Una Kadima dopoilCav? Dieci anni per capirlo “Resto incinta se do

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Una Kadima dopoilCav? Dieci anni per capirlo “Resto incinta se do
Anno III - Numero 06
Settimanale della Scuola Superiore di Giornalismo della Luiss Guido Carli
Reporter
18 Dicembre 2009
nuovo
Prospettive
Una Kadima
dopo il Cav?
Quale futuro
Dieci anni
per capirlo
Sesso e scuola
“Resto incinta
se do un bacio?”
L’Italia de Noantri
Siamo tutti
meridionali
LO SCUDO
CERCA CASA
CON LE AGENZIE ALLA RICERCA DI INVESTIMENTI DI EX EVASORI FISCALI
Politica
Con Antonio Polito un esame della possibile formazione di un partito analogo a quello israeliano
C’è Kadima nel post Berlusconi?
“Un grande Centro è possibile. Fini o Montezemolo il nuovo Sharon”
LE ORIGINI IN ISRAELE
Marco Cicala
Chi potrebbe essere dunque il
nuovo Sharon, il coagulante atSi discute in queste settimane
torno al quale costruire il rinnosulla possibile formazione di un
vamento politico italiano?
grande Centro che ricalchi le orme
“La similitudine con Kadima
Un nuovo partito capace di unire le forze moderate
del partito israeliano Kadima. Con
vede sicuramente Fini nel ruolo di
del paese per superare la storica contrapposizione tra
il direttore del Riformista Antonio
Sharon, un leader autorevole della destra e i socialisti e dar vita ad un rinnovamento che
Polito abbiamo esaminato gli scela destra che prende una via dipermettesse ad Israele di uscire dall’empasse politica
nari presenti e futuri di questa posversa, più centrista. Del resto gli ate sociale in cui si trovava. È questo l’obiettivo di Kadisibilità.
teggiamenti del Presidente della Cama (dall’ebraico Qādīmāh, “avanti”), partito politico
Direttore, Kadima nasce in una
mera non sono quelli di delfino delisraeliano di orientamento centrista fondato da Ariel Shasocietà profondamente divisa
l’attuale Premier ma sembrano
ron nel novembre 2005. Dopo il suo addio al partito concome quella israeliana per sblocguardare a un futuro senza Berluservatore Likud in seguito alla crisi all’interno del particare il paese. Trova che in Italia vi
sconi, alla costruzione di una leato in merito al ritiro unilaterale dai territori palestinesi ocsia un terreno politico adatto a coldership per un’epoca post berlucupati e grazie all’appoggio del suo grande rivale politivare un progetto analogo?
sconiana e non a una nel segno deltico e premio nobel per la pace Shimon Peres, Sharon
“Quando si parla di Kadima bila continuità con il presente. Dalha unito esponenti del Likud e del partito laburista in visogna tenere presente l’esperienza
l’altra parte, invece, c’è Casini che,
sta delle elezioni politiche del 2006. Ma un ictus e il conisraeliana, un partito che nato dalavendo un elettorato più ristretto,
seguente coma di Sharon hanno privato il partito della
la scissione di entrambi i maggiosarebbe più indicato a svolgere
sua guida a pochi mesi dalle urne. Così nel marzo 2006
ri partiti israeliani ha dato vita a una
una funzione di rappresentante, di
Kadima vince le elezioni parlamentari ma nell’aprile 2006,
vera e propria ristrutturazione pofederatore più che di vero e proprio
visto il permanere del suo stato vegetativo, Sharon è colitica. Se il progetto italiano fosse
leader”.
stretto a lasciare la carica di Primo ministro, sostituito “ad
circoscritto esclusivamente alla
E se fosse qualche importante
interim” da Ehud Olmert. Attualmente il leader di Kadiformazione di una nuova forza
personaggio della società civile, un
ma è Tzipi Livni.
politica alternativa ai due poli,
uomo nuovo insomma, a guidare
M. C.
questa non potrebbe essere defini- PAPABILE Gianfranco Fini eventuale nuovo Sharon
la rifondazione, ad esempio il
ta Kadima. Un’operazione del gepiù volte chiamato in causa Monnere prevede il distacco di pezzi capacità di tenere insieme l’eletto- to dal cavaliere potrebbe succede- re quei falchi del Pdl che stessero tezemolo?
consistenti di cenrato di riferimento. re di tutto. La fine dell’era Berlu- pensando alla possi“L’operazione Montrodestra e centrosiNel caso in cui il fat- sconi corrisponderebbe anche alla bilità di elezioni antezemolo, ovvero la
nistra. In parte, se si “Senza il cavaliere tore Berlusconi ve- fine della seconda Repubblica e ri- ticipate. Tuttavia “Casini più indicato scelta di una persopensa ad esempio al
nisse meno, potrebbe calcherebbe in parte la fine della guardando il pronalità che non viene
nel centrodestra prendere corpo la vo- prima, quando i due maggiori par- getto di Casini in
a svolgere una
nuovo partito di Rudalla politica, sarebbe
telli, questo già sta
lontà
di
non
ripetere
titi
sparirono
lasciando
una
larga
una
prospettiva
“kapiù corrispondente
potrebbe
funzione
avvenendo”.
in forma minore fetta di elettorato senza un riferi- dimista”, avremmo
agli stilemi della sedi federatore”
E alla luce degli succedere di tutto” l’esperienza del Pdl mento preciso. Kadima andrebbe a un gruppo di modeconda Repubblica itaeventi delle ultime
ma di presentare coprire una parte del vuoto lascia- rati alla guida di una
liana. Si pensi ovviasettimane, quando
un’offerta politica to da Berlusconi”.
coalizione più vasta,
mente a Berlusconi
si potrebbe concludere questo nuova”.
Insomma, la guerra di succes- con un sistema di alleanze sposta- ma anche, da un certo punto di viprocesso?
Dunque lei intravede una Ka- sione è già partita. Come giudica to a sinistra, dunque simile al- sta, a Prodi. Se io dovessi immagi“Credo che molto dipenda dal dima nostrana esclusivamente in a questo proposito le dichiarazioni l’originale partito israeliano. Uno nare una soluzione traumatica delfuturo del centrodestra. Oggi la ga- un contesto post berlusconiano? di Casini volte alla formazione di scenario più plausibile in una si- la crisi politica italiana, penserei più
lassia dei moderati è tenuta insie“Si, ritengo che il tema centra- una sorta di moderno Cln volto a tuazione di emergenza, visto che ad un Montezemolo federatore
me da una forza di gravità rappre- le della politica italiana sia ancora sconfiggere Berlusconi?
forze come Di Pietro e la sinistra ra- perchè più facilmente presentabisentata da Berlusconi. Una lea- Berlusconi, con le sue scelte pre“Il Cln paventato da Casini ha a dicale sono difficilmente utilizza- le come uomo nuovo e dunque
dership che l’aggressione di Mila- senti e future. Tuttavia il giorno in mio avviso una funzione pretta- bili in un’operazione del genere vol- simbolo del rinnovamento”.
no ha rafforzato, soprattutto nella cui il centrodestra non fosse più ret- mente tattica, al fine di spaventa- ta a governare”.
Spinta di rinnovamento
Il precedente. Sono stati sei gli attentati subiti da Mussolini durante il ventennio
Anche il duce fu colpito (al naso)
Andrea Andrei
ANALOGIE Benito Mussolini
col cerotto al naso dopo l’attentato del sette aprile 1926
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Un cerotto sul naso, lo
sguardo un po’ sofferente ma
severo. È una scena che potrebbe quasi apparire familiare, in questi giorni, se non
fosse che di sangue non ce n’è
e che la foto è in bianco e
nero, perché risale a più di 80
anni fa. Il volto è quello di Benito Mussolini, reduce di un
attentato ad opera di una nobildonna irlandese, Violet
Gibson. In quell’occasione,
l’arma utilizzata non fu un
souvenir, ma una rivoltella: il
sette aprile del 1926 la donna,
allora cinquantenne, sparò al
duce fuori dal Campidoglio,
ferendolo al naso. Il dittatore
riuscì ad evitare conseguenze
peggiori grazie a un repentino balzo all’indietro. Pur se
non venne esclusa l’ipotesi di
un’istigazione esterna, la signora Gibson, sottratta al linciaggio, fu dichiarata pazza e
trasferita in un manicomio inglese. Mussolini, durante la
sua ventennale dittatura, subì
ben sei attentati. Il 1925 e il
1926 furono gli anni in cui il
duce rischiò più volte la vita
a causa degli oppositori politici. Il primo a organizzare un
attentato fu il deputato socialista Tito Zaniboni, che
venne arrestato dall’Ovra (la
polizia politica fascista) tre ore
prima di portare a termine il
progetto, il quattro novembre
del ‘25. Nel ’26, in un giorno
che più tardi sarebbe diventato tristemente noto alle cronache, l’11 settembre, l’anarchico Gino Lucetti scagliò
una bomba verso la macchina in cui viaggiava Mussolini.
