H - a scuola di guggenheim

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H - a scuola di guggenheim
LETTERA H
Un giorno, camminando sovrappensiero, la lettera H, grigia, taciturna e suscettibile…
perché obbligata a seguire una dieta ferrea e costretta a non mangiare dolci e a fare ginnastica ogni
giorno, incontrò la sua amica I.
La bellissima I la invitò a casa sua per fare quattro chiacchiere e offrirle una deliziosa torta
preparata da lei, ma alla vista della torta la lettera H scoppiò in un pianto perché non poteva
assaggiarla!
Lei non poteva nemmeno sfiorarla perché voleva assolutamente dimagrire.
La lettera I cercò invano di consolarla facendole capire che lei era ugualmente bella anche se era un
po’cicciottella.
Così H decise finalmente di cambiare vita e se ne andò subito nel paese dei canditi a trovare i suoi
amici.
Anche i gemellini Ci e Ce si accorsero della forte depressione dell’amica H e decisero subito di
preparare dei biscottini mille gusti spargendo un ingrediente segreto: il lievito colorato.
Terminati i biscotti la lettera H assaggiò un biscotto al limone e diventò tutta gialla, poi mangiò un
biscotto al pistacchio e diventò tutta verde, poi un biscotto alla fragola e diventò tutta rossa,
poi un pasticcino tutto colorato e diventò simile ad un arcobaleno.
Che bel gioco e che deliziosa scorpacciata, finalmente la lettera H ricominciò a
sorridere…….
Istituto Comprensivo “C. Goldoni”, Scuola Primaria, Martellago, Venezia
Che bel gioco e che deliziosa scorpacciata, finalmente la lettera H ricominciò a sorridere…
Così, per festeggiare l’evento, si organizzò una grande festa nel bosco delle lettere. Erano presenti tutte
le lettere dell’alfabeto tranne la C, che non era stata invitata.
Per vendicarsi, la lettera C creò un esercito di cavalieri. Essa aveva, infatti il potere di creare cose che
cominciavano con la lettera C.
L’esercito di cavalieri arrivò alla festa e spaventò tutte le lettere che iniziarono a scappare da tutte le
parti. Ci fu un “fuggi fuggi” generale ; le lettere erano inseguite dai cavalieri, armati di cerbottane, che
lanciavano cavolini di Bruxelles. Un cavaliere di nome Carlo riuscì a salvare la lettera H , la fece salire sul
suo cavallo e la portò a casa. Giunta a destinazione, la lettera H si buttò sul divano e si mise a piangere
perché la festa era stata rovinata.
Il cavaliere Carlo, per consolarla, le regalò una collana di coralli.
Ogni corallo era di un colore diverso, ognuno dei quali aveva un potere magico. Quando la lettera H toccò
il corallo azzurro, improvvisamente arrivò un’onda che spazzò via tutti i cavalieri e permise
alla lettera H di …….
Istituto Comprensivo “C. Goldoni”, Scuola Primaria, Martellago, Venezia - IIIA
Improvvisamente arrivò un’onda che spazzò via tutti i cavalieri e permise alla lettera H di
……aggrapparsi ad un tronco che galleggiava sull’acqua e il vento spinse il tronco lontano lontano.
Mentre galleggiava in mezzo al mare vide un magnifico delfino che saltava dentro e fuori dall’acqua e
fecero amicizia. Giocarono e parlarono tanto. Ma poi scoppiò una tempesta, il delfino scappò via e la
signora H scivolò giù dal tronco e andò sempre più giù sott’acqua. Un polipo con un lungo tentacolo la
prese e la tirò su.
Il polipo portò la signora H fino ad un’isola e lì la depositò in salvo sulla sabbia….
Scuola Primaria “C. Goldoni”, Spinea, Venezia
Il polipo portò la signora H fino ad un’isola e lì la depositò in salvo sulla sabbia….
La Sig. H è disperata, perché è rimasta sola sull’isola e cerca tra le tasche il suo telefonino cercando di
chiamare ma prova e riprova il telefonino non funziona. La Sig. H allora comincia a gridare: “Aiuto!
Aiuto! C’è nessuno?” ma nessuno le risponde. Così cammina per tutta l’isola sperando di trovare
qualcuno, qualche persona amica. Dopo un po’ sente un certo rumore e vede tra le foglie di un grande
albero un uccello dalle piume colorate che, con il suo becco, picchiava il tronco di un albero per costruirsi
una casetta. E’ coloratissimo, ha le zampe e il becco nero, è l’uccello “pappapicchio” che vive solo in
quell’isola. Quando il pappapicchio vede la Sig. H comincia a volare spaventato e a parlare in una lingua
che lei non capiva. La Sig. H cerca di parlare con il pappa picchio chiedendogli se nell’isola in cui si trova
ci fosse qualcuno ma l’uccello ripeteva le parole della sig. H senza darle risposta. Il pappapicchio
volando cominciò ad allontanarsi e la sig. H si mise a seguirlo finché arrivarono in un
villaggio con delle casette molto strane.
