Presentazione standard di PowerPoint

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Presentazione standard di PowerPoint
Ing. Raul Berto - Lezione B
ARCHITETTURA TECNICA – prof. EDINO VALCOVICH – ing. CARLO ANTONIO STIVAL – ing. RAUL BERTO
Ing. Raul Berto - Lezione B
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Le riflessioni sugli effetti causati dalle attività umane
sull’ambiente sono sorte in modo graduale e hanno
raggiunto un’importante maturità in tempi piuttosto
recenti.
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L’evoluzione delle riflessioni
sulla questione ambientale.
L’aggettivo “sostenibile” è usato per la prima volta in associazione al termine
“sviluppo”:
lo sviluppo sostenibile è «lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente
senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i
propri.»
(Our Common Future, 1987, Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo)
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Il concetto di sostenibilità.
Estrazione delle
materie prime.
Processo di
fabbricazione.
Distribuzione.
Uso.
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Fine vita.
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Life Cycle.
«Life Cycle Thinking è un modo di pensare che considera le conseguenze
economiche, ambientali e sociali di un prodotto o processo, nell’arco
dell’intero suo ciclo di vita.»
(UNEP - Life Cycle Initiative)
L’LCT ha lo scopo di identificare possibili miglioramenti di beni e servizi in
termini di riduzione degli impatti ambientali e riduzione dell’uso di risorse
durante le fasi del ciclo di vita.
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Life Cycle Thinking.
Cos’è?
«Life Cycle Assessment è una tecnica per la valutazione degli aspetti
ambientali e i potenziali impatti associati a un prodotto, sistema o servizio».
(ISO 14040)
E’ dunque una metodologia per la valutazione delle implicazioni di un
prodotto, sistema o servizio, nell’arco di tutta la sua vita e non solo di una
parte di essa.
La metodologia LCA ci permette di valutare i reali impatti ambientali
dell’intero sistema considerato e rappresenta il processo scientifico di
analisi ambientale su cui si basa il Life Cycle Thinking.
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Life Cycle Assessment.
A cosa serve?
E’ uno strumento che può essere utile per diversi motivi:
• valutare le possibilità di miglioramento ambientale di un ciclo produttivo;
• supportare decisioni di progettazione e pianificazione strategica di
prodotti e processi produttivi;
• commercializzare un prodotto con etichettatura ecologica;
• confrontare due o più processi produttivi in termini di utilizzo delle risorse
e di emissioni;
• valutare il contribuito in ogni fase del ciclo di vita di un prodotto sulla
totalità delle emissioni;
• definire principi normativi;
• educazione e comunicazione pubblica;
• ….
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Life Cycle Assessment.
• ISO 14040:1997 EM – LCA Principles and Framework
• ISO 14041:1998 EM – LCA Goal and Scope Definition and Inventory
Analysis
• ISO 14042:2000 EM – LCA Life Cycle Impact Assessment
• ISO 14043:2000 EM – LCA Life Cycle Interpretation
Questi standard sono stati revisionati da:
•
ISO 14040:2006 EM – LCA Principles and Framework
•
ISO 14044:2006 EM – LCA Requirements and Guidelines
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Norme ISO per l’LCA.
1. Definire le finalità, l’unità funzionale, i confini del sistema studiato, il
fabbisogno e l’affidabilità dei dati, le assunzioni e i limiti;
2. Costruzione del modello analogico del sistema reale che s’intende
studiare;
3. Studio dell’impatto ambientale attraverso l’analisi dei rilasci nell’ambiente
e dei consumi di risorse calcolati nell’inventario;
4. Proporre i cambiamenti necessari a
ridurre l’impatto ambientale dei processi
o attività considerati.
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La struttura di una LCA.
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Analisi dei flussi.
Il software SimaPro
è uno degli strumenti più diffusi per effettuare una
valutazione del ciclo di vita di un prodotto o
processo.
Il database Ecoinvent
banca dati di origine svizzera, che fornisce dati
aggiornati per eseguire LCI su base scientifica
riguardanti i settori dell’agricoltura, dell’energia, dei
trasporti, delle costruzioni, dei combustibili e tutti i
tipi di materiali.
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Gli strumenti.
Perchè?
Assieme alle tematiche inerenti il risparmio e l’efficienza energetica è
necessario portare l’attenzione anche sugli aspetti inerenti la sostenibilità
ambientale.
A questo proposito, l’LCA può essere un utile strumento di supporto
decisionale in merito a:
• scelta di materiali che, nel rispetto della loro funzione, garantiscono
migliori prestazioni ambientali;
• definizione delle strategie per la gestione delle risorse idriche;
• definizione del sistema corretto di gestione dei rifiuti;
• definizione delle strategie per la gestione del fine vita dei manufatti.
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LCA in edilizia.
Come?
L’obiettivo è quello di guidare la progettazione attraverso una valutazione
integrale di materiali, tecniche costruttive, ecc.
Questa metodologia permette il confronto di diverse soluzione progettuali
già in fase preliminare.
E’ possibile così mettere in evidenza le diverse prestazioni ambientali delle
soluzioni prese a confronto individuando, per ognuna, caratteristiche
positive e negative.
Life Cycle Improvement Assessment
Una volta effettuata la scelta della migliore soluzione, si procede con lo
sviluppo del progetto attuando un miglioramento anche a livello di
prestazioni ambientali.
