STORICO DA Acquarossa a STORICO DA
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STORICO DA Acquarossa a STORICO DA
Le strade del vino DIE WEINSTRASSEN INCONTRI LUNGO IL SENTIERO STORICO DA Acquarossa a Semione. UN FOTOGRAFO CHE VENDEVA SEMI. UN OSPIZIO PER I VIANDANTI. UN TORCHIO DEL ‘700 Valle di Blenio, i tesori delle terre di Mastro Martino 20 CER/ms U Carla Rezzonico Berri [email protected] ltima domenica di luglio. Da tempo la data è riservata per un’escursione in montagna, Greina o Lucomagno. Ma il tempo, che delusione, non è dalla nostra parte: immensi nuvoloni incombono in un cielo che di estivo non ha proprio nulla, e le previsioni non promettono miglioramenti. Resta la voglia di cam- minare. Si era deciso per la valle di Blenio? E Blenio sia, con o senza sole. Optiamo per un percorso a bassa quota , il “sentiero storico” tra Acquarossa e Semione: si cammina nel verde, in una natura generosa e rasserenante, e non mancano quelle testimonianze di arte e di storia che rendono vivo il paesaggio. La sera, soddisfatti per non aver “sprecato” la giornata nonostante le premesse poco favorevoli, ci accorgiamo che l’itinerario è perfetto per i lettori di TicinoVino, tanti agganci ha con il mondo rurale ed enogastronomico in particolare. Un fotografo d’altri tempi Partiamo da Acquarossa, dove alla fermata degli autopostali ci accoglie una selva di cartelli escursionistici. Noi seguiamo la segnaletica marrone (“sentiero storico 1”), che peraltro si sovrappone perlopiù con quella gialla del “sentiero basso”. AUTUNNO / HERBST 2014 TicinoVinoWein 21 Le strade del vino DIE WEINSTRASSEN CER/ms Prima tappa Corzoneso, con la bella chiesa dedicata ai santi Nazario e Celso, da dove proseguiamo per la frazione di Casserio. Qui visse Roberto Donetta, un personaggio singolare, nato nel 1865 e morto nel 1932, fotografo per mestiere e per passione che fu anche, per necessità avendo una numerosa famiglia, marronaio emigrante durante la stagione invernale nonché venditore ambulante di sementi. La “Casa Rotonda” in cui abitò oggi è un museo che conserva il suo archivio fotografico e allestisce esposizioni temporanee. Il mondo di Donetta quello della valle di Blenio antica e rurale che seppe immortalare con grande sensibilità - è custodito nelle lastre di vetro, circa 5000, recuperate negli ultimi decenni. Oggi si sfoglia perfino sul web (www.archiviodonetta.ch); numerosi gli scatti che mostrano gruppi familiari colti in occasioni di incontri, battesimi, matrimoni e funerali, ma anche paesaggi, la natura, i lavori dell’uomo e i suoi passatempi. A Ludiano tra vigneti, grotti e torchi Seguendo i cartelli eccoci a Ludiano, ad ammirare la splendida facciata della chiesa. Anche qui vigneti, orti, grotti e un torchio a leva settecentesco (Ca t’Mutal), di proDal Monte Navone a Semione Ci dirigiamo verso il monte Navone, 770 prietà del Patriziato locale. Se metri, situato sopra Semione. Ci accol- non avete il tempo o la pagono prati verdi, alcune belle case rurali zienza di andare a cercare le e un oratorio, dedicato a Santa Maria chiavi, lo potete ammirare sul Bambina, che ci stupisce per le forme e sito www.360cities.net . Bellinzona il decoro molto ricco, se consideriamo il I vigneti tra le “ganne”, le pieA2 luogo dove siamo. Si tratta di una co- traie, di questa regione sono qualLocarno struzione ottagonale in stile barocco im- cosa di unico e stupefacente. preziosita da stucchi e affreschi che Enormi macigni, pergole rigogliose narrano la vita della Vergine Maria. sostenute da “carasc”, muretti