L`accoglienza di donne sottoposte a tratta
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L`accoglienza di donne sottoposte a tratta
9 giugno 2016 L’accoglienza di donne sottoposte a tratta Report OIM 2014-2015 “Le crudeltà e brutalità dei trafficanti sembra essere tornata ai livelli di oltre 10 anni fa. L’OIM registra un imbarbarimento dei metodi di assoggettamento e un incremento di volenze e abusi ai danni delle vittime. Molte donne reclutate in Nigeria e destinata allo sfruttamento sessuale hanno dei margini di libertà molto inferiori al passato e un rinnovato sentimento di vero e proprio terrore nei confronti dei trafficanti.” Caso “Nigeria” • Dopo anni in cui l’arrivo delle donne nigeriane via mare aveva avuto un andamento altalenante, con un picco nel 2007, nel 2014, l’OIM inizia a notare un aumento inusuale con 1.454 donne sbarcate a fronte delle 433 giunte nel 2013. Al 31 ottobre del 2015 tale tendenza sembra essere confermata fino a raggiungere le 4.937 migranti. Del resto la migrazione proveniente dalla Nigeria è, nel 2015, in grandissimo aumento con un totale di 19.5762 persone sbarcate di cui 901 minori non accompagnati. Un viaggio di dolore • Il viaggio inizia quasi sempre da Benin City (stato di Edo), dove esistono infrastrutture organizzative che facilitano il lavoro dei trafficanti (mezzi di trasporto, possibilità di reperire documenti falsi, ecc.). • La via più battuta dai trafficanti copre le seguenti tappe, Kano, Ziden, Agadez, Gatron, Sabah, Brach, Tripoli o Zuwarah e ha una durata variabile dalle 2 settimane a un mese circa. Durante il tragitto le migranti passano sovente di mano in mano. Di norma le donne iniziano a capire che la situazione è diversa da quella che era stato loro prospettata già alla frontiera con la Libia, quando vengono “offerte” come merce di scambio alle milizie e ai militari che controllano la frontiera per passare il confine indisturbati. Una volta in Libia per alcune donne inizia lo sfruttamento della prostituzione vero e proprio sotto il controllo degli accompagnatori/trici e di altri complici, quali gli autisti, i gestori dei bordelli, ecc. La permanenza in Libia, soprattutto negli ultimi tempi, rappresenta una delle parti più dolorose del viaggio. Portate e trattenute presso le “connection house” o “ghetti”, in attesa della partenza per l’Europa, le donne subiscono violenze sessuali, torture, sequestri/arresti • Indicatori di tratta il sesso (sono per lo più donne) l’età (spesso giovani e minori di età compresa tra i 15 e i 24 anni. Molte dichiarano di essere adulte sebbene siano palesemente minori) la nazionalità (in maggioranza nigeriana) e la provenienza (soprattutto Edo State, ma anche Delta State, Lagos State, Ogun State, Anambra State) luogo di partenza (Edo State) il basso livello d’istruzione l’appartenenza a famiglie particolarmente disagiate e con problemi economici sono spesso le prime figlie di famiglie numerose dichiarano di essere orfane non hanno pagato nulla per il viaggio hanno difficoltà a raccontare il loro viaggio, specie nella parte finale, dalla Libia all’Italia se in gruppo, sono le più sottomesse e silenziose dichiarano di dover raggiungere un parente (sorella o fratello) o un amico in Italia o in Europa problemi comportamentali (aggressività-introversione) segni fisici evidenti di violenza/tortura problematicità • La normativa vigente preveda la possibilità di proteggere tutte le vittime di tratta indipendentemente dal fatto che esse denuncino o meno i loro sfruttatori (anzi chiarisce che le migranti hanno diritto ad un periodo di riflessione) in realtà sono poche le comunità che accolgono migranti che scelgono di non denunciare. • Diverse Questure competenti sono riluttanti a rilasciare un permesso di soggiorno ex art. 18 quando le vittime scelgono il percorso sociale e le comunità temono di non potere assicurare la continuazione del percorso di assistenza e integrazione iniziato con l’accoglienza delle vittime. • L’inserimento del reato di tratta tra i reati di competenza delle Direzioni Distrettuali Antimafia fa capire l’importanza che il legislatore ha voluto attribuire al contrasto di un crimine così odioso. • Il numero dei processi per art. 601 c.p. tuttavia è piuttosto esiguo se confrontato ad esempio al dato dei procedimenti in corso per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e