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LCA in edilizia.
I risultati della valutazione LCA sono state divise nelle seguenti quattro fasi:
• Procurement
• Construction
(over 50 years)
• Operation
• Demolition
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I risultati di un’LCA:
Sydney’s Olympic Stadium.
Energia primaria totale.
1%
18%
2%
Procurement
Construction
Operation
Demolition
79%
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I risultati di un’LCA:
Sydney’s Olympic Stadium.
Emissione di gas a effetto serra.
1%
22%
Procurement
2%
Construction
Operation
Demolition
75%
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I risultati di un’LCA:
Sydney’s Olympic Stadium.
Rifiuti solidi - riciclati o smaltiti in discarica.
12%
7%
Procurement
Construction
57%
24%
Operation
Demolition
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I risultati di un’LCA:
Sydney’s Olympic Stadium.
Consumo idrico.
<1%
22%
Procurement
3%
Construction
Operation
Demolition
74%
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I risultati di un’LCA:
Sydney’s Olympic Stadium.
E’ uno strumento selettivo e volontario.
Selettivo
Gli standard da rispettare sono definiti in modo tale per cui possano
accedervi solo i prodotti che hanno il più basso impatto ambientale della
propria categoria pur mantenendosi competitivi sia dal punto di vista
economico che qualitativo.
Volontario
Il marchio impone degli standard ambientali che sono superiori a quelli di
legge, quindi i produttori sono liberi di scegliere di certificare i propri prodotti
nell’ambito della propria strategia di mercato.
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Ecolabel.
Dichiarazioni Ambientali di Prodotto Tipo III (ISO 14025)
Consistono in una dichiarazione quantificata dei potenziali impatti
ambientali associati al ciclo di vita del prodotto. Tra queste, una forma di
etichettatura che sta trovando un sempre maggiore riscontro e interesse a
livello internazionale è l’ EPD Environmemtal Product Declaration (o
Dichiarazione Ambientale di Prodotto DAP).
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Classificazione delle Ecolabel di natura
volontaria.
Dichiarazioni Ambientali di Prodotto Tipo III (ISO 14025)
• Utilizza la metodologia LCA per l'identificazione e la quantificazione degli
impatti ambientali. L'applicazione dell’LCA deve essere in accordo con le
norme della serie ISO 14040, in modo da garantire l'oggettività delle
informazioni contenute nella dichiarazione.
• E’ applicabile a tutti i prodotti o servizi, indipendentemente dal loro uso o
posizionamento nella catena produttiva; inoltre, viene effettuata una
classificazione in gruppi ben definiti in modo da poter effettuare
confronti tra prodotti o servizi funzionalmente equivalenti.
• Viene verificata e convalidata da un organismo indipendente che
garantisce la credibilità e veridicità delle informazioni contenute nello
studio LCA e nella dichiarazione.
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EPD.
Autodichiarazioni ambientali Tipo II (ISO 14021)
Si tratta di asserzioni ambientali basate su autodichiarazioni del
fabbricante. Tra i numerosi esempi, il più noto è l’autodichiarazione della
percentuale di materiale riciclato usato (il “ciclo di Mobius”) o il punto verde
tedesco (Der Grüne Punkt): la norma, comunque, prevede una serie di
vincoli da rispettare sulle modalità di diffusione e i requisiti sui contenuti
dell’informazione.
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Classificazione delle Ecolabel di natura
volontaria.
Etichette ambientali Tipo I (ISO 14024)
Sono basate su criteri di eccellenza, singoli o multipli,
sviluppati da una terza parte. Tali criteri fissano dei valori
soglia da rispettare per ottenere il rilascio del marchio.
Esempi di etichettature di I tipo sono il cigno bianco
scandinavo (Miljömärkt), l’angelo blu tedesco (Der Blaue
Engel) e l’Ecolabel, marchio di qualità ecologica introdotto
dall’UE all’inizio degli anni ’90.
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Classificazione delle Ecolabel
di natura volontaria.
Etichette ambientali Tipo I (ISO 14024)
L'Ecolabel UE (Regolamento CE n. 66/2010) può essere
usato nei 27 Stati Membri dell'Unione europea così come
in Norvegia, Islanda e Liechtenstein. Rientra tra gli
strumenti preferiti per lo sviluppo di politiche di acquisto
sostenibile, attuate sia nel settore pubblico che in quello
privato. I prodotti che possono fregiarsi con l'Ecolabel UE
sono beni di largo consumo che hanno superato i criteri
di selezione prefissati dalla Commissione europea e da
un apposito organo chiamato European Union Ecolabel
Board (EUEB).
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Ecolabel europeo.
Profilo ambientale di un prodotto.
Questo, in mancanza di dati primari, può essere desunto dagli studi
presenti in letteratura oppure dalle banche dati che raccolgono le
prestazioni ambientali dei materiali descrivendone un comportamento
medio.
Sebbene le informazioni deducibile in questo modo possono essere molto
distanti da un qualsiasi caso reale, possono essere assunte per scopi
didattici.
Tuttavia, è possibile disporre di informazioni più vicine alla realtà facendo
riferimento alle etichettature ecologiche, ad esempio EPD, i cui contenuti
sono derivati da specifiche valutazioni LCA:
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Spunti per l’esercitazione.