Business travel - Università di Bologna

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Il Sole-24 Ore
February 17, 2007 Saturday
SECTION: TURISMO
LENGTH: 885 words
HEADLINE: Aziende, viaggi per 18 miliardi;
Business travel
BYLINE: Marika Gervasio
HIGHLIGHT:
Ma dopo due anni di crescita nel 2007 si profila un calo delle spese - Sul settore pesa il blocco dei congressi annunciato da Farmindustria contro i tagli dei farmaci previsti dalla Finanziaria - Per la prima volta da sei anni si è fermata la
corsa delle destinazioni italiane. Bene Messico e Brasile (+10%)
BODY:
Rallenta la spesa per i viaggi d'affari nel 2006 anche se l'anno ha chiuso con una crescita dell'1%, a quota 18,2 miliardi di euro a fronte di 31,8 milioni di viaggi. Un incremento inferiore però a quello del 5,2% messo a segno nel 2005.
E per quest'anno le previsioni non sono rosee sia in termini di valore (-0,3% della spesa) sia in termini di volumi (1,2%).
Il quadro emerge dal rapporto 2006 dell'Osservatorio sul business travel in Italia della Scuola superiore di scienze
turistiche con il patrocinio del dipartimento di Scienze statistiche dell'Università di Bologna che sarà presentato in occasione della Bit (dal 22 al 25 febbraio) e che il Sole-24 Ore è in grado di anticipare.
A pesare sulle previsioni negative per il 2007 anche il blocco delle attività congressuali nella farmaceutica, un settore trainante del turismo d'affari. Farmindustria ha infatti deciso di annullare i congressi medici per protestare contro la
decisione del Governo di ridurre i prezzi dei medicinali. Una decisione che non piace al settore del turismo che guarda
invece con interesse alla consistente fetta dei viaggi congressuali.
«Una reazione obiettivamente esagerata - ha commentato il presidente di Confturismo Bernabò Bocca - che provoca un danno al settore, in un momento di bassa stagione in cui i maggiori introiti si fanno con la congressualistica. Abbiamo ottenuto un abbassamento del l'Iva sul turismo congressuale ed è stato bloccato tutto». Il presidente di Federturismo, Costanzo Jannotti Pecci, precisa che quello di Farmindustria «non è un comportamento piacevole, ma ha il diritto
di sapere quali sono le prospettive rispetto alle intenzioni del Governo».
In generale, però, gli operatori si mantengono fiduciosi. Luca Patanè, presidente di Uvet-Amex spiega che «a gennaio i viaggi d'affari sono cresciuti rispetto allo stesso mese dell'anno scorso: abbiamo registrato un incremento del 7%
nel numero dei voli e del 6% della spesa, soprattutto per le destinazioni europee, ma anche intercontinentali con New
York al primo posto seguita da Shanghai e, a pari merito, Dubai e Pechino. I comparti di banche, finanziarie e della consulenza hanno ripreso molto a viaggiare. Invece sul segmento delle convention pesa il blocco della farmaceutica che è
l'asse portante nella convegnistica. Si investe però molto in viaggi individuali trainati dal terziario».
Una tendenza che è stata confermata nel 2006 che ha chiuso in positivo trainato dagli spostamenti all'estero e dal
settore dei servizi che si è rivelato il motore della crescita con un +5,3% (+3% del volume), seguito da distribuzione
commerciale (+2,5%). In flessione, invece, la spesa nel settore manifatturiero (-2,3%).
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Aziende, viaggi per 18 miliardi; Business travel Il Sole-24 Ore February
Quanto alle destinazioni, per la prima volta dopo sei anni si arresta la crescita del mercato dei viaggi nazionali (con
una flessione del 2,4% del numero di spostamenti in regione), mentre continua a crescere la componente estera (+1,8%).
A crescere soprattutto l'area euro (+2,5%) verso Francia, Germania e nuovi stati membri della Ue. Boom di incremento
verso Brasile e Messico (+10%), seguiti da Stati Uniti e India.
La spesa invece si è contratta per i viaggi internazionali (-0,4%) pur rappresentando la fetta principale del valore
con 10,3 miliardi, mentre è salita quella per le destinazioni interne (+2,8%).
«La diminuzione della spesa per viaggio - spiega Andrea Guizzardi, direttore dell'Osservatorio - è dovuta soprattutto a risparmi sulle destinazioni europee dove si è maggiormente ridotta la durata media del viaggio e, quindi, la spesa
per alloggio. La svalutazione del dollaro (-9%, in media, rispetto al 2005) ha però contribuito a contenere anche il costo
del viaggio a medio raggio intercontinentale, determinando, in assenza di inflazione, un risparmio per le aziende stimato
in oltre 300 milioni di euro».
Sul mercato nazionale «l'incremento dell'2,8% (più alto dell'inflazione) - continua Guizzardi - è invece da legarsi
essenzialmente alla forte riduzione dei viaggi in regione e del corrispondente aumento dei viaggi a più lungo raggio».
La voce più rilevante della spesa è costituita dal trasporto che copre il 56,7% del totale. Di questa quota, oltre il
60% serve per l'acquisto di biglietti aerei e ferroviari; il rimanente 40% comprende carburanti, autostrade rimborsi chilometrici, taxi, e mezzi pubblici.
«Sui costi del trasporto - aggiunge Guizzardi - ha influito il rincaro del greggio che, dopo un aumento di circa il
40% nel corso del 2005, è salito ulteriormente del 30% per poi scendere leggermente nel fine anno. Oltre al maggior costo del carburante, il dato risente del maggior numero di biglietti venduti e della maggiore incidenza dei voli ad elevato
valore aggiunto come quelli diretti, o con ritorno in giornata conseguenza della riduzione nella durata media della trasferta».
Anche il sistema dei trasporti su gomma ha avuto un incremento superiore al tasso di inflazione (+99 milioni) soprattutto a causa dell'aumentato chilometraggio percorso per la sostituzione tra viaggi regionali e nazionali. In forte diminuzione le quote di spesa per alloggio e vitto: nel complesso il fatturato degli hotel e ristoranti è infatti calato di 600
milioni di euro (-9,5%). Dei 31,8 milioni di viaggi acquistati dalle aziende italiane nel 2006, quasi 13 milioni non usufruiscono del servizio di pernottamento.
LOAD-DATE: February 17, 2007