L’ordigno rimbalzò contro
uno sportello ed esplose in
strada, ferendo otto persone.
Fermato da un passante, Lucetti fu condannato a tren-
t’anni di carcere. Ma forse
l’attentato più famoso, a causa delle tragiche conseguenze a cui portò e dei tanti retroscena che ancora oggi non
sono stati del tutto chiariti, fu
quello che il dittatore subì a
Bologna il 31 ottobre del ’26,
durante una commemorazione della marcia su Roma.
Dalla folla partì un colpo di pistola, che sfiorò il petto di
Mussolini. Stavolta il linciaggio riuscì, e a farne le spese fu
un ragazzino di 15 anni, Anteo Zamboni, che fu massacrato a coltellate dalle camicie nere. Alcune ricostruzio-
ni affermano che in realtà
non fu Zamboni a sparare, ma
che l’attentato fu il risultato di
una cospirazione interna allo
stesso partito fascista. Nel ’31
e nel ’32, il duce subì altri due
attentati ad opera di Michele
Schirru e Angelo Pellegrino
Sbardellotto, due anarchici
che vennero condannati a
morte.
I tempi sono cambiati,
questo è certo. E nonostante
si veda spesso affiancare la figura di Berlusconi a quella di
Mussolini anche dal punto di
vista politico, il clima, negli
anni venti e trenta, era ben diverso. Non fosse altro perché
si usava la violenza fisica anche per governare.
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Primo Piano
In che misura i capitali rimpatriati con lo scudo stanno influendo sul mercato immobiliare
Metti un evasore sotto il tetto
Le agenzie: i primi segnali ci sono soprattutto per le case di lusso
Lorenzo d’Albergo
Da tempo il mercato immobiliare è in stallo. Con i suoi
114 miliardi di euro, è possibile che lo scudo fiscale sia la
medicina giusta per quello
che sembra un male incurabile? Indirizzi e registratore alla
mano, ci siamo avventurati in
un tour romano tra agenzie
immobiliari, segnato da tappe
sicuramente non presenti sulle guide turistiche, ma importanti per determinare quale
ruolo la manovra benedetta da
Tremonti potrà rivestire nel rilancio del mercato immobiliare.
Si parte da via Nomentana,
dove ogni giorno nemmeno
l’occhio dell’automobilista più
distratto può evitare di essere
catturato dall’enorme insegna
del gruppo immobiliare Toscano. Alessia Germano, responsabile dell’ufficio stampa,
nell’elegante cornice offerta
da una sala completamente affrescata, lancia segnali positivi. “C’è stata una ripresa delle compravendite nel mese di
ottobre - spiega sistemando gli
ultimi dati sul mercato immobiliare su un luccicante tavolo ovale in marmo - Questo
ci fa sperare in una ripresa del
mercato e, anche se non in maniera determinante, lo scudo
potrebbe aver giocato la sua
COMPRASI Da Toscano la previsione è per una ripresa
piccola parte. Ma è un trend
non ancora misurabile”.
Meno fiducioso in una
pronta ripresa del mercato è
Paolo Giardino dell’agenzia
Forum di via Bisagno, propenso a pensare che i capitali
rientrati con lo scudo fiscale
avranno altre destinazioni.
“Per i primi anni - spiega
Giardino, la voce coperta dal
continuo squillare di telefoni
- dovrebbero essere reinvestiti in titoli di Stato: Bot e Btp.
Nell’immediato, non penso
possa cambiare qualcosa nel
nostro settore. Per altri tre o
quattro anni sarà difficile tornare a una situazione pre-crisi”.
Forti di fornire un servizio
di intermediazione immobiliare nel quartiere Trieste, prestigioso e immune alla crisi,
nelle filiali di Gabetti e Queen
non ci si sbilancia: è impossibile fornire stime sugli effetti
che le somme “scudate” avranno sul settore.
Continua la passeggiata tra
agenzie semideserte (gli italiani, evidentemente, non si
possono permettere di regalare una casa a Natale) ed è il tur-
no di Volpescase, dove Sergio
Nazzaro, tra un’occhiata e l’altra alla sua casella mail, analizza lucidamente il momento
del mercato: “Gli indici sono
in ribasso e non ci sono segnali
incoraggianti.
Il rientro dei capitali dall’estero non modificherà la situazione. D’altronde chi ha
evaso tasse per centinaia di
milioni cosa farà? Investirà in
immobili di lusso, alberghi e
altre grandi proprietà. Il normale mercato immobiliare
rimarrà stagnante”. E’ dello
stesso parere il proprietario
dell’agenzia Rossi di piazza
Istria, che, smorzata la sigaretta nel posacenere, si lancia
in una previsione che vede
come uniche possibili beneficiarie della manovra di Tremonti le compravendite di
immobili di lusso, mentre il
mercato medio e basso non
subirà impennate.
Allora, lo scudo chi difende? Sicuramente non la famiglia media italiana, che avrà
difficoltà a comprare casa anche nel futuro prossimo. Secondo Nomisma, osservatorio
che monitora i fenomeni economici nazionali più rilevanti, nell’anno che si sta per
concludere, sono state 90.000
le compravendite in meno rispetto al 2008, un calo che ha
fatto perdere nove punti percentuali al mercato immobiliare. Una riduzione che si riflette irrimediabilmente sui
valori degli immobili, che, a
loro volta, hanno riportato un
decremento medio dell’otto
percento. Sono numeri che
potrebbero far pensare ad un
prossimo rilancio del mercato.
Ma, nonostante il calo dei
prezzi, il mercato a cui si possono avvicinare le “persone
normali” è fermo e si rimetterà in moto solo se le banche ricominceranno a finanziare i
redditi medio-bassi. Che sia
questa la vera soluzione?
Il settore assicurativo dei mercati finanziari in forte crescita dopo la batosta del 2008
Resiste il dorato mondo delle polizze
Raffaele d’Ettorre
Il contratto d’assicurazione
rappresenta, nella definizione
classica, una forma di garanzia, la copertura finanziaria per
eccellenza contro il verificarsi di un evento futuro e incerto. Ma cosa accadrebbe se,
come conseguenza della crisi
economica mondiale, a essere in difficoltà dovesse essere
lo stesso mercato assicurativo?
