2-11 - La Gazzetta del Medio Campidano

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2-11 - La Gazzetta del Medio Campidano
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1 maggio 2016
ARBUS
Piano strategico sovracomunale: un mistero
Ingurtosu. Ruderi. Foto Marco Pietro Mastino
P
iano Strategico Sovracomunale: tre parole, un mistero!
Che fine ha fatto? Molti se lo chiedono, nessuno è in grado di rispondere. Desaparecido tra i numerevoli meandri della burocrazia regionale in attesa che qualche politico di buon
cuore lo rispolveri o definitivamente abbandonato perché troppo palesemente e verosimilmente irrealizzabile? Chissà! Tutto
potrebbe finire nell’oblio! Sta di fatto che il progetto proposto in pompa magna nell’ottobre 2012 dal presidente della
Regione Ugo Cappellacci e successivamente ratificato dai
comuni (pur con moltissime riserve) e dalle società regionali
in “house” interessate all’accordo sembra finito nel dimenticatoio.
Il progetto nato a ricalco del Piano Strategico del Sulcis-Iglesiente (ben più robusto del nostro visto che poteva contare su
una dotazione finanziaria di ben 450 milioni di euro) che coinvolgeva oltre i comuni di Arbus, Guspini, Fluminimaggiore
e Buggerru anche Igea e il Parco Geominerario della Sardegna, sarebbe dovuto territorialmente intervenire dall’estremo nord della costa arburese, Capo Frasca, fino a Cala Do-
mestica estremo lembo a sud del comune di Buggerru, per
poi sconfinare all’interno dei circa diecimila ettari di terreni
dediti in passato all’attività mineraria. «L’obiettivo principale del piano era la messa a punto di strategie e modalità operative per pervenire al recupero e valorizzazione dei siti minerari nonché all’identificazione e alla realizzazione delle
infrastrutture primarie necessarie per lo sviluppo turistico,
culturale, ambientale e agroalimentare del territorio».
Il piano avrebbe dovuto in qualche maniera snellire anche le
procedure per la cessione a titolo gratuito, sempre promessa
mai attuata, di terreni e fabbricati ai comuni che ne avessero
fatto richiesta. Il valore stimato di terreni e fabbricati, per
quanto riguarda Arbus e Guspini, comuni maggiormante interessati, è di tutto rispetto: circa 6.000.000 di euro la quantificazione monetaria dei terreni, 41.000.000 di euro il valore
invece dei fabbricati. Un progetto ambizioso e particolarmente
appetibile che avrebbe dovuto/potuto risolvere numerosi altri problemi di natura infrastrutturale quali l’approvvigionamento idrico e le reti fognarie nelle marine, la viabilità da e
per le marine, il completamento della litoranea e le immancabili bonifiche (quelle che non arrivano mai) del rio Irvi e
del rio Sitzerri. Un piccolo particolare faceva però storcere il
naso a quelli che, spesso e volentieri, in questo caso vengono
volgarmente additati come “rompiballe di turno”: la mancanza
e la non previsione delle fonti di finanziamento da cui poter
attingere le risorse per dare seguito a queste encomiabili intenzioni. Da allora tutto è fermo: l’iter burocratico che sarebbe dovuto terminare con la stipula dell’accordo di programma tra le parti in essere, atto di grande valenza politica, amministrativa e giuridica, si è fermato ad un semplice protocollo d’intesa. La politica è al palo: quella regionale ma pure
STATISTICA
Premio di laurea dedicato
a mons. Giuseppe Pittau
Tel. 070. 970934 - Fax 0709785036
E-mail: [email protected]
Anno XVIII - n. 9 1 Maggio 2016
Registrazione Tribunale di Cagliari n. 3 del 22 Gennaio 1999
Amministratore unico:
Antonietta Nolli
Direttore commerciale:
Nello Agus
Sanluri si piazza all’ultimo posto in Italia nella classifica delle
città Smart, città intelligenti.
Questo è quanto emerge dal
“Rapporto Smart City Index
2016”. La statistica ha preso in
esame tutti i comuni capoluogo
d’Italia e tenuto conto di vari parametri quali servizi, viabilità,
energia sostenibile, iniziative e
fondi, servizi per le scuole, edilizia, pagamento online dei tributi, accessibilità servizi WiFi, biglietteria elettronica, pianificazione multimediale dei mezzi pubblici, bike e car sharing, corrieri in bici,
card e app per visitare la città, prenotazione,
pagamento ticket e ritiro referti via web, scelta
medico via web, rete stradale, rilevatore parcheggi e traffico, semafori intelligenti, lampioni intelligenti, sicurezza negli edifici, piste ciclabili, rete idrica e dispersione rete, rete
fognaria.
Fa particolarmente impressione il grafico che
rappresenta la qualità della vita, dove nell’area
“In Ritardo Sanluri è ultima insieme a Enna,
Agrigento, Trapani e Villacidro. Su 116 città
esaminate, nell’area “Ranking Nazionale”
Sanluri è 116esima. Villacidro si piazza al
111esimo posto peggiorando di 3 posizioni ri-
w w w. l a g a z z e t ta . eu
“CITTÀ INTELLIGENTI”
spetto al 2014. Meglio hanno fatto: Lanusei in
posizione 108, Carbonia 100, Iglesias 95, Olbia 79, Nuoro 74, Tortolì 70, Oristano 61. Bene
Cagliari che si piazza 33esima.
Dai dati e grafici del sondaggio emerge chiaramente l’ennesimo primato negativo che vede
le città capoluogo del Medio Campidano ultime a livello nazionale. A dimostrazione che
negli anni sono stati insufficienti e carenti di
idee e mentalità sia le politiche provinciali,
sia quelle amministrative. Il degrado, l’insufficienza infrastrutturale e l’arretratezza, anche
e soprattutto, dei paesi limitrofi, sono sotto
gli occhi di tutti. Il file del sondaggio è scaricabile sul sito www.lagazzetta.eu cliccando
sull’icona “Download”.
Saimen Piroddi
A questo numero hanno collaborato:
Tarcisio Agus, Lorenzo Argiolas, Marilena Columbu, Giovanni Contu,
Gazzetta
La
del Medio Campidano
Direttore Responsabile:
Gian Paolo Pusceddu
[email protected] - cell.329. 4878330
Stefano Cruccas, Elena Fadda, Adele Frau, Dario Frau,
Franco Lilliu, Roberto Loddi, Antonio Loru, Andrea Meloni, Mondo Meloni,
Francesca Murgia, Simone Muscas, Carola Onnis, Paolo Onnis,
Fernanda Pinna, Saimen Piroddi, Sergio Portas, Evaristo Puxeddu,
Stefania Pusceddu, Marisa Putzolu, Rinaldo Ruggeri, Gigi Tatti, Fulvio Tocco,
Vice Direttori: Gian Luigi Pittau, Santina Ravì
Concessionaria di pubblicità: MediaTre s.r.l
Guspini Via Matteotti, 28
tel. 070 970934 - fax 070 9785036
NAZIONALE
Sanluri relegata all’ultimo posto
L’Associazione Piccoli Progetti Possibile Onlus, Organizzazione Non Governativa, al fine di onorare la memoria di
mons. Giuseppe Pittau, bandisce un
premio di laurea di 6.000 euro, suddiviso in tre premi, destinato a tesi su argomenti di ricerca riguardanti le relazioni internazionali, l’intercultura, la
pace nel mondo e l’ecumenismo.
Possono concorrere i cittadini italiani
che abbiano conseguito la laurea magistrale in qualsiasi disciplina presso
una delle università riconosciute nel territorio italiano da non più di tre anni Monsignor Giuseppe Pittau
alla data di scadenza del termine per la
presentazione delle domande.
domande se non attraverso raccomandata
La domanda, regolarmente sottoscritta, redatA/R. I lavori non saranno restituiti.
ta in carta semplice ed indirizzata al presiI candidati dovranno inviare, in allegato
dente dell’associazione Piccoli Progetti Posalla domanda, i seguenti documenti: una
sibili Onlus, dovrà pervenire a mezzo raccocopia cartacea della tesi di laurea; il currimandata A/R alla segreteria generale dell’asculum vitae et studiorum dettagliato, sotsociazione entro il 31 luglio 2016. La busta,
toscritto dal candidato con allegato docucontenente la documentazione, dovrà essere
mento di identità valido; l’elenco di tutti i
indirizzata come segue: Associazione Piccodocumenti e titoli presentati, sottoscritto
li Progetti Possibili Onlus, Via Gramsci, 3 dal candidato. L’importo della borsa di stu09036 Guspini (CA). Sulla busta, al lato deldio sarà di 2.000 euro ciascuna e sarà asl’indirizzo, dovrà essere apposta l’indicaziosoggettato alle ritenute previste dalla legne: Bando Premio di Laurea “Mons. Giusepge.
pe Pittau”. Non è ammessa la consegna delle
Tarcisio Agus
Via Matteotti, 28 - Guspini
quella territoriale e locale che insofferente delle sofferenze
patite da uno dei territori più poveri d’Italia continua a tergiversare. Solo qualche sporadica iniziativa. L’ultima in ordine di tempo quella del consigliere regionale Gianni Lampis
(ora ex, in attesa di rinomina) che si è visto bocciare due
emendamenti alla legge finanziaria in cui si chiedeva il finanziamento complessivo di euro 950.000 da assegnare al
comune di Arbus per interventi di adeguamento e messa in
sicurezza della viabilità costiera comunale. Stesso dicasi per
l’interrogazione inviata al presidente della Regione Pigliaru
dove si evidenzia: «Se non sia gravemente pregiudizievole
lo svilimento del ruolo dei comuni in cui quei beni sono ubicati che di fatto vengono totalmente esautorati dalla possibilità di incidere sullo sviluppo delle aree minerarie dismesse
ricadenti nei territori di competenza».
