Omelia nella solennità dell`Assunzione della B.V.

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Omelia nella solennità dell`Assunzione della B.V.
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Omelia nella solennità dell’Assunzione della B.V. Maria
Lodi, Cattedrale, 15 agosto 2007
Cari fratelli e sorelle, oggi la Chiesa tutta è in festa perchè celebra la Vergine Maria nel
mistero della sua assunzione al cielo. Oggi in particolare la parrocchia della Cattedrale è
in festa perchè contempla Maria Assunta – che vediamo raffigurata nel catino absidale come sua celeste patrona.
Rivolgo a tutti i presenti un cordiale saluto, in modo particolare al parroco Mons. Franco
Badaracco e ai sacerdoti suoi collaboratori don Stefano, don Angelo, don Cesare, con il
Consiglio Pastorale. Saluto il Vicario Generale, il Capitolo della Cattedrale, con il suo
Presidente, le religiose che operano nella parrocchia e tutti i fedeli qui convenuti per
partecipare a questa solenne liturgia eucaristica.
“Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i
suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”.
Cari fratelli e sorelle, la tradizione della Chiesa da sempre ha applicato queste parole
dell’Apocalisse ascoltate nella prima lettura della s. Messa a Maria nel mistero della sua
Assunzione al cielo. Nella donna vestita di sole e incoronata regina, la Chiesa contempla
la Beata Vergine Maria che, giunta al termine dei suoi giorni, è entrata in cielo non solo
con la sua anima immacolata, ma anche con il suo corpo trasfigurato dalla luce
dell’immortalità.
Nei primi secoli del cristianesimo la festa odierna veniva denominata anche “Dormizione
di Maria” (denominazione che permane ancora oggi nella Chiesa d’Oriente), mentre in
Occidente, ispirandosi agli scritti di Sant’Efrem, la festa assunse nell’VIII secolo il titolo
di “Assunzione di santa Maria”. Il 1 novembre 1950 il Papa Pio XII di v.m. dopo una
ampia consultazione procedette alla solenne definizione dogmatica dell’Assunzione in
anima e corpo di Maria al cielo con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus.
Così facendo il Papa autenticava autorevolmente ciò che la fede della Chiesa già
testimoniava da secoli. Pio XII cita in particolare San Giovanni Damasceno, Padre della
Chiesa del VI secolo, che dice: “Colei che nel parto aveva conservato illesa la sua
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verginità doveva anche conservare senza alcuna corruzione il suo corpo dopo la morte.
Colei che aveva portato nel suo seno il Creatore, fatto bambino, doveva abitare nei
tabernacoli divini. Colei, che fu data in sposa dal Padre, non poteva che trovar dimora
nelle sedi celesti. Doveva contemplare il suo Figlio nella gloria alla destra del Padre, lei
che lo aveva visto sulla croce, lei che, preservata dal dolore, quando lo diede alla luce,
fu trapassata dalla spada del dolore quando lo vide morire. Era giusto che la Madre di
Dio possedesse ciò che appartiene al Figlio, e che fosse onorata da tutte le creature
come Madre ed ancella di Dio”.
Cari fratelli e sorelle, oggi ci rallegriamo tutti nel Signore ed esultiamo di gioia perché
colei che è la madre nostra è stata esaltata e onorata oltre ogni umana misura. Ma questa
solennità ci è particolarmente cara anche e soprattutto perché ci insegna e ci ricorda
alcune fondamentali verità della nostra fede.
La festa dell’Assunzione di Maria al cielo, insieme con tutte le altre feste mariane che
celebriamo durante l’Anno liturgico, ci permette di richiamare anzitutto l’insegnamento
autorevole della Chiesa sul ruolo della Beata Vergine Maria nella salvezza dell’umanità.
Tale insegnamento è compendiato nella Costituzione Lumen Gentium del Concilio
Vaticano II.. In particolare, il numero 54 della LG ci offre un criterio che permette di
discernere l’autentica dottrina mariana: “Nella Chiesa, Maria occupa, dopo Cristo, il
posto più alto e il più vicino a noi”
Il posto più alto: Maria nel mistero della salvezza occupa una posizione singolare, unica,
dovuta al fatto che ella è la Madre di Gesù, il Verbo incarnato, il Redentore dell’umanità.
Con il suo “si” all’annunciazione, Maria ha consentito l’irrompere di Dio nel mondo,
divenendo così mediatrice e cooperatrice di Cristo (cfr LG 60-61).
Il posto più vicino a noi: la nostra vita è profondamente influenzata dall’esempio e
dall’intercessione di Maria. Modello eletto di santità, Maria guida i passi dei credenti nel
cammino verso il Paradiso. Mediante la sua prossimità alle vicende della nostra storia
quotidiana Maria ci sostiene nelle prove, ci incoraggia nelle difficoltà, sempre
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additandoci la meta dell’eterna salvezza e dandoci l’esempio di una vita totalmente
dedicata all’ascolto del Signore e alla risposta obbediente alla sua chiamata.
