Aumenta la nostra fede

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Aumenta la nostra fede
"Aumentalanostrafede"
"Aumenta la nostra fede"- chiedono i discepoli. Gesù risponde: "Non è questione di
averne di più, ma di averne, ne basta infatti un granello di senapa. La fede o ce l'hai o
non ce l'hai". E se c'è basta per sradicare le chiusure del cuore, il gelso delle proprie
fissazioni.
Il gelso infatti è simbolo di qualcosa di difficile, di impossibile da togliere e da
sradicare. La fede invece segna la certezza che sia possibile anche se non si sa come;
la fede dice che qualunque cosa mi verrà indicata, la farò anche se strana o non
concepibile per me. Perché il serbatoio della fede è Dio. È Lui che può l'impossibile.
Nonostante gli intralci, anche quando non si capisce, quando è irraggiungibile. Fede
è accettare che ci siano risorse oltre alle mie. Agli inizi di settembre a Rio de Janeiro,
ci sono state le paraolimpiadi per i portatori di handicap. Ho seguito qualche
intervista. Come si può raggiungere certi risultati se si è ciechi, se manca un arto, se
la menomazione fisica costringe in carrozzella? Che vita sarà? Questo era il tono di
molte domande dei cronisti. Le risposte degli intervistati avevano tutte un retroterra
iniziale di paure e delusioni di fronte ad un futuro da prevedere nell'handicap. La
paura dice: "E' la fine! Ma dove vuoi che vada? Che vita mi aspetta?". Poi la parola
fiducia, fede. La fede dice: "Vivrò e mi realizzerò! Come? Non lo so, ma sarà così". E
tanti si sono realizzati, hanno gareggiato. Si sentono utili alla società, sebbene su una
sedia a rotelle. La fede sposta le montagne!
Il contrario della fede è la fissazione, quando cioè noi abbiamo stabilito un'idea e non
vogliamo cambiarla. È così e basta! Quando Galileo disse: "Non è l'universo che gira
attorno alla terra ma è la terra che gira attorno al sole", gli altri dissero: "Impossibile!".
Era impossibile solo perché non era ancora stato dimostrato. E gli esempi sono tanti,
infiniti.
Il gelso, la pianta dalle radici robuste e profonde, una immagine fatta sua da Gesù
per identificare chi è fissato sulle proprie idee, sulle sue posizioni, su regole rigide,
sui pregiudizi, sui propri credo indiscutibili: allora più nulla è possibile. Conosciamo
tutti delle figure di santi che hanno fatto delle loro iniziative dei grandi atti di fede.
Gli effetti si raccontano ancora oggi. Madre Teresa di Calcutta, Padre Pio, sono
personaggi a noi vicini. La fede li ha portati molto in là. Credere, avere fiducia che si
possa raggiungere l'impensabile, che ci possa essere qualcosa di diverso, di inatteso;
è la sfida della fede. Avere fede è credere che Dio ci mette del suo - e non può essere
diversamente. Dio domanda di fidarsi. Il granello della fede è posto dentro a
ciascuno di noi. È piccolo? Deve essere così, perché il nostro poco faccia posto a Dio,
a cui nulla è impossibile. Dunque fidarsi che la vita non è tolta ma trasformata.
Fidarsi che il bene avrà la meglio. Fidarsi che la tua bontà contribuisce a mantenere il
mondo in piedi. Fidarsi che Dio è Padre. La strana logica del "piccolo", del "poco" di
cui Dio si serve per salvare il mondo.
Il grande modello di fede è Maria di Nazareth. Come era possibile accettare quello
che Dio le proponeva, essere cioè madre di Dio? Ebbe fede: "Non so come, ma mi
fido, avvenga quello che tu vuoi e ciò che tu mi dirai, io lo farò". Noi corriamo il
rischio di vivere una fede ereditata, come si ereditano i terreni, le case, il denaro. La
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fede va riappropriata, fatta nostra. E l'atteggiamento per la gestione umile ed efficace
della fede è puntualmente suggerito da Gesù. Egli ci dice che la via della fede va
percorsa nel servizio alla vita, all'amore, stando al proprio posto, riconoscendo che
ognuno di noi è prezioso agli occhi di Dio. "Così anche voi, quando avrete fatto tutto
quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto
dovevamo fare".
P.Valerio,parroco
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