a secco: Chiuso, purtroppo, ma qualcosa sbir- un susseguirsi di verdi e grigi, di foLugano ciamo attraverso le inferriate delle fine- gliame e pietra. Per noi, i più bei vigneti stre. Leggiamo poi, sui pannelli, del Ticino! esplicativi, che le chiavi sono a disposi- Sosta al Grotto Sprüch, dove chiediamo una gazzosa e un gelato. Mentre la genzione a Semione… È tempo di scendere verso quel villag- tile signora apre il congelatore, vediamo, gio. Poco sopra l’abitato c’è l’agrituri- accanto ai soliti coni, delle coppette con smo Scarp (vedi TicinoVino 4-2012), etichette scritte a mano. Chiediamo testimonianza di una vita contadina an- spiegazioni, sono gelati artigianali che cora vivace, e anche un gruppo di co- fanno alla Panetteria pasticceria Conti a Malvaglia, ci risponde. Asstruzioni rurali adibite un tempo a grotti per la conser- Si narra che saggiati, si rivelano delivazione di alimentari e vino. all’ospizio di San ziosi. Non era proprio dalla Sopra l’ingresso di uno di Martino Viduale valle di Blenio che partiquesti, un Bacco bambino ci lavorò anche vano marronai, cioccolatai, scruta tra grappoli d’uva. ristoratori e forse anche geMartino Rossi, il Il complesso di edifici relilatai per le vie dell’emigragiosi del villaggio bleniese è bleniese che diventò zione? Qui c’è sicuramente una degna continuità! un insieme pieno di grazia: il più celebre cuoco meritano una sosta piena di del Quattrocento Saliamo verso un’altra zona attenzione la chiesa, ap- italiano di grotti. Il Milani lo conopena restaurata, il campascono tutti perché ha un tanile romanico, il sagrato attorniato dalle volo piazzato su un castagno. La gente cappelle della Via Crucis, la bella croce chiacchiera seduta ai grandi tavoli in settecentesca nel mezzo e soprattutto la pietra, molto social. Proseguiamo e “cappella dei morti”. Quest’ultima è dopo poco l’itinerario ci propone una composta di due parti; tra i numerosi e piccola deviazione verso Motto, frazione pregevoli affreschi ecco anche san di Dongio, per ammirare la chiesa di San Lucio, patrono dei casari, con la forma Pietro, un edificio romanico del XIII sedi formaggio in mano. Una scritta an- colo ampliato nel ‘500. Chiusa, come nota che “Sin qui giunse l’aqua del Ti- quasi tutti gli edifici religiosi discosti sino l’anno 1513”, a ricordo della che si incontrano camminando nelle 22 La Casa Rotonda in cui visse il fotografo Roberto Donetta, un affresco raffigurante San Lucio nella Cappella dei Morti a Semione e il torchio settecentesco di Ludiano; a destra vigneto a Semione e le rovine del castello di Serravalle tremenda buzza provocata dalla caduta del Monte Crenone. Ci avviamo verso le rovine del castello di Serravalle, non prima di aver ammirato le belle dimore ottocentesche costruite dagli emigranti di ritorno. Siamo tra le vigne, in un paesaggio davvero appagante. I ruderi del castello sono quelli di una fortezza situata su un promontorio roccioso molto importante per il controllo della via del Lucomagno e risalgono al XIII secolo; ma già prima di allora esisteva una costruzione, distrutta verso il 1180. Nuovi studi e restauri sono in corso dal 2013. Poco sotto, circondata da vigneti, c’è la chiesa di Santa Maria del Castello, con affreschi cinquecenteschi di Giovanni Battista Tarilli di Cureglia. CER/ms CER/ms Acquarossa Ludiano Semione Biasca CER/ms valli. Due turisti scrollano la testa delusi. La chiave è custodita nella vicina Osteria Tre Vie, ma si sta facendo tardi e rinunciamo alla visita dell’interno che già conosciamo. Sulle orme di Mastro