Olympic Games and Dalmatia sports herous

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Olympic Games and Dalmatia sports herous
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Sabato, 14 luglio 2012
SPORT Ricco il carnet degli atleti provenienti dalla Dalmazia. Grandi speranze sono ripos
Alle Olimpiadi i campioni dalma
Zoran Primorac
Toni Kukoč
di Igor Kramarsich
T
ra 11 giorni iniziano le Olimpiadi di Londra. La 30.esima
edizione dei Giochi olimpici
sarà all’insegna dei record. Saranno
presenti atleti di più di 200 nazioni o
meglio membri del Comitato Olimpico Internazionale. Cercheranno
di vincere in 26 sport e 39 discipline per un numero totale di 302 medaglie d’oro. Un numero impressionante per la più grande manifestazione sportiva al mondo.
Quest’anno la Croazia manderà
a Londra ben 108 atleti, tra cui parecchi provenienti dalla Dalmazia.
Đurđica Bjedov
E proprio i dalmati avranno un ruolo chiave nelle sorti sportive della
Croazia in Gran Bretagna, in quanto lotteranno pure per diverse medaglie sia a livello individuale sia negli
sport collettivi. Già adesso si fanno
parecchi nomi sui possibili campioni
olimpici: però sarà il tempo a darci
la risposta se le speranze di successo erano realistiche. Ma quale è stato il contributo della Dalmazia nella storia dei Giochi olimpici? È una
domanda alla quale è molto difficile
rispondere in maniera assolutamente esauriente. Gli atleti dalmati hanno partecipato alle Olimpiadi con le
maglie di diverse nazioni, registrando in genere ottimi risultati. Azzardare cifre definitive è impossibile.
DISSOLUZIONE
DEGLI
STATI MULTINAZIONALI Negli ultimi decenni con la dissoluzione dei vari Stati multinazionali, dalla Jugoslavia all’Unione Sovietica,
il Comitato Olimpico Internazionale dapprima e in seguito le singole
Federazioni mondiali si sono trovati in difficoltà su come valutare
le medaglie assegnate in precedenza. Non tanto dalla loro ottica, perché le medaglie della Jugoslavia rimangono jugoslave nel medagliere.
Il problema è stato come comportarsi nei confronti degli orgogli nazionali emergenti, come valutare quali medaglie della Jugoslavia possono essere considerate croate, slovene, ecc.
UNA SCELTA POLITICA In
questo ambito è stata presa una decisione politica, non tanto ben accetta dalle nostre parti: ovvero una medaglie è da considerarsi croata se è
stata conseguita da un atleta membro di un club croato. Una politica
semplice, ma che inevitabilmente
può scontentare molti e dare vita anche a contrasti.
Partendo da questo presupposto
abbiamo ripercorso un po’ la storia
delle Olimpiadi per vedere quali siano stati i maggiori successi conseguiti da atleti dalmati in questa manifestazione.
MEDAGLIA DI BRONZO AI
REMATORI ZARATINI È poco
noto però che la prima medaglia,
dopo quella vinta da Milan Neralić
per l’Austro-Ungheria nel 1900, fu
quella del 1924 conquistata con i colori nazionali dell’Italia dai rematori
zaratini! Fu un magnifico bronzo e a
vincerlo furono gli zaratini Vittorio
Gliubich, i fratelli Antonio, Francesco e Simeone Cattalinich, nonché
Pietro Ivanov e Bruno Sorich.
IL PERIODO JUGOSLAVO
Dopo di loro ci fu una lunghissima pausa, a causa pure dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Per arrivare a nuove medaglie la
Dalmazia dovette attendere il 1948.
Fu un argento vinto nel calcio. Nella squadra piazzatasi seconda giocarono infatti, tra gli altri, il raguseo
Božo Broketa, la leggenda spalatina
Franjo Matošić e lo spalatino d’adozione Bernard Vukas che nel 1947
arrivò a difendere i colori dell’Hajduk.
Segui il famoso oro di Helsinki
nel quattro senza. In quell’edizione
del 1952 a conquistare una medaglia
d’argento fu pure nel calcio Bernard
Vukas.
ĐURĐICA BJEDOV Colei che
si distinse maggiormente fu Đurđica
“Đurđa” Bjedov. La sua Olimpiade
d’oro fu quella del 1968 di Messico. Infatti riuscì a vincere la medaglie d’oro nei 100 metri dorso e una
d’argento nei 200 dorso.
