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All’interno l’edizione
internazionale de
Fondatore Eugenio Scalfari
Direttore Ezio Mauro
www.americaoggi.info
QUOTIDIANO ITALIANO
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Anno XXV
III
XXVIII
n. 222
Venerdì
14 agosto
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TENSIONE NELL’UE
Si complica
il salvataggio
della Grecia
ROMA. E’ alta la tensione in vista dell’Eurogruppo in
programma a Bruxelles venerdì. La strada verso l’accordo sul terzo salvataggio della Grecia si sta complicando. La Germania infatti resta reticente a dare il via libera
al piano, tanto che il “Financial Times” scrive che “Berlino getta sabbia negli ingranaggi dell’accordo sulla
Grecia”, commentando un documento in cui il ministero
delle Finanze tedesco “elenca le sue obiezioni all’intesa”.Il documento è circolato tra i partner dell’Eurozona “poche ore prima del voto del Parlamento greco”. Il ministero delle Finanze tedesco ha tuttavia negato di voler respingere l’accordo, ma ha spiegato che sta
sollevando solo “alcune questioni che devono essere
valutate in sede di Eurogruppo”.
In particolare l’incontro di venerdì a Bruxelles dei
ministri delle Finanze dell’Eurozona deve dare “risposte importanti” sul ritardo nelle riforme, sulla sostenibilità del debito, sul ruolo del Fmi e sulle privatizzazioni. E
su quest’ultimo punto a preoccupare Berlino è la proposta di rinvio del fondo da 50 miliardi. Il portavoce ai
temi finanziari della Cdu, il partito della Cancelliera Angela Merkel e del ministro delle Finanze, il falco Wolfgang Schaeuble, ha fatto sapere che l’accordo con la
Grecia “è desiderabile ma non è scontato”.
Fonti Ue spiegano tuttavia che sul tavolo dell’Eurogruppo ci sarà per la Grecia sia la possibilità di dare il via
libera al salvataggio Esm e sia l’opzione di un nuovo
prestito ponte. Entrambe le procedure sono state già
attivate e pronte ad essere applicate.
Intanto, da un altro rapporto circolato tra i governi
dell’Eurozona, emerge che l’Unione Europea nutre “forti
preoccupazioni” sulla sostenibilità del debito greco, timori che mettono sotto pressione la Germania, principale creditore di Atene, affinché acconsenta a una sua
ristrutturazione in questo terzo piano di aiuti alla Grecia.
Nella foto, Alexis Tsipras e Angela Merkel
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Connecticut/La Corte Suprema: è incostituzionale
Stop alla pena di morte
HARTFORD. La Corte Suprema del Connecticut stabilisce che la pena di morte è
incostituzionale ed estende il divieto in vigore dal 2012 per tutti coloro che sono nel
braccio della morte nello Stato, risparmiando così la vita di 11 condannati. Dal 2012 è
in vigore il divieto nello Stato per tutti i futuri crimini, ma gli 11 ancora nel braccio della
morte erano stati condannati alla pena capitale prima del 2012.
La Corte Suprema del Connecticut si è
espressa rispondendo all’appello di Eduardo Santiago, i cui legali hanno sottolineato
che ogni esecuzione dopo il divieto rappresenterebbe una punizione crudele e illegittima.
“La pena di morte nello stato non è più in
linea con gli standard attuali”, afferma il giudice Richard Palmer, sottolineando che l’esecuzione di persone condannate prima del 25
aprile 2012, quando la pena di morte è stata
ritenuta incostituzionale, violerebbe la costituzione che vieta punizioni crudeli.
Negli Stati Uniti dall’inizio dell’anno sono
state effettuate 18 esecuzioni, di cui 10 in
Texas.
RENZI RIBADISCE: CON O SENZA FORZA ITALIA
Faremo le riforme
Ma il cammino
è accidentato
Matteo Renzi ieri alla
Festa regionale dell’Unità
a Villalunga di Casalgrande nel Reggiano
ROMA. “La riforma naturalmente andrà avanti, vediamo se riusciamo a coinvolgere più partiti possibili”.
