Manuale Feng Shui - Associazione La Nuova Vita
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Manuale Feng Shui - Associazione La Nuova Vita
3 2004 arch. Jean Pierre Antorini CH- Lugano Indici 4 Indice analitico Parte prima pag.9 Prefazione Feng shui, medicina del paesaggio Postilla per il lettore La Cina e l’Oriente Cronologia dinastie Le origini della civiltà cinese Il pensiero cinese: religioni e scuole di pensiero L’azione contraria alla Natura (wei) e il suo opposto (wu wei) Il Polo Supremo Le teoria delle due forze fondamentali Il concetto del Ch’i e del Li pag.11 pag.12 pag.14 pag.15 pag.17 pag.20 pag.22 pag.24 pag.25 pag.29 pag.31 Parte seconda pag.35 L’astronomia Il sistema degli hsiu Cicli sessagesimali Corrispondenze tra il calendario gregoriano e il ciclo sessagesimale I dieci Tronchi celesti I dodici Rami terrestri Serie duodecimali Calendario cinese Le sei Energie celesti pag.36 pag.37 pag.39 pag.40 pag.41 pag.42 pag.43 pag.45 pag.46 Parte terza pag.48 Scienza cinese I Cinque Agenti o Elementi (wu-hsing) Le correlazioni simboliche Colori, misure e dimensioni feng shui Il sistema del Libro dei Mutamenti Pa kua, gli otto trigrammi Pseudoscienze Sciamani, “wu” e “fang shih” Geomanzia La bussola geomantica lo p’an Segno e simbolo Alcune tecniche base di intervento: tracciare una Mappa Geomantica I quadrati magici I “Nove Palazzi” pag.49 pag.50 pag.55 pag.57 pag.58 pag.60 pag.65 pag.66 pag.67 pag.69 pag.71 pag.72 pag.92 pag.95 5 Parte quarta pag.96 Feng shui: origini storiche Le due scuole feng shui Sistema del feng s hui Il sangue della terra: il Ch’i Sha ch’i L’acqua (shui) Il vento (feng) pag.97 pag.105 pag.106 pag.107 pag.109 pag.110 pag.115 Parte quinta pag.117 Il concetto di forma Valutare il paesaggio perché forma o oggetto? Le forme della terra e i due principi Le forme e simboli feng shui Le montagne (shan) Il Drago (lung) Le Vene del Drago (lung mei) Cercare il riparo del drago Riparo del drago (hsueh) Le quattro direzioni principali Il riparo del drago moderno Classificazione delle forme Classificazione secondo le Nove Stelle Mobili Forme e simboli infausti Possibili accorgimenti e contromisure L’arte del giardino Tempio o monastero pag.118 pag.121 pag.123 pag.125 pag.128 pag.130 pag.132 pag.136 pag.138 pag.140 pag.142 pag.143 pag.148 pag.150 pag.152 pag.154 pag.155 Epilogo pag.156 Bibliografia pag.158 Ringraziamenti pag.164 6 Indice delle figure Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 Figura 10 Figura 11 Figura 12 Figura 13 Figura 14 Figura 15 Figura 16 Figura 17 Figura 18 Figura 19 Figura 20 Figura 21 Figura 22 Figura 23 Figura 24 Figura 25 Figura 26 Figura 27 Figura 28 Figura 29 Figura 30 Carta geografica della Cina Diagramma del Polo Supremo Thai Chi Thu Ho Thu e Tai Chi Le forme-elemento delle montagne Derivazione del Pa Kua dal T’ai Chi Derivazione dei sessantaquattro esagrammi dal Tai Chi Gli otto trigrammi ed i Cinque Agenti Le ventiquattro direzioni azimutali Mappe dei Nove Cicli Lo Shu e Ho Thu moderni Cerchio del Cielo Anteriore e Posteriore Lo Shu e Ho Thu antichi Cielo Posteriore o Ordine di Wen Configurazione delle acque sul territorio cinese Anello delle Nove Stelle e la direzione delle acque Studio della direzione delle acque utilizzando i trigrammi Gli otto trigrammi con i Cinque Agenti Tavola dei venti secondo il ciclo di Fu Hsi (Cielo Anteriore) Influenza della radiazione solare sui pendii di un rilievo Montagna yang Carta geografica della Cina con indicate le montagne shan Genesi delle montagne Le tredici Vene del Drago Il riparo del Drago secondo la cartografia cinese Il riparo del Drago moderno Le combinazioni dei Cinque Agenti Ciclo di Reciproca Produzione (o Ciclo ideale) Ciclo di Reciproca Distruzione Le sette stelle dell’Orsa Nove stelle associate al quadrato magico 7 pag.19 pag.26 pag.33 pag.54 pag.62 pag.63 pag.64 pag.73 pag.75 pag.93 pag.94 pag.98 pag.100 pag.111 pag.112 pag.113 pag.114 pag.116 pag.124 pag.127 pag.129 