Il mistero dell’assunzione di Maria al cielo ci insegna e ci ricorda quale sia il nostro
destino. Ogni uomo, ciascuno di noi, si porta dentro nel profondo questa domanda
inevitabile: che cosa ci attende dopo questa vita? dove andremo a finire?
Ebbene, la festa dell'Assunzione ci dà la risposta vera e rasserenante, con le parole che
pronunceremo nel prefazio: "In Maria, primizia e immagine della Chiesa, tu, o Dio,
riveli il compimento del mistero di salvezza e fai risplendere per il tuo popolo, pellegrino
sulla
terra,
un
segno
di
consolazione
e
di
sicura
speranza".
Certo, la nostra "primizia" è e rimane sempre il Signore Gesù, come ci ha detto poco fa
san Paolo nella sua prima lettera ai Corinti: Cristo è "primizia di coloro che sono morti"
(1 Cor 15,20) e che in lui riceveranno la vita della risurrezione. Ma in Cristo e per la
grazia di Cristo, Maria rappresenta, tra chi come noi è soltanto una creatura, il modello e
l'anticipazione
della
vita
rinnovata
e
resa
fulgente
anche
nel
corpo.
La Madonna è già adesso quello che noi saremo, ci dice la liturgia odierna; quello che noi
saremo, se come lei seguiremo la via della fede (“Beata te che hai creduto” – cfr. Lc
1,45 – abbiamo ascoltato nel brano evangelico queste parole pronunciate da Elisabetta).
Del tutto eccezionale è stata perciò la sua fine, dal momento che a lei sola è stata
risparmiata la corruzione del sepolcro; ma nella prospettiva finale la sua sorte non è stata
diversa da quella che attende anche noi, perché proprio per noi e per il nostro destino
diremo tra breve nel Credo: "Aspetto la risurrezione dei morti"
Ancora, il mistero dell’Assunzione di Maria ci insegna e ci ricorda quanto sia grande la
stima e alto il valore assegnati al corpo dalla fede cristiana. Per tanto tempo, e forse anche
ai nostri giorni, c'è chi non si stanca di ripetere che il cristianesimo è una religione che
misconosce il valore del corpo, o addiruttura lo disprezza. In realtà è vero proprio il
contrario: con la verità della incarnazione del Verbo eterno di Dio, con la verità della
risurrezione del Redentore nel suo vero corpo, con la verità dell'Eucaristia (che è il
sacramento del "corpo dato" e del "sangue versato"), e infine con la verità
dell'Assunzione di Maria in anima e corpo, la fede cristiana ci dice che il corpo è
strumento di salvezza, e per questo merita da noi stima, rispetto, riverenza. Chi crede in
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Cristo e nel suo Vangelo è spinto a voler bene (naturalmente voler bene secondo verità)
al proprio corpo, dono di Dio, a non violarlo mediante una vita morale distorta (5° e 6°
comandamento), ad averne cura, della vita e del corpo, ad esempio evitando rischi e
pericoli inutili (sulle strade, nelle ferie, negli sport estremi); anche, sono temi di attualità,
con la sicurezza del lavoro, con l’impegno contro l’inquinamento ambientale del
territorio, quando è certo e dimostrato, con riferimento ai temi delle centrali, delle
industrie pericolose, delle discariche; ad accettarlo, il corpo, nella sua realtà unica ed
irripetibile che esprime la nostra persona e che per questo ci accompagnerà nella vita
senza fine. Questo tema del rispetto e della stima per il corpo ci richiama il tema più
generale dell’educazione, soprattutto delle giovani generazioni, tema che, come sapete,
costituisce l’orizzonte di fondo dell’impegno pastorale di questi anni della nostra Chiesa
laudense. Ogni comunità cristiana, nelle sue figure adulte (sacerdoti, religiose, genitori,
catechisti, educatori) è chiamata a proporre percorsi formativi che aiutino i ragazzi a
crescere secondo i grandi valori evangelici, che sono poi anche i grandi valori umani,
dentro i quali si colloca anche con il senso vocazionale della vita l’educazione alla
corporeità e alla affettività, dimensioni decisive per la crescita di personalità mature.
Cari fratelli e sorelle, auspico che la festa dell’Assunta, che è anche festa patronale di
questa Parrocchia del Duomo, in quanto festa della comunità, diventi occasione per un
rinnovato impegno di evangelizzazione e di testimonianza della fede soprattutto nei
confronti dei giovani, così bisognosi di conoscere Cristo e il suo Vangelo.
Affido questo auspicio alla Vergine Maria, celeste patrona di questa comunità, che come
ha detto Papa Benedetto XVI durante il suo soggiorno in Cadore incontrando il clero di
Belluno-Feltre e Treviso, “è l’ausilio dei cristiani, è la nostra permanente consolazione,
è il nostro grande aiuto”.