INCONTRO INTERREGIONALE FIGLI DELLA CHIESA DEL NORD

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INCONTRO INTERREGIONALE FIGLI DELLA CHIESA DEL NORD
INCONTRO INTERREGIONALE FIGLI DELLA CHIESA DEL NORD ITALIA
21 - 23- settembre 2012
Non c’è niente di più bello e edificante che arrivare alla Mater Amabilis ed essere accolti con gioia e
amore da tutti i fratelli e le sorelle. L’accoglienza calorosa riscalda il cuore di tutti e tra un saluto e un
ricordo si passano i primi minuti per poi andare nelle proprie stanze con un sorriso che arriva nel profondo
del cuore e fa scordare la routine di tutti i giorni.
Anche suor Guglielmina, con il suo entusiasmo nel dirigere la preghiera dei Vespri, prepara tutti noi
al primo incontro serale per ascoltare la nostra Domi che con voce dolce e gentile spiega, alla luce della
Parola di Dio e delle riflessioni di Madre M. Oliva, alcune foto legate tra loro da un invisibile filo rosso e
dedicate alla famiglia anche se non parlano direttamente della famiglia.
Dalla prima foto con due ragazzi sorridenti che fanno pensare ad un desiderio di felicità com’è il
progetto di Dio e ricordano che la «vita è un viaggio di nozze con l’eterno Amore», un viaggio di nozze per
tutte le famiglie, le associazioni religiose politiche e culturali legate dall’amore e dall’amicizia, si arriva
all’ultima foto di una famiglia felice: «l’amore è causa e fine di tutto», la conclusione di tutte le
argomentazioni. Una famiglia con figli, una foto a colori che solo la luce può dare, quella luce che è il frutto
dell’Amore del quale non si può parlare, ma soltanto cercare e custodire.
Tra queste due foto, una in bianco e nero e l’ultima a colori, altre otto immagini in bianco e nero
molto spesso di persone senza volto: rappresentano l’umanità presa da una frenesia straordinaria e che, come
un treno che fugge veloce, non ha tempo di fermarsi e non vede nulla e si ritrova con un carrello vuoto
perché pensa solo a possedere quello che non serve invece di aver cura per tutto ciò che è l’uomo e per
l’armonia della creazione.
L’atteggiamento di tre donne stanche, sedute con le mani in grembo in atteggiamento di preghiera,
fanno pensare alla ricerca di un senso della vita, alla ricerca della pace e della tranquillità e la purezza dello
sguardo di una donna in attesa illumina tutto il suo corpo nel desiderio di far felici tutti.
E’ quasi un anticipo dell’anno della fede, di quella fede che è dono di Dio e ci consente di superare
ogni stanchezza, ogni solitudine, ogni dolore.
Si conclude questa carrellata di foto con l’immagine di una donna sola che chiede l’elemosina, una
donna povera di tutto, indice di quella grande povertà di valori di ogni persona: nessuno si avvicina a lei, e
questo ricorda a tutti noi che «la povertà più grande è la solitudine» e ci fa tornare alla mente la tenerezza che
madre M. Oliva aveva per i poveri che ella chiama con il nome di Gesù.
La foto finale a colori rincuora tutti e, come ho detto all’inizio, nei loro volti sorridenti possiamo
leggere che l’amore è causa e fine di tutto.
Tante riflessioni che ci hanno fatto pensare e che ci hanno accompagnato il giorno successivo nel
giro alla laguna di Venezia per approdare poi nel silenzio dell’isola di S. Francesco nel deserto.
L’acqua tranquilla della laguna, il verde dei prati e dei cipressi hanno fatto esclamare nel nostro
animo« laudato sii o mi Signore» e ancora «ovunque lo sguardo giro immenso Dio ti vedo» ed hanno
contribuito a preparare il nostro cuore e la nostra mente all’ascolto delle parole di sr. Pina che con grande
entusiasmo ci ha introdotti al tema del convegno: famiglia testimone della fede.
Da questo titolo, con un’intuizione bellissima, sr. Pina ha collegato le due «F» e la «T» del titolo
con altre tre lettere, le tre «V» di Verità Vocazione e Vita.
La Famiglia umana, come la Chiesa, deve testimoniare la Fede con l’amore. Entriamo nell’anno della Fede e
se noi vogliamo rispondere all’amore di Dio dobbiamo camminare nella Fede, dobbiamo vivere l’amore
nella Verità e nella famiglia c’è la Via alla Vocazione per poter rispondere all’amore di Dio.
La nostra giornata si conclude con la visione di un film «Il villaggio di cartone» che ci ha fatto
riflettere su quanto l’ accoglienza sia importante e come il vero tempio è la comunità umana, come il segreto
del mondo è la persona umana: una chiesa ormai inagibile viene dismessa alla presenza del vecchio parroco,
nulla si salverà nemmeno il grande crocifisso. Da qui inizia una nuova vita per l'edificio che si trasforma nel
luogo della concretizzazione viva della fede del vecchio sacerdote: un luogo di desolazione diviene spazio di
fratellanza e centro di accoglienza per un gruppo di extracomunitari disperati, «i veri ornamenti del tempio di
Dio» che diventano incarnazione degli esclusi e degli emarginati della nostra società.
Giornate intense per il corpo e per lo spirito che si concludono con la celebrazione della S. Messa al
santuario di Monte Berico officiata dal Vescovo emerito di Vicenza e da due sacerdoti che hanno vissuto con
noi e ci hanno accompagnato nel nostro cammino di riflessione in questi tre giorni.
Grazie Figlie della Chiesa di Vicenza per l’accoglienza donataci.
Cristina Trentini