Indubbiamente, nell’ottobre
del 2008 abbiamo assistito a
una picchiata negativa di
meno 10 miliardi nei fondi
delle maggiori compagnie assicurative. Oggi invece, a un
anno di distanza, il saldo è positivo e svetta oltre la punta dei
15 miliardi di euro, come afferma entusiasta il presidente
dell’Isvap (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni
Private e di Interesse Colletti-
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vo), Giancarlo Giannini. Una ra del 2007, le maggiori com- lizze sulla vita, sia con rispetripresa impressionante che pagnie assicurative nazionali to ai più “rischiosi” investiregala una boccata d’aria ai disponevano di un patrimonio menti legati al Fondo Interno
mercati finanziari e riporta in pari al doppio del margine di Assicurativo) si rivela attualgioco tutte quelle imprese che solvibilità, mentre le compa- mente rigido rispetto alle oscilnel 2008 avevano subito più gnie danni superavano lo stes- lazioni del mercato. È oggi imforte il contraccolpo della cri- so limite di tre volte tanto. mune, cioè, alla crisi econosi dei mercati. In Italia la si- Non dimentichiamo poi che il mica globale. L’unica debolezza
tuazione, durandel settore,
te il periodo delda un punUna direzione più cauta ha permesso alle to di vista
la bufera economica, non è stata
complessinostre compagnie
di certo rosea ma
vo, è rapil caso nostrano
presentata
di riprendersi rapidamente dalla crisi
ha dato buona
invece dal
prova di sé anche
ramo delnei confronti della situazione mercato delle polizze presen- le assicurazioni automobiliestera. Come spiega Fabio ta un anticorpo robusto che gli stiche. Secondo Cerchiai, l’anCerchiai, presidente dell’Ania permette di sopravvivere an- damento negativo della Rca
(Associazione Nazionale fra le che nei periodi più incerti. In- (Responsabilità Civile Auto)
Imprese Assicuratrici), le com- fatti secondo Enrico Cavalla- mostra infatti una flessione del
pagnie italiane hanno infatti ri, vicedirettore della filiale di tre percento dei premi, riadoperato una politica di ge- Credito Artigiano di Corso spetto al -5 percento di Giustione di capitali e attività più Trieste, il settore dei contrat- gno. Fra le soluzioni proposte,
cauta e prudente rispetto alle ti di bancassicurazione (sia re- la più significativa consistecolleghe straniere. In chiusu- lativamente alle classiche po- rebbe in un rapido aumento
dei prezzi da parte delle compagnie, una direzione verso la
quale i colossi assicurativi si
sono già mossi.
E per quanto riguarda le
frodi? Sempre stando alle fonti Ania, l’Italia “risulterebbe addirittura uno dei paesi meno
esposti al fenomeno delle truffe assicurative, con una percentuale che, sia pure con
punte estreme in alcune aree
territoriali, a livello nazionale
oscillerebbe tra il 2,5 e il tre
percento di tutti i sinistri Rca:
in Gran Bretagna tale valore è
del dieci percento, in Francia
del cinque”. Un risultato notevole ma intuitivamente fuorviante: la stessa associazione
ammette infatti che una simile disparità di dati con il resto
dell’Europa può essere dovuta principalmente a una rete di
controlli italiana fiacca e inefficace.
MAXI CONDONO
Raddoppia
dopo
il successo
Far emergere e rimpatriare i capitali esportati illegalmente nei “paradisi fiscali”. Questo
l’obiettivo dello scudo fiscale, maxi-condono tributario voluto dall’attuale Governo. Una manovra antievasione che,
fino a dicembre, ha fruttato 114 miliardi di euro:
un successo oltre ogni
aspettativa.
Un successo che ha
rimpinguato il portafoglio del sistema economico italiano, da due
anni a questa parte alle
prese con i danni creati
dalla peggiore crisi finanziaria globale di sempre, e che ha fatto felice
il ministro dell’Economia
e delle Finanze Giulio
Tremonti, recentemente congratulatosi con se
stesso per la buona riuscita di un’operazione
che “fa bene all’economia, tiene aperti i capannoni e le aziende”.
L’inclinazione degli
italiani a procrastinare,
sommata ai tempi lunghi della burocrazia, ha
spinto il Consiglio dei
ministri ad estendere lo
scudo fiscale fino ad
aprile 2010, nuova scadenza entro la quale è
previsto il rientro di altri trenta miliardi. I ritardatari dovranno pagare qualcosa di più rispetto agli altri “scudanti”, visto l’aumento
dell’aliquota applicata
sui fondi recuperati, che
passa dal cinque al sei
percento.
Più che aliquota, sarebbe meglio chiamarla
multa. Una multa, peraltro, leggera, se confrontata con le sanzioni
con cui hanno a che fare
i “normali” evasori in
Italia. E che impallidisce
di fronte alle somme richieste ai francesi, inglesi e statunitensi che
decidono di far rimpatriare i capitali.
L. d’A.
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Mondo
Arriva il 2010, confronto con lo stesso periodo del Novecento: parla Giorgio Dell’Arti
Pochi dieci anni per capire un secolo
Giusto sperare in un futuro diverso, ma i conti si devono fare dopo
COSI’NEL MONDO
Grandi rivoluzioni
Da emigrati a miraggio
Agli inizi del secolo scorso l’oltreoceano era pressoché sconosciuto in Europa,
dove la Gran Bretagna era padrona indiscussa dello scacchiere internazionale. Ma
la Prima Guerra Mondiale è stata un vero
e proprio spartiacque: ha catapultato il nuovo continente nel vecchio, legittimando di
fatto la presenza americana su suolo europeo. Nei decenni seguenti gli Usa hanno avuto sempre più peso nelle scelte mondiali, tanto da essere oggi leader indiscussi
tra i paesi occidentali.
Molti altri stati nel giro di un secolo hanno conosciuto stravolgimenti, a cominciare dalla Russia, diventata nel 1922 uno stato federale comunista eretto sulle ceneri del
vecchio regime zarista. I grandi imperi dell’Europa centrale all’inizio del ventesimo secolo sembravano indistruttibili colossi di potere, ma nel giro di pochi anni si sono sgretolati: l’Austria-Ungheria e l’Impero Ottomano hanno dato vita a molti altri stati che
hanno contribuito alla formazione di un continente più unito. Altri grandi imperi nel corso del Novecento hanno cambiato il proprio assetto: è il caso di Cina e Giappone
che, discostandosi dalla chiusura verso
l’Occidente dei primi anni del secolo scorso, oggi sono i protagonisti dell’innovazione
tecnologica mondiale.
Troppe analogie, poche differenze.
Cambia il secolo, non cambiano le fasi dei
processi migratori che spingono intere famiglie a lasciare tutto per cercare una vita
migliore altrove, lontano dalla povertà della propria terra natia.
È successo ai nostri avi agli inizi del Novecento, partiti con l’Italia nel cuore, spinti dalla speranza che un paese lontano
avrebbe finalmente restituito loro la dignità perduta a causa della miseria.
E lo stesso succede oggi a molti disperati che ogni giorno cercano di raggiungere in tutti i modi possibili l’Italia, meta
tanto ambita.
Ma arrivati qui stessa paura, stesso timore negli occhi degli italiani giunti in America agli inizi del secolo scorso.
La stampa statunitense paragonava i
partenopei a dei topi, etichettava come mafioso ogni siciliano; lo stereotipo dell’Italia
pizza-mafia-mandolino è nato nelle strade
di New York, simbolo della discriminazione subita dai nostri connazionali.
Corsi e ricorsi storici insomma, che nel
giro di un secolo hanno ribaltato la situazione, trasformando l’Italia nel paese ospitante, convergenza di mille culture e popolazioni differenti.
IN ITALIA
Da Giolitti al Cavaliere
E’ sicuramente lo statista Giovanni Giolitti ad incarnare l’immagine dell’Italia del primo decennio del Novecento. La cosiddetta “età giolittiana”, grazie a un’ampia inclusione delle masse popolari nello Stato liberale, ha determinato una stagione di riforme e di grandi scioperi (celebre quello del
1904). Dopo 40 anni di immobilismo, iniziati
con la deludente unificazione risorgimentale,
un inedito sviluppo della società civile e di
modernizzazione investe il Paese: legislazioni a favore del lavoro e dell’istruzione, allargamento del suffragio, industrializzazione. Ma anche forte squilibrio tra nord e sud,
emigrazione e clientelismo. Giolitti innovatore o “ministro della malavita”?
Mafia, corruzione, divari regionali sono
ancora tratti imprescindibili della nostra
identità, così come l’importanza della leadership per una modernizzazione. L’inizio
del terzo millennio è caratterizzato dalla controversa figura del quattro volte presidente
del Consiglio Silvio Berlusconi. Federalismo,
sicurezza, riforma della scuola e della pubblica amministrazione sono le ultime misure messe in atto sotto la guida del Cavaliere.
Anch’egli accusato - dal pentito Spatuzza di collusione con la mafia, anch’egli additato
per leggi ad personam (come il Lodo Alfano), anch’egli coinvolto in un conflitto d’interessi.
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REALTA’ SOCIALE
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IL GROVIGLIO L’idea del secolo breve per lo storico Eric J. Hobsbawm
C
ome pronosticare il
futuro partendo dalle
premesse di inizio secolo e affidandosi all’esperienza degli anni passati?
