Tempo Ordinario - La Parrocchia di Rovellasca
Transcript
Tempo Ordinario - La Parrocchia di Rovellasca
Parrocchia SS. Pietro e Paolo - Rovellasca Percorso fidanzati 2011 – 2012 Sabato 4 Febbraio 2012 – Tempo Ordinario Preghiera Vogliamo la nostra intesa, ma insegnaci, Signore, a pagarne il prezzo; insegnaci ad amare, a donare, a servire, anziché esigere la nostra soddisfazione. Nelle difficoltà, mantieni la nostra intenzione di rimanere uniti, facendoci accettare tutti i sacrifici per proseguire la strada insieme, fino in fondo. Per conservare la pace negli scontri della vita quotidiana, rendici comprensivi, indulgenti e pazienti, sereni, umili, solleciti alle concessioni. Facci cercare l'accordo della nostra volontà troppo pronta ad imporsi e l'armonizzazione dei nostri temperamenti, troppo inclini alla lotta e all'aggressività. Facci trovare la via per riunirci malgrado il conflitto dei pareri divergenti e dei desideri contrari, fa via con cui possiamo rafforzare la nostra unione. Ordinario: il tempo dell'amore Abbiamo vissuto due tempi forti: l’Avvento e il Natale. L’Avvento, immagine splendida del fidanzamento: come nella liturgia si attende trepidanti e vigili il Dio che viene, così l’uomo attende e prepara la strada per accogliere l’Amore! Dio e Amore sono sinonimi! C’è una sovrapposizione tra la fede e la vita… Il Natale, immagine nitida di un Dio che non è fatto di idee ma di carne, così come l’amore non è fatto di parole ma di corpi che si uniscono in una carne sola! Il Natale è la nascita dell’Amore nella vostra vita: c’è da viverlo, coltivarlo, proteggerlo… Ora il tempo ordinario: è la ferialità, la normalità, la quotidianità. Ciò che fa essere significativo il tempo. È la declinazione della verità dentro le pieghe più ovvie degli accadimenti quotidiani. Ogni cosa ha bisogno di tempo per diventare grande, per avvolgere tutte le cose…mi fa specie pensare a quelle persone che perdono il partner e che riconoscono mancargli nei particolari più irrilevanti quali il mettere le scarpe in un determinato posto, nel chiedere l’asciugamano sgocciolando acqua in ogni parte…proprio in quelle cose più fastidiose, dove è passato amore, si avverte l’assenza… Così la presenza di Dio: è dentro un ascolto quotidiano della sua Parola, un pregare ritmato e serrato, un affidare le gioie e le sofferenze ordinarie, che Dio assume spessore, bellezza e significato! Se Dio non è sbriciolato dentro le piccole “cavolate” delle giornate, niente Egli avrà a che fare nemmeno con gli eventi più eclatanti! Quanto è urgente oggi riscoprire la ricchezza del tempo, di tutto il tempo che viviamo. Sembra che il tempo sia da dividere tra un tempo bello e un tempo brutto, un tempo chi mi diverte e un tempo che mi opprime, il tempo dello svago e il tempo del lavoro… Il tempo non è buono né cattivo! Il tempo è un’occasione propizia per fare il bene o fare il male, per edificare o per distruggere! Chi sente gravoso e alienate il tempo del lavoro è difficile che riesca a valorizzare appieno il tempo della festa… così nella vita matrimoniale! Se non riesco ad apprezzare la ferialità della condivisione della vita non sarà possibile sperare momenti di gioia piena! È nel tempo ordinario che si mettono le basi per un tempo straordinario! Il vangelo di questa domenica descrive una giornata tipo di Gesù: preghiera, incontro con le persone, cura degli ammalati, sanazione degli indemoniati…davanti a casa «tutta la città», poi ancora preghiera! Una vita intensissima nella quale si evidenzia il cuore, l’interesse, l’anima di Gesù: l’attenzione e la cura delle persone e una intensa e approfondita relazione con Dio! Noi non diciamo che Gesù ha dato la vita “per noi e per tutti” semplicemente perché alla fine è morto sulla croce ma perché quotidianamente ha vissuto dentro uno stile di vita costantemente connotato da amore e servizio per gli uomini… Il rapporto con Dio che al termine dei suoi giorni diventa evidente e sentito non è una