Drammatica la situazione sociale ed economica dell’arburese-guspinese coincisa con un vistoso calo demografico e un
impoverimento generale della popolazione, indicatori sociali a cui la politica regionale dovrebbe prestare maggiore attenzione. All’orizzonte nessuna programmazione o pianificazione che possa dare la giusta e auspicata iniezione di fiducia a questo martoriato territorio che verosimilmente sarà costretto a reiventarsi nuove politiche e strategie se vorrà ricuperare quel ruolo che storicamente gli compete. Pochissime
le chances in alternativa individuabili unicamente nelle solite illusorie offerte preelettorali. Frutto di sogni fatti in piena
fase rem dall’imbonitore di turno che alimentano facili illusioni sempre generatrici però di amare delusioni. Il Piano
Straordinario Sovracomunale Arbus-Guspini-Fluminimaggiore e Buggerru docet…
Gianni Vacca
Stampa: Nuove Grafiche Puddu - Zona Industriale - Ortacesus (Ca)
tel. 070 9819015
Venanzio Tuveri, Gianni Vacca, Francesca Virdis, Franco Zurru.
Tutto il materiale, foto, disegni e manoscritti pervenuti al giornale non si restituiscono.
Le opinioni impegnano esclusivamente la responsabilità diretta degli autori.
Questo numero è stato chiuso in redazione il 26 maggio 2016 ore 12
e stampato in 2.500 copie
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1 maggio 2016
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La consacrazione
N
el 1507, secondo alcuni storici, è avvenuta l’unificazione delle diocesi di Ales e Terralba. Per quanto riguarda i secoli precedenti, le stesse fonti ci raccontano di altre due diocesi, quella di Uselli eretta nel VI secolo,
della quale si ha notizia in una lettera che Papa Gregorio
Magno, nel 591, invia al vescovo di Cagliari Gianuario. Poi
il buio sino al 1147 quando il nome di un vescovo della diocesi di Uselli, un certo Pello o Rello, compare in un editto. Il
paese di Uselli viene distrutto prima del 1182 e da allora la
sede vescovile è trasferita ad Ales. L’ultimo vescovo della
diocesi di Ales è stato Giovanni Crespo o Crispi, agostiniano, che la governò per 16 anni, sino alla sua morte, avvenuta
il 18 gennaio 1507. La diocesi di Terralba nasce invece sei
secoli dopo. Il primo vescovo è stato Mariano, deceduto nel
1147, lo stesso che fece costruire la cattedrale di Terralba nel
1144, l’ultimo Giovanni Orient, o.f.m., deceduto nel 1503.
Papa Giulio II l’8 dicembre 1503 unisce le due sedi di Ales e
Terralba dando loro uguale dignità. Il primo vescovo che gli
annali della diocesi di Ales e Terralba ricordino è stato Giovanni Sanna, che lo diventa nel 1507; da allora, e per 509
anni ,si susseguono ad intervalli a volte lunghi, a volte brevi,
35 vescovi, otto dei quali sono appartenuti ad ordini religiosi: tre benedettini, tre francescani, due carmelitani e un agostiniano. Il più longevo è stato monsignor Francesco Emanuelli che ha retto le sorti della diocesi dal 1911 al 1947; i più
giovani: Giovanni Cannavera frate minore, dal 1572 al 1573
e monsignor Salvatore Ruiu dal 1727 al 1728, vescovi della
diocesi per un solo anno. Il più vicino a noi per longevità e
attività pastorale è stato monsignor Antonio Tedde che ha governato la diocesi dal 1948 al 1982. Il 36° vescovo della diocesi di Ales e Terralba è ancora un frate: Roberto Carboni dell’ordine frati minori conventuali chiamato da papa Francesco
a guidare le 57 parrocchie della diocesi il 10 febbraio 2016.
Il nuovo vescovo, in un primo saluto alle comunità, si è impegnato a seguire “la via della semplicità di San Francesco
d’Assisi”, e ha chiesto ai suoi fratelli e ai fedeli: “Assumendo
la guida della Diocesi di Ales-Terralba vorrei che mi chiamaste semplicemente Padre, facendo memoria di quella paternità da cui tutti veniamo e siamo chiamati a servire”. Il
17 aprile 2016, in una serata primaverile, in Ales, nella piazza dedicata a monsignor Antonio Tedde, Padre Roberto Carboni, dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, nato a Scano
Montiferro (OR) il 12 ottobre 1958, attorniato dalle comunità parrocchiali, dalla famiglia francescana, dalle autorità civili e militari del territorio, è stato ordinato vescovo. monsignor Paolo Mario Virgilio Atzei, Arcivescovo di Sassari, in
qualità di ordinante principale e i co-consacranti monsignor
Giovanni Dettori, predecessore di padre Roberto alla guida
della diocesi, e monsignor Mauro Maria Morfino, alle ore
16,30 si sono diretti, seguiti da tutti i vescovi sardi, dai presbiteri e dai diaconi verso l’altare dove è stata officiata l’ordinazione. Le tre ore di cerimonia sono state scandite dai ritmi e dai tempi dell’antico rituale previsto per le ordinazioni
di un vescovo. La cerimonia è iniziata con l’intervento di
Simonetta Zedda, sindaco di Ales, che ha dato il benvenuto a
padre Roberto a nome di tutte le autorità presenti. Quindi il
Padre Roberto Carboni
è il nuovo vescovo
della Diocesi di Ales-Terralba
rito. L’omelia è stata pronunciata dall’ordinante principale
monsignor Paolo Artzeni che
ha esordito con un versetto del
salmo 118: “Questo è il giorno
che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo”. Ha
spiegato quindi la Parola di Dio
appena proclamata e ricordato
che la giornata non poteva essere migliore per la ricorrenza
liturgica della festa del Buon
Pastore. Nella predica, rivolgendosi al vescovo eletto, ha
voluto richiamare le comuni radici francescane esortandolo
ad “amare la chiesa come l’ha amata Francesco” e raccomandargli di non essere un “vescovo che fa il frate ma un
vescovo che è stato frate fra i vescovi”. Un richiamo anche
alle autorità civili presenti sulla scia di papa Benedetto XVI:
“Voi politici avete la capacità della ragion pratica, ma lasciate a noi vescovi quella coscienza critica che rende anche
voi migliori e soprattutto vi permette di cogliere quelli elementi etici necessari e fondamentali perché tutto si sviluppi
a beneficio delle persone, che poi è il più grande bene comune”. L’ordinazione è iniziata con il primo segno, quello che
impone al vescovo eletto di prostrarsi davanti all’altare. Successivamente, tutti i vescovi presenti hanno imposto le mani
sul capo di Padre Roberto invocando lo Spirito Santo. Dopo
l’unzione crismale gli sono stati consegnati il vangelo, l’anello, la mitra e il pastorale, simboli tutti del suo nuovo status.
Alla fine della celebrazione, il nuovo vescovo, rivolgendosi
ai fedele della diocesi, ha voluto sottolineare che “oggi non
siete lasciati soli, voi mi siete affidati dalla Chiesa e io sono
affidato a voi tutti, per questo, se il vescovo è di tutti, voi
dovete prendervi cura di me, non posso essere lasciato solo, senza la vostra preghiera
quotidiana, senza il vostro sostegno nella
fede, il vostro consiglio, la vostra amicizia”.
Un pensiero ai suoi frati. “… dai quali ho
ricevuto tutto, soprattutto l’esempio di tanti
frati santi che non ci sono nel calendario ma
che nel nascondimento quotidiano si sono
spesi per la chiesa, per il Signore, seguendo
l’esempio di San Francesco”. Ha ricordato,
quindi, la chiesa cubana, che si è tenuta salda nonostante le difficoltà e dalla quale ha
ricevuto tanti insegnamenti. Un pensiero ai
giovani “Tendo la mia mano ai giovani, sia a
quelli che amano e seguono Cristo, sia a
quelli che sono ancora alla ricerca di Cristo, sia a quelli che talvolta, malamente, son
chiamati lontani, ma non sono lontani dal
cuore di Dio che vuole incontrarli e abbracciarli con la sua misericordia…
Toccherà a noi avvicinare questi giovani e questi fratelli”.
Consapevole della missione affidatagli: “A tutti chiedo la preghiera, se non sapete o volete
pregare dirò, come Papa Francesco: auguratemi di fare
bene”. Il concetto di strada
come cammino dell’uomo, sottolineato anche dalle camicie
azzurre dei gruppi scout della
diocesi, quello di Guspini, Mogoro, Gonnosfanadiga, presenti
a fare servizio, è stato uno degli ultimi concetti espressi. “Mi metterò in cammino per le
vostre strade, per camminare con voi. So che a volte il Signore mi chiamerà a mettermi davanti a voi per guidarvi, ma
altrettante volte starò al fianco e talvolta sarò in fondo, con
gli ultimi per aspettarli sull’esempio del grande Pastore Gesù,
che sa aspettare, sa stimolare il cammino, sa farsi compagno
di strada…” Gli ultimi passaggi del suo saluto sono stati indirizzati ad alcune evidenti povertà che esistono in diocesi, e
a tale proposito ha invitato tutti a non scoraggiarsi e perseverare nel bene. L’ultimo pensiero l’ha rivolto a Santa Maria ad
Acquas, patrona della diocesi: “Voglio invocare così nostra
Madre Santa Maria: Madre della Speranza prega per noi!
Sia lei a guidarmi e guidarci tutti nel cammino di fedeltà al
Signore e alla su a Chiesa”. Così, dopo la preghiera, tra gli
applausi e con uno sguardo fiducioso verso il futuro, si è conclusa la cerimonia dell’ordinazione del 36° vescovo della
diocesi di Ales-Terralba. Duc in altum! Padre Roberto Carboni.
Sandro Renato Garau
foto di Stefano Murgia
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1 maggio 2016
PABILLONIS
Sbarramenti e cartelli impediscono
l’accesso al paese
Ponte chiuso: un’intera comunità
maltrattata dall’incapacità politica
Il ponte per la 131 è sempre chiuso al traffico. Da oltre cinque mesi i cittadini del paese, insieme a quelli del circondario, nonostante i forti disagi e le perdite di tempo e denaro,
probabilmente hanno capito che contro la lentezza degli enti
non possono nulla. Solo poche settimane fa, dopo decine di
sollecitazioni da parte del sindaco Riccardo Sanna, dagli uffici della Provincia è partita una lettera che informa che ci
sarà la verifica di idoneità del ponte.