Nikolaj Pešalov
PALLANUOTO L’unico spalatino che può vantare ben due medaglie d’oro nel periodo jugoslavo è
Deni Lušić. Fu infatti membro della
generazione d’oro della pallanuoto
jugoslava che si impose nelle Olimpiadi di Los Angeles del 1984 e a
Seul del 1988.
Tra gli altri spalatini con due
medaglie, ricordiamo il pallanotista Milivoj Bebić, argento nel 1980
e oro nel 1984 e l’altro pallanotista
spalatino due volte argento (1952 e
1956), Ivo Štakula Kolendić.
IL PERIODO CROATO In
questo caso non ci sono dubbi di
sorta sull’appartenenza nazionale
delle medaglie. La storia inizia nel
1992 a Barcellona. Qui le medaglie
vinte furono subito tre e in tutti e tre
i casi fu determinante il ruolo spalatino. La medaglia della quale si
discusse di più fu quella d’argento nella pallacanestro. Fu una medaglia che “valeva oro”, visto che
la Croazia perse contro i fortissimi
americani. A scendere in campo fu
l’ultima “generazione d’oro” croata, composta pure da campioni dalmati, come Arijan Komazec, Toni
Kukoč, Velimir Perasović, Dino
Rađa e Žan Tabak. Da notare che
per Toni Kukoč e Dino Rađa quello di Barcellona fu un bis, visto che
vinsero pure l’argento nel 1988 con
la Jugoslavia. Però queste Olimpiadi saranno ricordate pure per la consacrazione nel mondo del tennis di
Goran Ivanišević. Un po’ a sorpresa
lo spalatino vinse ben due medaglie.
Sia nel singolo che nel doppio (con
Goran Prpić) riuscì a conquistare la
medaglia di bronzo.
IL PRIMO ORO AD ATLANTA Fu uno splendido inizio che portò poi la Croazia nel 1996 ad Atlan-
ta a conquistare il suo primo oro. Lo
vinsero i pallamanisti, ma non mancò nemmeno l’argento dei pallanotisti. Tra questi a portare medaglie in
Dalmazia furono Maro Balić, Tino
Vegar, Zdeslav Vrdoljak e Perica
Bukić di Sebenico, il quale nel suo
palmares può vantare pure due ori
con la Jugoslavia nel 1984 e 1988.
SOLLEVAMENTO PESI Nel
2000 arrivò il primo oro “spalatino”.
Fu un oro aspettato, alquanto strano.
Infatti a vincerlo fu un grande campione di sollevamento pesi, Nikolaj
Pešalov, nato in Bulgaria, per la quale aveva vinto in precedenza tantissime medaglie a livello mondiale,
europeo, ma pure olimpico, tra cui
l’argento nel 1992 e il bronzo nel
1996. Si trasferì poi a Spalato dove
fu naturalizzato croato. Arriva così
con lui il primo oro olimpico individuale nella disciplina entro i 62 kg,
seguito poi ad Atene nel 2004 da un
bronzo nella categoria entro i 69 kg.
Però il 2000 sarà ricordato pure
per il bronzo nel canottaggio vinto
nell’otto senza da quattro spalatini:
Igor Boraska, Tihomir Franković,
Nikša Skelin, Siniša Skelin assieme
ad altri quattro rematori provenienti
da Zagabria: Krešimir Čuljak, Branimir Vujević, Tomislav Smoljenović
e Silvijo Petriško.
ATENE, I DALMATI SI FANNO VALERE Atene nel 2004 sarà
ricordata come la migliore Olimpiade dei dalmati. Tante le medaglie
vinte. A conquistare l’oro fu la nazionale di pallamano maschile nelle cui file, tra gli altri, giocarono
Ivano Balić, Davor Dominiković,
Nikša Kaleb, Petar Metličić, Goran
Šprem e Drago Vuković. Poi furono
registrati due argenti, tra cui quello strepitoso e storico di Duje Dra-
Rematori del Gusar in auge
Arrivata
mazia
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ste anche nei Giochi di Londra che inizieranno tra pochi giorni
ati hanno saputo farsi valere
ganja vinto nel nuoto, ovvero nei 50
metri stile libero. Draganja registrò
ad Atene il settimo tempo di tutti i
tempi, 21.94. Nella capitale ellenica
a trionfare furono pure il due senza del Gusar di Spalato, composto
dai fratelli Skelin, Siniša e Nikša.