Martino Una breve camminata nel bosco ci permette di raggiungere l’oratorio di S. Maria a Monastero (Corzoneso), conosciuto anche come San Martino Viduale, sorto probabilmente accanto ad un ospizio esistente dal ‘200 di cui non si conserva che qualche rudere. Era un luogo di sosta nel corso del lungo viaggio tra nord e sud attraverso i passi del Lucomagno e del Nara dove mercanti, pellegrini e viandanti potevano rifocillarsi e riposare; altri ne esistevano a Camperio, a Casaccia e a Santa Maria. Si narra che a San Martino Viduale lavorò anche Martino Rossi, il bleniese che diventò il più celebre cuoco del Quattrocento italiano. Forse fu proprio tra queste mura che il giovane Martino compì i suoi primi passi nell’arte della cucina, ma le notizie sulla sua vita sono poche e lacunose. Originario di Grumo-Torre, si ritiene che abbia approfondito il suo sapere con diversi soggiorni a Napoli, Udine, Milano e Roma. Alla corte degli Sforza e nelle cucine vaticane (fu cuoco di più papi), studia, affina, sperimenta. Il suo “Libro de Arte Coquinaria” diventerà un’opera imprescindibile per chi si interessa di gastronomia. C’è chi lo ritiene il traghettatore della cucina dal Medioevo alla modernità. Eccessivo? Forse. Di sicuro, qualcosa di nuovo traspare dai suoi ricettari pieni zeppi di dettagli. Meno spezie, più sapore grazie alle erbe aromatiche “di casa”, per esempio. Che fosse un fautore già allora del chilometro zero? Sognando ad occhi aperti siamo arrivati all’ultima tappa, a Boscero, dove, tra le vigne, ci accoglie la bella chiesa romanica di San Remigio dell’XI secolo. Ancora un po’ di cammino e siamo ad Acquarossa. Il cerchio si è chiuso. AUTUNNO / HERBST 2014 TicinoVinoWein 23 Die Weinstrassen LE STRADE DEL VINO CER/ms BEGEGNUNGEN ENTLANG DES HISTORISCHEN WANDERWEGES VON Acquarossa nach Semione. EIN FOTOGRAF, DER SAMEN VERKAUFTE. EIN HOSPIZ FÜR REISENDE. EINE PRESSE AUS DEM 18. JAHRHUNDERT Bleniotal und die Schätze im Land des Mastro Martino Carla Rezzonico Berri [email protected] Der letzte Sonntag im Juli. Dieses Datum ist seit langem für einen Ausflug in die Berge reserviert, Greina oder Lukmanier. Aber das Wetter, welche Enttäuschung, es spielt nicht mit: Gewaltige Wolken hängen am Himmel, der überhaupt nichts von Sommer hat und die Vorhersagen versprechen keine Besserung. Die Lust auf eine Wanderung bleibt. Man hatte sich für das Bleniotal entschieden? Und Blenio soll es sein. Mit oder ohne Sonne. Wir wählen eine Route in tiefer Lage, der “historische Wanderweg“ zwischen Acquarossa und Semione. Man wandert durch das Grün einer grosszügigen Natur, die tröstet, zudem mangelt es nicht an Zeugnissen der Kunst und der Geschichte, welche die Landschaft lebendig machen. Zufrieden, den Tag trotz der ungünstigen Vorzeichen nicht “verschwendet“ zu haben, merken wir am Abend, dass die Route für die Leserschaft von TicinoWein perfekt wäre, mit all den Verbindungen zur bäuerlichen Welt und speziell zu jener der Gastronomie und des Weinbaus. Ein Fotograf aus einer anderen Zeit Wir starten in Acquarossa, wo uns bei der Postauto-Haltestelle ein Wald von Wegweisern für Wanderer empfängt. Wir folgen dem braun gekennzeichneten “historischen Weg 1“, der übrigens weitgehend gleich verläuft wie der gelbe “untere Weg“. Die erste Etappe führt nach Corzoneso mit der schönen Kirche, die den Heiligen Nazario und Celso gewidmet ist. Wir gehen zum Ortsteil Casserio weiter, wo Roberto Donetta lebte, eine einzigartige Persönlichkeit. 