Nel frattempo per arrivare a Pabillonis dalla statale 131 o si
allunga di parecchi chilometri passando da San Gavino Monreale, oppure si percorre una pericolosa strada campestre il
cui ponte è largo appena 2 metri, è senza transenne e non
dispone di cartelli di sicurezza. Lo stesso piccolo ponte, fa
sapere il sindaco, sarà messo in sicurezza per permettere un
transito più sicuro in attesa che l’altro ponte venga aperto. La
situazione sta creando sempre più malumori tra i cittadini,
stanchi di subire maltrattamenti e trattamenti illogici da parte
della politica e degli enti.
Sanluri. Scuola e Caserma in nome della legalità
«Dopo 5 mesi dalla chiusura del ponte, la Provincia del Medio
Campidano risponde con una nota comunicando all’amministrazione comunale di Pabillonis e di Sardara di aver affidato l’incarico per la verifica di idoneità statica sia del ponte sulla strada
provinciale 69 (direzione Sardara) sia di quello sulla provinciale 63 (direzione San Gavino) - spiega il sindaco di Pabillonis
Riccardo Sanna. - Come sindaco ho preso contatti direttamente
con lo studio incaricato dalla Provincia per essere informato in
merito alla tempistica e allo svolgimento dell’attività. Gli ingegneri dello studio hanno risposto che sarà loro interesse portare
avanti l’operazione nella maniera più rapida possibile. Speriamo vivamente che, a seguito della verifica di idoneità, entro
l’estate possano riaprire il ponte almeno al traffico leggero,
limitando così i disagi oramai non più sostenibili. L’amministrazione non smetterà in ogni caso di sollecitare gli organi
preposti finché il problema verrà risolto definitivamente».
Saimen Piroddi
FURTEI
Carabinieri in cattedra:
“Un casco vale una vita”
Hanno parlato di legalità
e delle conseguenze fisiche e giuriIl capitano Giovanni Mureddu
diche derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti e dell’alcool, causa di troppi e gravi incidenti stradali, ma anche del rispetto delle norme del codice stradale.
Il capitano della compagnia di Sanluri, Giovanni
Mureddu, ed i marescialli Simone Armando e Giuseppe Lussu, nelle vesti di docenti, nell’aula magna
dell’Istituto Vignarelli, per una lezione agli alunni
sul rispetto delle regole, iniziativa inserita nell’ambito del progetto di educazione alla legalità. “Ragazzi - ha detto Mureddu - quando invochiamo il
rispetto delle regole non significa solo dire buon
giorno o buona sera, ma rispettare quelle norme che
in partenza sappiamo quanto male procurano.
Esempio: parlando di droga, inutile dire smetto
quando voglio. Non è così. Una volta dentro è difficile uscire. Sapete quante volte, nel cuore della notte, ci capita di dover svegliare i genitori per una
brutta notizia, spesso per incidenti anche mortali
dovuti alla guida in stato di ubriachezza o di droga”. Il consiglio è stato quello di evitare che succeda ancora. “Quando uscite in compagnia degli
amici e vi rendete conto che chi guida non sta bene,
non abbiate timore, chiamate i vostri genitori che
verranno a prendervi. Meglio una sgridata che
finire contro un muro”. E poi occhio “a chi vuole
vendervi la droga. State lontani. Prestate molta attenzione”.
La visione di un video illustrativo, con le testimonianza di giovani che hanno avuto a che fare con
sostanze stupefacenti, ha consentito ai ragazzi di
trovare un collegamento fra i fatti del video ed il
delicato ruolo di operatore sociale svolto nella
quotidianità dal “carabiniere”. L’intervento del
maresciallo Lussu si potrebbe concentrare in una
frase: “Un casco vale una vita”. Come il maresciallo Armando che ha richiamato l’attenzione
degli alunni sui loro diritti, ma soprattutto sui loro
doveri. “L’obiettivo - ha concluso la preside,
Agnese Pusceddu - è far maturare e sviluppare la
consapevolezza del valore della cultura della legalità fin da ragazzi”.
Santina Ravì
Zampilli per perdita d’acqua
ed è spettacolo
Sono ormai mesi che gli abitanti di Furtei assistono gratis allo spettacolo acquatico di Abbanoa. Potenti spruzzi d’acqua sparati per aria in tutte le direzioni
creano emozione pura. Si può ammirare questa meraviglia all’uscita di Furtei,
in direzione Segariu, sulla statale 547. Abbiamo chiesto al signor Rossi cosa
pensa dello show: «Sono contento dello spettacolo - dice - e questo tratto di
tubazione visibile è solo una piccola parte di quella interrata. Non oso immaginare in quale stato versino le condotte che si trovano sotto terra. Intanto i bacini
idrici si svuotano anche quando i rubinetti delle abitazioni sono chiusi. Però,
dài, lo spettacolo è bellissimo». (s. p.)
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1 maggio 2016
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VILLAMAR
Da vecchio rudere a casa museo:
la scommessa di Luigi Murgia
Nel centro storico del paese vi è una casa dalle caratteristiche
molto particolari. Si tratta di una “casa museo” a tutti gli effetti in cui il tempo sembra essere tornato indietro di almeno
un secolo. Il suo proprietario, Luigi Murgia, dopo una vita
dedita al lavoro e alla sua grande passione per il calcio giocato, appesi gli scarpini al chiodo, si è dedicato cuore e anima
al rifacimento di una sua abitazione che, sino ai primi anni
novanta, era soltanto un vecchio rudere abbandonato e dismesso. Nei ritagli di tempo libero e con grande passione, ha
lentamente ristrutturato le mura e abbellito stanze ed esterni
in maniera molto originale. «Quando ho iniziato - spiega Luigi
Murgia - mai avrei pensato di fare un lavoro che, senza presunzione, ritengo essere molto carino e originale. Per quanto
ne so io, si tratta di una casa antichissima, probabilmente fra
le più vecchie del paese. Mi risulta che il suo abbandono sia
avvenuto intorno agli anni ’40».
Per chi avesse il piacere di visitarla, balza subito all’occhio
come la “Casa Murgia” sia ben curata in tutti i suoi dettagli.
La struttura principale è stata mantenuta integra; ciò che è
stato affrescato e ristrutturato sono le pareti, rivestite di pietra e con colori tipici di un tempo che fu. Altra caratteristica
particolare è l’oggettistica presente: è possibile, infatti, trovare appesi nelle pareti, strumenti per i lavori agricoli oggi
completamente in disuso. Ma la cosa più originale è l’arredamento, la vera peculiarità che rende unica l’abitazione. «Non
ho comprato alcun mobile - continua il proprietario - tutto
ciò che è presente all’interno è fatto da quelle che un tempo
erano le botti dove si conservava il vino. Attraverso varie
permute, ne ho recuperato parecchie. Alcune le ho ristrutturate e abbellite tramite l’aiuto di Salvatore Caboni e Delia
Tronci, artisti del paese che si occupano di pittura; altre invece le ho modificate rispetto alla loro funzione originaria. Tantissime le ho per esempio trasformate in bottigliere con degli
sportelli per conservare le bottiglie del vino, altre in tavoli e
altre ancora in sedie, solo per citarne alcune».
La “Casa Murgia” è possibile ammirarla anche dall’esterno
poiché il cancello, fatto in legno di ginepro, permette di osservare anche quella parte, che è molto caratteristica. «Alcu-
USSARAMANNA
Grande successo per la “Mostra
delle Erbe e la sagra de Sa Pardula”
Si è rinnovata per il trentaduesimo
anno consecutivo la “Mostra delle
Erbe e la Sagra de Sa Pardula” che
si è svolta il 15, 16 e 17 aprile.
L’appuntamento è ormai una tappa fissa iniziata nel 1984, quando
un appassionato di erbe officinali
del paese, Dino Zedda, diede avvio a questa avventura che è cresciuta nel tempo al punto da ritagliarsi un importante spazio per un
possibile sviluppo economico del
settore nel territorio.
Nella prima giornata, nella casa
Zedda si è tenuta una conferenza
dove, oltre al sindaco Marco Sideri e al vicesindaco Giovanna Carletti, hanno presenziato alcuni ricercatori provenienti
dalle università sarde, diversi appassionati e
imprenditori del settore. Gli argomenti che
hanno catturato maggiormente l’attenzione
quelli in cui venivano spiegate le importanti
caratteristiche di queste ricchezze botaniche
spontanee: dalle loro proprietà tintorie e cosmetiche sino a quelle alimentari e farmaceutiche. È stato inoltre illustrato e approfondito
l’iter che occorrerebbe intraprendere per formare delle figure capaci di far tesoro di questa “ricchezza poco esplorata”.
Nelle giornate del 16 e del 17 aprile, spazio
invece ai tanti laboratori (uno su Marie Curie, un altro sulla lavorazione “de su ladiri” e
un ultimo sull’erboristeria popolare sarda) che
hanno visto la partecipazione dei ragazzi delle scuole locali. Nella tre giorni si è potuto
assistere alla preparazione di piatti tipici fra
cui “is pardulas”, allo svolgimento di un percorso itinerante nel territorio, al concerto dei
“Carovana Folk” e all’esibizione del gruppo
folk di Gonnosnò. Numerosi i partecipanti alla
Mostra, per l’occasione sono arrivate tante
persone dai paesi limitrofi e non solo. Soddisfazione fra gli organizzatori e l’Amministrazione Comunale.
«Proporre questo tipo di eventi - sottolinea la
vice sindaco Carletti - per un paese piccolo
come il nostro rappresenta una vetrina importante. Il nostro desiderio è che qualcuno del
paese e/o del territorio possa cimentarsi nella
sfida di mettere su un’azienda che si occupi
di erbe officinali, dalla loro coltivazione sino
alla trasformazione. La nostra scommessa è
crederci, nonostante le leggi regionali ancora
non contemplino chiaramente la figura del coltivatore di erbe officinali. Siamo contenti della
partecipazione attiva dei ragazzi delle scuole;
è nostro obiettivo, negli anni a venire, incuriosirli sempre più su questa tematica nella
speranza che si comprenda che in futuro ciò
che offre il territorio potrebbe rappresentare
un’importante possibilità per ritagliarsi un
reddito». (s. m.)
ni alunni delle scuole - conclude Luigi Murgia - hanno fatto
nella mia casa una visita guidata. Accolgo sempre con piacere chiunque la voglia visitare e con piacere l’ho messa a disposizione per alcune sagre e mostre del paese. Per me tuttavia questa casa non rappresenta soltanto un oggetto prezioso: all’interno organizzo spesso, con amici e parenti, pranzi e
cene perché quando decisi di rifarla volevo avere uno spazio
da poter condividere con le persone che frequento».
