STORICO DA Acquarossa a STORICO DA

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STORICO DA Acquarossa a STORICO DA
Le strade del vino
DIE WEINSTRASSEN
INCONTRI LUNGO IL SENTIERO
STORICO DA Acquarossa a
Semione. UN FOTOGRAFO CHE
VENDEVA SEMI. UN OSPIZIO PER
I VIANDANTI. UN TORCHIO DEL ‘700
Valle di Blenio,
i tesori delle terre
di Mastro
Martino
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CER/ms
U
Carla Rezzonico Berri
[email protected]
ltima domenica di luglio. Da
tempo la data è riservata per
un’escursione in montagna, Greina o Lucomagno. Ma il tempo, che delusione, non è
dalla nostra parte: immensi nuvoloni incombono in un cielo che di estivo non ha
proprio nulla, e le previsioni non promettono miglioramenti. Resta la voglia di cam-
minare. Si era deciso per la valle di Blenio?
E Blenio sia, con o senza sole. Optiamo per
un percorso a bassa quota , il “sentiero storico” tra Acquarossa e Semione: si cammina nel verde, in una natura generosa e
rasserenante, e non mancano quelle testimonianze di arte e di storia che rendono
vivo il paesaggio.
La sera, soddisfatti per non aver “sprecato”
la giornata nonostante le premesse poco
favorevoli, ci accorgiamo che l’itinerario è
perfetto per i lettori di TicinoVino, tanti agganci ha con il mondo rurale ed enogastronomico in particolare.
Un fotografo d’altri tempi
Partiamo da Acquarossa, dove alla fermata
degli autopostali ci accoglie una selva di
cartelli escursionistici. Noi seguiamo la segnaletica marrone (“sentiero storico 1”),
che peraltro si sovrappone perlopiù con
quella gialla del “sentiero basso”.
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Le strade del vino
DIE WEINSTRASSEN
CER/ms
Prima tappa Corzoneso, con la bella
chiesa dedicata ai santi Nazario e Celso,
da dove proseguiamo per la frazione di
Casserio. Qui visse Roberto Donetta, un
personaggio singolare, nato nel 1865 e
morto nel 1932, fotografo per mestiere e
per passione che fu anche, per necessità
avendo una numerosa famiglia, marronaio emigrante durante la stagione invernale nonché venditore ambulante di
sementi. La “Casa Rotonda” in cui abitò
oggi è un museo che conserva il suo archivio fotografico e allestisce esposizioni temporanee. Il mondo di Donetta quello della valle di Blenio antica e rurale che seppe immortalare con grande
sensibilità - è custodito nelle lastre di
vetro, circa 5000, recuperate negli ultimi
decenni. Oggi si sfoglia perfino sul web
(www.archiviodonetta.ch); numerosi gli
scatti che mostrano gruppi familiari
colti in occasioni di incontri, battesimi,
matrimoni e funerali, ma anche paesaggi, la natura, i lavori dell’uomo e i
suoi passatempi.
A Ludiano tra vigneti,
grotti e torchi
Seguendo i cartelli eccoci a Ludiano, ad
ammirare la splendida facciata della
chiesa. Anche qui vigneti, orti,
grotti e un torchio a leva settecentesco (Ca t’Mutal), di proDal Monte Navone a Semione
Ci dirigiamo verso il monte Navone, 770 prietà del Patriziato locale. Se
metri, situato sopra Semione. Ci accol- non avete il tempo o la pagono prati verdi, alcune belle case rurali zienza di andare a cercare le
e un oratorio, dedicato a Santa Maria chiavi, lo potete ammirare sul
Bambina, che ci stupisce per le forme e sito www.360cities.net .
