lCì sulle paritarie, « Servizio prezioso: il govemo rime(liera»

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lCì sulle paritarie, « Servizio prezioso: il govemo rime(liera»
lCì sulle paritarie
« Servizio prezioso: il govemo rime(liera»
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Il no alla Cassazione. La Fism: «Costretti a chiudere centinaia di asili»
di Valentina Dal Zillo
VENEZIA «Ma quali attività commerciali: quello reso dalle
scuole paritarie in Veneto è un
servizio di welfare. E il balzello
dell'Ici rischia di diventare pie-
tra tombale per centinaia di
plessi». E' un no trasversale
quello alla recente pronuncia
della Cassazione sull'Ici agli
istituti religiosi. Ma il governo
pare ora metterci una toppa.
«Aperto un tavolo di confronto
con le scuole partitane e impegno a intervenire con una norma ad hoc» assicura Giorgio
Santini, capogruppo Pd in
commissione Bilancio al Senato.
Già in difficoltà economiche, asili, scuole primarie e
medie potrebbero infatti essere costrette anche a chiudere i
battenti. In Veneto significherebbe lasciare in strada 114 mila alunni (1.400 scuole per cinquemila classi), per lo più alle
materne dove si riversa oltre il
6q per cento dei bambini dai
tre ai sei anni d'età. «E se chiudono centinaia di scuole nella
regione come potrà lo Stato garantire questo servizio che, in
Veneto è svolto per lo più proprio dalle scuole paritarie?».
E alle precisazioni fornite
dalla Corte dopo l'ondata di
polemiche («Sentenza in linea
di continuità con il consolidato orientamento. Spetta al giudice di merito decidere se
spetta o meno l'esenzione»),
replica lo stesso Luca Zaia.
Scuole
«Smettiamola di fare i primi
della classe applicando in modo miope le più oscene direttive Ue: non servirebbe nemmeno disturbare i magistrati su
una vergogna come l'lei alle
scuole paritarie, per la quale
bisognerebbe prima rovesciare
le scrivanie di Bruxelles. L'Italia è stanca di subire stupidi
diktat di tecnocrati strapagati». «Dire che non far pagare
Santinì (Pd)
La presenza delle scuole
paritarie in Veneto
permette allo Stato
ingenti risparmi
l'lei alle famiglie che scelgono
le scuole paritarie è un aiuto di
Stato, una violazione ai principi della concorrenza - incalza
Zaia -, è soltanto una idiozia.
Ma che aiuto di Stato ci può essere se, come nel caso del Veneto, go.ooo alunni non trovano una scuola pubblica nemmeno cercandola?».
Sul caso scende di nuovo in
campo anche il sindacato. «In
Veneto - tuona la segretaria generale Franca Porto - le scuole
gestite da parrocchie ed ordini
religioni, in modo particolare
quelle materne e per l'infanzia,
fanno parte a tutti gli effetti
pratici dei servizi primari di
welfare per le famiglie: 86.6oo
bambini seguiti da 7.600 lavoratori dipendenti. Una realtà
che, quote o non quote richieste per compensare le spese,
non può certamente definirsi
come attività commerciale».
«Gravare queste scuole di nuovi ed imprevisti costi - rileva -,
significa favorire la loro chiusura con la conseguente perdita del servizio e di posti di lavoro oppure riversare sulle famiglie interessate ulteriori carichi di spesa».
«Di fronte alla sentenza di
Livorno - afferma Santini l'apertura del Governo ad un
tavolo di confronto con le
scuole paritarie e l'impegno ad
intervenire tramite un'apposita norma, costituiscono un segnale di apertura e di attenzione nei confronti delle scuole
paritarie , che svolgono, soprattutto in Veneto un prezioso
servizio pubblico. Se poi affrontiamo la questione dal
punto di vista del bilancio dello Stato, e' stato ampiamente
dimostrato che la presenza capillare di questi istituti sul territorio del Veneto permette allo Stato ingenti risparmi: tale
rete formativa è quindi un vantaggio per lo Stato».