Data la sua peculiarità di casa antichissima, ci si augura che
l’Amministrazione Comunale che verrà vagli la possibilità
di inserire questo tesoro all’interno di un ipotetico circuito
turistico affinché i visitatori possano avere più elementi per
conoscere la storia e le tradizioni del paese e di tutto il territorio.
Simone Muscas
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1 maggio 2016
Sanluri. Bagno di folla per Sant’Antioco
Villacidro
Un passo in più verso la nuova chiesa
Dopo 58 anni il martire Antioco, patrono della Sardegna,
viene nuovamente festeggiato a Sanluri per inziativa del
comitato salviamo “Santu Antiogu Becciu”, costituito per
volontà delle Pro loco di Sanluri e Villanovaforru. La messa
è stata animata dal suono delle launeddas e dei canti di
circa 200 bambini, in una chiesa, la parrocchia Madonna
delle Grazie, con tanti fedeli, insieme per ricordare il santo venuto dalla Mauritania che sotto l’ impero di Adriano
tra il I e II secolo d. C. visse nel Sulcis curando i malati e
martirizzato per la sua fede cristiana.
È stata esposta una reliquia ed il parroco don Luciano Pani
ha ricordato le affinità di Antioco, scampato alle persecuzioni in Africa, con i migranti di oggi che cercano rifugio da noi,
invitando i fedeli a seguire il suo esempio di condivisione e
di solidarietà verso i sofferenti e le persone bisognose.
Dopo la benedizione, sono stati distribuiti a tutti i presenti oltre 500 “coccoieddus de santu Antiogu”, prodotti
a Sanluri con grano Capelli.
È stata inaugurata una mostra fotografica con foto delle
vecchie feste e dei vari eventi che in meno di un anno
di attività il Comitato sta portando avanti e il progetto
di restauro della chiesetta, che si vuole recuperare e per
il cui fine sono stati raccolti circa 11.500 euro. Una caratteristica dell’attività di questo comitato è la mancanza di qualsiasi contributo pubblico, perché si è voluto
che il progetto fosse condiviso da tutta la popolazione,
alla quale si sono proposte varie iniziative e manifestazioni per raccogliere fondi, ottenendo sempre una buona risposta.
Santina Ravì
PABILLONIS
Nuovo smalto al “Monumento delle Pentole”
Sa bidda de is pingiadas è l’appellativo con il quale si usava
e si usa soprannominare Pabillonis. Il famoso “Monumento
delle Pentole” non poteva continuare a perdere lo smalto sotto l’indifferenza della comunità. Infatti, l’opera ha ripreso a
splendere grazie all’estro di Giovanni Floris che l’ha restaurata e ridipinta, portandola a nuova vita. «Sarà sistemato anche il resto della piazza - si legge in una nota del comune attraverso la cura del verde». L’amministrazione ha posizionato due panchine e un cestino rifiuti e a breve installerà una
telecamera sul tetto delle ex scuole medie al fine di consentire una tutela più adeguata del monumento.
L’opera era stata realizzata per ricordare l’antica tradizione artigianale pabillonese: la lavorazione della terracotta.
Agli inizi dell’Ottocento la vita del paese era molto attiva: le occupazioni principali erano l’agricoltura, il commercio del bestiame e appunto la lavorazione della terracotta. Le materie prime per queste produzioni erano disponibili direttamente nei terreni paludosi di Pabillonis,
da qui ha origine l’importanza dei maestri pentolai, tegolai e fabbricanti di mattoni. La qualità dei prodotti era rinomata in tutta l’isola.
Saimen Piroddi
PABILLONIS
Approvato il bilancio programmatico
senza il voto della minoranza
Il consiglio comunale di Pabillonis ha approvato
il bilancio programmatico 2016-2019 con i voti
della maggioranza e l’astensione della minoranza. «I motivi che ci spingono al non voto - ha
spiegato capogruppo Marco Tuveri - sono dovuti
al fatto che non vogliamo fare opposizione vedendoci ogni tanto in sala consiliare per votare sì o
no. Prima dei consigli comunali vorremmo partecipare, discutere e proporre attivamente insieme
alla maggioranza. Non vogliamo trovarci davanti
al fatto compiuto in sala consiliare, ma partecipare, essere propositivi ed essere ascoltati. Poi certo, si vota». (s. p.)
Educazione all’uso
della bicicletta
per duecento studenti
Lezioni pratiche e teoriche tenute
dal professor Kevin Bruce Legge
Promuovere l’utilizzo della bicicletta in tutte le sue modalità: per spostarsi quotidianamente in città e nei paesi,
per fare escursioni, passeggiate o ecoturismo. È questa
la finalità degli incontri che hanno coinvolto duecento
studenti villacidresi delle scuole primarie del paese e della
scuola media. A tenere gli incontri è stato il docente Kevin Bruce Legge, coordinatore del gruppo formazione
ragazzi dell’associazione Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) Cagliari Città Ciclabile, nata nel 1993
proprio allo scopo di promuovere la bicicletta.
INCONTRI SU REGOLE E USO DELLA BICI Nelle
settimane precedenti gli studenti hanno svolto incontri
teorici in aula, parlando delle parti, delle tipologie e dei
benefici derivanti dall’uso della bicicletta. Si è parlato
anche delle regole all’uso e del comportamento col mezzo a due ruote ed ora il 15 maggio nello splendido scenario della diga sul rio Leni è prevista una giornata dello
sport per l’inclusione con una pedalata finale e una mostra dimostrativa relativa al tema e gazebo della FIAB.
EDUCAZIONE E RISPETTO DELL’AMBIENTE «La
finalità principale di tale iniziativa - spiega Kevin Bruce
Legge, coordinatore del gruppo formazione ragazzi dell’associazione - è quella di promuovere e incentivare nelle
scuole l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto pulito, silenzioso e sicuro, al fine di formare i giovani in
materia di comportamento stradale e di sicurezza del traffico, che, cosa che non molti sanno, è un obbligo di legge da ormai più di oltre dieci anni. L’articolo 230 del
Codice della Strada modificato con l’entrata in vigore
della legge nazionale sulla mobilità ciclistica (n. 366/98,
art. 10), ha infatti introdotto l’educazione all’uso della
bicicletta come attività obbligatoria nelle scuole di ogni
ordine e grado, ivi compresi gli istituti di istruzione artistica e le scuole materne. Per questo motivo la Fiab Cagliari ha voluto realizzare un ciclo di incontri con le scuole elementari e medie del comune di Villacidro».
L’ASSOCIAZIONE FIAB Cagliari Città Ciclabile promuove la diffusione della bicicletta quale mezzo di trasporto ecologico, silenzioso, salutare, rispettoso dell’ambiente e della città. Fiab Cagliari Città Ciclabile progetta
interventi in un quadro di riqualificazione dell’ambiente
urbano e extraurbano, aderisce all’European Cyclists’ Federation ed è riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente
come associazione di protezione ambientale e dal Ministero delle Infrastrutture come federazione di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale.
Gian Luigi Pittau
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1 maggio 2016
Villacidro. Tra un mese il rinnovo del consiglio comunale
Federico Sollai
Marco Leo
Dario Piras
Villacidro
Giovanni Spano
Elezioni, i primi candidati escono allo scoperto
Mancano ancora pochi giorni alla consegna delle liste e
finalmente si conosceranno i nomi dei candidati che gli
elettori saranno chiamati a votare. Il tempo stringe e si
cercano alleanze dell’ultimo minuto tra accordi e litigi.
C’è da chiedersi quante saranno le liste e, a sentire i proclami, i candidati alla poltrona di sindaco dovrebbero essere almeno quattro.
FEDERICO SOLLAI. Il centrosinistra ha già da tempo
sciolto le riserve e scenderà in campo con l’attuale vicesindaco Federico Sollai che in questi anni di amministrazione comunale ha dimostrato le sue competenze.
Della coalizione fanno parte quasi tutti i partiti del centrosinistra e sono aperte le trattative per portare all’interno della lista anche gli esponenti di Sel.
ASSEMBLEA PERMANENTE. Non ha ancora un candidato ufficiale questo movimento di cittadini creatosi
spontaneamente nei primi giorni infuocati della protesta
contro la Tari. Antonio Muscas, attuale consigliere di
minoranza, assicura che il movimento presenterà una lista che si chiamerà “Bentu Nou”. Non c’è ancora il nome
del candidato a sindaco anche se di recente si è parlato
del consigliere di minoranza Marco Leo. Assemblea Permanente vuole ripartire per il rilancio di Villacidro dai
programmi prima ancora di fare i nomi dei candidati.
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UNIDOS. È ormai certa la presentazione di una lista da
parte del gruppo fondato dal deputato Mauro Pili. A guidare la lista sarà Dario Piras (Unidos) e al suo fianco ci
sarà Marco Pibiri, una delle anime più accese della protesta contro la Tari.
SPERAS E POSSIBILE Una quarta coalizione è invece
formata da “Speras”,e dal comitato “Possibile Giovanni
Falcone” guidato dall’ex assessore Adriano Muscas che
fa riferimento a Pippo Civati e Thomas Castangia. Con
loro (ma non c’è ancora l’ufficialità) dovrebbe schierarsi
una parte del movimento “Assemblea permanente”. Non
c’è ancora il nome del candidato ufficiale ma si parla di
Giovanni Spano, figlio dell’ex presidente della Regione
Salvator Angelo Spano. Della coalizione farà parte anche Gessica Pittau (Speras), attuale consigliere di minoranza.
GLI ALTRI SCENARI Intanto nello scenario della politica villacidrese si lavora ancora in silenzio e non è esclusa la presentazione di una coalizione portata avanti dagli
esponenti di Cinque Stelle mentre un’altra potrebbe avere
una connotazione politica di centrodestra ma ci sono ancora dubbi sui nomi dei candidati a sindaco: si ricercano
volti nuovi per rinnovare la politica villacidrese.