favoreggiamento della prostituzione. • la legge 228/2003 “Misure contro la tratta di persone” provvede a ridefinire i reati tratta di persone, schiavitù e servitù, inasprendo le relative pene, e ad istituire, con l’art. 13, un “fondo speciale” per la realizzazione di un ulteriore programma di assistenza a breve termine. Recentemente è inoltre stato promulgato il d.lgs.24 del 4.03.2014, che recepisce la direttiva 2011/36/UE. Tra i diversi contenuti introdotti, il decreto 24 prevede all’art. 10 misure di coordinamento (ed eventuale rinvio) tra amministrazioni che si occupano di tratta e di asilo, l’obbligo di fornire agli stranieri che si avvalgono dell’art. 18 informazioni sulla protezione internazionale e la trasmissione degli atti al Questore da parte delle commissioni territoriali se durante l’esame emergono fondati indizi di tratta • l’art. 18 del Testo Unico sull’Immigrazione (d.lgs. 286/98)prevede il rilascio del permesso di soggiorno al fine di consentire allo straniero di sottrarsi alla violenza e ai condizionamenti dell’organizzazione criminale e di partecipare ad un programma di assistenza e integrazione, indipendentemente da una formale denuncia degli sfruttatori e dalla testimonianza in un procedimento penale. Piano Nazionale anti tratta • Il Governo italiano, in attuazione della direttiva 2011/36/Ue relativa alla prevenzione e repressione della tratta di esseri umani ed alla protezione delle vittime, ha adottato il 26 febbraio u.s. un nuovo Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento 2016 -2018 • • Le novità principali riguardano : la formazione multidisciplinare di tutti i soggetti che potenzialmente entrano in contatto con le vittime di tratta e dunque in primo luogo forze dell’ordine, polizia di frontiera, operatori dei diversi centri di accoglienza, magistrati, operatori legali. • la definizione di linee guida volte alla corretta identificazione delle potenziali vittime di tratta nei diversi contesti in cui questa può verificarsi, tra cui quello della procedura per il riconoscimento della protezione internazionale • l’introduzione di un National Referral Mechanism, di cui l’Italia non è ancora dotata, volto a realizzare un sistema di cooperazione tramite cui gli attori statali adempiono ai propri obblighi per proteggere e promuovere i diritti umani delle vittime di tratta, in coordinamento con la società civile; • l’ aggiornamento delle misure di accoglienza in modo da rispondere alle mutate fenomenologie e caratteristiche delle vittime; • l’attuazione di misure di tutela specifiche per i minori vittime di tratta. A Ferrara • Valutazione interessante sulle differenze tra possibili vittime di tratta “per strada” e al “chiuso” ( appartamenti, centri massaggi, ecc…) • 2015 Progetto INVISIBILE - Circa 50 annunci mensili visionati (502 e 363 nuove utenze) 70% in Ferrara e 30% in provincia. Lidi Ferraresi: 94 ( 81 Lido delle Nazioni) - 20 telefonate mensili - Drop in 10 - Accompagnamenti sanitari 15 - Consulenze telefoniche 39 • Provenienze prevalenti per prostituzione invisibile: CINESE RUMENA SUD AMERICANA (BRASILE) • provenienze prevalenti su strada: NIGERIA ROMANIA ALBANIA 2015 boom nigeriane 249 e 59 nuovi contatti (complessivi 1170 contatti 2014 50 e 35 nuovi contatti Calo rumene • Su 1170 contatti nel 2015: 1080 donne 80 transessuali 8 travestiti • 16 drop in • 68 accompagnamenti sanitari • 5 IVG Modello di accoglienza • 2015 accolte nel progetto Oltre la Strada: 42 donne di cui 6 con figli Nigeriane, rumene, ucraine, marocchine (47 pur avendo concluso il progetto hanno mantenuto richieste di supporto) • 92 accompagnamenti sanitari ( in corso percorso di screening per la tubercolosi e per infezione tubercolare latente) • Dal 2014 progetto FOLLOWSHIP ( con Camelot e U.O. Malattie infettive Az.Ospedaliero Universitaria a contrasto della diffusione HIV e malattie sessualmente trasmissibili Ricomporre i mondi delle vittime di tratta e dei richiedenti asilo • D.lgs 142 del 18.8.2015 azioni specifiche su chi ha diritto alla protezione internazionale, ma è anche vittima di tratta. • Fondati timori di persecuzione • Sfruttamento sessuale o lavorativo come criterio di persecuzione o danno grave • Nel 2015 viste 7 donne richiedenti asilo e 5 accolte in Oltre la Strada • Nel 2016 viste 6 donne e per 4 la richiesta è arrivata dalla Commissione territoriale di Forlì.