E poi ci furono anche due medaglie
di bronzo targate pure esse Spalato.
Nel tennis si piazzò terzo nel doppio
lo spalatino Mario Ančić con Ivan
Ljubičić. Infine la nuova medaglia
con il bulgaro-spalatino Nikolaj
Pešalov nel sollevamento pesi.
PECHINO Alle ultime Olimpiadi di Pechino del 2008 la Croazia vinse cinque medaglie. Di queste una targata Spalato. A vincerla nell’atletica fu Blanka Vlašić, che
nel salto in alto conquistò la medaglia d’argento.
MEDAGLIE A LONDRA? Le
Olimpiadi di quest’anno “rischiano” di essere per gli atleti dalmati
le Olimpiadi d’oro. Ci sono diversi
candidati al podio. Tutto dipenderà
dello stato di forma al momento della gara: però le condizioni di questi atleti negli ultimi mesi a livello
mondiale sono state ottimo.
VELA Reali pretendenti all’oro
sono gli zaratini Šime Fantela e Igor
Marenić nella vela. Nella loro classe, la 470, si sono laureati poche settimane fa campioni europei e l’anno
scorso sono stati terzi ai campionati
del mondo di Perth, in Australia. Il
loro è un successo che dura nel tempo; già a livello juniores sono stati
per tre anni campioni del mondo.
GEMELLE SPALATINE Poi
ci sono le gemelle Zaninović di Spalato nel taekwondo. Classe 1987, le
sorelle sono in forma smagliante da
anni. Ana Zaninović gareggia nella
categoria entro i 53kg. È stata cam-
sul Tamigi la fiaccola olimpica
Londra è pronta per le Olimpiadi
pionessa mondiale a Gyeongjuu,
nella Corea del sud. Quest’anno
agli Europei di Manchester ha vinto
la medaglia d’argento. Speranze ancora maggiori sono riposte in Lucija Zaninović, che gareggia nella categoria entro i 49kg. Infatti è stata
campionessa europea sia a San Pietroburgo del 2010 che a Manchester
nel 2012.
BLANKA VLAŠIĆ Da non dimenticare Blanka Vlašić nel salto in
alto, ovvero nell’atletica leggera. La
sua partecipazione comunque è a rischio. L’infortunio diventa sempre
più grave. Se riuscirà a riprendersi
in tempo per le gare, anche se con
poco allenamento alle spalle, tutto è
possibile. È ormai da anni al vertice
mondiale nella sua disciplina.
TENNIS TAVOLO Infine non
possiamo non citare l’ennesima partecipazione di Zoran Primorac nel
tennis tavolo. Nato a Zara nel 1969,
è da tantissimi anni il migliore nel
suo sport a livello nazionale e con
tantissimi successi a livello internazionale. Nel 1988 alle sue prime
Olimpiadi, a Seul ha vinto la sua
unica medaglia olimpica, un argento nel doppio. Però non si è fermato qui: in seguito per la Croazia ha
partecipato a tutte le Olimpiadi fino
ad oggi. Per cui queste di Londra saranno le sue settime Olimpiadi! Nel
suo palmares figurano pure tre argenti e tre bronzi ai campionati del
mondo, poi due ori, cinque argenti
e sette bronzi agli Europei. Insomma una carriera costellata da grandi
successi, in uno sport poco seguito.
I
REMATORI
D’ORO
Quest’anno e precisamente il 23 luglio si festeggeranno i 60 anni dalla prima medaglie d’oro. Fu la medaglia conseguita dai rematori del
Gusar di Spalato alle Olimpiadi di
Helsinki. Un’impresa storica per lo
sport jugoslavo, per quello croato e
in primis per quello spalatino. Riviviamo la storia.
Era il 1952 e il quattro senza
composto da Duje Bonačić, Velimir Valenta, Mate Trojanović e Petar Šegvić cominciò la sua favola a
Maribor, ai campionati nazionali,
e “staccò il biglietto” per i Giochi
olimpici. E in Finlandia arrivò un risultato storico, davvero inaspettato.