Bellinzona
il decoro molto ricco, se consideriamo il I vigneti tra le “ganne”, le pieA2
luogo dove siamo. Si tratta di una co- traie, di questa regione sono qualLocarno
struzione ottagonale in stile barocco im- cosa di unico e stupefacente.
preziosita da stucchi e affreschi che Enormi macigni, pergole rigogliose
narrano la vita della Vergine Maria. sostenute da “carasc”, muretti a secco:
Chiuso, purtroppo, ma qualcosa sbir- un susseguirsi di verdi e grigi, di foLugano
ciamo attraverso le inferriate delle fine- gliame e pietra. Per noi, i più bei vigneti
stre. Leggiamo poi, sui pannelli, del Ticino!
esplicativi, che le chiavi sono a disposi- Sosta al Grotto Sprüch, dove chiediamo
una gazzosa e un gelato. Mentre la genzione a Semione…
È tempo di scendere verso quel villag- tile signora apre il congelatore, vediamo,
gio. Poco sopra l’abitato c’è l’agrituri- accanto ai soliti coni, delle coppette con
smo Scarp (vedi TicinoVino 4-2012), etichette scritte a mano. Chiediamo
testimonianza di una vita contadina an- spiegazioni, sono gelati artigianali che
cora vivace, e anche un gruppo di co- fanno alla Panetteria pasticceria Conti a
Malvaglia, ci risponde. Asstruzioni rurali adibite un
tempo a grotti per la conser- Si narra che
saggiati, si rivelano delivazione di alimentari e vino. all’ospizio di San
ziosi. Non era proprio dalla
Sopra l’ingresso di uno di Martino Viduale
valle di Blenio che partiquesti, un Bacco bambino ci lavorò anche
vano marronai, cioccolatai,
scruta tra grappoli d’uva.
ristoratori e forse anche geMartino Rossi, il
Il complesso di edifici relilatai per le vie dell’emigragiosi del villaggio bleniese è bleniese che diventò zione? Qui c’è sicuramente
una degna continuità!
un insieme pieno di grazia: il più celebre cuoco
meritano una sosta piena di del Quattrocento
Saliamo verso un’altra zona
attenzione la chiesa, ap- italiano
di grotti. Il Milani lo conopena restaurata, il campascono tutti perché ha un tanile romanico, il sagrato attorniato dalle volo piazzato su un castagno. La gente
cappelle della Via Crucis, la bella croce chiacchiera seduta ai grandi tavoli in
settecentesca nel mezzo e soprattutto la pietra, molto social. Proseguiamo e
“cappella dei morti”. Quest’ultima è dopo poco l’itinerario ci propone una
composta di due parti; tra i numerosi e piccola deviazione verso Motto, frazione
pregevoli affreschi ecco anche san di Dongio, per ammirare la chiesa di San
Lucio, patrono dei casari, con la forma Pietro, un edificio romanico del XIII sedi formaggio in mano. Una scritta an- colo ampliato nel ‘500. Chiusa, come
nota che “Sin qui giunse l’aqua del Ti- quasi tutti gli edifici religiosi discosti
sino l’anno 1513”, a ricordo della che si incontrano camminando nelle
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La Casa Rotonda in cui
visse il fotografo Roberto
Donetta, un affresco
raffigurante San Lucio nella
Cappella dei Morti a
Semione e il torchio
settecentesco di Ludiano; a
destra vigneto a Semione e
le rovine del castello di
Serravalle
tremenda buzza provocata dalla caduta
del Monte Crenone.
Ci avviamo verso le rovine del castello
di Serravalle, non prima di aver ammirato le belle dimore ottocentesche costruite dagli emigranti di ritorno.
Siamo tra le vigne, in un paesaggio davvero appagante. I ruderi del castello
sono quelli di una fortezza situata su un
promontorio roccioso molto importante
per il controllo della via del Lucomagno
e risalgono al XIII secolo; ma già prima
di allora esisteva una costruzione, distrutta verso il 1180. Nuovi studi e restauri sono in corso dal 2013. Poco
sotto, circondata da vigneti, c’è la chiesa
di Santa Maria del Castello, con affreschi cinquecenteschi di Giovanni Battista Tarilli di Cureglia.
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Acquarossa
Ludiano
Semione
Biasca
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valli. Due turisti scrollano la testa delusi. La chiave è custodita nella vicina
Osteria Tre Vie, ma si sta facendo tardi
e rinunciamo alla visita dell’interno che
già conosciamo.
Sulle orme di Mastro Martino
Una breve camminata nel bosco ci permette di raggiungere l’oratorio di S.