pag.131 pag.134 pag.139 pag.142 pag.143 pag.145 pag.145 pag.148 pag.149 Indice delle tabelle Tabella 1 Tabella 2 Tabella 3 Tabella 4 Tabella 5 Tabella 6 Tabella 7 Tabella 8 Tabella 9 Tabella 10 Tabella 11 Tabella 12 Tabella 13 Tabella 14 Tabella 15 Tabella 16 Tabella 17 Tabella 18 Tabella 19 Tabella 20 Tabella 21 Tabella 22 Tabella 23 Tabella 24 Tabella 25 Tabella 26 Tabella 27 Tabella 28 Tabella 29 Tabella 30 Tabella 31 Tabella 32 Tabella 33 Tabella 34 Le Sei Energie I Ventotto Hsiu Il ciclo sessagesimale I Dieci Tronchi I Dodici Rami Terrestri Le ventiquattro direzioni del calendario cinese Ciclo annuale Ciclo giornaliero Correlazioni simboliche Correlazioni simboliche Correlazioni simboliche I sessantaquattro esagrammi Sequenza del Cielo Anteriore Sequenza del Cielo Posteriore I quattro punti cardinali associati allo Ho thu moderno I quattro punti cardinali associati al Lo shu moderno Associazione trigramma-colore-numero Associazione direzione-trigrammi-Rami-Tronchi Ere e Cicli Le otto direzioni più il centro Andamento del flusso di energia Associazione Ere-Cicli con “stella dominante” “Stelle” fauste e infauste dei “Nove Palazzi” Stelle e loro effetto Significati attribuiti alle coppie di combinazioni Combinazioni distruttive Le stelle dominanti Prima e dopo il solstizio d’estate Stella dominante di ciascun individuo Attività dei Cinque Agenti I Dodici Palazzi Forme del letto dei fiumi Direzione del braccio del corso del fiume Superficie dei bacini energetici 8 pag.34 pag.38 pag.40 pag.41 pag.42 pag.43 pag.46 pag.47 pag.55 pag.56 pag.56 pag.59 pag.60 pag.61 pag.69 pag.70 pag.70 pag.72 pag.74 pag.79 pag.82 pag.82 pag.83 pag.84 pag.84 pag.85 pag.87 pag.89 pag.89 pag.91 pag.108 pag.114 pag.114 pag.137 Parte prima 9 “Non c’è immagine al mondo in cui manchi il centro: esso è il punto dello spazio da cui comincia la visione, assumendo il valore di centro e fulcro universale. Esso coincide con il punto di prima e più importante umanizzazione dello spazio. Nel senso che in quel punto avviene il primo, profondo, umbilicale rapporto con la vita universale, consacrato cioè dalla rivelazione (ecco la componente mitica, storica, dell’immagine del mondo) attraverso il quale l’uomo entra in rapporto con l’universo. Simbolicamente esso coincide con qualcuna delle forme che reggono l’ordine spaziale e temporale delle cose, delle entità prime della vita universale, quali il sole, l’animale, l’albero, la montagna o altri elementi di mediazione (..) Quello spazio che richiama all’entità mediatrice si distingue dal resto, che è indifferente e anonimo. Solitamente è recinto; oppure si distingue nel paesaggio per la presenza stessa di quegli elementi, collina, albero sacro, che lo isolano, lo determinano e gli conferiscono un significato preciso.”a a Turri Eugenio, Antropologia del paesaggio, Edizioni Comunità, Milano ,1974, p.110 10 Prefazione 11 Feng shui : Medicina del Paesaggio Oggi è diventato difficile portare a termine un progetto con le limitazioni imposteci dalla matassa burocratica sempre più confusa ed intransigente, alla quale si aggiunge una spietata concorrenza che crea ulteriori difficoltà innescando un processo evolutivo distorto e fazioso, lo chiamano il Futuro, processo evolutivo rapido e doloroso nel quale “ ambiente “ risulta essere solamente una limitazione spaziale da rendere il più elastica possibile. Per questo ed altro, si sta formando un nuovo pensiero che investe anche le discipline umanistiche e in generale tutta la cultura di questo fine millennio, segnali di uno scenario trasformista come quello nel quale viviamo. Anche scienze come la ecologia si specializzano superando confini fino ad oggi mai contemplati offrendo nuove opportunità che la nostra cultura fino ad oggi aveva trascurato protesa verso altri traguardi. Essendo l’architettura un’attività teorica che segue la trasformazione del naturale da parte dell’uomo, è indubbiamente la più coinvolta dalla rivoluzione