Scuola dell’infanzia “Collodi”, Spinea, Venezia
Il pappapicchio volando cominciò ad allontanarsi e la sig. H si mise a seguirlo finché
arrivarono in un villaggio con delle casette molto strane.
La signora H va avanti incuriosita non sa proprio dove è finita. Le case del villaggio da lontano le
sembrano tende, ma avvicinandosi si accorge che in realtà sono libri giganti rovesciati: lì ci abitano le
lettere che, birichine e vivaci, si spostano e a volte escono. La signora H è molto contenta di averle
incontrante e con loro va nella scuola del villaggio: qui tutte le lettere si impegnano e studiano in che
parola possono stare. La sera tutte le lettere sono stanche e una di loro, la A, invita tutte a casa sua a
dormire ma la signora H di notte non riesce a dormire bene…. Ha paura del buio. Chiede perciò di tenere
la luce accesa, o magari di avere una candela o una lanterna. A casa di A non c’è l’elettricità ma solo il
sole di giorno e se si vuole la luce anche di notte, spiega A, basta lasciare la porta aperta così può entrare
il chiarore della luna.
La signora H adesso è più tranquilla. Il giorno dopo, alla scuola del villaggio, arrivano anche i numeri
oltre alle lettere. La signora H diventa la loro maestra ma i numeri sono furbi e dispettosi, si
mischiano fra loro e le fanno una gran confusione….
Scuola dell'Infanzia "B. Munari", Spinea, Venezia
La signora H diventa la loro maestra ma i numeri sono furbi e dispettosi, si mischiano fra
loro e le fanno una gran confusione….
La maestra H avrà mal di testa perché c’è troppa confusione.
La maestra H metterà a pensare i numeri perché c’è troppa confusione.
Dopo, piangono i numeri perché la maestra H è arrabbiata.
Loro, i numeri, vogliono disegnare con la pittura, ma non sono tanti i numeri, sono pochi.
I numeri vogliono pitturare con le mani, serve anche l’acqua, e fanno un’impronta con le mani, ma la
maestra H ha detto che per pitturare bisogna tirarsi su le maniche, perché la maestra H ha detto che se
no ci si sporca le maniche della maglietta.
I numeri vogliono disegnare con il rosso, con il rosa, il fucsia, il verde, il giallo, il viola. La maestra H
butta l’acqua nel bicchiere e prepara i bicchieri, mette tanti colori, tutti quelli che avevano chiesto i
numeri.
I numeri non sono più dispettosi, sono contenti perché hanno pitturato, la maestra H dice: -Non fate
più i dispettosi.
Scuola dell’infanzia "B. Munari", Istituto Comprensivo Spinea 2, Spinea, Venezia
La maestra H dice: -Non fate più i dispettosi. La maestra H della classe H disse allora ai suoi
alunni dispettosi: “La scuola sarà bella se imparerete a fare giochi tranquilli, tipo Mamma Casetta”. Ma i
suoi bambini continuavano a farsi i dispetti tra loro. In quella classe arrivò in quel periodo un bambino
nuovo che si chiamava Francesco: era biondo, calmo e silenzioso, faceva dei bellissimi disegni ma
soprattutto sapeva leggere. Francesco, visto che i suoi compagni erano dispettosi e la maestra stanca,
decise di aiutare tutti. Così mise le sedie in tondo e chiede ai suoi amici di sedersi, poi cominciò a leggere
una storia: tutti si misero ad ascoltare attenti e tranquilli.
Mentre i bambini ascoltavano la storia, la maestra H lavorava per loro, per creare una classe più
accogliente che li aiutasse ad essere più sereni. Decise di decorarla con tanti fiorellini e festoni dipinti con
colori tranquilli: azzurro, verde chiaro, lilla, panna e rosa. Poi preparò sul lettore CD delle musiche
calme: quelle suonate con i violini e quelle di “Pierino e il Lupo”.
Infine la maestra H della classe H preparò una scatola sorpresa per i suoi alunni.