1865 geboren und 1932 gestorben, war er Fotograf aus Beruf und Leidenschaft, aber aus Notwendigkeit – er hatte eine grosse Familie – während der Wintersaison auch Marroni-Verkäufer in der Fremde sowie ambulanter Samenverkäufer. Die Casa Rotonda, die er bewohnte, ist heute ein Museum, in dem sein fotografisches Archiv aufbewahrt wird. Daneben gestaltet es wechselnde Ausstellungen. Die Welt Donettas – das antike und bäuerliche Bleniotal, das er mit grosser Sensibilität verewigte – verbirgt sich auf etwa 5000 Fotoplatten, die in den letzten Jahrzehnten instand gestellt wurden. Heute kann man zahlreiche Fotos sogar auf dem Web (www.archiviodonetta.ch) anschauen, Familien bei Tref- fen, Taufen, Hochzeiten und Beerdigungen, Landschaften, die Natur, die Arbeit der Menschen, ihr Zeitvertreib. Vom Monte Navone nach Semione Wir peilen den auf 770 Metern, oberhalb von Semione gelegenen Monte Navone an. Grüne Wiesen empfangen uns, einige schöne Bauernhäuser und ein der Heiligen Maria als Kind gewidmetes Oratorium. Erstaunlich an einem derartigen Standort ist seine Form und die reiche Verzierung. Es handelt sich um ein achteckiges Objekt im Barockstil, geschmückt mit Stuckatur und Fresken, die das Leben der Jungfrau Maria erzählen. Es ist leider geschlossen, aber durch die vergitterten Fenster vermag man einiges zu erkennen. Anschliessend lesen wir auf Infotafeln, dass in Semione ein Schlüssel dazu zur Verfügung steht... Zeit, um in dieses Dorf abzusteigen. Wenig über dem bewohnten Gebiet befindet sich der Agrotourismus Scarp (Siehe TicinoWein 4-2012), Zeugnis eines noch lebhaften bäuerlichen Lebens, sowie eine Gruppe ruraler Gebäude, die einst als Grotti genutzt wurden, um Lebensmittel und Wein aufzubewahren. Über einem Eingang beobachtet uns ein Jesuskind zwischen Trauben. AUTUNNO / HERBST 2014 TicinoVinoWein 25 Die Weinstrassen LE STRADE DEL VINO Üppige Reben bei der Kirche Santa Maria del Castello in Semione CER/ms Anmutig präsentieren sich die kirchlichen Bauten des Blenieser Dorfes: Die soeben restaurierte Kirche, der romanische Kirchturm, der von den Kapellen der Via Crucis umgebene Kirchplatz, das schöne Kreuz aus dem 18. Jahrhundert mittendrin und vor allem die “Kapelle der Toten“ verdienen einen aufmerksamen Halt. Letztere besteht aus zwei Teilen. Unter den zahlreichen und beachtenswerten Fresken fällt ein San Lucio mit einem Laib Käse in der Hand auf, der Patron der Käser. Eine Inschrift besagt, dass “das Wasser des Ticino im Jahre 1513 bis hierhin gelangte“, was auf die Überschwemmung nach dem Bergsturz des Monte Crenone gemünzt ist. Wir gehen in Richtung der Ruinen der Burg Serravalle, bewundern jedoch zuerst die schönen Anwesen aus dem 19. Jahrhundert, die zurückgekehrte Emigranten erbaut haben. Wir befinden uns zwischen Reben in einer wirklich sehenswerten Landschaft. Die Ruinen gehören zu einer auf einer Felsnase errichteten Wehranlage, die für die Kontrolle der Lukmanier-Route sehr wichtig war und aus dem 13. Jahrhundert stammt. Wobei dort schon früher ein Gebäude stand, das um 1180 zerstört wurde. Seit 2013 laufen neue Untersuchungen und Restaurierungen. Wenig unterhalb befindet sich die von Rebbergen umgebene Kirche Santa Maria del Castello mit Fresken aus dem 16. Jahrhundert von Giovanni Battista Tarilli aus Cureglia. Wir steigen zu einer anderen Grotto-Gruppe Zwischen Rebbergen, hoch. Das Milani kennen alle, weil es da eiGrotti und Pressen nen Tisch auf einem Kastanienbaum gibt. Der Beschilderung folgend erreichen wir Die Leute reden miteinander an den grosLudiano, wo wir die wunderbare Fassade sen Steintischen sitzend, sehr social. Wir der