culturale, e la più bisognosa di un ritorno all’ecologia ed ad un “umanesimo” da troppo tempo trascurato. Abbiamo bisogno quindi di un’architettura come attività di trasformazione del naturale che determini le reali esigenze grazie all’interpretazione di segnali che albergano in noi, come quelli di equilibrio ed armonia, ma che ritroviamo facilmente anche in natura. Già in passato per costruire la casa occorreva una profonda conoscenza dell’uomo, del resto la concezione religiosa non ammetteva separatismi (religione dal latino “religere” legare unire). Il pensiero razionale, che ha poi determinato la rivoluzione tecnologica e scientifica, ha progressivamente abbandonato l’uomo dal concetto della casa come specchio del cosmo, ben radicata invece, negli antichi. Per questo, particolare attenzione merita la pratica cinese del feng shui, vera e propria arte del vivere in armonia con la natura e mezzo efficace per trarne il maggior beneficio e prosperità , dove la terra è concepita come entità viva e animata dallo spirito. La vera origine é difficile da stabilire, in quanto i cinesi integrarono nel corso dei secoli elementi sempre più precisi e strutturati, ma si pensa sia nata nell’antica Cina circa 3000 anni fa, dove l’arte è sempre stata molto più attenta al paesaggio che non alla figura umana proprio per la tendenza di quella cultura a intravedere nel paesaggio il macrocosmo correlato al microcosmo “ uomo “. Le premesse del feng shui datano forse dell’epoca di Confucio (-IV° al -VI° secolo)a, ma quest’arte si é strutturata nei secoli che seguirono grazie a molti trattati. Nel IX° secolo comparve la Scuola Yang Yun-sung che mise a punto un approccio più sistematico al paesaggio. Col passare del tempo, l’armonia paesaggistica servì anche a mire operative, e rinforzò la concentrazione del potere nella capitale imperiale: al simbolo cominciava a mischiarsi il controllo. Oggi il feng shui é diventato un’arte molto più cittadina e ormai si pratica anche in Occidente, mentre é ufficialmente scomparso nella Cina comunista. Molti esperti, tuttavia, l’esercitano ancora ad Hong Kong, a Taiwan, in Corea negli Stati Uniti e nelle comunità cinesi; anche il Giappone ha il suo feng shui che ha dettato le proprie leggi alle città, ai templi, ma anche all’interno delle case, nei giardini, nell’arte di disporre piante ed oggetti in ambienti chiusi ed aperti. Il feng shui, letteralmente” vento e acqua”, è stato definito come l’arte di adattare le dimore dei vivi e dei morti per stabilire una cooperazione ed un’armonia con le correnti del “soffio cosmico“b (Ch’i). È evidente che il ruolo dell’esperto, o geomante, è molto importante perché comporta diversi aspetti volti al compimento della sua funzione: astronomo, astrologo, geometra, agrimensore, numerologo e studioso delle proporzioni; si assume la responsabilità di far sì che la forma e l’aspetto del a Considerato che la civiltà cinese non possiede un riferimento cronologico corrispondente al nostro A.D., ho ritenuto opportuno indicare con un ( +) o un ( - ) tale cronologia, seguendo l’esempio dei testi da me consultati. b Vedi Parte quarta, p. 96 12 paesaggio non subiscano modifiche che potrebbero disturbare il corso armonioso dell’energia vitale (Ch’i). Egli può migliorare il paesaggio, riequilibrarlo e cercare, infine, i siti migliori per edificare intervenendo anche nelle case. Il suo strumento è la bussola geomantica (Lo p’an), che gli consente di decifrare le proprietà del luogo e tutte le influenze che vi agiscono in funzione dell’abitante. Fisicamente é un disco circolare con al centro un ago magnetizzato, con un numero di cerchi concentrici che varia (da 8 a 38) a seconda delle dimensioni e del costo dello strumento sui quali sono rappresentati simboli, numeri e trigrammi tali da permettere una lettura a trecentosessanta gradi su tutti gli aspetti astronomici e zodiacali di un particolare sito (o di un individuo che in quel particolare luogo