Gian Luigi Pittau
Flashbook per le strade
nella giornata mondiale del libro
Le ragazze del Club di Jane Austen tornano ad animare le vie
e i luoghi storici di Villacidro con le loro attività: questa volta, in occasione della “Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore” del 23 aprile, dopo l’apparizione mattutina del
circolo su SardegnaUno, le sue componenti si sono date appuntamento in piazza Frontera per la prima tappa del “flashbook” letterario. All’incontro delle lettrici, nascosti ma bene
in vista, c’erano anche William Shakespeare, Joyce Lussu,
Miguel de Cervantes, Alda Merini, Sergio Atzeni e Giuseppe Dessi: tutti opportunamente omaggiati attraverso letture
degli estratti delle loro più belle opere. « Io credo nella cultura - aveva ricordato pochi giorni prima la fondatrice del Club
Giuditta Sireus - e non importa se arriveranno quattro persone, ne assisteranno due o una sola: in cuor mio so che sarà
importante quel seminare e quel dire, perché leggere ci fa
star bene e ci rende migliori». Il flashbook era quindi proseguito in via Roma e piazza Zampillo, quindi per via Ponti de
su Vicariu sino al Lavatoio Pubblico, per terminare in via
Nazionale. La serata si è conclusa con la tavola rotonda delle
19 sull’importanza della promozione e della valorizzazione
della lettura al Mulino Cadoni.
Francesca Virdis
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1 maggio 2016
Lunamatrona
Apertura parco e pulizia del paese:
le due questioni “calde” del momento
D
urante la scorsa edizione del giornale, si è affrontata la
questione riguardante l’apertura del parco comunale. In
quell’occasione, ci veniva spiegato dall’assessore Marco
Murru che, per l’assegnazione della gestione della struttura,
sarebbe stato necessario attendere il completamento di alcune procedure burocratiche per ufficializzare il vincitore del
bando. Ebbene, l’iter è stato espletato, e il parco comunale
per i prossimi quattro anni sarà gestito da Maurizio D’Agostini, attuale gestore del distributore di benzina del paese.
Contattato per saperne di più sulla questione, il futuro responsabile del parco ha risposto: «Dobbiamo mettere in conto almeno un mese per l’apertura della struttura, purtroppo
c’è ora da espletare una nuova parte burocratica per l’apertura del chiosco, le cui responsabilità non sono di competenza
del Comune. Capisco perfettamente chi si lamenta per questo “disservizio”. Ci tengo però a far sapere che è mia intenzione, qualora i tempi si allunghino troppo, aprire il parco
prima possibile magari anche senza la contemporanea apertura del chiosco, dopo, ovviamente, averlo liberato dalla sporcizia e dalle erbacce. Quest’anno il passaggio della gestione
ha contribuito ad allungare i tempi; una volta che si entrerà a
regime è però mia intenzione fare in modo che la struttura
rimanga aperta durante l’intero anno, nel periodo invernale
solo nel fine settimana, e allo stesso tempo fare in modo che
il parco apra quotidianamente con l’arrivo della primavera».
Ad agitare gli animi dei cittadini vi è poi un’altra
questione particolarmente calda: il servizio di pulizia delle strade e della gestione del verde pubblico.
Motivo di tali proteste l’evidente stato di scarsa pulizia del paese che si evince soprattutto dalle troppe erbacce
presenti all’interno del centro urbano. Per ovviare a questo
problema, l’amministrazione comunale ha organizzato, lo
scorso 23 aprile, una “giornata ecologica” durante la quale,
oltre alle associazioni del luogo, tutti i cittadini sono stati
invitati a partecipare per un servizio di volontariato di pulizia ed estirpazione delle erbacce. Le polemiche di tante persone non si sono fatte attendere. Motivo? Chi protesta sottolinea come un servizio essenziale non possa essere portato avanti con azioni di volontariato.
A spiegare il perché di quest’iniziativa è lo stesso sindaco
Alessandro Merici: «Quest’appello di volontariato è una
soluzione tampone attuata perché siamo in una situazione
di emergenza. Abbiamo un problema legato al bilancio comunale che, per svariati motivi, non potrà essere approvato
prima del prossimo maggio. Le nuove regole del patto di
stabilità, che impone un bilancio armonizzato, ci impediscono di poter usufruire di risorse da girare al servizio di
pulizia. Purtroppo, vista la concomitanza del problema legato alla non approvazione del bilancio e all’arrivo di una
primavera anticipata, abbiamo dovuto prendere questa de-
cisione che, ripeto, è solo determinata da un’emergenza del
momento».
Fra le tante polemiche vi sono quelle di diversi cittadini
che fanno notare come, su questo tema, vi sia una discrepanza fra quelli che erano gli intenti dell’Amministrazione
Comunale capeggiata dal sindaco in campagna elettorale e
l’attuale modus operandi del gruppo di maggioranza. A tal
proposito, ci tiene a spiegare lo stesso Merici: «Rimane in
piedi il nostro programma illustrato durante la campagna
elettorale che prevedeva l’esternalizzazione del servizio di
pulizia e la manutenzione del verde pubblico facendo in
modo che, parallelamente, nasca qualche nuovo posto di
lavoro nel settore. Per far questo dobbiamo però sintonizzarci meglio con queste nuove regole del “bilancio armonizzato” e programmare con maggior anticipo, dal prossimo anno, l’approvazione del bilancio comunale. È nostro
obiettivo trovare la formula giusta che ci consenta di rendere concreti quelli che erano i nostri programmi elettorali
che, ribadisco, non abbiamo assolutamente messo da parte.
Ci tengo a far sapere che ci stiamo già lavorando».
Simone Muscas
Villamar. Elezioni comunali alle porte
Serramanna
Quali le speranze e le aspettative dei cittadini?
Jamal B-day Memorial, in
ricordo dell’amico scomparso
Dopo due legislature dell’Amministrazione Comunale capeggiata da Piersandro Scano, a Villamar è tempo di elezioni per
il rinnovo del consiglio comunale. In attesa di avere l’ufficialità sui nomi dei prossimi candidati a sindaco e degli aspiranti consiglieri, dilagano parallelamente le riflessioni fra i
cittadini sui programmi che la prossima squadra di amministratori dovrebbe mettere in atto. Per fare il quadro della situazione ho cercato di raccogliere le risposte più frequenti da
un sondaggio Facebook (lanciato da me e a cui in tanti hanno
risposto in privato), dal titolo: “cosa faresti se fossi il nuovo
sindaco?”.
La percentuale maggiore di risposte ha virato principalmente
sul discorso lavoro. E non potrebbe essere altrimenti, visto
che da alcuni recenti dati, il Medio Campidano è in questo
momento la Provincia con il reddito pro capite più basso d’Italia. Da dove ripartire? Sono in tanti a rispondere come il clientelismo elettorale sia un modus operandi oramai superato;
qualcuno fa notare che, al di là della fazione di turno, spesso
alcune campagne elettorali del passato sono state condotte
anche sulla base del “dammi il voto, io ti renderò questo favore”. Il fenomeno non è certo presente solo a Villamar, ma
da politiche di questo tipo sono in tanti che si dicono pronti a
dissociarsi.
Come l’Amministrazione Comunale potrebbe rilanciare economicamente il paese? L’agricoltura e la pastorizia sono due
risorse importanti e collaudate, ma anche il settore edilizio,
ed in particolar modo le aziende di intonaco, rappresentano
ormai da anni un brand del paese. Sulla base di queste considerazioni sono tanti coloro che chiedono che alcune manifestazioni del passato vengano riproposte, su tutte: sagre oggi
scomparse per aumentare l’offerta dei prodotti tipici del paese o iniziative come la fiera dell’edilizia, tutti eventi che, se
rilanciati, potrebbero forse fare da apripista ad altre iniziative più concrete e di maggior levatura.
Chi amministrerà, emerge dalle risposte, dovrà inoltre osare
di più rispetto al passato su un aspetto: la valorizzazione delle risorse del luogo. Da troppi anni si è smesso di scommetere sull’arte e la cultura. Il paese rappresenta uno snodo im-
portante verso il nuraghe di Barumini (patrimonio dell’Unesco), il castello di Las Plassas, Sa Corona Arrubia e la Sardegna in miniatura. Villamar, oltre alle tante chiese romaniche,
ha il retablo di Pietro Cavaro, una necropoli punica e, seppur
in numero inferiore rispetto al passato, una serie di murales
attraverso i quali altri paesi (San Sperate ed Orgosolo su tutti) hanno costruito buona parte della propria economia. Si
chiede alla nuova Amministrazione di essere dinamica e lungimirante sotto quest’aspetto, in modo che possano essere
gettate le basi per “far gruppo” con i tanti artisti, artigiani e
hobbisti che avrebbero tanto da offrire sia in termici economici che di immagine. Più di una persona fa poi notare che
avvenimenti, quali “Autunno in Barbagia” tanto per citarne
uno, riescono a dar lustro a centri ben più isolati della Sardegna. Occorre quindi credere di più nelle risorse del territorio
che, dalla sua parte, ha la fortuna di essere una meta più facilmente raggiungibile rispetto ad altre realtà.
Altro tema di riflessione verte su alcuni luoghi del paese abbandonati a sé stessi di cui spesso si è parlato in questo giornale (palestra, piazza ex municipio, campanile, strutture sportive). Su questo argomento è emerso, a più riprese, come
l’Amministrazione negli ultimi anni abbia accusato il colpo
sul patto di stabilità e con esso si sia trovata spesso impossibilitata a concretizzare su quanto pianificato.
Fra chi ha risposto c’è chi vuole però mantenere un profilo
più realista e sottolinea che, visti i tempi, occorrerà non fare
troppi voli pindarici poiché alcuni servizi essenziali potrebbero venir meno visti i numerosi tagli economici di Stato e
Regione. Una buona fetta di intervistati lancia poi un appello
ad una maggiore unione fra i cittadini: servirà più spirito di
gruppo perché demandare tutto ai nuovi amministranti e perdere di vista il fatto che il paese lo fanno in primis le persone,
sarebbe un grave errore.
