l`osservatorio sociale del comune di casarsa
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l`osservatorio sociale del comune di casarsa
CITTÀ DI CASARSA DELLA DELIZIA L’OSSERVATORIO SOCIALE DEL COMUNE DI CASARSA: UN LABORATORIO DI PARTECIPAZIONE Racconto di 15 anni di esperienza (1993 • 2008) Non possiamo pensare a un futuro destinato a ripetere o copiare quello che nel passato lo Stato ha già fatto, ma siamo qui per inventare tutto ciò che di più umano ancora non è stato sperimentato. La nostra vocazione è piuttosto la novità. (Luciano Tavazza) IL SALUTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE Nell’accompagnare questa pubblicazione penso di interpretare il pensiero di tutti i consiglieri comunali - sia di maggioranza che di minoranza affermando con un certo orgoglio che il nostro Comune è uno dei pochi e sicuramente tra i primi ad essersi dotato di uno strumento di partecipazione democratica così prezioso come l’Osservatorio Sociale. Ricordare che esiste ormai da quindici anni e che è sempre stato apprezzato e sostenuto da tutte le varie Amministrazioni che si sono susseguite dal 1993 ad oggi fa onore alla nostra comunità e a tutti coloro che han saputo conservarlo “super partes” e come efficace laboratorio di politiche sociali. L’augurio comune è che sia sempre più conosciuto dai nostri cittadini e che possa consolidarsi negli anni. Il Sindaco Dott. Angioletto Tubaro Casarsa della Delizia, ottobre 2009 Gli assessori comunali alle politiche sociali dei 15 anni dell’Osservatorio Sociale di Casarsa: 1. Francesco Inturrisi (dal 1993 al 1994) 2. Gioacchino Francescutti (dal 1994 al 1995) 3. Alessandra Del Bianco (dal 1995 al 1998) 4. Fernando Agrusti (dal 1998 al 2007) 5. Franco Canzian (dal 2007 ad oggi) OSSERVATORIO SOCIALE DEL COMUNE DI CASARSA DELLA DELIZIA Racconto di un’esperienza (1993 - 2008) a cura di LUIGI PICCOLI e PAOLO TOMASIN Premessa Il documento trae spunto da una specifica richiesta, indirizzata a Luigi Piccoli dal direttore della rivista nazionale ANIMAZIONE SOCIALE, Franco Floris, di ospitare in un suo prossimo numero un articolo dedicato all’esperienza di democrazia locale offerta dal percorso di oltre quindici anni di attività dell’Osservatorio Sociale di Casarsa. La stesura dell’articolo per la rivista ha dato così la possibilità, per la prima volta, di sistematizzare l’esperienza dall’interno, da chi ne ha accompagnato origine e sviluppi, producendo una mole di informazioni che difficilmente troveranno completa ospitalità nella rivista. Si è dunque pensato di cogliere l’occasione per produrre questo documento, utile per ricordare quanto successo, ma anche per comunicare l’esperienza ai nuovi partecipanti dell’Osservatorio, a quanti - amministratori, volontari ed operatori di altri Comuni - continuano a sollecitare materiale di approfondimento. Quanto prodotto - approvato dall’Assemblea dell’Osservatorio Sociale del 18 dicembre 2008 - si intende comunque provvisorio in quanto si auspica di ampliare e precisare ulteriormente quanto ricostruito anche grazie all’apporto di altre persone, nonché trovare consensi e risorse per una pubblicazione in volume che contenga il racconto completo dell’esperienza, possibilmente comparata ad altre simili operanti in altre regioni. SOMMARIO Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Il contesto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Fondamento giuridico . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Un pò di storia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Obiettivi e competenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Gli obiettivi strategici . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Le competenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 L’organizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Gli organismi che lo compongono . . . . . . . . . . . . . . 15 Articolazione di funzionamento . . . . . . . . . . . . . . . 17 Oltre i confini comunali . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 I riconoscimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 Il premio Buone Pratiche Locali . . . . . . . . . . . . . . . 19 Un caso di studio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 Il parere dei giovani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 Riflessioni in corso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 Alcuni nodi problematici . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 La pazienza dei tempi lunghi . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Verso nuovi traguardi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 Riferimenti bibliografici . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 Pubblicazioni dell’Osservatorio Sociale di Casarsa . . . . . . . . . 29 Commissioni dell’Osservatorio Sociale di Casarsa . . . . . . . . . 31 Commissioni Anziani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 Commissione Banca del Tempo . . . . . . . . . . . . . . . 34 Commissione Cooperazione Decentrata . . . . . . . . . . . . 37 Commissione Disabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 Commissione Giovani . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43 Commissione Immigrati . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46 Commissione Minori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47 Commissione Salute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49 Presentazione Un cantiere, un laboratorio di partecipazione civica, una scommessa collettiva. Così è stata definita l’esperienza dell’Osservatorio Sociale di Casarsa dal prof. Pellizzoni dell’Università di Trieste. In queste pagine cercheremo di presentare questa iniziativa di welfare partecipato, che dura da più di quindici anni, secondo una rilettura interrogante. Va premesso che si tratta di una attività locale che, non avendo modelli di riferimento - e tantomeno ponendosi ora come modello … - è stata inventata passo dopo passo, imboccando una strada che ha incontrato un’intesa tra le generazioni ed ha tenuto ben lontano il rischio del condizionamento delle ideologie e delle strumentalizzazioni partitiche di parte. L’esperienza dell’Osservatorio Sociale di Casarsa può esser letta, in sintesi, attraverso almeno tre livelli della partecipazione: 1.La politica della governance: rappresenta un caso dove società civile ed amministrazione locale hanno praticato, non senza difficoltà, un processo decisionale orizzontale, condiviso e partecipato. 2.La rigenerazione progressiva (e la contaminazione) tra i vari organismi coinvolti: non si configura solo come mera modalità di raccordo e coordinamento, ma quale agente che stimola al confronto, al cambiamento i vari partecipanti e rappresenta una porta aperta ai nuovi soggetti e indica nuove direzioni d’intervento in campo sociale. 3.Il grado di democrazia e di produzione di idee nelle singole realtà: la formula adottata indica anche un possibile percorso virtuoso di circolazione delle idee, di innovazione che sviluppa capitale sociale e che rafforza pratiche di democrazia partecipativa. Il contesto Casarsa della Delizia è un piccolo comune della destra Tagliamento, in provincia di Pordenone e conta poco più di 8.000 abitanti, il 10% dei quali è oggi di origine straniera. Un tempo è stata terra di emigrazione. Casarsa è nota per le caserme, per la Cantina Sociale “La Delizia”, per esser il secondo paese in Italia per numero di vocazioni religiose e, in particolare, per essere il luogo dove è sepolto Pier Paolo Pasolini, che nel paese della madre trascorse gli anni della giovinezza e compose le sue prime opere1. Casarsa è anche un territorio ricco di associazioni, di organizzazioni di volontariato e conta la presenza di tre cooperative sociali2. È altresì utile ricordare una singolare esperienza seminale sorta alla fine degli anni ‘60 del secolo scorso: il “Comune dei giovani”, che ha formato diversi ragazzi alla politica attiva e generato numerose iniziative. Fondamento giuridico L’Osservatorio Sociale di Casarsa è un organismo previsto dallo Statuto Comunale, approvato nel 1991. L’articolo 72 (già 65) dello Statuto, integrato nel 1995, recita infatti così: 1. Il Comune di Casarsa della Delizia, nell’intento primario di tutelare le fasce più svantaggiate della popolazione locale e promuovere la solidarietà della comunità civile, istituisce un osservatorio permanente sulle problematiche sociali che determinano e/o ingenerano situazioni di emarginazione sociale, al fine di acquisire documentazioni quantitative e qualitative sulle povertà antiche e nuove presenti nel territorio comunale. 2. La documentazione di cui al precedente comma dovrà essere trasmessa annualmente agli organi elettivi, alla Giunta, alle Associazioni, in sede di programmazione annuale di bilancio anche al fine di promuovere un’integrazione tra le risorse istituzionali pubbliche, private e delle libere forme associative. 3. La nomina ed il funzionamento dell’Osservatorio sociale sono definiti da apposito regolamento”. 