Flyer - Fondazione Merz
Transcript
Flyer - Fondazione Merz
ked linked: when contemporary art creates awareness about climate change Da domenica 29 novembre 2015 a lunedì 29 febbraio 2016 al Musée océanographique de Monaco 90° 60° 120° 30° 0° Cerny Inuit Collection graphic design by maanproject.com lin Kunst aus dem Polarkreis Musée océanographique de Monaco Avenue Saint-Martin - 98000 Monaco Tél. : +377 93 15 36 00 - www.oceano.org fondazione merz Linked: when contemporary art creates awareness about climate change Dal 29 novembre 2015 al 29 febbraio 2016 presso il Museo Oceanografico di Montecarlo, la Cerny Inuit Collection presenta la mostra “Linked: when contemporary art creates awareness about climate change”, per portare l’attenzione e creare consapevolezza sui cambiamenti climatici, unendosi al dibattito sul clima legato alla conferenza di Parigi. Le opere di artisti provenienti dall’Artico dialogano con un igloo di pietra di Mario Merz, un’installazione di tamburi di Alessandro Sciaraffa e con le impressioni alpine del pittore svizzero Aloïs Lichtsteiner. Queste opere straordinarie di artisti così apparentemente diversi comunicano insieme l’interesse condiviso per la fragilità della natura e la dimensione umana nell’ambiente. Completano la mostra una serie di documentari scientifici legati a questo tema. Oviloo Tunnillie Sedna, 1998 Serpentino 38 x 60 x 22 cm Sedna, rispettata, temuta e onorata regina del mare, è la madre dei mammiferi marini. La leggenda vuole che, se gli esseri umani si comportano male, Sedna tenga prigionieri fra i propri lunghi capelli i mammiferi marini finché uno sciamano, su richiesta degli uomini, non si tuffa e le pettina le splendide chiome liberando gli animali e riportando l’ordine nel mondo. Sedna è presente, con nomi diversi, nella mitologia di molti popoli. Qui è rappresentata nella versione tradizionale, con i lunghi capelli ben pettinati, segno che nel mondo regna l’ordine. Martha Cerny, Curatrice Cerny Inuit Collection Floyd Kuptana Sedna piange la scomparsa dei ghiacci polari 2007 Serpentino brasiliano, corno, legno, crine di cavallo, metallo 55 x 89 x 44 cm Alessandro Sciaraffa Ti porto il mare, 2011 Tamburo, pelle naturale, acciaio, motore elettrico, circuito elettrico Ø 102 x 17 cm Tamburo di 100 cm di diametro all’interno del quale, centinaia di migliaia di piccole sfere in acciaio rotolano secondo pendenze e inclinazioni dell’installazione. “…Rivisito a mio modo il sublime, colgo l’aspetto spettacolare della potenza della natura quando si manifesta su tutti noi… una natura da amare alla quale dobbiamo tutto il nostro sapere nutrito dall’ascolto e dallo sguardo su di essa”. Sedna si è trasformata in una barca per aiutare le popolazioni colpite dall’innalzamento del livello del mare. Ma la barca ha qualcosa che non va. Si vede subito che l’elica è a prua e che Sedna, spettinata, rema all’indietro, segno del fatto che l’ordine del mondo è stato sovvertito. La figura a bordo dell’imbarcazione ha due facce, una con sembianze animali che guarda verso l’alto e una umana rivolta verso il basso, forse a significare che gli animali sanno adattarsi meglio degli uomini al cambiamento delle condizioni climatiche. Johnny Lee Pudlat Composizione, 2007 Serpentino, corno di caribu 53 x 32 x 24 cm Questa composizione rappresenta il nostro posto nel mondo. Il viso umano è circondato da aria, terra e acqua, rappresentati dagli uccelli, dall’orso, dal narvalo e dal tricheco. Lo sciamano con il tamburo è l’intermediario tra il mondo degli uomini e quello degli spiriti. La maschera è uno strumento talvolta usato dagli sciamani per non lasciarsi distrarre mentre intercedono a favore degli uomini. Lucy Tunguaq Anziani, 2012 Basalto 28 x 25 x 34 cm Sergei Luginin Nunavut /La nostra terra, 2002 Serpentino, zanna di mammut 23 x 39 x 9 cm Il cacciatore russo scolpito in una zanna di mammut e l’orso polare in serpentino canadese rappresentano le preoccupazioni di tutti i popoli indigeni e la loro conoscenza della terra: guardando il circolo polare artico dall’alto, entrambi si trovano in posizione eretta. Jesse Tungilik Cacciatore su un tombino, 2012 Corno di caribù, metallo, asfalto 7.5 x 25 x 19 cm “Sono cresciuto venerando mio nonno Marc Tungilik che per tutta la vita ha fatto l’incisore. La sua arte rappresentava temi e soggetti tradizionali, rispecchiandone vita e esperienze. Io ho vissuto esperienze piuttosto diverse e volevo che questo si riflettesse nelle mie opere. L’idea di “Cacciatore su un tombino” è stata in parte ispirata da una poesia di Mosha Folger dove gli Inuit senzatetto che vivono nelle metropoli del