E il Comune di Verona corre
già ai ripari. «Riteniamo sbagliata la sentenza della Cassazione e riconosceremo alle
scuole paritarie presenti sul
territorio le risorse necessarie
per garantire la loro continuità
lavorativa»: ha annunciato ieri
il sindaco Flavio Tosi. «Riconosciute come un servizio formativo paritario, queste scuole
dovrebbero operare in uguaglianza di risorse e supporti
statali riconosciuti. La Regione, oltre alle proteste verbali,
riconosca effettivamente delle
risorse».
Bacchettate alla Regione arrivano anche dal consigliere
del Pd Claudio Sinigaglia che
plaude invece all'apertura da
parte del governo. «Sulla questione dell'applicazione dell'Imu, fa bene il governo a distinguere tra scuole private e
paritarie. Per quest'ultime, che
svolgono una funzione pubblica, trovo corretto il fatto che
non vi sia l'intenzione di far
applicare il pagamento. Piuttosto, il governo veneto non
continui ad essere inadempiente nei confronti delle paritarie e dimostri davvero di avere a cuore queste realtà preziose, visto che il riparto 2015 deve essere ancora approvato e
che deve ancora finire di trasferire i fondi previsti per il
2014».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Porto (tisi)
Le scuole materne
paritarie fanno parte dei
servizi primari di welfare
alle famiglie
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Belluno
Padova
Rovigo
2.964
Treviso
24.178
Venezia
3292
m Verona
24490
® Vicenza
VENETO
2.311
14.790
Alunni scuole
paritarie
25170
109.417
26.972
I
113.896
I
101.441
I
11372
I
19074
I
119.107
1
Alunni scuole
statali
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Scuole
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I POLITICI
*e chí svolge un servino pubblico»
«Non pUnff
Sinigaglïa: «La Regione sblocchi i fondi 2014». De Poli: «Molte realtà dovrebbero chiudere»
Sulla questione dell'applicazione dell'Imu, «fa bene il governo a distinguere tra scuole
private
e
paritarie.
Per
quest'ultime, che svolgono
una funzione pubblica, trovo
corretto il fatto che non vi sia
l'intenzione di far applicare il
pagamento» sottolinea il consigliere regionale del Pd, Claudio Sinigaglia. «Piuttosto il governo veneto non continui ad
essere inadempiente nei confronti delle paritarie e dimostri
davvero di avere a cuore queste realtà preziose, visto che il
riparto 2015 deve essere anco-
ClaudioSinigaglia
Scuole
ra approvato e che deve ancora finire di trasferire i fondi
previsti per il 2014».
Sul tema è intervenuto ancheAntonio De Poli (Udc). «La
precisazione della Cassazione
aggrava il quadro sulle paritarie su cui è sempre più indispensabile, a questo punto, un
chiarimento da parte del governo: è assurdo ritenere che
tali istituti - i quali svolgono
un ruolo di servizio pubblico facciano attività commerciali.
Bisogna sciogliere definitivamente questo nodo per scongiurare il rischio di una mazza-
ta fiscale che decreterebbe la
chiusura di molte scuole. Bisogna focalizzare l'attenzione
sulla natura del servizio che è
pubblico». De Poli annuncia
un'interrogazione parlamentare al Mef. «Le famiglie pagano
le rette che servono a mantenere in vita queste strutture.
Che senso avrebbe se facessimo pagare l'Imu alla Caritas ?
Stiamo parlando di un servizio
complementare a quello statale e che, in Regioni come il Veneto, rappresenta un pilastro
portante dell'offerta formativa», conclude De Poli.
«L'apertura del governo a
un tavolo di confronto con le
scuole paritarie e l'impegno a
intervenire tramite un'apposita norma, costituiscono un segnale di apertura e di attenzione nei confronti delle scuole
paritarie, che svolgono, soprattutto in Veneto un prezioso
servizio pubblico» conclude
Giorgio Santini, capogruppo
Pd in commissione Bilancio al
Senato. «Auspico che già la
prossima legge di stabilità possa contenere una norma ad
hoc. E credo sarà importante
per il legislatore distinguere
tra scuole non statali paritarie
e scuole non statali non paritarie: le prime non svolgono attività commerciale in quanto
parificate alla scuola pubblica».
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