a Casablanca dove si iscrive alla Scuola di Stato per Infermieri e nel 1960 ottiene il suo diploma di Stato. Dal 1962 al 1980 lavora come infermiera e assistente sociale presso la prefettura di Casablanca. Per la fondatrice dell'associazione “Solidarité féminine” non è stato difficile identificarsi con le donne in difficoltà. Infatti anche lei ha vissuto anni difficili durante la sua infanzia: il padre, capo cantiere a Marrakech, morì di tubercolosi quando lei aveva ancora l'età di 3 anni, poi è stata la volta di sua sorella di 18 mesi. Si ritrova sola con la madre, che si risposò. Lei aveva 12 anni quando il suo patrigno le chiese di indossare un velo che copre il volto e lasciare la scuola per il cucito. Lei si ribellò contro questo diktat maschile. Aicha frequentava la scuola francese ma a 16 anni, a causa di problemi familiari, si deve prendere cura di sua madre e di lavorare per sostenerla. Per "la paura di finire sulla strada", dice lei, ha conseguito una laurea infermieristica. Aïcha Ech-Channa, ha iniziato a lavorare come infermiera e assistente sociale nella lega contro la tubercolosi, in seguito ha cominciato a fare attività di volontariato all'interno della Lega di protezione dei bambini e con il Servizio Nazionale di Educazione alla salute, come è noto anche il suo impegno in particolare al servizio per la pianificazione familiare, dove in Marocco fu una delle prime pioniere. Nel 1972, conduce una trasmissione televisiva dedicata all’educazione sanitaria e entra a far parte dell’Unione Nazionale delle Donne Marocchine a Casablanca, la prima e la principale organizzazione in difesa dei diritti delle donne. Nel 1985, in un paese dove una donna incinta fuori dal matrimonio è una “paria”, va contro le tradizioni e crea il 19 novembre 1985 l’Associazione “Solidarité féminine”, la cui missione è quella di aiutare le ragazze madri e le madri abbandonate con a carico bambini piccoli. Agli occhi della legge, queste donne sono considerate come delle prostitute: le famiglie le rinnegano, la maggior parte delle volte anche se sono state violentate. Il padre biologico per lo più rifiuta di riconoscere il bambino. Nel 2003 si contavano a Casablanca circa 5.000 madri non sposate, di cui 1800 avrebbero dovuto abbandonare il bambino. L’obiettivo dell’Associazione è quello di proteggere le madri, promuovere dei corsi di alfabetizzazione, formazione e un lavoro per diventare autonome, per non dover abbandonare i loro bambini ed evitare la trappola della rete della vendita dei neonati. La storia di Aicha Ech-Channa la caratterizza come la prima donna marocchina ad aver assistito le ragazze madri e i bambini abbandonati, spezzando un tabù antico e difficile da superare. Il ritratto di una donna che dagli anni ‘80 si batte per sensibilizzare l’opinione pubblica al riconoscimento di queste donne senza un tetto né diritti. Nei primi anni '80 Aicha ha creato dal nulla un’associazione che si prende cura delle ragazze madri e in particolar modo dei bambini che altrimenti non avrebbero avuto nessun futuro. L’Associazione combatte l’ingiustizia sociale in una realtà culturale che condanna ed emargina le ragazze madri e lotta contro questa discriminazione promuovendo i principi dei diritti della donna e del bambino. In questo modo incoraggia un cambiamento di mentalità e comportamenti, assicurando l’autonomia delle donne attraverso l’indipendenza finanziaria e il lavoro. Garantendo un sostegno ed un accompagnamento psico-medico, sociale e favorendo l’autonomia delle ragazze madri attraverso programmi di formazione educativa e professionale, l’Associazione mira a migliorare le condizioni delle ragazze madri e dei loro bambini in Marocco, che in questo modo non saranno costrette ad abbandonarli. Oltre all'assistenza, Aïcha Ech-Channa ritiene molto importante la formazione delle mamme, alle quali garantisce dei percorsi di alfabetizzazione, l’educazione civica e una guida nello svolgimento dei mestieri. Infatti le sue attività promuovono la cultura d’impresa femminile, l'istruzione, l'impegno lavorativo e socio-politico delle donne sulla base fondamentale della tutela dei diritti umani. Offre non solo ascolto e aiuto psicologico alle donne, ma soprattutto un sostegno concreto al fine di creare condizioni di vita dignitose che salvaguardino i diritti dei loro bambini, svolgendo in questo modo un importante lavoro di prevenzione dell'abbandono minorile attraverso la riabilitazione socioeconomica delle madri sole. Nella sua associazione, madri