La ragazza senza nome

Transcript

La ragazza senza nome
La ragazza senza nome
In occasione dell’uscita del film La ragazza senza nome di Jean-Pierre e Luc
Dardenne, la società di distribuzione cinematografica, l’associazione umanitaria e
l’organizzazione intergovernativa in ambito migratorio si uniscono per
sensibilizzare il pubblico sul tema delle vittime senza volto
In vista dell’uscita nelle sale italiane di La ragazza senza nome, film dei fratelli
Jean-Pierre e Luc Dardenne, in arrivo nei cinema il 27 ottobre 2016, la società
di distribuzione cinematografica Bim, Croce Rossa Italiana e OIM Organizzazione Internazionale per le Migrazioni si uniscono per
sensibilizzare il pubblico sul tema delle vittime senza volto.
“Affinché le persone non muoiano senza un nome e non scompaiano dalla nostra
memoria, dalla nostra umanità." Con queste parole i pluripremiati cineasti belgi
parlano del loro ultimo film: una storia che è, soprattutto, la ricerca di
un’identità, raccontata attraverso un grande cinema che si fa specchio e
metafora del reale.
Al centro della vicenda Jenny, una giovane dottoressa, schiacciata dal senso di
colpa per non avere aperto la porta del suo ambulatorio a una ragazza trovata di
lì a poco senza vita. Dopo aver appreso dalla polizia che non c’è modo di
identificarla, Jenny ha solo un obiettivo: scoprire l’identità della ragazza, così che
possa avere un nome sulla tomba. Da questa ricerca emergerà la storia
drammatica della ragazza “senza nome”.
Un'indagine al cuore dell'importanza dell'identità, dove la protagonista metterà
in gioco tutta se stessa: lo stesso impegno che organizzazioni come Croce Rossa
e OIM - Organizzazione Internazionale per le Migrazioni portano avanti ogni
giorno.
Da sempre attive nell’identificazione delle vittime, Croce Rossa e OIM sostengono
e promuovono diverse iniziative volte all’identificazione delle vittime senza
nome e alla protezione dei migranti più vulnerabili.
La Croce Rossa Italiana, attraverso il servizio di restoring family links e grazie
alla sua rete internazionale, collabora con le istituzioni per facilitare il processo
di riunificazione delle famiglie separate a causa di conflitti, disastri naturali e per
motivi legati alla migrazione. Dal naufragio di Lampedusa del 2013, il servizio ha
sostenuto e continua a sostenere le attività degli uffici governativi preposti
affinché si faciliti il processo d'identificazione delle vittime. Dare un nome a
queste persone, che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l'Europa,
vuol dire restituire quella dignità negata. Consente inoltre alle famiglie di
chiudere quel cerchio dando loro il diritto di sapere.
www.giornaledellisola.it – ottobre 2016
"Oltre al fenomeno migratorio -fa sapere la Croce Rossa Italiana- operiamo ogni
giorno per alleviare la sofferenza umana e per dare un'identità a ogni tipo di
vulnerabilità in modo da comprenderla e lavorare per superarla. Si tratta di
un'opera incessante portata avanti da migliaia di volontari, ovunque e per
chiunque, per combattere quello che, paradossalmente visti i tempi, sembra il
male maggiore: l'invisibilità".
“Sono anni che l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni si occupa di
fornire assistenza ai migranti vulnerabili che sbarcano via mare in Italia”, afferma
Federico Soda, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento OIM per il Mediterraneo.
“Il fenomeno delle vittime senza nome è molto attuale in quanto è estremamente
complesso, spesso impossibile, dare dei nomi alle persone che perdono la vita in
mare. Sono stati oltre 3650 i migranti morti in mare solo nel 2016, la maggior
parte dei quali senza nome. Ma sono persone, non numeri. Questo film solleva
proprio questa riflessione: dobbiamo ricordarci che dietro i numeri dei morti
senza nome ci sono persone, storie, famiglie, speranze. Una storia, quella
raccontata dai Fratelli Dardenne, che pone anche l’accento su un’altra tematica
particolarmente sensibile: quella delle ragazze vittime di tratta fatte venire in
Europa a scopo di sfruttamento sessuale, un fenomeno che negli ultimi anni
risulta purtroppo essere in costante crescita.”
Roma, 25 ottobre 2016
www.giornaledellisola.it – ottobre 2016