improvvisata estemporanea, ma il segno di una intimità stabilmente costruita. Tutto per dire che il colore della vostra vita lo daranno i tanti giorni a tinte tenui…non i pochi giorni a tinte forti… Ho preso in considerazione il brano del vangelo che abbiamo letto oggi nella liturgia domenicale: vedete come da un confronto metodico con la Parola possiamo essere messi in grado di valutare lo spessore e l’importanza del quotidiano nella nostra vita. La Parola di Dio non distrae dalla vita, ma richiama alla sua serietà e alla sua connotazione spirituale: è nella vita ordinaria che ti giochi l’AMORE per il quale hai deciso di giocarti! Quali regole vuoi dare alla tua alleanza matrimoniale: quelle che vengono dalla sua Parola e che ti invitano giorno per giorno alla fedeltà o quelle che vengono dal tuo semplice istinto, al momento? Qui sta l’originalità della chiamata al matrimonio cristiano: la custodia di un bene che il tran tran della vita tende a marginalizzare e che, invece, è il segreto della felicità! Innamoramento e amore: il cammino verso la maturità Il tempo liturgico, con il suo alternarsi di tempi forti e tempo ordinario, illumina la nostra vita: anche noi viviamo lo straordinario e la ferialità, l'attesa e il compimento, E' importante imparare ad attendere con sapienza, saper accogliere con consapevolezza e gratitudine, vivere presenti alla realtà . 1 C'è il tempo della promessa: è l'innamoramento. E c'è il tempo dell'amore, in cui la promessa si compie nella fedeltà al quotidiano. Nella vita di coppia accade di coltivare false attese, e di restare delusi poi e frustrati di fronte alla realtà. Si è convinti di essere molto innamorati … ma poi tutto finisce: “Era una delle persone più positive che io avessi mai incontrato. Qualunque cosa io facessi era meravigliosa. Una volta sposati , invece, sembrava che io non facessi nulla di buono. Onestamente non sapevo cosa stesse accadendo. Infine persi l'amore che avevo provato nei suoi confronti: ovviamente non mi amava. Concordammo che vivere insieme non avrebbe portato più alcun beneficio a nessuno, e ci separammo”. Siamo stati portati a credere che, se siamo innamorati, il nostro sentimento durerà per sempre. Siamo rapiti dal fascino della personalità dell'altro. Il nostro amore è la cosa più meravigliosa che abbiamo mai provato. Nulla sarà più forte del nostro amore reciproco. Purtroppo l'eternità dell'esperienza dell'innamoramento è fittizia, non reale. Alla fine, in ogni caso, tutti scendiamo dalle nuvole e posiamo di nuovo i piedi per terra. Apriamo gli occhi e vediamo i difetti dell'altro. I piccoli nei che trascuravamo quando eravamo innamorati adesso diventano montagne altissime. Che cosa è accaduto all'esperienza dell'”innamoramento”? Era solo un'illusione? Il problema sta nell'idea inesatta che l'esperienza dell'innamoramento possa durare per sempre: questo pensiero è sempre irreale. Dimentichiamo di tener conto della realtà della natura umana. Noi siamo egocentrici per natura. Nessuno di noi è completamente altruista. L'euforia dell'esperienza dell'“innamoramento” ce ne dà solo l'illusione. Alcuni studiosi hanno concluso che l'esperienza dell'innamoramento non può essere considerata vero amore per tre ragioni: • Innanzitutto, innamorarsi non è un atto della volontà o una scelta consapevole. Ad esempio per quanto vogliamo innamorarci, non possiamo fare in modo che accada! • In secondo luogo, l'innamoramento non è vero amore perché non richiede sforzi. Qualsiasi cosa facciamo, l'esperienza dell'innamoramento richiede una disciplina minima e un limitato sforzo consapevole da parte nostra. • Infine, l'esperienza dell'innamoramento non indirizza verso la propria crescita o verso la crescita e l'evoluzione personale dell'altro. Ci dà invece l'impressione di essere arrivati e di non dover più crescere. Siamo all'apice della felicità della vita e il nostro unico desiderio è rimanerci. L'esperienza dell'innamoramento è allora una temporanea