Rivolgendo lo sguardo al
primo decennio del secolo
scorso è molto più semplice
notare gli effettivi balzi in
avanti compiuti dall’umanità. Nei primi del Novecento ci provava con grande
maestria Jules Verne, ispirando scienziati ed applicazioni tecnologiche nelle epoche successive. Oggi,
abbandonando la narrativa
per concentrarci su dati empirici, una soluzione sembra
concretizzarsi nel confronto
tra i primi dieci anni del Novecento e quelli del Duemila, alla ricerca di analogie
che potrebbero aiutarci a
tracciare l’andamento mondiale nei prossimi anni. Ma,
come ci fa notare Giorgio
Dell’Arti, giornalista di successo e autore del Primo libro delle profezie, “nel 1901
in Russia non esisteva ancora il comunismo; gli Stati
Uniti non avevano rilevanza
internazionale, che verrà acquisita solo dopo la Prima
Guerra Mondiale; in Europa
la vera potenza era l’Inghilterra e persino l’Impero Austro-Ungarico era ancora in
piedi. In questo decennio,
ancora profondamente otto-
centesco, nulla lasciava presagire l’avvento della
guerra”. Dunque, apparentemente, non ci sono
stati elementi indicativi durante i primi anni del Novecento che hanno permesso
la comprensione dell’andamento storico di quel determinato periodo. Non è un
caso, infatti, che lo storico
Eric J. Hobsbawm parli di
“secolo breve”, incominciando l’analisi di tale lasso
di tempo dal 1914. In realtà,
continua Dell’Arti, “l’analisi
storica è molto più precisa
Meglio guardare
alla storia nella sua
complessità
oggi che agli inizi del Novecento, quando l’osservazione
non era lungimirante, né teneva conto di molti aspetti
che invece attualmente gli
storici analizzano, focalizzandosi sul lungo periodo
per proiettare il genere
umano in avanti al fine di
cercare – o per lo meno illudersi – di capire in che direzione ci muoveremo nei
prossimi anni”. E per quanto
riguarda l’Italia? La risposta
di Dell’Arti è secca e molto
severa: “I due elementi costanti della storia d’Italia
sono la continua domanda
di sussidi statali da parte degli italiani, derivante dal
fatto che all’abolizione della
monarchia non è corrisposta
la trasformazione dei nostri
compatrioti da sudditi a cittadini, e la propensione di
questi ultimi per la “guerra
civile” che ha interessato da
sempre l’Italia, prendendo
come pretesto qualunque
cosa, a cominciare dalla contrapposizione tra nordisti e
sudisti, che ha minato la formazione di uno stato forte,
coeso”.
Più che concentrare l’attenzione su analogie e differenze tra diverse epoche storiche, dunque, meglio
guardare alla storia nella sua
complessità, in modo tale da
analizzare gli eventi criticamente. Certamente l’inizio
di un secolo rappresenta nell’immaginario collettivo la
possibilità di riscattarsi, di
chiudere con un passato non
sempre esemplare per poter
sperare in un futuro diverso,
più giusto. Il ventesimo secolo è finito allontanando i
ricordi della guerra e della
tensione italiana degli anni
Settanta e Ottanta, ma il
Duemila si è affacciato nelle
agende mediatiche con il
Millennium Bug e l’attentato
alle Twin Towers. E non è
stato un .
Pagina a cura di Roberta Casa e Giulia Cerasi
LE RETI
Ferrovie e Internet
Velocità uguale spazio diviso tempo.
L’uomo ha sempre cercato di abbattere le barriere che lo ostacolano nella conoscenza e
nell’esplorazione del mondo, utilizzando un
modello caro alla natura: la rete.
E’ accaduto nel primo decennio del Novecento, caratterizzato dall’enorme sviluppo
della rete ferroviaria. Nel 1904 viene terminata
la Ferrovia Transiberiana, che con i suoi
9288,2 chilometri è la più lunga al mondo, collegando le regioni industriali della Russia europea a quelle orientali della Siberia. Un anno
dopo in Italia nascono le Ferrovie dello Stato, la prima rete ferroviaria nazionale che riuniva sotto di sé le già esistenti tratte Mediterranea, Adriatica e Sicula. Un inedito movimento di persone e merci: lo spazio era annullato.
Rete, oggi, è sinonimo di Internet, anzi di
Web 2.0. Un sistema di interconnessione globale che non solo consente la lettura ipertestuale di documenti, ma che, grazie a blog,
forum e social network, permette l’interazione in tempo reale tra utenti in ogni parte del
pianeta. Secondo l’ultimo Rapporto Forrester,
il numero di navigatori nel mondo passerà da
1,5 miliardi del 2008 a 2,2 miliardi nel 2013.
Una rivoluzione nello scambio istantaneo di
informazioni e delle relazioni interpersonali.
Anche il tempo è stato annullato. A contare,
ora, è solo la velocità.
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Cronaca
In pullman al centro commerciale Porta di Roma per la tradizionale corsa ai regali
La navetta di Natale fa flop, per ora
Percorso breve, ma niente segnali per le fermate e scarsità di vetture
Un autobus addobbato, pieno di
luci. Un sorta di scuola-bus che invece di condurti a lezione, viene dirottato verso il Paese dei Balocchi,
anche detto Porta di Roma, uno dei
centri commerciali più grandi d’Europa, situato nella zona nord della
Capitale. Così Chiara, 27 anni,
studentessa di giapponese e impiegata precaria, immaginava la
navetta gratuita che dall’otto dicembre al sei gennaio porta avanti
e indietro migliaia di compratori di
regalo-dipendenti, da piazza Bologna allo shopping center della Bufalotta.
Ma meglio essere previdenti ed
evitare di ridursi all’ultimo momento per acquistare il frullatore
alla mamma o la cravatta per lo zio.
Chiara decide di fare una prima capatina a Porta di Roma dieci giorni prima di Natale. “In questo suetudinario capannello di anziamodo – spiega – ho il tempo di sce- ni, ognuno pronto a dire la sua sul
gliere con calma, risparmiando an- mistero del pulmino perduto. C’è
che qualche euro”. Sì, perché le pa- chi non ne ha mai sentito parlare
role d’ordine in tempo di crisi sono - anche perché sono pochi i carofferta e sottocosto. E quindi cosa telloni che lo pubblicizzano – chi
c’è di meglio di un “maxi-negozio” giura di averlo visto passare, ma
dove i ribassi sono
non ricorda né dove
all’ordine del giorno,
né quando. Anche gli
raggiungibile perfino
Un pullman che autisti di linea non ne
con un pullman grasanno niente. A
porta i cacciatori Chiara non resta che
tuito che dà un taglio
al traffico?
chiedere informaziodi cadeaux nel
L’avventura di
ni al giornalaio, il
Chiara però inizia Paese dei Balocchi più informato di tutproprio con la caccia
ti per antonomasia.
alla navetta. Il sito
Ed è proprio lui a
dedicato al centro commerciale- darle la dritta giusta: “La fermata
bus indica piazza Bologna come ca- della navetta non è segnalata, ma
polinea e una partenza ogni tren- in genere si ferma a qualche metro
ta minuti, a cominciare dalle nove dal mio stand. Faccia dieci passi e
e mezzo del mattino. Lei arriva aspetti lì”. Il consiglio un po’ empuntuale di fronte la posta centra- pirico dell’edicolante dà i suoi
le, fa il giro della rotonda, ma del- frutti. Alle dieci meno dieci, con
la fermata neanche l’ombra. Inizia venti minuti di ritardo arriva il bus
a chiedere in giro e si forma il con- e Chiara segna sul suo taccuino il
SHOPPING
I romani
affollano
il centro
commerciale
Porta di Roma
per i regali
natalizi
punto preciso dello stop: Viale
Ventuno Aprile 61.
L’aspetto della corriera natalizia
non è quello immaginato dalla ragazza. Un pullman privato come
tanti altri. Niente luci, né addobbi.
Ma l’importante è che sia gratuito
e conduca in poco tempo alla fabbrica dei regali, Porta di Roma.
Chiara si siede ai posti più in fondo, ma nonostante manchino dieci giorni alle feste il bus è quasi deserto. “Colpa della poca pubblicità, delle fermate non segnalate e del
fatto che sono solo due le navette
a girare, quindi causa traffico natalizio, sono spesso in ritardo”,
racconta Ilia, commessa per un
mese presso il negozio di elettronica
del centro commerciale.