Maria a Monastero (Corzoneso), conosciuto anche come San Martino Viduale,
sorto probabilmente accanto ad un ospizio esistente dal ‘200 di cui non si conserva che qualche rudere. Era un luogo
di sosta nel corso del lungo viaggio tra
nord e sud attraverso i passi del Lucomagno e del Nara dove mercanti, pellegrini e viandanti potevano rifocillarsi e
riposare; altri ne esistevano a Camperio,
a Casaccia e a Santa Maria. Si narra che
a San Martino Viduale lavorò anche Martino Rossi, il bleniese che diventò il più
celebre cuoco del Quattrocento italiano.
Forse fu proprio tra queste mura che il
giovane Martino compì i suoi primi passi
nell’arte della cucina, ma le notizie sulla
sua vita sono poche e lacunose. Originario di Grumo-Torre, si ritiene che abbia
approfondito il suo sapere con diversi
soggiorni a Napoli, Udine, Milano e
Roma. Alla corte degli Sforza e nelle cucine vaticane (fu cuoco di più papi), studia, affina, sperimenta. Il suo “Libro de
Arte Coquinaria” diventerà un’opera imprescindibile per chi si interessa di gastronomia. C’è chi lo ritiene il
traghettatore della cucina dal Medioevo
alla modernità. Eccessivo? Forse. Di sicuro, qualcosa di nuovo traspare dai
suoi ricettari pieni zeppi di dettagli.
Meno spezie, più sapore grazie alle erbe
aromatiche “di casa”, per esempio. Che
fosse un fautore già allora del chilometro zero?
Sognando ad occhi aperti siamo arrivati
all’ultima tappa, a Boscero, dove, tra le
vigne, ci accoglie la bella chiesa romanica di San Remigio dell’XI secolo. Ancora un po’ di cammino e siamo ad
Acquarossa. Il cerchio si è chiuso.
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Die Weinstrassen
LE STRADE DEL VINO
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BEGEGNUNGEN ENTLANG DES HISTORISCHEN WANDERWEGES VON Acquarossa nach Semione. EIN
FOTOGRAF, DER SAMEN VERKAUFTE. EIN HOSPIZ FÜR REISENDE. EINE PRESSE AUS DEM 18. JAHRHUNDERT
Bleniotal
und die Schätze im Land des Mastro Martino
Carla Rezzonico Berri
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Der letzte Sonntag im Juli. Dieses
Datum ist seit langem für einen
Ausflug in die Berge reserviert,
Greina oder Lukmanier. Aber das
Wetter, welche Enttäuschung, es spielt
nicht mit: Gewaltige Wolken hängen am
Himmel, der überhaupt nichts von Sommer
hat und die Vorhersagen versprechen keine
Besserung. Die Lust auf eine Wanderung
bleibt. Man hatte sich für das Bleniotal entschieden? Und Blenio soll es sein. Mit oder
ohne Sonne. Wir wählen eine Route in tiefer
Lage, der “historische Wanderweg“ zwischen Acquarossa und Semione. Man wandert durch das Grün einer grosszügigen
Natur, die tröstet, zudem mangelt es nicht
an Zeugnissen der Kunst und der Geschichte, welche die Landschaft lebendig
machen.
Zufrieden, den Tag trotz der ungünstigen
Vorzeichen nicht “verschwendet“ zu haben,
merken wir am Abend, dass die Route für
die Leserschaft von TicinoWein perfekt wäre, mit all den Verbindungen zur bäuerlichen
Welt und speziell zu jener der Gastronomie
und des Weinbaus.
Ein Fotograf aus einer anderen Zeit
Wir starten in Acquarossa, wo uns bei der
Postauto-Haltestelle ein Wald von Wegweisern für Wanderer empfängt. Wir folgen
dem braun gekennzeichneten “historischen
Weg 1“, der übrigens weitgehend gleich
verläuft wie der gelbe “untere Weg“.
Die erste Etappe führt nach Corzoneso mit
der schönen Kirche, die den Heiligen Nazario und Celso gewidmet ist. Wir gehen zum
Ortsteil Casserio weiter, wo Roberto Donetta lebte, eine einzigartige Persönlichkeit.