Infine l’obiettivo che in tanti si auspicano è che fenomeni
come lo spopolamento e la scarsa natalità possano avere
un’inversione di tendenza e il paese possa tornare agli antichi splendori, per popolazione, creatività e spirito di collaborazione. (s. m.)
Un amico che va via da questo mondo troppo presto, porta
con sè un pezzo del nostro cuore e tiene per mano la nostra
anima per sempre. Per noi gli anni passano, ma per lui, nei
nostri ricordi, il tempo si fermerà e la sua giovinezza resterà
immutata.
Anche Gianmarco non andrà mai via e, a un anno dalla sua
prematura
scomparsa, i
suoi amici e
l’intera comunità serramannese lo
ricordano con
il Jamal Bday Memorial. Musica,
fratellanza e
solidarietà
per sentirsi
più vicini e
affrontare in
maniera positiva la mancanza di un giovane di grande bontà
che viveva i suoi giorni riempiendoli di musica, la sua grande passione.
L’evento è stato pensato e voluto dai suoi “fratelli”, che si
sono impegnati nella raccolta dei fondi e hanno costruito,
montato, colorato, organizzato attività per i bambini, allestito una bellissima mostra fotografica con gli scatti di Gianmarco Venuto e delle loro foto insieme a lui. Hanno lavorato
insieme in armonia, regalando a tutti due serate di bella musica e ricordi speciali, con tante band, voci e suoni che si
sono fusi in un unico canto che sicuramente è arrivato sino a
Gianmarco, che ha sentito il loro amore e sa che non lo scorderanno mai. E lui, ovunque sia ora, sarà sempre con loro.
Francesca Murgia
Serramanna: al buio la strada per la chiesetta di Santa Maria
Anni fa, il ponte che collega Serramanna alla chiesa campestre di
Santa Maria veniva utilizzato prevalentemente durante il giorno, dagli agricoltori che dovevano raggiungere i loro terreni e dai residenti
di una piccola manciata di case sparse. La notte, al buio, veniva percorso raramente. Solo nei giorni della festa, a settembre, era animato
dall’allegro passaggio di automobili e pedoni e illuminato da lucine
colorate che conducevano sino alla bella chiesetta. Da alcuni anni
però, con l’arrivo della primavera, quel ponticello silenzioso è molto
più trafficato. C’è chi si reca al chiosco bar e magari cena lì, circondato dalla tranquillità e dai suoni rilassanti della campagna. Un grup-
po della parrocchia si riunisce abitualmente nel sagrato della chiesa e
lì svolge attività religiose. Spesso vengono organizzate manifestazioni
e fino a tarda ora persone di tutte le età si trattengono oltre il ponte.
Molti vi si recano a piedi oppure in bicicletta e percorrerlo al buio
diventa una pericolosa impresa. L’unica luce, quando c’è, è quella dei
telefoni cellulari. I tempi sono cambiati e sarebbe quindi opportuno
che località Santa Maria, allo scopo di rendere più sicuri gli spostamenti e prevenire gli spiacevoli incidenti che potrebbero accadere,
venisse finalmente collegata al centro abitato da una fonte di illuminazione permanente. (f. m.)
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1 maggio 2016
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Serramanna. XVI Edizione della Mostra dell’Artigianato
Un’esposizione di pittura, scultura,
decoupage e lavori all’uncinetto
Si è conclusa lunedì 18 aprile la tre giorni espositiva durante
la quale i soci dell’associazione Anni d’Argento hanno potuto esporre le proprie opere, frutto di diversi talenti artistici.
La “Mostra dell’Artigianato del socio”, giunta alla sua sedicesima edizione, è rimasta aperta al pubblico un intero fine
settimana, organizzata presso i locali dell’associazione allestiti nel Centro sociale di via Rosselli. Un’edizione caratterizzata da una ricca esposizione, che ha presentato ai visitatori i lavori di artigianato realizzati dai soci in diversi settori,
dalla pittura e scultura, al decoupage ed uncinetto, ed ancora
vimini, traforo ed intaglio, fino alla riproduzione in scala di
velieri e di antichi oggetti ed attrezzi da lavoro in miniatura
ma perfettamente funzionanti e tanta altra oggettistica frutto
della fantasia.
Ventuno gli artisti artigiani: Rosaria Mannias, Giuseppe Orru,
Carlo Fava, Maria Pes, Francesco Podda, Rosa Piras, Giampaolo Cadoni, Irma Piano, Giuseppe Carboni, Landa Bono,
Elvira Marras, Bettina Maffei, Marina Musiu, Liliana Sanna,
Concetta Grigoli, Mario Sciola, Edoardo Sciola, Cristian Pil-
litu, Fausto Pillitu, Fioralba Zucca hanno offerto alla curiosità del pubblico le proprie realizzazioni accompagnando i curiosi durante la visita alla mostra. A tutti gli espositori verrà
consegnato un riconoscimento per l’impegno profuso e la
disponibilità dimostrata durante la serata organizzata in occasione della “Festa dell’anziano” che si terrà domenica 8
maggio.
Elena Fadda
Serramanna. Associazione Anni d’Argento
Serramanna
Eletto il nuovo direttivo: Gisella Arcais presidente
Maggio, un mese
ricco di appuntamenti
In oltre vent’anni di attività
l’associazione “Anni d’Argento” di Serramanna è cresciuta sia come numero di
iscritti che nelle attività programmate. Lo scorso martedì 12 aprile, con l’insediamento del nuovo direttivo
eletto dall’assemblea dei
soci, si è provveduto alla nomina del nuovo presidente
dell’associazione per il prossimo biennio. Il nuovo direttivo, profondamente rinnovato, è composto da undici soci
e si connota per una significativa presenza femminile.
Sono stati eletti nel nuovo
consiglio Irma Piano, Carlo
Fava, Gisella Arcais, Rosa
Piras, Maria Angela Mancosu, Maria Serena Matta, Melis Francesco, Natale Lilliu,
Riccardo Chia, Adriana Puddu e Giorgio Cordedda.
Fra i componenti del nuovo
consiglio è stato individuato
un organismo esecutivo più
ristretto composto per l’80%
da donne a cui sono stati as-
segnati tutti incarichi di responsabilità. M.Angela Mancosu è stata confermata cassiere, affiancata da Rosa Piras amministratrice e Gisella
Arcais segretaria, unico
uomo dell’esecutivo Carlo
Fava con l’incarico di vice
presidente, e Irma Piano, primo presidente donna dell’associazione.
Il nuovo consiglio direttivo ed
esecutivo si è insediato a pochi giorni dall’appuntamento
annuale con la mostra dell’anziano e a poco meno di due
settimane dalla Festa dell’anziano programmata per domenica 8 maggio. Molto
impegno ed altrettanto entusiasmo in una nuova squadra
che si presenta con la volontà
di confermare i programmi e
le iniziative per le quali l’associazione si è contraddistinta in questi anni e di avvicinare i soci ed appassionarli
alle attività programmate, con
nuove iniziative e nuove collaborazioni. (e. f.)
Pabillonis
Pabillonis
Combattere il randagismo
e risparmiare 20mila euro
Illuminazione pubblica
con lampioni Led
Pabillonis vanta il triste primato del randagismo. Tra paese e
campagne, per mettere in sicurezza persone e cani, tra vaccinazioni, assistenza, sterilizzazione e altri dettagli, l’amministrazione spende circa 40mila euro. La giunta intende combattere il problema sensibilizzando la popolazione affinché ci
siano meno abbandoni, prima causa del fenomeno, e aumentino le adozioni. «Attualmente nella struttura canile del comune sono ricoverati 38 cani - spiega il sindaco Riccardo Sanna
- L’intenzione e quella di sensibilizzare la popolazione attraverso campagne informative e promozione a non abbandonare, a sterilizzare e ad adottare i cani. L’obiettivo è dimezzare
la quantità di randagi sul territorio e risparmiare così la spesa
per accudirli. Si ricupererebbero circa 20mila euro che potrebbero essere utilizzati per altre necessità». (s. p.)
In un recente consiglio comunale, tra le opere e gli interventi che il comune di Pabillonis vorrebbe portare
avanti è emersa la volontà di investire meglio i soldi pubblici. Tra le tante proposte da prendere in considerazione ha preso corpo l’intento di intervenire sull’illuminazione pubblica. Sono oltre 600 i punti luce. Man mano
che si procederà nella manutenzione, l’amministrazione
provvederà a sostituirli usando nuove tecnologie “Led”,
che, oltre ad avere un migliore rendimento di luminosità, hanno un consumo di energia elettrica decisamente
inferiore, dettaglio che, nel tempo, consentirà di risparmiare soldi pubblici. Soldi che potranno essere investiti per altre opere.
Saimen Piroddi
Nel bel mezzo della primavera, che si annuncia molto mite e
con giornate piacevoli, il calendario delle iniziative per i serramannesi e per tutti coloro che vorrano visitare il paese è
fitto di appuntamenti aperti alla partecipazione.
Sabato 7 maggio, alle ore 19.30 presso l’oratorio della parrocchia di Sant’Ignazio si terranno le audizioni e selezioni
per la prima edizione di “Serramanna Got Tatent” a cui è
possibile iscriversi entro il 1° maggio; i finalisti si esibiranno
in occasione della Festa della Mamma. Domenica 8 maggio
sarà la volta della terza edizione del “Trofeo Città di Serramanna”, corsa regionale su strada aperta agli atleti di tutte le
categorie regionali ed accompagnata come manifestazione
di contorno dalla Fiera Mercato.
Sempre domenica 8 maggio, l’associazione Anni d’Argento
organizza la “Festa dell’Anziano”, ormai consueto appuntamento durante il
quale oltre ad organizzare un allegro
momento conviviale
vengono consegnate
delle targhe ricordo a
tutti i novantenni residenti.