E unica passeggera del pulmino,
oltre a Chiara e a una coppia di anziani. “Io – continua Ilia – lo prendo perché abito vicino piazza Bologna e mi è comodo. Ma all’andata non siamo mai più di cinque o sei
qualche fermata su richiesta.
All’improvviso, dietro l’ultimo
cantiere, appare il centro commerciale. Chiara scende dal pullman e
si tuffa finalmente nell’atmosfera festosa di Porta di Roma. Musiche di
Natale e stelle comete appese un po’
ovunque accompagnano la passeggiata dei clienti che vanno a caccia dell’offerta più conveniente. La
ragazza non ha le idee chiare su
cosa regalare a parenti e amici,
l’unica certezza è il budget previsto:
non più di dieci euro a persona. E
così vaga tra negozi e negozietti, alla
ricerca del dono più originale ed
economico. Tra i regali papabili ci
sono un taglia-biscotti, un berretto alla francese, un porta-spicci ricoperto di strass e delle morbidissime babbucce di pelo. “Preferisco
sorprendere i miei cari con penpersone”. Diversa la situazione del sierini stravaganti. Per comprare ogritorno, quando i clienti uscendo getti utili c’è tutto l’anno”, comdal centro si imbattono nella na- menta Chiara.
vetta-fantasma e la scelgono al poTra una puntatina in profumeria
sto del più lungo tragitto in auto- e una al Mc Donald trascorre tutta
bus. Anche nel weekend l’affluen- la mattina ed è ora di riprendere la
za è maggiore, ma a causa dell’esi- navetta. La fermata è deserta, non
guità del numero di
c’è nessuno ad attenpullman, il parchegdere il bus. L’unico
gio dello shopping
che cammina avanti
Il tragitto da
center è sempre strae indietro di fronte la
Piazza Bologna allo banchina è il responpieno.
Il percorso non è
store non è lungo, sabile della sicurezza
molto lungo, circa
che dà a Chiara la catcirca venti minuti tiva notizia. La navetventi minuti. Fuori
pioviggina e i tetti
ta è appena passata e
dei palazzi della Bula prossima arriverà
falotta scompaiono tra i nuvoloni tra un’ora. Infatti, nonostante il sito
grigi. Sembra quasi di non essere del centro commerciale segnali una
più a Roma, campagna e nuovi re- partenza ogni mezz’ora, la cadenza
sidence in costruzione si alternano è di sessanta minuti. Alla ragazza
nel paesaggio. C’è perfino un circo, non rimane che attendere infredcon i cammelli che pascolano sul- dolita in compagnia dei suoi mille
lo spartitraffico. L’autista attacca bot- pacchetti regalo, con un’unica certone con i passeggeri e confida loro tezza: “La prossima volta vengo in
che al ritorno la navetta può fare macchina”.
Con Vittorio Banchetti un’analisi sull’eterno conflitto tra negozi storici e non
La guerra all’ultimo cliente,
che vede contrapposti da sempre negozi tradizionali e centri commerciali, sfocia nel periodo natalizio in un aspro
duello in punta di regalo. Ne
parliamo con Vittorio Banchetti, vicepresidente della Federabbigliamento di Roma e
proprietario dello storico punto vendita sportivo in via Campo Marzio.
E’ vero che i centri commerciali rubano clienti ai negozi e non solo a quelli prestigiosi del centro?
“La forza dei grandi shopping center sta nel raggruppare
tanti tipi di negozi diversi nello stesso luogo. Ma anche nei
servizi che offrono: aree ristoro, cinema e soprattutto ampi
Reporter
nuovo
Il più grande megastore è il centro
parcheggi per le automobili.
L’annoso problema di Roma,
infatti, è rappresentato dal
traffico e dalla carenza di mezzi pubblici. Per i cittadini arrivare in centro durante il periodo natalizio può diventare
un’odissea. E’ molto più comodo dirottarli verso i grandi
store, collocati nei quartieri periferici, dove sono a disposizione migliaia di posteggi”.
Le navette natalizie, che
trasportano gratuitamente i
clienti dalla periferia al centro storico, rappresentano un
nuovo modo per risolvere il
problema del traffico, incen-
tivando le vendite?
“Si tratta di un’iniziativa
dell’associazione Tridente Centro Storico di cui sono un socio fondatore. Una soluzione
molto vantaggiosa che permette a migliaia di clienti di lasciare a casa la macchina, raggiungendo Via del Corso in
poco tempo. In questo modo
si risparmia qualche euro di
benzina e soprattutto lo stress
del traffico natalizio. I capolinea dei pullman gratuiti sono
alla Balduina, Vigna Clara e
Piazza Euclide”.
Anche i centri commerciali
si attrezzano e lanciano le navette gratuite. Ulteriore pericolo per i negozi?
“Certamente la concorrenza anche in campo di navette può creare qualche problema. Ma il fascino e la personalizzazione dei negozi tradizionali è imbattibile. Sia
quelli del centro storico - il
più grande centro commerciale a cielo aperto, famoso in
tutto il mondo – sia quelli di
periferia, collocati in genere
nella piazza o lungo il corso
Pagina a cura di Emiliana Costa
del quartiere. Inoltre lo shopping center può offrire una
scelta di cinquanta, cento
punti vendita, mentre la città mette a disposizione migliaia di esercizi commerciali differenti”.
Quale può essere la ricetta per armonizzare il rapporto tra i piccoli negozi e i
grandi centri?
“I centri commerciali sono
troppi e troppo vicini alla città. Nonostante questo, pare
che negli ultimi due anni i
grandi store siano in sofferenza, a causa di un calo delle vendite. Segno che la tradizione e
l’attrattiva che esercitano i negozi tradizionali è eterna, a differenza del trend americano legato ai grandi magazzini”.
Natale in tempo di crisi.
Come vanno le vendite?
“La Confcommercio di
Roma prevede orientativamente un aumento degli acquisti natalizi rispetto a quelli del 2008. In particolare è prevista una spesa media per famiglia di circa 400 euro (tra regali, cenone e festeggiamenti
vari) con un aumento complessivo dei consumi del 2,4
per cento rispetto al Natale dello scorso anno. I prodotti che
risentiranno più della crisi
sono quelli di larga distribuzione. Buono invece l’andamento dei beni di lusso”.
18 Dicembre 2009
5
Cronaca
Tra ingenuità e ignoranza domande sconcertanti di una scolaresca a una lezione sul sesso
“Resto incinta se do un bacio?”
Sono state indirizzate per iscritto a uno psicologo e a una ostetrica
“Succede qualcosa se una
ragazza bacia in modo completo un ragazzo? Si può restare incinta senza aver fatto
sesso? Perchè la prima volta
che si fa sesso si prova dolore? Cos’è l’orgasmo e come si
raggiunge? Quando è il momento giusto per fare l’amore? Qual’è il posto migliore
per fare sesso? Bisogna dire ai
genitori se non si è più vergini? Mi devo vergognare
della verginità? Come si supera l’imbarazzo della prima
volta? Cosa sono i preliminari? E’ vero che per con-
Due ore di lezione
troppo poche per
soddisfare curiosità
e dubbi in materia
quistare un ragazzo bisogna
passargli davanti e non bisogna essere appiccicosi? Qual’è la posizione più comoda ed
efficace? Cos’è il sesso anale?
Che differenza c’è tra i preservativi di diversi gusti?
Come fare l’amore senza rimanere incinta oltre ad usare gli anticoncezionali? Qual’è l’età giusta per fare un figlio? Mi preoccupo perchè
anche aborrendo gli altri che
guardano solo l’intimo delle
ragazze, anche io mi ritrovo
a fare la stessa cosa, è incoerenza? Come si fa a diventare sensuali se si è timidi?
Il tema dell’attesa del primo
appuntamento con l’amore,
l’esplicita visione del fenomeno sessuale in età giovane,
come compimento di un’idea
romantica dell’amore stesso,
ha completamente stregato
l’ultima generazione di adolescenti. Una visione romantico-sentimentale del mondo
dei teenager, in cui gli stessi si
riconoscono e che utilizzano
come metro di paragone per la
vita reale sono gli ingredienti
di libri e film ed hanno in Federico Moccia l’esponente più
rappresentativo.