Canada meridionale vanno alla deriva su lastre di ghiaccio fatte di cemento. L’accostamento di materiali tradizionali e moderni e la contrapposizione tra contemporaneità e tradizione riflette la mia esperienza personale e il mio retaggio misto Inuk, con un piede nel passato e l’altro nel presente”. Mattijusi Manukuluk Iyaituk Amirruq, 1996 Serpentino, alabastro, corno di wapiti 72 x 82 x 45 cm Abraham Anghik Ruben Migrazione condivisa, 2013 Serpentino 26 x 83 x 24 cm Mario Merz Igloo, 1991 Struttura metallica, pietre, morsetti Ø 300 x 150 cm L’igloo, forse il tema più noto di Mario Merz, nacque dalla volontà di racchiudere uno spazio in espansione: collega l'antico al futuro, la dimensione umana dell'abitare e il rapporto vivo e dirompente con ciò che ci circonda. Struttura abitativa e arcaica metafora del cosmo, l’igloo appartiene alla cultura nomade e coerentemente con questo principio esso è la forma che accompagna il cammino dell’artista. Qui Sedna sorregge un’imbarcazione piena di gente, animali e spiriti. Siamo tutti sulla stessa barca, tutti nella stessa situazione. David Ruben Piqtoukun Creatura su un lastrone di ghiaccio, 2006 Serpentino, alabastro 25 x 48 x 22 cm David Ruben Piqtoukun Uomo-pesce di fondo, 2009 Serpentino 9 x 35 x 24 cm Bill Nasogaluak Sedna catturata da una medusa, 2014 Serpentino, filo spinato 31 x 37 x 41 cm Aloïs Lichtsteiner Paesaggi alpini, 2008 - 2015 Olio su tela 70 x 90 - 90 x 70 - 140 x 100 cm Oltre a costituire una cornice ideale per la mostra, questi paesaggi di montagna richiamano il peso dello sciogliersi della neve. Presto il suo involucro protettivo sparirà e la terra rimarrà “senza pelle”, esposta ai mutamenti del clima. Questo gruppo allude all’incertezza tipica della banchisa, al confine tra mare aperto e ghiaccio, in quella che in primavera è un’importante zona di caccia. La Creatura su un lastrone di ghiaccio esprime la necessità di avere un “terzo occhio” per capire quando è possibile camminare sulla banchisa senza rischi e due bocche per avvertire tutti dei pericoli che attendono chi tenta di attraversarla. L’Uomo-pesce di fondo è un halibut deforme, dotato di tre occhi. Le mutazioni genetiche osservate nelle specie dell’Artico sono dovute all’inquinamento? Sedna è stata catturata da una gigantesca medusa. Ha gli occhi rossi perché è stata avvelenata e la sua vita è in pericolo. Racconta Bill Nasogaluak: “Quando ero giovane, le meduse erano piccole come il mio dito pollice, mentre oggi sono più grosse della mia mano. La temperatura dell’acqua [del mare di Beaufort] è aumentata molto nel corso della mia vita”. Mattijusi Manukuluk Iyaituk Madre in preghiera per la nostra sopravvivenza, 2004 Serpentino, corno di caribu 49 x 37 x 17 cm David Rubin Piqtoukun Condividere la ricchezza, 2009 Serpentino, metallo, specchio 22 x 76 x 23 cm Bisogna essere intraprendenti e usare i materiali a disposizione, condividere le proprie conoscenze e lavorare insieme per trovare soluzioni ai problemi comuni a tutti. Amirruq è la festa delle donne, un momento di condivisione. Gli uomini sono tornati da una caccia fruttuosa e le donne vanno loro incontro sulla spiaggia per aiutarli a dividere la balena. Il sole, la luna piena e la luna nuova sul corno di wapiti significano che il villaggio ha cibo sufficiente per un mese. Tutte le parti dell’animale trovano un utilizzo, compreso quello artistico. In tutto il mondo le madri pensano ad assicurare il benessere dei propri figli e delle generazioni future. Una pagnotta tagliata a fette o un pezzo di carne “moltiplicati” mettendoli su uno specchio ribadiscono la necessità di condividere la propria ricchezza con la collettività, quando possibile. Courtesy and photo credits Alessandro Sciaraffa Courtesy Fondazione Merz & Alessandro Sciaraffa, Turin, Italy photo Andrea Guermani, Turin, Italy www.giorgiopersano.org Mario Merz Courtesy Fondazione Merz, Turin, Italy photo Paolo Pellion, Turin, Italy www.fondazionemerz.org Dmitry Pribylnov Mammut, 2012 Dente di mammut, bronzo, legno 23 x 30 x 11 cm Questo pezzo, il cui corpo è ricavato da un autentico dente di mammut, conferma il fatto che a causa dello scioglimento del permafrost i resti di questo mammifero estinto riemergono lungo le rotte delle sue migrazioni. Gli effetti del riscaldamento globale non si fanno sentire soltanto nell’Artico, ma anche sui ghiacciai. Aloïs Lichtsteiner Collection Lichtsteiner, Morat, Switzerland - Paris, France photo Aloïs Lichtsteiner, Morat, Switzerland www.aloislichtsteiner.com Sculptures Cerny Inuit Collection, Bern, Switzerland photo Severin Nowacki, Bern, Switzerland www.cernyinuitcollection.ch