Matteo Renzi tiene la barra
dritta: la riforma del Senato
si farà. Arrivato a sorpresa
alla Festa dell’Unità di Castelgrande, in provincia di
Reggio Emilia, il premier
manda un messaggio di
fermezza e gela le aspettative di Berlusconi: “Forza
Italia - ricorda - ha votato
questa riforma in prima
lettura al Senato con Romani poi è arrivato Brunetta e
ha cambiato idea. Se ci
staranno bene se non ci
staranno faremo senza di
loro”. Ma il cammino del
disegno di legge che rivoluziona il sistema parlamentare italiano resta accidentato.
Nel Pd la tensione tra
maggioranza renziana e minoranza di sinistra resta alta.
Lo spettro di una scissione
nel Pd continua a tenere
banco nel dibattito per la
riforma del Senato. Nel
zioni vadano a finire sui
giornali”, spiega. Ma che la
partita possa essere riaperta
e che addirittura possa
essere merce di scambio per
far passare la riforma del
Senato è un’opportunità
decisamente smentita dal
responsabile giustizia del
Pd, Davide Ermini. “Per il
ruolo che ho - chiarisce posso assicurare che non ci
sono sentori di trattative
sulla giustizia di nessun
genere”, neppure in prospettiva: “Non c’è materia
per alcuna trattativa e tanto
meno di una trattativa che
sia legata alle riforme” ribadisce.
Se mai dovesse aprirsi
questa strada, non cambia il
piano A degli azzurri: il
pressing per ottenere una
revisione della legge elettorale con l’obiettivo di introdurre il premio alla coalizione. E ovviamente, il Senato
elettivo.
frattempo un nuovo tassello si potrebbe dover incastrare nel puzzle della ricerca
dei voti per far passare il ddl
a Palazzo Madama: si chiama riforma della Giustizia e si
declina con la riforma del
processo penale che riparte
a settembre.
Indiscrezioni rilanciate
dal Corriere della Sera parlano di un Cavaliere intenzionato a mettere sul tavolo di
un accordo con il Pd per la
riforma del Senato una
revisione delle questioni
che più stanno a cuore agli
azzurri, a partire dalle intercettazioni. Sono indiscrezioni, ma che la tentazione
sia aperta lo conferma una
dichiarazione del senatore
azzurro Lucio Malan che
precisa: “Niente scambi ma
buone riforme: sulla giustizia e sul Senato”.
“Serve un sistema che
funzioni, che non penalizzi
gli innocenti e che non
consenta che le intercetta-
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I VIP LASCIANO YORK PER NEW ORLEANS
In fuga dalla Grande Mela
NEW YORK. E’ fuga da New York. I
prezzi più bassi delle case e una
migliore della qualità della vita sono
alle base di un trend che vede un
numero crescente di newyorkesi lasciare la Grande Mela per trasferirsi a
New Orleans. A dire addio a New York
è anche l’attore Bryan Batt, il Salvatore
Romano di “Mad Men”: dopo nove
anni nella Grande Mela ha deciso di
tornare con il marito nella nativa città
della Louisiana, dove ha comprato e
ristrutturato una grande casa in stile
coloniale risalente al secolo scorso.
E il suo esempio, racconta, lo hanno
seguito in tanti. “All’inizio avevamo
un piccolo giro di amici di New York ha spiegato - ora invece è una vera
comunità”. E mentre si avvicina il
decimo anno dall’uragano Katrina, che
ha devastato New Orleans, gli agenti
immobiliari affermano che molte proprietà vengono acquistate da giovani
provenienti da New York, California e
Texas.
Anche diverse celebrità americane
hanno recentemente comprato casa a
New Orleans, da Sandra Bullock a
Nicolas Cage. Jay Z e Beyoncé,
invece, sembra che abbiano acquista-
LA VOCE DEGLI
ITALIANI D’AMERICA
201-358-0700
to una vecchia chiesa, mentre la sorella
minore della cantante, Solange, è
proprietaria di una boutique nel
Quartiere Francese, la Exodus Goods.
Così ha scelto anche Mario Rodriguez,
cuoco 35enne, trasferitosi da Manhattan dal 2012, che ha comprato casa per
299 mila dollari. “Non avrei mai potuto
fare lo stesso a New York”, ha
raccontato.
La popolazione di New Orleans ha
superato quota 384 mila abitanti, circa
il 79% del totale degli abitanti nel 2000,
mentre l’area metropolitana ha 1,25
milioni di abitanti.
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