deve insediarsi) individuandone i flussi positivi (Tsin ch’i ) e quelli negativi (Sha ch’i ). La bussola in realtà non é altro che la chiave d’accesso all’universo del “pensiero cinese” o almeno, credo, ad una parte di esso. Questi aspetti della cultura e tradizione cinese ci mostrano quanto sia radicato ed indissolubile il legame tra Cielo-Uomo-Terra. Non sorprende che quest’ultima sia considerata la quintessenza “il legame fra tutti gli altri” sempre al centro di un dispositivo, epidermide , involucro di energia vitale simile cioè all’essere umano (intesa come entità biologica). Per questo motivo il feng shui é frequentemente associato alla medicina cinese , nel caso specifico all’agopuntura. Ecco come un maestro feng shui, Guy-Charles Ravier esprime sinteticamente ed efficacemente tale concetto: “(..) il feng shui é la combinazione di molteplici (diverse) discipline orientali, ma anche occidentali, strettamente legate fra loro. Come tutti i processi “globalizzanti”, è impossibile considerarla una scienza esatta nel senso occidentale del termine. Noi la definiremo come Scienza Tradizionale, intendendo con questo un sistema empirico nella sua globalità ma radicato su una vera e propria teoria coerente ad un lungo periodo di pratica nella propria sfera culturale di origine.”a a Ravier Guy-Charles, Traité pratique du feng shui, Edition de l’Aire, Lausanne, 1991, p. 65 13 Postilla per il lettore La particolarità e l’ampiezza dell’argomento impongono alcune precisazioni riguardanti le leggende e gli episodi storici, sociali, religiosi e filosofici della cultura orientale, ai quali faremo riferimento. Ben consapevole della inattuabilità di una sintesi adeguata del “pensiero cinese”, ho ritenuto comunque opportuno proporre al lettore una modesta panoramica su alcuni degli argomenti proposti. Nelle successive sezioni ho tentato di individuare ed isolare quei concetti che in seguito ho scoperto essere indispensabili per una corretta cronologia degli avvenimenti, a favore di una maggiore fruibilità delle informazioni. Voglio sottolineare che nonostante i riferimenti storici siano estremamente sintetici, sono il risultato di una ricerca approfondita, che si é esplicitamente mossa in questa direzione per tessere una maglia sufficientemente resistente, e per distinguere gli argomenti attendibili da quelli improbabili e fantasiosi. 14 La Cina e l’Oriente “Che cos’è l’Oriente ? Non è una realtà naturale, ma un’idea, e più precisamente un’idea occidentale, con una storia e una patologia, impregnata di miti e di significati nascosti (..). L’Oriente rappresenta “l’altro”, ciò che si pone di fronte a noi come estraneo e straniero: proprio questa estrema alterità conferma l’immagine che abbiamo di noi e definisce la nostra identità.” a Nel primo ‘900 in Occidente è fiorita un ondata di entusiasmo nei confronti del pensiero e della tradizione dell’antichità Indiana e Cinese, soprattutto per il buddismo, il taoismo e lo yoga che è andata consolidandosi nel corso degli anni. È nata la necessità di superare l’ostacolo tra due culture estremamente diverse, che con il termine “orientalismo” tentava esprimere, e che offriva la giustificazione ideologica al senso di spaesamento e all’esagerata immaginazione che aveva caratterizzato l’atteggiamento dell’Occidente nei confronti dell’Oriente. In realtà il fascino esercitato sull’Occidente dalla cultura Orientale era andato maturando sin dal XVI° secolo, quando i missionari Gesuiti incominciarono a stabilirsi in Asia. L’idillio con l’Oriente, che ha rappresentato un aspetto così peculiare della vita culturale del nostro secolo, sarebbe certamente sbocciato anche senza il contributo di Carl Gustav Jung.b Dobbiamo comunque riconoscere che i suoi scritti siano di grande importanza per l’apporto fornito al dialogo tra Oriente e Occidente. Le mitiche immagini del favoloso Oriente abbondano in Europa sin dall’epoca del viaggio in Cina di Marco Polo, nel XIII° secolo, ma