Scuola dell’infanzia "B. Munari", Istituto Comprensivo Spinea 2, Spinea, Venezia
La maestra H della classe H, preparò una scatola a sorpresa per i suoi alunni… I bambini
della classe H erano felici e si sono scatenati, hanno saltato e urlato, la maestra H dice” indovinate cosa
c’è dentro”? Tutti fanno una proposta: forse dei giochi, un quadro, un clown, i dolci, le stelle filanti, una
trombetta o dei libri, anche le caramelle, una nave giocattolo, nuovi pennarelli per lavorare, o una
bambola, delle macchine, si, una macchina telecomandata, una cornice così quando fanno un quadro,
possono attaccarlo sul muro! Poi la maestra H sceglie dei bambini per vedere cosa c’è dentro al pacco;
arrivano due bambini che prima di aprire appoggiano l’orecchio per sentire cosa c’è dentro ma non
sentono niente. Allora provano a scuotere la scatola e sentono qualcosa ma non capiscono così, decidono
di aprire. Tolgono il coperchio, esce un pagliaccio con la molla che salta fuori e i bambini restano a bocca
aperta perché sono sorpresi! Decidono di fare uno spettacolo con il pagliaccio e altri burattini, allora
pensano una storia per fare la drammatizzazione, chiamano i bambini delle altre classi della scuola. La
classe z come Zorro, la classe b come bagno, la classe s come Samuele. I bambini della scuola
guardano lo spettacolo, applaudono i bambini della classe H e la maestra H ringrazia!
Scuola dell'Infanzia "G. Rodari", Istituto Comprensivo Spinea 2, Spinea, Venezia
I bambini della scuola guardano lo spettacolo, applaudono i bambini della classe H e la
maestra H ringrazia! La maestra H dice ai bimbi che hanno recitato bene. Rimprovera qualcuno che
si è dimenticato qualche battuta, ma li spedisce in aula rapidamente perché la classe H è molto
irrequieta. Tutti non vedono l’ora di parlare, ma la maestra H assegna subito i compiti a casa: studiare la
storia del loro pianeta. Finalmente suona la sospirata campanella! Un alunno lancia un quaderno dalla
finestra per la felicità. A breve arriverà la navicellabus per portarli nelle loro gelatinose case. La maestra
li accompagna verso il cancello interspaziale: da tempo nella galassia non ci sono soldi per pagare Robot
cibernetici ausiliari per far assistenza ai giovani alieni. Nel terreno spaziale del cortile, il lungo inverno
siderale ha creato mole buche, qualcuno inciampa. La maestra H sospira, è stanca della lunga giornata.
Chi riparerà quei danni? I piccoli intanto sognano di mangiare la merenda: spiedini di viti e tenaglie allo
zucchero a velo sicuramente, succo di gelatina, se saranno fortunati. Più tardi giocheranno a tennauris
tavolo, a bullone prigioniero o a pattinaggio tra i chiodi e dopo le trasmissioni stellari andranno a
dormire. E lei? Lei no. La maestra H non andrà a dormire. Rimarrà a guardare fuori dalla finestra la città
spaziale nel buio, qualche disco volante luminoso nel cielo. E’ preoccupata la maestra H, potrebbero
esserci attacchi con i laser polverizzanti, gli umani li hanno minacciati più volte, sono esseri crudeli,
disposti a tutto. Dentro le navicelle spaziali ci sono dei meccanismi di distruzione terribili. C’è un’aria di
guerra e quell’impressione potrebbe diventare realtà. La maestra H scruta ancora il cielo buio.
Rabbrividisce e si gira verso la cucina. La guerra è alle porte e per fortuna H non ha paura.
Scuola Primaria “G. Capuozzo” Marghera, Venezia
La guerra è alle porte e per fortuna H non ha paura. Sente dei rumori sospetti che la
spaventano. Apre la porta con cautela cercando di fare meno rumore possibile, accende la luce, ma
non vede niente, solo il suo armadio aperto. Lo chiude ed esce. Ascolta con più attenzione. Sente
altri rumori proveniente dalla camera dei figli; vedendo la porta semiaperta, entra e si accorge che i
bambini stanno giocando tranquilli, ma questi si stupiscono di vederla, perché avevano appena
creduto di scorgere la sua ombra che si dirigeva in cucina. Strano…la maestra H non ci fa caso, anzi,
crede di aver capito che il rumore proviene dalle tubature, così si fa coraggio, segue il tubo da cui
proviene il rumore e si trovò dentro l’ascensore del palazzo. Improvvisamente… un black out. Sente
ancora quel rumore, ma questa volta lo sente più a lungo e più forte e sente anche cadere delle gocce
d’acqua. Finalmente ritorna la luce e capisce che si tratta solo di una perdita che sta allagando
l’ascensore, dal quale, ovviamente, esce in fretta. Il rumore che aveva sentito era sicuramente
qualcosa di peggio, così rientra in casa e torna nella stanza ei figli. Loro la convincono di aver visto
davvero un’ombra sospetta, così prendono una mazza da baseball a testa, scendono in cucina e…alla
vista dell’ombra iniziano a dare botte tremende e bastonate, aiutati dalla loro mamma che usa una
padella. Urlano e picchiano. Quando si fermano, la tremenda sorpresa: si trattava del loro stesso
padre! Arrossiscono pieni di vergogna. Il rumore, però, continua. La maestra H questa volta è
sicura: proviene dal giardino. Lo segue e si ritrova fuori dalla sua casa dove, dietro un albero, vede
una creatura enorme e pelosa, forse uno zombie, circondato da uno sciame di api ronzanti, che
sperano di mangiare un po’ dell’hot dog gigante che tiene in mano,. Indossa un abito da sera…ecco
perché il suo armadio era aperto! La maestra H tira fuori dalla tasca un po’ di coraggio per
avvicinare il mostro, ma si accorge che è accompagnato da uno strano animale, forse una lince, che
stava mangiando un ratto. La scena è così disgustosa che la maestra scappa a gambe
levate…
Scuola Primaria “G. Capuozzo”, Marghera, Venezia
La scena è così disgustosa che la maestra scappa a gambe levate.
