Per non dimenticare... lo sterminio degli ebrei

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Per non dimenticare... lo sterminio degli ebrei
Per non dimenticare... lo sterminio degli ebrei
Paolo Latella* - E' il 27 gennaio 1945. Le
avanguardie delle truppe sovietiche arrivano
ai cancelli del lager nazista di Auschwitz, in
Polonia. Ad accogliere i soldati di Stalin,
pochi sopravvissuti all'orrore: uomini, donne
e bambini, che solo per un caso sono riusciti
a evitare la «marcia della morte», ovvero il
trasferimento forzato di tutti i prigionieri
verso i campi di concentramento situati
entro i confini del Reich. Molti di loro non
riusciranno ad assaporare la libertà:
moriranno nei giorni seguenti di malattie e
stenti.
27 gennaio 2012: in tutta Italia si celebrerà la
Giornata della memoria. La liberazione del Lager simbolo dell'universo concentrazionario
nazista è diventata l'occasione per “non dimenticare” lo sterminio di quasi sei milioni di
ebrei, oltre ai migliaia di zingari, omosessuali, oppositori politici, che Hitler aveva
condannato come «Uentermenschen», sottouomini. Un'operazione non facile, tutt'altro.
Ma doverosa. Come sottolinea ogni anno - questa è la commemorazione del 2012 - lo
stesso presidente della Repubblica.
«Ricordiamo affinché l'orrore non possa ripetersi; affinché ogni manifestazione di
antisemitismo, di razzismo in tutte le forme, venga condannata e messa al bando. La
Giornata della memoria invita a riflettere sulla Shoah, sullo sterminio degli ebrei, di un
intero popolo, organizzato dal nazismo: un evento che non ha l'eguale nella storia.
Ricordiamo, perché la stessa enormità di quanto accadde in quegli anni, in cui vennero
uccisi sistematicamente sei milioni di ebrei, ossia la maggior parte degli ebrei che allora
vivevano in Europa, rende quel crimine quasi incredibile: "meditate, che questo è stato", è
il monito che ci ha lasciato Primo Levi».
Viviana Kasam, giornalista, in una lettera del 2008 (è uno stralcio del documento per
evidenti motivi di spazio) inviata al direttore Giuliano Ferrara del “Il Foglio” affermava
che: “per una parte consistente, della popolazione italiana e non solo italiana, gli ebrei si
dividono in due categorie: gli ebrei "buoni" e gli ebrei"cattivi". I "buoni" sono quelli periti
nei campi di sterminio, le vittime dei pogrom, delle persecuzioni, del razzismo. [...] Gli
ebrei "cattivi" sono invece quelli che simpatizzano per Israele, criticando magari alcune
scelte politiche, ma sostenendo il diritto del paese a esistere e il diritto degli ebrei ad avere
uno stato nazionale che li protegga dall'abominio della Seconda guerra mondiale, quando
molti perseguitati non trovarono un paese disposto a ospitarli, e finirono nei forni. [...] La
Giornata della Memoria è la gran lavanderia della coscienza di tutti coloro che accettano
solo gli ebrei buoni, ovvero quelli morti. E che si attivano freneticamente a produrre
spettacoli, pubblicazioni, pubblici discorsi, filmati e dibattiti per cancellare ogni sospetto di
antisemitismo nella loro deprecazione di Israele.
Così una giornata che dovrebbe essere di riflessione e lutto si trasforma in una gran
kermesse in cui ognuno grida più forte l'amore per gli ebrei-vittime. Ben venga la Giornata
della Memoria, se serve ad evitare che la Shoah sia dimenticata o, peggio, cancellata dal
negazionismo che i fondamentalisti islamici vanno predicando, insieme ai neonazisti. Ma
l'impressione è che, per parafrasare ciò che Sciascia scrisse sull'antimafia, siano nati dei
"professionisti della memoria" - da questa categoria evidentemente escludiamo i
sopravvissuti [...] e le istituzioni, come il CDEC di Milano e tante altre, che svolgono
costantemente un meritorio e indispensabile lavoro documentale. Ma identificare gli ebrei
nella Shoah è pericoloso [...]: pericoloso perché si rischia di ridurre l'identità del nostro
popolo all'identità univoca, passiva e negativa di vittime, mentre l'identità ebraica è
plurale, variegata, attiva, positiva e culturalmente ricchissima.
Gli ebrei non sono solo, o soprattutto, le vittime della Shoah: sono un popolo che ha
sempre privilegiato il pensiero, la cultura, la ricerca [...]. Un popolo che con i dieci
comandamenti ha creato le basi della democrazia, della giustizia, della responsabilità
individuale, dell'etica. E' questa identità culturale [...] la nostra identità, non quella di
vittime passive, uniformate dal marchio numerico impresso sul braccio e private di ogni
individualità. E Israele [...] continua questa tradizione di eccellenza nelle discipline
artistiche, nella ricerca scientifica, nell'innovazione tecnologica, nella creazione di
industrie all'avanguardia. In barba a chi vorrebbe gli ebrei solo vittime mute”.
L'Italia dei Valori condivide e partecipa facendo proprio l'impegno a tenere viva la
memoria a monito e beneficio delle future generazioni" .
Fonte dati storici: Corriere della Sera (2004) e Il Foglio (2008).
*Paolo Latella
Docente di lab. di informatica gestionale c/o l'Istituto Tecnico Economico A. Bassi di Lodi
Formatore ECDL Patente Europea
Iscritto all'Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice del Tribunale di Lodi (Italia)
Iscritto all'Ordine Nazionale dei Giornalisti di Roma - elenco pubblicisti della Lombardia
Cell: 3386389450
sito dello studio: http://www.studiosip.it
blog didattico rivolto agli alunni: http://paololatella.blogspot.com