vetta emozionale. Ma occorre cercare poi di raggiungere il “vero amore”. • Questo tipo di amore unisce ragione ed emozione. • Coinvolge un atto della volontà, richiede disciplina, e riconosce la necessità di un crescita personale. Il nostro bisogno emozionale fondamentale non è quello di innamorarci, ma di essere veramente amati da un'altra persona, conoscere un amore che nasce dalla ragione e da una scelta, non solo dall'istinto. Ho bisogno di essere amato da una persona che sceglie di amarmi, che vede in me una persona che merita di essere amata. Questo tipo di amore richiede sforzo e disciplina. Nella scelta di profondere energie per arrecare un beneficio all'altra persona, sapendo che la sua vita è arricchita da questo sforzo, anche noi proviamo un senso di soddisfazione: la soddisfazione di aver veramente amato qualcuno. Il passaggio dall’innamoramento all’amore è implicitamente segnato da una promessa libera e gratuita. Questa promessa è resa esplicita nel Rito del matrimonio, quando i nubendi esprimono reciprocamente e in piena libertà il loro consenso. • “ Io (…) accolgo te (…) come mio sposa/o … ” Tu ed io, non altri, ci veniamo incontro reciprocamente e liberamente: è il nostro segno di responsabilità dell’uno verso l’altra. • “ … e con la grazia di Cristo … ” Tu ed io siamo consapevoli che il nostro amore è accompagnato dalla grazia del Signore che ci illumina oggi e ci sarà sempre a fianco, un’amicizia con Gesù che dobbiamo coltivare con la preghiera. • “ … prometto di esserti fedele sempre … ” Tu ed io ci promettiamo eterna fedeltà oggi… ma anche domani e dopodomani, nonostante le interferenze del mondo. • “ … nella gioia e nel dolore … “ Tu ed io nei momenti sereni, ma anche nelle difficoltà che potremo incontrare nella vita. • “ … nella salute e nella malattia … “ Tu ed io, anche quando le sofferenze e la malattia nostre o dei nostri cari potrebbero mettere alla prova il nostro amore. • “ … e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.“ Tu ed io, davanti a noi stessi e al mondo, ci manifestiamo come dono prezioso l’uno per l’altra. Abbiamo oggi più che mai la presunzione di non aver più bisogno di insegnamenti… si ha una certa età e si pensa di non aver più necessità di maestri per stabilire che cosa sia buono o cattivo…bastiamo a noi stessi! Ma così non va! Un tempo a livello professionale non c’era bisogno di formazione: chi faceva il contadino o il fabbro o un qualsiasi altro lavoro, una volta imparata l’arte era considerato capace. Al limite c’era una abilità più o meno accentuata da affinare! I cambiamenti erano lentissimi e non c’era necessità di aggiornamento. Oggi chiunque, se vuole stare al passo, deve aggiornarsi! Così la vita matrimoniale: c’erano cliché ben definiti, ruoli ben circoscritti, e non c’era bisogno di formazione. Oggi non è più così! Quel cliché non tiene più per voi … soprattutto la donna, grazie al giusto riscatto da una condizione di inferiorità, 2 fatica a trovare nella relazione il giusto ruolo, e di rimando l’uomo, piuttosto fermo alla sua condizione di semplice spettatore della vita familiare ... Per fare delle scelte oculate è necessario fare i giusti passi di una maturazione umana adeguata. Maturare non vuol dire crescere né invecchiare: questi sono passaggi inevitabili della nostra condizione biologica. Maturare è la capacità e la disponibilità degli individui ad assumersi la responsabilità di indirizzare il proprio comportamento su elementi precisi, su obiettivi da conseguire, in situazioni particolari. La maturità è caratterizzata dall’armonia tra le tendenze e i valori. Non è facile dire quando uno è maturo: ciascuno di noi si sente in qualche modo maturo. Tuttavia la propria percezione non sempre corrisponde alla realtà. Per questo, desideriamo mettere in evidenza alcuni aspetti che aiutino un' auto-analisi e una presa di coscienza degli elementi spia per una considerazione della maturità. È maturo l’uomo che lavora su: 