l’apertura della mentalità moderna alle idee orientali incominciò in realtà con l’opera missionaria svolta nella seconda metà del XVI° secolo dai Gesuiti, le truppe d’assalto della controriforma cattolica. Non si trattava di predicatori bigotti e limitati il cui unico scopo era la conversione dei popoli pagani dell’Oriente al “vero” credo di Cristo. Erano invece religiosi colti e di ampie vedute che, nella loro formazione, avevano assorbito le idee lungimiranti dell’umanesimo rinascimentale e che, durante la loro missione, avevano continuato a far giungere in Europa cronache dettagliate e coinvolgenti sulle credenze e sulle abitudini dei popoli orientali. Le idee che riportarono furono accolte con favore e avidamente discusse dai filosofi dell’epoca ed ebbero una profonda influenza, spesso non adeguatamente rilevata dagli studiosi, sulla genesi del pensiero illuministico. La Cina confuciana fu il loro principale oggetto di interesse forse alla luce dei tentativi eroici ma inefficaci del Matteo Riccic, di adattare il culto e la dottrina a Clarke John J., Jung and Eastern thought. A dialog with the Orient, J.J. Clarke Routledge, London and New York, 1994, II°, pp. 27 b Carl Gustav Jung 1875-1961), psichiatra svizzero e fondatore della psicologia analitica. Egli affronta seri studi nell’ambito della filosofia e della religione. Sono già qui delineati gli orientamenti epistemologici ( teorie della conoscenza ) che guideranno il pensiero di Jung : il criterio empirico e il criterio fenomenologico. Questi due orientamenti sono alla base dei due interessi fondamentali di Jung : quello per le scienze naturali e quello per i problemi religiosi e filosofici. La contraddittorietà di questi due interessi e la necessità di una loro sintesi traccia l’itinerario intellettuale del filosofo, che sarà quello di cercare il fondamento empirico-storico dei valori spirituali, per inserirli nel mondo della conoscenza storico-scientifica. Nel 1929 pubblica il commento psicologico al “Segreto del fiore d’oro”, antico testo cinese di alchimia taoista, dove inoltre mette in risalto l’importanza del pensiero orientale per la sua funzione complementare al razionalismo del pensiero occidentale. Questo tema viene ulteriormente sviluppato nel 1948, in occasione della introduzione allo “ I Ching “, il famoso libro oracolare cinese. Jung esprime così, all’interno del movimento psicoanalitico, quella esigenza storica che attualmente investe diversi ambiti della cultura europea, l’esigenza di fondare nell’uomo le radici affettive di una nuova immagine di sé che superi il limite della particolarità egoistica per abbracciare il divenire storico e sociale dell’umanità. c Matteo Ricci (1552-1610), padre gesuita italiano, la maggior figura che la storia del cristianesimo in Asia annoveri fra le sue pagine. Ricci comprese come l’unico modo di svolgere un apostolato efficace fosse quello di agire dall’interno stesso del mondo cinese riducendo al minimo gli aspetti di novità rappresentati dalle nuove dottrine, e sottolineando invece la convergenza del messaggio cristiano con molti degli insegnamenti espressi dagli antichi saggi cinesi. Ottenuto nel 1582 il permesso di entrare e di risiedere in Cina, vicino a Cantone, il Ricci visse qui assumendo le vesti e i modi dei monaci buddhisti prima, dei dotti confuciani poi, e si preoccupò non di predicare le proprie dottrine ma di vincere con l’esempio e la cultura la diffidenza dei monaci e dei dotti locali. Egli ottenne così di poter proseguire per Pechino dove giunse a guadagnarsi la simpatia dell’imperatore. Gli errori dottrinali che i cinesi professavano andavano piuttosto ascritti ai travisamenti con cui i commentatori moderni avevano inquinato il senso del testo antico. Ricci avvertì l’importanza che potevano avere nel mondo cinese le cognizioni scientifiche che l’Europa veniva elaborando e fece inviare a Pechino astronomi e matematici. Fu così che nel 1611 l’Ufficio del