Kirche bewundern. Auch hier Reben, gehen bald weiter. Die Route macht einen Gärten, Grotti und eine Baumkelter aus kleinen Umweg nach Motto, Ortsteil von dem 18. Jahrhundert (Ca t‘Mutal), die dem Dongio, um die Kirche San örtlichen Patriziat gehört. Wer Pietro zu bewundern, ein nicht die Zeit und die Geduld hat, Es heisst, dass im romanisches Gebäude aus nach dem Schlüssel zu suchen, Hospiz San Martino dem 13. Jahrhundert, das kann sie auf www.360cities.net Viduale auch der 200 Jahre später erweitert bewundern. Blenieser Martino Geschlossen, wie Die Rebberge zwischen den Rossi gearbeitet hat, wurde. fast alle abgelegenen reli“ganne“, Steinhaufen, sind einspäter einer der giösen Bauten, die man zigartig und erstaunlich. Riesige Felsbrocken, üppige Pergole, die berühmtesten Köche die Täler durchquerend des 15. Jahrhunderts antrifft. Zwei Touristen auf “carasc“, Granitpfeilern ruschütteln enttäuscht den hen, Trockenmauern: es wechselt Kopf. Der Schlüssel wird in der nahen Osteständig von grün zu grau, von Blättern zu ria Tre Vie aufbewahrt, aber es ist langsam Steinen. Für uns einer der schönsten Rebspät und wir verzichten darauf, sie von inberge des Tessins! nen zu besuchen, weil wir es schon kenRast im Grotto Sprüch, wo wir eine Gazzonen. sa und eine Glace verlangen. Während die nette Frau die Kühltruhe öffnet, sehen wir daneben die üblichen Eiswaffeln und -beAuf den Spuren von Mastro Martino cher mit von Hand geschriebenen Etiketten. Ein kurzes Stück durch den Wald und wir erWir fragen nach. Es handle sich um selbstreichen das Oratorium S. Maria in Monastegemachte Glace aus der Bäckerei-Patissero (Corzoneso), auch bekannt als San Martirie Conti in Malvaglia, wird uns bedeutet. no Viduale und wahrscheinlich bei einem Wir probieren: Sie ist köstlich. Zogen nicht seit 1200 existierenden Hospiz errichtet, von gerade aus dem Bleniotal Marroniverkäufer, dem nur wenige Überreste erhalten sind. Es Chocolatiers und vielleicht auch Glacemawar ein Rastplatz auf der langen Reise von cher in die Welt hinaus? Hier gäbe es würNord nach Süd über den Lukmanier und dige Nachfolger! den Nara-Pass, wo sich Händler, Pilger und Reisende stärken und ausruhen konnten; weitere gab es in Camperio, Casaccia und in Santa Maria. Man erzählt, dass in San Martino Viduale auch Martino Rossi gearbeitet habe, der Blenieser, der im 15. Jahrhundert zum berühmtesten Koch Italiens wurde. Vielleicht war es just zwischen diesen Mauern, dass der junge Martino erste Erfahrungen in der Kunst des Kochens sammelte. Aber die Informationen über sein Leben sind knapp und lückenhaft. Aus Grumo-Torre stammend, soll er seine Kenntnisse bei Aufenthalten in Neapel, Udine, Mailand und Rom vertieft haben. Am Hofe der Sforza und in den Küchen des Vatikans (er war der Koch mehrerer Päpste) studiert, verfeinert, experimentiert er. Sein Werk, “Libro de Arte Coquinaria“, wird unverzichtbar für alle, die sich mit Gastronomie befassen. Manche halten ihn für die treibende Kraft, der die Küche aus dem Mittelalter in die Moderne führte. Übertrieben? Vielleicht. Zweifellos enthalten seine detailreichen Rezepte Neuartiges. Weniger Gewürze, mehr Geschmack dank “heimischen“ Kräutern, zum Beispiel. Ob er schon damals ein Verfechter lokaler Produkte gewesen ist? Mit offenen Augen träumend, haben wir das letzte Etappenziel erreicht, Boscero, wo uns zwischen Reben die schöne romanische Kirche San Remigio aus dem 11. Jahrhundert empfängt. Noch ein Stückchen und wir erreichen Acquarossa. Der Kreis schliesst sich. AUTUNNO / HERBST 2014 TicinoVinoWein 27