Federico Moccia é il re degli adolescenti. La sua consacrazione è unanime da parte
dei giovanissimi che seguono
fin dall’inizio la sua produzione letteraria e che continuano ad esprimere consenso
ed entusiasmo su blog e social
network. Tutti ricordiamo il
caso del primo romanzo Tre
metri sopra al cielo, che da
6
18 Dicembre 2009
Siete d’accordo che i baci
dati da due ragazzi sono di
gran lunga migliori di quelli
dati dagli adulti?”
Sono queste le domande
scritte su un foglio bianco, in
forma anonima, consegnate
allo psicologo e all’ostetrica al
termine del primo dei due incontri previsti sull’ educazione sessuale nella classe
III^ A della scuola media statale “ Gianicolo”, a Roma.
Dall’ingenuità e l’asprezza
del tono appare evidente di
quanto i tredicenni siano impreparati sull’argomento sesso, sicuramente per colpa di
una mancanza di dialogo con
i genitori e di una carenza di
informazione da parte della
scuola.
Per tentare un rimedio si
sono organizzate delle lezioni, sono soltanto due da un
paio d’ore ciascuna. Troppo
poche per soddisfare le curiosità e dubbi in materia. La
pensano così anche lo psicologo, Stefano Vicini, e l’ostetrica Chiara Pizzi, che da diverso tempo portano avanti
nelle scuole medie e nel biennio della scuola superiore
incontri di educazione sessuale con i giovanissimi nel
quadro del Progetto Obiettivo Materno Infantile adottato con il D.M. 24.04.2000.
I ragazzi, con lo psicologo
e l’ostetrica sono seduti in circolo, ad annullare la distanza tra chi insegna, spiega e
chi è il destinatario delle in-
A SCUOLA una bambola di plastica utilizzata nelle lezioni di
educazione sessuale
formazioni. Hanno voglia di
parlare e si conquistano ad alzata di mano il turno. Alla
domanda del dott. Vicini “Vi
sentite cambiati rispetto a
quando frequentavate la prima media?” le risposte sono
immediate e veloci. Luca ri-
sponde di aver cambiato il
rapporto con i genitori, soprattutto quello con la madre
che lo obbliga almeno una
volta a settimana a pranzare
a casa, e lui per contestare
questa imposizione rimane
tutto il pomeriggio a casa con
le cuffiette dell’Ipod per evitare qualsiasi comunicazione
con la madre. Elettra risponde che l’anno precedente i genitori erano solamente concentrati sulla sorella più piccola che aveva dei
problemi a scuola e solamente con l’arrivo di alcuni
suoi brutti voti si sono ricordati di lei, e le stanno addosso. “Non va bene neanche
così, io vorrei che fossero più
misurati con tutte e due”. Aurora dice di avere notato una
maggiore fiducia nei suoi
confronti “Mi vedono grande ora, e posso tornare a
casa da sola per le sei del pomeriggio”. “Che si facciano
gli affari loro,non possono
chiedermi che cosa ho fatto
e visto nel pomeriggio e con
chi sto al telefono!” esplode
Marco. “Mio padre arriva a
casa, si siede sulla poltrona e
accende il sigaro, guarda la
televisione mentre io sono
nella mia camera a finire i
compiti e non mi chiede mai
niente!” continua Gianandrea. Lo psicologo li invita a
riflettere per un momento sul
ruolo dei genitori. Anche
per loro non è facile comprendere il passaggio dalla
fanciullezza all’adolescenza,
il più delle volte si trovano
impreparati e tendono a ripetere come genitori ciò che
hanno vissuto quando sono
stati figli.
I cambiamenti del fisico,
quelli umorali, caratteriali e il
Libri, film e pubblicità nell’assenza di un dialogo con famiglia e scuola
Miscela esplosiva per gli ormoni
una pubblicazione in sordina
con una piccola casa editrice
tramite il passaparola fra i
lettori più giovani giunge poi
ad essere pubblicato da Fetrinelli con cui riesce a conquistare per settimane le vette delle classifiche dei libri più venduti. Ho voglia di te, Scusa ma
ti chiamo Amore, Amore14 e
l’ultimo Scusa ma ti voglio
sposare hanno continuato e
aumentato il successo dello
scrittore tra i giovanissimi e da
ogni romanzo è stato tratto un
film. E così, oggi, si parla di filone Moccia per indicare quella letteratura e cinematografia
leggera e spensierata destinata al pubblico degli adolescenti. Libri e film specchio di
una società o viceversa?
Ne abbiamo parlato con
Annamaria Sersale, per anni
esperta di scuola de Il Messaggero, il cui parere sul fenomeno Moccia invita ad
una riflessione. Per lei si tratta di un contributo alla banalizzazione e alla minimizzazione dell’adolescenza che
invece si trova davanti tematiche ben più serie rispetto ad
un innamoramento andato
male. “Sono diventati precoci in tutto: dall’utilizzo delle
droghe, dell’alcool e del sesso” afferma. “C’è una immaturità di fondo, che riflette un
alto senso di sé mentre la percezione dell’altro è vago. Questo porta ad un utilizzo stru-
mentale del sesso, che annulla
con largo anticipo le tappe
classiche del percorso amoroso. I giovanissimi poi si ritrovano poco più grandi con
una sessualità cambiata, ma
bruciata dalla superficialità
del passato”. Com’è noto un
problema particolarmente delicato che negli ultimi anni si
è manifestato è quello dell’aumento delle gravidanze indesiderate da parte delle giovanissime, fenomeno che segnala una crescita degli aborti clandestini (dallo 0,5 per
cento del 1995 si passa all’1,2
per cento del 2005), spia di
una incapacità e di un timore di parlare in famiglia e di
Pagina a cura di Chiara Aranci
rivolgersi alle strutture pubbliche, come i consultori preposte all’assistenza dei giovanissimi, unici spazi dove un
minorenne si può rivolgere
senza dover essere accompagnato da un adulto. “L’aggressione della pubblicità che
pone sempre centrale il corpo della donna come chiave
di lettura di qualsiasi tipo di
messaggio – spiega la Sersale - ha un’ampia forza trainante. I media rovesciano i
modelli di riferimento per i
giovani, un bombardamento
al negativo che sconvolge i ragazzi dell’età della pubertà”.
E conclude dicendo che le responsabilità della famiglia in
tema di sesso sono al primo
posto e la scuola è certa-
sentire per la prima volta le
pulsioni amorose sono legati allo scombussolamento ormonale che investe i giovanissimi nella pubertà.
Ma cos’è l’amore per i tredicenni presenti? “Un batticuore accelerato” risponde
Anna, “La sensazione di stare bene con una persona e
fare di tutto per stare con l’altro” continua sognante Federica. “Quando ti accorgi
che anche l’altro prova lo
stesso sentimento di attrazione per te” aggiunge timidamente Giulia. E l’inna-
In un altro incontro
si affronteranno temi
più specifici e
si daranno le risposte
moramento? “E’ il primo passo verso l’amore, e deve essere
ricambiato altrimenti è una
cotta” afferma Lodovica. Sono
le giovanissime che prendono in mano la parola ora e
provano a tirar fuori ciò che
troppo spesso rimane nella
loro intimità.
La lezione volge al termine, si è trattato di un primo
incontro e ne seguirà un altro
dove sciolto il ghiaccio si affronteranno tematiche più
specifiche e compito dell’ostetrica sarà quello di illustrarle e rispondere alle domande.
mente al secondo “Le famiglie
spesso si ritrovano impreparate ad affrontare certi temi.
La scuola, salvo rari casi, è latitante: solo qualche sporadica sperimentazione di educazione sessuale nelle scuole”.
In effetti, è del 1910 la prima proposta di una legge che
istituisca l’educazione sessuale come materia d’insegnamento nelle scuole, ma a
cento anni di distanza non c’è
ancora nessuna iniziativa parlamentare in materia. Un forte scontro tra laici e cattolici
in tema non ha mai portato ad
un accordo tra le parti fino a
far scomparire la questione
dall’agenda parlamentare.