1 2 Pier Paolo Pasolini, Poesie a Casarsa, 1942 Secondo l’ultima rilevazione ISTAT l’incidenza media italiana è di una sola cooperativa sociale ogni 8.000 abitanti (ISTAT, Le cooperative sociali in Italia - statistiche in breve, 2007) 10 Un pò di storia Di Osservatorio Sociale si è cominciato a parlare a Casarsa nel 1991, all’interno della fase di elaborazione e approvazione dello Statuto comunale previsto dalla Legge 142 del 1990. Fu la lista civica “Una città per l’uomo” a proporne l’avvio: “Il Comune di Casarsa della Delizia - si leggeva nella proposta - nell’intento primario di tutelare le fasce più svantaggiate della popolazione locale e promuovere la solidarietà della comunità civile, istituisce presso l’Ufficio “Interventi sociali” un osservatorio permanente sulle problematiche sociali che determinano e/o ingenerano situazioni di emarginazione sociale, al fine di acquisire documentazioni quantitative e qualitative sulle povertà antiche e nuove presenti nel territorio comunale. Tale documentazione sarà annualmente fornita a tutti gli organi elettivi ed associativi in sede di programmazione annuale di bilancio, anche per promuovere un’integrazione tra le risorse istituzionali, pubbliche, private, delle libere associazioni e del volontariato”. Nell’articolo 65 dello Statuto comunale, approvato il 1° agosto 1991, fu recepita solo la prima parte iniziale tagliando il riferimento all’Ufficio Interventi Sociali e la parte dove si prevedeva il coinvolgimento e l’integrazione tra pubblico e associazioni. Con il passare del tempo, nonostante le difficoltà iniziali riscontrate nella creazione di un’esperienza di partecipazione così innovativa, anche lo statuto comunale è stato aggiornato, prevedendo la creazione, oltre che dell’Osservatorio Sociale, anche di altri organismi partecipativi quali il Forum dei cittadini e le Consulte di settore, così come veniva chiesto dal mondo dell’associazionismo. Rileggendo questi primi quindici anni di vita dell’Osservatorio Sociale va tenuto presente quanto è stato realizzato ma anche le fatiche dei primi tempi, la scommessa e la testardaggine di alcuni, all’inizio, che via via hanno contagiato sempre più persone e organismi, fino a far diventare l’Osservatorio uno strumento di democrazia partecipata riconosciuto da tutti e considerato un patrimonio prezioso della collettività. Basti pensare che nelle ultime elezioni comunali era presente nei programmi di tutte le liste. L’Osservatorio Sociale nasce in pratica il 14 ottobre 1993 con il primo incontro di una dozzina di associazioni operanti nel settore socio-educativo e le scuole Elementari e Medie riunitesi in sala consiliare su convocazione 11 dell’allora assessore alla Sanità e Assistenza. In quella riunione si decise di dar vita a un gruppo di lavoro con la finalità di concretizzare l’articolo 65 dello Statuto comunale che prevedeva l’Osservatorio sociale. Il gruppo di lavoro programmò una serie di incontri formativi aperti al pubblico sul tema “La nuova solidarietà: dal disagio alla prevenzione”, con l’intervento di esperti - tra i quali ricordiamo il magistrale contributo di Luciano Tavazza, figura storica del terzo settore italiano, scomparso alcuni anni fa - e con una panoramica sulle risorse pubbliche e private del settore (tenutosi tra novembre e dicembre del ’93). Fu poi realizzato un vademecum sui Servizi Sociali del territorio; una prima mappatura del disagio sociale a Casarsa; una presentazione delle singole associazioni e organismi operanti nel settore socio-educativo. I dati sul disagio sociale e le schede delle associazioni furono raccolti in un fascicolo3 che fu consegnato a tutte le famiglie del Comune. La scelta non era casuale: si voleva mettere in evidenza le possibili aree di crisi con l’aiuto di specifici indicatori e, nello stesso tempo, presentare le risorse e le potenzialità rappresentate da gruppi e associazioni con i quali il cittadino potesse interagire sempre più strettamente. I dati sul disagio sociale verranno successivamente aggiornati per ben due volte diffondendo due fascicoli, uno nel 1997 e l’altro nel 2000. Dal 1999, annualmente, viene presentata all’Assemblea Generale dell’Osservatorio, e successivamente al Consiglio Comunale, una relazione scritta delle attività svolte. Dalla fine degli anni ’90 l’Osservatorio Sociale intraprende anche una fruttuosa attività di progettazione di interventi su bandi regionali e nazionali, quale attività di fund raising per il sostegno di numerose iniziative. In particolare si segnalano i progetti di cooperazione decentrata (finanziati dalla LR 19/2000) e di integrazione dei minori stranieri (leggi e bandi diversi). Con il nuovo millennio l’Osservatorio può contare anche su un suo logo, frutto della creatività dell’obiettore in servizio civile presso il Comune e appassionato disegnatore Andrea Castellarin. Tra il 2002 e il 2003, sulla scia di altre esperienze innovative che si stavano diffondendo in altri Comuni, l’Osservatorio Sociale4 si fa promotore 3 4 Il fascicolo è stato curato da Marco Pio Bravo. Grande spinta fu data dall’allora Assessore alle Politiche Sociali, Fernando Agrusti, che ha seguito direttamente l’Osservatorio Sociale per nove anni. 12 dell’elaborazione di un Piano regolatore sociale che non vedrà la conclusione perché i risultati confluiranno nel successivo Piano di Zona di Ambito Distrettuale. Dall’avvio del processo di predisposizione del Piano di Zona, nel 2004, l’Osservatorio si colloca come organismo a supporto anche alle iniziative dell’Ambito Distrettuale 6.2 del Sanvitese. Le principali e più recenti iniziative implementate, oltre ai numerosi incontri informativi tematici e alle manifestazioni pubbliche, riguardano l’istituzione della Consulta degli immigrati5, che oggi trova voce in seno al Consiglio Comunale, lo sviluppo di progetti di cooperazione decentrata, con un quartiere della città di Quito in Ecuador prima e, più recentemente, con due località del Ghana6, attraverso cui si sono realizzati scambi interculturali e di solidarietà, l’acquisto e la destinazione a centro di seconda accoglienza di Palazzo De Lorenzi-Brinis7, numerosi servizi per gli anziani, quali il trasporto e l’accompagnamento, e la strutturazione di un centro diurno per persone con disturbi cognitivi. Ma queste sono soltanto alcune delle innumerevoli iniziative realizzate, sviluppate o semplicemente originate dall’Osservatorio. Dal 2006 l’Assessore comunale alle Politiche sociali rappresenta l’Osservatorio casarsese nella Conferenza dell’Osservatorio delle Politiche Sociali della Provincia di Pordenone8, unico Comune a figurarne tra i soci fondatori. 5 Una sintesi dell’esperienza da parte degli stranieri è riportata anche nel volume curato da Elisa Cozzarini e Michele Negro dal titolo CONFINI/ MIGRANTI. Dal percorso partecipato della legge regionale alla prima conferenza sull’immigrazione in Friuli Venezia Giulia. Regione Friuli Venezia Giulia, 2007 6 La scelta del Ghana come Paese di interscambio per la cooperazione decentrata è stata adottata in quanto è la principale provenienza degli immigrati stranieri residenti nel Comune. 7 L’esperienza è diventata anche oggetto di studio di una tesi al master sull’immigrazione promosso dall’Università Ca’ Foscari di Venezia (Barbara Gambellin, Il centro interculturale - Palazzo De Lorenzi-Brinis a Casarsa della Delizia come servizio territoriale integrato rivolto a tutti i cittadini). 8 Organismo istituito nel 2005 che nella propria impostazione ha fatto tesoro dell’esperienza casarsese adottando una struttura organizzativa partecipata. 13 Obiettivi e competenze Gli obiettivi strategici Gli obiettivi strategici che un pò alla volta sono stati definiti assieme sono in sostanza sei: • promuovere attraverso specifiche attività formative e di prevenzione, rivolte alle diverse fasce della popolazione, una migliore qualità della vita ed un’attenzione solidale alle problematiche sociali ed ai fenomeni di emarginazione; • progettare interventi (in tema di integrazione sociale, cooperazione decentrata allo sviluppo, ecc.) in grado di recuperare risorse finanziarie messe a disposizione da enti sovra-comunali; • favorire una partecipazione diffusa dei cittadini alle progettualità socioassistenziali del Comune; • sviluppare un lavoro di integrazione tra le varie componenti dell’Osservatorio Sociale stesso per un migliore utilizzo delle risorse disponibili; • rilevare periodicamente i processi di disagio sociale e di emarginazione presenti nel territorio comunale; • raccogliere valutazioni e pareri, anche con indagini che coinvolgono la popolazione, sulla qualità dei Servizi Sociali quale contributo al loro miglioramento. Le competenze L’Osservatorio Sociale si pone come obiettivo primario quello di dare un contributo allo sviluppo delle politiche sociali del Comune e dell’Ambito Distrettuale: a) promuovendo, attraverso specifiche attività formative e di prevenzione, rivolte alle diverse fasce della popolazione, una migliore qualità della vita ed un’attenzione solidale alle problematiche sociali ed ai fenomeni di emarginazione; b) favorendo una partecipazione diffusa dei cittadini alle progettualità socio-assistenziali del Comune; 14 c) sviluppando un lavoro di integrazione tra le varie componenti dell’Osservatorio Sociale stesso per un migliore utilizzo delle risorse disponibili; d) rilevando periodicamente i processi di disagio sociale e di emarginazione presenti nel territorio comunale; e) raccogliendo valutazioni e pareri, anche con indagini di popolazione, sulla qualità dei Servizi Sociali quale contributo al loro miglioramento. L’organizzazione Gli organismi che lo compongono Nel corso degli anni sono andate via via sempre più aumentando le realtà comunali, pubbliche e private, del settore socio-assistenziale ed educativo coinvolte nelle attività dell’Osservatorio. Attualmente sono 40 e vanno dalle associazioni di volontariato alle Caritas parrocchiali e dalle cooperative sociali alle scuole. In ordine alfabetico le realtà organizzative che compongono l’Osservatorio Sociale sono: ACAT, AGESCI di Casarsa e San Giovanni, AIDO, AIFA, Amici della montagna, Amministrazione Comunale (rappresentata dall’Assessore alle “Politiche Sociali e alla