1. Responsabilità - Apertura e formazione 2. Libertà e autocontrollo - Preghiera 3. Riflessione - Elaborare l'esperienza 4. Altruismo - Autonomia I 5 linguaggi dell'amore Il dottor Gary Chapman, noto psicologo americano, svolge da trent'anni anni seminari in tutto il territorio degli Stati Uniti e attività di consulente matrimoniale. I suoi libri sull'amore hanno venduto milioni di copie negli USA e in tutto il mondo. “Ognuno di noi – scrive – giunge al matrimonio con la propria personalità e la propria storia individuale. Portiamo il nostro bagaglio personale nel nostro matrimonio. Vi giungiamo con aspettative diverse, con modi diversi di affrontare la vita e opinioni diverse su ciò che è importante. In un matrimonio sereno, questa varietà di prospettive deve essere elaborata. Non è necessario che i coniugi siano d'accordo su tutto, ma si deve trovare un modo per gestire le proprie differenze facendo in modo che queste non diventino motivo di divisione. Se il serbatoio emozionale è vuoto, le coppie tendono ad allontanarsi. Quando invece il serbatoio emozionale è pieno, creiamo un clima disteso, in cui si cerca di capirsi, si è disponibili ad accogliere le specificità di ognuno e ad affrontare i problemi”. Come soddisfare il bisogno emozionale di amore dell'altro? Come affinare la propria capacità di amare l'altro? Gary Chapman sostiene che le persone esprimono e ricevono amore con modalità diverse: perciò se non comprendiamo il modo in cui il nostro coniuge vuol ricevere amore, il nostro matrimonio può inaridirsi senza che noi ne capiamo il motivo. Infatti se dici “ti amo” in una lingua che il tuo coniuge non comprende, lui/lei non capirà affatto che tu esprimi amore. Il problema sta proprio nel fatto che parlate due linguaggi diversi. Egli ha identificato cinque modalità per dire “ti amo” alla persona amata : imparare ad usare il linguaggio d'amore principale del proprio marito/della propria moglie è un suggerimento prezioso per prendersi cura del proprio matrimonio. Ecco allora “i 5 linguaggi dell'amore”: 1. parole di rassicurazione. Gli elogi, le parole di incoraggiamento e le richieste formulate invece delle pretese rafforzano l'autostima del vostro coniuge: creano intimità, guariscono le ferite e fanno emergere tutto il suo potenziale positivo. 2. momenti speciali. Dedicare al proprio partner momenti speciali fatti di condivisione e ascolto, partecipare insieme ad attività a lui/lei gradite comunica all'altro che ci sta veramente a cuore e siamo felici di stare in sua compagnia. 3. ricevere doni. I doni sono simboli concreti di amore, che si tratti di oggetti acquistati o realizzati a mano, o talvolta della propria stessa presenza offerta al coniuge. I doni dimostrano che il destinatario sta a cuore a chi li offre, e rappresentano il valore che si attribuisce al rapporto. 4. Gesti di servizio. L'atteggiamento critico che il vostro coniuge manifesta di fronte alla vostra scarsa disponibilità a compiere qualcosa per lui può indicare che i gesti di servizio costituiscono il suo linguaggio d'amore primario. I gesti di servizio non dovrebbero mai costituire una costrizione, ma dovrebbero essere offerti e accolti liberamente. 5. Il contatto fisico. Il contatto fisico, inteso come gesto d'amore, raggiunge le profondità del nostro essere. Come linguaggio d'amore è un potente veicolo di comunicazione, dal più lieve tocco sulla spalla al bacio più appassionato … . Per scoprire qual e' il vostro linguaggio d'amore principale, dovete porvi alcune domande di base. Che cosa desiderate di più? Che cosa vi fa sentire maggiormente amati? Che cosa vi ferisce di più? Scegliere di amare nel linguaggio del proprio coniuge arreca molti benefici: può aiutare a guarire ferite passate e infondere un senso di sicurezza e di autostima, e a trovare un significato alla propria esistenza. Testimonianza di una coppia di sposi: la maturità nel matrimonio Partiamo dalla definizione di maturità : “La Maturità è la