rifiutate dalle loro famiglie, ricevano una formazione, corsi di alfabetizzazione e lavoro in modo che possano essere indipendenti e con delle prospettive di autonomia finanziaria. Attraverso le sue iniziative, Solidarité Féminine sostiene il proprio ruolo nello sviluppo socioeconomico del paese. L’organizzazione ha strumenti interni di gestione, monitoraggio e valutazione delle proprie attività e un organigramma che definisce ruoli e funzioni; è sostenuta non solo dai soci, ma si avvale di volontari, dipendenti a tempo pieno, esperti, addetti alla sorveglianza e al giardinaggio, con un numero consistente di tirocinanti all'anno. Per raggiungere questi obiettivi, l'associazione ha tre principali settori operativi: 1.Centro di supporto per madri in difficoltà (CASM) 2.Tre centri di formazione 3.Formazione con le applicazioni di attività generatrici di reddito. L'associazione ha creato tante imprese femminili nei settori della ristorazione, pasticceria, sartoria, hammam, gestione self-service e caffetterie, chioschi automatici e punti vendita. Attività utili al raggiungimento del principale obiettivo: aiutare le donne ad apprendere un mestiere e ad avere una certa autonomia per mantenere i propri bambini nelle migliori condizioni. Difendendo e sostenendo per anni le cause dei bambini nati fuori dal matrimonio e delle loro madri single, Aicha Chenna è diventata un'icona nel paese. Ha scosso la società marocchina con la sua attività associativa e ha contribuito a far emergere ciò che era tenuto nascosto di fatto dalla società, non solo in Marocco ma anche in altri paesi musulmani. L’associazione da lei fondata e presieduta è diventata in 25 anni, il simbolo di un riscatto che partendo dal basso ha mobilitato anche le alte sfere del potere, ottenendo riconoscimenti nazionali e internazionali e l’attenzione pubblica mondiale. Con la creazione di questa associazione, Aicha Ech-Channa si è anche imbattuta con molte resistenze ed è stata vittima di parecchie minacce. E' stata più volte additata fin dall'inizio delle sue attività come una donna che incoraggia la prostituzione. Nel 2000 rilascia un'intervista su Al Jazeera in cui parla apertamente di ragazze madri e single; è stata immediatamente condannata dagli islamiti e minacciata di morte. La sua fama nel paese dimostra che la sua attività non mira solo sviluppare la sua associazione, ma soprattutto a cambiare lo status giuridico dei bambini nati fuori dal matrimonio. Aicha Ech-Chenna, ha contribuito a legalizzare l'aborto in Marocco, avendo avuto un ruolo importante nella decisione del re a chiedere al Parlamento la legalizzazione dell'aborto in determinate condizioni. Concretamente, l’associazione aiuta genericamente donne e bambini in difficoltà offrendo loro un riparo, occupandosi della salute dei minori, e soprattutto, grazie all’alfabetizzazione e alla ricollocazione professionale delle madri, offrendo l’opportunità di ricominciare e di conquistare un’autonomia e un’autosufficienza che per molte donne è ancora un miraggio. Tra le iniziative volte all'esterno, c'è l'intento di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale su temi sociali sostanziosi per una cooperazione sempre più vasta. “In Marocco, nonostante il nuovo codice della famiglia, la mentalità è ancora ancorata a vecchi schemi che penalizzano le donne” ha spiegato Aicha Ech-Channa. “Ad esempio noi non siamo proprietarie del nostro cognome, solo gli uomini possono trasmetterlo agli eredi. Questo fatto determina una grave penalizzazione per i figli nati fuori dal matrimonio. La migliore soddisfazione possibile, per me, è vedere una donna arrivata da noi in stato di choc, senza risorse e speranze, rialzare la testa e riappropriarsi della propria vita, lavorare e crescere i figli”. Riconoscimenti Nazionali e Internazionali: • 1996: Premio per i diritti dell'uomo della Repubblica Francese. • 1997: Premio Grande Atlas Per il libro MISERIA («Recite e Testimonianze») • 2000: Medaglia d'onore dal Re del Marocco Mohammed VI. • 2005: Premio Elisabeth Norgall. • 2009: Ech-Channa riceve il prestigioso "Opus Prize", che ricompensa ogni anno le donne più importanti che svolgono opere umanitarie, dotato di una una ricompensa di un milione di dollari che ha devoluto alla sua organizzazione. E il Premio Donna dell'anno dalla Regione Valle D'Aosta (Italia). • 2013: Ech-Channa è stata nominata a “Chevalier de la Légion d'honneur” della Repubblica Francese. • 2013: Pubblicazione del suo secondo libro "Una voce alta"