Aermacchi MB 326

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Aermacchi MB 326
L’aereo simbolo del I.T.I.S. «Fauser» : Aermacchi MB 326
Le origini, l’evoluzione e l’impiego
Nel 1953 l’ing. Ermanno Bazzocchi, capo progettista dell’Aeronautica Macchi, intraprese lo
studio di un velivolo addestratore basico a getto, in funzione delle nuove tecniche di pilotaggio
introdotte dall’avvento degli aviogetti nei reparti operativi dell’Aeronautica Militare. Se
l’esigenza era universalmente riconosciuta, tutt’altro che unanimi erano i pareri su un punto
fondamentale: iniziare l’iter addestrativo dei piloti con velivoli ad elica per il successivo
passaggio su un aviogetto relativamente “facile”, oppure cominciare direttamente
l’addestramento al pilotaggio su un velivolo a detto. Bazzocchi fu tra i primi ad individuare
nettamente la preferibilità della soluzione “a getto sin dall’inizio” (Jet ab initio).
L’Aeronautica Militare Italiana (AMI) si dimostrò subito interessata al programma per un
addestratore basico a getto ed emise le relative specifiche, approvando ufficialmente il
progetto dell’MB 326 nel’aprile 1956 con l’ordine di due prototipi. Il primo prototipo iniziò i voli a
Venegono (VA) il 10 dicembre 1957 ai comandi del capo collaudatore della Macchi, Guido
Carestiato.
Dopo la lunga fase di collaudo e messa a punto, l’AMI introdusse l’MB 326 nell’attività
addestrativa il 22 marzo 1962, data di inizio del 43° Corso Allievi Ufficiali Piloti di
Complemento, sostituendo i vecchi T6 della Scuola di Volo Basico Iniziale di Lecce.
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Anche l’Alitalia dal 1963 al 1967 utilizzò l’MB 326 nel proprio centro di addestramento per
piloti, ordinando 4 velivoli equipaggiati con sistemi di radionavigazione e strumentazione tipici
per il volo commerciale.
Dopo essere stato utilizzato anche da molti stati esteri per le proprie scuole di volo militari,
l’MB 326 concluse la sua gloriosa carriera alla fine degli anni 70 cedendo il passo al suo
successore MB 339 che ancora oggi equipaggia la Scuola di volo Basico Aviogetti dell'AMI e la
pattuglia acrobatica nazionale PAN.
L’esemplare che fa bella mostra di sé all’ingresso del nostro istituto “Fauser”, ci è stato donato
dall’AMI e dopo la fase di progettazione del basamento in cemento e del pilone di supporto fatta
dall’Ing. Mauro Momo (Vicepreside) con la collaborazione dell’Ing. Maurizio BASSANI
(coordinatore del dipartimento aeronautico) e da alcuni allievi della classe 5°C c.a. fu assemblato
dai tecnici del 53° Stormo di Cameri e posizionato dai Vigili del Fuoco nel luglio 1997 con una
cerimonia ufficiale a cui presero parte in rappresentanza dell’AMI:
 il Colonnello G.A.R.I. Domenico Esposito all’epoca direttore del 1° RMV (Reparto
Manutenzione Velivoli Tornado) del 53° Stormo di Cameri;
 il Tenente Colonnello Pilota Luigi Piccolo all’epoca comandante del 453° gruppo STO sempre
del 53° Stormo;
 il Capitano Roberto De Maria del 453° gruppo STO.
In rappresentanza dell’I.T.I.S. “Fauser” :
 l’Ing. Paolo D’Errico preside;
 l’Ing. Mauro Momo vicepreside;
 l’Ing. Maurizio BASSANI coordinatore del dipartimento aeronautico
Descrizione Tecnica
L'Aermacchi MB 326 è un monoreattore biposto da addestramento basico di architettura ad ala
bassa.
L'ala è formata da un pianetto centrale, che incorpora le prese d'aria del motore, a cui sono
collegate le semiali a pianta trapezoidale ciascuna con 21 centine e terminale costituito da un
serbatoio d'estremità (tip tank).