Città Sostenibile delle bambine e dei bambini”), ANDI (Associazione Nazionale Dimagrire Insieme) e non solo, AVIS, AVSI - sezione locale (ONG - Organizzazione Non Governativa), Azione Cattolica di Casarsa e di San Giovanni, Caritas parrocchiale di Casarsa, Caritas parrocchiale di San Giovanni, Centro Gioco “Pollicino”, 15 CGIL-pensionati, Comitato Genitori degli alunni della scuola dell’infanzia di Casarsa, Comitato Genitori degli alunni della scuola dell’infanzia di San Giovanni, Comitato Genitori degli alunni della scuola primaria di Casarsa, Comitato Genitori degli alunni della scuola primaria di San Giovanni, Comitato Genitori degli alunni della scuola secondaria di 1° grado di Casarsa, Consulta dei Cittadini Stranieri, CRI (Croce Rossa Italiana), Dai Ruote alla pace (associazione), Estate Ragazzi (associazione), Istituto Comprensivo di Casarsa della Delizia con le Scuole primarie di primo (ex elementari) e secondo grado (ex medie), Il Noce (associazione di volontariato), Il Piccolo Principe (cooperativa sociale), Laluna (associazione di volontariato), Lega pensionati CISL, Lilliput (cooperativa sociale), Par San Zuan, Piedibus (associazione), Primavera ‘90 (associazione), Pro loco di Casarsa, Progetto Giovani del Comune, Punto Giovani (associazione), Scuola dell’infanzia di Casarsa, Scuola dell’infanzia di San Giovanni, Servizio Sociale di Base, Solidarmondo PN - Aganis (ONG - Organizzazione Non Governativa), UIL - Pensionati 16 Articolazione di funzionamento L’Osservatorio Sociale fino ad oggi non si era dato un proprio regolamento9, ma si era dotato di una organizzazione minima per il suo funzionamento operativo. Innanzitutto è composto dall’assemblea generale annuale, momento in cui si ritrovano tutti i partecipanti per valutare le attività svolte e per programmare quelle future. In secondo luogo ha attivato un gruppo di coordinamento (composto da due referenti volontari di ciascuna commissione, l’Assessore competente, l’assistente sociale e un sociologo consulente esterno), che periodicamente si ritrova per coordinare le attività e predisporre la Relazione annuale per l’Assemblea. È attualmente articolato in otto commissioni aperte (coordinate da due referenti volontari e che prevedono la partecipazione di chiunque sia interessato) impegnate su altrettante tematiche: • anziani, • cooperazione decentrata, • immigrati, • banca del tempo, • giovani, • minori, • disabilità, • salute. L’ampliamento delle Commissioni è stato deciso in un incontro assembleare del 2007 per meglio rispondere alle esigenze delle realtà aderenti e per armonizzarsi maggiormente con il lavoro dei Tavoli tematici del Piano di Zona 2006/2008 dell’Ambito Distrettuale 6.2 (Ente Gestore Comune di San Vito al Tagliamento), nonché per favorire una maggiore partecipazione delle realtà locali. 9 Nel 1997 era stata formulata una proposta di regolamento di funzionamento ma, per ragioni diverse, non ha trovato nel Consiglio Comunale di allora consensi sufficienti per la sua adozione. L’Assemblea del 18 dicembre 2008, dopo un’approfondita discussione nelle Commissioni, ha approvato il primo Regolamento interno che sarà ora valutato dai tecnici comunali e dalla Commissione Regolamento per poi esser discusso e approvato dal Consiglio Comunale. 17 Oltre i confini comunali Nel dicembre 1995 la Caritas diocesana di Concordia-Pordenone invita a presentare l’esperienza dell’Osservatorio casarsese alle Caritas parrocchiali della Diocesi; in particolare, la scheda tipo per il censimento delle associazioni verrà poi utilizzata dall’Osservatorio permanente delle povertà e delle risorse della Caritas diocesana per la mappatura delle associazioni, gruppi di volontariato e cooperative sociali operanti in Provincia di Pordenone e nel Portogruarese nei settori socio-assistenziale e sanitario10. Nel febbraio del 1996 la cronistoria dell’Osservatorio di Casarsa viene inserita tra gli allegati del materiale distribuito al 1° Convegno nazionale “I poveri nel paese dei però” (primo incontro degli Osservatori delle povertà e delle politiche sociali) tenutosi a Modena e promosso dall’Osservatorio sulle politiche sociali del Comune di Venezia e dagli Osservatori sulle povertà delle Caritas di Modena e Piacenza, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e della Provincia e Comune di Modena. Nel marzo dello stesso anno la “Rivista del volontariato” di Roma edita dalla FIVOL pubblica un articolo sull’esperienza casarsese con il titolo “Pari dignità”. In questi anni l’Osservatorio casarsese è stato preso a modello da altri Comuni friulani (da Brugnera a Cordenons, da Fagagna e San Daniele del Friuli a Prata) e anche dagli otto Comuni delle Giudicarie Trentine, nella valle di Comano. Pure l’Amministrazione Provinciale di Pordenone ha ritenuto fondamentale coinvolgerlo all’interno del proprio Osservatorio delle Politiche sociali. L’esperienza dell’Osservatorio di Casarsa è stata inserita nel lavoro di osservazione sociale promosso dal Consorzio di Cooperative sociali “Leonardo” di Pordenone all’interno del Progetto di Iniziativa europea “Equal - Nexus”. Il CD che raccoglie i principali documenti è stato presentato ai partners francesi, inglesi e belgi nell’incontro transnazionale che si è tenuto a Parigi nel dicembre 2004. È un’iniziativa che ha avuto, fin dal suo nascere, il sostegno costante della federazione regionale e nazionale del MOVI, quel Movimento di volontariato italiano il cui fondatore, Luciano Tavazza, ne fu tra gli ispiratori 10 Caritas Diocesana di Concordia-Pordenone, IL VOLONTARIATO E LE COOPERATIVE SOCIALI. Mappa delle risorse del terzo settore (“no profit”), a cura dell’Osservatorio permanente delle povertà e delle risorse in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Pordenone, Dicembre 1996 18 e tra i più convinti sostenitori. Il MOVI del Friuli Venezia Giulia, presieduto dal casarsese Franco Bagnarol, ha rilanciato l’Osservatorio come una buona pratica a livello nazionale. I riconoscimenti Il premio Buone Pratiche Locali L’esperienza casarsese ha ricevuto lo scorso anno anche un riconoscimento nazionale. Infatti la Presidenza del Consiglio Provinciale di Roma ha assegnato al Comune il Premio “Tom Benetollo” per le buone pratiche locali. Con questa motivazione: “Per esser stato protagonista in questi anni di un programma di welfare partecipato, che ha coinvolto capillarmente le organizzazioni di volontariato, le associazioni, i cittadini. Attraverso l’Osservatorio Sociale istituito nel 1993, il Comune di Casarsa si è posto l’obiettivo di tutelare le fasce più svantaggiate della popolazione locale e di promuovere la solidarietà della comunità civile. Grazie a significativi interventi finanziari dell’ente locale e alla costituzione di procedure di partecipazione e di progettazione comune (con gruppo di lavoro, commissioni permanenti, assemblee) si è dato vita ad un welfare di comunità fondato sul più ampio e permanente coinvolgimento della società civile e della comunità locale. Il Comune di Casarsa con questa iniziativa ha saputo raggiungere gli obiettivi della realizzazione di una vasta rete di servizi e di interventi sociali, del coinvolgimento pieno ed attivo delle organizzazioni sociali e di volontariato e la partecipazione e la soddisfazione dei cittadini della comunità locale”. Simili iniziative, è stato detto in quell’occasione, sono motori dello spazio pubblico di cittadinanza, oppure, utilizzando immagini poetiche, il passo che smuove la terra passando o il volo che muove le nuvole volando. Creatività sociale, innovazione che produce trasformazione della mentalità e del senso civico. Percorso di emancipazione collettiva di crescita, di cambiamento dal basso, dalla società civile. Un laboratorio di protagonismo sociale, un lavorare per una società alternativa più a misura d’uomo. Un tentativo di sperimentare gli ideali e i valori della solidarietà in scelte concrete. Un vivere in maniera responsabile la vita della comunità assumendo scelte 19 consapevoli. Un imparare a fare assieme quello che si dice, al bar o all’oratorio. Un contribuire a far sentire ciascuna associazione parte di un percorso condiviso, creando pratiche sociali di cittadinanza attiva. Nell’occasione della consegna del premio è stato anche detto che chi è impegnato in buone pratiche di democrazia partecipata si trova a continuare a tessere il filo di un’antica storia di solidarietà di base, portando il testimone per un tratto e passandolo poi a chi viene dopo. Il senso del Premio nazionale (www.provincia.roma.it) e della sua visibilità è anche legato al tentativo di far uscire dall’anonimato queste esperienze, rendendole proponibili in altri territori. Un caso di studio Nell’ambito del progetto INTERREG “Mahlde.net” (centrato sulla rete di Agenzie della Democrazia Locale nei Balcani e realizzato tra 2006 e 2007) è stata prevista anche una fase di ricerca empirica sul territorio della regione Friuli Venezia Giulia con il fine di migliorare la conoscenza delle dinamiche partecipative ed accrescere la capacità d’analisi e valutazione di tali processi. L’Osservatorio Sociale di Casarsa è stato selezionato tra quarantaquattro esperienze, assieme ad altri tre Comuni, come caso di studio su cui avviare un approfondimento analitico. Per il ricercatore dell’ ISIG Davide Rocchetto, che ha intervistato alcuni protagonisti dell’Osservatorio, si è auto-generato fin dalle prime fasi un propizio equilibrio tra gli agenti promotori e i propulsori istituzionali nella comunità, ovvero tra la cosiddetta società civile e la politica locale. Rocchetto ha colto come questa esperienza sia nata dal “basso” e sia stata originata dalla “ventata” di partecipazione frutto della legge 142 del ’90, che prevedeva la definizione, tra le altre cose, degli statuti comunali. C’era un terreno già fertile a quel tempo, così una decina di associazioni presentò una serie di proposte comuni. Questo processo può definirsi a pieno titolo precursore rispetto ai principi sanciti nel 2000 dalla legge 32811. Oltre ai molti aspetti positivi, la ricerca di Rocchetto ha messo in evidenza alcune criticità, tra cui il rapporto dell’Osservatorio Sociale con la comunità casarsese, non sempre coerente. 