proprietà di un organismo dell’aver raggiunto nel tempo giusto il compimento del proprio essere.” Quindi dopo il fidanzamento (tempo giusto) raggiungo la maturità del matrimonio (compimento del nostro essere) sposandomi in chiesa?? Noi non la pensiamo così e riadattiamo la definizione in: “La MATURITA’ nel matrimonio è la proprietà di una coppia di far“crescere”nel tempo la propria VOCAZIONE” 3 Si per noi il matrimonio è una vocazione, e questa vocazione può solo che maturare nel tempo. Spesso infatti si usa dire: “col passare del tempo ho maturato la mia vocazione” Di seguito indichiamo 5 punti del nostro “tempo” matrimoniale, significativi per la crescita della nostra maturità matrimoniale. • • • • • Il MATRIMONIO LA FAMIGLIA IL DONO DEI FIGLI LA CRESCITA DELLA FAMIGLIA NELL’EDUCAZIONE DEI FIGLI L’IMPEGNO FUORI DELLA NOSTRA FAMIGLIA 1) Quando abbiamo maturato questa consapevolezza, quando il nostro innamoramento è diventato amore abbiamo deciso che era giunto il momento di sposarci, abbiamo la nostra vocazione e dobbiamo farla maturare!! All’inizio non è stato semplice riconoscere il matrimonio coma una vocazione, era un qualcosa che sentivamo come l’arrivo, la tappa finale del nostro fidanzamento. Invece l’IO era diventato un NOI. Un noi consacrato con il matrimonio nella chiesa. 2) La famiglia: la nostra vocazione era ormai partita e ci siamo “tuffati” in questa nuova vita fatta dal NOI. Ci siamo “amati”, ci siamo “coccolati”, ci siamo “arrabbiati”, abbiamo fatto tutto insieme cercando però di non distruggere tutto quello che abbiamo costruito in precedenza sia come coppia che come singoli. Abbiamo capito che il futuro del nostro matrimonio (maturità) era anche legato al nostro passato. Passato come famiglia d’origine, passato come amici. Siamo cresciuti come coppia ed è cresciuta in noi la consapevolezza di mettere in gioco tutto per la nostra famiglia. 3) I Figli: dopo aver vissuto 2 splendidi anni di matrimonio ci siamo sentiti pronti nell’affrontare quello che probabilmente è il momento più bello ma anche più difficile della nostra vita matrimoniale, il DONO dei Figli. Noi pensiamo che il miglior dono che il Signore potesse fare alla nostra vocazione sia la nascita dei nostri figli. Quest’evento ha portato uno sconvolgimento totale nella nostra famiglia ma allo stesso tempo pensiamo abbia portato la prima consapevolezza che il nostro matrimonio stava maturando. 4) La crescita della nostra Famiglia: da qui in poi pensiamo che se non hai raggiunto un buon grado di maturità di coppia negli anni precedenti del tuo matrimonio sono veramente guai. Come vi dicevamo la nascita dei figli può rivelarsi più “difficile” del previsto. 5) L’impegno fuori dalla nostra famiglia: ci sembra strano parlarvi di questo punto ma effettivamente ad un certo momento della nostra vita matrimoniale abbiamo sentito la “necessità” di donare un po’ del nostro tempo anche alla nostra comunità. Questi impegni molto difficili da portar avanti insieme a quelli familiari ti danno quel qualcosa in più che normalmente non avresti, ti danno la consapevolezza che non c’è solo la tua famiglia ma molte altre che insieme a te possono crescere. Domande • Sono consapevole che il passaggio tra innamoramento e amore richiede un cammino personale e di coppia? L'amore richiede sforzo e disciplina: è vero per me? In che senso? Penso sia vero per lui/lei? • Che cos’è il fidanzamento per me? 5 parole per descriverlo… Immagino le 5 parole che ha scelto lui/lei… Da dove viene il sì all’altro? In questo sì all’amore Dio che c’entra? Quale Dio? • Cosa penso del mio grado di maturità? Riguardando gli strumenti sopra elencati, ne trovo qualcuno che già utilizzo? Come e in quale misura l’incontro con il mio fidanzato/a è stato un elemento che ha contribuito alla mia maturazione? Avvisi Il prossimo incontro è fissato per sabato 17 Marzo: ritrovo alle ore 17.30 in sacrestia. L'incontro previsto per il 9 giugno è anticipato a venerdì 1 giugno. 4