Il quattro senza vinse la medaglia
d’oro! A tagliare per primi il tra-
guardo furono Duje Bonačić, Velimir Valenta, Mate Trojanović e Petar Šegvić. Questa squadra alla fine
della manifestazione fu pure proclamata una delle migliori delle Olimpiadi. Quello di Helsinki fu un successo emozionante, perché arduo da
conseguire, giunto dopo sforzi immani. Iniziarono le competizioni 18
remi, in rappresentanza dei cinque
continenti. Il primo turno fu semplice per gli spalatini, che vinsero contro Polonia, Finlandia, Danimarca e
Nuova Zelanda. Alla fine quello dei
quattro dalmati fu il miglior tempo
in assoluto. Nelle semifinali l’obiettivo era il ripescaggio. Conscio della forza degli avversari, il gruppo
dalmata puntava a trovare un modo
per entrare in finale. Così almeno la
pensavano i dirigenti e gli allenatori, ma non i rematori stessi come
confermò più tardi Bonačić. Ed ebbero ragione.
Infatti non solo vinsero la gare
delle semifinali, ma arrivarono al
traguardo con ben due remi di vantaggio! La finale era in programma
il 23 luglio. La giornata si presentò fredda, con forti raffiche di vento nella baia di Meilahti, dove si disputavano le gare. Non mancavano
neppure le onde a rendere dura la
vita ai vogatori.
UNA GARA EMOZIONANTE Nella finale si erano piazzati, oltre ai campioni della Jugoslavia, pure i rematori di Finlandia, Inghilterra, Francia e Polonia. La gara
partì male, con gli spalatini costretti subito a rincorrere il grosso degli
avversari, con i solo polacchi lasciati alle spalle. Le onde e il vento fecero sì che le varie squadre scegliessero strategie diverse. I finlandesi e i
francesi si “lanciarono” subito avanti, imponendo alla gara un ritmo forte, quasi esagerato, di 42-44 remate
al minuto, mentre gli spalatini si fermarono a quota 38, per poi scendere ulteriormente a 35-36, al fine di
risparmiare le energie per il gran finale. Fu una tattica più che azzeccata. Infatti il grande svantaggio ai
200 metri, quasi due remi rispetto ai
finlandesi, ai 500 era già ridotto di
parecchio. Ai mille metri ci fu l’aggancio e il sostanziale “pareggio”
tra i remi più forti e la Jugoslavia.
Ai 1.200 per la prima volta gli spalatini registrarono un timido vantag-
Perica Bukić
gio. Ai 1.500 metri il vantaggio cominciò a crescere. Riuscì a seguire
il ritmo non tanto forte imposto alla
gara dai dalmati solo il remo francese, che però non riuscì mai a superare i vogatori spalatini. I francesi
tentarono di puntare al primo posto
fino ai 1.700 metri, ma tutti i tentativi furono vani. La vittoria arrise ai
dalmati, con un margine di distacco
tale rispetto ai francesi, da costringerli alla fine a gettare la spugna.
SORPRESA I rematori del Gusar quasi non potevano credere ai
loro occhi, tanto grande era stata
la loro impresa. Remarono fortissimo anche dopo il traguardo. Subito dopo si portarono davanti ai
giudici di gara per aspettare il verdetto finale ufficiale. E questo venne ben presto. Il tempo ufficiale fu
di 7,16,0 contro il 7,18,9 dei francesi, ossia quasi tre secondi di vantaggio. Fu medaglia d’oro! Un successo storico per il canottaggio della Jugoslavia e in primis per quello
spalatino. Il trionfo ebbe vasta eco
in tutto il Paese. I quattro rematori
d’oro rimasero in Finlandia fino alla
fine delle Olimpiadi e poi tornarono
in patria dove parteciparono alle feste organizzate in loro onore a Zagabria, Fiume e alla fine nella loro natia Spalato. A vincere questa medaglia furono dei giovani, tutti e quattro ancora studenti. Duje Bonačić,
nato nel 1929, studente di filosofia;
Velimir Valenta, del 1929, studente
di ingegneria; Mate Trojanović del
1930, studente di filosofia e il quarto remo Petar Šegvić del 1930, studente di ingegneria. Essi si conoscevano a fondo. Avevano cominciato
a remare nel 1947. I primi successi erano arrivati nel 1948; in seguito
non si separarono mai. Come fecero
notare al ritorno in patria, dovevano tanta gratitudine in primis al loro
allenatore, il pluricampione e nazionale Davor Jelaska, che la Federazione non aveva mandato in Finlandia.