11 Legge 8 novembre 2000 n°328, “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”. 20 Infatti, nonostante l’iniziativa, sia per la durata che per il cospicuo livello di risultati conseguiti, abbia raggiunto livelli di radicamento sul territorio indubbiamente molto elevati, la sensazione è che non ci sia una conoscenza particolarmente diffusa tra i cittadini, in particolare tra quelli che non vi partecipano direttamente. Le relazioni sviluppatesi all’Osservatorio hanno un carattere fortemente pragmatico. Solitamente, infatti, si discutono proposte attuative e progetti concreti, che trovano arricchimento dal confronto aperto con i soggetti partecipanti. Nella gran parte dei casi i risultati delle discussioni trovano, inoltre, un fattivo sostegno da parte del Comune con una quasi sempre puntuale “traduzione” politica. Ulteriore elemento di indubbio beneficio, tuttavia, potrebbe essere il fatto che non sempre i progetti prevedono l’intervento pubblico, né materiale né finanziario. Anzi, l’incontro e la connessione tra attività del settore danno vita a delle soluzioni autonome e problematiche contingenti configurabili come azioni succedanee delle “politiche sociali”, ma con in più il valore aggiunto rappresentato dalla concezione comunitaria, ovvero da una condivisione di fondo molto ampia. Inoltre, grazie a tali esperienze, si materializza concretamente un network, ossia un sistema di relazioni fortemente correlato e capace di eliminare vuoti e ridondanze tra operatori, più o meno istituzionalizzati, del settore socio-assistenziale. Secondo il ricercatore Davide Rocchetto dell’ISIG, “la maggior stabilità dell’esperienza partecipativa, rispetto ad altre osservate, potrebbe, almeno in parte, essere frutto di una stabilità del gruppo, nonché della fondamentale presenza di alcune figure capaci di ritagliarsi un ruolo determinante e riconosciuto nelle dinamiche interne”. Nel ’95 ci fu un’integrazione dell’articolo dello Statuto comunale che prevedeva l’introduzione di un regolamento attuativo. Le forze politiche del tempo pretendevano che ci fosse un rappresentante di tutti i partiti. Sarebbero potuti entrare personaggi potenzialmente in conflitto tra loro, che avrebbero trasformato l’organismo partecipativo in un campo di battaglia. Era fondamentale evitare, nei processi partecipativi, confusioni e commistioni con il tradizionale sistema partitico. Ebbene, l’Assessore12 ritirò la proposta di regolamento. L’assenza di uno strumento regolativo formale rappresenta secondo alcuni un fattore positivo, in quanto rende l’Osservatorio leggero 12 Alessandra Del Bianco. 21 e dinamico, dall’altra anche una possibile criticità. In ogni caso l’ultima assemblea generale di gennaio 2008 ha deciso di predisporre un testo che ne regolamenti l’attività e ne garantisca la stabilità13. Uno dei punti di forza è stata senz’altro la presenza di un esperto, in questo caso un sociologo, che ha rappresentato un punto chiave nello sviluppo dell’iniziativa ed una risorsa a disposizione dei vari organismi partecipanti all’Osservatorio14. Sempre nella ricognizione critica e studi di caso attuati dai ricercatori dell’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, all’Osservatorio Sociale casarsese è stata applicata la “swot analysis”. Si è così potuto realizzare un’analisi approfondita che ha messo in evidenza i punti di forza (S) da valorizzare, i punti di debolezza (W) da eliminare o da attenuare, le opportunità (O) da utilizzare e le minacce (T) da affrontare. Secondo il prof. Gasparini, docente di Sociologia urbano-rurale e Sociologia delle relazioni internazionali dell’Università di Trieste, il contesto della democrazia deliberativa dell’Osservatorio Sociale è positivo poiché le punte emergenti di tale democrazia sono numerose. Il progetto messo in piedi a Casarsa è ben equilibrato nelle componenti strutturali e relazionali ed è ugualmente ben inserito nell’ambito nel quale è nato. I caratteri significativi di questo progetto presentano un aspetto altamente positivo della partecipazione deliberativa, sia al suo interno che nella sua capacità di relazionarsi positivamente con l’ambiente ed eventualmente anche dominarlo sfruttando le opportunità da esso offerte. Per il prof. Gasparini l’Osservatorio casarsese, nel suo piccolo, vede un coinvolgimento organizzativo intenso, in cui l’informalità preminente della partecipazione si coniuga con la formalità dei processi di adozione delle decisioni da parte del Comune. In sintesi, quindi, appare che in tale campo interorganizzativo la democrazia deliberativa del progetto sembra riuscire a connettere e a far dialogare la democrazia diretta segmentata che legittima la maggioranza al governo del Comune (con il voto) con la democrazia diretta continua nel tempo delle associazioni di volontariato (e non solo) e volte a risolvere i problemi e i valori concreti della gente. 13 Come già ricordato, il Regolamento interno è stato approvato dall’Assemblea dell’Osservatorio Sociale del 18 dicembre 2008. In particolare hanno usufruito di tale risorsa le scuole, che hanno potuto così contare in un supporto statistico-metodologico nella realizzazione di alcune indagini su diversi aspetti della vita scolastica (soddisfazione dei genitori, consumo dei pasti in mensa, ecc..) 14 22 Il processo partecipativo coinvolge, oltre la discussione, anche la presenza costante, e, sullo sfondo dei risultati, il coinvolgimento diffuso, la similarità dei comportamenti, il rafforzamento del potere. Sembra di trovarsi di fronte un vero e proprio, concreto e vissuto, empowerment, salvo che l’affermazione (e la coscienza) precisa di tale rafforzamento resta nell’alone, e cioè non è una forza enfatizzata da chi la vive (fino a un certo punto) entro lo stesso progetto. 23 Il parere dei giovani Di particolare interesse la considerazione che le nuove generazioni hanno di questo strumento. Ecco quanto proposto all’interno della verifica dei primi quindici anni. “L’Osservatorio Sociale di Casarsa riteniamo sia un ottimo strumento di partecipazione sociale – si legge nel verbale di una delle ultime riunioni della Commissione giovani - appunto per il fatto che permette alle persone della nostra comunità di sentirsi partecipi della propria realtà”. Secondo quanto emerso dovrebbe essere “luogo” dove si osserva, si condivide e non si impone. “Pensiamo sì che l’Osservatorio sia luogo dove si fa politica, ma politica intesa come ogni azione che porta ad un cambiamento; riteniamo poco utile all’Osservatorio, e quindi alla comunità, che all’interno di questo organismo si faccia politica partitica”. Gruppo organizzativo. Questo gruppo, formato dai referenti delle commissioni, più il sociologo e l’assessore, dovrebbe occuparsi dell’aspetto organizzativo dell’Osservatorio, come ad esempio la convocazione delle assemblee, l’organizzazione delle stesse ecc. Pensiamo sia più corretto non attribuire a questo gruppo compiti decisionali, in quanto secondo noi dovrebbero essere (a seconda delle competenze) le commissioni o le assemblee i luoghi delle decisioni. Assemblee. Riteniamo queste dei momenti privilegiati dell’Osservatorio in quanto permettono, a chi è interessato, di essere partecipe in prima persona, sia osservando ciò che emerge dalle altre commissioni sia rendendosi portavoce della propria. Ovviamente è importante non dimenticare la provenienza associativa di ognuno e quindi se ci sarà necessità dovrebbe essere questo uno dei luoghi dove dar voce alla propria realtà. Quindi oltre all’assemblea consultiva/preventiva di gennaio (in cui proponiamo di rivedere la modalità di svolgimento) ci sembra interessante, per la positività e l’essenza dell’ Osservatorio, proporre durante l’anno altri momenti assembleari (minimo 3 o 4) che potrebbero sia essere convocati dalle singole commissioni sia dal gruppo di coordinamento. Commissioni. Le commissioni dovrebbero essere per così dire il braccio operativo dell’Osservatorio, operativo in quanto osservatore della realtà della propria commissione. Sono questi i momenti di maggior condivisione e confronto delle proprie realtà associative. 24 Riflessioni in corso Alcuni nodi problematici All’inizio non fu facile capirsi tra le varie componenti di questo organismo che, proprio in quanto unico in regione, non aveva raffronti possibili. Non era chiaro il mandato, chi ne avesse la titolarità, fin dove ci si poteva spingere nel condividere le scelte economiche e operative nel settore sociale del Comune. Il fatto che l’Osservatorio sia passato indenne attraverso cinque amministrazioni di colore e strategie politiche diverse, la dice lunga sulla tenacia e la determinazione con cui tutti hanno creduto e difeso questo strumento che, anno dopo anno, appariva come un mezzo importante di partecipazione e programmazione condivisa, anticipatore (ben dieci anni prima) della filosofia che permea la legge nazionale 328 e la logica dei Piani di Zona. Ha contribuito molto anche l’aver deciso di sperimentare alcune iniziative comuni come conferenze-dibattito promosse assieme da tre associazioni dell’Osservatorio o la mostra collettiva della trentina di organismi aderenti durante la Sagra del Vino dell’aprile 2000. Ricordiamo che l’obiettivo prioritario, dopo i confronti dei primi anni anche serrati ma sempre improntati alla ricerca del bene della comunità - è stato quello di dare un contributo allo sviluppo delle politiche sociali del Comune. 