Sabato 14 e domenica 15 maggio il paese
si apre e accompagna
i visitatori in un percorso di informazione e conoscenza animato dai bambini e
dai ragazzi della scuola primaria e secondaria all’interno della manifestazione “Monumenti Aperti” a cui il Comune di
Serramanna aderisce per il secondo anno consecutivo presentando nuovi monumenti e nuovi percorsi da scoprire. Nello
stesso fine settimana sono programmati i festeggiamenti per
Sant’Isidoro, protettore degli agricoltori, durante i cui festeggiamenti è organizzata la sfilata, molto ricca e suggestiva, delle cosiddette “Is traccas”, che riproducono frammenti
della vita contadina, riportando alla memoria fatiche e gioie
di una vita agropastorale oggigiorno completamente cambiata, seguita da numerosi gruppi folk coi propri bellissimi e
colorati costumi sardi.
L’ultima settimana di maggio si chiude con i festeggiamenti
in onore di Sant’Ignazio da Laconi, il cui programma sia
religioso che civile dei festeggiamenti è in fase di completamento. (e. f.)
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1 maggio 2016
GUSPINI
A sinistra: lo spiazzo de Sa Funtana de su Seddaiu.
In alto: il Monte Granatico e un forno di calce
Uno sguardo al passato
SA FUNTANA DE SU SEDDAIU
Passeggiando lungo le strette strade del centro storico è
possibile vedere, di tanto in tanto, tra un palazzotto e l’altro costruiti dopo il 1960, alcuni grandi portoni con caratteristiche architettoniche che ancora testimoniano l’antica presenza di culture diverse.
Nel centro abitato si distinguono nettamente due parti. La
prima, quella più antica, posizionata al centro del paese ai
piedi del monte Santa Margherita, presenta le sue amene
casette non molto alte e ristrutturate, alcune delle quali
mantengono la struttura delle vecchie corti e i segni dell’antichità con fregi sotto i cornicioni e piccoli archi sulle
finestre (Casa Loi) o conservano gelosamente disegni sulle
pareti esposte all’interno delle stanze.
Sino agli inizi del 1600, quando la chiesa principale di
Guspini era quella di Sant’Alessandro, dove c’è l’attuale
edificio ex scuola elementare Sanna, il luogo pubblico (il
Forum), successivamente denominato piazza, o luogo delle
adunanze dove la popolazione si riuniva, era lo spiazzo
de sa funtana de su seddaiu, accanto alla via Giardini,
che sino al periodo fascista forniva l’acqua potabile all’intero rione. Il pozzo veniva così chiamato perché nelle
sue vicinanze c’era la bottega di un sellaio di cognome
Saba, assai abile nella costruzione dei finimenti per gli
animali da sella o da lavoro. Dal 1350 al 1650 circa, come
risulta da fonti storiche, lo spiazzo è stato il luogo in cui
venivano prese le decisioni amministrative, commerciali,
politiche e religiose della vita urbana.
IL MASTIO ARAGONESE
Nel 1700, con il vescovo mons. Pilo, una parte dell’edificio fu adibito a Monte Frumentario
Nel 1576 e nel 1630 si registrarono le maggiori stragi per
peste e anche a Guspini fu imposto dalle leggi spagnole di
isolare chi ne fosse colpito per evitare ulteriori contagi.
In applicazione delle allora norme di ordine e salute pubblica sorse, nella località che oggi è conosciuta come
Monte Granatico, una sorta di lazzaretto.
Anticamente la sua posizione era a sud-ovest del borgo
storico di Guspini. Più sotto, al di là del bastione aragonese, vi era un fossato dove scorrevano le acque piovane
provenienti dalla località di Bingias de susu. Era un’area
recintata e attorno al mastio si costruirono capanne di paglia e fango che rappresentavano, per gli sfortunati che
arrivavano, un luogo di isolamento e di morte. Era chiuso
e custodito da guardie. I soccorsi agli appestati venivano
solo da religiosi o da preti che vi celebravano la messa
aiutati da laici aderenti all’Ordine Cavalleresco di San
Giovanni.Cessata l’epidemia, le capanne furono distrutte.
Dopo il 1630, finita la seconda ondata di moria per peste,
di fatto nella chiesa di Sant’Alessandro cessarono le celebrazioni liturgiche e vi restò soltanto la sede della Confraternita del Rosario. Le celebrazioni religiose proseguirono
nella nuova parrocchiale di San Nicolò e nella chiesa di
Santa Maria.
I FORNI DI CALCE
Le famiglie, sino al 1960, erano costituite da numerosi componenti, mentre le poche redditizie attività della campagna
non erano sufficienti a garantire una dignitosa sopravvivenza, e per questo le nostre genti impararono capacità e
conoscenze particolarmente apprezzate nel campo dell’imprenditoria artigianale.
Sono diversi i guspinesi che hanno dato lustro alla propria
terra natia creando piccole e grandi aziende che hanno fatto dei loro prodotti un vanto per il paese.
Tra le arti tipiche di Guspini ebbe particolare importanza
per l’economia la produzione, assai diffusa, della calce.
Bambine/i, ragazze/i e donne si inoltravano lungo i sentieri che attraversano le colline di argilla di Cuccureba per
cercare le pietre bianche e venderle ai proprietari delle
fornaci o calcinaie. I forni venivano costruiti dove era facile reperire le materie prime necessarie: legna, acqua e
pietre bianche, assieme alla conoscenza dei segreti della
lavorazione, erano alla base della produzione della calce.
Una volta terminate le operazioni preliminari si provvedeva a caricare il forno. La fase del suo riempimento era la
più faticosa, poiché si provvedeva alla raccolta e al trasporto, per lo più a spalla, del materiale: una prima squadra d’operai si occupava della materia prima e una seconda squadra del legnatico. Nella parte centrale, più vicina al
fuoco, erano posti i blocchi più grandi, mentre man mano
che ci si allontanava si sceglievano i pezzi più piccoli.
Terminata la fase di riempimento si procedeva all’accensione del fuoco nel fornello appositamente predisposto. A
ridosso del forno era allestito un piccolo ambiente utilizzato dagli operai come riparo sia nei mesi estivi che invernali.
Il lavoro e la fatica sostenuta dagli operai erano immani:
infatti, per portare a compimento il processo di cottura di
un solo forno, era indispensabile la manodopera di almeno 8-10 persone, che si alternavano per due alla volta per
un intero mese, sia di giorno sia di notte. In molti casi il
lavoro era svolto da squadre ridotte, e allora la fatica era
ancora maggiore, anche perché era prioritario non far spegnere il fuoco altrimenti tutto il lavoro sarebbe stato inutile.
La tecnica per la cottura delle pietre calcaree si tramandava nel tempo fra le famiglie, ma solo in poche erano in
grado di eseguirla in modo perfetto. Non bisognava solo
far fuoco, era necessario conoscere i materiali necessari e
soprattutto i tempi e il grado di cottura.
La calce così prodotta riusciva a soddisfare le esigenze di
un villaggio intero. Veniva usata, mescolata alla sabbia,
come materiale per la costruzione delle case, come intonaco, per l’imbiancatura dei locali (date le sue caratteristiche disinfettanti), così come in agricoltura.
LE SCUOLE
Anticamente l’istruzione della popolazione era gestita dai
sacerdoti che, oltre alla dottrina cristiana, dovevano insegnare a leggere, scrivere e far di conto. Le spese dell’istruzione primaria erano tutte finanziate dal legato del prete
Mancosu: i fondi erano destinati alla scuola per il materiale scolastico essenziale, mentre per locali si utilizzarono le abitazione dei sacerdoti.
L’iniziativa fece scalpore ovunque. La scuola fu resa ufficiale da una Bolla del Pontefice Pio VI che esonerò il paese di Guspini dal pagamento delle decime per l’utilizzo
filantropico delle tasse. La frequenza obbligatoria vi era
solo per le prime due classi. Nel 1863 fu istituita la terza
classe, dedicata ai maschi, per evitare che le famiglie
mandassero fuori dal paese i propri figli per continuare
l’istruzione.
Intorno al 1839 i sacerdoti vennero esonerati dall’istruzione ma nella popolazione si manifestò il malcontento e
pertanto furono riammessi all’insegnamento.
La scuola diventò pubblica nel 1863 e da quel momento
l’istruzione fu completamente gestita dal Comune. Gli edifici scolastici più antichi sono la Scuola Sanna, del 1889,
e la Scuola Grazia Deledda del 1920.
Mauro Serra
San Gavino. Lasciano il presidente, il vice e il segretario
Collinas. La biblioteca si arricchisce
Dimissioni in massa nella consulta giovanile
Oltre ai libri, musica e mostre
Terremoto nella consulta giovanile
con le dimissioni di alcuni dei suoi
componenti più rappresentativi. Lasciano l’incarico il presidente Fabio
Angei e il vice Lorenzo Pani: «Le nostre dimissioni - spiegano - sono irrevocabili: non sussistono le condizioni minime lavorative per proseguire l’anno sociale in corso e, quindi,
per mantenere in piedi gli organi direttivi. Speriamo che la consulta in
futuro possa contare su nuovi soci per
essere finalmente un organo rappresentativo delle istanze dei giovani
sangavinesi. Continueremo il nostro
lavoro nel mondo dell’associazionismo».
Si dimette anche il segretario Lorenzo Argiolas: «La motivazione viene
anche dal fatto che non vi è mai stato, nel concreto, un vero e proprio
dialogo con l’amministrazione comunale e con l’assessore di riferimento, fatto salvo per alcuni sporadici eventi. Spero che il mio impegno non sia stato vano e che la consulta giovanile torni ad essere vero e
proprio punto di riferimento per i ragazzi sangavinesi».
E in paese sono sempre più i giovani
che fanno le valigie in cerca di quel
lavoro che rimane per tanti solo un
lontano miraggio.
Gian Luigi Pittau
Fabio Angei
Una mostra dedicata alla fantascienza,
una nuova aula multimediale, un laboratorio estivo. Sono le tre iniziative che
il Comune ha messo in campo, in collaborazione con l’Unione Comuni Marmilla, la Cooperativa Agorà Sardegna
ed il Sistema Bibliotecario Marmilla.
“In esposizione - spiega la bibliotecaria, Cinzia Tuveri - 150 titoli fra dvdvhs-libri, per adulti e ragazzi, che raccontano la storia e le metamorfosi di
un genere originatosi agli albori dell’era illuministica, il quale non ha mai
smesso di rivolgersi al presente, raccontandone metaforicamente i fantasmi, le speranze, le mostruosità, le prospettive future, utilizzando a tal fine
tutti i linguaggi della modernità: letteratura, cinema, fumetto, televisione,
web, gioco e videogioco, attraversandoli trasversalmente e contaminandoli
transdimensionalmente”.