Un’etica, una morale profondamente conservatrice impedisce alle nuove generazioni di trarre benefici dall’adozione di una legge ad hoc,
a danno di coloro che saranno presto parte attiva della nostra società.
Reporter
nuovo
Costume & Società
Il ruolo delle proprie donne nella recente metamorfosi politica (e non solo) di alcuni big
La madre dei due Bondi e le altre
Fini cambia i pannolini, Brunetta cresce in cattiveria e fustiga i costumi
“Basta con le poesie, sono
cambiato”. Sandro Bondi lo
dice perentorio parlando a
proposito della pubblicazione
dei suoi componimenti letterari. Un’ affermazione che nasconde una più incisiva svolta caratteriale del fedelissimo
di Berlusconi. Ed è sempre lui
a individuarne il motivo. “Ho
una vita affettiva molto felice.
Sono più sicuro di me e delle
mie possibilità”. Il pilone privato sostiene, dunque, questo
Bondi-bis accanto al pilone politico: un Bondi di due mondi.
Merito della sua compagna, la
deputata Pdl Manuela Repetti. Il neocoordinatore del Pdl
appare dimagrito, quasi asciutto. Meno curvo, e più spedito
nel cammino. E’ sparito l’intercalare “scusi, scusi”: insomma un’immagine quasi irriconoscibile rispetto al luogo
comune del Bondi di velluto.
Si è visto in una puntata di Ballarò, quando, reattivo e quasi
sferzante, il ministro con la sua
donna accanto contrastava
Gianfranco Fini, accusandolo
di farsi carico “di un giustizialismo molto simile a quello di una certa sinistra”. E la
Repetti lo sosteneva, interveniva con dolcezza durante le
pause pubblicitarie. Ma Bondi non è l’unico uomo politico di questa legislatura ad
aver subito un profondo cambiamento sollecitato da una
donna. Sui giornali è tutto un
pullulare di mani nelle mani,
di sorrisi, di carezze. Ne sa
qualcosa Renato Brunetta, che,
a sessanta anni suonati, celibe
per convinzione, abbandonerà il suo stato per convolare a
nozze, probabilmente il prossimo anno, con la sua Titti.
Grazie a lei il fustigatore dei
fannulloni nella pubblica amministrazione è riuscito a superare anche i problemi di
autostima derivanti dalla sua
altezza, arrivando addirittura
a definirsi la “Lorella Cuccarini” della politica, il preferito
dagli italiani. “Lo amo perché
è un uomo intelligente e premuroso. La differenza d’altezza non la sento”, avrebbe confidato la spilungona di origini
veneziane. E così il ministro,
gonfio di rinnovata autostima,
tende a trasformare il proprio
complesso in un delirio di
onnipotenza più o meno conclamato, peccando di superbia
e infierendo sui suoi sottoposti. E che dire del presidente
della Camera, Gianfranco
Fini? Lo abbandonano gli ex
camerati di partito, Berlusco-
Reporter
nuovo
MANUELA REPETTI È la compagna di
Bondi dal 2008
“TITTI” Arredatrice di interni, convive con
Brunetta da due anni
ELISABETTA TULLIANI Ha dato lo scorso novembre alla luce la loro seconda figlia
ni lo detesta, ma lui fa spallucce e va avanti. Appare cocciutissimo e pacatissimo. Non
è matto, è solo innamorato, rivelano gli amici più intimi. E
questa forza, quella della sua
Elisabetta Tulliani, da cui ha
appena avuto la terza figlia, lo
porta a spingersi con leggerezza e a volte con incoscienza nella sfida contro il Cavaliere. I sondaggi lo vogliono
vincitore su Berlusconi nelle
preferenze degli italiani, grazie
anche ad una nuova immagine di politico impegnato anche
nella famiglia, apprezzato sia a
destra sia a sinistra. “ Aiuto la
mia compagna con le bambine. Cambio i pannolini, perché
non è una questione di colore politico, ma di essere un
buon padre”, ha dichiarato
l’ex presidente di An a Lucia
Annunziata nel programma
In mezz’ora.
E’ come se volesse fare tabula rasa del suo passato, attraverso un ritrovata serenità
sentimentale, vissuta anche
come metamorfosi politica,
che guarda ai giovani, assumendone il look ed il linguaggio.
Per Laura Laurenzi di Repubblica non è più il tempo di Forlani e Andreotti con mogli nell’ombra
Quei cambiamenti? Tutta colpa dell’eros
Sulle belle non bisogna neanche essere razzisti al contrario
Delle metamorfosi di Bondi, Brunetta e Fini
parliamo con Laura Laurenzi, inviata speciale di
La Repubblica, dove scrive di costume e società.
Laura Laurenzi, secondo lei è dovuta alle donne che li affiancano l’ improvvisa e incontenibile
vigoria adolescenziale di uomini come Sandro
Bondi, Renato Brunetta e Gianfranco Fini, tra
grinta e pannolini?
“Trovo esagerata questa lettura. C’è maggiore
visibilità, ma nulla di adolescenziale. Sono probabilmente più motivati, innamorati e disposti a
farsi vedere in vesti private, però non esagererei
in questi termini”
C’è un legame tra la nuova immagine che il
presidente della Camera propone di sé, come padre premuroso, e la preferenza che gli dimostrano tanti italiani dal punto di vista politico?
“Forse sì. Si presenta non solo come Presidente
della Camera, ma anche come uomo e giovane padre. Non a caso è anche alla seconda unione, quando gli uomini sono più maturi, ed è per questo
che ha raccontato di cambiare i pannolini alle
bambine. Non escludo che questo suo nuovo status familiare giovi ad un ritratto umano a tutto
tondo”.
C’è qualcosa di nuovo nel modo d’essere dei
politici?
“C’è una grossa differenza tra gli uomini politici di oggi e quelli della prima Repubblica. Per
esempio Forlani e Andreotti avevano delle mogli
di cui si sapeva pochissimo, non comparivano
quasi mai. Erano fondamentali per l’equilibrio della coppia e dell’uomo politico, però non c’era mai
protagonismo in loro. La compagna di Fini, invece, è comparsa alle sfilate di moda, è conosciuta
per una sua ex amicizia con Gaucci, spesso fotografata sui rotocalchi. E’ graziosa e vistosa. Così
come la futura signora Brunetta, donna che definirei d’immagine, molto curata e giovane”.
Anche il presidente Usa Barack Obama è stato scalzato dalla moglie Michelle in un sondaggio
del magazine Usa Today perché più popolare di
lui. Perché? Quanto l’immagine di Michelle ha
influenzato la vittoria del marito e la sua attuale
politica?
“Innanzitutto, il presidente Obama è stato eletto con un carico di aspettative che avrebbe
“schiantato” chiunque, per cui ci si aspettava che
con la bacchetta magica avrebbe risolto problemi terrificanti come la guerra o la crisi economica.
E’ per questo che lui è sceso nei sondaggi. Anche
lei però è stata fondamentale. A differenza che in
Italia, la First Lady ha compiti che non sono di
mera rappresentanza. In più Michelle è una
donna molto comunicativa, dalla personalità
fortissima. Ricordiamo che è lei il vero nero delPagina a cura di Ida Artiaco
la famiglia, che viene dal ghetto di Chicago. Ha
anche una grande presenza fisica, non necessariamente legata alla bellezza, come si poteva dire
per esempio di Jacqueline Kennedy, quanto alla
personalità predominante, che dice sempre la sua,
che non ha paura di mostrarsi anche con qualche
chilo di troppo. E’ una donna autonoma e quindi piace molto”.
Ritanna Armeni sul Riformista ha scritto: “
Il privato è entrato nel pubblico con l’invadenza della sessualità maschile e con la prepotenza di una libertà femminile priva di consapevolezza e pronta a tutto per affermarsi”. Cosa
ne pensa?
“Abbiamo avuto lo scandalo di Vallettopoli e
le dichiarazioni della D’Addario e delle ragazze che
andavano a Palazzo Grazioli. Ma non farei generalizzazioni. Certo, non fa piacere vedere candidate al parlamento Europeo delle ex vallette, quando ci sono donne molto più preparate. Però non
bisogna neanche essere razzisti al contrario.
Non è detto che una donna perché è bella o perché abbia tentato di fare carriera nello spettacolo, non sia poi in grado di fare anche il ministro.