25 La pazienza dei tempi lunghi Quella dell’Osservatorio casarsese è stata ed è tuttora un’avventura collettiva, che ha incontrato negli anni luci ed ombre, fasi di entusiasmo e momenti in cui sembrava saltare tutto. Ha richiesto un delicato lavoro di manutenzione e riassestamenti periodici, specie in coincidenza con il cambio delle Amministrazioni (cinque nuovi assessori e di diverso colore politico). Si è discusso, qualche volta anche litigato, ma alla fine si è sempre trovata un’intesa condivisa avendo in mente il bene comune, cercando di preoccuparsi più del contenuto che del contenitore. Tanto è vero che da semplice organismo di raccolta dati sul disagio sociale è divenuto, negli anni, ben altro, anche al di là del nome,che a volte appare riduttivo. Non è stato facile convincere gli operatori e i funzionari del Comune che le realtà del terzo settore potevano autoconvocarsi ed avere pari dignità, in anni in cui non si parlava ancora di piani di zona, di co-progettazione e di co-gestione. Ma non è stato un procedere in discesa neppure per gli enti del privato sociale. C’è stato bisogno di un continuo allenamento e di una rimotivazione al confronto. L’andar oltre il proprio “orticello” non viene spontaneo a nessuno. Non si nasce “imparati” al lavoro di rete, alla pianificazione concordata degli interventi a favore della comunità. La forza dell’Osservatorio è il tessuto e il luogo sociale dove è nato e dove opera. A Casarsa si è imboccata una strada di campagna, con buche e incroci spesso non segnati… Certo, i Comuni della provincia di Pordenone che intendono partire oggi con un Osservatorio Sociale hanno la possibilità di un confronto con un’esperienza ben rodata e soprattutto possono contare su un ente - l’Amministrazione Provinciale stessa - che ne può seguire l’impostazione e l’avvio, avendolo previsto tra gli scopi del proprio Osservatorio Provinciale. La nostra esperienza, di fatto unica in regione, ha invece risentito del bello e del brutto dell’essere pionieri. Con tutte le rigidità dei pionieri ma anche con la tenacia e la testardaggine tipica di chi intende difendere, migliorare e preservare uno strumento agile ed efficace di democrazia partecipativa, dove è possibile sperimentare la sinergia tra cittadini. Un patrimonio, un bene collettivo da tramandare con convinzione e passione alle nuove generazioni. 26 Verso nuovi traguardi Ci piace concludere con le parole che Luciano Tavazza ha pronunciato nella sala consiliare di Casarsa, quindici anni fa, tenendo a battesimo l’Osservatorio. “Le Amministrazioni Comunali nei prossimi anni avranno sempre meno risorse da investire e il problema etico più importante sarà il come usarle. Veniamo da una cultura che potremmo definire di “separatezza”: da una parte lo Stato con le sue strutture centrali, regionali, provinciali e comunali e dall’altra i movimenti con la loro autonomia. Se questa è una fotografia degli anni scorsi, il futuro deve trovarci su posizioni culturali profondamente diverse. E’ necessario rendersi conto che solo attraverso un’alleanza fra le cooperative sociali, le associazioni, i movimenti e le strutture comunali si possono veramente affrontare i problemi dei cittadini a rischio. Se dovessimo continuare la vecchia politica della diffidenza reciproca, del non capirsi e del far la corsa a chi è più bravo, si finirebbe col far pagare il conto sia ai cittadini poveri di beni materiali che quelli poveri di beni relazionali. Bisogna inventare una cultura nuova che preveda il collegamento delle diversità, anticipando soluzioni nuove dinanzi a problemi nuovi. Allora, se si sapranno anticipare gli interventi, se si saprà integrare ed aiutare l’Amministrazione Comunale, se si umanizzeranno i rapporti e se si denunceranno le ingiustizie, ecco che si creeranno le condizioni affinché l’Osservatorio Sociale diventi un organismo vivo al servizio di tutti i cittadini. In definitiva, bisognerebbe riuscire a lavorare insieme perché dall’esperienza sul territorio di ognuno nascano dei suggerimenti e delle prospettive per cui possano venir meglio orientate le politiche sociali.” Riflessioni, queste di Tavazza, che rappresentano ancor oggi un punto di riferimento preciso per il presente e per il futuro dell’Osservatorio. 27 Riferimenti bibliografici Borghi, V., Tra cittadini e istituzioni. Riflessioni sull’introduzione e dispositivi partecipativi nelle pratiche istituzionali locali, “Rivista delle politiche sociali” Ciaffi D. e A. Mela, La partecipazione, Roma, Carocci, 2006 Caritas Diocesana di Concordia-Pordenone, Progetto per la definizione di un Osservatorio permanente delle povertà e delle risorse. Quaderni Caritas n°1, Maggio,1993 Cozzarini E. e Negro M. (a cura di) Confini/Migranti. Dal percorso partecipato della legge regionale alla prima conferenza sull’immigrazione in Friuli Venezia Giulia. Regione Friuli Venezia Giulia, 2007 Crosta, P.L., Le pratiche dell’uso sociale del territorio come pratiche di costruzione di territori. Quale “democrazia locale”? in F. Gelli (a cura di) La democrazia locale tra rappresentanza e partecipazione, Milano, Angeli, 2005 Della Porta, D., Democrazia in movimento: partecipazione e deliberazione del movimento “per la globalizzazione dal basso”, “Rassegna italiana di sociologia”, 2005 Donolo, C., Dalle politiche pubbliche alle pratiche sociali nella produzione di beni pubblici? Osservazioni su una nuova generazione di policies, “Stato e mercato”, 2005 Gambellin B., Il centro interculturale - Palazzo De Lorenzi-Brinis a Casarsa della Delizia come servizio territoriale integrato rivolto a tutti i cittadini. Tesi presentata al master sull’immigrazione promosso dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, 2005 Gasparini A., Il ruolo delle organizzazioni nella formazioni delle reti di aree metropolitane e sistemi di città. Gerarchie tra le città di cinque regioni del nord Italia, “Futuribili”, 2004 Gbikpi, B., Dalla teoria della democrazia partecipativa a quella deliberativa: quali possibili continuità?, “Stato e mercato”, 2005 Osti, G., Interferenze fra prossimità e reciprocità nella città diffusa, relazione presentata al convegno “Le metropoli del Mediterraneo”, Palermo,27-28 ottobre 2005 Pellizzoni L., “Democrazia locale. Apprendere dall’esperienza”, Progetto Mahlde.net, ISIG di Gorizia, 2007. Pellizzoni L., Cosa significa partecipare, “Rassegna italiana di sociologia”, 2005 Pellizzoni L., Cosa significa deliberare? Promesse e problemi della democrazia deliberativa, in Id. (a cura di) La deliberazione pubblica, Roma, Meltemi, 2005 Prospettive Sociali e Sanitarie, Osservatori: quale ruolo nelle politiche sociali? Speciale, Anno XXXVIII, n°20, 15 novembre 2008. Provincia di Pordenone, Focus. Materiali propedeutici all’avvio dell’Osservatorio permanente delle povertà e delle risorse, sette fascicoli, 1999. Ravazzi, S., L’inclusione politica: i modelli, gli esiti, le domande ancora aperte, “Rivista italiana di scienza politica”, 2006 Regonini, G., Paradossi della democrazia deliberativa, “Stato e mercato”, 2005 Volterrani Andrea, “Osservatori sociali. Verso la multi utility?”, in Autonomie locali e servizi sociali n. 2 del 2007 28 Pubblicazioni dell’Osservatorio Sociale di Casarsa Osservatorio Sociale, Dieci anni di esperienza, Casarsa della Delizia, 2004, Documenti del Convegno e relativo CD rom Osservatorio Sociale, Relazione attività (anni diversi dal 1999), Casarsa della Delizia. L’ultima relazione annuale è disponibile sul sito internet del Comune: www.comune.casarsadelladelizia.pn.it Nota. I principali documenti prodotti dall’Osservatorio Sociale sono disponibili anche su CD-ROM da richiedere all’Ufficio Servizi Sociali del Comune (Piazza 4 Novembre - 33072 Casarsa della Delizia - Pn). 29 LE COMMISSIONI dell’ OSSERVATORIO SOCIALE 31 Commissione Anziani Componenti: Pensionati FNP – CISL, Pensionati SPI – CIGL, Pensionati UILP – UIL, AIFA. Finalità: - OSSERVARE con occhio attento i problemi ed i disagi che possono investire le persone anziane del nostro comune. - RICERCARE, INDIVIDUARE e PROPORRE iniziative e soluzioni atte a migliorare la qualità della loro vita evitando il rischio di isolamento e ricovero nelle case di riposo, tenendo conto dell’aumento dell’aspettativa di vita e che sempre più anziani vivono soli a causa della progressiva frammentazione dei nuclei familiari. Attività svolte: La commissione anziani, formatasi all’inizio del 2000, ha contribuito alla nascita della BANCA del TEMPO. Questo organismo, successivamente ha trovato un suo spazio all’interno dell’Osservatorio Sociale ed è stata costituita una commissione specifica. In collaborazione con i servizi sociali, la commissione anziani ha contribuito al monitoraggio delle persone sole, che vivevano a rischio isolamento, coinvolgendo i medici di base ed i vicini che erano a conoscenza di casi particolari. Ha promosso vari incontri con il comando dei Vigili del Fuoco di Pordenone sul tema della sicurezza domestica degli anziani e in due occasioni con una visita presso la caserma dei Vigili del Fuoco di Pordenone in occasione della festa provinciale degli anziani. In tale circostanza grazie alla presenza numerosa dei nostri concittadini, il Ministero dell’Interno tramite il Comandante dei Vigili del Fuoco ha donato un condizionatore per il Centro Anziani comunale. Nel 2006 l’apertura del centro diurno di Via Mantegna è stata ampliata portandola da due a tre pomeriggi alla settimana. Dallo stesso periodo il centro è aperto per quattro mattine settimanali per le persone che soffrono di disturbi cognitivi. Contestualmente all’ampliamento del Centro Diurno, la C.A. è stata la 32 principale artefice del SERVIZIO TRASPORTO ANZIANI che viene svolto gratuitamente da un gruppo di volontari in pensione. Molti di questi si rendono disponibili presso l’associazione “Laluna” per il trasporto dei loro ospiti. La C.A. ha operato con grande impegno per lo spostamento del Centro Diurno nei locali dell’ex–scuola professionale dello IAL. A tale scopo nel 2008 sono stati portati a termine (quasi!) i lavori di adeguamento e nel 2009 ci sarà il trasferimento definitivo in locali molto più ampi e confortevoli rispetto agli attuali. L’obiettivo che la C.A. persegue da molti anni è di aprire il Centro Diurno per l’intero arco della settimana e che il nuovo centro divenga il punto di accoglienza e di riferimento a livello di ambito dei malati di Alzheimer. Nel 2008 sono nati anche i GRUPPI DI CAMMINO ai quali la C.A. ha dato un notevole contributo. La C.A. è presente ai Piani di zona, Tavolo anziani. La C.A. ha spesso operato a stretto contatto con le assistenti sociali e l’assessorato alle politiche sociali del comune. 