Calendario, sorta di accademia astronomica e posizione chiave dell’amministrazione imperiale, venisse affidato ai 15 cristiani al confucianesimo. Una breve individuazione del fenomeno religioso nel mondo culturale cinese (e in particolare nei momenti antichi) è particolarmente difficile per la mancanza di alcune caratteristiche che vengono considerate in occidente peculiari al fenomeno stesso. Una delle caratteristiche del mondo primitivo cinese sembra essere la divisione abbastanza netta tra una religione “ufficiale“ articolata in un mito in cui è evidente un riflesso abbastanza razionale e cosciente ed una religione popolare che entrerà ben presto in crisi. Una gran parte di credenze e di leggende popolari andrà mantenendosi in vita ad un livello che potremmo definire folcloristico e popolare, gli elementi più rilevanti della religione andranno subendo un processo continuo di razionalizzazione fino a perdere quasi completamente le originarie caratteristiche per divenire soltanto simboli di concetti di principi astratti , non si è creata insomma tutta quella letteratura epica che ha fissato una serie di miti e di leggende in moduli classici accettati in seguito per sempre. gesuiti ai quali rimarrà quasi ininterrottamente sino al 1838. L’azione del Ricci segnerà il massimo sviluppo dell’azione e della presenza occidentale in Cina, anche con una situazione politica ermetica e dalle complesse sfumature. Nel XVI° secolo i cristiani erano numerosissimi, anche se al momento dell’unificazione del paese le cose mutarono al peggio. Comunque, verso il terzo decennio del XVII° secolo la prima pagina occidentale in Asia orientale poteva dirsi praticamente conclusa, anche se i gesuiti occupavano ancora l’Ufficio del Calendario in cui però erano praticamente assediati. Gli occidentali svilupparono e condussero in Cina un dialogo culturale di cui vanno forse segnalati alcuni aspetti fondamentali. Il primo é costituito dalla introduzione della scienza moderna. La validità della scienza occidentale (di cui erano particolarmente apprezzate le risultanti tecnologiche) colpì favorevolmente il mondo orientale. Il giudizio positivo su questa aspetto della nostra cultura si giustapponeva a quello nel complesso negativo sulla metafisica e sulla teologia cristiana. Infatti uno dei grossi problemi nell’accostarsi all’Asia orientale, é trovare il linguaggio in cui rendere concetti e dottrine elaborate in un altro tessuto culturale. Con la Bolla papale “Ex quo singulari” che condannava definitivamente la posizione dei gesuiti e sanciva l’illiceità per i cattolici cinesi del culto verso gli antenati, l’imperatore e Confucio, segnava il fallimento del cristianesimo in Cina attraverso un paziente e sapiente uso del metodo analogico. 16 Epilogo Il feng shui è stato studiato da esperti antropologi e sinologi con un approccio puramente scientifico, ecco un modo sbagliato per avvicinarsi ad esso. In verità quest’arte ci offre la possibilità di guardare alle cose del mondo con un occhio diverso, attento a un universo dinamico non statico, non una collezione di oggetti esposti solo per chi è in grado di guardare. Non solo la teoria taoista ammette l’esistenza di un’energia insita nelle cose, o più esattamente nella natura, ma nella cultura orientale esiste la consapevolezza di tale presenza ed è convinta del compito primo del genere umano, rispettare tale equilibrio, preservare l’armonia. Capire il feng shui significa cogliere questo rapporto tra natura ed umanità che è ancora oggi considerata dalla tradizione taoista, elemento cruciale di tutto il suo pensiero. Parlando di divinazione è luogo comune pensare ad una qualche forma di magia o predizione del futuro, anche se in realtà esiste un’altra componente fondamentale, quella intuitiva. Questo è quanto il taoismo vuole trasmettere da secoli, leggere il paesaggio e la natura, le sue forze in modo da poter interpretare una condotta di vita migliore o comunque