Io sarei più “femminista” rispetto a questo argomento, nel senso che c’è spazio per tutte e la bellezza non deve fare ombra all’intelligenza. Un conto poi è la bellezza, un altro è la disponibilità. In
questo senso si svilisce la figura femminile”
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Costume & Società
Aldo Cazzullo ci racconta perché secondo lui Nord e Sud Italia si assomigliano sempre di più
Uniti da una macchia di pomodoro
“L’Italia de Noantri”? Siamo noi, il clan, la fazione, il campanile
Francesco Alfani
In copertina Pulcinella sorride
mentre parla al telefonino. “Un’idea
di mia figlia Rossana, nove anni, che
ha disegnato la maschera napoletana aggiornandola con tutti i simboli della modernità: non la mascherina ma gli occhiali scuri, lui che guida un Suv mentre parla al telefono”.
Alla fine alla Mondadori hanno lasciato solo il cellulare, ma il senso, per
Aldo Cazzullo, è lo stesso: l’Italia tecnologica del 2009 continua volentieri
a coltivare i suoi pregi e i suoi difetti. Per la presentazione del suo libro,
“L’Italia de noantri. Come siamo diventati tutti meridionali”, ospitata dalla Camera di Commercio di Roma, si
sono scomodati sia il sindaco della città, Gianni Alemanno, che il suo predecessore Walter Veltroni. Intervenuti
anche per replicare alle critiche che
il giornalista del Corriere della Sera rivolge alla capitale. “Le critiche sono
anche una dichiarazione d’amore
per una città in cui vivo da undici
anni e di cui ammiro l’umanità e il
senso dell’umorismo. Ciò non toglie
che Roma è anche la città dei 171mila
permessi per invalidi, delle aggressioni agli omosessuali e delle fatture
scritte su un foglio di carta a quadretti”.
Cosa vuol dire noantri? Noantri siamo noi, il campanile, il prevalere del
particolare sul generale. Un fenomeno
nazionale: “l’espressione esiste in
tutti i dialetti, non è solo romana. In
Sicilia dicono ‘nuautri, ad Alba, la mia
città, nuiàutri”.
Gli italiani, insomma, si somigliano molto di più di quanto non
pensino. Ma, per Cazzullo, sicuramente si assomigliano più di quanto non si somigliassero 50 anni fa:
“Certo, la mafia non è nata ad Abbiate
Grasso, però oggi la mafia è ad Abbiate Grasso. Al Nord si evade il fisco, si paga il racket, c’è l’usura. Forse l’unica regione che esprimeva
davvero un’alterità rispetto allo spirito nazionale era il Piemonte di
Gobetti ed Einaudi. Oggi, dopo la
truffa del premio Grinzane Cavour,
che nel nome stesso racchiudeva
L’AUTORE
Aldo Cazzullo,
43 anni,
inviato speciale del
Corriere
della Sera.
A destra la
copertina del
suo nuovo libro
quasi sacralmente quell’alterità, penso che nemmeno i piemontesi abbiano più niente da insegnare al resto del paese”.
Il Sud ha imposto modelli culturali, stili di vita, comportamenti e simboli. “Il libro comincia dicendo che
i miei nonni non avrebbero mai neanche assaggiato una pizza, un piatto per loro esotico, straniero, meridionale. Oggi, se un italiano ha una
macchia sulla camicia, è una macchia
di pomodoro. E un movimento antimeridionale come la Lega Nord è un
partito nato da un gruppo di amici varesotti in cui prevale il più mediterraneo dei criteri, la fedeltà al capo”.
“Lo stesso Berlusconi scende in
politica come simbolo di Milano. Nasce nel quartiere milanese per eccellenza, l’Isola, ma si innamora del sud.
Scende a Napoli, fa delle cose buone
e poi si fa incastrare dai casi Noemi
e D’Addario. Dall’altra parte, è un fatto che, di tre tessere del Pd, una sia
a Napoli. La linea della palma, come
profetizzato da Sciascia, sale verso
nord. Nel bene come nel male”.
Viaggio nel mondo delle newslot. C’è anche chi arrotonda lo stipendio
Gli italiani stregati dal videopoker
Il Fisco ringrazia. Entrate superiori ai tre miliardi
Francesco Paolelli
“Se me porti fortuna risponno a tutte le domande che
voi, ma si perdo te manno a
quel paese”.
Con questa scommessa
propostaci da Mario comincia
il nostro mini-viaggio nel mondo dei videopoker.
Siamo in un bar di Roma e
Mario, 36 anni agente immobiliare, nella sua pausa pranzo
confessa di non saper resistere al desiderio di tentare la fortuna. “Dopotutto si vince spesso. Non come il superenalotto” dice con tono serio. Infatti in Italia le newslot sono progressivamente diventate la tipologia di gioco principale
per raccolta di denaro, arrivando nel 2008 a rappresentare il 45,6 per cento delle entrate complessive del settore
giochi. Questi apparecchi da
intrattenimento hanno fatto registrare aumenti considerevoli passando dai 367 milioni
di euro raccolti nel 2003 ai
21,68 miliardi di euro raccolti nell’ultimo anno. Due sono
i fattori che spiegano il successo di questo gioco. In primo luogo la diffusione capil-
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18 Dicembre 2009
lare presso gli esercizi commerciali italiani. Le newslot, infatti, sono 320 mila in 120 mila
punti vendita quali bar, tabacchi, sale giochi, alberghi e
centri commerciali. E poi determinante è il payout del 75
per cento. Ossia su 100 euro
che i giocatori spendono 75 ri-
“Scrivilo pure” dice in tono
perentorio Mario “che io non
so’ come quelli che fanno i buffi pe’ giocà”. Questo gioco, in
effetti, può anche rovinare le
persone. La brevità della giocata, la relativa irrisorietà della puntata e l’assenza di un numero massimo di partite gio-
Anche il Tar Lazio, in una sentenza, ha
riconosciuto che le ludopatie determinano
profili di nocività sociale ed economica
tornano come vincite. Nessun
altro gioco fa di più.
Numerosi sono stati, nel
tempo, gli interventi legislativi finalizzati, da un lato ad ampliare l’offerta di gioco lecito
dall’altro a razionalizzare il
comparto e a dotarlo di norme
moderne e capaci di contrastare
efficacemente l’illegalità. In
particolare il decreto legge 269
del 2003 ha “bonificato” il territorio dai videopoker, introducendo gli apparechhi da intrattenimento newslot che sono
collegati tramite internet con
l’Amministrazione Autonoma
dei Monopoli di Stato.
cabili in un tempo determinato
favoriscono il gioco continuo
e ripetuto da parte dei fruitori di queste macchinette. In
ambito scientifico è stato dimostrato che le dinamiche
dell’attrazione patologica al
gioco d’azzardo sono del tutto assimilabili alla fenomenologia delle dipendenze da droga e alcool, anche in termini di
trattamento e terapie farmacologiche. Secondo l’Eurispes
l’8,9 per cento degli intervistati
rivela di aver chiesto soldi in
prestito per giocare. E quando
le banche chiudono i cordoni
della borsa si fa ricorso agli
usurai.
La politica anche se in ritardo sembra essersi accorta
del problema. E’ allo studio del
Senato il disegno di legge 284
intitolato “Misure a sostegno
di interventi contro le dipendenze comportamentali ed il
gioco d’azzardo patologico”. Il
progetto di legge mira a garantire ai “giocatori patologici” i livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria, prevedendo la creazione di ambulatori ad hoc all’interno dei dipartimenti di salute mentale
già esistenti e l’esenzione dalla spesa sanitaria. Il disegno di
legge prevede anche il gratuito patrocinio e l’assistenza legale al fine di definire un piano di risanamento del debito,
per tutti coloro che abbiano
contratto debiti e siano caduti nella rete della microcriminalità.
“Va bè mo devo annà” dice
Mario sorridendo “Devo ritornà al lavoro. Se no mi’ moglie me mena”. Si alza si rimette il soprabito ed esce. Sicuramente con meno soldi in
tasca, ma con quell’idea, piacevole quanto fragile, che domani “sarà la vorta bbona”.
GIOCO D’AZZARDO coinvolge sia donne che uomini
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