Torino è una città per bambini?
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Torino è una città per bambini?
Torino è una città per bambini? La crisi del sistema di educazione 0-6 anni e le ideeper superarla" Report sintetico del tavolo di discussione del 19 dicembre L’introduzione ha dato un quadro di quella che è la situazione normativa a livello comunale, regionale e statale, e un quadro di come funzionano i servizi all’infanzia della Città di Torino A livello nazionale da un lato con la legge 107 il governo si è impegnato a occuparsi del sistema 0/6 riconoscendo il valore educativo ma dall’altra non ha emanato nessun decreto attuativo e non ha stanziato fondi; la regione Piemonte si accinge a modificare la legge regionale che regolamenta gli aspetti di sua competenza sui nidi aumentando il rapporto numerico educatore/ bambino; a livello comunale le tariffe sono aumentate negli ultimi tre anni del 50%, nelle scuole materne è stata addirittura introdotta una tassa di iscrizione; ha esternalizzato alcuni nidi comunali dandoli in gestione alle cooperative di fatto cedendo pezzi del servizio pubblico e abbassandone la qualità; ha azzerato i fondi di funzionamento costringendo le famiglie a intervenire direttamente evidenziando così differenze sociali tra scuola e scuola; invece che investire nell’universalizzazione del servizio si è assistito a un drammatico calo delle iscrizioni in particolare nei nidi ma anche alla scuola dell’infanzia solo in parte attribuibile al calo demografico. La discussione ha poi evidenziato grazie agli interventi alcuni aspetti di carattere generale che si possono riassumere: • Nella necessità di avere una programmazione a lungo termine che preveda la strutturazione di un piano di intervento e di azione coerente che non si limiti a rincorrere le emergenze e che esprima un’idea chiara rispetto alle politiche per l’infanzia della città; in questa ottica di fondamentale importanza sarebbe la promozione di azioni forti nei confronti del governo per togliere o quanto meno mitigare i vincoli del patto di stabilità e del turnover nelle assunzioni e il tetto di spesa per i Comuni anche sui servizi essenziali; così come fare pressioni al fine di ottenere finanziamenti per i servizi educativi e che i decreti attuativi della Legge 107/15 vadano effettivamente nella direzione di una universalizzazione dei servizi all’infanzia. • La necessità di un rapporto dialettico dell’amministrazione con la città e i suoi cittadini, in base a una comunicazione chiara ed efficiente e a una maggiore capacità di ascolto. • La necessità di ridefinire il debito con le banche e l’impostazione di un rapporto diverso con le fondazioni bancarie di questa città che agiscono sul settore dell'educazione primaria come veri e propri attori politici e indirizzando pesantemente la politica cittadina sui servizi educativi. Gli altri punti attorno a cui si è sviluppata la discussione sono: 1. l’amministrazione ha negli ultimi anni basato le sue scelte politiche sulle esigenze di bilancio e per questo il servizio spesso ha subito tagli o modifiche che non garantiscono più un servizio di qualità, adeguato alle esigenze dei bambini e delle famiglie, e un costo accessibile per gli utenti. In particolare si dovrebbe lavorare sul sostegno ai bambini disabili; sulla modulazione delle tariffe sia riguardo il nido sia per quanto riguarda le mense scolastiche ricordando che in una città in crisi come Torino per alcuni bambini il pasto a scuola è il pasto vero della giornata e più in generale quale sia il valore dell’educazione alimentare e della condivisione di quel momento nella crescita dei bambini; 2. un altro punto sul quale si dovrebbe investire in termini economici e in termini di idee è quello dell'edilizia, sia perché molte strutture evidenziano gravi problemi strutturali sia perchè risultano architettonicamente ed esteticamente molto poco adatte ad ospitare bambini; 3. una ridefinizione del rapporto tra pubblico e privato nella gestione dei servizi, in particolare degli asili nido. Su questo aspetto tutti i partecipanti hanno auspicato un ritorno ad una gestione sempre più pubblica dei servizi e ritenuto che per lo meno un blocco degli affidamenti esterni sia indispensabile; in un’ottica razionale di integrazione pubblico privato è almeno indispensabile porre dei limiti e delle caratteristiche del servizio precisi, nonchè un trattamento contrattuale adeguato per le lavoratrici e i lavoratori; 4. una ridefinizione del rapporto tra il Comune di Torino e le scuole paritarie: al di là del fatto che tutte le scuole paritarie sono di religione cattolica, la convenzione attualmente in atto non definisce in nessun modo gli standard qualitativi del servizio; 5. un ragionamento complessivo anche sugli altri servizi per l'infanzia (ludoteche, parchi attrezzati, ecc...) e sulla città in generale che deve essere anche a misura di bambino.