consigliabile. Il taoismo ed il feng shui non pretendono sviluppare un sesto senso ma semplicemente aumentare il nostro grado di sensibilità verso eventi ed avvenimenti che non rientrano più ( o quasi ) nella nostra sfera vitale. Il rispetto della natura non è argomento sconosciuto, e da secoli il taoismo ne spiega gli equilibri ed il nostro rapporto con essa, trovare il proprio posto che non sia dominante ma nemmeno passivo. Non fa altro che spiegare come la conoscenza, il sapere sia il mezzo per avvicinarsi al perfetto equilibrio. L’uomo non è altro che un involucro del flusso vitale (Tao) ed è ciò che ci differenzia da tutte le altre cose. Il flusso è il tutto in continuo movimento e rinnovamento, meno siamo attaccati al nostro involucro più facilmente percepiamo l’energia che ci lega al tutto. Anche i Celti erano convinti del flusso energetico come lo erano gli Antichi Greci, sebbene entrambi avessero un approccio scientifico al paesaggio, come dimostrano i loro interventi sul territorio. Lo stretto legame tra dimora e natura era quindi già molto radicato anche nella cultura occidentale come ricorda Heidegger nel suo “Poesia, Linguaggio e Pensiero” dove sostiene che la reale condizione della dimora persiste in quanto l’uomo non ha mai cercato di dimorare (nel senso inglese del focolaio domestico). Da alcuni anni ormai, in architettura si utilizzano, a volte inconsapevolmente, alcune regole fondamentali proprie del feng shui. Quindi è ovvio che dobbiamo confrontarci con il paesaggio in modo diverso; alcuni geografi ed ecologisti sostengono che per capire dobbiamo aprire la nostra mente ed il corpo a nuove esperienze lasciandoci coinvolgere anche sentimentalmente. Progressivamente si delinea la necessità di concepire il paesaggio come una fitta maglia di luoghi che assorbono e sostengono un complesso motore di articolate interazioni tra ciò che sicuramente esiste ed è palpabile ed invece ciò che è più sensibile, emotivo, intellettuale e spirituale. Le sensazioni che abbiamo osservando il paesaggio sono infinite ma estremamente duttili e volatili. È necessaria una ferma consapevolezza della realtà per poterla cogliere nei suoi diversi aspetti, positivi e negativi. Per questo motivo è importante offrirsi al paesaggio con ingenuità, senza il peso di gravosi preconcetti filosofici o grandi teorie scientifiche. Forse in natura è necessario un po’ dello stesso spirito critico usato nei confronti dell’essere umano. Il feng shui propone poeticamente ciò che oggi noi cerchiamo di raggiungere freneticamente,(anche se parte di esso è radicato su ferme regole matematiche) introducendo però un elemento fondamentale, l’intuizione. 156 Il filosofo francese Gaston Bachelard parla di “poetica dello spazio” e sostiene che i segreti dell’universo sono racchiusi nei sogni, nell’immaginazione e nella poetica. L’uomo feng shui crede nell’intuizione come elemento che trasforma il “metafisico” in “sensibile”. Questa pratica è molto lontana da una semplice credenza popolare o superstiziosa o da un postulato che non regge il confronto scientifico e che deve essere accettato come tale, esso ci rivela alcuni dei misteri nascosti aiutandoci a seguire la via dell’equilibrio naturale invitandoci ad un comportamento ed ad un rispetto più realistico e più vicino alla natura di quelli che fino ad oggi hanno governato in modo prepotente. 157 Bibliografia AA.VV., Flora Europea, vol. I-IV, Cambridge, 1964-80. BOERSCHMANN Ernst, Picturesque China. Architecture and Landscape based on Travels in China. 19061909, traduzione inglese di L. Hamilton, T. Fischer Unwin, Londra, 1924. AA.VV., Teoria della conservazione e pratica del riuso, Dip. di conservazione delle risorse architettoniche ed ambientali della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, s.d. BOYD Andrew, Chinese Architecture and Town Planning 1500 b.C.- 1911 a.D., The Mac Millan Company, New York, 1968. 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