Dopo qualche minuto rallenta la sua corsa, ha il cuore in gola e i polmoni le stanno per scoppiare
dalla fatica. Correndo è arrivata vicino al parco, decide di entrare per riposare su una panchina.
Mentre riprende fiato ripensa a quello che le è appena successo. Era nella sua aula a corregge i
quaderni, il sole stava calando e dal computer acceso si diffondeva una luce tremolante. Ad un tratto
una voce l’aveva attirata vicino al monitor, aveva avvicinato il viso per vedere meglio, quando una
specie di linguaccia vede e viscida le aveva leccato tutta la faccia. Superato lo spavento, mentre
cercava di rendersi conto cosa l’aveva leccata, aveva aperto meglio gli occhi e…una crema
giallognola e densa aveva cominciata ad uscire dalla tastiera del computer e a coprire lentamente le
scarpe mentre strani brontolii risuonavano nella stanza. Era a quel punto che aveva abbandonato
l’aula di corsa. Ora però ha trovato il coraggio: decide di tornare a scuola, togliere la corrente
elettrica e osservare il computer a distanza di sicurezza. La signorina H torna su i suoi passi, la
scuola è ancora aperta, ci sono le signore che fanno le pulizie. “Chissà cosa avranno pensato della
mia classe ridotta come una palude” dice fra sé. “Tutto normale, le signore sembrano del solito
umore, la porta della mia aula è chiusa, allora l’hanno già pulita! Apro…”
…la stanza si era trasformata: era diventata un profumato laboratorio di pasticceria, ci sono
pentoloni fumanti di crema alle nocciole, al cacao, alle fragole. Un forno strapieno sta per sfornare
pasticcini di ogni tipo. La maestra H rimane impietrita, gli occhi e la bocca spaventati,
eppure non sembrava spaventata.
Scuola Primaria “G.Leopardi”, Mestre, Venezia – classe IIIA
La maestra H rimane impietrita, gli occhi e la bocca spaventati, eppure non sembrava
spaventata. Nel quadro appeso sopra la testiera del letto, la barca a vela ondeggiava veramente e il
faro illuminava la costa. Era un’allucinazione? Aveva lavorato troppo con i bambini? La maestra H
si stropiccia gli occhi, poi si avvicina lentamente al quadro: sale sul letto e vede sgocciolare un po’
d’acqua; all’improvviso un’ondata allaga la stanza e la maestra H si ritrova a nuotare dentro il
quadro. Adesso si che è spaventata! La barca a vela le si avvicina e i due marinai la aiutano a salire a
bordo. I due marinai le raccontano di essere entrati nel quadro anni prima, ma solo quella sera era
finalmente arrivati vicino al faro. In quel momento arriva un’onda gigantesca che porta la barca
dritta al faro. I tre poveretti scendono dalla barca e salgono in cima al faro. Da li vedono gli alunni
della maestra H: erano andati a casa sua per farle una sorpresa, ma quando avevano aperto la porta,
era uscita tutta l’acqua e loro, cercando la maestra, si erano accorti che era finita dentro al quadro.
Subito i bambini prendono una corda e la legano ai piedi di un compagno coraggioso che salta sul
letto e si tuffa nel quadro. La maestra e i due marinai, con l’auto del bambino, si attaccano alla
corda. Dall’altra parte gli alunni tirano forte e di colpo rientrano tutti nella stanza. La maestra H
stacca il quadro dalla parete e lo butta a terra rovesciato. I bambini ci saltano sopra e lo
distruggono. La maestra H è salva!
Scuola Primaria “G.Leopardi”, Mestre, Venezia