33 Commissione Banca del Tempo Componenti: Tutti i soci Finalità: • Ricreare rapporti di buon vicinato • Soddisfare il bisogno di relazionalità • Favorire l’incontro tra diverse fasce generazionali • Sviluppare le relazioni tra gli individui rompendo l’isolamento • Confrontarsi con realtà diverse dalla propria • Favorire il formarsi del tessuto sociale e lo sviluppo della solidarietà • Partecipare ed essere cittadino attivo • Migliorare l’utilizzo del proprio tempo • Migliorare la qualità della vita Attività svolte: La BdT è uno strumento che utilizza il tempo non tanto per se stessi o per gli altri, ma con gli altri e questo permette la creazione di relazioni e di legami sociali. Ogni volta che due persone, due gruppi, due organizzazioni si integrano in un processo di scambio con altri gruppi, in cui uno alimenta l’altro in un intercambio di diversità ed arricchimento reciproco allora abbiamo una rete. Le reti sono importanti perché integrano i vari gruppi di produzione, cultura, educazione, ognuno lavorando in autonomia e cercando di garantire alla comunità le condizioni basilari del “ben-vivere”. In Italia e nel mondo si stanno sviluppando nuove realtà (Banca Etica, Botteghe del Mondo-commercio equo solidale, Gruppi di Acquisto Solidale e del Turismo Responsabile, Cooperative Sociali, Moneta Locale, ecc.) che si stanno unendo nella Rete di Economia Solidale (R.E.S.) finalizzata a promuovere il benessere di tutti. Così la Banca del Tempo di Casarsa, oltre a promuovere gli scambi e proseguire le attività già in corso, nel 2008 ha scelto di partecipare, insieme con le altre realtà sociali della zona, alla Rete delle “buone pratiche” (progetti, politiche, 34 iniziative, azioni ed esperienze innovative che possono contribuire a migliorare la qualità della vita) e ha promosso il suo progetto partecipando alla R.E.S. del FVG a Sacile, nel mese di settembre e ad altre iniziative. Far incontrare le offerte e le richieste dei soci sviluppando nuove offerte e nuove richieste (aiuto per la compilazione di curriculum vitae, compagnia, aiuto per la sicurezza alla “Pedalata Pasoliniana”, fornito un “Babbo Natale” per manifestazione natalizia, ecc.) Promuovere incontri di formazione-informazione tenuti dai soci (serate a tema su fotovoltaico ed esperienza di cooperazione internazionale) Divulgare l’idea della Banca del Tempo partecipando ad incontri, conferenze, approfondimenti (partecipato ad un incontro promosso dall’UTE a Cordenons, sul tema “tempo e denaro”, ovvero come la Banca del Tempo può essere una risorsa economica, “Agorà Ersilia” ovvero simulazione di come le buone pratiche, contrattando fra loro, possono connettersi e prefigurare una rete distrettuale di economia solidale, ecc.) Partecipare a mercatini di solidarietà, mercatini artigianali, feste od eventi (S. Giovanni, Casarsa, Tramonti, ecc.) Promuovere, Facilitare, Sostenere, Collaborare, Divulgare le iniziative che nascono nel territorio a favore dei cittadini (Gruppo Pollicino, Piedibus, Gruppo di Acquisto Solidale, progetto Toc-moneta locale, ecc.) Partecipare all’Osservatorio Sociale, ai Piani di Zona dell’ambito Sanvitese (Tavolo Minori), al Coordinamento delle banche del Tempo del Triveneto e alla Rete Nazionale delle Banche del Tempo Progetto “A scuola con i nonni” (incontro tra vecchie e nuove generazioni attraverso il passaggio di saperi e la manualità creativa). Il progetto è inserito nel P.O.F. dell’Istituto Comprensivo con il titolo “La scuola e la banca del tempo” e viene attivato ormai da diversi anni. In cambio dei saperi offerti ai ragazzi che hanno realizzato molti lavori per il mercatino di solidarietà di Natale, i ragazzi offriranno al Centro Sociale Anziani animazione per il carnevale 2009 e i genitori dei ragazzi aiuteranno la Banca del Tempo ad avere una pagina web! Progetto “Laboratorio permanente di midollino” (lavorazione settimanale del midollino con sviluppo della creatività, insegnamento della lavorazione nelle scuole e partecipazione ai mercatini); E’ il progetto portante della BdT di Casarsa che fa da “filo conduttore” e da punto d’incontro tra molti soci 35 permettendo di partecipare a varie iniziative che agevolano gli scambi. Il laboratorio è sempre in funzione. Progetto “Per me, per te, per tutti” (persone specializzate in un campo/settore che mettono le loro conoscenze e la loro esperienza a disposizione di tutti.) Per promuovere il passaggio di conoscenze tra i soci e il territorio è stata organizzata una serata di riflessione sul fotovoltaico e una serata sulla cooperazione internazionale. Progetto “Donatori di voce” (persone che amano leggere offrono la loro voce per letture ad alta voce); Diversi soci hanno partecipato ad iniziative di lettura ad alta voce, come la lettura di un intero libro in piazza a S.Vito al Tagliamento in occasione dell’iniziativa per i 30 anni della legge Basaglia organizzata dalla Cooperativa Sociale “Il seme”. Progetto “Ospitalità” (persone o famiglie che mettono a disposizione la loro casa per ospitare persone anche di altri Paesi). Nel 2008 diversi soci della BdT hanno nuovamente ospitato i ragazzi e le ragazze del Coro dell’Università delle Filippine che ormai fanno tappa fissa a Casarsa nei loro tour internazionali e che ci stupiscono sempre con i loro bellissimi spettacoli, le loro voci, la loro gentilezza e il piacere di stare insieme. 36 Commissione Cooperazione Decentrata Componenti: Istituto Scolastico Comprensivo di Casarsa (Scuole primarie di Casarsa e San Giovanni, Scuola secondaria di 1° grado di Casarsa), Rappresentanti della Comunità Ghanese, Coop. Sociale “Il Piccolo Principe”, Comitati genitori delle scuole, Associazione “Amici della montagna”, Gruppo famiglie “Bilanci di giustizia”, Volontari con esperienza di cooperazione internazionale. Finalità: Il lavoro di questa commissione si attua su diversi piani: • Stabilire le linee guida del progetto di cooperazione decentrata del Comune (attualmente: Progetto Ayikoo - Ghana) in accordo con i partners del Paese sede del progetto. In particolare definisce gli obiettivi da realizzare insieme agli altri partners comunali, regionali e nazionali, nei diversi contesti territoriali; • Promuovere il progetto di cooperazione decentrata attraverso attività informative e formative; • Organizzare e realizzare le azioni che lo stesso progetto prevede di attuare nel nostro territorio comunale, di ambito e regionale, compreso iniziative di raccolta fondi; • Riflettere e confrontarsi sulle possibilità e sulle modalità di interventi di cooperazione allo sviluppo e di solidarietà internazionale che il nostro territorio, rappresentato da enti, gruppi, associazioni e singole persone, può proporre o sta già proponendo per contribuire a realizzare, con i propri mezzi e le proprie capacità e disponibilità di fondi, gli obiettivi del millennio stabiliti dall’ONU; • Raccogliere e rilanciare le iniziative di solidarietà che i vari enti e associazioni progettano al loro interno, promuovendo, allo stesso tempo, delle iniziative comuni. Attività svolte: - Formazione interna al gruppo di lavoro dell’Osservatorio Sociale sulla cooperazione allo sviluppo e decentrata (1998) 37 • Presa in carico da parte dell’Amministrazione comunale e dell’Osservatorio Sociale di un progetto proposto da Suor Serena Tarondo missionaria a Quito in Ecuador (1999) • Finanziamento del progetto “Ñeque y mas ñeque: niños y jovenes en riesgo” (Forza più forza: bambini e giovani a rischio) presso il quartiere Comitè del Pueblo n.1 di Quito (Ecudaor) a favore di bambini e giovani a rischio. Per l’attuazione del progetto si avvia la collaborazione con la Parrocchia San Josè Obrero, la Fundaciòn Solypueblo, l’Amministrazione del distretto metropolitano di Quito, il CEVI di Udine, le suore della Divina Volontà. Il Comune si impegnava a finanziare il progetto attraverso quanto previsto dalla L. 68/1993 (l’8 per mille dei primi tre capitoli di spesa del Comune possono essere destinati a progetti di cooperazione e solidarietà, nel nostro caso 15 milioni di lire).