1865 geboren und 1932 gestorben, war er
Fotograf aus Beruf und Leidenschaft, aber
aus Notwendigkeit – er hatte eine grosse
Familie – während der Wintersaison auch
Marroni-Verkäufer in der Fremde sowie
ambulanter Samenverkäufer. Die Casa Rotonda, die er bewohnte, ist heute ein Museum, in dem sein fotografisches Archiv
aufbewahrt wird. Daneben gestaltet es
wechselnde Ausstellungen. Die Welt Donettas – das antike und bäuerliche Bleniotal, das er mit grosser Sensibilität verewigte
– verbirgt sich auf etwa 5000 Fotoplatten,
die in den letzten Jahrzehnten instand gestellt wurden. Heute kann man zahlreiche
Fotos sogar auf dem Web (www.archiviodonetta.ch) anschauen, Familien bei Tref-
fen, Taufen, Hochzeiten und Beerdigungen,
Landschaften, die Natur, die Arbeit der
Menschen, ihr Zeitvertreib.
Vom Monte Navone nach Semione
Wir peilen den auf 770 Metern, oberhalb
von Semione gelegenen Monte Navone an.
Grüne Wiesen empfangen uns, einige schöne Bauernhäuser und ein der Heiligen Maria
als Kind gewidmetes Oratorium. Erstaunlich
an einem derartigen Standort ist seine Form
und die reiche Verzierung. Es handelt sich
um ein achteckiges Objekt im Barockstil,
geschmückt mit Stuckatur und Fresken, die
das Leben der Jungfrau Maria erzählen. Es
ist leider geschlossen, aber durch die vergitterten Fenster vermag man einiges zu erkennen. Anschliessend lesen wir auf Infotafeln, dass in Semione ein Schlüssel dazu
zur Verfügung steht...
Zeit, um in dieses Dorf abzusteigen. Wenig
über dem bewohnten Gebiet befindet sich
der Agrotourismus Scarp (Siehe TicinoWein
4-2012), Zeugnis eines noch lebhaften bäuerlichen Lebens, sowie eine Gruppe ruraler
Gebäude, die einst als Grotti genutzt wurden, um Lebensmittel und Wein aufzubewahren. Über einem Eingang beobachtet
uns ein Jesuskind zwischen Trauben.
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Die Weinstrassen
LE STRADE DEL VINO
Üppige Reben bei
der Kirche Santa
Maria del Castello
in Semione
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Anmutig präsentieren sich die kirchlichen
Bauten des Blenieser Dorfes: Die soeben
restaurierte Kirche, der romanische Kirchturm, der von den Kapellen der Via Crucis
umgebene Kirchplatz, das schöne Kreuz
aus dem 18. Jahrhundert mittendrin und
vor allem die “Kapelle der Toten“ verdienen
einen aufmerksamen Halt. Letztere besteht
aus zwei Teilen. Unter den zahlreichen und
beachtenswerten Fresken fällt ein San Lucio mit einem Laib Käse in der Hand auf,
der Patron der Käser. Eine Inschrift besagt,
dass “das Wasser des Ticino im Jahre 1513
bis hierhin gelangte“, was auf die Überschwemmung nach dem Bergsturz des
Monte Crenone gemünzt ist.
Wir gehen in Richtung der Ruinen der Burg
Serravalle, bewundern jedoch zuerst die
schönen Anwesen aus dem 19. Jahrhundert, die zurückgekehrte Emigranten erbaut
haben.
Wir befinden uns zwischen Reben in einer
wirklich sehenswerten Landschaft. Die Ruinen gehören zu einer auf einer Felsnase errichteten Wehranlage, die für die Kontrolle
der Lukmanier-Route sehr wichtig war und
aus dem 13. Jahrhundert stammt. Wobei
dort schon früher ein Gebäude stand, das
um 1180 zerstört wurde. Seit 2013 laufen
neue Untersuchungen und Restaurierungen.
Wenig unterhalb befindet sich die von Rebbergen umgebene Kirche Santa Maria del
Castello mit Fresken aus dem 16. Jahrhundert von Giovanni Battista Tarilli aus Cureglia.
Wir steigen zu einer anderen Grotto-Gruppe
Zwischen Rebbergen,
hoch. Das Milani kennen alle, weil es da eiGrotti und Pressen
nen Tisch auf einem Kastanienbaum gibt.