L'allungamento alare è 6.08, il profilo un NACA modificato dal tipo 64A114 in mezzeria al tipo
64A212 alle estremità, la struttura è del tipo monolongherone con falso longherone posteriore a
cui sono collegate le cerniere dei flap e degli alettoni. I flap sono del tipo aletta di curvatura a
fessura e si abbassano di 28° in decollo e fino a 64° in atterraggio, gli alettoni sono compensati
staticamente e dinamicamente e sono provvisti di aletta trim. Il bordo d’attacco di ciascuna
semiala porta, tra la presa d’aria e l’aletta di scorrimento, un elemento a sezione triangolare
che provoca l’insorgere dello stallo nella zona dell’ala la cui scia interessa l’impennaggio
orizzontale; questa turbolenza provoca sull’equilibratore l’innescarsi di vibrazioni che il pilota
avverte come indicazione dell’approssimarsi dello stallo su tutta l’ala.
La fusoliera, a semiguscio, è divisa in quattro parti. Quello anteriore è diviso in un
compartimento superiore per gli impianti VHF e le valvole del sistema di pressurizzazione, e in
una zona inferiore in cui rientra la ruota anteriore del carrello, tra i due inverter dell’impianto
elettrico. Il tronco centrale comprende la cabina di pilotaggio, il motore e i serbatoi di fusoliera
(765 880 litri di cherosene). Il tronco posteriore si estende fino al cono di coda fino agli
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attacchi degli impennaggi. Infine il cono di coda è in lamiera di acciaio inossidabile e incorpora
l’ugello di scarico.
Gli impennaggi comprendono :
 Quello verticale composto da timone e deriva bilongherone che si prolunga in una pinna
dorsale fino alla cabina di pilotaggio.
 Quello orizzontale composto da stabilizzatore bilongherone ed equilibratore mobile.
Sia il timone che l’equilibratore sono compensati staticamente e dinamicamente e sono dotati di
aletta trim.
Una piccola pinna ventrale è posta sotto la coda, mentre l’aerofreno è situato sotto il tronco
centrale della fusoliera.
Il carrello è del tipo triciclo retrattile, le ruote principali rientrano nelle semiali ruotando
lateralmente verso l’estremità e portano ruote munite di freni idraulici, il ruotino anteriore si
retrae nel muso ruotando in avanti, è sterzante con molla di richiamo e munita di dispositivo
anti-shimmy. Tutte e tre le gambe di forza sono in acciaio ad alta resistenza e con
ammortizzatori oleopneumatici.
Gli impianti di bordo comprendono :
 Quello idraulico che aziona i flaps, l’aerofreno, la retrazione ed estrazione del carrello e i
freni sulle ruote.
 Quello elettrico che oltre alle normali utenze alimenta i comandi delle alette trim sul timone,
sull’equilibratore e sugli alettoni.
 Quello di alimentazione carburante con pompa elettrica per il travaso del cherosene dai
serbatoi alari a quello posteriore di fusoliera, da cui passa per gravità a quello anteriore; un
pozzetto consente l’alimentazione in volo rovescio per 12 secondi.
 Quello di pressuirizzazione e condizionamento d’aria per la cabina di pilotaggio.
La cabina di pilotaggio è coperta da un unico tettuccio incernierato sul lato destro e sganciabile
in volo, sia il posto anteriore per l’allievo pilota, che quello posteriore per l’istruttore, sono
dotati di sedili eiettabili del tipo Martin Baker Mk.04 (A e B) che consentono il lancio anche in
rullaggio ed a qualsiasi velocità superiore ai 180 Km/h.
Il motore è un turboreattore Bristol Siddeley “Viper” 11 Mk.22 da 11350 Newton di spinta
Caratteristiche e Prestazioni
Dimensioni e superfici
Apertura alare
Lunghezza
Altezza
Superficie alare
Superficie alettoni
Superficie flaps
Superficie deriva
Superficie timone
Superficie stabilizzatore
Superficie equilibratore
10.04 m
10.65 m
3.72 m
19.35 m2
1.328 m2
2.625 m2
1.69 m2
0.745 m2
2.69 m2
1.070 m2
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Masse e carichi
Massa a vuoto
Massa massima al decollo (missione addestrativa)
Carico alare massimo
Prestazioni
Velocità massima
Velocità massima di crociera
Velocità di stallo (carrello e flaps abbassati)
Quota di tangenza operativa
Autonomia
Spazio di decollo
Spazio di atterraggio
2237 Kg
4535 Kg
269 Kg/m2
871 Km/h
797 Km/h
146 Km/h
12500 m
2445 Km
555 m
631 m
Ing. Maurizio Bassani
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