(1999-2000) • La Regione Friuli Venezia Giulia approva la legge n.19 del 30 ottobre 2000 “Interventi per la promozione, a livello regionale e locale, delle attività di cooperazione allo sviluppo e partenariato internazionale”. • Avvio del processo di informazione e di coinvolgimento della comunità casarsese da parte dell’Osservatorio Sociale. Interventi soprattutto nelle scuole da parte di Suor Serena e degli amministratori. (2000-2001) • Un volontario di Casarsa (Luigino Cesarin) svolge un periodo di servizio di 3 mesi presso il progetto nel quartiere di Quito. (2001) • Alcune classi delle scuole locali avviano dei gemellaggi epistolari con i bambini e i ragazzi del progetto mentre alcune associazioni locali si mobilitano per divulgare l’iniziativa e raccogliere fondi. (2001) • Organizzazione a Casarsa del convegno regionale “Cooperazione decentrata: esperienze a confronto” il 30 novembre 2001 e realizzazione di un dossier sul percorso svolto dall’Amministrazione Comunale e dall’Osservatorio Sociale. (2001) • Partecipazione di membri dell’Osservatorio Sociale e dell’Amministrazione Comunale per portare l’esperienza in convegni e seminari a livello provinciale, regionale e nazionale. (2001-2002) • Il Comune di Casarsa della Delizia (primo ente locale in Friuli Venezia Giulia), in accordo con l’Osservatorio Sociale, presenta alla Regione attraverso la L.19/2000 la prima richiesta di finanziamento a favore del Progetto “Cometas (aquiloni): sostegno a Ñeque y mas ñeque: niños y jovenes en riesgo”. Il Progetto triennale ha permesso di sviluppare 38 ulteriormente la collaborazione già in atto con Quito.(2002) • L’approvazione del progetto ha permesso di allargare il partenariato, di costruire la sede del progetto (fino al 2003 i ragazzi facevano attività in una baracca fatiscente), di aumentare il numero di ragazzi accolti (da 80 a 120), di garantire uno stipendio fisso a 4 educatori, di garantire un pasto, le spese mediche e l’iscrizione a scuola per tutti i ragazzi, oltre ad altri obiettivi riferiti alle famiglie dei ragazzi. Inoltre, attraverso viaggi di scambio, è stato possibile accogliere, nei vari anni, il responsabile del progetto Galo Cevallos, un’educatrice, Narcisa Cardenas e uno dei ragazzi accolti che hanno testimoniato la loro realtà nelle scuole, nelle associazioni, nei gruppi dell’Osservatorio Sociale, in Consiglio comunale. Nel corso di questi anni sono state organizzate iniziative per la raccolta di fondi e per la promozione del progetto a diversi livelli: concerti, mostre fotografiche, serate a tema sull’Ecuador, presentazione video, laboratori interculturali nelle scuole, “100 cene di solidarietà”, mercatini di Natale, incontri con gruppi e associazioni, serate di formazione e racconto di esperienze sulla cooperazione internazionale.(2003-2006) • Con il partner nazionale CNCA (Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza) all’interno del progetto Giorap (giovani rappresentanze ed educazione tra pari) in cui è stato coinvolto anche il Progetto Giovani di Casarsa, due giovani di Casarsa (Chiara Tesolin e Sabrina Pierucci) accompagnate da Luigino Cesarin, visitano il progetto di Quito e incontrano giovani appartenenti ad altri gruppi italiani e ecuadoregni. (2004) • Inaugurazione del Centro Interculturale Palazzo De Lorenzi - Brinis (2004) • In seguito alla prematura scomparsa di Alberto Bonanni nel terremoto del Pakistan dell’8 ottobre 2005, l’Osservatorio Sociale si è mobilitato in una serie di iniziative in ricordo della sua figura e per promuovere e raccogliere fondi per la costruzione di un Centro di Aggregazione giovanile a lui dedicato, in una delle zone maggiormente colpite dal terremoto, in collaborazione con Intersos (ONG di Roma). (2005-2006) • Avvio di uno studio di fattibilità per proporre un nuovo progetto di Cooperazione Decentrata con l’obiettivo di favorire anche l’integrazione delle comunità di immigrati presenti nel nostro territorio. Incontri con l’ambasciatore e il console ghanesi in Italia. (2006) 39 • Presentazione alla Regione di una nuova richiesta di finanziamento con la L. 19/2000 per il progetto AYIKOO: Ghana - Italia friendship project in Ghana. (2006) • Approvazione e avvio del nuovo progetto triennale di cooperazione decentrata in due villaggi ghanesi (Onwe e Kwamo). Partner locali sono la comunità del villaggio di Onwe e il collegio docenti dell’Istituto professionale di Kwamo, garante del progetto è l’Ambasciata del Ghana in Italia. Gli obiettivi del progetto riguardano la costruzione e l’ampliamento di scuole primarie, secondarie e professionali. (2007) • Organizzazione di “Sotto-Sopra”, serate di testimonianza e presentazione di progetti di cooperazione e solidarietà da parte di volontari, gruppi, associazioni, enti del territorio in diversi Paesi del Mondo. (2007-2008) • Continua il coinvolgimento della comunità locale con le modalità specifiche della Commissione: incontri con le scuole, mercatini, eventi, incontri formativi, pubblicazione di depliant, realizzazione di video,ecc. (2007-2008) 40 Commissione Disabilità Componenti: Il Piccolo Principe, Laluna, Lilliput, un genitore, un volontario, l’assistente sociale. Finalità: • Promuovere una maggior conoscenza delle problematiche legate al tema della disabilità; • Favorire la tutela e la promozione dei diritti attraverso un proficuo lavoro di rete che possa essere in grado di incrociare i bisogni con risorse e opportunità presenti nel nostro territorio; • Veicolare e sostenere le diverse iniziative promosse dal Comitato D e da ciascuna realtà aderente alla Commissione Disabili; • Sostenere le famiglie nella fase di progettazione del “Dopo di noi”. Attività svolte: • Nel primo incontro avuto dalla Commissione Disabilità nell’anno 2008 si è pensato di avviare, tramite l’Assistente Sociale che fa parte della commissione, un’analisi del profilo disabili nel nostro Comune ovvero a livello di Ambito Est attraverso la raccolta di dati presso le banche dati dei vari servizi e dei diversi enti. Nel successivo incontro della commissione, si è riscontrato che non è possibile avere un quadro generale della disabilità all’interno del nostro territorio per una capillare frammentazione dei diversi compiti nei diversi enti che regolano i servizi ai disabili. • Uno degli impegni molto concreti presi all’inizio dell’anno era anche sollecitare la sostituzione del pulmino dell’Ambito socio-assistenziale utilizzato per il trasporto dei ragazzi disabili: grazie all’azione del gruppo di genitori, facenti parte della commissione, che utilizza questo servizio, pare sia stato messo a bilancio l’acquisto dell’automezzo. La Commissione Disabilità avrà cura di verificare l’attuazione di questo impegno. • In riferimento allo sportello informativo, dato anche il basso numero di incontri che è stato possibile convocare da questa commissione, le diverse realtà si sono mobilitate in modo indipendente, cercando di dare una risposta nel miglior modo possibile e, soprattutto, nel più breve tempo possibile. 41 • A riguardo, l’associazione Laluna, ha recepito la volontà di una dei volontari ed ha attivato da circa 3 mesi uno sportello informativo gratuito, che è a disposizione di chiunque ne faccia richiesta. Lo sportello è in grado di fornire informazioni utili sui FAP (Fondi di Autonomia Possibile), leggi ed agevolazioni varie, nonché si rende disponibile per l’aiuto alla compilazione delle varie modulistiche. • La cooperativa sociale Il Piccolo Principe ha realizzato uno studio di fattibilità per l’avvio di uno sportello informativo da mettere in rete con gli altri sportelli provinciali (Infohandicap e Infotriesteabile) e nazionali (Superabile e CDH). Resta ora da capire come sostenere economicamente il progetto. • La Commissione segnala inoltre la possibilità di consultare testi e documentazioni specifiche sulle tematiche della disabilità presso le ricche biblioteche delle associazioni Laluna e Il Noce e presso la sede del Piccolo Principe. Tutte le strutture mettono a disposizione un internet point gratuito. • Molte e diversificate sono state, nel corso del 2008, le iniziative realizzate da ciascuna realtà aderente alla Commissione: occasioni preziose di confronto, scambio e crescita personale, ma soprattutto occasione per una diffusione di una corretta cultura della disabilità. In particolare si sono avute diverse collaborazione di tutte le realtà facenti parte della commissione con il Comitato D del Sanvitese, per la realizzazione di convegni, cineforum e incontri a tema. 42 Commissione Giovani Componenti: Amici della Montagna, Pro Casarsa della Delizia, Par San Zuan, Estate Ragazzi, Punto Giovani, Agesci Casarsa, Agesci San Giovanni, Piccolo Principe, Il Noce, Solidarmondo, Laluna, Azione Cattolica CasarsaSan Giovanni, Progetto Giovani Comunale. Finalità: • Condivisione delle attività educative - ricreative rivolte ai giovani promosse dalle associazioni dagli enti e dagli organismi; • Promuovere la partecipazione ed il protagonismo giovanile; • Valorizzare e promuovere i servizi rivolti ai giovani; • Accogliere ed interpretare le “domande” dei giovani, con una particolare attenzione a coloro che provengono da altri paesi; • Promuovere il volontariato giovanile; • Coinvolgere tutte le associazioni ed enti che si occupano di giovani; • Confrontarsi sul ruolo educativo degli adulti nei confronti dei giovani. Attività svolte: Il Progetto Giovani comunale nel corso degli anni è stato riferimento per le attività giovanili ed attraverso collaborazioni e percorsi di rete con le realtà locali che si occupano di giovani ha promosso ed incentivato l’avvio della Commissione Giovani nei primi mesi dell’anno 2008. Fin da subito il gruppo ha contribuito alla nuova riorganizzazione dell’Osservatorio Sociale stesso, portando le proprie idee all’assemblea generale di Aprile e successivamente partecipando alla stesura del regolamento interno dell’Osservatorio Sociale. Nelle prime riunioni in cui si è potuto confrontarsi sulla realtà giovanile del nostro territorio, è emersa l’importanza che ha lo sport giovanile come realtà educativa e perciò si è deciso di lavorare su un progetto chiamato “SPORTIVA-MENTE”. Il progetto che è ancora in corso, si sta sviluppando con la collaborazione dell’assessorato allo sport e mira al coinvolgimento delle associazioni sportive che si occupano di giovani e operano all’interno del territorio di Casarsa. 