Un’aula multimediale, completamente rinnovata con arredi e attrezzature,
con uno spazio nel quale usare pc e
stampanti, ascoltare musica, visionare vhs e dvd, leggere, sfogliare un
giornale, e socializzare. Infine laboratorio dedicato ai bambini dai 6 ai
13 anni, la cui tematica ha preso spunto dal centenario della pubblicazione
della teoria della relatività di Einstein:
“Alla scoperta dello spazio”.
Santina Ravì
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1 maggio 2016
11
ARBUS
Una chiacchierata
con tre componenti
del Consiglio Comunale
VERONICA ARU
Assessore alle Politiche Sociali.
Sì, dice che la politica sia un settore in cui
prevale molto la figura maschile. È d’accordo?
Si è qualcosa di innegabile, che è legato al
ruolo della donna nella storia della nostra
società, e di conseguenza anche in politica.
Ritengo che le donne stiano dimostrando di
poter far bene anche in questo settore, inoltre sono portatrici di un punto di vista diverso da quello maschile indispensabile per analizzare le diverse tematiche in tutta la loro
complessità.
Qualcuno le ha mai detto che un uomo sarebbe più capace e portato nel suo ruolo?
No, non mi è mai capitato, anzi a dire la verità in particolare per quanto riguarda l’Assessorato alle Politiche Sociali spesso si sostiene che siano più portate le donne per la maggiore sensibilità che ci contraddistingue.
Le donne in politica sono ancora molto poche: mancanza di fiducia che si ripone nella politica o perché si pensa che tanto una
donna in questo ambito avrà comunque
un ruolo minore?
Sì, purtroppo è vero. Fortunatamente la composizione del nostro consiglio comunale
smentisce questo fatto: siamo per la metà
donne e questo debbo dire che per me è un
grande motivo di orgoglio. In generale comunque credo che il fatto che le donne siano
ancora molto poche in politica sia dovuto a
preconcetti culturali.
Una donna impegnata politicamente deve
faticare di più per dimostrare le sue capacità?
Penso che una donna impegnata politicamente debba essere giudicata per quello che fa e
per quelle che sono le sue competenze e le
sue capacità. Spesso assistiamo ancora a deplorevoli atteggiamenti nei confronti delle
donne che vengono giudicate più per aspetti
estetici o di genere che non per il loro impegno e per i risultati ottenuti.
In politica le donne riescono ad allearsi e
a collaborare tra loro?
Assolutamente sì, collaboro tanto con le altre donne, ottenendo spesso e volentieri risultati di gran lunga più importanti di quelli
che otterrei operando da sola. Si sbaglia quando si pensa che le donne non riescano a collaborare tra loro e che non abbiamo la stessa
capacità di allearsi e di collaborare che hanno gli uomini.
Pensa che la donna oggi sia riuscita a raggiungere la parità o c’è ancora parecchia
strada da fare?
C’è ancora parecchia strada da fare, ma mi
pare che, sia a livello locale che nazionale, si
sia intrapresa la giusta via per affermare e
consolidare la pari dignità e professionalità
della donna in ogni settore; certo le battaglie
saranno ancora tante, ma non ho alcun dubbio che le donne saranno protagoniste del
cambiamento.
Per lei cosa rappresenta l’8 marzo?
Per me costituisce un simbolo delle battaglie
vinte e di quelle che devono essere ancora
combattute. Troppe sono le disparità che ci
penalizzano. Basti pensare che a parità di
mansioni spesso le donne percepiscono dei
salari di gran lunga inferiori a quelli maschili. I valori e le battaglie di cui si parla l’otto
marzo devono essere messe in pratica e rispettate tutti i giorni dell’anno.
Veronica Aru
Alessandra Peddis
Emanuela Paschino
Tre donne impegnate in politica: Veronica Aru,
Alessandra Peddis ed Emanuela Paschino
di Adele Frau
ALESSANDRA PEDDIS
Consigliere di minoranza
lista Arbus Civica.
Si dice che la politica sia un settore in cui
prevale molto la figura maschile. È d’accordo?
Purtroppo questo è un dato reale ed oggettivo; le donne rivestono ruoli politici che contano solo perché questi sono imposti dalla
legge. Alcune volte ho pensato che i pregiudizi negativi sulla donna in politica facessero parte del passato e non del mio presente,
ma la realtà dei fatti è che gli uomini continuano ad affermare una presunta nostra inadeguatezza per tenerci lontane da posizioni
prestigiose. Le donne riescono a gestire e ad
affrontare tanti impegni contemporaneamente: dal lavoro, alla casa, alla famiglia.
Le donne in politica sono ancora molto
poche: è mancanza di fiducia che si ripone
nella politica o perché si pensa che tanto
una donna in questo ambito avrà comunque un ruolo minore?
Non si tratta di mancanza di fiducia ma piuttosto di uno stereotipo difficile da sradicare
in cui non c è spazio per la donna in politica,
come se fosse contro natura la sua presenza.
Quello che poi va a nostro svantaggio è il
fatto di dover competere con un sistema maschile fatto di solidarietà e legami forti; è dura
entrare in competizione con un uomo se noi
donne corriamo da sole senza supportarci a
vicenda. Le donne che ricoprono cariche
politiche di un certo rilievo non hanno bisogno di faticare per farsi accettare dagli uomini, dimostrano ogni giorno il proprio valore,
la propria competenza e abilità.
Pensa che in Italia potremo avere presto
un presidente della Repubblica donna?
Abbiamo un Presidente della Camera donna
e presto o tardi potremmo avere anche un
Presidente della Repubblica donna. Quando
le donne si alleano e collaborano tra di loro
per finalità importanti ne escono sempre vincenti.
Pensa che la donna oggi sia riuscita a raggiungere la parità o c’è ancora parecchia
strada da fare?
Mi piacerebbe poter dire che oggi esiste una
vera parità fra sessi, ma non è così. Questo
non significa che sia una meta irraggiungibi-
le ma al contrario la realtà femminile è dinamica e in continuo mutamento. Basti pensare che oggi le donne possono lavorare pur
avendo una famiglia riuscendo a conciliare
tempi di vita e di lavoro, oppure che investono di più nella propria formazione o che diventano sempre più attive anche durante la
fase della terza età vivendo una sorta di riscatto sociale.
Per lei cosa rappresenta l’8 marzo?
Mi vengono in mente le tante campagne pubblicitarie che circolano durante la festività sui
social e sulla Tv contro la violenza sulle donne e mi rendo conto di come pian piano questa giornata venga svuotata del suo vero significato. Si dovrebbero festeggiare quelle
donne che lottano con tutte le proprie forze
per ottenere oggi quei diritti che a noi sono
stati concessi tanti anni fa. Vorrei che questa
giornata rappresentasse la donna e le sue battaglie quotidiane per la conquista della libertà e che celebrasse la voglia di emergere nonostante i limiti imposti da una società ancora troppo maschilista. È riduttivo portare
avanti una campagna antiviolenza l’8 marzo. Lo si dovrebbe fare ogni giorno.
EMANUELA PASCHINO
Consigliere di minoranza
lista Svolta per Arbus.
Si dice che la politica sia un settore in cui
prevale molto la figura maschile. È d’accordo?
Se consideriamo che su 28 l’Italia fa parte
dei 17 paesi in cui la presenza femminile
non ha ancora superato un terzo delle assemblee elette appare evidente il ruolo preponderante dell’uomo.
Qualcuno le ha mai detto che un uomo
sarebbe più capace e portato nel suo ruolo?
Nella mia recente esperienza come candidato a sindaco alcune persone sottolineavano l’inadeguatezza di una donna a ricoprire
un ruolo così importante. Mi sono sentita
dire che il sindaco deve essere un uomo perché gli uomini sono più decisi, non hanno
da seguire una casa, hanno più forza nelle
loro idee. La parte triste è che queste osservazioni sono venute da due donne.
Le donne in politica sono ancora molto poche: mancanza di fiducia che si ripone nella politica o perché si pensa che tanto una
donna in questo ambito avrà comunque
un ruolo minore?
Siamo poche ma solo perché mancano le
strutture per affiancare le donne che sono o
vogliono diventare mogli e mamme. La politica non nasce per maschi ma lo diventa
perché occupa, se ci si impegna realmente,
una parte importante delle proprie giornate.
Una donna impegnata politicamente deve
faticare di più per dimostrare le sue capacità?
Deve faticare di più a farsi ascoltare, ma
per quanto attiene alla dimostrazione delle
proprie capacità, uomo e donna partono sullo stesso piano. La dimostrazione della propria preparazione e competenza è misurabile oggettivamente.
Pensa che la donna oggi sia riuscita a raggiungere la parità o c’è ancora parecchia
strada da fare?
La parità tra generi è solo una speranza. In
politica sono le quote rosa a ricordarci che
la parità è ancora molto lontana. Perché noi
donne dovremmo essere “aiutate” ad essere
elette? Non sarebbe più giusto ascoltare quello che si dice, vedere quello che una donna
fa per il proprio paese e per i propri cittadini
anche lontano dal periodo elettorale? Nell’ambito lavorativo a parità di incarico lo stipendio di una donna è inferiore a quello dei
colleghi maschi: noi donne abbiamo ancora
molto da lottare.
Cosa rappresenta per lei l’otto marzo?
L’otto marzo si celebra la Giornata internazionale della donna. Rappresenta il risultato
delle lotte delle donne, le conquiste in campo sociale, economico, la possibilità di
emancipazione, il riconoscimento dei diritti, ma perché questa ricorrenza abbia un senso profondo deve servire anche a ricordare
le violenze e gli abusi a cui molte donne sono
state sottoposte in passato e ancora, purtroppo, oggi. Non mi piace chiamarla Festa, perché il consumismo rischia di far perdere di
vista il senso dell’otto marzo: la riflessione
è che, anche perché i diritti non sono eterni,
bisogna lottare ogni giorno per mantenerli e
per essere la voce di quelle donne che non
possono, ancora oggi, parlare.