Der Beschilderung folgend erreichen wir
Die Leute reden miteinander an den grosLudiano, wo wir die wunderbare Fassade
sen Steintischen sitzend, sehr social. Wir
der Kirche bewundern. Auch hier Reben,
gehen bald weiter. Die Route macht einen
Gärten, Grotti und eine Baumkelter aus
kleinen Umweg nach Motto, Ortsteil von
dem 18. Jahrhundert (Ca t‘Mutal), die dem
Dongio, um die Kirche San
örtlichen Patriziat gehört. Wer
Pietro zu bewundern, ein
nicht die Zeit und die Geduld hat, Es heisst, dass im
romanisches Gebäude aus
nach dem Schlüssel zu suchen,
Hospiz San Martino
dem
13. Jahrhundert, das
kann sie auf www.360cities.net
Viduale auch der
200 Jahre später erweitert
bewundern.
Blenieser Martino
Geschlossen, wie
Die Rebberge zwischen den
Rossi gearbeitet hat, wurde.
fast alle abgelegenen reli“ganne“, Steinhaufen, sind einspäter einer der
giösen Bauten, die man
zigartig und erstaunlich. Riesige
Felsbrocken, üppige Pergole, die berühmtesten Köche die Täler durchquerend
des 15. Jahrhunderts antrifft. Zwei Touristen
auf “carasc“, Granitpfeilern ruschütteln enttäuscht den
hen, Trockenmauern: es wechselt
Kopf. Der Schlüssel wird in der nahen Osteständig von grün zu grau, von Blättern zu
ria Tre Vie aufbewahrt, aber es ist langsam
Steinen. Für uns einer der schönsten Rebspät und wir verzichten darauf, sie von inberge des Tessins!
nen zu besuchen, weil wir es schon kenRast im Grotto Sprüch, wo wir eine Gazzonen.
sa und eine Glace verlangen. Während die
nette Frau die Kühltruhe öffnet, sehen wir
daneben die üblichen Eiswaffeln und -beAuf den Spuren von Mastro Martino
cher mit von Hand geschriebenen Etiketten. Ein kurzes Stück durch den Wald und wir erWir fragen nach. Es handle sich um selbstreichen das Oratorium S. Maria in Monastegemachte Glace aus der Bäckerei-Patissero (Corzoneso), auch bekannt als San Martirie Conti in Malvaglia, wird uns bedeutet.
no Viduale und wahrscheinlich bei einem
Wir probieren: Sie ist köstlich. Zogen nicht
seit 1200 existierenden Hospiz errichtet, von
gerade aus dem Bleniotal Marroniverkäufer,
dem nur wenige Überreste erhalten sind. Es
Chocolatiers und vielleicht auch Glacemawar ein Rastplatz auf der langen Reise von
cher in die Welt hinaus? Hier gäbe es würNord nach Süd über den Lukmanier und
dige Nachfolger!
den Nara-Pass, wo sich Händler, Pilger und
Reisende stärken und ausruhen konnten;
weitere gab es in Camperio, Casaccia und
in Santa Maria. Man erzählt, dass in San
Martino Viduale auch Martino Rossi gearbeitet habe, der Blenieser, der im 15. Jahrhundert zum berühmtesten Koch Italiens
wurde. Vielleicht war es just zwischen diesen Mauern, dass der junge Martino erste
Erfahrungen in der Kunst des Kochens sammelte. Aber die Informationen über sein Leben sind knapp und lückenhaft. Aus Grumo-Torre stammend, soll er seine Kenntnisse bei Aufenthalten in Neapel, Udine, Mailand und Rom vertieft haben. Am Hofe der
Sforza und in den Küchen des Vatikans (er
war der Koch mehrerer Päpste) studiert, verfeinert, experimentiert er. Sein Werk, “Libro
de Arte Coquinaria“, wird unverzichtbar für
alle, die sich mit Gastronomie befassen.
Manche halten ihn für die treibende Kraft,
der die Küche aus dem Mittelalter in die
Moderne führte. Übertrieben? Vielleicht.
Zweifellos enthalten seine detailreichen Rezepte Neuartiges. Weniger Gewürze, mehr
Geschmack dank “heimischen“ Kräutern,
zum Beispiel. Ob er schon damals ein Verfechter lokaler Produkte gewesen ist?
Mit offenen Augen träumend, haben wir das
letzte Etappenziel erreicht, Boscero, wo uns
zwischen Reben die schöne romanische
Kirche San Remigio aus dem
11. Jahrhundert empfängt. Noch ein Stückchen und wir erreichen Acquarossa. Der
Kreis schliesst sich.
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