43 A grandi linee il progetto si è sviluppato come segue: • coinvolgimento della commissione minori • confronto con la consulta dello sport • preparazione di un questionario (per società ed allenatori) • distribuzione agli interessati del questionario. Le fasi successive saranno: • analisi dati questionari • confronto con le associazioni sportive dei dati riscontrati • ideazione e svolgimento proposte concrete coinvolgendo le associazioni sportive. Inoltre si sta cercando di costruire una vera rete tra le associazioni presenti all’interno della commissione giovani, promuovendo iniziative che puntino alla collaborazione e alla partecipazione dei giovani. Di seguito l’elenco dei progetti che, anche in collaborazione con il Progetto Giovani, sono stati promossi o sono in svolgimento: • collaborazione “operativa” al progetto Piedibus; • Promozione e coinvolgimento di varie associazioni giovanili nell’iniziativa Musikemate, organizzata dall’associazione “Laluna”; • Corso animatori centri estivi, organizzato dal Progetto Giovani in collaborazione con Agesci, Azione cattolica, Estate Ragazzi e Cooperativa Sociale “Il piccolo Principe”, che ha visto il coinvolgimento di più di 60 giovani animatori del territorio; • Progetto “Mai soli al Sole”,promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociali e Giovanili, finanziato dalla Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, per azioni a favore dei ragazzi nei periodi estivi e di vacanza scolastica; • Progetto “Volontaria-mente Giovani” promosso dall’Associazione “Il Noce”, finanziato dal Centro Servizi Volontariato, per promuovere il volontariato giovanile ed accrescere la motivazione al servizio; 44 • Progetto “Radici e le Ali”, progetto nazionale promosso dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, del quale fa parte l’Associazione “Il Noce”, per la creazione di uno spazio pubblico condiviso per l’integrazione sociale dei giovani migranti di seconda generazione. • Coinvolgimento della Commissione Giovani al Tavolo Area Adolescenti, tavolo operativo per le proposte e la realizzazione dei progetti del Piano di Zona. 45 Commissione Immigrati Componenti: Circolo ACLI C. Ferrini di San Giovanni di Casarsa della Delizia, Consorzio Leonardo - Progetto Immigracoop, Coop Il Piccolo principe, Solidarmondo PN Aganis, Espoir du Togo, Singoli Volontari. Finalità: • Promuovere attività di sensibilizzazione e inter-relazione tra i cittadini italiani e quelli non italiani; • Elaborare proposte di socializzazione dei migranti; • Responsabilizzare maggiormente i cittadini stranieri alla vita della comunità. Attività svolte: La Commissione viene costituita nel 1999. Già da prima però le scuole, presenti nell’Osservatorio Sociale, si occupavano di interculturalità. La commissione inizia ad operare nello stesso anno occupandosi della stesura del regolamento per le ammissioni ed il funzionamento del Centro di 2a accoglienza per immigrati da aprire nell’ex Palazzo De Lorenzi-Brinis. Negli anni successivi realizza, pur con minor costanza delle altre commissioni, anche le seguenti attività: • Organizzazione di serate di promozione culturale sul tema dell’integrazione; • Avvio di un processo lungo e partecipato che porterà, solo nel 2006, ad una Consulta dei cittadini stranieri eletta dai residenti di Casarsa con una cittadinanza diversa da quella italiana; la Consulta, ha integrato la commissione, promuovendo iniziative anche autonomamente; • Progettazione di interventi a favore della popolazione straniera - in particolare rivolti a minorenni e a donne - su bandi regionali e ministeriali (Progetti Integrazione, varie edizioni; Nuovi Cittadini, varie edizioni; Centro di Seconda accoglienza Palazzo De Lorenzi-Brinis e altri ancora); • Supporto all’inaugurazione, avvenuta nel 2005, del Centro di accoglienza Palazzo De Lorenzi-Brinis e successivi apporti alla sua gestione; • Riavvio della commissione con riunioni periodiche; • Collaborazione con realtà locali che si occupano di immigrazione per la programmazione di incontri sui diritti e doveri dei cittadini e uso del denaro e risparmio di energia, risorse e tempo. 46 Commissione Minori Componenti: Associazione di volontariato “Il Noce”, Associazione “Estate Ragazzi”, Agesci Casarsa e San Giovanni, Azione Cattolica Casarsa - San Giovanni, Scuola dell’Infanzia “Sacro Cuore” di Casarsa, Scuola dell’Infanzia “Mons. Jop” di San Giovanni, Istituto Scolastico Comprensivo di Casarsa (Scuole primarie di Casarsa e San Giovanni, Scuola secondaria di 1° grado di Casarsa), Centro Gioco “Pollicino”, Banca del Tempo, Coop. Sociale “Il Piccolo Principe”, Comitati genitori delle scuole, Associazione Piedibus. Finalità: • Favorire il collegamento e la collaborazione tra gli organismi pubblici e del privato sociale che si occupano di bambini; • Progettare una città a misura di bambino; • Facilitare lo scambio tra le generazioni; • Migliorare la qualità della vita dei bambini riconoscendo e realizzando i loro diritti; • Coordinare le varie attività a favore dei minori, evitando sovrapposizioni e favorendo nuove risposte ai bisogni; • Sensibilizzare ed educare alla solidarietà anche verso i bambini del Sud del mondo; • Tenere i collegamenti con il Tavolo minori del Piano di zona Sanvitese; • Condividere esigenze e problematiche minorili promuovendo il benessere dei bambini. Attività svolte: La Commissione prende avvio a fine 2007. Le tematiche che riguardavano i minori in Osservatorio Sociale erano comunque, e da sempre, tenute in considerazione e messe in evidenza grazie soprattutto al contributo del gruppo di lavoro del Servizio Socio Educativo Pomeridiano per minori (SSEP) costituito da: Assessore alle Politiche Sociali, Assistente Sociale, Associazione di Volontariato “Il Noce”, Coop. “Il Piccolo Principe” e dai rappresentanti delle scuole locali. Nel 2008 sono state svolte in particolare le seguenti attività: 47 • Collegamento fra tutte le realtà che si occupano di minori sul territorio comunale; • Collaborazione alla realizzazione del progetto “Città sostenibile delle bambine e dei bambini” in attività di educazione alla cittadinanza attiva e di formazione al Consiglio Comunale dei Ragazzi; • Iniziative varie per ricordare l’anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’infanzia (20 novembre); • Coordinamento delle principali attività già in atto a favore dei minori (doposcuola, punti verdi, progetti di educazione allo sviluppo nelle scuole, ecc.); • Presenza nel Tavolo minori del Piano di zona per programmare le azioni e i progetti degli 8 comuni dell’Ambito Sanvitese; • Sostegno a progetti innovativi come “Piedibus” e il centro gioco “Pollicino”; • Presentazione delle realtà dell’Osservatorio Sociale e di altre associazioni (sportive, culturali, ecc.) nel corso dei Punti Verdi e dell’Estate Ragazzi. 48 Commissione Salute Componenti: A.N.D.I. e non solo, AVIS, C.R.I., AIFA. Finalità: • Promozione della Salute intesa come benessere psico-fisico; • Coinvolgimento di tutte le fasce d’età (dalle materne agli anziani) sui temi della salute; Attività svolte: • 25.01.08 presso I’auditorium di Bagnarola si è tenuto un incontro con la psicologa Fabiola Picco. Tema della serata: “L‘autostima”. • 11.02.08 presso il Palazzo Brinis di Casarsa abbiamo avuto il dott. Giuseppe Maraglino diabetologo. • 04.04.08 a Bagnarola c’è stato un incontro con il dott. Pratesi nutrizionista. • 18.04.08 l’ Associazione AVIS, in collaborazione con l’ A.N.D.I. e non solo, la C.R.I. e l’ Amministrazione Comunale, ha organizzato una serata medica, presso il Teatro Pasolini, con il dott. Lino Del Pup del CRO di Aviano. Tema della serata: “Lo stile di vita” con una massiccia partecipazione di pubblico. • 16.10.08 nella Sala Consigliare di S.Vito c’è stato un incontro con il dott. Maurizio Tonizzo Medicina Interna. Tema: “Obesità e malattie cardiovascolari”. • 13.11.08 presso il teatro di Zoppola si è tenuta una serata con il dott. Ernesto Rorai endocrinologo e il dott. Piero Quaia. Tema: “Obesità e ormoni: come scegliere l’attività fisica per il benessere”. Il buon risultato di queste interessanti serate ci dimostra che quando il tema riguarda la salute di tutti, c’è grande interesse. Si è collaborato con l’Amministrazione Comunale per la partenza del progetto “Il gruppo di cammino” a Casarsa e a San Giovanni. Uno degli obiettivi prefissati è di incoraggiare le persone ad uscire di casa e socializzare facendo un po’ di attività fisica. Questo obiettivo si è concretizzato grazie alla presenza costante di alcuni partecipanti attivi nel mantenere uniti i gruppi. 49 Alla stesura di questa pubblicazione hanno collaborato E-labora e il Centro Studi Sociali “L. Scrosoppi” Stampa: Grafica Delizia - Casarsa (Pn) Informazioni e contatti: Servizio Politiche Giovanili della Città di Casarsa della Delizia Centro Interculturale Palazzo De Lorenzi Brinis Tel. 0434 873937 - Fax 0434 873906 E-mail: [email protected] www.comune.casarsadelladelizia.pn.it